Indagine a tappeto della Polizia postale di Catania- e altre città italiane- per contrastare la pedopornografia on line. Indagate 26 persone, 9 gli arresti, scoperta la “Guida del pedofilo”

 

 

Sono 9 gli arresti in flagranza effettuati dalla Polizia di Stato nel corso di una vasta operazione su tutto il territorio nazionale di contrasto alla pedopornografia online. L’indagine ha consentito di indagare 26 persone in tutta Italia per detenzione e divulgazione di materiale pedoporpornografico, sottoposte a perquisizioni personali ed informatiche. Uno di loro, oltre a migliaia di file pedopornografici, aveva nella disponibilità del suo cloud il formato digitale del libro ‘Guia del pedofilo’ (‘Guida del pedofilo‘).

Indagini della Polizia postale
Le investigazioni, coordinate dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) del Servizio Polizia Postale, hanno preso avvio da una complessa attività di analisi informatica su alcuni dispositivi elettronici sequestrati a un indagato, arrestato mesi fa per le stesse condotte, sui quali – all’interno di una piattaforma di messaggistica – erano stati trovati gruppi dediti allo scambio di immagini e video raccapriccianti, con abusi anche su bambini piccolissimi. Meticolose e complesse indagini anche di natura estremamente tecnica hanno portato all’identificazione dei soggetti attivi sui gruppi, nei confronti dei quali la Procura ha emesso provvedimenti di perquisizione personale ed informatica.

Le perquisizioni sono state eseguite con la collaborazione dei vari Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale, a Catania (1), Roma (3), Milano (3), Brescia (2), Varese (1), Bergamo (1), Catanzaro (1), Bari (2), Foggia (1), Torino (2), Cuneo (1), Genova (2), Imperia (1), Avellino (1), Livorno (1), Prato (1), Ravenna (1), Ascoli piceno (1). Gli arrestati risiedono nelle province di Catania (1), Roma (1), Milano (2), Firenze (1), Bergamo (1), Ravenna (1), Varese (1) e Imperia (1).

G7, dichiarazione finale, l’Italia stupisce con il pensiero di Papa Francesco e l’impegno dei grandi a proteggere i diritti della comunità “arcobaleno”

 

 La presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video postato al termine dei lavori della seconda giornata del G7 a Borgo Egnazia in Puglia“ si è così espressa:  “In questi giorni l‘Italia è stata al centro del mondo e gli occhi del mondo sono stati puntati su di noi. Era una grande responsabilità e io sono orgogliosa di come la nostra nazione sia riuscita ancora una volta a stupire e a tracciare la rotta”.

. E dopo aver ringraziato Papa Francesco (“Abbiamo vissuto anche un momento storico con la presenza del Santo padre, è la prima volta di un pontefice al G7″), si è soffermata sulla  dichiarazione finale adottata, “un documento estremamente significativo che contiene i tanti impegni che il G7 ha deciso di assumersi, impegni concreti, reali, che riguardano questioni dirimenti per il nostro presente, per il nostro futuro e sui quali il G7 ha ribadito la sua unità d’intenti, la sua compattezza”.

Foto di gruppo con i partecipanti del G7 - (Afp)

La dichiarazione finale: la “comunità arcobaleno”

Nel documento finale 36 pagine in tutto, è stata ribadita la “forte preoccupazione” per la riduzione dei diritti Lgbt, con una condanna ferma a “tutte le violazioni e gli abusi dei diritti umani e delle libertà fondamentali”, e confermato l’impegno dei Grandi “a promuovere e proteggere” i diritti della comunità ‘arcobaleno’.

Quanto all’altro dossier ‘caldo’ sul fronte dei diritti, nelle dichiarazioni finali la parola ‘aborto’ non viene menzionata, ma vengono confermati tutti gli impegni assunti dai leader a Hiroshima. C’è poi un capitolo ad hoc  made in Italy: il paragrafo sui migranti, in cui i 7 si impegnano a lanciare “una coalizione per prevenire e contrastare il traffico di migranti”.

Ricorrendo a un “approccio ‘follow the money’ -mettono nero su bianco i 7 grandi richiamando una strategia messa a punto da Giovanni Falcone contro la mafia e cara a Meloni- per identificare, indagare e contrastare efficacemente la criminalità organizzata, affrontando gli aspetti finanziari, compresa una maggiore cooperazione sulla confisca dei beni”. Nel documento trova spazio anche il Piano Mattei voluto dal governo italiano, salutato con favore dai leader.

Il G7 ha espresso pieno e unanime sostegno all’accordo elaborato dal presidente americano Joe Biden per un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi, un aumento significativo e duraturo del flusso di assistenza umanitaria in tutta Gaza e la fine duratura del conflitto, è il contenuto della dichiarazione finale del G7 in cui si spiega che vanno ”garantiti gli interessi di sicurezza di Israele e la sicurezza dei civili palestinesi a Gaza”.

