Aumenti contrattuali nel freezer.
L’Istituto di statistica fornisce i dati sugli stipendi. Negli ultimi sei anni gli stipendi regolati dai Ccnl sono aumentati del 7,1%, con notevoli differenze tra il settore delle estrazioni minerali, dove l’incremento è del 14%, e il settore del credito e assicurazioni, che si ferma a un +6%. I dati sono contenuti nell’ultimo dossier dell’Istat sulle retribuzioni contrattuali, ed elaborati dall’Adnkronos, che ha esaminato le tabelle sulle retribuzioni orarie. Il settore pubblico è quello più penalizzato dove le retribuzioni sono bloccate dal 2010, mentre nel settore privato l’aumento è del 9,8%.. Ovviamente la situazione cambia da regione a regione.Perchè ad esempio in una regione a statuto speciale come la Sicilia nel settore pubblico del comparto funzione pubblica i contratti sono congelati dal 2006. Né l’Aran che rappresenta gli interesse del governo siciliano né le organizzazioni sindacali riescono a sfondare.
Rispetto al 2015, l’indice generale è cresciuto solo di 0,6 punti percentuali. Mentre restringendo il campo al settore privato l’incremento è stato di 0,9 punti. I lunghi tempi di vacanza contrattuale, che di solito passano prima di raggiungere nuovi accordi, incide sicuramente sul dato finale.
Per gli statali, dal comparto della scuola a quello delle forze dell’ordine, la variazione nel 2016 è dello zero rispetto a sei anni prima, con l’unica eccezione dei vigili del fuoco, che hanno ottenuto un aumento del 3,1%. Osservando i raggruppamenti principali di contratti del settore privato emerge che, dietro al primo classificato (estrazioni minerali), si posiziona il settore dell”energia e petroli’ (+13,9%), seguito dalla ‘gomma, plastica e lavorazioni di minerali non metalliferi’ (+13,7%), dalla ‘chimica’ (+13,6%), dal ‘tessile, abbigliamento e lavorazione pelli’ (+13,2%) e dall”energia elettrica e gas’ (+13,1%).
Sopra la media si collocano anche le retribuzioni dei ‘metalmeccanici’, con un incremento del 12,9%, dei lavoratori del settore del ‘legno, carta e stampa’ (+12,2%) e dell”industria’ (+12%). Incrementi a due cifre interessano ‘agricoltura’ e ‘alimentari bevande e tabacco’, entrambi crescono dell’11,3%, e le ‘telecomunicazioni’ (+10,9%).
Per tutti gli altri gruppi l’aumento delle retribuzioni è stato inferiore al dato medio, con i ‘trasporti e servizi postali’ che si posizionano più vicino (+9,5%), segue il ‘commercio’ (+8,5%) e l”edilizia’ (+8%). In coda si posizionano i gruppi dell”acqua e servizi di smaltimento rifiuti’ (+7,8%), i ‘servizi privati’ (+7,6%), gli ‘esercizi pubblici’ (+7,5%), ed i servizi d”informazione e comunicazione’ (+6,3%).
(Istat -Agenzia)