Sciacca, individuata dai Carabinieri una banda dedita a furti in aree rurali

 

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Sciacca,

I Carabinieri della Compagnia di Sciacca, con il supporto dei colleghi della Compagnia di Castelvetrano, hanno arrestato un 53enne di origine rumena ritenuto responsabile di furto, ricettazione e resistenza a P.U.

Al fine di contrastare i furti di rame che nell’ultimo periodo si sono verificati nel Belicino, a cavallo tra le province di Agrigento e Trapani, la Compagnia Carabinieri di Sciacca ha disposto mirati servizi, anche con personale in abiti civili, lungo le principali strade provinciali dell’area. Nel corso di uno di questi, sulla SP 44, nel Comune di S. Margherita di Belice, veniva notato transitare, a velocità sostenuta, un furgone con bordo delle persone. I militari tentavano di seguire gli spostamenti del furgone ma purtroppo ne perdevano le tracce. A quel punto, insieme ai colleghi della confinante Compagnia di Castelvetrano, venivano disposti dei servizi di controllo nei punti nevralgici del territorio.

Dopo qualche ora, i militari delle due Compagnie riuscivano a individuare di nuovo il furgone mentre, preceduto da un SUV, usciva da una strada di campagna. Intimato l’alt agli occupanti dei mezzi, di tutta risposta entrambi tentavano la fuga, cercando di speronare una delle auto di servizio. La fuga terminava a poche centinaia di metri quando l’autista del furgone perdeva il controllo del mezzo e andava a finire in un fosso, venendo subito bloccato dai militari, mentre i due occupanti del SUV, dopo aver urtato il guardrail, abbandonavano il mezzo e fuggivano per le campagne circostanti facendo perdere le loro tracce.

Dalle successive verifiche emergeva che il gruppo aveva rubato, da una cantina vinicola di Salaparuta (TP), il SUV abbandonato, oltre 1500 litri di gasolio, cassette di vino, ed attrezzatura varia. Il furgone utilizzato dal malvivente arrestato risultava invece essere stato rubato a Roccamena (PA). La refurtiva, per un valore complessivo di circa 35.000 euro, veniva restituita ai legittimi proprietari. Pertanto, il 53enne veniva tratto in arresto e, su disposizione della Procura della Repubblica di Sciacca, sottoposto agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida, durante la quale il giudice convalidava l’arresto e disponeva nei confronti dell’uomo la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza.

Ragusa, il nuovo procuratore è Francesco Puleio Non mancano i ricorsi sulla nomina

 

Commissione Csm unanime, Francesco Puleio procuratore a ...

Il plenum del Csm ha deliberato la nomina el dr Francesco Puleio  o, che lo scorso 17 luglio aveva perso 12 voti contro 13 del dr Francesco Curcio . Nel frattempo nel capoluogo etneo i sostituti Agata Consoli, Andrea Bonomo e Giuseppe Sturiale hanno partecipato a un concorso di secondo grado per passare alla Procura generale

.Puleio era candidato anche a Procuratore di Catania. Il 17 luglio scorso ha ottenuto dal Plenum del Csm 12 voti contro i 13 di Francesco Curcio, che non si è ancora insediato.  Non sono mancati i ricorsi sulla nomina.

Puleio ha infatti presentato ricorso al Tar del Lazio contro la nomina di Curcio.  Egualmente gli altri due candidati a quel ruolo: i due Procuratori aggiunti dell’ufficio del capoluogo etneo Ignazio Fonzo e Sebastiano Ardita. Il Procuratore di Potenza è risultato eletto con un voto di vantaggio – in caso di pareggio sarebbe passato Puleio – e decisiva sarebbe stata l’assenza della consigliera Rosanna Natoli la cui preferenza sarebbe andata proprio al Procuratore aggiunto etneo, ma che non ha votato dopo la denuncia del giudice Maria Fascetto Sivillo.

