Dighe, dal Mit l’ok all’aumento della capienza dell’invaso Rubino, in Sicilia, nel Trapanese

 

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Potrà aumentare di circa 2,4 milioni di metri cubi la quantità di acqua accumulabile nella diga Rubino, nel Trapanese. Il ministero delle Infrastrutture ha autorizzato l’innalzamento di 2 metri del livello di invaso, portandolo da 178,40 metri sul livello del mare a 180,40. Questo provvedimento scongiurerà il rischio di dover sversare in mare, una volta superato il limite precedentemente autorizzato, consistenti quantitativi di acqua essenziale per l’irrigazione. 

«È un’altra notizia positiva per gli agricoltori della provincia di Trapani. Il ministero – dice il presidente Schifani – ha accolto la nostra richiesta, dopo le valutazioni tecniche sulla sicurezza della diga, a seguito dei lavori di manutenzione straordinaria effettuati recentemente. Sempre nel Trapanese, grazie a un serrato dialogo con il ministero, nelle scorse settimane abbiamo ottenuto la sospensione dello svuotamento e lo stop alla messa fuori esercizio della diga Trinità di Castelvetrano. 

È la conferma del lavoro che il mio governo porta avanti quotidianamente per affrontare l’emergenza idrica, grazie anche al lavoro svolto dal commissario ad acta, Salvo Cocina, con nuovi studi e indagini sulla sicurezza degli impianti. Andiamo avanti su questa strada, consapevoli del grande lavoro che resta da fare sul piano delle infrastrutture idriche per garantire maggiore tranquillità ai cittadini e agli agricoltori siciliani».  

La Regione lo scorso 14 marzo aveva richiesto al ministero l’autorizzazione a innalzare il livello idrico del bacino. La diga Rubino è stata oggetto di significative opere di manutenzione straordinaria e miglioramento, mentre è in corso di attuazione un intervento, incluso nel secondo addendum dei finanziamenti a valere sui fondi Fsc 2014-2020, per l’esecuzione della verifica sismica della diga e delle opere accessorie.

Eni Versalis, Regione Sicilia firma protocollo per riconversione del Polo di Priolo- Ragusa

 

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«Alla luce degli impegni presi da Eni per il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, sia per i propri dipendenti sia per quelli delle aziende dell’indotto, la Regione Siciliana ha deciso che firmerà il protocollo Eni-Versalis per la riconversione del Polo di Priolo-Ragusa».

Lo ha annunciato il presidente Renato Schifani, dopo le interlocuzioni avute con la società e con il ministero delle Imprese. «Ringrazio il ministro Adolfo Urso – ha aggiunto il governatore – per essersi fatto portatore delle nostre istanze per avere maggiori garanzia a tutela di lavoratori e imprese dell’Isola».

Al momento della firma del protocollo d’intesa, infatti, il governo regionale, con l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, si era riservato di approfondire il testo per verificare che gli impegni assunti dall’impresa fossero contenuti nel testo dell’accordo. La Regione ha, quindi, formulato alcune richieste. In primo luogo, ha chiesto che l’impegno a mantenere i livelli occupazionali fosse assunto già nell’immediato e per tutta la durata dell’investimento in Sicilia. A tal proposito, ha voluto che le tutele sul personale, estese anche all’indotto, riguardassero specificamente la Sicilia e non fossero considerate su base nazionale. Infine, ha chiesto l’attivazione di iniziative di supporto per le imprese dell’indotto, come ad esempio il mentoring, al fine di agevolarne la riconversione.

Le istanze avanzate dalla Regione sono state tutte accolte e raccolte in un addendum al protocollo, nel quale si specifica anche che “nella regione Sicilia gli investimenti previsti saranno complessivamente superiori ai 900 milioni di euro, di cui 800 per la bioraffineria, 100 per la piattaforma circolarità con l’impianto Hoop di riciclo chimico delle plastiche e alcune decine di milioni a Ragusa per i progetti riportati nel protocollo”.

«Su impulso del presidente Schifani – commenta Dagnino – abbiamo lavorato con cura alla formulazione di una richiesta ferma e circostanziata, con l’obiettivo di arrivare a un testo nettamente migliorativo rispetto al protocollo originario e contenente impegni tangibili e puntuali a tutela del tessuto economico e sociale regionale. Siamo riusciti nell’intento e adesso vigileremo perché i contenuti dell’accordo, come modificato secondo le nostre richieste, siano pienamente rispettati dall’investitore».

