Sicilia, A19, chiude finalmente- dopo cinque anni – il cantiere sul viadotto Cannatello.in direzione Catania

 

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Sono stati completati oggi da Anas i lavori di risanamento del viadotto Cannatello della A19, nella carreggiata in direzione Catania, nel tratto compreso tra i km 84,300 e 88,900. «Un altro obiettivo raggiunto sulla Palermo-Catania con la chiusura di un cantiere che durava da oltre cinque anni – commenta il commissario straordinario per la A19, presidente della Regione Siciliana Renato Schifani -.
Questo comporta immediati vantaggi per la circolazione, che diventa più agevole in un momento di intenso traffico sull’Isola per via della stagione estiva. La riapertura al traffico del viadotto, infatti, consente di eliminare finalmente il doppio senso di circolazione in direzione Palermo. Le minori limitazioni restituiscono a questa arteria una maggiore fluidità ma anche un livello ottimale di sicurezza per gli automobilisti alla guida».
Il viadotto Cannatello è costituito da 120 campate, ciascuna di lunghezza pari a 34 metri, per uno sviluppo complessivo di 4,080 km. I lavori appena conclusi hanno riguardato principalmente il puntellamento di alcuni impalcati della carreggiata in direzione Catania. In particolare, si era riscontrato un fisiologico ammaloramento alle travi dell’impalcato. Tale ammaloramento era già stato attenzionato e contenuto negli anni, grazie a varie limitazioni adottate nel tempo. Con i lavori appena conclusi, nel dettaglio, si è provveduto alla realizzazione di 69 strutture metalliche, posizionate a sostegno dell’impalcato a supporto delle travi ritenute più ammalorate, al rifacimento dei giunti tampone e alla realizzazione della nuova pavimentazione e segnaletica. L’investimento complessivo è stato pari a 4,970 milioni di euro. Da oggi la tratta autostradale sarà aperta al transito ai mezzi con un penso non superiore alle 44 tonnellate.
Il traffico verrà canalizzato tramite il restringimento ad una corsia centrale, con limite di velocità a 60 km/h. Queste prescrizioni saranno in vigore limitatamente al tempo necessario per il rinforzo, ad oggi in atto, della carreggiata in direzione Palermo. I lavori fanno parte del piano di adeguamento e riqualificazione della A19 “Palermo-Catania”, per un importo complessivo pari a un miliardo di euro. Tali lavori sono tuttora in corso di realizzazione su alcuni tratti dell’autostrada.

Siccità in Sicilia, , dalla Protezione civile arrivano oltre 1,5 milioni di contributi ai Comuni per le autobotti idonee all’emergenza idrica

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Oltre un milione e mezzo di euro ai Comuni e ad altri enti territoriali per la manutenzione e l’acquisto di autobotti destinate al rifornimento idrico. È questo l’ammontare complessivo dei primi contributi autorizzati dalla Protezione civile siciliana per contrastare la forte siccità che sta colpendo l’Isola.
Sono oltre 200 le istanze pervenute sino ad oggi al dipartimento regionale in base alle modalità indicate dal dirigente generale Salvo Cocina e 109 gli interventi autorizzati già dal mese di maggio. Interventi che si inseriscono all’interno del Piano per l’emergenza idrica, per la cui realizzazione il presidente della Regione, Renato Schifani, è stato nominato commissario delegato.
Le somme sono così distribuite: 977 mila euro per riparare 98 autobotti, 389 mila euro per acquistarne 10 usate e 167 mila euro per comprarne una nuova. Per la maggior parte, quindi, si tratta di lavori di manutenzione di mezzi già nelle disponibilità degli enti. Il contributo per l’acquisto di un’autobotte nuova, invece, è stato concesso all’Unione dei Comuni paesi dei Nebrodi (Caprileone, San Marco d’Alunzio e San Salvatore di Fitalia).
I Comuni di Agrigento, San Giovanni Gemini (Ag), San Cataldo (Cl), Aidone (En), Castronovo di Sicilia e Caccamo (Pa), Patti, Caronia e Gioiosa Marea (Me) hanno ottenuto l’autorizzazione per le somme necessarie all’acquisto di autobotti usate in pronta consegna. Esaurite tutte le richieste per mezzi in pronta consegna, si procederà al finanziamento di contributi per autobotti nuove, ove i Comuni richiedenti e i fornitori assicurino tempi di consegna e di messa in esercizio compatibili con quelli dell’emergenza in corso e comunque, in linea generale, entro agosto/settembre.

