Piemontese di Villarbasse, nel torinese, Matilde Lorenzi avrebbe compiuto 20 anni il 15 novembre ed era campionessa italiana assoluta in SuperG. Doveva ancora esordire in coppa del mondo. Cresciuta al Sestrière insieme alla sorella maggiore Lucrezia, slalomista. Lorenzi si era messa in luce nella passata stagione vincendo il campionato italiano assoluto e giovani in SuperG in Val Sarentino e si era classificata al sesto posto in discesa e all’ottavo in Supergigante ai Mondiali juniores di Chatel, in Francia.
. Spesso si dedicava all’uncinetto per rilassarsi (anche prima delle gare, come Dorothea Wierer) anche prima delle gare. In particolare, creava per amici e parenti fascette e cappellini. Aveva da poco smaltito i problemi a un ginocchio accusati in primavera ..
La giovane torinese, cresciuta sportivamente al Sestriere, stava scendendo lungo la pista Grawand G1 in un tratto abbastanza pianeggiante quando – secondo quanto ricostruito – gli sci si sono divaricati e le lamine hanno perso contatto con il manto nevoso. Matilde Lorenzi è poi caduta sbattendo violentemente il volto sul terreno ghiacciato. A quel punto uno degli sci si è sganciato e la sciatrice è ruzzolata fuori pista.
C o m u n i c a t o (Quirinale)
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Luciano Antonio Portolano, il seguente messaggio:
«Ho appreso con sincera commozione la notizia della morte di Matilde Lorenzi, Caporale presso il Reparto Attività Sportive del Centro Addestramento Alpino. In questa tristissima circostanza, la prego far pervenire ai familiari le espressioni del mio più grande cordoglio e di partecipare la mia vicinanza all’Esercito Italiano».
Giudici al contrattacco contro il governo Meloni. Sembra una partita di ping.pong, e si parla di esseri umani .Il governo è così servito .La sezione immigrazione del tribunale di Bologna ha ritenuto “sussistenti” i presupposti per un rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia dell’Unione Europea del decreto Paesi sicuri per chiedere quale sia il parametro “sulla cui base debbono essere individuate le condizioni di sicurezza che sottendono alla designazione di un Paese terzo come Paese di origine sicuro”.
Contestualmente il tribunale di Bologna ha chiesto alla Corte di giustizia Ue se “sussista sempre l’obbligo per il giudice nazionale di non applicare” le disposizioni nazionali in caso di contrasto con la direttiva 32/2013, che riguarda le procedure comuni “ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione“.
“Accogliamo con favore la decisione dei giudici del Tribunale di Bologna di rinviare alla Corte di Giustizia Europea il pronunciamento sul decreto ‘Paesi sicuri’ – afferma invece Rosario Coco, presidente Gaynet – Come Gaynet, abbiamo ripetutamente fatto notare che 9 dei 19 Paesi perseguitano l’omosessualità (Algeria, Ghana, Egitto, Gambia, Marocco, Tunisia, Senegal, Sri Lanka, Bangladesh) mentre altri 7 (Albania, Bosnia, Capo Verde, Kosovo, Montenegro, Perù, Serbia) prevedono specifiche contro le persone trans”.
”I giudici hanno ribadito che la definizione di Paese sicuro deve riguardare tutto il territorio e tutte le minoranze: secondo il decreto approvato dal Governo, paradossalmente, anche che la Germania sotto il regime nazista era un paese estremamente sicuro per la stragrande maggioranza della popolazione tedesca: fatti salvi gli ebrei, gli omosessuali, gli oppositori politici, le persone di etnia rom ed altri gruppi minoritari, oltre 60 milioni di tedeschi vantavano una condizione di sicurezza invidiabile”.
”Chiediamo che il Governo modifichi il decreto e riveda immediatamente le procedure di richiesta d’asilo rispettando l’art. 19 del Testo Unico sull’Immigrazione, che afferma che nessuna persona può essere rimandata in patria se vi è il concreto rischio che venga perseguitata”.
