Scoperta ingente truffa ai danni dell’Agenzia delle Entrate Reggio Calabria – Tratti in arresto tre soggetti e sequestro patrimoniale per oltre 700 mila euro nei confronti degli indagati

 

personaggio del film noir - mafia foto e immagini stock

 

Reggio Calabria,

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di n. 3 persone e al sequestro preventivo della somma complessiva di euro 718.426,25 nei confronti di n. 151 soggetti indagati per reati di associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato, falso, sostituzione di persona, accesso abusivo a sistema informatico.

Il provvedimento è stato emesso dal G.I.P. del locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Capo f.f. Dottor Giuseppe Lombardo, unitamente a decreti di perquisizione personale e locale emessi dalla Procura della Repubblica reggina nei confronti dei tre destinatari del provvedimento cautelare personale.

Le misure cautelari disposte costituiscono l’epilogo di un’indagine condotta dal Gruppo della Guardia di finanza di Reggio Calabria, che ha permesso di individuare – allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento delle responsabilità – un’articolata associazione a delinquere dedita alla commissione di plurime condotte illecite in danno dell’Agenzia delle Entrate, consentendo agli indagati di conseguire l’indebita percezione di rimborsi IRPEF complessivamente di enorme portata.

Le indagini, svolte a partire dal 2019, hanno avuto origine da una segnalazione della Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Reggio Calabria, nella quale venivano evidenziate anomalie sulla compilazione di alcune dichiarazioni fiscali. L’attività investigativa che ne è conseguita si è sviluppata, tra l’altro, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, copiose acquisizioni documentali, indagini bancarie e analisi di numerosi supporti informatici.

Il modus operandi adottato dall’organizzazione delinquenziale prevedeva l’acquisizione delle credenziali di accesso ai servizi telematici dei contribuenti, carpite indebitamente (anche attraverso il coinvolgimento di pubblici ufficiali infedeli) o ottenute mediante la diretta comunicazione da parte dei contribuenti stessi (a volte ignari, a volte compiacenti di quanto stava accadendo). In questo modo, gli indagati riuscivano a sostituirsi a questi ultimi, a inserire le relative dichiarazioni, a gestire le pratiche di rimborso e a verificarne il buon esito.

L’articolata associazione criminale era organizzata in maniera strutturata e gerarchica. Al suo vertice figuravano i destinatari degli arresti domiciliari i quali si servivano di altri soggetti “intermediari” che avevano – a loro volta – il compito di “procacciare” i contribuenti da coinvolgere nelle descritte operazioni illecite, agendo secondo una precisa spartizione territoriale.

Ai citati “intermediari”, quindi, era affidato il compito di reclutare i contribuenti e indurli, dietro proposta di ottenimento di denaro facile sotto forma di rimborsi, a fornire i propri dati personali, le credenziali di accesso al portale dell’Agenzia delle Entrate e la documentazione necessaria alla presentazione delle dichiarazioni fiscali fraudolente.

Più nel dettaglio, i contribuenti coinvolti venivano “arruolati” tra parenti o amici degli stessi procacciatori o nell’ambito di intere categorie omogenee di soggetti quali, ad esempio, alcune associazioni di pescatori dell’area tirrenica, i dipendenti di alcune società a partecipazione statale e i dipendenti di talune aziende operanti in alcune aree portuali calabresi.

La struttura criminale si avvaleva, come dianzi accennato, anche di pubblici ufficiali infedeli, uno di essi allo stato in pensione, i quali, sfruttando il loro status di dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, si adoperavano per procurarsi le credenziali di accesso dei contribuenti da mettere a disposizione del costituto criminale.

Gli organizzatori del meccanismo fraudolento provvedevano ad alterare le dichiarazioni fiscali attraverso diverse modalità, quali:

– l’indicazione, nell’elenco dei familiari a carico, di soggetti (coniuge, figlio, figlio con disabilità) appartenenti di fatto ad altro nucleo familiare e/o comunque non riconducibili al dichiarante, ovvero di cittadini italiani cancellati dall’Anagrafe dei comuni italiani e iscritti all’A.I.R.E (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero);

– l’inserimento di spese sanitarie, spesso anche di ingente entità, inesistenti e/o non giustificabili dal dichiarante;

– la richiesta di rimborsi IRPEF in relazione a ritenute fittiziamente subite con riguardo a redditi falsamente percepiti.