Colpo di scena in Francia Stop all’estrema destra Cosa succederà?

 

 

Colpo di scena in Francia Nessuna maggioranza assoluta  dopo il ballottaggio di ieri. Il Nouveau Front Populaire sarà la più grande forza politica della nuova Assemblea Nazionale, con 182 deputati, ma non potrà governare da sola. Fermata l’estrema destra guidata dal Rassemblement National spetterà al presidente Emmanuel Macron nominare una nuova guida  r dopo le dimissioni di Gabriel Attal.

Ma come sarà possibile governare la Francia? Gli  scenari possibili dopo il risultato delle elezioni legislative anticipate convocate a sorpresa da Macron all’indomani della sconfitta elettorale alle europee del 9 giugno.

Quali sono i principali simboli francesi? Ecco degli esempi | Institut  français Centre Saint-Louis
Cosa succederà?

Il primo scenario è quello che vede un governo guidato dal Nouveau Front Populaire. Nel suo primo discorso a urne chiuse Jean-Luc Mélenchon lo ha detto chiaramente: Macron ha “il dovere di far governare il Nouveau Front Populaire”.

In assenza di una maggioranza assoluta, France Insoumise propone di approvare tramite decreto parte del suo programma, in particolare l’aumento del salario minimo, il blocco dei prezzi, l’abrogazione della riforma delle pensioni. Per evitare di avere contro l’Assemblea Nazionale, però, un governo guidato da Nfp dovrebbe cercare di convincere alcuni deputati di Ensemble a non votare per le proposte presentate dalla destra o dall’estrema destra. E’ possibile essere in minoranza e governare, ricordando come Elisabeth Borne e Gabriel Attal lo abbiano fatto per due anni, senza che i repubblicani abbiano mai votato in blocco contro il governo.

Agricoltura, dalla Regione Sicilia bando da 20 milioni per nuovi imprenditori

 

 

Oleoturismo

 

Palermo,

La Regione sosterrà finanziariamente chi decide di avviare per la prima volta una iniziativa imprenditoriale in agricoltura nel territorio siciliano, comprese le isole minori.
È stato pubblicato il bando del dipartimento regionale dell’Agricoltura rivolto ai nuovi imprenditori agricoli di età fra 41 e 60 anni. Le risorse disponibili ammontano a 20 milioni di euro a valere dei fondi del Complemento per lo sviluppo rurale della Regione Siciliana al Piano strategico Pac 2023 – 2027. Il 2 per cento della dotazione, pari a 400.000 euro, è riservato ad attività da avviare nelle isole minori.
«Supportiamo la nascita di nuove aziende in agricoltura, che resta – dice il presidente della Regione Renato Schifani – un comparto trainante della nostra economia. Il mio governo è quotidianamente impegnato a sostegno del settore, messo in forte difficoltà dagli effetti della persistente siccità; questo bando dimostra la fiducia in un futuro di sviluppo. È una misura che ha significativi risvolti sociali: sosteniamo le iniziative di soggetti non più giovani, ma che abbiano ancora voglia di scommettere su sé stessi e sulla nostra terra e investiamo negli arcipelaghi siciliani, prevedendo di destinare specificatamente una quota dei finanziamenti ai progetti imprenditoriali che vi saranno realizzati».
L’intervento offre opportunità e strumenti per attrarre nuovi imprenditori nel settore agricolo e attuare idee imprenditoriali innovative anche mediante approcci produttivi sostenibili sia in termini di ambiente sia in termini economici e sociali. Occorrerà presentare, con la domanda, un piano aziendale per lo sviluppo dell’attività agricola. Sono favorite le fasi iniziali d’insediamento tra cui l’acquisizione dei terreni, dei capitali, delle conoscenze.
Il sostegno è erogato con il pagamento di una somma forfettaria in conto capitale di 30.000 euro. Le istanze possono essere presentate attraverso il portale Sian dal 22 luglio al 21 novembre 2024.

