Autore: sudlibertà
Cocaina, traffico tra la Calabria e la Sicilia, Ordinanza del Tribunale di custodia in carcere per 13 persone
OPERAZIONE “DEVOZIONE”
Catania,
Identificati e arrestati i componenti di un’associazione criminale specializzata nel traffico e spaccio di stupefacenti. I poliziotti della Squadra mobile di Catania su disposizione del tribunale di Catania hanno eseguito l’ordinanza di custodia in carcere nei confronti di 13 persone nell’ambito dell’operazione denominata “Devozione”.
L’indagine, avviata nel giugno 2020, ha permesso di ricostruire l’attività criminale del gruppo consentendo di documentare almeno 20 trasporti di droga e di sequestrare circa 11 chili di cocaina, armi e 90.300 euro in contanti.
Partendo da un gruppo già noto alle Forze dell’ordine per il traffico di droga nel catanese, gli investigatori sono riusciti ad individuare il fornitore, un calabrese che da anni operava a Catania con la collaborazione di alcuni pregiudicati locali e che utilizzava autovetture con vani nascosti dove occultava la droga.
L’operazione condotta con la collaborazione delle Squadre mobili di Reggio Calabria e Siracusa è stata coadiuvata dal Servizio centrale operativo e sotto il diretto coordinamento della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato. All’operazione hanno preso parte diversi equipaggi del Reparto prevenzione crimine e la Squadra specializzata del Gabinetto regionale di Polizia scientifica.
Napoli, sgominata banda “Point Break” provvedimento cautelare del Gip del Tribunale per 7 persone più braccialetto elettronico
Il braccialetto elettronico in una foto della Polizia penitenziaria
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli hanno notificato un’ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della locale Procura della Repubblica di Napoli Nord, applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari – con braccialetto elettronico – a carico di sette persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere e rapina aggravata dall’uso di armi, commessi con la tecnica del c.d. “filo inverso”.
Tale particolare modalità delittuosa prevedeva una fase preliminare di osservazione, in cui venivano individuati imprenditori, commercianti o agenti di commercio; una fase successiva, svolta dal c.d. “filatore”, di pedinamento e studio preventivo delle abitudini della potenziale vittima per calendarizzare i giorni in cui veniva abitualmente effettuato il versamento di denaro contante; una fase esecutiva di avvicinamento, che consisteva infine nell’aggredire la vittima con azioni repentine e con l’uso di armi da fuoco, prima che effettuasse il deposito.
Le complesse ed articolate indagini, dirette dalla Procura di Napoli Nord e delegate al Nucleo Investigativo Carabinieri di Napoli, hanno consentito di raccogliere plurimi e gravi elementi indiziari, ad integrazione e rafforzamento del solido quadro probatorio già delineatosi con l’applicazione delle misure cautelari custodiali già eseguite, nel mese di maggio 2023, nei confronti di sei dei soggetti indagati, al fine così di interromperne l’azione criminosa.
Nel complesso, l’attività investigativa condotta – da ottobre 2022 ad agosto 2023 – mediante una prolungata e qualificata attività tecnica e con numerosi servizi di osservazione e pedinamento a riscontro, consentiva in definitiva di disvelare e disarticolare un pericoloso sodalizio criminale, composto da sei persone e dedito alla commissione di una serie indeterminata di rapine con la tecnica del “filo inverso”, per un profitto complessivo di € 131.620,00, nonché di individuare altri due complici, gravemente indiziati di aver concorso in ulteriori due rapine.
Venivano individuati, inoltre, la base operativa del gruppo criminale e i rispettivi componenti, in grado anche di pianificare una serie di rapine da eseguire, con la tecnica dell’ariete o della spaccata, ai danni di istituti di credito in provincia di Napoli e Parma nonché in Belgio, con la collaborazione in quest’ultimo caso di un basista in Romania e l’acquisto da un laboratorio teatrale di quattro speciali maschere in silicone, del valore di circa cinquecento euro ciascuna, per il successivo sofisticato travisamento.
Tra i mezzi utilizzati dal sodalizio smantellato dagli Inquirenti, vi erano altresì telefoni cellulari dedicati, schede intestate a soggetti stranieri inesistenti, due pistole di colore nero tipo replica, un giubbotto antiproiettile ed undici tra motocicli e autovetture.
Infine, è stato possibile raccogliere gravi indizi di reato a carico di ulteriori due soggetti per la commissione di una rapina con la tecnica del “filo inverso”, avvenuta il 06.10.2022 ad Arzano (NA) ai danni del gestore di una tabaccheria per un profitto complessivo di € 20.000,00, e di tre tentativi di rapina commessi, con analoghe modalità, tra febbraio e marzo 2023 nel comune di Pozzuoli.
Sulla scorta delle evidenze investigative raccolte nonché delle denunce e delle sommarie informazioni acquisite dalle persone offese, si è accertato che – per assicurarsi il conseguimento dell’illecito profitto – gli indagati portavano illegalmente con sé armi, utilizzandole anche in pieno giorno per infrangere i finestrini delle autovetture delle vittime, ferme nel traffico e, in un’occasione, anche per esplodere dei colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio.
Durante l’esecuzione odierna sono stati individuati sei dei sette soggetti destinatari dell’ordinanza custodiale, mentre uno di essi risulta, allo stato, irreperibile. Sono tuttora in corso le ricerche finalizzate al suo rintraccio.
Schlein annuncia la raccolta delle firme – e sono tutti d’accordo nell’opposizione – per il Referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata-
Approvazione finale dell’autonomia, dopo una seduta fiume durata l’intera la notte. Le regioni del Sud non ci stanno, governatori in testa. Battaglia su tutti i fronti. Le opposizioni sono già pronte a portare la lotta fuori dal Parlamento, avviando la raccolta firme per il referendum abrogativo. Ci sono tutti. A Pd, M5S, Avs e Più Europa, martedì insieme a Santi Apostoli per la piazza unitaria contro le riforme del governo Meloni, si uniscono anche Italia Viva e Azione. Sul referendum insomma il campo è extra large. Un primo passo verso quel “basta divisioni” richiamato da Elly Schlein alla manifestazione a Roma davanti a una piazza che ha chiesto, a gran voce e a più riprese, unità.