I vertici del sodalizio, per non essere individuati, adottavano una serie di accorgimenti, quali, ad esempio, l’assenza di contatti diretti con i contribuenti finali (in modo da salvaguardare la propria identità) oppure l’utilizzo di una rete di operatori CAF inesistenti dislocati sul territorio ovvero l’apertura di veri e propri centri di raccolta che, accreditati presso sigle sindacali nazionali, nei fatti si rivelavano invece fittizi e solo serventi alla trasmissione dei modelli dichiarativi fraudolenti. Inoltre, allo scopo di ridurre al massimo il rischio di essere scoperti, il rimborso indebitamente richiesto e ottenuto veniva sempre limitato ad una somma inferiore a euro 4.000 (limite oltre il quale è prevista l’attivazione delle procedure automatizzate di controllo in tema di dichiarazioni dei redditi).

Il sistema truffaldino – che nel tempo si era ramificato su un vasto territorio della provincia di Reggio Calabria, permettendo l’ottenimento di profitti illeciti di notevole entità – aveva raggiunto una portata talmente ampia da attirare anche l’attenzione di alcune cosche di ‘ndrangheta, in particolare di quella dei Pisano detti “i Diavoli”, egemone nella piana di Gioia Tauro.

Per ogni rimborso non dovuto, ciascun soggetto restituiva al sodalizio il 40% del percepito, trattenendo per sé il restante 60%.

Al riguardo, sono stati individuati, complessivamente, oltre 1.200 modelli dichiarativi infedeli, relativi agli anni di imposta dal 2016 al 2022, che hanno consentito indebiti rimborsi per un importo complessivo pari ad euro 718.426,25 (di cui circa 312.119,29 corrisposti ai membri dell’associazione criminale), sottoposti a sequestro con l’odierno provvedimento cautelare.

Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nelle fasi delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

Autobooks: domenica 2 Marzo – a Catania in piazza Università letture e scambio libri “fantasy” nell’ambito della mostra “Tolkoen”

 

Domenica con Tolkien

 

 

Catania,

Reading, attività di lettura e scambio libri all’insegna del “fantasy” animeranno la “Domenica  con Tolkien”, in programma il 2 marzo dalle ore 9 alle 13 in piazza Università,  dove sarà presente il presidio del Book Crossing della Biblioteca Bellini e dell’Autobooks di Librincircolo dedicato allo scrittore.
L’iniziativa, promossa dall’Amministrazione comunale, si inserisce nell’ambito delle attività collaterali alla mostra “Tolkien, uomo, professore, autore” prevista nel  Palazzo della Cultura dall’8 marzo al 31 luglio, in omaggio a uno degli autori più letti del pianeta, creatore della celebre epopea della Terra di Mezzo e di un nuovo mondo immaginario abitato da Hobbit, Elfi, nani e uomini.     .
L’Associazione culturale “Universo Fantasy” proporrà uno sguardo sui personaggi creati dalla fantasia dello straordinario scrittore, attraverso la lettura di brani significativi della trilogia del Signore degli Anelli, pagine dalla grande potenza narrativa che ancora oggi accompagnano generazioni di lettori .

Gela,l’assessore regionale Tamajo: «Da giunta ok a nuovo rilancio e produttivo dell’area industriale»

 

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Palermo,

La Giunta Schifani ha approvato oggi pomeriggio il nuovo accordo di programma per l’area di crisi industriale complessa di Gela, finalizzato a garantire la prosecuzione degli interventi di riconversione e di sviluppo dell’area. L’intesa si pone in continuità con quello precedentemente firmato e scaduto il 30 ottobre scorso.