Ha aperto i battenti l’edizione 2024 della Fiera dei Morti che anche quest’anno si tiene nel parcheggio scambiatore Fontanarossa dell’Amts, fino al prossimo 4 novembre.
L’avvio delle attività del tradizionale mercato all’aperto,- informa l’Ente- che accompagna il periodo della festa di Ognissanti e della commemorazione dei Defunti, è avvenuto alla presenza dell’assessore alle Attività produttive Giuseppe Gelsomino, della consigliera Alessia Trovato, dell’assessore Giovanni Petralia, del presidente Francesco Valenti e diversi consiglieri del sesto municipio ecc.
“Un sito questo di Fontanarossa la cui funzionalità è ormai sperimentata-ha detto l’assessore Gelsomino, dopo avere tagliato il nastro inaugurale della Fiera che accoglie 150 stand di operatori commerciali provenienti da tutta la Sicilia e anche da fuori Regione. Quest’anno la soddisfazione è stata ancora maggiore perché siamo a riusciti a superare ostacoli imprevisti che si sono presentati all’ultimo istante in fase di affidamento dell’organizzazione della fiera per vendita di prodotti tipici e artigianali di ogni genere, a cominciare dai giocattoli per bambini ma anche dell’abbigliamento invernale.
Nello spazio mercatale -ha aggiunto l’assessore alle attività produttive della giunta Trantino- abbiamo anche un’ampia area food per le degustazioni dei prodotti tipici locali, uno spazio per i giochi dei bambini e una postazione di primo soccorso per le eventuali emergenze”.
La tradizionale manifestazione fieristica rimarrà aperta, nei giorni festivi e prefestivi dalle ore 9 alle 24 e nei giorni feriali, dalle 9 alle 22.30.
Nella mattinata odierna, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno dato esecuzione ad un’ordinanza con la quale il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura, ha disposto l’applicazione di misure cautelari nei confronti di 5 soggetti, per la ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati nei loro confronti, rispettivamente, di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, alle estorsioni e ai reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.
Nei confronti del titolare delle aziende è stata disposta l’applicazione della custodia cautelare in carcere; nei confronti del consulente del lavoro e di una responsabile amministrativa dell’azienda quella degli arresti domiciliari; per due responsabili dei punti vendita la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza. Contestualmente è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari, di due società di capitali che gestivano le attività commerciali, con affidamento della loro gestione ad amministratori giudiziari nominati con lo stesso provvedimento.
I provvedimenti cautelari, emessi su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, scaturiscono dall’attività di indagine svolta dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Catanzaro che ha riguardato le condizioni di impiego dei lavoratori di cinque supermercati di Montepaone, Soverato e Chiaravalle Centrale, in provincia di Catanzaro. La complessa attività investigativa (che si è articolata in attività di intercettazione e di perquisizioni) ha consentito di delineare – nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa – la gravità indiziaria circa la sussistenza di un’associazione per delinquere e di plurimi episodi di sfruttamento del lavoro, estorsivi e di falsità ideologica del privato in atto pubblico.
Gli elementi acquisiti hanno consentito di ricostruire, sul piano della gravità indiziaria che componenti dell’associazione a delinquere, sotto le direttive del titolare delle imprese ed approfittando della condizione di necessità e vulnerabilità derivante da precarietà economica, avevano imposto condizioni di lavoro degradanti e pericolose sul luogo di lavoro ad oltre 60 dipendenti, violando sistematicamente la normativa sull’orario di lavoro; corrispondendo una retribuzione palesemente inadeguata o comunque insufficiente rispetto alla quantità e qualità del lavoro svolto (4,00 euro all’ora, a fronte di una prestazione di attività lavorativa di oltre 50 ore a settimana) o sottraendo parte della retribuzione (con restituzione in contanti); limitando il godimento dei giorni di riposo settimanale e delle ferie annuali, garantiti dalla legge, con fruizione di sole due settimane di ferie all’anno; costringendo i lavoratori ad operare in ambienti che non rispettavano le norme di sicurezza ed a falsificare la natura dell’infortunio, non dichiarando gli infortuni sul lavoro come tali, ma indicandoli come incidente domestico, impedendo così di ottenere le necessarie tutele previdenziali e risarcitorie previste dalla legge.