Sull’Ucraina, in un passaggio del preambolo della bozza di dichiarazione finale, si afferma che alla presenza del presidente Volodymyr Zelensky, in un gesto di solidarietà e sostegno “per la lotta dell’Ucraina per la sua libertà e per la sua ricostruzione, abbiamo deciso di mettere a disposizione circa 50 miliardi di dollari sfruttando le entrate straordinarie dei beni sovrani russi immobilizzati, inviando un segnale inequivocabile al presidente Putin. Stiamo intensificando i nostri sforzi collettivi per disarmare e definanziare il complesso militare industriale russo”. “La Russia – sottolineano – deve porre fine alla sua guerra di aggressione illegale e pagare per i danni che ha causato all’Ucraina. Secondo la Banca Mondiale, questi danni superano oggi i 486 miliardi di dollari”.

 

Papa Francesco al G7 : ” Può il mondo trovare una via efficace senza la fraternità e la pace sociale senza una buona politica”?

Il Papa durante il bilaterale con il presidente ucraino Zelensky

 

 G7. Dopo il bilaterale tra Giorgia Meloni e Joe Biden, la premier ha accolto a Borgo Egnazia Papa Francesco in Puglia per la sessione dedicata all’Intelligenza artificiale e per partecipare ad alcuni bilaterali con i leader del mondo.

 Sull’Intelligenza artificiale…

“Spetta a ognuno fare buon uso” dell’Intelligenza artificiale, ha detto il Pontefice nel suo intervento sul tema, e “spetta alla politica creare le condizioni perché un tale buon uso sia possibile e fruttuoso”. Il Papa ha voluto ribadire “in questa occasione che ‘davanti a tante forme di politica meschine e tese all’interesse immediato la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine. Il potere politico fa molta fatica ad accogliere questo dovere in un progetto di Nazione e ancora di più in un progetto comune per l’umanità presente e futura’”.

Richiamando l’importanza di una ‘sana politica’ “per guardare con speranza e fiducia al nostro avvenire”, il Pontefice, attingendo all’enciclica sociale Laudato si’, ha spiegato  che “‘la società mondiale ha gravi carenze strutturali che non si risolvono con rattoppi o soluzioni veloci meramente occasionali. Ci sono cose che devono essere cambiate con reimpostazioni di fondo e trasformazioni importanti. Solo una sana politica potrebbe averne la guida, coinvolgendo i più diversi settori e i più vari saperi. In tal modo, un’economia integrata in un progetto politico, sociale, culturale e popolare che tenda al bene comune può aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo'”.

Francesco in golf car con la premier italiana Meloni, al suo arrivo a Borgo Egnazia

Non possiamo nascondere il rischio concreto, poiché insito nel suo meccanismo fondamentale, che l’intelligenza artificiale limiti la visione del mondo a realtà esprimibili in numeri e racchiuse in categorie preconfezionate, estromettendo l’apporto di altre forme di verità e imponendo modelli antropologici, socio-economici e culturali uniformi”. “Il paradigma tecnologico incarnato dall’intelligenza artificiale – ha avvertito -rischia allora di fare spazio a un paradigma ben più pericoloso, che ho già identificato con il nome di ‘paradigma tecnocratico’. Non possiamo permettere a uno strumento così potente e così indispensabile come l’intelligenza artificiale di rinforzare un tale paradigma, ma anzi, dobbiamo fare dell’intelligenza artificiale un baluardo proprio contro la sua espansione“.

Citando la Fratelli tutti, Bergoglio ha osservato: “Certamente ‘per molti la politica oggi è una brutta parola, e non si può ignorare che dietro questo fatto ci sono spesso gli errori, la corruzione, l’inefficienza di alcuni politici, – non di tutti – ha aggiunto a braccio. A ciò si aggiungono le strategie che mirano a indebolirla, a sostituirla con l’economia o a dominarla con qualche ideologia. E tuttavia, può funzionare il mondo senza politica? Può trovare una via efficace verso la fraternità universale e la pace sociale senza una buona politica?'”.

Condanneremmo l’umanità a un futuro senza speranza, se sottraessimo alle persone la capacità di decidere su loro stesse e sulla loro vita condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine” avverte il Pontefice. “Abbiamo bisogno di garantire e tutelare uno spazio di controllo significativo dell’essere umano sul processo di scelta dei programmi di Intelligenza artificiale: ne va della stessa dignità umana“, ha avvertito.

Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita a un essere umano“, ha ammonito il Papa rivolgendosi ai grandi della Terra. “In un dramma come quello dei conflitti armati – ha osservato – è urgente ripensare lo sviluppo e l’utilizzo di dispositivi come le cosiddette ‘armi letali autonome’ per bandirne l’uso, cominciando già da un impegno fattivo e concreto per introdurre un sempre maggiore e significativo controllo umano”.

