La Giustizia presenta il conto a Cosa nostra: Calvaruso, il Capo di Pagliarelli, riporta una condanna a oltre 18 anni, Caruso dodici anni, Costa dovrà scontare oltre 10 anni in carcere

Palermo,

Siamo  alla resa dei conti con la Giustizia. E sono abbastanza pesanti per i boss di Cosa nostra.  Il boss di Pagliarelli a Palermo, Giuseppe Calvaruso, è stato condannato a 18 anni e sei mesi di carcere, dopo l’assoluzione in primo grado, per traffico di droga.

La Corte di appello di Palermo ha confermato la ricostruzione dei Pm e ha condannato anche Giovanni Caruso, che ha avuto 12 anni; Angelo Costa, 10 anni, 10 mesi e 20 giorni (in primo grado aveva avuto 12 anni), Francesco Duecento, 6 anni e 8 mesi (ne aveva avuto 10).

Il boss Giuseppe Calvaruso

Confermate le assoluzione della moglie di Calvaruso, Rosa Rita Catalano, e di Barbara Vilardo. Nell’agosto scorso Calvaruso è stato coinvolto in un’operazione antiriciclaggio tra Italia e Brasile.

Napoli, ordinanze sindacali per lo sgombero di oltre 50 alloggi comunali delle “Vele di Scampia”

 

Vela di Scampia (Fotogramma/Ipa)

Nel fotogramma, le Vele di Scampia

 

Napoli,

Sgombero immediato di oltre 50 alloggi comunali delle Vele di Scampia. E’ quanto previsto dalle due ordinanze, firmate ieri dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Questo “in relazione alle attuali condizioni d’uso delle rampe di accesso alle unità abitative della Vela Gialla e Rossa”.

Lo sgombero delle persone presenti è dovuto a “motivi urgenti e di sicurezza pubblica al fine di scongiurare qualsiasi rischio per la pubblica e privata incolumità” e sarà a cura della Polizia Locale.

Da oggi ci saranno i servizi sociali a incontrare le famiglie per istruire la pratica così che anche loro potranno accedere al contributo economico di autonoma sistemazione, deciso dal Governo dopo la discussione e le richieste col sindaco e la mediazione con la Prefettura.

Gaza, raid Israele su Khan Younis.Strage di persone

Khan Younis, Gaza - Fotogramma /Ipa

 

 

Un attacco israeliano avvenuto nella notte contro una zona umanitaria nei pressi di Khan Younis, creata per dare rifugio agli sfollati nel sud di Gaza, ha provocato una strage di persone Almeno 40 si afferma da più parti.. 

Secondo la Protezione civile di Gaza, nell’attacco sarebbero rimaste ferite anche oltre 60 persone, con i soccorritori che starebbero affrontando “grandi difficoltà” nel recuperare le vittime – molte delle quali si ritiene dormissero al momento degli attacchi – a causa della mancanza di risorse e “dell’assenza di una fonte di luce”.

L’attacco ha colpito Al-Mawasi, una regione costiera vicino a Khan Younis dove sono fuggiti decine di migliaia di palestinesi sfollati, molti dei quali vivono nelle tende in un’area con scarse infrastrutture, scarso accesso a rifugi o aiuti umanitari spiega la Cnn.

Secondo le Forze di Difesa Israeliane, l’attacco ha “colpito importanti terroristi di Hamas che operavano all’interno di un centro di comando e controllo incorporato all’interno dell’area umanitaria”, ma l’organizzazione palestinese ha negato di aver schierato combattenti nella zona. .

Hamas ha quindi affermato che “decine di civili disarmati, la maggior parte dei quali erano bambini e donne” sono stati uccisi nell’attacco. Il portavoce della difesa civile di Gaza, Mahmoud Bassal, ha detto inoltre che i palestinesi della zona non sono stati avvertiti in anticipo dell’attacco.

Tragedia familiare a Gela. Con un coltello uccide la madre e si consegna alla polizia. L’assassino -si scopre – soffre di precario stato di salute mentale

 

Gela,

Tragedia familiare  a Gela. Con un  coltello uccide la madre e si consegna alla polizia   In caserma Filippo Tinnirello, 43 anni, primogenito  racconta il delitto e spiega che in casa erano erano frequenti in casa le liti tra Francesca Ferrigno, 62 anni  .

L’uomo, stravolto, è uscito di casa e a piedi si è diretto al vicino commissariato di polizia. . Nel frattempo i carabinieri del Reparto territoriale di Gela, che indagano sul fatto, allertati dai vicini di casa, erano già arrivati in via Vitali, nel quartiere Cantina Sociale, nella casa dove i due abitavano.

