La tregua prevede l’accesso della Russia al mercato mondiale- Zelenski non si fida di Putin

 

Putin - Trump, le tappe del rapporto tra i leader e la gestione della  guerra in Ucraina - la Repubblica

Archivio-SUD LIBERTA’

 

 

 

E’ più vicina la  tregua tra Ucraina e Russia in un percorso  davvero imprevedibile i. Donald Trump annuncia “grandi progressi” nei negoziati dopo la tre giorni in Arabia Saudita, dove la delegazione americana ha avuto colloqui separati con Kiev e con Mosca.

La tregua nel Mar Nero prevede di non attaccare le infrastrutture energetiche, in teoria dovrebbe essere già in vigore e in realtà viene violato quotidianamente.

I 5 punti della tregua

La nota della Casa Bianca propone infatti come primo punto la tregua nel Mar Nero La dichiarazione si presenta in doppia versione: una relativa all’accordo con la Russia, l’altra per l’Ucraina. “Gli Stati Uniti e la Russia (così come Usa e Ucraina, ndr) hanno concordato di garantire una navigazione sicura” per attività commerciali, “eliminare l’uso della forza e impedire l’utilizzo di navi commerciali per scopi militari nel Mar Nero”, si legge nel primo punto.

Il secondo punto relativo a Kiev prevede che ” l’impegno degli Stati Uniti a garantire lo scambio di prigionieri di guerra” tra Mosca e Kiev, ”il rilascio dei civili detenuti e il ritorno dei bambini ucraini trasferiti con la forza” in Russia.

Al punto 2 della dichiarazione con Mosca si legge: gli Stati Uniti contribuiranno a ripristinare l’accesso della Russia al mercato mondiale per le esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti, a ridurre i costi delle assicurazioni marittime e a migliorare l’accesso ai porti e ai sistemi di pagamento per tali transazioni.

Anche il punto numero 3 propone una doppia versione, una per ciascun paese coinvolto nella guerra: gli Stati Uniti, la Russia e l’Ucraina hanno concordato di sviluppare misure per l’attuazione dell’accordo del presidente Trump e del presidente Putin e del presidente Zelensky per vietare gli attacchi contro le strutture energetiche di Russia e Ucraina. Non sono previste quindi moratorie per le infrastrutture civili: possono essere colpite.

Il quarto punto sostiene che Stati Uniti, la Russia e l’Ucraina accolgono con favore i buoni uffici dei Paesi terzi al fine di sostenere l’attuazione degli accordi energetici e marittimi.

Infine, il punto 5: Stati Uniti, la Russia e l’Ucraina continueranno a lavorare per il raggiungimento di una pace duratura e sostenibile.

Entrambe le note si concludono con la riaffermazione che gli Stati Uniti hanno ribadito a Mosca e Kiev “l’imperativo del presidente Trump di fermare le uccisioni da entrambe le parti del conflitto tra Russia e Ucraina, come passo necessario per raggiungere una soluzione di pace duratura. A tal fine, gli Stati Uniti continueranno a facilitare i negoziati tra le due parti per raggiungere una risoluzione pacifica, in linea con gli accordi presi a Riad”.

Ci risiamo:  le condizioni di Putin

 Mosca propone una propria interpretazione con una nota del Cremlino, che fissa una serie di condizioni e tende a modificare il quadro generale .

 Per la Russia, l’entrata in vigore della tregua nel Mar Nero è legata all’eliminazione delle restrizioni relative alle esportazioni agricole (prodotti alimentari e fertilizzanti) e alla rimozione di sanzioni nei confronti del settore agricolo e bancario, con il reinserimento di una serie di istituti nel sistema Swift, il sistema utilizzato dalle banche di ogni paese per le transazioni internazionali.