Bergoglio ha messo in guardia: “Se in passato, gli esseri umani che hanno modellato utensili semplici, hanno visto la loro esistenza modellata da questi ultimi – il coltello ha permesso loro di sopravvivere al freddo ma anche di sviluppare l’arte della guerra –, adesso che gli esseri umani hanno modellato uno strumento complesso vedranno quest’ultimo modellare ancora di più la loro esistenza”.

Si registra come uno smarrimento o quantomeno un’eclissi del senso dell’umano e un’apparente insignificanza del concetto di dignità umana Sembra che si stia perdendo il valore e il profondo significato di una delle categorie fondamentali dell’Occidente: la categoria di persona umana”. “Ed è così che in questa stagione in cui i programmi di intelligenza artificiale interrogano l’essere umano e il suo agire, proprio la debolezza dell’ethos connesso alla percezione del valore e della dignità della persona umana rischia di essere il più grande vulnus nell’implementazione e nello sviluppo di questi sistemi. Non dobbiamo dimenticare infatti che nessuna innovazione – ha evidenziato – è neutrale. La tecnologia nasce per uno scopo e, nel suo impatto con la società umana, rappresenta sempre una forma di ordine nelle relazioni sociali e una disposizione di potere, che abilita qualcuno a compiere azioni e impedisce ad altri di compierne altre”.

Brindisi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del pranzo offerto al Vertice dei Leader G7

 

 

 

L'arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  saluta il Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen

 

L'arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel

L'arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro inglese Rishi Sunak

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro inglese Rishi Sunak

 

L'arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Cancelliere tedesco Olaf Scholz

 

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Cancelliere tedesco Olaf Scholz

L'arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro giapponese Fumio Kishida

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro giapponese Fumio Kishida

 L'arrivo  al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro Canadese Justin Trudeau

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Primo Ministro Canadese Justin Trudeau

 

L'arrivo  al Castello Svevo di Brindisi del Presidente Francese Emmanuel Macron

L’arrivo al Castello Svevo di Brindisi del Presidente Francese Emmanuel Macron

La foto di famiglia in occasione del Pranzo offerto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai Capi di Stato e di Governo del Vertice G7

 

La foto di famiglia in occasione del Pranzo offerto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai Capi di Stato e di Governo del Vertice G7

La foto di famiglia in occasione del Pranzo offerto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai Capi di Stato e di Governo del Vertice G7

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Leader del G7 al Castello Svevo di Brindisi

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Leader del G7 al Castello Svevo di Brindisi

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Leader del G7 al Castello Svevo di Brindisi

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Leader del G7 al Castello Svevo di Brindisi

 

In occasione della Presidenza Italiana del G7, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha offerto, al Castello Svevo di Brindisi, un Pranzo in onore dei Capi di Stato e di Governo e delle altre personalità che partecipano al Vertice del G7 in Puglia. Al Summit prendono parte, oltre ai Leader dei Paesi del G7 (Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America) anche il Presidente del Consiglio Europeo e la Presidente della Commissione Europea, in rappresentanza dell’Unione Europea, i rappresentanti di alcuni Stati e organizzazioni internazionali invitati.

 Brindisi,    -Comunicato  On Mattarella

Signore e Signori Capi di Stato e di Governo,

Illustri partecipanti,

è per me un piacere porgervi il benvenuto.

Rispetto all’incontro del G7 che la Repubblica Italiana ha presieduto sette anni fa, a Taormina, il contesto internazionale è profondamente mutato. 

Oggi registriamo che il crescente processo di interdipendenza promosso dalla globalizzazione è bruscamente venuto meno, unitamente alla spinta verso valori e obiettivi globalmente condivisi.

Antichi fantasmi sono riapparsi e il linguaggio della cooperazione, e della costruzione di regole di convivenza internazionali rispettose dei popoli, viene messo a dura prova, lasciando il posto a crescenti tensioni geopolitiche, quando, purtroppo, non a conflitti.

L’ambizione di nuovi attori di giocare un ruolo più profilato interpella la capacità della comunità internazionale – e in essa del G7 – di promuovere processi positivi orientati alla pace e allo sviluppo.

Per taluno si tratta di procedere alla realizzazione comunque – spesso in modo affannoso – di nuovi assetti internazionali, nella presunzione che saranno più vantaggiosi per sè di quelli raggiunti nei decenni che hanno fatto seguito alla Seconda guerra mondiale mentre, spesso, aprono, invece, spazi a insidie di neo-colonialismi se non di neo-imperialismi.

E’ utile, allora, interrogarsi su quale sia, in questo contesto, il ruolo del G7 e vorrei prospettare tre considerazioni.

Una prima risposta risiede nella constatazione che il G7 è un insieme di Paesi uniti non soltanto da un elevato livello di sviluppo e di reddito, ma anche e soprattutto da valori.

Valori che hanno promosso in modo significativo la dignità delle persone e dei popoli, sulla base delle Carte e delle Dichiarazioni dell’ONU.