L’accordo, siglato tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Ministero dell’Ambiente, il Ministero delle Infrastrutture, il Ministero del Lavoro, la Regione Siciliana, il Comune di Gela, il Libero consorzio di Caltanissetta e Invitalia, prevede la modifica della fonte di finanziamento dell’intervento regionale. La dotazione finanziaria è stata infatti rimodulata in 9 milioni e 650 mila euro. Le risorse, inizialmente previste a valere sul Poc 2014-2020, saranno ora garantite attraverso il Fondo Sicilia che consente un orizzonte temporale per l’attuazione degli interventi più ampio.

L’obiettivo principale è il rilancio delle attività produttive nell’area, favorendo investimenti strategici in tutti i settori industriali e contrastando gli effetti della crisi economica.

«L’approvazione di questo nuovo Accordo di Programma – dice l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo – è un passo fondamentale per il rilancio economico e produttivo di Gela e delle aree limitrofe. Con la rimodulazione delle risorse finanziarie garantiamo maggiore certezza agli investimenti e sostegno concreto alle imprese che vogliono contribuire alla riconversione industriale del territorio. Il nostro obiettivo è creare nuove opportunità di sviluppo e occupazione, rendendo Gela un polo strategico per la produzione industriale in Sicilia. Continueremo a lavorare con il governo nazionale e gli enti locali affinché queste misure abbiano un impatto positivo e duraturo sull’economia del territorio».

Lotta alla dispersione scolastica in Sicilia, la giunta regionale stanzia 53 milioni. Saranno finanziati 209 progetti di differente tipologia

 

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Nuovi fondi della Regione per migliorare la qualità dei locali delle scuole e combattere l’abbandono e l’insuccesso scolastico. Sono 209 i progetti presentati dagli enti locali e dalle istituzioni scolastiche e ritenuti ammissibili, destinati a potenziare azioni di contrasto alla dispersione, che saranno finanziati con 53 milioni di euro dalla Regione Siciliana. Lo ha stabilito il governo Schifani, che nella seduta di giunta di oggi, su proposta dell’assessore all’Istruzione Mimmo Turano, ha approvato l’incremento delle risorse di 23 milioni, a valere sul Pr Fesr 2021/2027, che si aggiungono ai 30 milioni già stanziati precedentemente.

«La battaglia quotidiana contro la dispersione scolastica – afferma il presidente della Regione, Renato Schifani – è sostenuta dalla buona volontà e dalla collaborazione tra le istituzioni. Il mio governo sta investendo cospicue risorse per potenziare le azioni di contrasto a un fenomeno ancora particolarmente grave in Sicilia e che costituisce uno dei freni per la crescita della nostra Isola. Migliorare le strutture scolastiche, avere ambienti idonei per svolgere attività sportive, aggregative, culturali e laboratoriali, significa offrire ai nostri bambini e ragazzi luoghi di formazione e di sana crescita personale e comunitaria. La Regione continuerà a fare la propria parte».

«L’avviso pubblico rivolto a Comuni, Liberi consorzi, Città metropolitane e istituzioni scolastiche – aggiunge l’assessore Turano – per realizzare interventi di adeguamento degli spazi comuni negli edifici per favorire l’aumento del tempo scuola e ridurre il fenomeno dell’abbandono, ha ricevuto un elevato numero di domande ammissibili per progetti meritevoli. Abbiamo voluto aumentare la dotazione finanziaria per rispondere in modo efficace alle esigenze territoriali, accogliere le proposte valide e dare continuità e forza all’azione di contrasto alla dispersione scolastica che perseguiamo con impegno ogni giorno».

L’avviso Pr Fesr Sicilia 2021/2027 Azione 4.2.1, pubblicato con il decreto dirigenziale n.109 del 30 aprile 2024, permetterà, quindi, di finanziare 209 interventi: 110 di tipologia A (Spazi esterni e sportivi), 17 di tipologia B (Auditorium); 52 di tipologia C (Biblioteche, spazi comuni, laboratori non di indirizzo), 10 di tipologia D (Laboratori di indirizzo), 20 di tipologia E (Mense).