«Il governo Schifani – aggiunge l’assessore delle Attività produttive Edy Tamajo – segue con la massima attenzione questa vertenza sin dalla prima ora, consapevole dell’importanza strategica che i siti industriali di Priolo e Ragusa rivestono per il sistema imprenditoriale siciliano. Accogliamo positivamente anche la disponibilità di Eni-Versalis a illustrare le modalità attuative del Protocollo nell’ambito di un apposito Tavolo di coordinamento e monitoraggio. È un segnale di apertura e trasparenza che riteniamo indispensabile per garantire un processo di riconversione sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale».

Sgominata una rete di “armieri”. 9 arresti

 

personaggio del film noir - gangster foto e immagini stock

 

 – Reggio Calabria
Un’operazione imponente dell’Arma dei Carabinieri ha portato all’arresto di nove persone, tutti con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona. Il blitz, che ha visto impiegati oltre 100 militari dell’Arma, si è concentrato nel quartiere di Arghillà.
Si precisa-informa il Comando Carabinieri- che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, per gli arrestati, vale il principio di non colpevolezza fino a condanna definitiva, come previsto dalla normativa vigente.

L’indagine, condotta dalla Compagnia Carabinieri di Reggio Calabria tra novembre 2024 e marzo 2025 sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal dott. Giuseppe Lombardo, ha permesso di ricostruire l’intensa rete di traffico e detenzione di armi clandestine, evidenziando il ruolo di primo piano del gruppo criminale nell’approvvigionamento e nella distribuzione di armamenti illegali. Gli arrestati erano in grado di reperire e movimentare con estrema facilità un vasto arsenale, grazie a solidi legami con altre organizzazioni malavitose e a una fitta rete di complicità.

I militari dell’Arma hanno accertato come il gruppo avesse stabilito un sistema ben organizzato per il trasporto e la custodia delle armi, sfruttando abitazioni private, magazzini e persino edifici abbandonati. La logistica del sodalizio criminale era tale da consentire la rapida movimentazione degli armamenti, che venivano trasferiti da un luogo all’altro per eludere eventuali controlli delle forze dell’ordine. Inoltre, l’indagine ha rivelato come il traffico di armi fosse strettamente collegato ad altre attività illecite, tra cui estorsioni e regolamenti di conti.

L’inchiesta ha documentato diversi episodi di violenza: in più occasioni, colpi di arma da fuoco sono stati esplosi in luoghi pubblici, generando pericolo per la popolazione locale. Le armi venivano utilizzate per risolvere controversie tra gruppi rivali e per atti intimidatori, contribuendo a un clima di forte tensione nel quartiere.
Gli investigatori hanno accertato che il gruppo criminale disponeva di numerosi nascondigli, sfruttando garage, sottotetti e aree comuni per occultare il proprio arsenale e renderlo immediatamente disponibile all’occorrenza.
L’operazione aveva già condotto, nei mesi scorsi, al sequestro di decine di fucili e pistole, di diverso calibro e modello, tra cui armi di fabbricazione artigianale e modificate per aumentarne la potenza. Sono state inoltre recuperate migliaia di munizioni, comprese cartucce per armi automatiche e da guerra.
Il sequestro più allarmante ha riguardato il ritrovamento di panetti di tritolo con detonatori e componenti elettrici, materiale altamente pericoloso e pronto per essere utilizzato nella realizzazione di ordigni esplosivi telecomandati.
L’arsenale era ben conservato e costantemente rifornito, segno di una gestione meticolosa da parte dell’organizzazione criminale. 

Giustizia malata, referendum all’orizzonte L’Aula della Camera respinge con 215 voti la mozione di sfiducia a Nordio

 

 

Con il referendum all’orizzonte dopo il via libera della Commissione Giustizia del Senato sul provvedimento, l’Anm lancia l’allarme al Quirinale sugli attacchi che arrivano dall’esecutivo, illustrando al capo dello Stato Mattarella anche i dubbi sugli effetti della separazione delle carriere dei magistrati.

Tutto nel giorno in cui l’Aula della Camera con 215 voti respinge la mozione di sfiducia al Guardasigilli Carlo Nordio, presentata dall’opposizione dopo il caso del generale libico Almasri e da cui si è sfilato il gruppo di Azione, scegliendo di non partecipare al voto.

“Le osservazioni dell’opposizione ricordano i libelli dell’inquisizione – ha commentato il ministro nella sua replica, rivelando “il sospetto che tutti questi attacchi siano programmati per evitare la riforma”.