La nota del Cremlino, inoltre, ‘decide’ che la tregua relativa alle infrastrutture energetiche è iniziata il 18 marzo e durerà 30 giorni: riguarda raffinerie petrolifere, gasdotti, impianti di stoccaggio, centrali e dighe collegate a centrali idroelettriche. La violazione della tregua da parte di uno dei due paesi, secondo Mosca, libererà automaticamente l’altra parte da ogni vincolo. E’ evidente che i rischi legati a provocazioni sono enormi.

Zelenski:”Vediamo come si comporta la Russia….”

L’Ucraina, come spiega il presidente Volodymyr Zelensky, ha concordato con gli Usa che eventuali violazioni saranno denunciate agli americani con la produzione di prove relative all’eventuale condotta russa. “Il comportamento della Russia nei prossimi giorni rivelerà molto, se non tutto”, dice il presidente ucraino che, dall’inizio dei negoziati, continua a mostrare scetticismo sulle reali intenzioni di Putin.

Politiche sociali in Sicilia, 19 milioni di euro per il pagamento del beneficio economico alle persone con disabilità gravissima a febbraio

 

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Oltre 19 milioni di euro dall’assessorato regionale della Famiglia e delle politiche sociali per il pagamento del beneficio economico in favore delle persone con disabilità gravissima per il mese di febbraio 2025.

«Prosegue con puntualità – dice l’assessore Nuccia Albano – l’erogazione delle risorse che consentono di sostenere in tutta l’Isola migliaia di persone fragili e le loro famiglie. Questo impegno evidenzia la grande attenzione del governo Schifani nei confronti di chi si trova in condizioni di grave deficit e la volontà concreta di alleviarne le difficoltà economiche e sociali. La continuità e l’efficacia di tali misure rappresentano un passo fondamentale per garantire il benessere e la dignità delle persone più vulnerabili».

I 19.097.204 euro sono finanziati dal “Fondo per la disabilità e per la non autosufficienza”. Le risorse saranno destinate a tutte le Asp dell’Isola sulla base della comunicazione del numero delle persone affette da disabilità gravissima. I soggetti censiti al mese di febbraio 2025 risultano oltre 15.260.

 

Selinunte, nuove scoperte e veste grafica.

 

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Nuove scoperte archeologiche al Parco di Selinunte: riaffiorano la porta monumentale e porzioni di mura fortificate della città arcaica che chiudevano la città da Nord. Si riscrive, dunque, la mappa dell’antica Selinunte prima della distruzione dei Cartaginesi nel 409 a.C. grazie ai nuovi scavi che hanno spostato molto in avanti (circa 300 metri) l’estensione verso Nord della città, rispetto a quanto pensato finora, confermando la sua enorme importanza e la potenza tra i centri di cultura greca del Mediterraneo.

Di questo si è parlato stamattina a Selinunte, in provincia di Trapani, in occasione della presentazione della nuova immagine visiva del Parco a cui ha partecipato l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato. «Il Parco archeologico continua a lavorare riuscendo, con fondi propri, a riscrivere la storia di Selinunte – ha detto l’assessore Scarpinato – Il nuovo logo, la segnaletica, le visite e i servizi raccontano un Parco vitale, al servizio del pubblico, che continua ad attirare nuovi visitatori innamorati di questo lembo di Sicilia colmo di storia».

Per questa campagna di scavo hanno lavorato i giovani archeologi di Archeofficina con la direzione scientifica di Carlo Zoppi dell’Università del Piemonte Orientale, che già da giovane lavorava a Selinunte. «Abbiamo superato le recinzioni del Parco che risalgono a trent’anni fa e abbiamo trovato la cinta muraria e la porta monumentale – spiega il direttore del Parco archeologico di Selinunte, Felice Crescente – Di questi scavi resterà il metodo: essere in grado di sostenere le campagne di scavo, sperimentando anche tecniche innovative come la Tomografia geoelettrica tridimensionale, che permette di sondare il terreno fino a 4 metri».

L’idea è quella di musealizzare l’intera area e renderla fruibile al pubblico, anche con la ricostruzione virtuale dell’antica cinta muraria. Tutto questo rientra in un progetto complessivo di fruizione che guarda al futuro prossimo.