Il consulente del lavoro e la responsabile amministrativa, che coadiuvavano attivamente l’imprenditore, avevano il compito, rispettivamente, di redigere contratti di lavoro apparentemente part-time e false buste paga non riportanti le reali ore lavorate e di occuparsi della gestione contabile delle attività, collaborando nella redazione dei contratti di lavoro; i responsabili dei punti vendita erano delegati al controllo dei dipendenti, cui richiedevano l’effettuazione di turni massacranti negando la possibilità di usufruire di parte delle ferie cui avevano diritto e, in occasione della verificazione di infortuni sul lavoro, accompagnavano i lavoratori in ospedale per costringerli a rendere dichiarazioni false in merito alla dinamica dell’incidente.
Operazione anti-droga nel quartiere CEP di Archi: con un blitz mirato e una strategia investigativa accurata, i Carabinieri di Reggio Calabria hanno smantellato una rete di spaccio a conduzione familiare che serviva decine di clienti ogni giorno. All’alba di oggi, i militari hanno eseguito quattro misure cautelari, con arresti domiciliari e braccialetto elettronico, nei confronti di una famiglia – nonni, figli e nipoti – accusata di gestire un punto di vendita di cocaina organizzato con metodo e rapidità. Le indagini, avviate nel giugno 2022, sono partite dalle segnalazioni di residenti preoccupati e stanchi dell’intensa attività di spaccio che rendeva il quartiere insicuro. I Carabinieri della Stazione di Archi hanno risposto avviando un monitoraggio serrato del quartiere CEP, durato tre mesi, durante il quale sono stati pianificati servizi di appostamento, controlli mirati e analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza.
I militari dell’Arma hanno subito individuato un insolito modus operandi degli indagati, permettendo così di affinare le tecniche di controllo e di raccolta delle prove.
l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca
Anna Mondino, Direttrice scientifica della Fondazione AIRC, in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”
Alessio Menga, Ricercatore presso l’Università degli Studi di Torino, in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”
Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca, in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”
Orazio Schillaci, Ministro della Salute,in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna il Premio speciale AIRC “Credere nella Ricerca” a Gianluigi Buffon, Capo delegazione FIGC e Ambasciatore AIRC dal 2022,
in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”
l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna il Premio speciale AIRC “Credere nella Ricerca” all’Istituto Comprensivo Piaget-Majorana di Roma,
in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”
l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna il Premio speciale AIRC “Credere nella Ricerca” alla Famiglia Barilla
, in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”
l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna il Premio scientifico biennale AIRC “Guido Venosta” a Mario Paolo Colombo, Direttore di Immunologia molecolare presso la Fondazione Istituto Nazionale dei Tumori,
in occasione della cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”
Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”, iniziativa promossa dalla Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro.
Sono intervenuti Andrea Sironi, Presidente della Fondazione AIRC, Anna Mondino, Direttrice scientifica della Fondazione, Alessio Menga, Ricercatore presso l’Università degli Studi di Torino, Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca, Orazio Schillaci, Ministro della Salute.
Il Capo dello Stato ha consegnato il Premio AIRC “Credere nella Ricerca” a Penny Italia, per la partecipazione attiva al fianco di Fondazione AIRC sui temi della prevenzione oncologica; al Sig. Gianluigi Buffon per aver saputo coinvolgere, a titolo personale e come capo delegazione della Nazionale della Federazione Italiana Giuoco Calcio, le giovani generazioni nelle iniziative di divulgazione di Fondazione AIRC; all’istituto Comprensivo Piaget-Majorana di Roma per gli sforzi concreti nel sensibilizzare gli studenti e le studentesse sul valore della ricerca scientifica e sull’importanza della cultura della prevenzione nell’ambito del Progetto AIRC nelle scuole e, in particolare, nell’iniziativa di cittadinanza attiva “Cancro io ti boccio”; e alla famiglia Barilla, per la costante e generosa vicinanza alla missione Fondazione AIRC, e per ispirare un numero crescente di persone a sostegno della ricerca sul cancro.
