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Demansionamento e allontanamento del giornalista Nuccio Molino dall’ufficio stampa del Comune. Sarebbero cinque le persone indagate per abuso di ufficio il sindaco Enzo Bianco e quattro dirigenti dell’Ente. . Le indagini sono partite nel 2016 dopo la denuncia dell’opposizione. Secondo l’accusa dal 2013, dopo l’insediamento della nuova amministrazione, Molino «sarebbe stato spostato illegalmente» dall’ufficio che dirigeva.
La vicenda ha risvolti anche in sede civile perchè la legge sugli Uffici Stampa n. 150 del 2000 obbliga gli amministratori degli uffici pubblici a scegliere i giornalisti interni prima di dare avvio alle consulenze esterne. Il sindaco Bianco ha comunicato “di non aver ricevuto avviso di garanzia o di comparizione ed aggiunge: Lo spostamento del Molino è stato eseguito in modo corretto e risulta confacente al grado che il dipendente riveste”
Nella foto al centro il sindaco di Catania e a destra la Sovrintendente ai b.c M.Patanè
Secondo l’associazione Catania Bene Comune il caso «è importante e rilevante perché emblematico del modo di concepire il potere, il mandato elettorale e l’Istituzione comunale retta da Enzo Bianco». Altri casi del genere- ricorderemo- sono avvenuti al Dipartimento ai beni culturali, in particolare alla Sovrintendenza ai beni c. di Catania (retta dalla incompetente M.G.Patanè, sostenuta dall’avv Vermiglio ,altro assessore che sconosce il significato della trasparenza e correttezza amministrativa) che aveva istituto nel 2013 un Servizio Stampa retto da un Giornalista di elevate qualità professionali e poi con il cambio della guardia il giornalista –anche dirigente regionale sindacale, autore di numerose denunce ed esposti- preferì lasciare nel silenzio la caotica Regione siciliana.