Consigli sbagliati dei collaboratori di Biden, la famiglia lo sprona ad andare avanti

 

Joe Biden - Afp

Se tra gli assistenti del presidente cresce il  dubbio di vincere la sfida e la consapevolezza che Biden dovrebbe forse fare retromarcia, il figlio Hunter e la famiglia in generale lo sprona ad andare avanti. Ma soprattutto i familiari di Biden stanno cercando di essere sempre più coinvolti nelle questioni della Casa Bianca e che riguardano la campagna elettorale….

“Il fiasco del dibattito ha aperto la strada alla famiglia, che ha cercato di andare oltre lo staff per iniziare ad aiutare il padre e il fratello che amano profondamente”, ha affermato una delle persone a conoscenza delle dinamiche familiari. Secondo alcuni collaboratori di Biden, la famiglia sta cogliendo l’occasione per cercare di regolare vecchi conti.

Dal punto di vista dei familiari, l’esito del dibattito con Trump non è altro che l’apice di consigli sbagliati da parte di collaboratori che non hanno aiutato il presidente a mostrare al meglio il suo spessore politico. Queste dinamiche hanno irritato alcuni membri dello staff di Biden, che hanno affermato che puntare il dito contro qualcuno ostacola tutti coloro che vogliono aiutare il presidente ad affrontare questa crisi.

Mons.Viganò, già scomunicato per scisma, accusa ancora Papa Francesco di “usurpazione della sacra autorità” e continua persino a celebrare messa

 

 

Monsignor Carlo Maria Viganò, scomunicato già per scisma dall’ex Sant’Uffizio, mantiene la sua posizione accusatoria  e continua a celebrare messa nell’eremo di Viterbo, dove sorge la sua fondazione Exsurge Domine. L’ex nunzio negli Stati Uniti, tramite X informa: “Come tutti i primi sabati del mese, oggi offro il Santo Sacrificio della Messa secondo le intenzioni degli amici e benefattori della Fondazione Exsurge Domine e di tutti coloro che mi hanno espresso la loro vicinanza spirituale e materiale in questi frangenti”.

Carlo Maria Viganò (Fotogramma)

Monsignor Viganò, che il Sant’Uffizio nel decreto di scomunica ha messo in guardia dal rischio di spretamento, tira dritto: “Invito tutti ad unirsi a me nella fiduciosa preghiera al Cuore Immacolato di Maria, affinché il Signore conceda alla Santa Chiesa di trionfare ancora sui suoi nemici che oggi la eclissano e usurpano la sua sacra autorità”.

Cultura, nuova vita per l’Anfiteatro Romano Dopo la gestione fallimentare e ingovernabile con i “custodi”dei decenni scorsi della Soprintendenza , un nuovo padre:il Comune

 

 

 Trantino: “Un ritrovato orgoglio per Catania”

Riapertura anfiteatro romano

 

Una gran folla di cittadini e di numerose autorità in testa il prefetto Maria Carmela Librizzi, il questore Giuseppe Bellassai e il rettore Francesco Priolo, hanno risposto all’invito del sindaco Enrico Trantino di partecipare all’inizio della nuova vita dell’Anfiteatro Romano di piazza Stesicoro, riaperto dopo tre anni, con la gestione passata dalla Regione al Comune che elaborato un piano di valorizzazione turistica e culturale del secondo monumento romano più grande dopo il Colosseo .

Un esempio unico al mondo perché realizzato in pietra lavica e per questo definito il “Colosseo Nero”, che coi suoi leggendari sotterranei è tornato a incantare i visitatori, accorsi in gran numero per vedere anche gli scorci finora interdetti dei resti di un’arena capace di ospitare 15 mila spettatori.

Non si siamo fermati –ha detto il sindaco Trantino- al facile non è nostra competenza e alle carenze di personale che ne avevano paralizzato la fruizione. Abbiamo sfidato la burocrazia e abbiamo fatto vincere Catania e i catanesi che per troppo tempo hanno visto mortificato un vero e proprio scrigno di bellezza, un’azione che auspico sia un segno di un ritrovato orgoglio cittadino. Un obiettivo che con tutta l’Amministrazione Comunale abbiamo inseguito e finalmente raggiunto adeguando il sito dell’Anfiteatro alle moderne esigenze del turismo e della fruizione senza soluzione di continuità, con nuovi servizi che a breve incrementeremo, ma anche con video e didascalie scientifiche realizzate grazie al contributo di Cnr e all’Università, segno di una Catania ritrovata grazie a virtuoso un gioco di squadra”.