Secondo quanto è stato ricostruito, l’uomo ha ucciso la madre con due coltellate, una al ventre e una alla gola. Fendenti che si sono rivelati fatali. Quando le forze dell’ordine e il 118 sono arrivati nella casa di via Vitali la donna era già morta.

 

Chi era Tinnirello ?  Disoccupato e con precedenti penali per droga, era seguito dal Dipartimento di salute mentale per i suoi problemi di tossicodipendenza. Il movente del delitto sarebbe proprio da ricercare nel precario stato di salute mentale dell’uomo. Probabilmente la droga ha portato l’assassino ad un punto tale di  essere ormai incapace di ragionare o riflettere. A quanto pare tra madre e figlio i litigi erano continui e avvenivano per qualsiasi motivo. Nella notte Tinnirello è stato interrogato a lungo dai carabinieri che conducono le indagini. L’arma con cui è stata uccisa la donna è stata sequestrata.

Addio a Maria Mattarella, «Esempio d’amore, di professionalità, garbo e gentilezza, per le istituzioni e i siciliani»

 

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«A nome personale e dell’intera Regione Siciliana esprimo il più profondo cordoglio per la scomparsa del segretario generale della Presidenza della Regione Maria Mattarella. In questo momento di dolore, desidero rivolgere un pensiero affettuoso ai suoi figli, Giovanni e Piersanti e a tutti i suoi familiari, a cui va il nostro sincero abbraccio». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.

Maria Mattarella con il fratello Bernardo e lo zio Sergio Mattarella in una foto del 6 gennaio 2010 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Maria Mattarella, 62 anni, avvocato, ebbe l’incarico di  segretaria generale della Regione siciliana, figlia dell’ex Presidente della Regione, Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia il 6 gennaio 1980 .

Lascia due figli, Giovanni e Piersanti. Aveva una malattia incurabile.

Sposata con Alessandro Argiroffi, docente universitario di Filosofia del Diritto, morto prematuramente nel 2015. Ex capo legislativo della Regione, era stata battezzata dallo zio, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato è da ieri a Palermo.

Era in auto quando uccisero il padre. Quando fu assassinato dalla mafia il 6 gennaio del 1980 Piersanti Mattarella era alla guida della propria Fiat 132 e stava per recarsi a messa insieme alla moglie Irma Chiazzese, al suo fianco, alla suocera e alla figlia Maria, allora 18enne, sedute sul sedile posteriore. Un killer  uccise il presidente della Regione siciliana con colpi di rivoltella calibro 38 attraverso il finestrino dell’automobile, che venne frantumato. Tra i primi a soccorrerlo ci fu il fratello Sergio, che lo prese tra le sue braccia.

Ad aprile del 2017 il governo regionale presieduto da Rosario Crocetta aveva nominato Maria Mattarella avvocato generale della Presidenza della Regione siciliana.   Successivamente venne nominata  segretario generale della Regione . Laureata in giurisprudenza con il massimo dei voti nel 1986, avvocato dal 1995, era stata assunta alla Regione dal 1993 dove aveva sempre fatto parte dell’ufficio legislativo e legale che ha guidato fino al nuovo incarico.

 

«L’avvocato Mattarella – afferma  il presidente della Regione Sicilia – è stata un esempio straordinario di professionalità, garbo e dedizione al lavoro. Il suo ruolo di segretario generale della Regione è stato caratterizzato da una profonda competenza e da un impegno ineguagliabile. La sua dolcezza d’animo e la serenità, che riusciva a trasmettere nonostante le difficoltà della vita, resteranno impresse nei nostri cuori. Maria Mattarella ha servito fino all’ultimo con dignità e dedizione la nostra terra, lasciando una testimonianza esemplare di amore per le istituzioni e per la comunità siciliana. Ci stringiamo attorno alla famiglia in questo momento di grande dolore, ricordandola con affetto e ammirazione». Il presidente della Regione ha disposto l’esposizione a mezz’asta delle bandiere a Palazzo d’Orléans e ha annullato tutti gli impegni pubblici.

 

CORDOGLIO   DI  SUD  LIBERTA’

 

SUD LIBERTA’ E IL DIRETTORE RAFFAELE LANZA  RIVOLGONO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ON SERGIO MATTARELLA LE PIU’ SENTITE CONDOGLIANZE PER LA SCOMPARSA DELLA NIPOTE MARIA Ai familiari desideriamo  esprimere  il cordoglio della Ns testata giornalistica che ha sempre seguito l’attività del Presidente della Repubblica.

