Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione del 42° anniversario dell’uccisione di Carlo Alberto Dalla Chiesa

 

Il Presidente Mattarella alla scrivania

 

Comunicato Presidente della Repubblica On Mattarella

Quarantadue anni fa l’aggressione mafiosa interrompeva tragicamente il percorso umano e professionale di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Con lui perdevano la vita la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo, deceduto alcuni giorni dopo per le ferite mortali riportate.
Quel barbaro agguato contro un esemplare servitore della Repubblica rappresentò una delle pagine più funeste dell’attacco della criminalità organizzata alla convivenza civile.
Il vile attentato non riuscì, tuttavia, ad attenuare l’impegno per quei valori di legalità e giustizia propri alla nostra democrazia, per la cui affermazione, nei diversi ruoli ricoperti nell’Arma dei Carabinieri e da ultimo come Prefetto di Palermo, il Generale Dalla Chiesa aveva combattuto.
A distanza di anni, la memoria di quanti, come lui, si sono opposti al terrorismo e alla prepotenza mafiosa, continua a interpellare coloro che rivestono pubbliche responsabilità, la società civile, le giovani generazioni, ciascun cittadino.
La sua figura, il suo lascito ideale vivono oggi nell’operato di chi si impegna in prima persona contro la mafia e il terrorismo e indica all’intera comunità nazionale la via del coraggio e della responsabilità.
Ogni giorno, nei diversi contesti, donne e uomini della Magistratura, delle Forze dell’ordine, della Pubblica amministrazione, del mondo dell’impresa e del lavoro, contribuiscono, con il loro apporto, a tenere alta la guardia, a contrastare e denunciare prevaricazione e violenza, a riconoscere e sventare modalità nuove e insidiose di infiltrazione criminale.
Il coinvolgimento della scuola, degli altri ambiti educativi, dei mezzi di comunicazione, è essenziale affinché sempre più si affermi una cultura diffusa della legalità, che rigetti ogni forma di compromesso con la mentalità mafiosa, rafforzando democrazia, sviluppo, coesione sociale.
Con questi sentimenti, rivolgo un commosso pensiero alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo, esprimendo i sentimenti di solidarietà e di vicinanza della Repubblica».

Catania, Palazzo della Cultura, da oggi mostra “Etna Spirit 2024” promossa dal I Municipio

 

 

Palazzo della Cultura

 

 

Catania,

Oggi martedì 3 settembre alle ore 12, nel Palazzo della Cultura, si è tenuta la presentazione della mostra del fotografo Federico Rapisarda “Etna Spirit 2024. Un cammino fotografico durato dieci anni”.
L’iniziativa, in calendario sino al primo ottobre nelle sale di via Vittorio Emanuele,  è promossa dal I Municipio presieduto da Francesco Bassini, su proposta della presidente della III commissione consiliare circoscrizionale Florinda Panzarella, ed è realizzata in collaborazione con l’Amministrazione comunale e la direzione Cultura.
La mostra interattiva propone una visione unica del vulcano Etna attraverso una narrazione visiva, quasi cinematografica, sostenuta da una raccolta di immagini realizzate  nel corso di dieci anni (2013-2023). L’autore, catanese classe ’88, vive da diversi anni a Roma, città nella quale ha proposto in anteprima nel maggio del 2023 “Etna Spirit” nel  Palazzo delle Esposizioni,  in occasione del prestigioso evento “Fabrique du Cinema’”. L’obiettivo della rassegna è quello di far conoscere e promuovere le meraviglie del territorio etneo e del vulcano mediante la fotografia.
Attraverso spedizioni appassionate sull’Etna, dal livello del mare sino ai crateri sommitali, sono stati catturati nel tempo momenti di eruzioni spettacolari e aspetti ineguagliabili della “muntagna” che in ogni stagione dell’anno ha saputo regalare suggestioni uniche, “raccolte” con grande professionalità da Rapisarda anche grazie all’esperienza acquisita sui set cinematografici.