Pedopornografia Catania: 115 perquisizioni e 34 arresti in tutta Italia

 

 

postale

Catania,

Si è conclusa l’attività investigativa denominata “Hello” contro lo sfruttamento sessuale dei minori online, condotta dagli specialisti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica (Cosc) di Catania, in collaborazione con gli esperti del Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) del Servizio polizia postale.

Nell’operazione sono stati impiegati complessivamente oltre 500 poliziotti, che hanno operato in 56 città in tutta Italia eseguendo 115 perquisizioni domiciliari e informatiche al cui esito sono state arrestate 34 persone in flagranza di reato con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico, a seguito del sequestro di numerosi dispositivi informatici contenenti decine di migliaia di file illegali.

L’indagine, coordinata dalla Procura distrettuale di Catania, e sviluppata, anche con attività sotto copertura, sulla piattaforma di messaggistica istantanea utilizzata dagli indagati, ha consentito di individuare diversi gruppi specializzati nello scambio di materiale pornografico minorile, con bambini abusati in età infantile ed episodi di zooerastia (istinto sessuale che porta ad avere rapporti sessuali con animali) con vittime minorenni.

Gli indagati sono tutti di sesso maschile e con un’età compresa tra 21 e 59 anni.

Due di loro, oltre a detenere migliaia di file pedopornografici, avevano immagini e video autoprodotti con abusi sessuali su minori, vittime che sono state già identificate dagli operatori di Polizia.

L’identificazione degli utenti che scambiavano immagini e video di pornografia minorile, ha richiesto un lavoro di approfondimento e analisi tecniche che hanno consentito di superare le barriere dell’anonimato in rete.

La maggior parte degli indagati faceva ricorso a sofisticati sistemi di crittografia e all’archiviazione in cloud per occultare il materiale illecito, rendendo difficile la sua individuazione.

Gli investigatori della Polizia postale hanno ricostruito i percorsi digitali, decrittando dati protetti e rinvenendo prove fondamentali per l’accertamento dei reati.

Reddito di povertà, il governatore siciliano Schifani: «Boom di richieste, pensiamo di finanziare 10 mila famiglie»

 

 

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In appena sei ore sono già oltre 1.500 le richieste presentate all’Irfis per ottenere il contributo di solidarietà, la cui piattaforma è stata avviata oggi alle 12. Al momento le istanze pervenute ammontano a circa 4,5 milioni di euro, con una media di circa 3 mila euro a famiglia. Altre 5 mila sono, invece, le domande “in bozza”, in attesa di essere inviate. Non si tratta di un click day, ma verrà stilata un’apposita graduatoria: c’è tempo fino al 15 aprile.

«Un grande successo – dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che ha fortemente voluto l’inserimento della misura nella Legge di stabilità, con una stanziamento di 30 milioni di euro – visto che in poche ore sono stati oltre 10 mila gli accessi alla piattaforma digitale gestita dalla nostra finanziaria, senza nessun problema. Dai primi dati, pensiamo di potere andare incontro alle richieste di 10 mila famiglie siciliane che vivono in condizioni di difficoltà economiche, garantendo loro un sostegno immediato per affrontare le spese essenziali. Vogliamo fornire un aiuto tangibile alle persone più vulnerabili, affinché nessuno si senta abbandonato in un momento così delicato».

Procede a gonfie vele, a pochi giorni dalla chiusura, anche l’altra misura gestita dall’Irfis sull’abbattimento degli interessi sui mutui per le medie e piccole imprese siciliane per la quale il governo regionale ha stanziato 45 milioni di euro. Hanno già presentato richiesta 5.700 aziende per un ammontare di 46,5 milioni di euro. C’è tempo fino al 4 marzo. Nei successivi 30 giorni avverrà l’istruttoria e in altri 30 l’erogazione delle risorse.

 

«Anche in questo caso – aggiunge Schifani – l’iniziativa messa in campo dal mio governo ha avuto un ottimo successo. Per fare crescere il Pil stiamo sostenendo gli investimenti e i consumi. In meno di un anno, tra contributo di solidarietà, mutui alle famiglie e alle imprese e credito al consumo faremo un’iniezione di liquidità di circa 140 milioni di euro».