Introdotti anche la nuova segnaletica e il nuovo logo del Parco, ideato da Atelier 790, che ruota attorno all’elemento iconico della foglia di selinon (sedano), che si ritrova su una didracma (540-510 a.C.) ed è il simbolo distintivo dell’antica Selinunte. Anche la palette cromatica attinge alle decorazioni dei templi, il logo e l’immagine grafica sono declinati anche sulla nuova linea di merchandising in vendita al bookshop.

CoopCulture, su richiesta delle direzione del Parco, ha prodotto uno studio indirizzato alla razionalizzazione della segnaletica, individuando i punti di maggiore interesse per i visitatori: Collina orientale, Acropoli, Collina di Manuzza, Malophoros e le aree intermedie oltre ai servizi al pubblico, suggerendo percorsi con indicazioni delle distanze, che in un Parco enorme come Selinunte, danno al pubblico un’idea dei tempi della visita e del suo grado di accessibilità, dei mezzi disponibili (navette elettriche, bici, a piedi). «Visitare il Parco – ha aggiunto Scarpinato – diventa sempre più un’esperienza immersiva, che può essere affrontata da soli, complice la nuova segnaletica, o con l’ausilio di visite guidate approfondite e percorsi inediti».

Catania: minacciano anziana spacciandosi per forze dell’ordine, arresti

 

Old fashioned detective in hat on dark background

Catania,

Hanno pensato di derubare un’anziana, facendo leva sulla sua età e sul suo stato emotivo, ritenendola un soggetto particolarmente vulnerabile. I due truffatori, però, non hanno fatto i conti con la scaltrezza della donna, una catanese di 80 anni, che, con uno spiccato acume investigativo, ha subito fiutato il tentativo di raggiro ed è riuscita a difendersi, mettendo in pratica i suggerimenti e i consigli appresi, nei mesi scorsi, dopo aver seguito le campagne di informazione della Polizia di Stato e, in particolare, la campagna “Insieme per la sicurezza” realizzata dalla Questura di Catania

.In questo modo, il piano congegnato dai due truffatori, rispettivamente un catanese di 21 anni e 26enne originario di Ragusa è miseramente fallito, grazie ad una serie di brillanti contromosse che l’anziana è riuscita a mettere in atto in pochi istanti.Dopo aver contattato telefonicamente la vittima, uno dei truffatori si è presentato come “comandante della polizia” e ha riferito che il figlio era rimasto coinvolto in un incidente stradale, causando la morte di una donna incinta. Per rendere la storia ancora più credibile, il finto appartenente alle forze dell’ordine ha passato al telefono altri due complici, uno pseudo-avvocato e un presunto giudice, per poi fare la richiesta che avrebbe dovuto far cedere la donna.

“Per risparmiare la galera a suo figlio, è necessario che lei consegni ad uno degli agenti che suonerà da lì a poco alla porta della sua abitazione tutto il denaro e i gioielli in oro in suo possesso”. Dall’altro capo del telefono, però, la donna aveva già capito tutto anche perché, appena un mese fa, si era imbattuta in un analogo episodio, riuscendo a far fallire, anche in quel caso, il piano attraverso il quale il truffatore aveva tentato di raggirarla con lo stesso modus operandi.Per questo motivo, l’anziana ha mantenuto la calma e ha continuato ad assecondare le richieste del suo interlocutore, tenendolo in linea, senza farlo insospettire. Nel frattempo, ha pensato di scrivere un messaggio alla figlia, tramite una chat di messaggistica, per chiedere di avvertire la Polizia.