“Ci hanno tenuto tutta la notte in Parlamento pur di approvare l’autonomia differenziata e brandire – afferma Schlein – lo scalpo del Sud prima dei ballottaggi. E così Fratelli d’Italia si piega all’antico sogno secessionista della Lega. Suggerirei che a questo punto cambiassero il nome in Brandelli d’Italia. O Fratelli di mezza Italia, visto che la stanno spaccando in due. Continueremo a batterci contro l’autonomia differenziata e il premierato insieme alle altre opposizioni, come abbiamo fatto ieri sera in una piazza unitaria e pienissima“.
Giuseppe Conte rilancia la critica ai tempi di quando era premier, nel campo della destra: “Spaccano l’Italia col favore delle tenebre”, scrive sui social poco prima del voto finale sull’autonomia. E ancora: “Fratelli d’Italia, pur di portare a casa il premierato, ha ceduto allo scambio con la Lega e all’approvazione dell’autonomia differenziata che spacca il Paese. Si fanno chiamare Fratelli d’Italia ma poi dividono gli italiani in serie A,B,C”.
Pronti alla raccolta firme anche Avs e Più Europa che con Riccardo Magi chiede di darsi subito da fare: “Le opposizioni si mettano subito al lavoro per costruire l’ipotesi referendaria e il governo renda accessibile finalmente la piattaforma per la raccolta delle firme digitali, come previsto dalla legge da oltre due anni”.
Assenti martedì in piazza, sul referendum ci sono anche Iv e Azione. “Anche Italia Viva raccoglierà le firme contro la riforma dell’autonomia differenziata -annuncia Matteo Renzi- insieme a quelli che vorranno starci. Questa riforma non serve al nord e fa male al sud. Abbiamo votato contro in Aula, saremo conseguenti sul referendum”. Anche il partito guidato da Carlo Calenda sarà della partita: “Azione è pronta a unirsi alla battaglia referendaria”. Con una avvertenza: “Va considerato il quorum necessario ed allo stesso tempo evitare di fare regali alla maggioranza”.
L’Autonomia differenziata è legge, anche la Camera approva la riforma con 172 voti a favore e 99 contrari
Roma,
L’assemblea di Montecitorio, dopo una serata fiume durata tutta la notte l’ha approvato con 172 voti a favore, 99 contrari e un astenuto. Il Ddl era già stato approvato dal Senato. “Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà. Ecco i tre cardini del disegno di legge sull’autonomia differenziata approvato alla Camera.Giorgia Meloni esprime così la sua soddisfazione: “Un passo avanti per costruire un’Italia più forte e più giusta, superare le differenze che esistono oggi tra i diversi territori della Nazione e garantire gli stessi livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sull’intero territorio. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini” .
Matteo Salvini comunica: “Per un’Italia più efficiente e più moderna, con meno sprechi e più servizi a tutti i cittadini, da Nord a Sud: dopo tanti anni di battaglie e di impegno, nonostante le bugie e gli attacchi della sinistra, grazie alla Lega ed al governo l’Autonomia richiesta da milioni di Italiani è stata approvata questa mattina anche alla Camera ed è finalmente legge. Una vittoria di tutti gli italiani: GRAZIE a tutti!”.
Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. ““A dirlo mi tremano le gambe per l’emozione… c’è il VIA LIBERA DEFINITIVO della Camera all’Autonomia differenziata! L’approvazione di oggi è il coronamento di anni e anni di battaglie politiche della Lega, all’interno delle istituzioni e nelle piazze insieme ai militanti, con un voto che scrive una pagina di storia per tutto il Paese. Un percorso che mi rende particolarmente orgoglioso, quando penso al mio caro nonno Guido e al suo progetto del Movimento Autonomista Bergamasco. Nel mio cuore scorre un sangue autonomista fin da prima che io nascessi, è bello pensare di aver coronato anche il suo sogno”.
Da questo momento in avanti c’è un iter tracciato e ben definito, che permetterà alle Regioni di valorizzare le proprie eccellenze e garantire servizi sempre migliori ai cittadini, nel segno della responsabilità e della trasparenza”.
“Sbaglia chi dice che questo provvedimento spaccherà l’Italia, perchè farà l’esatto contrario. L’obiettivo è permettere a tutte le Regioni di correre sempre più veloce, riducendo i divari territoriali e realizzando quell’unità che c’è solo sulla carta.
L’orizzonte è davanti a noi e la via da intraprendere è definita, ora non resta che avere il coraggio di percorrerla. Si apre una fase nuova, il Governo sarà al fianco di chi vorrà cogliere questa storica sfida” conclude Calderoli.
La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.“Ci hanno tenuto tutta la notte in Parlamento pur di approvare l’Autonomia Differenziata e brandire lo scalpo del Sud prima dei ballottaggi. E così Fratelli d’Italia si piega all’antico sogno secessionista della Lega. Suggerirei che a questo punto cambiassero il nome in Brandelli d’Italia. O Fratelli di mezza Italia, visto che la stanno spaccando in due. Continueremo a batterci contro l’autonomia differenziata e il premierato insieme alle altre opposizioni, come abbiamo fatto ieri sera in una piazza unitaria e pienissima”….
Giuseppe Conte, leader dei 5stell“Sono le 7.39: da ieri e per tutta questa notte stiamo contrastando la maggioranza decisa ad approvare, in questa seduta fiume alla Camera, il disegno di legge Spacca-Italia, che condanna il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento delle proprie condizioni riguardanti la sanità, l’istruzione, i trasporti. Continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze”.