“Gli interessi economici degli Stati Uniti saranno di deterrenza a future nuove aggressioni a Kiev “

Ossidi di terre rare - (Wikipedia)

 

l’accordo cambia .Il testo dell’accordo fra Stati Uniti e Ucraina sullo sfruttamento delle terre rare, ma soprattutto di altri minerali critici come il litio e il titanio, e anche i ‘vecchi’ carbone, gas e petrolio, conservati nel sottosuolo ucraino, è stato concordato dalle parti che potrebbero firmarlo già questa settimana.

“Se solo fino a poche settimane fa queste risorse naturali venivano descritte solo come un fattore come un altro negli sforzi per porre fine alla guerra in Ucraina, ora sono in prima fila e al centro, il focus dominante dei negoziati degli Stati Uniti con Kiev .

Il testo non include in termini espliciti le garanzie di sicurezza di cui l’Ucraina ha bisogno per contenere la Russia. L’esistenza stessa dell’accordo fornisce sostegno a Kiev, interessi economici americani in Ucraina saranno di deterrenza a una futura nuova aggressione delle forze di Mosca, ritiene Washington mentre la controparte si dà tempo ancora oggi e domani per cercare di ottenere di più su questo tema, in vista della possibile visita di Volodymir Zelensky a Washington per la firma venerdì. Prima di loro, dovrebbero sottoscrivere l’intesa il segretario del Tesoro Usa, Scott Bessent e la sua controparte ucraina.

L’accordo

L’accordo prevede, nella versione datata ieri, la terza dopo che le prime due sono state respinte dall’Ucraina, l‘apertura di un fondo a cui Kiev contribuirà al 50% degli introiti dello sfruttamento delle risorse minerarie di proprietà dello stato, grazie alla “futura monetizzazione” di litio, grafite, cobalto, titanio, terre rare come lo scandio, ma anche gas e petrolio, e delle logistiche associate.

Il fondo potrà essere usato anche per successivi progetti di investimento in Ucraina e gli Stati Uniti si impegnano a sostenere lo sviluppo economico del Paese in futuro. L’intesa — non riguarda il flusso già attivo di proventi di attività di estrazione, quindi non le attività già in essere di Naftogaz e Ukrnafta. Non viene citata la quota degli Stati Uniti nel fondo. Ci si riferisce solo ad accordi di “proprietà congiunta” che dovranno essere dettagliati in accordi successivi.

Non viene più citata la cifra di 500 miliardi di dollari di ‘debito’ che Donald Trump aveva chiesto a Kiev in un primo momento come tetto massimo del contributo di Kiev al fondo. Così come “il mantenimento, da parte degli Stati Uniti, del 100 per cento degli interessi finanziari” nel fondo.

“L’accordo sui minerali è solo una parte del quadro. L’amministrazione americana ha più volte detto che rientra in un quadro più ampio”, ha spiegato Olha Stefanishyna, vice Premier e ministra della giustizia, in una intervista al Financial Times, dopo che il testo ha ricevuto il via libera del suo ministero, oltre che dagli esteri e dell’economia. L’intesa, precisa il governo, sarà sottoposta alla ratifica della Verkhovna Rada, dove si preannuncia un dibattito acceso.

Le riserve dell’Ucraina

La Russia può contare su riserve di terre rare per un valore di 3,8 milioni di tonnellate, la quinta riserve del mondo (dopo Cina, Australia, Brasile e India, secondo i dati dell’Us Geological Survey). Le miniere e gli impianti per la produzione più importanti sono stati nazionalizzati dall’inizio dell’invasione – Mosca ha complessivamente nazionalizzato imprese per 15 miliardi di dollari dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina – e sono controllate da Rosatom, vicina al ‘banchiere di Putin’, Mikhail Kovalchuk.