Si apprende pure che la  Procura di Catania rischia di perdere a breve tre sostituti – Agata Consoli, Andrea Bonomo e Giuseppe Sturiale – che hanno partecipato a un concorso di secondo grado per passare alla Procura generale della stessa città

.Francesco Puleio è entrato in magistratura nel 1986, è stato dal dicembre del 1987 giudice del Tribunale di Caltagirone. Poi, da luglio del 1989 sostituto procuratore a Catania. Nel settembre del 2009 ha ricoperto l’incarico di procuratore a Modica (Ragusa) e dalla chiusura dell’ufficio giudiziario, avvenuta nel settembre del 2013, sostituto procuratore a Ragusa. Dall’ottobre del 2016 è procuratore aggiunto a Catania.

 

    VON DER LEYEN  A STRASBURGO ACCUSA DI “DOPPIEZZA” VIKTOR ORBAN        PER I VERDI  IL LEADER UNGHERESE E'”  SERVO DI PUTIN”, ELEMENTO DESTABILIZZANTE

 

 

Viktor Orban a Strasburgo è finito , per i suoi comportamenti  e il suo dire, sotto il fuoco di un vero plotone di esecuzione  per  le  osservazioni  supercritiche ricevute ai limiti dell’offesa grave, per una mattinata intera. Il dibattito di ieri sugli obiettivi della presidenza ungherese del Consiglio Ue – rimandato da settembre alla prima plenaria di ottobre a causa delle inondazioni che hanno colpito l’Ungheria e l’Europa Centrale – si è trasformato, inevitabilmente visti i pessimi rapporti tra l’Aula e il governo ungherese, in una sorta di processo al leader di Fidesz, vera ‘bestia nera’ di quelle che lui chiama le “élite” della “bolla” bruxellese.

 Alla fine del suo intervento, mentre dalla destra dell’emiciclo si alzava una standing ovation, alcuni eurodeputati hanno intonato il coro “Bella Ciao”, ma erano  richiamati  dalla presidente Roberta Metsola, che  ha ricordato: “Non siamo all’Euurovision né alla Casa di carta”.

Ungheria: La versione di Orban | ISPI
Nella foto il contestatissimo Orban, capo di governo più anziano del Consiglio Europeo  . Definito ieri “Servo di Putin”

Orban, il capo di Stato e di governo più anziano del Consiglio Europeo, si apprende –se lo aspettava, tanto che martedì è andato a Strasburgo in anticipo per tenere una conferenza-stampa fiume, perché sapeva che i titoli sarebbero stati ‘occupati’ dai suoi critici. Tra gli attacchi più taglienti che il premier magiaro ha dovuto incassare si contano quello della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e quello sferrato subito dopo dal capogruppo e presidente del Ppe Manfred Weber. Entrambi sono della Cdu/Csu, primo partito secondo i sondaggi in Germania, anche se oggi è all’opposizione, e militano nel Ppe, partito del quale Orban faceva parte, in un tempo nemmeno troppo lontano.

Il premier magiaro aveva parlato recentemente a più riprese del conflitto in Ucraina, che l’Ungheria vive da vicino (i due Paesi confinano e la Transcarpazia ucraina ospita una nutrita minoranza magiara, fonte di tensione con Kiev), ieri nel suo discorso introduttivo ha accennato alla guerra che brucia ai confini del suo Paese quasi di passaggio. Ma Von der Leyen, tra le più decise sostenitrici di Kiev a Bruxelles con la maltese Roberta Metsola, lo ha affrontato ugualmente, senza infingimenti dettati dal galateo tra le diverse istituzioni dell’Ue. Orban presiede fino a fine anno il Consiglio, che rappresenta gli Stati membri a livello di ministri.