Ragusa, omicidio al culmine di una rissa. Filmati di videosorveglianza e testimonianze consentono ai Carabinieri di arrestare tre persone

 

Maxi rissa a Gallarate, i giovani si sono organizzati sui social e sono  arrivati con mazze, catene e pietre: denunciato un 18enne - Open

Archivi -Sud Libertà

 Ragusa – Santa Croce Camerina (RG),

I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Ragusa e della Stazione di Santa Croce Camerina, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Investigativo, hanno dato esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 3 cittadini di origine tunisina, emesso nella giornata odierna dal Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale ibleo, che ha coordinato sul posto una rapida e complessa attività d’indagine avviata a seguito dell’omicidio di un connazionale 21enne al culmine di una violenta rissa nella zona centrale di Santa Croce Camerina, nella serata di sabato 7 settembre.

Una dozzina i soggetti a vario titolo coinvolti negli scontri ed in relazione ai quali proseguono le indagini finalizzate a definire le esatte responsabilità di ognuno.

L’identificazione dei tre fermati, due fratelli di 22 e 25 anni ed un terzo soggetto 28enne, è stata possibile grazie alle attività d’indagine effettuate nell’immediatezza dai Carabinieri, allertati dalla Polizia Municipale camarinense che ha fornito un fattivo contributo.

In particolare, l’acquisizione di alcuni filmati dei sistemi di videosorveglianza, suffragati da testimonianze circostanziate dei fatti e dai rilievi tecnici espletati dal personale specializzato del Nucleo Investigativo, hanno permesso di ricostruire minuziosamente ed in tempi brevissimi la dinamica e lo sviluppo del tragico episodio delittuoso.

Da quanto finora emerso, la giovane vittima, raggiunta da un fendente al petto nel corso della rissa e deceduta pochi secondi dopo, avrebbe avuto una colluttazione con i due fratelli fermati, a loro volta successivamente aggrediti dal 28enne.

Un 36 enne, infine, è stato trasportato all’ospedale Papa Giovanni Paolo II di Ragusa per delle ferite lacero contuse al capo apparse inizialmente piuttosto serie; medicato dai sanitari è stato però dimesso poche ore dopo con una prognosi di dieci giorni.

Lettere -email al direttore Raffaele Lanza di Sud Libertà “Sono estraneo ai fatti, assolto pienamente, cancellate il mio nome…”

Riceviamo e pubblichiamo:

La legge “Cartabia” tra pene sostitutive e sorveglianza. Il giudice di  cognizione diventa finalmente (ma solo se vuole) giudice della pena, oltre  che del fatto-reato di Giovanni Maria Pavarin - www.giustiziainsieme.it

Spett.Ufficio,

la presente comunicazione è riferita al Vostro articolo, denominato “OPERAZIONE FAKE CREDIT: LA “MENTE ANTONIO PALADINO, REATI TRIBUTARI E INDEBITE COMPENSAZIONI”  pubblicata sulla Vostra Testata on line in data 10 Luglio 2020  raggiungibile sul seguente link:  (omissis)  –

L’articolo in questione afferisce al procedimento penale n. 6218/2019 R.G.N.R. conseguente all’indagine  “Fake Credit” che ha portato all’arresto di decine di imprenditori e professionisti in tutto il territorio italiano , compreso il sottoscritto che in data 10.7.2023 è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari come da Voi stessi riportato.

Poichè il sottoscritto Dott.D.N. ha ottenuto la completa archiviazione e cancellazione totale di ogni posizione accusatoria, ai sensi degli artt. 409-411 c.p.p. in data 11/9/2023 (peraltro in soli due mesi -agosto compreso- dagli avvenuti arresti domiciliari) riuscendo a dimostrare la completa estraneità ai fatti e poichè la professione del sottoscritto, ossia quella di Dottore commercialista, è una professione  che richiede anche onorabilità oltre che perizia professionale, Vi invitiamo a rimuovere completamente le informazioni e/o le immagini che riguardano il Sottoscritto: questa cagionano già da diverso tempo  un danno ingiusto all’immagine e alla dignità professionale del sottoscritto e possono essere oggetto di richiesta risarcitoria nei Vostri confronti.

