Svolta nell'Fbi: il capo, James Comey, non riscuoteva più la fiducia di Donald Trump

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Un’altra sorpresa diDonald Trump : ha licenziato in tronco il capo dell’Fbi James Comey, citando tra gli errori commessi da Comey la riapertura delle indagini sulle mail di Hillary Clinton a poche settimane dal voto delle presidenziali del novembre scorso. Scelto da Obama nel 2013, con un mandato di dieci anni, Comey, 56 anni, stava indagando sui potenziali legami tra lo staff di Trump e la Russia.

Qualche giorno fa Comey era stato chiamato a testimoniare sulle possibili relazioni tra il comitato che si è occupato della campagna elettorale di Trump e Mosca. Il licenziamento è stato annunciato noto con una lettera da Washington: “L’Fbi è una delle istituzioni più rispettate della nostra nazione e oggi rappresenterà un nuovo inizio per questo nostro gioiello della corona dell’applicazione della legge”, ha detto Trump in una dichiarazione rilasciata dalla Casa Bianca.

Nella dichiarazione viene sottolineato che Comey è stato “rimosso dal suo incarico” sulla base delle “chiare raccomandazioni” del procuratore generale Jeff Sessions e del vice procuratore generale Rod Rosenstein. “Sono arrivato alla conclusione che abbiamo bisogno di un nuovo inizio alla guida dell’Fbi – ha scritto al presidente l’ex senatore Sessions, considerato uno dei super falchi dell’amministrazione – devo raccomandarle di rimuovere il direttore Comey ed identificare un individuo di esperienza e qualificato”.

In un’altra lettera altamente critica di Rosenstein viene precisato che le azioni e le affermazioni di Comey avevano compromesso la reputazione dell’agenzia. “La reputazione e la credibilità dell’Fbi – scrive Rosenstein nella missiva – hanno subito danni notevoli e hanno colpito l’intero Dipartimento di Giustizia” per il modo in cui Comey ha gestito “la conclusione dell’inchiesta sulle mail di Clinton”, riferendosi evidentemente al fatto che il direttore dell’Fbi ha stabilito che non vi erano prove sufficienti per procedere ad un’azione penale. “Io non capisco il suo rifiuto di accettare il praticamente universale giudizio sul fatto che si sia sbagliato”.     Una nuova pagina si apre dunque nella storia di una delle istituzioni più note ed apprezzate del mondo.

(Agenzia)

 

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