Crescono i contrattisti a tempo determinato. I contratti vengono fatti pensando poi alla stabilizzazione definitiva. La Sicilia insegna. Tutti gli ex contrattisti della Regione sono passati in ruolo senza concorso. La selezione è avvenuta sì, ma come prassi di rito. Nessuno escluso. Oggi in Sicilia pretendono i posti vacanti dei funzionari andati in prepensionamento anticipato per volere di un presidente che di vera politica ne mastica poco o niente. Si prova adesso a fare altrettanto nel resto del Paese. Nei primi cinque mesi del 2017, nel settore privato, si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni pari a +729.000, valore ben superiore a quello del corrispondente periodo sia del 2016 (+554.000) che del 2015 (+645.000). E’ la fotografia scattata dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps. Il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi), a maggio 2017, risulta positivo e pari a +497.000. Tale risultato cumula la crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+21.000), dei contratti di apprendistato (+48.000) e, soprattutto, dei contratti a tempo determinato (+428.000, inclusi i contratti stagionali e i contratti di somministrazione). Queste tendenze sono in linea con le dinamiche osservate nei mesi precedenti e attestano il proseguimento della fase di ripresa occupazionale.
Le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato (ivi incluse le prosecuzioni a tempo indeterminato degli apprendisti) sono risultate 150.000, con una lieve riduzione rispetto allo stesso periodo del 2016 (-1,8%). Le cessazioni nel complesso sono state 2.007.000, in aumento rispetto all’anno precedente (+11,2%): a crescere sono soprattutto le cessazioni di rapporti a termine (+18,4%) mentre quelle di rapporti a tempo indeterminato sono leggermente in diminuzione (-1,3%). Con riferimento ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato, il numero complessivo dei licenziamenti risulta pari a 235.000, in riduzione rispetto al dato di gennaio-maggio 2016 (-2,6%); in lieve aumento invece le dimissioni (+1,3%).
Il tasso di licenziamento (calcolato sull’occupazione a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti) è risultato per i primi cinque mesi del 2017 pari a 2,2%, esattamente in linea con quello dei corrispondenti periodi del 2016 e del 2015. Quanto alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, si registra, per le assunzioni a tempo indeterminato intervenute a gennaio-maggio 2017, una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro (55,0% contro 57,9% di gennaio-maggio 2016).