 

E dunque, ha ribadito, “quali che siano gli attacchi, giudiziari, di stampa o parlamentati, noi non vacilleremo e non esiteremo: la riforma va avanti e saremo determinati”.

A riguardo il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani non ha escluso che già entro la fine dell’anno si possa tenere il referendum. Un balzo in avanti che dopo qualche ora il presidente della Commissione Affari Costituzionali Alberto Balboni frena e chiarisce: “Mi pare un po’ difficile, anche se tecnicamente possibile. Più realisticamente indicherei come probabile la primavera del 2026”.

Si apprende intanto che  la commissione Giustizia del Senato ha espresso in queste ore parere favorevole alla riforma: l’atto è stato trasmesso in quella per gli Affari Costituzionali. Al momento di votare era assente Italia Viva. “È il governo che sta imponendo i tempi e l’accelerazione sulla riforma della separazione delle carriere – commenta il capogruppo del Pd in commissione Giustizia Alfredo Bazoli – ed è sostanzialmente il governo che sta cambiando la Costituzione. È un precedente gravissimo”. Al contrario il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, commenta entusiasta: “È stato effettuato un altro passo che ci avvicina alla meta, a quel grande cambiamento che vogliamo portare nel Paese“.

Parole che non tranquillizzano certo la giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati che infatti, ricevuta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha manifestato tutti i suoi timori: “Al presidente – spiega il sindacato delle toghe – abbiamo espresso la nostra preoccupazione per i frequenti attacchi rivolti alla magistratura negli ultimi mesi” e “abbiamo avuto modo di evidenziare quelle che a nostro avviso sono le criticità che porterebbe l’adozione di determinati interventi di rango costituzionale sulla tutela dei diritti dei cittadini, ribadendo le ragioni tecniche della non condivisione delle modifiche che la riforma vorrebbe apportare”. Poco dopo lo stesso presidente dell’Anm Cesare Parodi aggiunge: “Abbiamo fatto presente al presidente Mattarella l’importanza in questo momento dell’unità associativa, anche come lettura politica di questo nostro atteggiamento di contrarietà alla riforma. Inoltre abbiamo rappresentato il nostro disagio quando alle volte un magistrato viene attaccato con l’idea che abbia fatto una sentenze politica e non fondata su principi di diritto. Questo dà grossa sofferenza ai nostri magistrati”. Parodi replica anche alle parole di Nordio: “Il ministro ha pieno diritto di andare avanti con la riforma e noi continueremo nei limiti del possibile a manifestare il nostro pensiero, del resto non è accaduto nulla per farci cambiare idea”. Quanto al timing per il referendum, dopo l’ok della Commissione: “Ne prendo atto – dice Parodi – c’è una procedura complessa che è quella costituzionale, anche in base alla tempistica regoleremo le nostre risposte e i tempi potranno solo incidere sull’intensità del nostro messaggio”

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio - RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Italia non invierà truppe italiane in Ucraina al di fuori di una missione Nato Questa la linea del governo al summit francese

 

 

Effetto Trump, tensione alle stelle in Ue. Meloni a Macron ...

 

 

L’Italia non i nvierà  truppe italiane al fronte in Ucraina al di fuori di una missione Nato; Ue e Stati Uniti lavorino insieme per costruire garanzie solide e durature per Kiev, all’interno di una ‘cornice’ euro-atlantica e sulla base di un modello che ricalchi l’articolo 5 della Nato.

Alla vigilia del vertice del ‘volenterosi’, in programma oggi all’Eliseo a Parigi, Giorgia Meloni ha convocato una riunione a Palazzo Chigi con i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani (quest’ultimo in video-collegamento dal Friuli Venezia Giulia) e il ministro della Difesa Guido Crosetto per fare il punto della situazione e per definire la linea che l’Italia porterà al summit francese.

Il vertice è durato circa un’ora e – arriva dopo le tensioni degli ultimi giorni tra Lega e Forza Italia sul fronte della politica estera, che hanno visto i due vicepresidenti del Consiglio, Salvini e Tajani, protagonisti di un botta e risposta a distanza. E, in serata, da Palazzo Chigi sono state intanto smentite “categoricamente” le indiscrezioni su un invito della premier a moderare i toni per non fare il gioco delle opposizioni.
“Meloni non ha mai intimato ai vicepresidenti Tajani e Salvini di ‘abbassare i toni’, come alcuni media hanno erroneamente riportato. L’incontro, come da nota diffusa dopo la conclusione, ha al contrario confermato la salda convergenza dei leader sui temi trattati”, assicurava l’ufficio stampa della presidenza del Consiglio.