In “nessuna lingua europea”, ha detto la presidente, “pace” è sinonimo di “resa”. Per la guerra in Ucraina, ha aggiunto, “c’è ancora qualcuno che dà la colpa non all’invasore, ma all’invaso. Vorrei chiedergli: ha mai dato la colpa agli ungheresi per l’invasione sovietica del 1956?”.

La presidente ha poi sostanzialmente accusato l’Ungheria di doppiezza perché, mentre predica la tolleranza zero per le migrazioni illegali, avrebbe liberato “trafficanti” condannati prima del tempo, scaricando così il problema “nel giardino del vicino”. E ha fatto notare che lasciar operare la Polizia cinese in Ungheria significa concedere a Pechino una “backdoor per le interferenze straniere”. Non solo: per Von der Leyen, le facilitazioni concesse dall’Ungheria all’ingresso di cittadini russi mettono a rischio la sicurezza dell’intera area Schengen.

Rincara la dose la copresidente dei Verdi Terry Reintke, anche lei tedesca, che ha definito Orban, senza mezzi termini, un “servo di Vladimir Putin”, dicendogli chiaramente che al Parlamento Europeo “non è il benvenuto”. Von der Leyen ha lasciato l’Aula poco dopo il suo intervento, lasciando le repliche al vicepresidente Maros Sefcovic, cosa che le ha attirato non poche critiche dagli eurodeputati della destra. Non è la prima volta che la presidente parla in Aula e se ne va per protesta .

Orban nel mirino del Ppe

Mentre gli attacchi da sinistra erano prevedibili, le stoccate più dure sono arrivate dal Ppe. Weber, che ai tempi aveva a lungo resistito alle richieste di cacciare Fidesz provenienti dal suo partito, non è stato affatto tenero con l’ex Popolare diventato Patriota. Ha notato che è “molto nervoso” per l’ascesa nei sondaggi del partito di centrodestra Tysza, membro del Ppe. Ha predetto a Orban che farà la fine del Pis di Jaroslaw Kaczinsky, scalzato dal governo a Varsavia da una coalizione guidata dalla Piattaforma Civica di Donald Tusk. Orban “rappresenta il passato”, mentre Peter Magyar, presidente di Tysza ed eurodeputato del Ppe, “è il futuro” e “batterà” Fidesz alle prossime elezioni, ha previsto.

Catania-Messina: schianto fatale stamane tra un camion e un furgone, un morto e quattro feriti gravi

 

La vittima è il 20enne Matteo Urzì. Viaggiava insieme con i familiari a bordo di un furgone che si è ribaltato prima che giungesse un autocarro che ha colpito in pieno il mezzo, provocando la morte del giovane e il ferimento del conducente

Come si presentano furgone e camion dopo  lo schianto e nel riquadro la vittima di 20 anni

La tragedia è avvenuta   sulla A18  traa Giarre e Fiumefreddo di Sicilia, in direzione Messina. Sembra trattarsi di  un incidente autonomo: un camioncino avrebbe perso il controllo per ragioni ancora da chiarire, finendo contro il guardrail e ribaltandosi. Poco dopo, un furgone sarebbe sopraggiunto e avrebbe colpito violentemente il veicolo già ribaltato.

Nel camioncino viaggiava una famiglia di Piedimonte Etneo, composta da padre, madre e figlio. Purtroppo, quest’ultimo, Matteo Urzì, di soli 20 anni, è deceduto a causa delle gravi ferite riportate. I genitori sono stati soccorsi e trasportati d’urgenza all’ospedale di Taormina dai sanitari del 118. Le loro condizioni sarebbero gravi.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Riposto, i sanitari e la polizia stradale. Il tratto autostradale verso Messina è stato temporaneamente chiuso, causando lunghe code e disagi al traffico.

Napoli, a chi appartiene la gestione delle biblioteche comunali?

Anagrafe delle Biblioteche Italiane Ricerca

 

In Commissione Personale lo stato delle biblioteche comunali

Napoli,

La Commissione con delega al Personale, guidata da Pasquale Esposito, ha incontrato i rappresentanti degli uffici della Cultura e del Personale per affrontare il problema della carenza di personale nelle biblioteche comunali.