A rendere ancora più gradevole la giornata della rinascita dell’Anfiteatro Romano, l’intrattenimento musicale degli orchestrali del Conservatorio Vincenzo Bellini e le illustrazioni dell’associazione provinciale delle Guide Turistiche che hanno affascinato i partecipanti con cenni di storia e racconti di particolari non sempre conosciuti.

Il monumento rimarrà aperto ogni giorno dalle ore 9 alle 19, con i servizi di biglietteria e di gestione degli accessi affidati dal Comune a CoopCulture uno dei colossi del settore, che cura gli stessi servizi anche nella Valle dei Templi e in molti altri siti archeologici, con il supporto dei giovani del servizio civile messi a disposizione dal Comune di Catania.

 

Foto Comune di Catania -UffStampa  Com.

Corruzione e falso ideologico Catania – Eseguite 9 misure cautelari personali- Ditte “generose” e dispositivi medici

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Catania,

I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania, nell’ambito di complesse attività d’indagine coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione nelle province di Catania, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Perugia, con il supporto di militari degli omologhi Comandi Provinciali del Corpo, a un’ordinanza con cui il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale ha disposto l’applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 9 soggetti [4 Direttori di Unità Operative Complesse (in breve U.O.C.)/Dipartimenti di Aziende Ospedaliere delle province della Sicilia orientale, 3 rappresentanti di società di distribuzione locale di multinazionali produttrici di dispositivi medici, un rappresentante di tali multinazionali e un provider per l’organizzazione di eventi], a vario titolo indagati in concorso per i reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.

In particolare, sulla scorta degli elementi indiziari acquisiti nell’attuale fase del procedimento in cui non si è ancora instaurato il contraddittorio con le parti, sarebbe stato osservato che tre società – distributori locali per conto di multinazionali operanti nel settore della commercializzazione di dispositivi medici – avrebbero promesso e poi elargito ingenti somme di denaro per l’organizzazione da parte dei dirigenti sanitari indagati, operanti in strutture sanitarie della Sicilia orientale, di convegni e congressi di medicina finalizzati alla formazione, l’ultimo dei quali svoltosi a Catania nel mese di maggio..

 Nei fatti, dette sponsorizzazioni economiche avrebbero avuto lo scopo di ottenere in cambio l’impegno degli stessi di favorire le “ditte più generose” garantendogli l’uso effettivo di un numero maggiore di propri dispositivi medici nel corso degli interventi chirurgici.

 

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Siracusa: violenza sessuale, due arresti

 

 

Siracusa: violenza sessuale, due arresti

 

Siracusa,

Sono stati identificati ed arrestati dai poliziotti della Squadra mobile di Siracusa i due responsabili, un diciottenne e un diciannovenne, entrambi originari della città siciliana, della violenza sessuale su due studentesse americane.

Le ragazze, in vacanza studio, avevano trascorso la serata ad Ortigia e mentre ritornavano a casa sono state avvicinate da due giovani in scooter che, con una banale scusa e approfittando dell’ingenuità e della difficoltà nella comprensione della lingua italiana delle stesse, le hanno indotte a separarsi e a raggiungere due posti diversi che sarebbero stati poi il teatro delle violenze.

Gli investigatori, servendosi delle dichiarazioni delle vittime e di altre persone informate sull’accaduto e, una volta effettuati sopralluoghi indispensabili per la ricostruzione dei fatti, sono riusciti a risalire agli autori del crimine e ad arrestarli.

Operazione “fata verde” producevano sostanze stupefacenti, simulando la coltivazione di canapa sativa

 

Droghe sintetiche (immagine di repertorio)

Archivi -Sud Libertà 

 

Reggio Calabria,

I carabinieri del n.i.p.a.a.f. del gruppo carabinieri forestale di Reggio Calabria, diretti dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, hanno ricostruito, allo stato degli atti, l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di vaste piantagioni di cannabis sul territorio calabrese con conseguente vendita sul mercato illegale della sostanza stupefacente ricavata, all’interno di una consolidata organizzazione costituita da soggetti operanti tra i comuni di Taurianova (rc), san Procopio (rc) e Sant’eufemia di aspromonte (rc).