Beppe Grillo vuol ritornare a dare smalto al M5 Stelle per farlo ridiventare il primo partito italiano Voglio tracciare insieme a Conte ed altri la rotta dei prossimi anni
Beppe Grillo annuncia il ritorno nel Movimento 5 stelle e lo fa con un’autointervista (immaginaria<) pubblicata sul suo Blog
Come va il tuo rapporto con Conte?
Ottimamente. E il tuo con te?
Non scherziamo…
Come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi.
E quindi cosa farete?
Hai notato che il simbolo dell’Altrove ha la forma di un’antenna? Ripartiremo da antenne puntate sui cittadini e da un’azione politica diversa. Siamo nati come irregolari che sognavano di cambiare il sistema.
Un sogno che però si è rivelato un incubo, o tutt’al più un miraggio
Anche i nemici più accaniti ci riconoscono che abbiamo anticipato temi di cui oggi parlano tutti, a cominciare dall’ambiente e dall’economia circolare. Poi c’è stata una caccia alle streghe su riforme che in realtà hanno funzionato: si è voluto, per esempio, abolire il reddito di cittadinanza per spingere i giovani a cercare lavoro; senonché i bar, negozi e ristoranti continuano a non trovare personale, mentre il crimine per strada è aumentato, forse anche perché lasciare le persone in miseria non conviene a nessuno. L’obiettivo della piena occupazione, tra l’altro, oltre a essere velleitario, appartiene a schemi mentali del secolo scorso, mentre nella Silicon Valley la sfida del secolo è disconnettere il reddito dal lavoro, che sono entrambi importanti per il benessere, ma sono inevitabilmente destinati a non essere più correlati fra loro.
Vale a dire?
Chi ha voluto abolire o ridimensionare il reddito di cittadinanza, spesso venera anche chi – da Altman a Musk, da Gates, a Zuckerberg – ha più volte invocato il reddito incondizionato universale che tra l’altro avrebbe una portata molto più ampia rispetto al reddito di cittadinanza. E io dico che conviene arrivarci prima che gran parte del lavoro umano sia svolto da macchine o dall’intelligenza artificiale.
Alcune cose si sono però rivelate un disastro, per esempio il Superbonus
A prescindere dal fatto che il Superbonus è stato voluto da tutti e non solo da noi, come per ogni cosa il problema stava nel metterlo a punto, non nel sostenerlo prima e demonizzarlo poi, scatenando una caccia alle streghe, che tutt’al più sono befane. Non dimentichiamoci che quando fu approvato c’era bisogno di un forte stimolo alla ripresa, che ha funzionato: un tempo si diceva che bastasse perfino scavare buche e poi riempirle. Poi, ovviamente, si sarebbe dovuto correggere il tiro, e non chiudere i rubinetti di colpo scatenando una corsa agli sportelli del Superbonus… Comunque è presto per vederne gli effetti di lungo termine, mentre è certo che i quasi 3.000 miliardi del nostro debito pubblico – voluto in gran parte dalle forze politiche che oggi criticano il Superbonus – hanno gonfiato una spesa pubblica ipertrofica che è la vera zavorra del nostro paese.
Ma non eravate anche voi a favore dell’aumento della spesa pubblica?
Oggi gran parte della spesa pubblica è destinata a pensioni, sanità e interessi sul debito. E siccome i malati e i risparmiatori sono prevalentemente anziani, significa che gran parte della spesa pubblica è a loro favore. Il nostro simbolo ha invece l’orizzonte del 2050: siamo gli unici ad aver pensato ai giovani, che sono stati i principali beneficiari delle nostre riforme. Siamo come i tacchini che vedono arrivare il Natale senza preoccuparsi della propria morte, ma della vita di chi verrà dopo di loro.
Mi pare che in realtà molti di voi il Natale vorrebbero rimandarlo
Se si riferisce alla regola del doppio mandato, è comprensibile che chi oggi si trova al secondo mandato vorrebbe eliminarla. D’altronde l’istinto di sopravvivenza proviene dalla nostra natura animale, ed è insopprimibile. Ma lo scopo di ogni regola, in fondo, è di arginare i nostri istinti animali nell’interesse comune. Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene. Come ho detto più volte, dovrebbe diventare una legge costituzionale, quantomeno per le cariche più importanti, come peraltro fece il congresso degli Stati Uniti dopo la morte di Roosevelt, che fu l’unico presidente americano ad aver fatto più di due mandati.
Ma non c’è il rischio che così si disperdano competenze acquisite nel corso degli anni?
Infatti avevo proposto un’idea di “staffetta” in cui gli “uscenti” avrebbero percepito un compenso finanziato dagli “entranti” per assicurare il passaggio di consegne e trasferir loro le competenze acquisite. Senza contare che il parlamento dovrebbe innanzitutto interpretare la volontà dei cittadini, che è molto più difficile intercettare quando i parlamentari si rinchiudono nel palazzo per anni. Per tradurre la volontà dei cittadini in legge ci vorrebbero semmai uffici legislativi con professionisti bravi e competenti e non cortigiani senza arte né parte. Il lavoro di un parlamentare dovrebbe essere un altro, vale a dire captare e comprendere le esigenze dei cittadini per tradurle in indirizzo politico, che a sua volta dovrebbe essere tradotto in legge da uffici legislativi capaci e competenti. Tant’è vero che avevamo proposto di cambiare il titolo dei parlamentari da onorevoli a cittadini portavoce.
Se è per questo eravate anche quelli della democrazia diretta
Infatti questa è una delle idee che dovremo recuperare. Negli ultimi anni ci siamo logorati in beghe di voto che non avevano nulla a che fare con la democrazia diretta, ma riguardavano solo lotte di potere fra anime diverse del movimento. La democrazia diretta, tra l’altro, dovrebbe estendersi a tutti i cittadini, come già avviene in paesi ben più prosperi del nostro e come potrebbe estendersi molto di più con il supporto della tecnologia. D’altronde se le preferenze dei consumatori orientano le scelte di produzione e vendita delle imprese – e sempre di più grazie all’analisi dei dati – non si capisce perché le preferenze dei cittadini non dovrebbero orientare le scelte politiche allo stesso modo.