Esposito ha sottolineato che molte biblioteche, soprattutto nelle periferie, devono chiudere nel pomeriggio per mancanza di personale, compromettendo così la loro importante funzione sociale.

Giuseppina Silvi, responsabile del Personale, ha comunicato che sono stati reclutati 58 funzionari e 11 istruttori culturali. Tuttavia, la loro assegnazione è gestita dai direttori delle municipalità e dai responsabili d’area. Per garantire l’apertura pomeridiana, ha precisato Silvi, è necessario prevedere turni di dieci ore, in modo da organizzare una turnazione adeguata del personale.

L’Ufficio Cultura ha ribadito che la gestione del personale delle biblioteche non è di sua competenza, ma è affidata alle singole municipalità.

Rosario Andreozzi, consigliere di Napoli Solidale Europa Verde Difendi la Città, ha criticato la condizione di molte biblioteche comunali, descrivendole come presidi abbandonati, penalizzati anche dalla mancanza di personale. Ha espresso perplessità riguardo alla mancanza di coordinamento a livello centrale, che impedisce una pianificazione adeguata anche degli eventi culturali.

Gennaro Demetrio Paipais (Manfredi Sindaco) ha dichiarato il suo impegno, insieme al capogruppo Fulvio Fucito, per la riapertura della biblioteca Benedetto Croce del Vomero, attualmente chiusa per problemi strutturali. Napoli, ha concluso Paipais, si doterà a Palazzo Fuga di una delle biblioteche più grandi d’Europa, ma è essenziale provvedere alla contestuale rigenerazione di tutte le biblioteche della città.

In conclusione, Esposito ha evidenziato la necessità di chiarire le competenze non solo per quanto riguarda il personale, ma anche per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle biblioteche. Ha annunciato che coinvolgerà il Sindaco, titolare della delega alla Cultura, e i direttori delle municipalità in una prossima riunione della Commissione.

Catania, Ecologia e Ambiente: da sabato 12 ottobre centri di raccolta itineranti nei diversi quartieri Il calendario

 

Centro raccolta

 

Catania,

Ogni sabato, a partire dal 12 ottobre e sino al 30 novembre, saranno attivati centri di raccolta itineranti di materiali ingombranti e Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche e elettroniche) nei diversi quartieri cittadini delle zone sud, centro e nord.
L’iniziativa, promossa dall’assessorato alle Politiche per l’Ambiente guidato da Massimo Pesce, permetterà ai cittadini di provvedere agevolmente allo smaltimento o alla dismissione di suppellettili, mobili, oggetti pesanti in legno, televisori o apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Le isole ecologiche itineranti saranno attivate con questo calendario:
Sabato 12 ottobre, Zona Sud h. 08.00-12.00 Via Gelso Bianco/Via Del Tarocco; Zona Nord h. 08.30/12.00 c.da Feudo Grande via Salvatore Quasimodo; Zona Centro h. 08.30/12.00 Piazza Montessori;
Sabato 19 ottobre, Zona Sud h. 08.00-12.00 Stradale Cravone (capolinea AMTS); Zona Nord h. 08.30/12.00 quartiere Canalicchio via Barletta/piazza Vicerè; Zona Centro h. 08.30/12.00 quartiere Ognina viale Alcide De Gasperi;
Sabato 26 ottobre, Zona Sud h. 08.00/12.00 quartiere Librino viale Grimaldi 14/15; Zona Nord h. 08.30/12.00 quartiere Monte Po’ Piazza Mercato – Zona Centro h. 08.30/12.00 Via Imperia;
Sabato 9 novembre, Zona Sud h. 08.00/12.00 via Marchese di Roccaverdina (chiesa); Zona Nord 08.30/12.00 quartiere Barriera Piazza del Carmelo; Zona Centro h.08.30/12.00 corso Indipendenza area antistante Istituto Gemmellaro;
Sabato 16 novembre, Zona Sud h. 08.00/12.00 quartiere Librino Viale Moncada 13; Zona Nord 08.30/12.00 quartiere Nesima parcheggio piscina; Zona Centro h. 08.30/12.00 piazza San Pio X;
Sabato 23 novembre, Zona Sud h. 08.00/12.00 piazza Sapienza;
Sabato 30 novembre, Zona Nord quartiere Feudo Grande via Monsignor Domenico Orlando; Zona Centro h.08.30/12.00 via Cibali area antistante stadio Massimino lato Tribuna B.