Le indagini avrebbero consentito di individuare i soggetti che finanziavano e sovraintendevano i lavori di piantagione, riconducibili alle cosche di ‘ndrangheta delle province di Reggio Calabria ed anche di Catanzaro, nonché gli altri componenti dell’organizzazione, con la definizione delle “quote parte” spettante a ciascuno di essi, in termini di proventi derivanti dalla vendita della sostanza stupefacente sul mercato illegale.

In ausilio ai sodali, operavano ulteriori figure assoldate di volta in volta, che venivano individuate per svolgere compiti di vigilanza e manovalanza, ovvero quali “soggetti sacrificabili”, spesso incensurati, disposti ad assumersi ogni responsabilità nell’ipotesi di un intervento delle forze di polizia.

Dalle conversazioni intercettate emergeva come i partecipi all’organizzazione si mostrassero sicuri in merito ai canali commerciali ai quali destinare la sostanza stupefacente, grazie alle figure garanti dei capi-promotori, già inseriti in un sistema strutturato e consolidato di commercio nel mercato illegale.

Gli odierni arrestati non desistevano neppure a fronte delle periodiche azioni di contrasto alle loro attività poste in essere dalle forze di polizia, tanto da essere capaci di riavviare in tempi rapidi le attività di produzione della sostanza stupefacente nonostante i vari controlli subiti.  peraltro i sodali simulavano la legale sussistenza delle coltivazioni di canapa, con raggiri e stratagemmi atti ad eludere i controlli operati dai carabinieri forestali.

Nel corso di un controllo amministrativo, uno dei titolari dell’attività, già istruito a dovere dai sodali, esibiva ai carabinieri la documentazione comprovante la sussistenza di un’azienda agricola a suo nome, un regolare contratto di affitto del terreno e fatture di acquisto di semi certificati di canapa nei limiti previsti dall’attuale normativa. nello specifico, i militari intervenuti eseguivano ritualmente un campionamento delle piante presenti, con prelievo della coltura, alla presenza del titolare, al quale venivano rilasciati dei campioni in contraddittorio per le eventuali controverifiche. gli esiti delle analisi condotti dal reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri, confermavano la sussistenza di un principio attivo – thc nettamente superiore al quantitativo soglia consentito dalla legge, il che certificava la natura di stupefacente delle piante campionate.

Tra le varie attività condotte nel corso dell’indagine, i militari del n.i.p.a.a.f. di Reggio calabria avevano già proceduto all’arresto in flagranza di un soggetto che trasportava ingenti quantitativi di piante di canapa prelevate dalle piantagioni oggetto della presente indagine, nonché di ulteriori quattro soggetti sorpresi nella lavorazione dello stupefacente, con conseguente sequestro di circa 70 kg di marijuana già in stato di essiccazione e pronta per la vendita.

Quest’ultima attività e tutti gli elementi raccolti dagli investigatori hanno portato all’adozione delle odierne misure cautelari, emesse dal g.i.p. di Reggio Calabria.

Le ipotesi di reato contestate vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico delle sostanze stupefacenti, aggravata ai sensi dell’art. 416 bis 1 c.p., a una serie di delitti in materia di stupefacenti.

E’ appena il caso di evidenziare gli effetti deleteri per la salute derivanti dall’uso di tale sostanza stupefacente, quali tra i più gravi l’alterazione della capacità di giudizio.

Per l’odierna operazione sono stati impiegati circa 60 carabinieri forestali provenienti dalle regioni Calabria e Sicilia, unitamente a militari del comando provinciale di Reggio Calabria. tredici le misure cautelari personali eseguite in data odierna, di cui otto in carcere, tre agli arresti domiciliari e due divieti di dimora nel territorio calabrese.

Si precisa che il presente procedimento penale è nella fase delle indagini preliminari per cui ogni valutazione è da considerare allo stato degli atti e fatte salve le successive valutazioni

 

 

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