Una volta giunta la segnalazione in Sala operativa, gli agenti della squadra volanti della Questura di Catania hanno immediatamente raggiunto l’abitazione della donna, ancora al telefono con il truffatore. I poliziotti hanno intercettato uno dei complici del raggiro mentre stava suonando al campanello di casa per recuperare quanto promesso dalla donna al telefono. L’uomo di 44 anni, già noto alle forze di polizia per i numerosi precedenti per reati contro il patrimonio e per aver messo a segno truffe dello stesso tipo, è stato arrestato in flagranza dai poliziotti, ferma restando la presunzione di innocenza dell’indagato valevole ora e fino a condanna definitiva

.Il malvivente, sempre al telefono con l’anziana, non essendo a conoscenza dell’arresto del complice, non ricevendo risposte, ha deciso di inviare un altro correo.A quel punto, i poliziotti hanno deciso di appostarsi sotto casa, in attesa dell’arrivo dell’altro complice.Anche in questo caso, l’anziana ha saputo tenere testa al truffatore e ha accettato di aprire la porta di casa al secondo emissario, il 21enne. Il giovane, che pensava di dover ritirare la borsa con denaro e gioielli, si è trovato davanti uno dei poliziotti che lo ha arrestato, ferma restando la presunzione di innocenza dell’indagato valevole ora e fino a condanna definitiva

.In questa occasione, i due uomini sono stati tratti in arresto per tentata estorsione, in quanto hanno minacciato la vittima di arrestare il figlio se non avesse pagato, non limitandosi alla commissione del reato meno grave di truffa.Sentito il Pubblico Ministero di turno, il 26enne è stato condotto in carcere, mentre il 21enne è stato posto agli arresti domiciliari, in attesa del giudizio di convalida dinanzi al GIP.Il Giudice per le Indagini Preliminari, così come richiesto dalla Procura della Repubblica, ha convalidato l’arresto per il reato di tentata estorsione applicando al 21enne la misura cautelare degli arresti domiciliari e al 26enne quella della custodia cautelare in carcere.In tal modo, i poliziotti della Questura hanno scoperto l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale, con soggetti pronti ad entrare in scena dopo aver ricevuto un sms con l’ordine di andare a riscuotere denaro e preziosi presso le abitazioni di ignare vittime, ricevendo, in cambio, il 25% del valore del ricavato.

Questi aspetti testimoniano come il meccanismo delle truffe agli anziani sia diventato un sistema particolarmente complesso, organizzato da truffatori senza scrupoli nei minimi dettagli, per cercare di raggirare le persone più fragili a tutti i costi.

Messina,truffa ai danni dell’Unione Europea. Sequestro di beni per 160 mila euro

 

Cosa pensano i cittadini dell'Unione europea - Openpolis

 

 

Messina

Il Reparto Carabinieri Tutela Agroalimentare di Messina ha eseguito, nella locale provincia, un Decreto emesso dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Messina su richiesta della Procura Europea – Ufficio dei Procuratori Europei delegati per Sicilia, con sede a Palermo – che ha disposto il sequestro preventivo di denaro e disponibilità finanziarie o, anche per equivalente, di altri beni o utilità di proprietà degli indagati, fino alla concorrenza di € 160 443,23, profitto di reato commesso da due ditte individuali con il concorso di due operatori CAA (Centro di Assistenza Agricola).

Napoli, Contrasto alla criminalità economica e finanziaria, tutela economica e sicurezza prodotti – Eseguite 9 misure cautelari personali

 

 

 

 

Napoli,

La Guardia di finanza, con l’impiego di 200 militari appartenenti a 30 Reparti del Corpo, ha dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di 9 misure cautelari personali e a un decreto di sequestro preventivo per un importo pari complessivamente a 7.947.540,28 euro, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torre Annunziata su conforme richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti soggetti indagati per il reato di associazione per delinquere (art. 416 c.p.), finalizzata alla commissione dei reati di adulterazione di fitofarmaci e di ricettazione di tali prodotti, nonché per i reati di adulterazione o contraffazione di fitofarmaci (art. 441 c.p.), di riciclaggio (art. 648 bis c.p.) e di autoriciclaggio (art. 648 ter. l c.p.).