Cultura: visite guidate nella cripta di Sant’Euplio e nel pozzo di Gammazita a Catania

 

Cripta

 

 

Catania,

La cripta di Sant’Euplio e il Pozzo di Gammazita saranno inseriti nei percorsi turistici di Catania, con visite guidate per la valorizzazione dei due siti monumentali come patrimonio artistico e culturale.

È l’obiettivo perseguito dall’Amministrazione Comunale e per questa ragione la Direzione comunale Cultura ha pubblicato un avviso, per acquisire proposte per favorire la loro fruibilità e riconsegnare la bellezza dei due beni sopracitati a turisti e cittadini.

Il primo monumento è legato al martirio, avvenuto sotto Diocleziano, del giovane diacono catanese Euplio, compatrono della città assieme a Sant’Agata.

Il Pozzo di Gammazita ci rimanda, invece, alla storia della popolana che per sfuggire alla violenza di un soldato francese si gettò, secondo la leggenda, proprio nel pozzo nel giorno del suo matrimonio.

All’avviso del Comune possono rispondere, tramite prenotazione telefonica o via mail, ditte private, associazioni culturali, cooperative, imprese individuali e associate in possesso dei requisiti e aventi il patentino regionale di Guida Turistica.

L’Associazione o ente aggiudicatario avrà diritto di introitare la quota della visita e dovrà versare all’Amministrazione una tariffa d’ingresso pari a 1 euro.

La manifestazione di interesse per il reperimento di proposte di visite guidate nella cripta Sant’Euplio e il pozzo di Gammazita dovrà essere inviata a: cultura.catania@pec.it entro le ore 12.00 del 31 marzo 2025.

Palermo, Maxi sequestro di 3 tonnellate di novellame di sarda

 

 

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

 

 

Palermo,

I militari della Stazione Navale di Palermo, congiuntamente al personale del Gruppo di Termini Imerese, nell’ambito della costante azione mirata alla tutela della filiera ittica, a seguito di un’intensa attività informativa, hanno individuato e intercettato 2 furgoni, sospettati di trasportare un ingente carico di prodotto ittico non tracciato.

All’esito del controllo, sono state sequestrate circa 3 tonnellate di novellame di sarda e comminate sanzioni amministrative pecuniarie per un importo complessivo compreso tra 25.000 e 150.000 euro a carico di 2 soggetti, per la detenzione e il trasporto di prodotto ittico sottomisura (Sardina Pilchardus, la cosiddetta “neonata”).

In particolare, uno dei due furgoni si presentava a tutti gli effetti come mezzo adibito al soccorso stradale e, simulando di scortare il secondo furgone, circolava con un lampeggiante acceso.

L’ingegno del conducente, però, non è bastato a trarre in inganno le Fiamme Gialle operanti, che fermavano prontamente i due veicoli sull’Autostrada A19 direzione Palermo.

Il carico di 3.100 kg, privo di qualsivoglia attestazione d’origine, era destinato ai mercati di Palermo e la successiva commercializzazione avrebbe generato un guadagno illecito per un importo pari a circa 100.000 euro.

I soggetti responsabili sono stati immediatamente accompagnati presso gli Uffici della Guardia di finanza per la contestazione dell’illecito e il sequestro del prodotto. Il tempestivo intervento dei Finanzieri, in forza alla Stazione Navale di Palermo e al Gruppo di Termini Imerese, ha permesso che il prodotto ittico, di facile deterioramento, non andasse distrutto, bensì venisse devoluto in beneficenza a 10 associazioni diverse, a seguito della certificazione di idoneità al consumo da parte del veterinario dell’ASP di Palermo.

La cosiddetta “neonata” è alla base della catena alimentare dei mari, pertanto la pesca illegale di questa specie ittica rappresenta un vero e proprio danno ambientale che mette a rischio l’intero ecosistema marino.

L’attività di servizio si inserisce nel più ampio quadro del costante impegno del Corpo rivolto alla tutela del consumatore e della biodiversità marina, nonché al contrasto di ogni forma di illecito, compresa la commercializzazione dei prodotti derivanti dalla pesca di frodo

La tregua prevede l’accesso della Russia al mercato mondiale- Zelenski non si fida di Putin

 

Putin - Trump, le tappe del rapporto tra i leader e la gestione della  guerra in Ucraina - la Repubblica

Archivio-SUD LIBERTA’

 

 

 

E’ più vicina la  tregua tra Ucraina e Russia in un percorso  davvero imprevedibile i. Donald Trump annuncia “grandi progressi” nei negoziati dopo la tre giorni in Arabia Saudita, dove la delegazione americana ha avuto colloqui separati con Kiev e con Mosca.

