Il futuro è conoscenza " per la quale non c'è bisogno di denaro ma solo del cuore"

LA VOCE PARALLELA DEL POTERE: LA POESIA DEL G37
Parola ai protagonisti del Summit della Parola che risveglia coscienze e percezioni

«Quando si manifesta il potere della conoscenza si svela l’impotenza dell’inganno economico. Il futuro sostenibile, la democrazia, l’economia, si possono garantire soltanto attraverso un percorso di conoscenza – spiega il mecenate Antonio Presti – i veri potenti del mondo sono gli studenti, gli insegnati, i poeti, gli scrittori, gli artisti, i filosofi e gli intellettuali. La Conoscenza è la potenza più grande poiché più la consegni e più aumenta. Per consegnare Conoscenza non c’è bisogno di denaro, c’è bisogno soltanto del cuore».

In Svezia, Francia, Russia e persino negli Stati Uniti, l’eco delle Poesie dedicate al valore della Conoscenza in questi giorni ha risuonato in ogni luogo per dare nuove pulsioni alla contemporaneità. Dai crateri di quell’Etna che ritorna in vita grazie ai profumi delle betulle, i poeti e gli intellettuali provenienti da tutto il mondo, protagonisti del G37 – il Summit della Poesia ideato dal mecenate Antonio Presti, in corso fino a domattina, domenica 28 maggio – a “tamburo di bellezza” hanno composto una vera e propria melodia per spingere alla riflessione, che si riverbera su un presente umiliato dalla logica dell’avere e del potere.

In questi giorni il pubblico che ha assistito ai reading della Parola, che hanno fatto tappa tra le chiese e le bellezze naturalistiche della Sicilia, proprio mentre i grandi della Terra si riunivano per decidere il destino del pianeta, ha dimostrato che quella sete di spiritualità che ognuno di noi coltiva nell’animo, deve spingersi verso i confini della Cultura. Che è verità; consapevolezza; esperienza; conoscenza. Per illuminare il buio dei nostri tempi e per ridare voce al silenzio dei nostri giorni.

Dai versi futuristici del poeta afro-americano John R. Keene (fondatore della Dark Room Writers Collective), ai sussurri filosofici di Cia Rinne (madre della poesia visuale e concettuale); dalle emozioni dei racconti profondi di Roberto Mussapi (drammaturgo italiano e autore di teatro), al suono ancorato nel presente e nel reale di Michael Batalla (il poeta cantautore francese), passando per le vibrazioni della lingua poetica e barocca della sognatrice Evelina Schatz, codice nuovo impregnato di passato e memoria. Lo spazio e il tempo, grazie alle loro parole intrise di valori, sono diventati la linea di confine del presente, che ha avvolto il G7 di nuovi significati.

Voci parallele appartenenti ai popoli: messaggio per molti e non per pochi. Le stratificazioni del sapere hanno lasciato un segno indelebile in quel Bosco di Betulle che anche Alda Merini, anni fa, aveva decantato: «Tu non sai: ci sono betulle che di notte levano le loro radici, e tu non crederesti mai che di notte gli alberi camminano o diventano sogni. Pensa che in un albero c’è un violino d’amore. Pensa che un albero canta e ride. Pensa che un albero sta in un crepaccio e poi diventa vita. Te l’ho già detto: i poeti non si redimono, vanno lasciati volare tra gli alberi come usignoli pronti a morire».

 

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