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Presunto dossieraggio su politici e personaggi noti.Una vera b anca dati non si sa ancora finalizzata a quale uso. Il ministro della Difesa Guido Crosetto – a seguito della pubblicazione su alcuni giornali di notizie riservate relative alla sua precedente attività professionale – ha presentato una denuncia nell’ottobre scorso avviando l’indagine della Procura di Perugia su presunti accessi abusivi a banche dati per l’acquisizione di notizie riservate. .
l Ministro della Difesa Guido Crosetto afferma : “Oggi ho letto, su alcuni quotidiani, l’evoluzione di un’indagine giudiziaria nata grazie a una mia denuncia del 31 ottobre 2022. È emersa l’esistenza di un tentativo di condizionare la composizione del nuovo governo attraverso l’acquisizione illecita e la diffusione strumentale di notizie false per attaccarmi. Un sistema di dossieraggio illegittimo”,
“A parte la grave fuga di notizie, mentre l’indagine è ancora in corso, che rischia di inficiare il grande lavoro fatto prima dalla procura di Roma e ora da quella di Perugia, considero gravissimo – continua – che pezzi dello Stato possano aver lavorato deliberatamente per indebolire le istituzioni e perseguire interessi evidentemente opachi. Confido che, una volta tanto, la volontà di arrivare fino in fondo per fare chiarezza sia condivisa da tutti i livelli istituzionali e da tutte le forze politiche. Attendo fiducioso gli accertamenti della magistratura su questa torbida vicenda”.
La Procura Antimafia
Le indagini svolte in un primo momento dalla Procura di Roma avevano portato ad individuare quale autore di alcuni accessi a banche dati pubbliche, da ritenersi presumibilmente non leciti, un appartenente alla Guardia di Finanza, in forza al Nucleo di polizia valutaria di Roma ma distaccato ad operare presso un gruppo di lavoro che si occupava dello sviluppo di “Segnalazioni di operazioni sospette” (Sos) presso la Procura Nazionale antimafia.
“Il soggetto era stato doverosamente iscritto nel registro delle notizie di reato per il delitto di cui all’art. 615 ter c.p. e dopo l’interrogatorio dell’indagato – si legge nella nota firmata dal procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone – che aveva rivendicato la piena correttezza del suo operato, essendo emersi dalle investigazioni svolte anche ulteriori possibili accessi non leciti, il Procuratore della Repubblica di Roma, previa una riunione di coordinamento e in pieno accordo” con lo stesso Cantone “ trasmetteva, nell’aprile di questo anno, il fascicolo a questo ufficio, ‘per le valutazioni di competenza ai sensi dell’art. 11 bis c.p.p’”.