La tregua nel Mar Nero prevede di non attaccare le infrastrutture energetiche, in teoria dovrebbe essere già in vigore e in realtà viene violato quotidianamente.

I 5 punti della tregua

La nota della Casa Bianca propone infatti come primo punto la tregua nel Mar Nero La dichiarazione si presenta in doppia versione: una relativa all’accordo con la Russia, l’altra per l’Ucraina. “Gli Stati Uniti e la Russia (così come Usa e Ucraina, ndr) hanno concordato di garantire una navigazione sicura” per attività commerciali, “eliminare l’uso della forza e impedire l’utilizzo di navi commerciali per scopi militari nel Mar Nero”, si legge nel primo punto.

Il secondo punto relativo a Kiev prevede che ” l’impegno degli Stati Uniti a garantire lo scambio di prigionieri di guerra” tra Mosca e Kiev, ”il rilascio dei civili detenuti e il ritorno dei bambini ucraini trasferiti con la forza” in Russia.

Al punto 2 della dichiarazione con Mosca si legge: gli Stati Uniti contribuiranno a ripristinare l’accesso della Russia al mercato mondiale per le esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti, a ridurre i costi delle assicurazioni marittime e a migliorare l’accesso ai porti e ai sistemi di pagamento per tali transazioni.

Anche il punto numero 3 propone una doppia versione, una per ciascun paese coinvolto nella guerra: gli Stati Uniti, la Russia e l’Ucraina hanno concordato di sviluppare misure per l’attuazione dell’accordo del presidente Trump e del presidente Putin e del presidente Zelensky per vietare gli attacchi contro le strutture energetiche di Russia e Ucraina. Non sono previste quindi moratorie per le infrastrutture civili: possono essere colpite.

Il quarto punto sostiene che Stati Uniti, la Russia e l’Ucraina accolgono con favore i buoni uffici dei Paesi terzi al fine di sostenere l’attuazione degli accordi energetici e marittimi.

Infine, il punto 5: Stati Uniti, la Russia e l’Ucraina continueranno a lavorare per il raggiungimento di una pace duratura e sostenibile.

Entrambe le note si concludono con la riaffermazione che gli Stati Uniti hanno ribadito a Mosca e Kiev “l’imperativo del presidente Trump di fermare le uccisioni da entrambe le parti del conflitto tra Russia e Ucraina, come passo necessario per raggiungere una soluzione di pace duratura. A tal fine, gli Stati Uniti continueranno a facilitare i negoziati tra le due parti per raggiungere una risoluzione pacifica, in linea con gli accordi presi a Riad”.

Ci risiamo:  le condizioni di Putin

 Mosca propone una propria interpretazione con una nota del Cremlino, che fissa una serie di condizioni e tende a modificare il quadro generale .

 Per la Russia, l’entrata in vigore della tregua nel Mar Nero è legata all’eliminazione delle restrizioni relative alle esportazioni agricole (prodotti alimentari e fertilizzanti) e alla rimozione di sanzioni nei confronti del settore agricolo e bancario, con il reinserimento di una serie di istituti nel sistema Swift, il sistema utilizzato dalle banche di ogni paese per le transazioni internazionali.

La nota del Cremlino, inoltre, ‘decide’ che la tregua relativa alle infrastrutture energetiche è iniziata il 18 marzo e durerà 30 giorni: riguarda raffinerie petrolifere, gasdotti, impianti di stoccaggio, centrali e dighe collegate a centrali idroelettriche. La violazione della tregua da parte di uno dei due paesi, secondo Mosca, libererà automaticamente l’altra parte da ogni vincolo. E’ evidente che i rischi legati a provocazioni sono enormi.

Zelenski:”Vediamo come si comporta la Russia….”

L’Ucraina, come spiega il presidente Volodymyr Zelensky, ha concordato con gli Usa che eventuali violazioni saranno denunciate agli americani con la produzione di prove relative all’eventuale condotta russa. “Il comportamento della Russia nei prossimi giorni rivelerà molto, se non tutto”, dice il presidente ucraino che, dall’inizio dei negoziati, continua a mostrare scetticismo sulle reali intenzioni di Putin.