I fitofarmaci sono prodotti fitosanitari (“antiparassitari”, “pesticidi”) utilizzati in agricoltura per l’eliminazione di organismi nocivi (insetti, acari, batteri, roditori) e di erbe infestanti, la cui immissione in commercio è soggetta ai dettami di specifiche direttive europee, che prevedono una doppia valutazione del rischio (sanitaria ed ambientale), posta in essere dagli Stati Membri mediante un “elenco positivo” di sostanze attive utilizzabili nei preparati.

L’attività investigativa trae origine dal sequestro di oltre 46mila litri di fitofarmaci adulterati e illegali – che, qualora immessi sul mercato, avrebbero fruttato 5 milioni di euro – effettuato dalla Guardia di Finanza nel 2023 in fase di accesso presso il domicilio del rappresentante legale della “Agro Val Service” s.r.l. con sede a Boscoreale (NA), esercente l’attività di “commercio al dettaglio di prodotti per l’agricoltura ed il giardinaggio”.

Dalle indagini, proseguite anche mediante intercettazioni telefoniche, oltre che con l’ausilio delle analisi tecniche dell’ICQRF sui campioni sequestrati, è emerso che l’amministratore della predetta società avrebbe importato dalla Cina e dalla Thailandia, per poi commercializzarli in concorso con alcuni intermediari/procacciatori di clienti, fitofarmaci vietati dalla normativa di settore, europea e nazionale, in assenza delle previste autorizzazioni amministrative sanitarie ed ambientali, in quanto adulterati e pericolosi per la salute pubblica.

Nello specifico i fitofarmaci, dopo essere stati introdotti nel territorio nazionale mediante false indicazioni nelle bollette doganali inerenti alla tipologia di prodotto in modo da eludere i controlli, venivano manipolati con altre molecole, creando miscele nocive per la salute umana ed estremamente vantaggiose per i clienti finali, in quanto diluibili con una percentuale di acqua doppia rispetto a quella necessaria per l’impiego di un fitofarmaco legale, permettendo quindi agli attuali indagati un illecito risparmio di spesa e,conseguentemente, un maggiore illecito profitto.

Nel corso delle indagini si è proceduto ad una pluralità di sequestri dei fitofarmaci adulterati, i quali, all’esito della consulenza tecnica disposta da questo Ufficio, sono risultati contenere sostanze altamente cancerogene, pericolose per la salute umana.

I proventi dell’attività illecita sono risultati reinvestiti dai principali indagati nell’acquisto di 3 immobili – un appartamento a Scafati (SA), una residenza estiva a Capaccio Paestum (SA) ed un b&b a Porto Cesareo (LE) – del valore complessivo di euro 381.050,48, anch’essi oggetto di sequestro preventivo, integrandosi a carico dei responsabili anche il reato di auto-riciclaggio.

All’esito delle indagini espletate il GIP del Tribunale di Torre Annunziata ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di un indagato, la misura coercitiva degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di altri sette indagati e la misura coercitiva del divieto di dimora nella regione Campania per un indagato nonché ha disposto il sequestro preventivo della somma di 7.947.540,28 euro, comprensiva di denaro contante, disponibilità finanziarie, quote societarie, beni mobili ed immobili riconducibili agli indagati.

In esecuzione di un decreto di perquisizione emesso da questa Procura della Repubblica, sono in corso, altresì, con l’ausilio di tre unità cash dog, specializzate nella ricerca di denaro contante, 55 perquisizioni – nelle regioni Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia – anche nei confronti delle ditte degli acquirenti nonché degli intermediari/procacciatori di clienti dei fitofarmaci provenienti dalle due società riconducibili al dominus dell’associazione per delinquere (Agro Val Service s.r.l. e Romanus Agro s.r.l.), al fine di impedirne l’utilizzo nelle coltivazioni agricole con ulteriori danni per l’ambiente e per il consumatore finale.