Beni culturali Sicilia, trovate a Pantelleria 27 monete d’argento. Scoperta dell’archeologo Thomas Schafer..L’assessore Scarpinato: «Reperti preziosi»

 

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Scoperto un tesoretto di 27 monete d’argento nel luogo esatto in cui, nel 2010, erano stati scoperti 107 denari romani d’argento, poco lontano da dove qualche anno prima erano state ritrovate le tre famose teste imperiali di Cesare, Agrippina e Tito. Il gruppo di lavoro guidato dall’archeologo Thomas Schäfer per l’Universität Tübingen ha effettuato il ritrovamento durante una campagna di pulizia, restauro e copertura dei saggi dell’Acropoli di Santa Teresa e San Marco, a Pantelleria – parte del Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, diretto da Felice Crescente: si tratta di alcune monete in argento di età Repubblicana coniate a Roma, denari la cui datazione fissata tra il 94 e 74 a.C. è identica a quella del primo ritrovamento. Secondo quanto sostiene l’archeologo, alcune monete sono apparse nella terra smossa dopo le piogge, le altre sono state ritrovate sotto a un masso proseguendo negli scavi e sono già state ripulite e inventariate.

«Questa scoperta –afferma l’assessore ai beni Culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – oltre al valore intrinseco legato ai reperti, offre informazioni preziose per la ricostruzione di accadimenti, contatti commerciali e relazioni politiche che hanno segnato il Mediterraneo in età Repubblicana».

«Scaviamo ormai da venticinque anni a San Marco – spiega l’archeologo Thomas Schäfer – è un sito meraviglioso, fortunatamente intatto, non è stato mai toccato nei secoli. È il luogo che ci ha restituito il “Comizio” dove si incontravano i decurioni: sono soltanto cinque in tutta Italia e questo è quello in condizioni migliori».

Schäfer ipotizza che questo piccolo tesoro sia stato nascosto durante uno dei frequenti attacchi dei pirati del periodo: in quegli anni era infatti in corso nel Mediterraneo la campagna di Gneo Pompeo Magno che, su incarico del Senato romano, combatté e distrusse le imponenti flotte piratesche. C’erano frequenti scorribande contro i villaggi lungo la costa ed è facile immaginare che qualcuno abbia nascosto il gruzzolo all’arrivo delle navi, senza riuscire più a recuperarlo.

Commemorazione Dalla Chiesa, il Presidente della Regione Sicilia Schifani: «Simbolo dello Stato nella lotta alla mafia»

 

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Palermo,

«Oggi, nel 44º anniversario della barbara uccisione del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, ho voluto rendere omaggio a un uomo che ha rappresentato con coraggio e determinazione lo Stato nella sua lotta contro la mafia. Il generale Dalla Chiesa, con la sua integrità e il suo impegno incrollabile, ha pagato con la vita il prezzo del suo senso del dovere e della sua fedeltà alle istituzioni».

Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, che questa mattina ha depositato una corona d’alloro sul luogo della strage, in via Isidoro Carini a Palermo. «In questo giorno – ha proseguito Schifani – il mio pensiero va anche a sua moglie, Emanuela Setti Carraro, e all’agente Domenico Russo, vittime innocenti della mano mafiosa. Il loro sacrificio non può essere mai dimenticato. È nostro dovere continuare a ricordare e a tramandare la memoria di questi eroi, affinché il loro esempio sia guida per le future generazioni».

Siccità Sicilia , da Stato e Regione 40 milioni per gli agricoltori

 