Politiche sociali in Sicilia, 19 milioni di euro per il pagamento del beneficio economico alle persone con disabilità gravissima a febbraio

 

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Oltre 19 milioni di euro dall’assessorato regionale della Famiglia e delle politiche sociali per il pagamento del beneficio economico in favore delle persone con disabilità gravissima per il mese di febbraio 2025.

«Prosegue con puntualità – dice l’assessore Nuccia Albano – l’erogazione delle risorse che consentono di sostenere in tutta l’Isola migliaia di persone fragili e le loro famiglie. Questo impegno evidenzia la grande attenzione del governo Schifani nei confronti di chi si trova in condizioni di grave deficit e la volontà concreta di alleviarne le difficoltà economiche e sociali. La continuità e l’efficacia di tali misure rappresentano un passo fondamentale per garantire il benessere e la dignità delle persone più vulnerabili».

I 19.097.204 euro sono finanziati dal “Fondo per la disabilità e per la non autosufficienza”. Le risorse saranno destinate a tutte le Asp dell’Isola sulla base della comunicazione del numero delle persone affette da disabilità gravissima. I soggetti censiti al mese di febbraio 2025 risultano oltre 15.260.

 

Selinunte, nuove scoperte e veste grafica.

 

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Nuove scoperte archeologiche al Parco di Selinunte: riaffiorano la porta monumentale e porzioni di mura fortificate della città arcaica che chiudevano la città da Nord. Si riscrive, dunque, la mappa dell’antica Selinunte prima della distruzione dei Cartaginesi nel 409 a.C. grazie ai nuovi scavi che hanno spostato molto in avanti (circa 300 metri) l’estensione verso Nord della città, rispetto a quanto pensato finora, confermando la sua enorme importanza e la potenza tra i centri di cultura greca del Mediterraneo.

Di questo si è parlato stamattina a Selinunte, in provincia di Trapani, in occasione della presentazione della nuova immagine visiva del Parco a cui ha partecipato l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato. «Il Parco archeologico continua a lavorare riuscendo, con fondi propri, a riscrivere la storia di Selinunte – ha detto l’assessore Scarpinato – Il nuovo logo, la segnaletica, le visite e i servizi raccontano un Parco vitale, al servizio del pubblico, che continua ad attirare nuovi visitatori innamorati di questo lembo di Sicilia colmo di storia».

Per questa campagna di scavo hanno lavorato i giovani archeologi di Archeofficina con la direzione scientifica di Carlo Zoppi dell’Università del Piemonte Orientale, che già da giovane lavorava a Selinunte. «Abbiamo superato le recinzioni del Parco che risalgono a trent’anni fa e abbiamo trovato la cinta muraria e la porta monumentale – spiega il direttore del Parco archeologico di Selinunte, Felice Crescente – Di questi scavi resterà il metodo: essere in grado di sostenere le campagne di scavo, sperimentando anche tecniche innovative come la Tomografia geoelettrica tridimensionale, che permette di sondare il terreno fino a 4 metri».

L’idea è quella di musealizzare l’intera area e renderla fruibile al pubblico, anche con la ricostruzione virtuale dell’antica cinta muraria. Tutto questo rientra in un progetto complessivo di fruizione che guarda al futuro prossimo.

Introdotti anche la nuova segnaletica e il nuovo logo del Parco, ideato da Atelier 790, che ruota attorno all’elemento iconico della foglia di selinon (sedano), che si ritrova su una didracma (540-510 a.C.) ed è il simbolo distintivo dell’antica Selinunte. Anche la palette cromatica attinge alle decorazioni dei templi, il logo e l’immagine grafica sono declinati anche sulla nuova linea di merchandising in vendita al bookshop.

CoopCulture, su richiesta delle direzione del Parco, ha prodotto uno studio indirizzato alla razionalizzazione della segnaletica, individuando i punti di maggiore interesse per i visitatori: Collina orientale, Acropoli, Collina di Manuzza, Malophoros e le aree intermedie oltre ai servizi al pubblico, suggerendo percorsi con indicazioni delle distanze, che in un Parco enorme come Selinunte, danno al pubblico un’idea dei tempi della visita e del suo grado di accessibilità, dei mezzi disponibili (navette elettriche, bici, a piedi). «Visitare il Parco – ha aggiunto Scarpinato – diventa sempre più un’esperienza immersiva, che può essere affrontata da soli, complice la nuova segnaletica, o con l’ausilio di visite guidate approfondite e percorsi inediti».