Valori, obiettivi, regole, che vanno preservati e sviluppati nella nuova condizione della vita internazionale.

Il Vertice si è così trasformato, da foro di coordinamento economico, in una piattaforma di rilevante confronto sui grandi temi del presente.

Un confronto reso possibile proprio dall’essere basato anzitutto su valori condivisi.

Gli Stati rappresentati a questo tavolo si riconoscono nei principi dello Stato di diritto, della democrazia, del rispetto dei diritti della persona, della cooperazione internazionale.

Considerazioni tutt’altro che scontate, se si pensa al preoccupante aumento delle pulsioni autoritarie in tante parti del mondo, con le conseguenze che ne derivano: compressione dell’inviolabile sfera della persona a livello interno e condotte aggressive nella sfera internazionale.

Il secondo elemento che caratterizza il G7 è costituito dalla adesione convinta a un sistema di regole, che vede nella Carta delle Nazioni Unite la sua manifestazione più alta.

La cura di questo sistema di regole – la prima delle quali consiste nel divieto di minaccia e uso della forza nei rapporti fra gli Stati – è un aspetto, oggi, tristemente sfidato.

Si affaccia la convinzione che sia possibile sostituire alla comunità internazionale, alle sue regole, al criterio di pari dignità fra gli Stati, la violenza e la sopraffazione.

Tendenza raffigurata da due date recenti.

Il 24 febbraio del 2022, in cui la Federazione Russa si è assunta la responsabilità storica di riportare la guerra in Europa in un pericoloso tentativo di revanche neo-imperiale che contraddice tutti i passi avanti realizzati nel continente sin dalla Conferenza di Helsinki del 1975.

Una svolta che non si può fingere di ignorare o sottovalutare come insegna la storia del ‘900.

Sostenendo la indipendenza dell’Ucraina, difendiamo principi generali di convivenza fra le nazioni, sui quali poggia, dal secondo dopoguerra in poi, la libertà, la sicurezza, la prosperità dei nostri popoli nonché lo sviluppo e il ruolo crescente di quelli che allora erano, loro malgrado, spettatori della storia.

Il 7 ottobre 2023 è un’altra data che ha segnato drammaticamente il nostro presente.

Il barbaro attacco di Hamas, con l’uccisione di inermi cittadini israeliani e il disumano sequestro di ostaggi, ha riaperto una ferita che continua ad essere alimentata dal macabro conteggio delle migliaia di vittime civili palestinesi, donne e bambini, che hanno perso la vita negli oltre otto mesi di conflitto.

I negoziati in corso per giungere al cessate il fuoco devono rappresentare una tappa per intraprendere un concreto percorso politico verso una pace duratura, che non può che fondarsi sulla soluzione a due Stati.

Occorre la volontà di perseguirla da parte di tutti gli attori coinvolti, per non abbandonare il dialogo a metà – come già accaduto in troppe occasioni – con l’inevitabile ripresa, nel tempo, del conflitto, con violenza e vittime sempre maggiori.

La terza dimensione del G7 che vorrei richiamare è quella di una piattaforma aperta.

A partire dal Vertice del 2007 in Germania veniva introdotto il cosiddetto “processo Heiligendamm” che apriva il G7 al resto del mondo e coinvolgeva nell’esercizio altri cinque Paesi, rappresentativi di tutti i continenti, per un dialogo sui grandi temi globali dello sviluppo economico, dell’innovazione e del cambiamento climatico. Temi ulteriormente ampliati, a L’Aquila, nel 2009, a quelli della sicurezza alimentare e dell’energia.

Il formato del G7 è, quindi, in grado di adeguarsi ai mutamenti del contesto internazionale – e lo conferma questa edizione – nella consapevolezza che non possono essere affrontati in un circuito limitato.

Nuove tematiche – dallo sviluppo sostenibile del continente africano, ai flussi migratori, alla rivoluzione indotta dall’intelligenza artificiale – trovano giusto spazio nel Vertice di Borgo Egnazia e sollecitano collaborazione con gli altri attori rilevanti dello scacchiere mondiale.

Le grandi economie libere raccolte nel G7 continuano certamente a esercitare una rilevante forza di attrazione e d’influenza, ma, naturalmente, in un mondo multipolare, questa esperienza si confronta con tentativi di dar vita a schemi alternativi se non contrapposti.

La capacità di costruire partenariati con quella parte del mondo che, nelle fisiologiche differenze, è disponibile al dialogo sulle nostre opzioni, è il naturale orizzonte al quale guardare.

Le indicazioni provenienti dai Capi di Stato e di Governo qui riuniti saranno, al riguardo, preziose.

I Paesi G7 condividono una responsabilità accentuata nell’affrontare i problemi del presente; consapevoli, tuttavia, di non poterlo fare da soli.

Formulo a tutti Voi auguri di buon lavoro e levo il calice al Vostro benessere personale e a quello dei popoli che rappresentate”.