Nell’app “Differenziamo Catania” sono disponibili le informazioni sui calendari di raccolta, la carta dei servizi, gli orari del Centro Comunale di Raccolta, le modalità di conferimento degli ingombranti e dei Raee.

Ulteriori chiarimenti possono essere richiesti alle ditte territorialmente competenti:
Ecocar (tel 095291689,  numero verde 800328590, pagina facebook Ecobar) per Catania Lotto Sud: Librino, San Giorgio, Fossa Creta, Pigno, Zia Lisa I, Zia Lisa II, Vill. S. Maria Goretti, San G. La Rena, V.le Kennedy, Vill. Sant’Agata, Cimitero monumentale, Zona Industriale, Collina Primosole;
Supereco (whatsapp  3493021008, numero verde 800984597, pagina facebook Supereco, sito www.superecosrl.com), per Catania Lotto Nord: Canalicchio, Barriera, Fasano e parte settentrionale della città;
Consorzio Gema (whatsapp 3280065690, numero verde  800409866, pagina facebook Consorzio Gema Catania Centro, sito www.consorziogema.com) per  Catania Lotto Centro: San Cristoforo, Duomo, Picanello, Centro Storico, Monserrato, Corso Italia, Piazza Europa, Piazza Verga, Piazza Michelangelo e zone vicine.

Stop al Clan Cappello: i Carabinieri sequestrano il lido Miami Lounge Beach a Catania Gli indagati dovranno rispondere di truffa e falso in atto pubblico.

 

 

Sequestro beni a boss della malavita siciliana. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Catania su richiesta della Procura della Repubblica etnea e su ordine del Tribunale, hanno sequestrato beni per tre milioni a Salvatore Pistone, pregiudicato 62enne di Caltanissetta e a due donne congiunte con elementi di spicco del clan mafioso dei Cappello, Giovanna Maria Salvo, pregiudicata catanese di 51 anni e Anna Laura Comparato, catanese di 28 anni . Tutti e tre sono indagati per truffa e le due donne anche per falsità ideologica commessa da P.U. in atti pubblici.

 Pistone, nella prima fase della truffa, iniziata nel 2021, avrebbe dovuto occuparsi delle trattative iniziali con la società titolare dello stabilimento balneare, il “Miami Lounge Beach Bar”, con l’obiettivo di convincerlo a sottoscrivere a suo favore un contratto d’affitto. Pistone si è finto legale rappresentante di una società svizzera – realmente esistente ed operante nel Canton Ticino ma che è totalmente all’oscuro dell’intera vicenda – ed ha avviato le trattative con il rappresentante della proprietà del lido, esibendo documenti e deleghe false, mai prodotti o emessi dal gruppo elvetico.

L’offerta era particolarmente allettante prevedendo canone vantaggiosi per la società: 135.000 all’anno per i primi due anni, 140.000 euro per il terzo e il quarto anno e 150.000 per il quinto e il sesto. Pure la “polizza fideiussoria” a garanzia dei futuri pagamenti dei canoni di locazione sarebbe stata falsa. Nel mese di marzo 2022, l’amministratore della società catanese quindi firmò il contratto concedendo in affitto il lido, con annesso ristorante.