Si parlerà di questo nell’assemblea costituente di cui ha parlato Conte?
Di questo e come recuperare contatto, dialogo e azioni congiunte con gli attivisti, che sono sempre stati il combustibile del MoVimento. Ma al tempo stesso non possiamo discutere solo di regole di funzionamento interne, ma dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione che è vecchia e superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi, anzi forse è meglio parlare di questi ultimi, perché tutti devono seguire l’Elevato.
Questo ricorda un po’ la conversione di Fantozzi dalle idee del Compagno Folagra a quelle del Megadirettore Galattico…
Guarda, mio padre era un imprenditore e fin da bambino ho sempre compreso e sostenuto le ragioni dell’impresa. Abbiamo fatto molte cose per sostenere le imprese, soprattutto quelle esposte davvero alla concorrenza, specie se sleale o impari. Altra cosa è sostenere quelle che difendono un sistema corporativo, che equivale a difendere privilegi e diseguaglianze e non un modello di mercato aperto e con pari opportunità per tutti. Tant’è vero che molte risorse pubbliche affidate ai privati non sono state gestite nel migliore dei modi, come testimoniano alcune vicende di cronaca, anche recente.
Stai parlando delle ultime vicende genovesi?
Ultime e non solo. Prima abbiamo visto autostrade affidate a privati con ponti che crollano e gallerie che cascano a pezzi, oggi assistiamo a concessioni gestite in modo a dir poco curioso. Tutto finisce poi in un tritacarne mediatico in cui ogni cosa diventa indistinguibile, quando mi pare evidente che ci siano responsabilità diverse.
Spiegati meglio…
Non si può mettere sullo stesso piano chi chiede un contributo elettorale a chi gestisce una risorsa pubblica in conflitto d’interessi, per poi orchestrare un linciaggio mediatico di entrambi. Ci sono finito anch’io, per accuse che spaziano dal traffico d’influenze illecite alle percosse e alla lesione personale. Questo modo d’informare è un’arma di distrazione di massa, come dico da sempre. E purtroppo ci siamo cascati anche noi.
Finalmente un punto di convergenza con Conte!
Ma no! Sono d’accordo con tutte le cose che dice. Che poi sono tre. D’altra parte come si fa a non essere d’accordo sul fatto che la guerra, la povertà e le malattie siano cose brutte? Semmai vorrei aggiungerci qualche cosa bella, come il voto dei cittadini europei alle elezioni politiche nei paesi di residenza e non di cittadinanza, prodotti il cui prezzo incorpori costo sociale di produzione e trasporto, piattaforme di democrazia diretta e di cittadinanza attiva. Tutte cose di cui parlavamo regolarmente con Casaleggio e altri.
Si legge che riprenderai a incontrarti regolarmente con Conte
Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni. Sono proprio questi incontri che ci hanno portato a diventare la prima forza politica del paese.
Quali sono i temi di cui vorresti parlare in questi incontri?
Mi pare che i temi fondativi del movimento siano ancora validi. Alcuni, come la transizione ecologica e digitale, sono diventati i temi principali dell’agenda politica europea e italiana. Dunque non si può dire che non ci avessimo azzeccato. Altri, come la democrazia diretta e la politica come servizio e non professione – come peraltro è in Svizzera, e non solo – restano da realizzare. Altri ancora sono emersi negli ultimi tempi: da un maggior controllo dei cittadini sui dati che li riguardano, a riforme istituzionali che garantiscano stabilità e al tempo stesso autonomia dei territori.
Le riforme istituzionali e l’autonomia dei territori sono anche al centro del dibattito politico di questi giorni: cosa pensi del premierato e dell’autonomia differenziata
Non sono un esperto, ma mi sembrano complessivamente due riforme un po’ pasticciate. Sulla stabilità ho trovato convincente l’analisi di un giovane ricercatore che concludeva che il modello più stabile è quello tedesco, che al tempo stesso è anche federale. Tuttavia sul federalismo, e ancor più sulla sua forma spuria dell’autonomia differenziata, ho qualche perplessità. Oggi forse avrebbe più senso ragionare su autonomia dei comuni e delle città, più che delle regioni. D’altra parte questa è la nostra radice storica: dopo la caduta dell’Impero Romano la prosperità dell’Italia è dipesa dal alcune importanti città, più che dal nostro paese nel suo complesso.
L’ultimo show che hai fatto si intitolava “Io sono un altro”, cosa voleva significare? Chi sei veramente?
Sono un analizzatore, studio la bruttezza, l’idiozia, analizzo praticamente merda sociale per permettere ai miei figli di diventare intelligenti studiando matematica, filosofia, medicina, in modo che i loro figli possano diventare agricoltori.
Dichiarazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova
l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Palazzo Presidenziale accolto da Maia Sandu Presidente della Repubblica di Moldova, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella atterra all’aeroporto di Chisinau, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva all’aeroporto di Chisinau, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova
Chisinau,
“La ringrazio molto, Signora Presidente, per l’accoglienza così amichevole e calorosa che ha riservato a me e alla delegazione che mi accompagna.
Ho detto alla Presidente Sandu che ricordo con grande intensità e con grande piacere i nostri colloqui a Roma, tre anni fa. Colloqui in occasione della Visita ufficiale della Presidente Sandu in Italia, visita che ha consentito di avviare un rilancio dei rapporti bilaterali tra Moldova e Italia.