Il Premio scientifico biennale AIRC “Guido Venosta” è stato consegnato al Dott. Mario Paolo Colombo, Direttore di Immunologia molecolare presso la Fondazione Istituto Nazionale dei Tumori, per aver interamente dedicato la sua carriera alla ricerca oncologica, contribuendo a ricerche originali in onco-immunologia e partecipando alla definizione di correlati studi clinici.
La cerimonia si è conclusa con l’intervento del Presidente della Repubblica.
Erano presenti Augusto Antonio Barbera, Presidente della Corte Costituzionale, Licia Ronzulli, Vice Presidente del Senato della Repubblica, rappresentanti del mondo politico, della ricerca, dell’università e della comunicazione.
«Le coperture della manovra quater derivano da maggiori entrate e sono la prova della forte crescita economica che la Sicilia sta vivendo».
Lo afferma l’assessore regionale dell’Economia Alessandro Dagnino, illustrando il disegno di legge di variazioni di bilancio che da lunedì sarà oggetto dell’esame della Commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana.
«Il registrarsi di un saldo di entrata così importante a fine anno – spiega l’assessore – è la conseguenza naturale della riforma delle norme di attuazione dello Statuto siciliano in materia finanziaria, che prevede il passaggio dal metodo del riscosso al metodo del maturato. In virtù di tale riforma lo Stato eroga a inizio anno un primo trasferimento sulla base del criterio storico, riservandosi, in caso di crescita delle entrate, successivi conguagli nel corso dell’anno. Appaiono perciò del tutto prive di fondamento talune ricostruzioni giornalistiche, dal sapore allarmistico, secondo le quali sarebbero in corso modifiche alla manovra per compensare minori entrate fiscali».
«Al contrario, con la manovra all’esame dell’Ars – spiega l’assessore – il governo Schifani ha deciso di destinare maggiori entrate a beneficio della collettività che le ha generate. Siamo in condizioni di finanziare nuove spese per circa 420 milioni a sostegno della crescita, grazie al rispetto degli impegni di ripianamento del disavanzo. Rigore e sviluppo rimangono le parole d’ordine e la possibilità di realizzare una quarta manovra è la prova non solo che la Sicilia cresce, ma anche che i conti sono in ordine ».
«Il connubio tra rigore e sviluppo viene perseguito anche attraverso il miglioramento della qualità della spesa discrezionale, che per la prima volta – sottolinea l’assessore Dagnino – è destinata per il 97 per cento a investimenti, quindi con beneficio prolungato nel tempo sull’economia». Infine, un passaggio sulle scelte di politica economica alla base delle misure principali della manovra. «Gli interventi – aggiunge Dagnino – vanno esaminati con un approccio olistico, essendo ciascuno di essi un elemento di una visione complessiva. Ad esempio, la misura che punta a rafforzare il tessuto economico regionale con gli aiuti alle medie imprese e alle aggregazioni va letta unitamente a quella sul prestito d’onore. Infatti l’incentivo a studiare nelle Università siciliane, oltre ad agevolare gli studenti e le loro famiglie, si pone anche a presidio della crescita delle imprese più strutturate, che potranno disporre di un maggior numero di laureati qualificati, migliorando la competitività e innescando un circuito virtuoso ».
Notizie giudiziarie riservate in possesso anche degli hacker più spregiudicati. Questo tipo di inchiesta, a dir la verità, non è nuova,, in Sicilia la Procura di Catania aveva scoperto alcuni anni addietro una “banda” di infiltrati che passavano e/o vendevano informazioni agli imprenditori della zona. Erano ufficiali di polizia giudiziaria, ( ricordate l’ispettore forestale catanese Luca Ferlito che operava nella zona turistica di Nicolosi e Trecastagni, Pedara, che aveva accesso al sistema informatico giudiziario di Catania? Si scoprì che passava le notizie giudiziarie ad un imprenditore etneo in “cambio di favori e altro” Ebbene, anche se poi le procedure e difese legali “assolvono”, i fatti negativi rimangono.