Sulle dimensioni delle riserve ucraine ci sono tuttavia stime divergenti. Con Bloomberg che smonta l’unica ricerca rintracciabile sulla presenza di risorse significative. “L’Ucraina non ha terre rare, ma terra bruciata”, a eccezione di piccole miniere di scandio. L’US Geological Service, la fonte più autorevole in materia, ha sancito che l’Ucraina non ha riserve di terre rare. La vice Premier Yulia Svyrydenko sostiene invece nel dire che le riserve di terre rare valgono 350 miliardi di dollari. Ma che si trovano però nei territori occupati.

Criminalità giovanile: operazione in tutta Italia – VIDEO- Controllati oltre 13 mila giovani di cui 3 mila minorenni tra questi 29 denunciati per ricettazione e possesso d’armi

 

 

 

 

DI  ALESSIO EVANGELISTA

Oltre mille poliziotti delle squadre mobili, dei reparti prevenzione crimine e altri uffici dell’intera penisola, coordinati dal Servizio centrale operativo, sono stati impegnati in una vasta operazione a contrasto del crescente fenomeno della criminalità giovanile.

L’evento di oggi è solo l’ultima fase di un lavoro iniziato con il monitoraggio delle aree critiche dove agire, come le zone di spaccio e della movida, controllando oltre 13mila giovani, di cui 3mila minorenni, che ha preparato il successivo intervento operativo nel quale 142 giovani, di cui 29 minorenni, sono stati denunciati in stato di libertà per ricettazione, possesso di armi e strumenti atti a offendere e detenzione di sostanze stupefacente ai fini di spaccio.

Criminalità giovanile: operazione in tutta Italia

 

Nel corso dell’operazione sono stati arrestati in flagranza di reato o sottoposti a fermo di indiziato di delitto 60 maggiorenni e 13 minorenni per reati, commessi singolarmente o in gruppo e che vanno dal tentato omicidio, lesioni, rissa, al danneggiamento, l’estorsione, il furto, la rapina, lo spaccio di stupefacenti, fino alla detenzione illegale di armi.

Inoltre, sono stati ispezionati 150 immobili, tra cui due scuole e 23 strutture di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, oltre a diversi luoghi di abituale aggregazione giovanile, con il risultato di centinaia di sanzioni amministrative elevate soprattutto per uso di sostanze stupefacenti e somministrazione di alcolici a minorenni.

Criminalità giovanile: operazione in tutta Italia

 

Gli investigatori hanno effettuato anche numerose perquisizioni recuperando diversi oggetti provento di furto come collane d’oro, cellulari e 50mila euro in contanti; sequestrate otto pistole, di cui due a salve e una da soft-air modificata, un fucile a canne mozze, un silenziatore, munizionamento di diverso calibro, 15 coltelli e diversi oggetti, tra i quali una mazza di ferro riadattata a mazza da baseball, un rompi ghiaccio e uno spray urticante.

Tra le sostanze stupefacenti sequestrate ci sono due chili di cocaina, dieci di cannabinoidi, oltre a sostanze stupefacenti e psicotrope utilizzabili per produrre circa 350 dosi tra eroina, shaboo, ecstasy e anfetamine.

Criminalità giovanile: operazione in tutta Italia

 

I poliziotti hanno anche eseguito un monitoraggio web, individuando 600 profili social inneggianti all’odio e alla violenza fisica, anche contro appartenenti alle Forze di polizia, nonché all’uso di armi, segnalati per l’eventuale oscuramento.

L’attività dei poliziotti si è svolta in decine di città su tutta la penisola. In particolare a Milano è stato sequestrato un fucile a canne mozze, e chiuso un centro di smistamento di stupefacenti.

Criminalità giovanile: operazione in tutta Italia

 

A Bologna invece tre giovani sono stati arrestati per aver aggredito i poliziotti durante i controlli, mentre altri quattro sono stati sottoposti a fermo perché indiziati di alcune rapine violente; un minorenne è stato invece arrestato in flagranza per tentata rapina.

A Piacenza, infine, sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio contro dei giovani responsabili di accoltellamenti avvenuti a per il controllo delle piazze di spaccio cittadine.  (Comunicato)..

 

Quali modalità di incontro e di discussione per la causa Ucraina di fronte al nuovo asse -d’accordo loro- tra Stati Uniti e Russia ?