 

 

 

Progetto SterilizzaTour 2024: a Catania, zona Librino microchippatura, sterilizzazioni e visite veterinarie gratuite promosse da Lav (Lega antivivisezione)

SterilizzaTour2024

Catania,

Sostenere le persone e le famiglie in condizioni di fragilità sociale che vivono con cani e gatti,  prevenire il randagismo. Sono i due principali obiettivi del progetto SterilizzaTour 2024 promosso da Lav (Lega antivivisezione) e approdato per tre giorni a Catania con il sostegno del Comune. Il tour, dopo Bari, ha fatto tappa a Librino, con l’offerta di servizi gratuiti di sterilizzazione, microchippatura, visite veterinarie.

Nell’anfiteatro del viale Castagnola è stato  allestito un ospedale veterinario da campo supportato da due ambulanze utilizzate per le sterilizzazioni, con un’area di accoglienza  pre e post operatoria all’interno della tenda da campo dell’Unità di Emergenza Lav.  Un’ulteriore area dedicata è stata predisposta per le visite veterinarie e la microchippatura.
I nostri concittadini che vivono in condizioni di difficoltà socio-economica – ha detto l’assessore alle Pari Opportunità e Animali, Viviana Lombardo – possono  godere di tutele e diritti, a favore dei loro amici a 4 zampe, grazie anche a questo progetto. Abbiamo iniziato dal quartiere di Librino per dare un segno tangibile della vicinanza dell’Amministrazione alle periferie e per rispondere a diverse richieste”.

 

G7 oggi è il turno di Papa Francesco, parlerà intorno alle 14.05 sulle implicazioni etiche che riguardano l’intelligenza artificiale, e il settore degli armamenti

 

G7, è il giorno di Papa Francesco. Da Biden a Zelensky, passando per Macron, saranno una decina i Capi di Stato e le personalità con cui il Pontefice avrà oggi incontri bilaterali a margine del summit di Borgo Egnazia, in Puglia.

Il Papa mostra la foto di Nagasaki ai cronisti in aereo (Ansa)
Archivi-Sud Libertà  -Papa Francesco in aereo, parla con i giornalisti
L’agenda di Papa Francesco oggi

Il Pontefice decollerà dall’eliporto del Vaticano alle 11. L’atterraggio a Borgo Egnazia è previsto alle 12.30: il Papa sarà accolto nel campo sportivo dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Quindi Francesco si trasferirà in golf car alla residenza riservata dove sono previsti i primi incontri bilaterali. Nel dettaglio, il Papa incontrerà Kristalina Georgeva, direttore generale del Fondo internazionale mondiale; quindi Zelensky, Presidente dell’Ucraina; Emmanuel Macron, Presidente francese; Justin Trudeau, Primo ministro canadese.

Al termine, intorno alle 14.05, la Meloni accoglierà ufficialmente il Papa nella corte di Borgo Egnazia cui seguirà la foto ufficiale. Alle 14.15 il Papa parteciperà alla sessione comune e pronuncerà il suo intervento sull’intelligenza artificiale al quale faranno seguito gli altri interventi.

Dopo le 17.30 ci sarà una seconda tornata di incontri bilaterali tra il Papa e altri Capi di Stato: Bergoglio avrà un faccia a faccia con il Presidente del Kenya, William Samoel Ruto; con Narendra Modi, Primo Ministro dell’India. Quindi vedrà il presidente Usa Joe Biden; successivamente Lula da Silva, presidente del Brasile; Recep Tayyip Erdogan, Presidente turco; e il Presidente algerino Tebboune. Il Pontefice quindi farà rientro in Vaticano (atterraggio all’eliporto previsto intorno alle 21.15).

La prima volta di un Pontefice al G7. si soffermerà sull’intelligenza artificiale

È la prima volta nella storia che un pontefice parteciperà ai lavori del Gruppo dei Sette, e il Papa interverrà nella sessione outreach, quella aperta anche ai Paesi invitati, non solo ai membri del G7. Il Pontefice parlerà intorno alle 14.15: Bergoglio al tema dell’Ia ha già dedicato due messaggi, in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni e nel messaggio per la pace. In particolare, Francesco nei suoi messaggi si è soffermato sulle implicazioni etiche che riguardano l’interconnessione tra le nuove tecnologie e il settore degli armamenti: “La possibilità di condurre operazioni militari attraverso sistemi di controllo remoto ha portato a una minore percezione della devastazione da essi causata e della responsabilità del loro utilizzo, contribuendo a un approccio ancora più freddo e distaccato all’immensa tragedia della guerra”.

Le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale, ha chiarito il Papa, devono essere utilizzate per “promuovere lo sviluppo umano integrale per introdurre importanti innovazioni nell’agricoltura, nell’istruzione e nella cultura per migliorare il livello di vita di intere nazioni e popoli. Il modo in cui la utilizziamo per includere gli ultimi, cioè i fratelli e le sorelle più deboli e bisognosi, è la misura rivelatrice della nostra umanità”. 