Beni culturali in Sicilia, Parco archeologico di Selinunte: martedì 25 l’assessore Scarpinato presenta il nuovo logo

 

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Martedì 25 marzo alle 11 nell’antiquarium Falcone e Borsellino del Baglio Florio del Parco di Selinunte, saranno presentati nel corso di una conferenza stampa la nuova immagine grafica del Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, e il piano di segnaletica e servizi che sarà adottato in vista della prossima estate.
Parteciperà l’assessore regionale dei Beni Culturali, Francesco Paolo Scarpinato. Durante l’incontro si parlerà anche dell’antica Selinùs, per rintracciare i suoi confini e la sua essenza di importante centro abitato che si affaccia sul mare, alla luce degli scavi in corso nell’area nord di Galera Bagliazzo condotti dal Parco di Selinunte, che stanno riservando sorprese inaspettate agli archeologi.
Interverranno anche il sindaco di Castelvetrano Giovanni Lentini, il direttore del Parco, Felice Crescente, Carlo Zoppi dell’Università del Piemonte Orientale e Marco Correra di ArcheOfficina, Letizia Casuccio, direttrice generale di CoopCulture e Antonio Giancontieri di Atelier790 che ha curato la nuova identità visiva del parco archeologico

Rifiuti a Catania, alla Fiera la raccolta differenziata supera il 60%

 

Rif Fiera

 

Le nuove modalità di raccolta dei rifiuti introdotte nello storico mercato di piazza Carlo Alberto hanno fatto salire il livello della raccolta differenziata nell’area della Fiera a oltre il 60%, migliorando al contempo l’ordine e la pulizia del più grande spazio all’aperto della città dedicato alla vendita al dettaglio.

Da tre settimane, su indicazione del sindaco Enrico Trantino e dell’assessore all’Ecologia Massimo Pesce, l’azienda responsabile del servizio per il lotto Centro, Gema Spa, ha avviato un sistema capillare di raccolta differenziata in collaborazione con gli operatori commerciali. I rivenditori separano i rifiuti per frazione durante l’orario di apertura delle attività e li conferiscono negli appositi contenitori, agevolando così la raccolta effettuata dai mezzi di Gema e consentendo una più rapida pulizia della grande piazza al termine del mercato.

L’assessore Massimo Pesce, insieme ai funzionari della Direzione Ecologia, nelle scorse settimane ha incontrato gli operatori del mercato per sensibilizzarli sull’importanza della raccolta differenziata e sulla necessità di adottare comportamenti responsabili.

La Fiera produce ogni giorno decine di tonnellate di rifiuti che, se non adeguatamente selezionati, aumentano i costi di raccolta, generano disordine e compromettono le condizioni igieniche dell’area. La risposta degli operatori è stata più che positiva: in appena tre settimane, la quantità di rifiuti differenziati è passata dalle 5-6 tonnellate giornaliere a oltre 40 tonnellate, raggiungendo in alcuni giorni il 63% di rifiuti avviati a riciclo, un risultato senza precedenti per il mercato storico.

“Sono risultati più che incoraggianti”, ha commentato l’assessore Massimo Pesce, “perché vanno nella direzione auspicata di avere una città più pulita e ordinata. Ringrazio gli operatori commerciali e il personale di Gema per la collaborazione: hanno compreso l’importanza di cambiare marcia e adeguarsi rapidamente alle regole. È nell’interesse di tutti – operatori, avventori e cittadini – lavorare e muoversi senza l’intralcio dei rifiuti e poter contare su spazi puliti e sanificati dopo la chiusura del mercato.

Con il sindaco Trantino siamo consapevoli che c’è ancora molto da fare, ma la direzione intrapresa è quella giusta. Per questo motivo, estenderemo lo stesso sistema di raccolta anche ai mercati rionali settimanali, con l’obiettivo di aumentare ulteriormente i livelli di differenziata. Differenziare significa avere spazi più puliti, ridurre i costi di smaltimento e rendere Catania sempre più attrattiva”, ha concluso l’assessore Pesce.