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Palermo,

Pronti 40 milioni di euro per sostenere le imprese agricole siciliane colpite dalla siccità. La giunta regionale ha dato il via libera alla proposta di declaratoria di calamità naturale che consente adesso gli interventi in favore della aziende che hanno subito danni soprattutto per le colture di cereali, legumi e foraggio: si tratta di 15 milioni di euro stanziati dal ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e altri 10 milioni previsti nella manovra finanziaria approvata all’Ars.
Altri 15 milioni di euro, inoltre, saranno erogati con un bando del commissario delegato per l’emergenza idrica per l’agricoltura pubblicato oggi. «Diamo un aiuto economico importante agli agricoltori colpiti dalla grave emergenza idrica di quest’anno – dice il presidente della Regione, Renato Schifani –. Un impegno che si concretizza grazie a un intervento congiunto dello Stato e della Regione che permetterà di dare ristoro al settore che ha sofferto più di tutti per l’emergenza idrica».
Nel periodo dall’1 gennaio al 31 maggio 2024 si sono riscontrati i danni più gravi alle colture da seme il cui ciclo produttivo si conclude in primavera. Il danno alla produzione è calcolato in quasi 313 milioni di euro pari a circa il 74 per cento della produzione ordinaria nel territorio interessato. Si è stimato un danno alla produzione del 60 per cento sui legumi, del 70 per cento sui cereali e dell’80 per cento sulle foraggere. In alcuni casi si hanno segnalazioni di danno pari al 100 per cento.
«Il calo produttivo – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo – riguarda tutto il territorio regionale. Abbiamo attivato con rapidità la procedura di proposta della declaratoria di calamità naturale per poter erogare in tempi brevi i benefici agli agricoltori che già nelle prossime settimane dovranno effettuare spese per preparare i terreni alla nuova semina, dopo un’annata terminata per tutti in grave perdita economica».
Oltre ai contributi a sostegno delle imprese agricole sono previsti anche interventi per l’integrazione salariale in favore dei lavoratori. Intanto, entro il 30 settembre potranno essere presentate le domande di contributo previste dall’avviso per interventi in conto capitale per fronteggiare la crisi idrica in agricoltura pubblicato oggi dal commissario delegato per l’emergenza idrica per l’agricoltura, Dario Cartabellotta. La dotazione finanziaria è di 15 milioni di euro, fondi stanziati con la manovra approvata dall’Ars.
Le risorse saranno destinate per l’80 per cento alle istanze degli imprenditori agricoli, anche in forma associata, e per il 20 per cento ai Comuni. Possono essere finanziati gli interventi di captazione, raccolta e stoccaggio delle acque per uso agricolo e zootecnico; di costruzione di nuove vasche e serbatoi per la raccolta di acqua; di realizzazione di nuovi pozzi o per il miglioramento di quelli esistenti. Sono finanziabili anche nuovi impianti di mini-desalinizzazione. Le domande potranno essere presentate esclusivamente con pec all’indirizzo dipartimento.agricoltura@certmail.regione.sicilia.it.

Fondo Pensioni Sicilia, Regione nomina presidente e componenti del Cda

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Palermo,

Approvate dalla giunta regionale, riunita ieri l’altro- informa un Comunicato dell’Ufficio stampa-  a Palazzo d’Orléans, le nomine del presidente e dei componenti del nuovo Consiglio di amministrazione del Fondo pensioni Sicilia. A guidare l’ente pubblico previdenziale dei dipendenti regionali, su proposta del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, sarà Vincenzo Biagio Paradiso, manager di grande esperienza, originario di Castell’Umberto, nel Messinese, con un passato, tra le altre cariche ricoperte, da amministratore delegato di Sviluppo Italia Sicilia.

Paradiso sarà affiancato dall’avvocato di Vittoria, Giovanni Cultrera, che è stato anche ex presidente dello Iacp di Ragusa (dal 2007 al 2012), e dall’agrigentina Marinella Notonica, laureata in Economia e commercio e dipendente Inps. Entrambi, su proposta dell’assessore alle Autonomie locali e alla funzione pubblica Andrea Messina, sono stati nominati componenti esperti del Cda del Fondo Pensioni Sicilia.

«Per ricostituire il vertice del Fondo pensioni Sicilia – afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – abbiamo scelto figure di alto livello e grande esperienza, professionisti indiscutibilmente seri e stimati. Sono certo che svolgeranno un ottimo lavoro». L’iter di nomina prevede, adesso, che sia acquisito il parere della competente Commissione legislativa dell’Assemblea regionale siciliana, prima di ottenere il definitivo via libera della giunta regionale.