Ma “al Pontefice” non sfugge neppure “la pericolosità di alcune applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, che spesso rimangono in secondo piano. C’è il problema dei suoi campi d’applicazione, che – come in molte altre innovazioni scientifiche e tecnologiche che l’hanno preceduta – sembrano dare precedenza all’area militare”.

Ai potenti del mondo si sono rivolti anche i Vescovi pugliesi in una lettera aperta: “A voi, che siete responsabili della vita di tanti, chiediamo con accorata forza il coraggio di non retrocedere dinanzi alle sfide del momento che vedono nella pace e nella crescita sostenibile le coordinate imprescindibili di un cambio di paradigma, di cui tutti avvertiamo la necessità”.

Nella lettera, i Vescovi ricordano ai potenti della Terra che “i problemi della nostra gente sono le fatiche dell’umanità. Ai nostri giovani manca il futuro che noi adulti abbiamo rubato loro. Abbiate a cuore il bene di tutti, sapendo valicare i confini del presente e gli interessi di parte. C’è bisogno di speranza, siate audaci, aprite varchi alla giustizia sociale, a una reale e fattiva custodia del creato, alla salvaguardia dell’umano, sapendo garantire a tutti l’accesso universale ai servizi essenziali per una vita che sia dignitosa per ciascuno“.

L a Rissa alla Camera: e poi i politici chiedono alla gente il perchè dell’astensionismo elettorale

Comunicazione video su You T.

Furibonda rissa in aula alla Camera dei deputati nel corso dell’esame del ddl autonomia differenziata             Sembrava una lite gigantesca del tipo che si vedono a Roma davanti ai bar scontri tra giovani     Il deputato M5s Leonardo Donno, colpito da alcuni deputati fra i quali il deputato della Lega Igor Iezzi, secondo i racconti di diversi parlamentari, con due pugni in testa. È stato necessario l`intervento dei medici che hanno portato Donno fuori dall`aula su una sedia a rotelle. Nella rissa è risultato colpito anche un assistente parlamentare intervenuto per sedare i deputati.

La rissa è scoppiata dopo che il deputato pentastellato aveva provato a portare il tricolore al ministro Calderoli, gesto censurato dal presidente della camera Lorenzo Fontana con l’espulsione. Diversi deputati leghisti lo hanno circondato ed è scoppiata la rissa a colpi di cazzotti e pugni. La seduta è stata sospesa.

Fsc Sicilia, 182 milioni per oltre trenta interventi sui beni culturali Chi controlla spese e fatture?

 

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Palermo,

Sono oltre trenta gli interventi finanziati con i 182 milioni di euro del Fondo di sviluppo e coesione destinati ai beni culturali della Sicilia. Numerosi quelli mirati alla valorizzazione, alla conservazione e al restauro del patrimonio culturale dell’Isola, grazie all’accordo firmato dal presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

«Si tratta di un’occasione unica per la salvaguardia e la promozione della ricchezza storica, artistica e culturale siciliana, un patrimonio di inestimabile valore che merita di essere preservato. Questo finanziamento, inoltre – afferma l’assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – rappresenta una straordinaria opportunità anche per il rilancio del turismo e dell’economia locale. Siamo pronti a mettere in atto tutte le misure necessarie per realizzare questi interventi e garantire che i benefici raggiungano tutte le comunità dell’Isola».

Tra i principali finanziamenti, partendo da Palermo, 15 milioni di euro sono stati destinati per il restauro della volta e le decorazioni del Teatro Politeama; quasi 3 milioni per la valorizzazione dell’itinerario del Decò a Palermo, con Casa Savona (900 mila), e del Liberty attraverso il restauro architettonico, decorativo e degli esterni di Villino Ida Basile (un milione) e di Villino Florio all’Olivuzza (un milione); e ancora un milione servirà per migliorare la fruizione della Real Casina Cinese, con annesso restauro del giardino storico. In provincia, destinati 1,2 milioni per il restauro delle decorazioni delle navate del Duomo di Monreale e 1,1 milioni per il ripristino degli apparati decorativi interni e la riqualificazione esterna del Duomo di Cefalù.

Catania, oltre 6 milioni saranno investiti per la riqualificazione di Castello Ursino; 1,5 milioni per il restauro del transetto, delle torri e della copertura delle absidi della Cattedrale; 5 milioni per il recupero funzionale del secondo piano e il restauro dei prospetti dell’ex Manifattura Tabacchi, sede del Museo interdisciplinare.

Siracusa, 2,3 milioni saranno impiegati per il restauro delle torri del Castello Maniace e sempre 2,3 milioni per il consolidamento e il restauro del Tempio di Apollo. Mentre, nella provincia di Ragusa, quasi 5 milioni sono destinati alla riqualificazione e valorizzazione funzionale del Parco archeologico di Kamarina e più di un milione per la musealizzazione del “Relitto delle Colonne”; infine, 8 milioni andranno alla riqualificazione e sistemazione dei percorsi del quartiere rupestre di Chiafura a Scicli.