Anche oggi, come tre anni fa, come allora, abbiamo registrato piena condivisione nelle valutazioni delle questioni internazionali, delle prospettive d’Europa e delle nostre relazioni bilaterali, che sono intense ed eccellenti, e riflettono, del resto, i legami storici e solidi che uniscono i nostri due Paesi.
Il nostro interscambio ha superato i 660 milioni di euro dell’anno passato e la presenza di aziende italiane in diversi settori, qui in Moldova, è per noi motivo di soddisfazione, in quanto offre un contributo allo sviluppo del Paese.
La nostra amicizia è alimentata anche – poc’anzi la Presidente Sandu lo ricordava – dalla presenza di una numerosa comunità moldava in Italia, una comunità ben integrata e apprezzata in Italia per la sua operosità, e che offre un importante contributo, un apporto importante allo sviluppo socio economico dell’Italia.
La comunità moldava in Italia rappresenta un ponte fra i nostri Paesi, che poggia anche sulle fondamenta solide di legami culturali che ci uniscono. Ne abbiamo avuto una testimonianza ancora una volta ieri, nel concerto a cui abbiamo assistito – per la quale ringrazio ancora la Presidente Sandu – ed è stato un momento di comune ricordo di cultura musicale tra Moldova e Italia.
La firma, avvenuta poco fa, del nuovo programma esecutivo per il triennio 2024-2027 contribuisce a consolidare la cornice di cooperazione culturale tra i nostri Paesi, le nostre Istituzioni, le nostre società civili.
Vorrei anche esprimere un apprezzamento molto forte, sincero, profondo per il contributo prezioso che forniscono i contingenti moldavi alla missione KFOR e alla missione UNIFIL che sono con comando italiano, così come altrettanto rilevante è la collaborazione positiva instaurata tra i Carabinieri moldavi e l’Arma dei Carabinieri italiana.
È un segno tangibile – tutto questo complesso di collaborazioni – della nostra capacità di operare in modo congiunto ed efficace per la pace.
Si tratta di un impegno comune che riveste grande importanza perché a pochi chilometri da qui, come ben sappiamo, infuria la brutale guerra di aggressione scatenata contro l’Ucraina dalla Federazione russa.
Il recente vertice del G7, svoltosi nei giorni scorsi, a presidenza italiana, ha confermato che la volontà di assistere l’Ucraina non avrà cedimenti né indebolimenti, e proseguirà finché è necessaria.
Questo fine settimana, nei giorni scorsi, si è svolta in Svizzera una conferenza di alto livello, un vertice per la pace, con una grande partecipazione di numerosi Paesi.
Si è trattato di un primo, necessariamente preliminare, ma comunque importante momento di confronto a livello internazionale.
Congiuntamente, insieme agli altri Paesi che si sentono vicini all’Ucraina nella resistenza per indipendenza, integrità territoriale e sovranità, intendiamo operare per la pace; per una pace giusta, che rispetti i principi della Carta delle Nazioni Unite e che non sia frutto delle armi e della prepotenza che con le armi si vuole esercitare.
Assieme alla Presidente Sandu, abbiamo riaffermato il nostro fermo sostegno all’integrità e alla indipendenza dell’Ucraina.
La Moldova, come Paese confinante, ha subìto direttamente le conseguenze drammatiche di questo conflitto: dall’impennata dei prezzi energetici, all’afflusso dei tanti rifugiati ucraini in questo Paese, anche quelli in transito verso l’Unione europea.
Desidero anche qui – come ho fatto poc’anzi con la Presidente Sandu – pubblicamente esprimere l’ammirazione della Repubblica italiana per la generosità con cui il popolo moldavo ha accolto i rifugiati ucraini.
E anche per questo l’Italia, doverosamente – come la Presidente ha poc’anzi cortesemente ricordato con parole di cui la ringrazio – ha fornito un contributo per attenuare le conseguenze economiche, energetiche di questa posizione vicino al fronte, vicino a un Paese in guerra.
Si tratta di un apporto che l’Italia ha fornito, avvertendolo come un dovere, non soltanto per l’amicizia nei confronti della Moldova. Ma è un apporto che continueremo ad assicurare anche in futuro, nell’ambito della nuova piattaforma per lo sviluppo della Moldova.
Con la Presidente Sandu abbiamo parlato anche – come lei ha poc’anzi ricordato – di Europa, la nostra Casa comune, perché per valori, per storia, per cultura, il futuro della Moldova è all’interno dell’Unione europea.
L’Italia sostiene con convinzione il percorso di adesione della Moldova all’Unione e ho confermato alla Presidente Sandu il nostro apprezzamento per i risultati nelle riforme che la Moldova ha raggiunto, ha conseguito, particolarmente in materia di stato di diritto e di sistema giudiziario.
Siamo lietissimi, quindi, per l’ormai imminente approvazione del quadro negoziale e della convocazione della Conferenza intergovernativa.
L’Italia continuerà a restare a fianco della Moldova nel suo cammino di avvicinamento all’Unione europea, come attestato dalla Dichiarazione congiunta firmata poc’anzi dai rappresentanti dei nostri due Governi.
Abbiamo parlato, con la Presidente Sandu, anche dell’esigenza basilare di tutelare le nostre democrazie liberali, soprattutto nell’attuale contesto internazionale. Libertà e democrazia non sono mai conquistate in maniera definitiva, ma vanno costantemente difese e consolidate.
Poche settimane fa, l’Unione europea ne ha offerto un esempio di grande rilievo, portando alle urne un’immensa quantità di elettori per eleggere il Parlamento dell’Unione.
L’Unione europea costituisce una comunità di valori e di regole, grazie alla quale è stata costruita una configurazione, un modello di convivenza basato sull’ordine democratico e sulla pace, assicurata per decenni nel nostro continente. E che si scontra ora con il ritorno della guerra in Europa per causa e per responsabilità della Federazione russa.
Speriamo che di questa comunità di valori e di regole costruite per la democrazia, per il benessere, per la pace, i cittadini moldovi possano presto essere parte a pieno titolo.