Mosca aumenta il ritmo di guerra, terrorizza l’Ucraina ma Kiev abbatte 60 droni e cinque missili da crociera.

 

Sembra che Putin voglia accelerare il ritmo della guerra con l’Ucraina ma sorta di incapacità avvolge il leader sovietico . Dopo l’attacco tra domenica e lunedì, che ha terrorizzato gli ucraini tra domenica e lunedì prendendo di mira anche Kiev, Mosca ha lanciato missili nelle prime ore del mattino di oggi, provocando un allarme aereo in tutto il Paese …

Pesante attacco russo in Ucraina - (Afp)
Kiev afferma di aver intercettato e abbattuto grazie alla difesa aerea cinque missili da crociera Kh-101 e 60 droni. L’aggiornamento arriva dal comandante dell’Aeronautica, Mykola Oleshchuk,  In totale, ha precisato, le forze russe hanno lanciato tre missili Kinzhal, cinque Kh-101, un Iskander-M e un Iskander-K.

Nelle ultime ore solo nei pressi di Kiev sono stati abbattuti circa 15 droni e diversi missili. “E’ stato distrutto tutto quello che era in volo in direzione della capitale”, ha fatto sapere l’amministrazione militare della capitale ucraina.

Colpito albergo a Krvvvi Rih ,città natale di  Zelensky

Si apprende pre che almeno  due persone sono morte in un attacco missilistico che nelle ultime ore ha colpito un albergo a Kryvyi Rih, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. A confermare il bilancio provvisorio è stato il capo dell’amministrazione militare della città, Oleksandr Vilkul….

 

Dal Libano 320 razzi contro Israele. Il premier israeliano:”La storia non finisce qui”

 

 

Israeli army operation in Deir Al Balah, central Gaza © ANSA/EPAIsraeli army operation in Deir Al Balah, central Gaza © ANSA/EPA

Ag.Ansa/E.

 

Altissima tensione e fibrillazione tra Israele ed Hezbollah   nel  Medio Oriente. L’attacco preventivo in Libano, come lo ha definito lo Stato ebraico, e i 300 razzi lanciati dal movimento sciita hanno segnato una giornata di guerra continua  , dimenticando forse i negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi ancora trattenuti da Hamas.

Negoziati al Cairo

I negoziati al Cairo ”stanno procedendo nella giusta direzione”, nonostante un alto funzionario di Hamas abbia detto che non verranno accettate le nuove condizioni poste da Israele, ha reso noto l’emittente israeliana Channel 12 citando funzionari a condizione di anonimato e spiegando che il leader di Hamas Yahya Sinwar è sottoposto a forti pressioni affinché accetti l’accordo.

Israele ha posto nuove condizioni per accettare l’accordo e ha fatto marcia indietro su quanto concordato in precedenza. La delegazione ha informato i mediatori della nostra posizione: non accetteremo ritiri da quanto concordato il 2 luglio o nuove richieste”, ha dichiarato l’alto funzionario di Hamas Osama Hamdan al canale Al-Aqsa.

I negoziatori israeliani ieri sera sono tornati in Israele dal Cairo e discuteranno i prossimi passi con il primo ministro Benjamin Netanyahu.

Netanyahu: “la storia non finisce qui”

Sul fronte libanese, il primo ministro israeliano ha spiegato che l’attacco preventivo di Israele contro centinaia di lanciarazzi in Libano non è che ‘il primo passo per cambiare la situazione nel nord”” dello Stato ebraico e per permettere ”il ritorno dei nostri residenti in sicurezza nella loro case” al confine con il territorio libanese. Il messaggio di Netanyahu era rivolto a “Nasrallah a Beirut e Khamenei a Teheran, lo devono sapere”.

La storia non è ancora finita”, ha avvertito Netanyahu. “Hezbollah ha cercato di attaccare lo Stato di Israele con razzi e droni. Abbiamo ordinato alle Idf di effettuare un potente attacco preventivo per eliminare la minaccia”, ha affermato il primo ministro israeliano.