 

“F-16 in Ucraina. Lo abbiamo assicurato”, ha confermato il presidente Volodymyr Zelenskyy in occasione della Giornata dell’aeronautica ucraina. 4 agosto 2024.

 

Tre anni di aggressione russa contro l’Ucraina, adesso si apre il dibattito sulle modalità per continuare a sostenere la causa di Kiev di fronte al nuovo asse tra Stati Uniti e Russia, che mette sostanzialmente dalla stessa parte del tavolo Vladimir Putin e Donald Trump, e che ha portato allo scontro che si è consumato all’Onu.

 

Uno dei temi più caldi e che lasciano il fiato sospeso , soprattutto alle madri di famiglia europee, è  l’idea francese ,in primis,  di impegnare soldati europei, e quindi anche italiani, a protezione dell’Ucraina. Tra fughe in avanti e repentini passi indietro, va registrata oggi la sostanziale frenata del governo italiano rispetto alle indiscrezioni di stampa.

Una volontaria delle Streghe di Bucha, il gruppo mobile di difesa aerea femminile, durante un addestramento di combattimento. Le Streghe di Bucha operano nei pressi di Bucha, nella regione di Kyiv, per abbattere i droni russi che attaccano la capitale. 3 agosto 2024.

“L’invio di truppe italiane in Ucraina non è all’ordine del giorno”, hanno puntualizzato fonti di governo, ” e precisando che “non esiste questo dibattito all’interno della maggioranza”.  l’Italia ha sempre escluso questa possibilità. Tuttavia, hanno aggiunto, “se un domani ci dovesse essere una missione Onu con contingenti di vari Paesi, si potrà magari ragionare”. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, afferma ciò in modo molto chiaro. “Non si è mai parlato di truppe italiane, penso che non sia utile inviare truppe europee o della Nato” ma in Ucraina “se si deve fare una zona cuscinetto” si può pensare a truppe “sotto la bandiera Onu, nel caso ci può essere la disponibilità italiana, come con la Palestina”.

 Ricorderemo anche che il  18 febbraio scorso Lavrov aveva giudicato inaccettabile lo schieramento come peacekeeper in Ucraina di soldati di Paesi della Nato.

Altro capitolo aperto, almeno secondo Trump e Putin, è la leadership del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. C’è da registrare su questo fronte un importante passaggio formale. Il parlamento ucraino, Verkhovna Rada, ha approvato una risoluzione che riafferma la sua legittimità: “è stato eletto con elezioni libere, trasparenti e democratiche e il suo mandato non è messo in discussione dal popolo ucraino o dalla Verkhovna Rada”, afferma il testo, che prevede che Zelensky resti al potere fino all’insediamento di un nuovo presidente eletto in linea con la Costituzione Ucraina. Il mandato di Zelensky, eletto nel 2019, si è concluso a maggio, ma nel Paese dal 24 febbraio di tre anni fa è in vigore la legge marziale e non sono previste elezioni.

Altro punto importante da discutere attorno al tavolo ovale vi è la  anche la difesa europea, che non riguarda solo l’Unione europea ma anche il Regno Unito. Un gruppo di leader europei si recherà domenica a Londra per incontrare la controparte britannica in vista della messa a punto di piani comuni per la difesa, ha annunciato il primo ministro polacco Donald Tusk dopo il bilaterale con il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. “Sono convinto che  il 6 marzo rafforzeremo l’Ucraina nella sua difesa contro la Russia e la indeboliremo”…

Strettamente legato al dossier difesa è il finanziamento delle spese militari.    Sullo sfondo della svolta impressa dagli Usa di Donald Trump alla guerra russo-ucraina sarà al centro di discussioni fra Ue e Regno Unito a margine della riunione dei ministri delle Finanze del G20 in agenda questa settimana a Città del Capo.

