lA TARANTOLA, METAFORA PERFETTA DELLA CLASSE DIRIGENZIALE DELLA REGIONE SICILIANA
Di RAFFAELE LANZA
Un’Odissea all’Istituto incremento ippico. Tensioni e fibrillazione tra dipendenti e direttore in salita.
“I SINDACATI REGIONALI ? CORO UNANIME: MERITEREBBERO UN CALCIO IN CULO…!”
Non c’è più pace all’Ente ippico catanese. Oramai è un botta e risposta tra i dipendenti declassificati o dequalificati e il direttore Alessandra che usa in maniera detestabile il potere disciplinare per avere “obbedienza cieca”.dei dipendenti degradati. Non potrebbe fare altrimenti, avverte il Capo dell’Ufficio ma usa la sua “autorità” persino contro i rappresentanti sindacali e dipendenti istruttori direttivi che hanno maturato già esperienze di sindacato provinciale e respingono al mittente le “provocazioni dirigenziali”.
Il direttore Alessandra di questo Ente che usa questi metodi sembra diventare lo specchio fedele di una classe dirigenziale che in Sicilia , in gran parte ed almeno in diversi dipartimenti,non funziona proprio bene e cade spesso, senza che se ne accorga, forse è questo il guaio, in abusi solari, chiarissimi, abusi purtroppo, e questo è ancora il guaio peggiore che tolgono la dignità ai dipendenti regionali. i sindacati qui sono diventati dei fantasmi. I sindacalisti regionali della Cgil e della Uil , ( Gaetano Del Popolo e Luca Crimi) sappiamo sono stati fatti fuori dai vertici delle loro associazioni, un pò per incapacità un pò per il loro status (ex contrattisti) incompatibile con la tutela dei dipendenti di qualifica superiore. I sostituti segretari generali della Cgil e Uil dove sono? E gli altri? Non si vede di essi neppure l’ombra. E’ trapelata solo una espressione: “Riferite al giornalista Lanza che non ci mettiamo contro i dirigenti d’ufficio e, pazienza, non possiamo fare la guerra ufficio per ufficio”… Che vergogna gente!!!
Sindacati che , se non fosse perchè svuotati di potere, “meriterebbero davvero un …..calcio in culo..! ”
Il direttore dell’Istituto Incremento ippico di Catania dr Alfredo Alessandra
Pubblichiamo la missiva di un dipendente (A.Sebastiano Zappalà) che respinge le provocazioni del direttore e mette in luce diversi illeciti che costringono ora le Autorità ad intervenire contro il direttore Alessandra, che ha abusato fin troppo sulla questione, ed apporre correttivi
Racc.ta PEC Al direttore-protempore Alfredo Alessandra
-Istituto Incremento ippico-
Catania
Istruttore direttivo
Sebastiano Zappalà
Oggetto: Riscontro –ed Osservazioni critiche- alla “Contestazione” n.7 direttore-protempore- Falsità o fantasie, vera provocazione, inammissibili da accettare. Motivi: prove testimoniali Personale e ULTERIORI VIOLAZIONI – del Sig Alfredo Alessandra- sia formali che sostanziali.
Con riferimento alla Sua “Contestazione” n. 07 /direzione con data indicata nella missiva, Le rispondo in proprio e come dirigente di chi osserva gli eventi sociali-sindacali della vita pubblica dell’Ente. La mia Nota –come constaterà appresso- è una radicale smentita dell’inusitato “addebito” firmato con sorprendente disinvoltura, da Lei direttore protempore dell’ Istituto.
Dunque: Lei sostiene –che il “servizio di portineria non è stato espletato nei giorni 3-4-8” Ebbene, premesso che dal Suo Ordine di servizio –ancora una volta, ma la finisca adesso- traspare un intento persecutorio e, forse anche un sentimento di grande antipatia o fastidio per la libera espressione delle mie idee a tutela del Personale istruttore direttivo, esso si rivela una autentica provocazione e pretestuosità- anche puerile per intimidire lo scrivente e il personale direttivo istruttore- interessato..
Una condotta , palesamente illegittima ancorchè irrispettosa ed irriverente perché nella disposizione di servizio di attribuzione incarichi quotidiani, per l’ennesima volta- e l’avevo diffidata – cita solo i nomi delle persone senza l’attribuzione della qualifica di legge, dettata dal legislatore, nel 2000, di istruttore direttivo. Quasi , nell’immaginario collettivo, i destinatari dell’Ordine di servizio fossero anch’essi degli equini da condurre ai box assegnati. Motivo: continuare all’assegnazione di mansioni inferiori .