Si definisce il ruolo delle due  donne: la Comparato ad esempio avrebbe avuto il compito di organizzare in prima persona le prenotazioni e tenere i contatti in nome e per conto dell’azienda. Le due donne, tuttavia, non avrebbero mai pagato la quota dei canoni di locazione pattuiti con la proprietà, motivo per cui erano state citate in giudizio davanti al Tribunale Civile di Catania. Anche in questa circostanza le due indagate hanno prodotto durante il processo civile, documenti falsi, con lo scopo di indurre in errore il giudice.

Secondo le investigazioni svolte l’attività commerciale si è scoperta  era stata  illecitamente acquisita. Il lido è stato affidata in custodia giudiziaria all’amministratore individuato dal Tribunale.

Frane, via ai lavori a Santa Domenica Vittoria, nel Messinese. Interventi per ripristinare sicurezza e vivibilità

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A Santa Domenica Vittoria, nel Messinese, grazie alla Struttura per il contrasto al dissesto idrogeologico guidata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, giunge al termine una vicenda annosa che ha interessato la stabilità di un’area residenziale, minacciata più volte da eventi franosi che hanno causato danni importanti e molta apprensione.
Gli uffici di piazza Ignazio Florio, diretti da Salvatore Lizzio, hanno completato la procedura di aggiudicazione dei lavori che, in virtù di un ribasso del 31,7 per cento, verranno eseguiti dalla Zab Costruzioni srl di Favara, per un importo di 540 mila euro.
«Interveniamo – afferma il governatore Schifani – per ripristinare le normali condizioni di vivibilità e di sicurezza del centro abitato e per tutelare la pubblica incolumità con un impegno incessante e su più fronti per la difesa del territorio». L’area oggetto dell’intervento ricade a sud-est dell’abitato di Santa Domenica Vittoria, a valle di via Sant’Antonio e di vico Quasimodo. È qui che due frane, la prima nel febbraio del 1994 e la seconda nel marzo del 1996, hanno colpito le aree in prossimità dell’ex strada statale 116, arrestandosi a pochi metri da un capannone e da 26 alloggi di edilizia popolare realizzati negli anni Ottanta.
L’obiettivo dell’intervento è eliminare i pericoli per l’incolumità dei residenti e per la salvaguardia delle infrastrutture mediante la realizzazione di opere di contenimento in grado di contrastare in modo efficace il fenomeno franoso. Previste opere di consolidamento con muro su pali a valle di via Sant’Antonio ma anche la realizzazione di opere di regimazione delle acque meteoriche con la costruzione di un canale di raccolta. Verranno altresì predisposte delle gabbionate nella parte del cunettone esistente, che verrà completato, in modo da consentire la raccolta delle acque provenienti dalla parte sud-ovest del centro abitato e che allo stato attuale confluiscono nel torrente Favoscuro.

Gesap, il governatore siciliano Schifani invita Vito Riggio a ritirare le dimissioni dalla guida della società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino

 

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Palermo,

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, esprime con un comunicato  il suo profondo apprezzamento per l’operato di Vito Riggio alla guida di Gesap, la società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo, e lo invita a riconsiderare la decisione di dimettersi da amministratore delegato.

«Sotto la guida di Riggio – sottolinea Schifani – lo scalo di Punta Raisi ha registrato incrementi record sotto diversi aspetti. Il traffico passeggeri, per esempio, è cresciuto del 25%, il bilancio del 2023 si è chiuso con oltre 12 milioni di euro di utili e un Ebitda, l’indicatore che aiuta a valutare il profitto di un’impresa, di 31 milioni. Grande impulso anche ai lavori di riqualificazione del terminal, la cui percentuale di avanzamento è passata dal 57% al 100%. Risultati che hanno contribuito al rilancio dell’aeroporto, che si conferma un hub strategico per il turismo e il commercio, non solo per la Sicilia, visto che il 35% del traffico è internazionale».