Sotto i riflettori pure lo sfruttamento delle terre rare. La bozza di accordo allo studio di Stati Uniti e Ucraina, datata 24 febbraio, secondo quanto ricostruisce il New York Times, contiene termini più favorevoli per Kiev rispetto alle precedenti proposte ma non include le garanzie di sicurezza che l’Ucraina chiede. Tanto che le trattative vanno avanti. A testimoniare quanto questo aspetto sia sensibile, considerando la determinazione di Trump a risarcire l’impegno americano sostenuto finora in Ucraina, c’è il puntuale rilancio russo. E sono ancora una volta le parole di Peskov a fare testo. “La prossima cosa in agenda – ha detto il portavoce del Cremlino – è il regolamento della crisi ucraina. E poi, specialmente perché gli stessi americani hanno parlato di questo, verrà il tempo per considerare possibili progetti per il commercio, l’economia e la cooperazione negli investimenti. Ci sono prospettive molto vaste per questo”.

 

La mozione di sfiducia in Aula al ministro Santanché :” Fatti tutti da verificare, ho l’impressione che si vuole combattere la ricchezza”

 

Daniela Santanchè: «Un pezzo di FdI mi vuole fuori? Chissenefrega» - Lettera43

 

Torna oggi, 25 febbraio, in Aula a Montecitorio, la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè presentata dal Movimento Cinque Stelle e sottoscritta dal partito democratico e da Alleanza verdi e sinistra, dopo che la ministra del Turismo è stata rinviata a giudizio per falso in bilancio per il caso Visibilia e accusata di truffa ai danni dell’Inps.

La ministra nella replica alla Camera dice di non escludere una “riflessione” sulle sue dimissioni ma avverte “lo farò da sola, lo farò solo con me stessa”.

Dopo la replica di Santanchè si procederà con le dichiarazioni di voto sulla mozione e poi con il pronunciamento finale dell’Assemblea.

La replica: “Mozione su fatti tutti da verificare”

Afferma Daniela Santanchè:”Mi trovo oggi a rispondere, per la seconda volta, a una mozione di sfiducia anche se questa ha per oggetto fatti, tutti da verificare, che sono antecedenti al mio giuramento da ministro“,  in apertura del suo intervento di replica alla Camera, dopo la discussione generale dello scorso 10 febbraio.

Per questa vicenda “la forza mi viene data dalla mia famiglia, la forza per non impazzire”.

Daniela Santanchè, interviene così  in Aula, alla Camera. “Io voglio continuare questa battaglia per fare vincere la verità, lo stato di diritto“, spiega. “Ergastolo mediatico è una cosa che non finirà mai”, dice ancora con riferimento anche ai social.

“Voglio chiedere scusa solennemente ma Voi non volete combattere la povertà ma la ricchezza”

“Avrò pure sbagliato, voglio chiedere scusa qui solennemente. E’ una presa di coscienza, mi importa solo di guardarmi allo specchio e riconoscermi”, scandisce Santanchè. “Nelle ultime 76 ore sono rimasta basita voi -dice interrotta più volte dalle voci delle opposizioni- . Alcune persone che ieri facevano parte del centrodestra erano da contrastare, ma ora elette a paladine della verità. Non ho nulla da nascondere sulle mie borse, non ho paura”.

“Per voi sono l’emblema di ciò che detestate”, aggiunge. “Voi non volete combattere la povertà, ma la ricchezza”, conclude. “Sono quella del Twiga e del Billionaire, che danno lavoro, sono quella che alcuni di voi avete chiamato ma sono una signora e non faccio i nomi…”.

“L’Italia è qualità ed io  ho riportato al centro dell’economia il turismo”

“Sono contenta di aver riportato al centro dell’economia il turismo. Abbiamo cambiato il paradigma, sosteniamo che l’Italia è qualità e non quantità. Abbiamo messo 400 milioni sulla montagna, abbiamo redatto il piano strategico del turismo, per avere una visione”. Rivendica la ministra.

“Non voglio neppure citare invece chi ha affermato che le mie mani sono sporche di sangue, è una cosa – scandisce – che non fa vergogna a me ma a chi ha pronunciato questa accusa, che mostra, nella sua grandezza, una grettezza e una cattiveria umana che alcuni avversari sono disposti ad usare ma certo non nei confronti dei loro colleghi”.