La invito, a nome del personale che sostiene l’autore della presente missiva sociale e al fine della “difesa” in proprio, di
-REVOCARE CON EFFETTO IMMEDIATO-
1) Le falsità o fantasie dalla S.V riferite , con disinvoltura,nel procedimento in esame, di Sua esclusiva invenzione , mettendo in dubbio la credibilità professionale che deve avere la figura del dirigente che guida un Ente autonono come l’Istituto ippico, sono respinte al mittente dallo scrivente che riporta (financo in giudizio)la prova testimoniale che afferma il contrario di quanto detto dal Sig Alessandra.
2) Testimone attività svolta: Istruttore direttivo Franco Randazzo.
3) Se fosse davvero concreta e/0 veritiera l’l’ipotesi accusatoria , fantasiosa,da Lei addotta, la S.V. aveva il preciso dovere di intervenire subito il primo o il secondo giorno di servizio. Ha omesso così il dovere di interpellarmi e chiedere subito spiegazioni sugli eventuali motivi del “mancato servizio alla portineria” Un dovere che rientra tra i compiti di un dirigente d’Istituto
4) Vi sono altri doveri nella dottrina deontologica che la S.V pare abbia forse dimenticato , non ricorda più
5) E cioè la palese ULTERIORE VIOLAZIONE DELLE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SICUREZZA E DI COVID
6) Deve sapere che uno spazio ristretto come quello della “portineria” dell’Ente,dove è collocato un centralino ,in specie non funzionante,che ha costretto chi scrive a recarsi diverse volte per un miglior servizio anche all’altra postazione telefonica del piano superiore, non può, per motivi pure logistici, essere occupato da tre dipendenti destinatari del medesimo Ordine di servizio .
7) Secondo le disposizioni Covid, la distanza nei luoghi di lavoro ,tra un dipendente e l’altro, non può essere inferiore ad un metro . Non lo sapeva? Non ha coniugato le disposizioni del Dl /81 /8 con le nuove norme Coronavirus? Perché non ha rimodulato lo “spazio” della Portineria? Non legge le statistiche sui dati dei decessi da Covid che superano un centinaio di vittime ogni giorno? Anche oggi che scrivo questa mia Nota? E le ricordo, a spolverare le sue responsabilità,e che gli infortuni sono in agguato – un collega istruttore .anni addietro, risulta vittima sul lavoro qui all’Istituto ippico e –lui istruttore – intento a svolgere la “pulizia di un cavallo”.
8) Non è finita, Sig Alessandra. Lei ha ignorato -ie prescrizioni della norma UNI 11534:2014,Covid luoghi di Lavoro, sulla disposizione dello spazio e mobili nella Postazione di lavoro Portineria-’Ufficio pubblico trascurando oltre agli aspetti di carattere ergonomico, anche le esigenze di distanziamento sociale imposte dalla diffusione della pandemia Covid 19”.
9) il mantenimento della distanza di almeno un metro tra le persone, misura indicata dalle disposizioni legislative in vigore” (con particolare riferimento al Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro) come “la minima idonea a limitare la circolazione del virus”.
10) Non ha neppure ricordato-visto lo spazio così ristretto- la necessità dell’uso volontario“l di dispositivi di protezione individuale, oggetto di disposizioni regolamentari in vigore” (i ricordo che “in tutti i casi in cui, per esigenze lavorative, non è possibile mantenere il distanziamento interpersonale, nemmeno adottando le soluzioni preriferite, la regolamentazione in vigore chiede di attuare le specifiche misure di prevenzione previste quali, ad esempio, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuali delle vie respiratorie”).
11) Di fronte alla mia ferma smentita – e a mente della Giurisprudenza consolidata e conoscenza delle Sentenze Tar Piemonte- la INVITO, a voler fornire “ la prova positiva dell’esistenza del fatto” e, in caso negativo la controparte ( lo scrivente n.d.r.) potrà presentare Querela al Tribunale competente. Fermo restando che querelerò decisamente chiunque sosterrà il falso.
Disponibile a fornirLe eventuali ulteriori chiarimenti nel c orso di un colloquio. In caso di esito sfavorevole del “ procedimento”, sarò costretto a rivolgermi all’Autorità Giudiziaria