Enna, oltre 7 milioni per il recupero, la valorizzazione e il completamento della rocca di Gagliano Castelferrato e 6,4 milioni a Piazza Armerina per il completamento del restauro, oltre che per interventi strutturali e nuove coperture della Villa Romana del Casale.

Più di 16 milioni a Messina per i lavori di rifunzionalizzazione della cittadella della Cultura, ex complesso ospedaliero Regina Margherita. E ancora, in provincia, 6 milioni a Lipari per la musealizzazione del relitto di Capistello; circa 800 mila a Motta d’Affermo per il restauro della chiesa di San Pietro; 1 milione a San Marco d’Alunzio per la manutenzione straordinaria e il restauro della chiesa di Maria SS. Aracoeli.

Caltanissetta, 2 milioni per la tutela e la valorizzazione delle Mura Timoleontee e delle strutture arcaiche, oltre che per il completamento dei percorsi e il collegamento con il mare; quasi 4 milioni per la riqualificazione del castello Manfredonico di Mussomeli.

Ad Agrigento, poco più di 6 milioni per la risistemazione del museo Pietro Griffo; 4 milioni per il risanamento conservativo e il miglioramento strutturale del complesso monumentale di Santo Spirito.

Per la provincia di Trapani, infine, 1,5 milioni saranno impiegati per la manutenzione straordinaria del porticciolo e la sistemazione delle aree esterne della Tonnara di Favignana, ex stabilimento Florio; 3 milioni per la realizzazione di una serie di opere tra cui un visitor center con parcheggio adiacente al Cretto di Burri a Gibellina; 1,4 milioni per la manutenzione straordinaria del castello arabo normanno di Castellammare del Golfo.

 

I CLAN vogliono affidare il controllo del territorio ai figli dei “padrini” – Stop della Procura , dei Carabinieri e della Finanza – Ordinanza di misure cautelari personali nei confronti di 16 mafiosi su richiesta della Procura Antimafia

 

Catania,

Alle prime ore di ieri,  12 giugno ,- informa il Comando Carabinieri-  personale del Comando Provinciale Carabinieri di Ragusa unitamente ai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere, emessa dall’Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia etnea, concernente complessivamente 16 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di “associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, tentato omicidio, estorsione e tentata estorsione, detenzione abusiva di armi e porto in luogo pubblico, detenzione, trasporto e cessione di sostante stupefacenti, falsità ideologica commessa da privati, reati tutti aggravati dalla finalità mafiosa”.

Il provvedimento cautelare eseguito dai Finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catania e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ragusa nelle province iblea ed etnea valorizza e mette a sistema le risultanze delle complesse indagini svolte dai predetti reparti a partire dal 2016 e fino al 2023.

Le investigazioni, nell’attuale fase del procedimento in cui non si è ancora instaurato il contraddittorio con le parti, avrebbero permesso di ricostruire:

  • le dinamiche criminali dell’associazione a delinquere riconducile a cosa nostra operante nel territorio di Vittoria (RG) e in altri comuni della provincia di Ragusa, capeggiata da un esponente di spicco in quel contesto geografico;
  • i ruoli nel tempo assunti dagli altri indagati, destinatari di misura cautelare, monitorandone le attività criminali sia nel periodo in cui il predetto esponente era in stato di libertà sia durante il periodo di detenzione.

Le più recenti attività di p.g. avrebbero fatto emergere che, durante il periodo di detenzione del soggetto apicale del clan, un pregiudicato a lui vicino sarebbe stato investito del ruolo di referente pro tempore dell’organizzazione criminale. L’attività investigativa aveva ulteriore impulso dopo che il capo clan, posto agli arresti domiciliari nel gennaio 2021, avrebbe sfruttato la propria abitazione quale base logistica in cui effettuare incontri riservati con i propri accoliti, con esponenti apicali dei gruppi riconducibili a cosa nostra e operanti in altri contesti territoriali nonché con importanti imprenditori del settore del packaging, riprendendo di fatto il proprio ruolo di riferimento del sodalizio mafioso e riaffermando la propria influenza sul territorio.

Il monitoraggio tecnico e le attività condotte a carico dell’indagato di spicco, dei suoi figli, e di altri soggetti ritenuti appartenere al gruppo criminale avrebbero consentito di acquisire elementi di pregio indiziario in merito all’esistenza di un’associazione per delinquere di tipo mafioso che, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, avrebbe perpetrato una serie indeterminata di delitti contro la vita, l’incolumità individuale, la libertà personale, il patrimonio, e acquisito, in modo diretto o indiretto, la gestione o comunque il controllo di attività economiche, con particolare riferimento al settore della produzione e commercializzazione di imballaggi per prodotti ortofrutticoli. Il sodalizio avrebbe unito l’aggressività e la forza militare a strategie imprenditoriali, estendendo così il suo potere mafioso e il controllo territoriale. A riscontro della sua operatività sarebbero emersi collegamenti con altri gruppi mafiosi, inclusi i clan “Santapaola-Ercolano” di Catania, “Nardo” di Lentini, “Rinzivillo” di Gela.