Desidero, in conclusione, ringraziare molto la Presidente Sandu per l’accoglienza, all’insegna dell’amicizia tra i nostri Paesi, per i colloqui che abbiamo svolto insieme e per le considerazioni che ha svolto, sempre contrassegnate da saggezza, da visione per il futuro e da grande impegno per il suo Paese.
Grazie, Presidente.
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Domanda: Visto che a poche centinaia di chilometri da qui c’è la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, quanto è forte qui l’influenza di Mosca anche in termini di propaganda e di diffusione di fake news?
Presidente Mattarella, ho visto che ha definito un primo passo importante, quello avvenuto in Svizzera con la Conferenza sulla pace, col vertice sulla pace. Secondo lei, quale deve essere adesso il compito della rinnovata Europa in questo percorso? Teme che la propaganda russa possa svolgere un ruolo anche nel nostro Paese?
Presidente: Rispondo volentieri. La Conferenza, convocata dalla Confederazione svizzera, è stata un passo di grande importanza. Naturalmente nessuno, neppure la Presidenza Svizzera, immaginava potesse essere risolutivo.
È stato un gesto importante per avviare finalmente un processo che possa gradatamente condurre alla pace.
È stata un’occasione, quindi, che significativamente ha raccolto tanti Paesi; al di là di alcune mancate firme al documento finale – che è stato ampiamente condiviso dai presenti – è stata un’indicazione importante, perché quel documento indica alcuni principi che sono poi elementari, basilari, e stanno alla base delle Carte dell’ONU: l’integrità territoriale e il rifiuto della comunità internazionale di modificarli con la violenza delle armi.
Il seguito, naturalmente, è rimesso, in maniera determinante, alla volontà delle parti. Ma è rimesso anche alle iniziative che continuano nella comunità internazionale, per spingere, sollecitare e far comprendere parzialmente alla Federazione russa – responsabile di avere infranto la pace, di avere iniziato la guerra di aggressione – che occorre trovare un termine a questa condizione, che rispetti il diritto internazionale e riaffermi che nella comunità internazionale si vive rispettandosi, non pretendendo di sottomettere gli altri, eventualmente anche con la forza.
Seguiranno certamente altre iniziative – è già stato annunziato – e saranno sempre passi di avvicinamento. Mi auguro che si possano svolgere in maniera sollecita.
La seconda parte della sua domanda riguarda i tentativi di influenza disinformativa da parte russa in Italia. Ve ne sono, li registriamo.
Vi sono costantemente – e non sono di oggi e si intensificano particolarmente nei momenti elettorali – iniziative che, attraverso alcuni siti, che lo fanno con maggiore cautela, ma con evidenza, permanenti, ma anche con una molteplicità di siti web, che nascono e scompaiono velocemente, diffondendo una tempesta di disinformazione, di fake news, di falsità, volte tutte a screditare e destabilizzare anche il nostro Paese.
Sono forme di ostilità inaccettabili che richiederanno – io mi auguro sollecitamente -, in sede di Comunità internazionale, delle regole di comportamento che riguardino il rispetto degli altri Paesi.
Domanda: Volevo richiamare la vostra attenzione sul tema europeo e sul valore del fattore tempo. La domanda riguarda i tempi dell’adesione della Moldova. L’importanza del fattore tempo, visto che Lei ha recentemente richiamato all’importanza che l’Europa agisca e decida senza indugi per quanto riguarda sia l’adesione e sia anche il processo di avvio di questa nuova legislatura europea, con il rischio di qualche ritardo e di qualche lentezza anche nelle nomine.
Presidente: L’Italia sarà a fianco della Moldova in questo processo per consentire l’ingresso veloce nell’Unione europea.
Lei mi ha chiesto sui tempi: vi sono – li ha citati lei stesso- due versanti. Uno, l’allargamento. È una esigenza storica ineludibile quella di completare la Comunità europea in senso pieno. Quindi l’allargamento va promosso e realizzato, aiutando i Paesi candidati a raggiungere gli standard comunitari velocemente. L’altro è quello interno all’Unione, che riguarda i Paesi che ne fanno parte e i Paesi candidati a farne parte e che ne faranno parte presto. E vi è un’esigenza di velocità. Quelle parole senza indugio che ho adoperato – e lei ha cortesemente ricordato -, si riferiscono a questo. Tutti facciamo esperienza, nella nostra vita quotidiana, ogni giorno, che i problemi nascono velocemente e velocemente vengono sostituiti da altri problemi. Quindi ciascuno di questi problemi richiede risposte immediate, tempestive.
E in un mondo contrassegnato sempre più da grandi soggetti internazionali, se l’Unione europea non è in grado di fornire risposte immediate, tempestive, veloci, i problemi saranno risolti secondo le scelte di altri grandi soggetti internazionali.
Per questo è indispensabile per l’Unione darsi modalità decisionali che consentano di rispondere velocemente ai problemi, perché questi non aspettano i tempi di procedure lente e ritardate. Così come è indispensabile per l’Unione europea completare la sua dimensione finanziaria. Non può restare incompleta una costruzione economico-finanziaria. Così come è indispensabile per l’Unione europea – e chiudo qui – dar vita realmente – e finalmente – a una politica estera comune e di difesa comune.
È una politica di difesa comune che è sollecitata particolarmente oggi dall’aggressività della Federazione russa, ma che è sempre stata una esigenza forte per l’Unione. Adesso è moltiplicata nella sua necessità e urgenza. Ed è all’ordine del giorno, finalmente.
Ma questi compiti, in queste tre dimensioni e in altri problemi ancora, sono affidati ai vertici che saranno formati nelle prossime settimane e mesi.
Domanda: Vorrei sapere qual è la posizione dell’Italia e se ci sono state discussioni a livello europeo riguardo al livello di preparazione della Moldova e dell’Ucraina e se ci sono Paesi che potrebbero votare contro.