Il presidente evidenzia anche l’importanza di riprendere il percorso di privatizzazione interrotto alcuni anni fa e bloccato anche per la crisi del trasporto aereo a causa del Covid19.

«Un processo – prosegue Schifani – sul quale Riggio, che da presidente di Enac ha rilasciato le concessioni aeroportuali di gestione totale agli aeroporti siciliani, insiste con lungimiranza, consapevole dei vantaggi che tali iniziative hanno determinato per i maggiori scali italiani, ormai tutti gestiti brillantemente da soci privati. La privatizzazione è un obiettivo chiave per garantire ulteriore sviluppo e competitività all’aeroporto e il lavoro svolto finora ha creato solide basi per il futuro. Confido che Riggio possa rivedere la sua scelta, in modo tale che l’iter possa essere completato con rapidità e successo».

“Identify Me”: un nome per ogni vittima

 

 

Un’importante iniziativa internazionale, chiamata “Identify Me”, è stata presentata da Interpol per tentare di dare risposta a 46 casi irrisolti che coinvolgono donne non identificate trovate morte in diverse parti d’Europa.
L’obiettivo è dare un nome a queste vittime, spesso morte violentemente o in circostanze misteriose, e portare alla luce la verità sui loro destini.

Dopo il successo dell’appello “      Identifv Me” lanciato nel maggio 2023 per identificare 22 donne scomparse in Belgio, Germania e Paesi Bassi, l’iniziativa è stata ampliata con altri casi irrisolti dei nuovi Paesi aderenti Francia, Italia e Spagna.

L’iniziativa invita il pubblico a fornire qualsiasi informazione utile, come ricordi, dettagli fisici o oggetti personali, che possano aiutare a identificare le donne rinvenute.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica, attrici, cantanti e sportive dei Paesi coinvolti nel progetto hanno prestato il loro volto alla causa e il loro messaggio, diffuso attraverso i media, ha contribuito a far conoscere i casi irrisolti a un pubblico sempre più vasto.

Le difficoltà nell’identificare dei resti umani, spesso ritrovati anni dopo la morte in luoghi remoti o isolati, sono evidenti. La pagina web di “Identify Me” offre un’ampia documentazione, con ricostruzioni facciali e immagini degli oggetti personali rinvenuti sul luogo del ritrovamento per agevolare il riconoscimento ai familiari di persone scomparse.

Al centro di questa iniziativa c’è un approccio scientifico rigoroso. I Paesi coinvolti e l’Interpol stanno lavorando a stretto contatto, sfruttando al massimo le potenzialità della scienza forense, impiegando tecniche avanzate come l’analisi del DNA, la ricostruzione facciale e l’analisi isotopica per ottenere indizi cruciali sull’identità delle vittime e sulle circostanze della loro morte.

La banca dati I-Familia, dal 2021, con i suoi oltre 20 mila profili, rappresenta uno strumento fondamentale per confrontare il DNA con i parenti delle donne ritrovate.

Identify Me

 

Allo stesso tempo, Interpol, per la prima volta, ha diffuso pubblicamente estratti delle cosiddette Black Notices per ogni caso di ritrovamento che possono includere informazioni sul luogo in cui è stato trovato il corpo, informazioni biometriche (DNA, impronte digitali, immagini facciali), schede dentali, descrizioni fisiche del corpo o dei vestiti e qualsiasi altro dettaglio rilevante per identificare le persone trovate morte.

Le famiglie di queste donne decedute hanno il diritto di sapere cosa è accaduto alle loro congiunte.

L’appello rivolto a tutti coloro che dispongono d’informazioni utili è di consultare il sito web di Interpol e di contattare le autorità competenti del proprio Paese. In particolare, i parenti biologici possono richiedere una comparazione del DNA per verificare eventuali corrispondenze.  Ogni segnalazione, anche la più piccola, può fare la differenza.