Quel forestale perse credibilità ed operò in un altro territorio della provincia etnea. E certamente in un Tribunale un impiegato qualsiasi difficilmente potrà rubare notizie riservate e riconducibili ai potenti, o ai politici. Può farlo direttamenye chi è abilitato a rivestire appunto la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria eccetera.
Fatto questo preambolo il vizietto prosegue nel resto d’Italia. e il dossieraggio – sistema Montante , ricordate pure ? sotto processo ,è alquanto sgradito ai politici di spicco perchè strumento di ricatto.
La notizia.Anche Ignazio La Russa, di Paternò (Ct), il figlio Geronimo e l’ex premier Matteo Renzi di Firenze nel mirino del dossieraggio con i dati rubati alle banche dati.
Enrico Pazzali, presidente di Fiera Milano, indagato nell’inchiesta della presunta associazione a delinquere che mirava a fornire o creare dossieraggi illegali su imprese e volti noti, il 19 maggio del 2023 chiede di realizzare un report sul presidente del Senato. All’interlocutore il presidente di Fiera Milano dice: “fammene un’altra…Ignazio La Russa!”.
Intercettato, in via Pattari sede della società Equalize di cui è socio di maggioranza, Pazzali aggiunge: “E metti anche un altro se c’è … eh … come si chiama l’altro figlio? come si chiama? Eh … Geronimo come si chiama Geronimo La Russa? ma non si chiama Geronimo…come si chiama? Antonino? Metti Antonino La Russa… stavo pensando sia Antonino che Ignazio”. Il passaggio è riportato tra gli atti dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Milano.
Quanto a Renzi, il socio minoritario dell’Equalize, l’ex super poliziotto Carmine Gallo (ai domiciliari) “è scioccato – si rileva negli atti della procura – delle ricerche di Pazzali: ‘Minchia, quello va a fare Matteo Renzi cazzo però!’ e Nunzio Samuele Calamucci (presunto hacker ai domiciliari, ndr) spiega il rischio di essere scoperti e di una possibile reazione del politico: “Ci incula…ci manda qua la finanza, i servizi, i contro servizi!”.
Gli agenti del commissariato di Villa San Giovanni della polizia hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria un 43enne di Napoli, ritenuto responsabile del reato di ricettazione..
L’uomo è stato fermato durante un posto di controllo, insieme a un giovane, a bordo di un’auto da poco sbarcata dal traghetto proveniente da Messina. Il nervosismo dei due è stato notato dai militari e quindi sono stati sottoposti a perquisizione. Gli agenti hanno quindi trovato, nascosto nella scocca del parafango anteriore della macchina, un pantaloncino da mare con all’interno un involucro contenente diversi monili in oro, orologi preziosi e banconote.
Dopo il ritrovamento, il più giovane dei due, privo di documenti, è fuggito facendo perdere le sue tracce, mentre il conducente dell’auto è stato condotto in commissariato e identificato grazie al controllo del fotosegnalamento operato dal personale del Gabinetto regionale di polizia scientifica di Reggio Calabria.
Le indagini svolte con l’ausilio della Squadra mobile reggina hanno consentito di accertare che parte di quanto rinvenuto era provento di una truffa commessa a Catania in danno di una anziana donna che, con l’espediente del finto incidente del figlio, aveva consegnato ai truffatori, ancora in fase di identificazione, monili in oro, orologi e circa 3.500 euro in contanti. L’autorità giudiziaria, dopo la convalida del fermo, ha disposto per l’uomo la custodia cautelare incarcere.
Nuovo assalto- un pò sofisticato- la scorsa notte a una stazione di servizio all’uscita della tangenziale di Catania, svincolo Paesi Etnei.
Una banda arrivata con due auto e due camion ha bloccato coi mezzi pesanti le strade per impedire alla Polizia -forze dell’ordine un eventuale ingresso e, quindi di intervenire, sia in direzione tangenziale sia in direzione San Giovanni La Punta. Hanno poi tentato, senza riuscirci, di scardinare la cassa continua. A quel punto, armati di bastoni, hanno rotto il gabbiotto dove c’era il dipendente e hanno portato via l’incasso. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Gravina di Catania e la scientifica per i rilievi.
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