Presidente: La posizione dell’Italia è chiarissima: è di pieno sostegno all’ingresso, il più veloce possibile, della Moldova nell’Unione europea.
E quindi siamo lietissimi dell’accelerazione che nei giorni scorsi si è manifestata per avviare il negoziato concretamente.
Si aggiunge a questo sostegno pieno la disponibilità a dare ogni contributo alla Moldova per raggiungere velocemente i parametri e gli standard comunitari, per appunto conseguire velocemente il superamento dei negoziati, la conclusione felice dei negoziati.
Questo vale naturalmente anche per i Balcani occidentali, vale anche per l’Ucraina. Ma per ciascun Paese vi è una ragione specifica. Non è collegata ad altri Paesi.
La Moldova, secondo l’Italia, fa parte storicamente e culturalmente, come popolo, della Casa comune, della Casa europea, dell’Europa. L’esperienza che abbiamo fatto in questi decenni ci ha fatto crescere in benessere, in tranquillità, in progresso, in democrazia, in pace.
I Paesi dell’Unione si sono fatti la guerra per secoli. L’Unione ha garantito pace, serenità, benessere, crescita, crescita civile. E per questo riteniamo che debba essere completata l’Unione dai Paesi che ne fanno parte, storicamente e culturalmente, come la Moldova.
Domanda: In Italia abbiamo la più numerosa comunità di moldavi. Lo Stato italiano prevede un sostegno accresciuto dal punto di vista sociale, nella previdenza sociale? Qual è il contributo della comunità allo sviluppo sociale ed economico del Paese?
Presidente: Rispondo volentieri. La comunità moldova in Italia è molto ampia. Ed è una comunità – come prima ho detto – apprezzata, gradita in Italia, che fornisce un contributo consistente, rilevante, allo sviluppo economico e alla vita sociale del nostro Paese.
Naturalmente vi sono rapporti che sono sviluppati, oltre che sul piano del lavoro, anche sul piano delle amicizie personali, sul piano familiare, sul piano di collaborazioni culturali. E questo ha intensificato l’amicizia tra Moldova e Italia.
Per questo la comunità moldova in Italia è, non soltanto un ponte, ma un pilastro della nostra amicizia, perché il contatto umano, personale, quotidiano, rafforza l’amicizia e la reciproca disponibilità.
Naturalmente, vi sono sempre delle esigenze da affrontare. E noi siamo attentissimi – e lo saremo costantemente – alle esigenze della comunità moldava in Italia.
Sanità Sicilia, nominati i nuovi manager. Asp: «Verifica annuale degli obiettivi su liste d’attesa a pena di decadenza dei dirigenti» I designati nelle Aziende sanitarie , negli Ospedali e Policlinici
Palermo
Via libera del governo al conferimento degli incarichi di direttore generale delle Aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale. Approvato pure il nuovo schema di contratto dei manager che prevede, per volere del presidente della Regione Renato Schifani, obiettivi specifici e concreti specialmente sulla riduzione delle liste d’attesa, con un monitoraggio trimestrale e una verifica annuale del raggiungimento degli stessi, a pena di decadenza automatica dei direttori generali anche dopo il primo anno dall’insediamento.
«Dare una nuova stabilità alla sanità pubblica regionale e abbattere le liste di attesa – dice Schifani – sono due dei principali impegni assunti dal mio governo sin dal suo insediamento e stiamo lavorando concretamente in questa direzione. Introdurre, tra gli obiettivi dei nuovi manager, il pieno rispetto del Piano regionale approvato dalla giunta nel luglio dell’anno scorso, pena la revoca dell’incarico, servirà a garantire ai pazienti tempestività di accesso alle cure. Trovo sacrosanto che i dirigenti che hanno responsabilità vengano sottoposti alle necessarie verifiche dei loro obiettivi. È nostra intenzione dare ai cittadini risposte qualificate e rapide ai loro bisogni di salute».
La giunta, su proposta dell’assessore alla Salute Giovanna Volo, ha confermato nei ruoli i già commissari straordinari, ad eccezione di quello dell’Asp di Catania, Giuseppe Laganga Senzio. La continuità gestionale sarà assicurata dal direttore sanitario dell’Azienda provinciale etnea, così come previsto dalla legge. Successivamente, si procederà alla nomina dell’organo ordinario dell’Asp di Catania.
Questi i nomi e le destinazioni dei nuovi direttori generali designati nelle aziende sanitarie provinciali: Daniela Faraoni all’Asp di Palermo, Giuseppe Cuccì all’Asp di Messina, Giuseppe Capodieci all’Asp di Agrigento, Salvatore Lucio Ficarra all’Asp di Caltanissetta, Mario Carmelo Zappia all’Asp di Enna, Giuseppe Drago all’Asp di Ragusa, Alessandro Caltagirone all’Asp di Siracusa, Ferdinando Croce all’Asp di Trapani.
Questi, invece, i manager delle aziende ospedaliere: a Palermo, Walter Messina all’Arnas “Civico” e Roberto Colletti agli Ospedali riuniti “Villa Sofia-Cervello”; a Catania, Giuseppe Giammanco all’Arnas “Garibaldi” e Salvatore Emanuele Giuffrida al “Cannizzaro”; a Messina, Catena Di Blasi al “Papardo”. Nei policlinici: Maria Grazia Furnari a Palermo e Giorgio Giulio Santonocito a Messina. In precedenza, erano già stati nominati Gaetano Sirna al Policlinico di Catania e Maurizio Letterio Lanza all’Irccs “Bonino Pulejo” di Messina.
Entro 15 giorni dalla firma dei contratti, i nuovi manager dovranno procedere alla nomina dei direttori sanitari e amministrativi, già selezionati dalla Regione.