”Le Idf hanno distrutto migliaia di razzi a corto raggio e tutti erano mirati a danneggiare i nostri cittadini e le nostre forze in Galilea – ha aggiunto – Inoltre le Idf hanno intercettato tutti i droni che Hezbollah ha lanciato contro obiettivi strategici nel centro del Paese”.

Nasrallah: “Israele ha superato tutte le linee rosse”

Israele ha superato tutte le linee rosse” attaccando Dahyieh e uccidendo vari civili libanesi, ha dichiarato il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, sottolineando che ”fin dall’inizio abbiamo deciso di non colpire obiettivi civili nonostante Israele prenda di mira civili in Libano. Noi vogliamo proteggere i civili in Libano ed è per questo che non prendiamo di mira civili in Israele”.

 

Archeologia Sicilia, recuperato in mare un altro rostro della Battaglia delle Egadi

 

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Il mare scenario della Battaglia delle Egadi continua a restituire tesori archeologici. La campagna di ricerche di agosto ha, infatti, consentito di recuperare un rostro in bronzo che si trovava su un fondale a circa 80 metri.

Il reperto è stato recuperato dai subacquei altofondalisti della “Society for documentation of submerged sites”  (Sdss) con l’ausilio della nave oceanografica da ricerca “Hercules” che negli anni ha permesso, grazie alle sofisticate strumentazioni presenti a bordo, l’individuazione e il recupero di numerosi reperti riguardanti l’importante evento storico del III secolo a.C.

Il rostro è stato trasferito nel laboratorio di primo intervento nell’ex Stabilimento Florio di Favignana ed è già al vaglio degli archeologi della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. Le sue caratteristiche sono simili a quelle degli altri già recuperati nelle precedenti campagne di ricerca: nella parte anteriore una decorazione a rilievo che raffigura un elmo del tipo Montefortino con tre piume nella parte superiore, mentre le numerose concrezioni marine non consentono ancora di verificare la presenza di iscrizioni.

Le attività di ricerca nel tratto di mare tra Levanzo e Favignana sono condotte da circa 20 anni da un team formato dalla Soprintendenza del Mare, dalla statunitense Rpm Nautical Foundation e dalla Sdss.

«I fondali delle Egadi – dice l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – sono sempre una fonte preziosa di informazioni per aggiungere ulteriori conoscenze sulla battaglia navale tra la flotta romana e quella cartaginese. L’intuizione di Sebastiano Tusa continua ancora oggi a ricevere conferme sempre più puntuali, avvalorando gli studi dell’archeologo che avevano consentito l’individuazione del teatro della battaglia che sancì il dominio dei Romani sul Mediterraneo».

Con quest’ultimo rostro, salgono a 27 quelli ritrovati a partire dai primi anni Duemila. Micidiali armi di distruzione che, applicati sulla prua delle navi da guerra, consentivano lo speronamento delle imbarcazioni nemiche e il conseguente affondamento. Negli ultimi 20 anni sono stati individuati anche 30 elmi del tipo Montefortino, appartenuti ai soldati romani, due spade, alcune monete e un considerevole numero di anfore. La battaglia delle Egadi, combattuta a nord-ovest dell’isola di Levanzo nel 241 avanti Cristo, segnò la fine alla prima guerra punica.

 

Ragusa, scontro con un’auto di due giovani tunisini col monopattino Trasferiti all’ospedale sono deceduti per le ferite riportate

 

Un monopattino (Fotogramma)

Com. Ag

 

Morire in monopattino . Due giovani tunisini in monopattino sono morti ieri sera a Vittoria (Ragusa) dopo uno scontro con un’automobile lungo la strada che collega Vittoria a Scoglitti, nel Ragusano.

I due giovani subito dopo lo scontro sono stati immediatamente trasferiti, uno all’ospedale di Ragusa e uno all’ospedale di Vittoria, dove sono morti subito dopo per le ferite riportate. Indaga la polizia municipale di Vittoria.