Contestualmente sarebbe venuto in evidenza anche il ruolo dei figli dell’esponente di spicco del clan per la gestione, unitamente al padre, degli affari imprenditoriali nel settore degli imballaggi, facendo uso degli strumenti propri dell’assoggettamento mafioso e avvalendosi del proprio riconosciuto carisma criminale nell’ambiente della fornitura del packaging per influenzare e condizionare la libera concorrenza. In tal modo, si sarebbero imposti come intermediari bypassando di fatto il provvedimento di sequestro di beni e disponibilità del valore complessivo di 35 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Catania, su richiesta della Procura etnea, a carico di tale soggetto apicale, che aveva riguardato anche svariate società, tra le quali una delle aziende di famiglia.

In altri termini, la consorteria criminale, operando con modalità spesso illecite e spregiudicate e interagendo con altri soggetti malavitosi, riciclatisi anch’essi in quell’ambito territoriale come imprenditori, avrebbe continuato a imporre la propria leadership nell’ambito del lucroso settore del mercato locale, con particolare riferimento alla vendita di materiali e imballaggi per confezionamento dei prodotti ortofrutticoli, assai fiorente nel contesto territoriale, a vocazione prevalentemente agricola, del comune di Vittoria.

Sarebbe emersa altresì la collusione di imprese attive nel settore della commercializzazione di prodotti petroliferi che, grazie alla rete di relazioni del capo clan, sarebbero riuscite ad approvvigionarsi di carburante di provenienza illecita, così accrescendo il proprio giro d’affari potendo contare sulla competitività derivante da carburanti a basso costo. Al contempo, le stesse aziende, ponendosi a disposizione del sodalizio, avrebbero apportato un concreto contributo causale ai fini della conservazione, del rafforzamento, e comunque della realizzazione anche parziale del programma criminoso dell’associazione mafiosa.

Inoltre, l’arresto di un soggetto vicino al richiamato soggetto apicale, avvenuto nell’aprile 2021, trovato in possesso di un’arma da fuoco clandestina detenuta illegalmente e di un’importante quantità di stupefacente, avrebbe consentito di evidenziare come gli interessi del gruppo abbracciassero anche il settore della droga, delle armi e delle estorsioni.

Sul punto, emergono evidenze in cui il gruppo mafioso avrebbe posto in essere azioni intimidatorie verso altri soggetti pregiudicati vittoriesi per indurli al pagamento di quantitativi di stupefacente forniti da altre consorterie, che si sarebbero rivolti al sodalizio di cosa nostra vittoriese riconoscendone le capacità operative sul territorio. Parimenti, sono stati monitorati momenti di criticità all’interno dei quali gli appartenenti al gruppo si sarebbero organizzati per il compimento di azioni di forza con l’uso di armi da compiere in danno di pregiudicati vittoriesi che, grazie al tempestivo intervento degli inquirenti, si risolvevano senza spargimento di sangue.

All’esito delle indagini svolte, il GIP etneo, su richiesta della Procura di Catania, ha ritenuto dunque sussistente un grave quadro indiziario nei confronti dei 16 soggetti indagati, disponendone la custodia cautelare in carcere.

L’attività investigativa in questione si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Procura della Repubblica di Catania, dalla Guardia di Finanza etnea e dall’Arma dei carabinieri di Ragusa volte al contrasto delle associazioni a delinquere di tipo mafioso e della “mafia imprenditrice”, al fine di evitare i tentativi, sempre più pericolosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale e di condizionamento della libera concorrenza.

 

 

 

In crescendo il fenomeno delle rapine in ville ed abitazioni ai danni degli anziani: stavolta vittime una coppia derubata di 300 mila euro fra soldi e gioielli

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Roma,

Cresce il fenomeno dei furti e rapine nelle c ase di anziani.  Stavolta a Roma. Una coppia di coniugi, 82 anni lui e 79 lei, è stata rapinata nella loro abitazione in via Antonio Gallonio, nel quartiere Nomentano. Intorno alle 21.45 di ieri, tre uomini, dall’accento sudamericano, sono entrati dalla finestra dello studio con il volto coperto e armati di cacciavite.

Dopo aver minacciato i due anziani, in quel momento in sala da pranzo, li hanno obbligati a farsi portare alla cassaforte che era nella camera da letto e ad aprirla. Lì, dove era anche il figlio 56enne della coppia, hanno rubato gioielli e soldi per un totale di 300mila euro. Nessuno è rimasto ferito, mentre i ladri sono fuggiti: indagini in corso da parte della Polizia di Porta Pia per individuare i rapinatori e catturarli