In merito al nuovo schema di contratto, è previsto che, entro trenta giorni dall’insediamento, i direttori generali predispongano un apposito piano operativo di governo e di recupero delle liste d’attesa che dovrà essere approvato dall’assessorato della Salute. Tra le novità, anche il necessario conseguimento del cento per cento delle azioni previste dal cronoprogramma del Piano operativo regionale (Por) della Missione 6 – Salute del Pnrr.
Attesa per le cariche apicali dell’Unione europea
Nulla di fatto ancora per le cariche apicali Ue per la legislatura 2024-29 .
Ma “nessuno ha obiettato” al nome di Ursula von der Leyen come prossima presidente della Commissione Europea. Lo riferisce, al termine della riunione a Bruxelles, il premier croato Andrej Plenkovic.
Michel: “Nostro dovere decidere presto…abbiamo ascoltato Ursula von der Leyen””
Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha annunciato che “abbiamo ascoltato la presidente del Parlamento Europeo e anche Ursula von der Leyen, che ha condiviso con noi alcune idee sul futuro dell’Ue. Poi abbiamo avuto la cena: è stata una buona occasione per scambiarsi opinioni e preparare il Consiglio Europeo della prossima settimana a Bruxelles. La conversazione va nella giusta direzione, credo, ma non c’è alcun accordo stanotte, in questa fase“. Secondo Michel, devono essere prese “due decisioni”, una sulle cariche apicali e l’altra sull’agenda strategica dell’Ue.
“Penso che sia un nostro dovere collettivo – aggiunge – prendere una decisione entro giugno. I 27 leader devono lavorare duramente per assicurare un accordo” sui vertici e sull’agenda strategica. Per Michel “era chiaro sin dall’inizio la cena di oggi serviva affinché ognuno potesse “ascoltare tutti gli altri”, assicurando “trasparenza” al processo decisionale. Se ci sarà una maggioranza a favore del trio Ursula von der Leyen-Antonio Costa- Kaja Kallas “si chiarirà la prossima settimana. La conversazione di oggi è stata un passaggio utile per preparare il prossimo Consiglio Europeo, ma la decisione” verrà presa in quella sede, conclude.
“Quando non si prendono decisioni nell’Ue, le cose possono sempre andare in direzioni diverse. Ma non penso che avremo un remake del 2019, quando ci fu una grande tombola, con tutto sospeso per tre giorni. Non sembra essere così ora, è tutto molto più chiaro”, dichiara il premier olandese Mark Rutte, al termine della cena tra i leader Ue. “Non siamo ancora al punto – continua – di prendere decisioni sulle cariche apicali. Ne abbiamo discusso, continueremo le consultazioni. Bisogna procedere passo per passo adesso”. Su Ursula von der Leyen, tra i Liberali “abbiamo una visione chiara su questo, ma non la condivido ora”.
Orban: “Accordo Ppe-Pse-Renew per spartirsi vertici”
“Oggi a Bruxelles la volontà del popolo europeo è stata ignorata. Il risultato delle elezioni europee è chiaro: i partiti di destra si sono rafforzati, la sinistra e i liberali hanno perso terreno. Il Ppe, invece, invece di ascoltare gli elettori, alla fine si è alleato con i socialisti e i liberali: oggi hanno stretto un accordo e si sono spartiti i vertici dell’Ue”, afferma via social il premier ungherese Viktor Orban, al termine della cena informale a Bruxelles.
“A loro – continua – non interessa la realtà, non si preoccupano dei risultati delle elezioni europee e non si preoccupano della volontà del popolo europeo. Non dovremmo essere ingenui: continueranno a sostenere l’immigrazione e a inviare ancora più denaro e armi alla guerra Russia-Ucraina”. “Non cederemo a questo – conclude – uniremo le forze della destra europea e lotteremo contro i burocrati favorevoli all’immigrazione e alla guerra”.
Scholz: “No sostegno destra per presidente Commissione”
I leader Ue troveranno una “soluzione rapida” sulle cariche apicali dell’Ue per la prossima legislatura e il presidente della Commissione Europea non dovrà basarsi sul “sostegno” decisivo di forze “di destra” o “populiste”, dato che la maggioranza della scorsa legislatura (Ppe, S&D e Renew) nel complesso regge, aveva detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, prima di entrare al Consiglio per la cena dei leader. “Ci riuniamo qui – ha affermato – dopo le elezioni europee che, nonostante tutto, hanno portato una cosa: una maggioranza stabile delle piattaforme politiche, che finora hanno lavorato fianco a fianco al Parlamento Europeo: Partito Popolare, Socialdemocratici e Liberali. Ce ne sono anche altri che si inseriscono politicamente, ma essenzialmente questa è la base per sostenere la presidenza della Commissione”.
Napoli, movimentano il terreno per rimuovere i rifiuti, area sequestrata e 4 persone, tra cui un architetto, denunciate
Archivi-Sud Libertà
Siamo a Somma Vesuviana e una gazzella della locale stazione sta percorrendo le strade della città che si trova nel cuore del parco nazionale del Vesuvio.
La giornata è calda e tranquilla mentre la pattuglia gira a via del colle. Nella strada immersa nel verde, però, i Carabinieri notano dei lavori in corso da pare di alcuni mezzi pesanti: é domenica ed è bene approfondire.
Dal sottosuolo affiora un ingente quantità di rifiuti. La movimentazione del terreno viene interrotta e sul posto arrivano anche i carabinieri di Ottaviano.
Dagli accertamenti emerge che erano in corso dei lavori di ampliamento dei capannoni di una ditta adibita alla lavorazione dei metalli. Vengono rinvenuti rifiuti speciali non pericolosi. Ferro, materiali di risulta di demolizioni e miscele bitumose che erano stati nel tempo accantonati lì.
L’area é grande circa 10mila metri quadrati ed è stata sequestrata.
Denunciati per gestione e smaltimento illecito dei rifiuti l’amministratore unico della società, un architetto, un imprenditore e un operaio.