Mafia nigeriana a Roma, 6 arresti tra Italia e Islanda

 

 

 

DI  LEONARDO BRUNO

I poliziotti del Servizio centrale operativo e quelli della Sisco (Sezione investigativa del Servizio centrale operativo) di Roma  hanno arrestato sei cittadini nigeriani indiziati a vario titolo di associazione mafiosa finalizzata alla tratta di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, sequestro di persona, estorsione e procurato aborto.

All’operazione, che si è svolta contemporaneamente nella Capitale, a Brescia e sul territorio islandese, dove due degli indagati si erano trasferiti da qualche tempo, hanno collaborato gli investigatori della Sisco di Brescia, gli agenti del Servizio per la cooperazione di Polizia e quelli del Reparto prevenzione crimine.

Attraverso le indagini, i poliziotti hanno ricostruito le attività illecite dell’associazione di tipo mafioso denominata Maphite. Il gruppo criminale è costituito da cittadini nigeriani ed è presente in diversi Paesi europei.

Grazie alle dichiarazioni di alcune giovani nigeriane, convinte ad arrivare in Italia con la speranza di trovare un lavoro dignitoso e invece spinte a prostituirsi, è stato possibile delineare i metodi criminali dell’organizzazione.

Le vittime, ignare del loro futuro, affrontavano il viaggio con un accompagnatore che, nel codice del linguaggio della tratta di essere umani prende il nome di “boga”. Il tragitto, denso di violenze fisiche, psicologiche e sessuali, prevedeva diversi passaggi attraverso Nigeria, Niger e infine Libia da dove via mare e su un’imbarcazione di fortuna, ci si avventurava in direzione di Pozzallo (Ragusa).

Una volta arrivate a Roma, le violenze continuavano per indurre le ragazze a prostituirsi. Quelle che si rifiutavano venivano rinchiuse in casa, private del cibo e dei contatti con i familiari in Nigeria. Addirittura una giovane vittima arrivata in stato di gravidanza e quindi inabile alla prostituzione è stata costretta dai suoi aguzzini ad assumere pericolosi farmaci al solo fine di interromperla.

Mediante condotte tipicamente mafiose, violenze di ogni specie e intimidazioni, gli arrestati estorcevano ingenti somme di denaro ai familiari rimasti in Nigeria (Comunicato)..

 

Il Tribunale di Napoli- Civile e Penale- confisca un patrimonio di circa 300 milioni di euro ad imprenditore campano per fittizia intestazione di beni

 

Guardia di Finanza: Concorsi e Arruolamento

La Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Napoli ha disposto la confisca di un patrimonio mobiliare e immobiliare del valore di oltre 294 milioni di euro.
Il provvedimento trae origine da indagini condotte dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e Bologna, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, nei confronti di un imprenditore campano che ha posto in essere, per un lunghissimo arco temporale, operazioni di riciclaggio e di fittizia intestazione di beni (condotta, quest’ultima, accertata con sentenza di condanna definitiva).
Dalle indagini svolte, corroborate dalle concordi dichiarazioni di cinque collaboratori di giustizia, è emerso come il predetto imprenditore abbia agito in sinergia con esponenti di spicco di diversi clan camorristici (Mallardo, Di Lauro, Scissionisti, Puca, Aversano, Verde e Perfetto), in plurimi settori commerciali (primo fra tutti quello degli investimenti immobiliari) e in varie regioni d’Italia (Emilia Romagna, Campania, Lazio, Sardegna e Molise).
È stata accertata, inoltre, una sistematica attività di sottrazione all’imposizione tributaria di ingentissime somme di denaro, reinvestite in operazioni commerciali ed edilizie, e una palese sproporzione tra i redditi ufficiali del proposto e del suo nucleo familiare e i beni posseduti.
Su queste basi, il Tribunale di Napoli – Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione ha disposto la confisca di primo grado di 18 società, 9 autoveicoli, 21 rapporti finanziari e 631 immobili e terreni, ubicati nelle province di Bologna, Ravenna, Napoli, Benevento, Caserta, Latina, Sassari e Campobasso.