Per Vostra maggiore utilità, si allega provvedimento di archiviazione  In attesa di Vostro cortese riscontro, si porgono cordiali Saluti

 

Risponde Raffaele Lanza, direttore di Sud Libertà

 

E’ Vostro diritto  – diciamo  subito al professionista che, per ovvi motivi,  abbiamo indicato solo con le iniziali – richiedere l’oscuramento o cancellazione del nominativo dalla vicenda giudiziaria che Vi ha coinvolti vs malgrado.    La fonte europea, sul punto determina il diritto soggettivo di ogni cittadino europeo alla cancellazione dei propri dati dagli archivi di ogni titolare del trattamento, a condizioni date.

La problematica, in linea teorica, non sussisterebbe, se non fosse per la pervasività degli archivi informatici e per la pervasività della cronaca giudiziaria nei media tradizionali e online.

Ciascuno, infatti, può chiedere -e ottenere, ragionevolmente- la rimozione dei propri dati al titolare del trattamento in un quotidiano on line , ma non per questo il suo nome – è il mio modesto pensiero -verrà “cancellato” dai motori di ricerca e dai risultati eventualmente  ad esso associati, come, per esempio, articoli o servizi giornalistici.

La giurisprudenza della Cassazione e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea hanno stabilito che, di regola, non è possibile invitare le testate giornalistiche alla  rimozione degli articoli collegati a un nome.

L’unica soluzione percorribile, gentile professionista estraneo ai fatti giudiziari,  è la deindicizzazione della notizia (Nominativo n.d.r.) dai motori di ricerca: in altri termini, un “ordine” dato ai motori di ricerca di non “mostrare” più i risultati di cui l’interessato ha chiesto l’oscuramento.

 

L’emendamento trasfuso nell’articolo 1, comma 25, della legge 134 del 2021 , a sua volta, ha portato al testo dell’articolo 64 ter delle Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale. 

Peccato che i Signori   Presidenti dei tribunali compreso quello di Catania non dispongano, una volta avvenuta l’archiviazione degli interessati, ad un Ufficio stampa interno agli uffici giudiziari di inviare il decreto di assoluzione alle testate on line che hanno pubblicato gli articoli -comunicati delle forze dell’Ordine.  Prima o poi forse ci arriveremo , ringrazio il professionista per l’opportunità che ci dà di averlo segnalato   Chissà, un sasso nell’oceano. 

Letto il decreto di archiviazione, da parte mia ho trasmesso il  messaggio e la sua istanza alla Redazione che procederà oggi stesso all’oscuramento e cancellazione del Suo nominativo… La Saluto”

 

 

 

 

LA FINE DEL MINISTRO ALLA CULTURA SANGIULIANO -CHE RAGGIRATO(INGENUAMENTE) DA BOCCIA, RICORDA QUELLA DELLA STORIA DI SANSONE E DALILA

 

 

 

 

di  Raffaele   Lanza

 

Questa storia mi fa venire in mente la leggenda di Sansone che comincia con una violazione della legge di Dio..  Il personaggio biblico si innamorò di una ragazza filistea contro il parere dei proprie genitori .Quando incontrò Dalila, e lei lo pregò di rivelarle il segreto della sua forza, egli violò la parte finale della legge dei nazirei

  Maria Rosaria Boccia e Gennaro Sangiuliano, a dieci giorni dallo scandalo emerso per l’incarico di consigliera dei grandi eventi promesso e mai formalizzato al ministero della Cultura   La prima figura, da porre in luce, è una donna molto bella ed attraente.

Le affermazioni della Boccia : “Lui meritava quel posto, è una persona molto competente.  È anche una brava persona, si è trovato in un situazione che non ha saputo gestire, e mi dispiace”, ha poi aggiunto Boccia, seconda la quale Sangiuliano poteva non dimettersi: “Poteva non farlo dicendo la verità dall’inizio”. ù

Boccia ha ribadito il desiderio delle scuse: “Io voglio le scuse dall’uomo, per me e la mia famiglia. Mi ci ha messo lui in pubblica piazza. Fino a pochi giorni fa la mia vita era fantastica, ora non è proprio semplice”

Apprendiamo che il  caso Boccia viene fuori alla luce  a fine agosto, quando la 41enne di Pompei ringrazia pubblicamente via social il ministro Sangiuliano dell’incarico di consigliera per i grandi eventi del ministero della Cultura.

Un incarico che il dicastero smentisce. L’operazione di smentita però si rivela artificiosa,scomposta. E mentre nel palazzo del Collegio Romano tutti si affrettano a prendere le distanze da Boccia, dicendo di non conoscerla o di non sapere, Boccia fa sapere di aver inviato tante email ufficiali, di essere in possesso di biglietti di viaggio, foto nel seguito del ministro Sangiuliano durante un sopralluogo a Pompei in vista dell’organizzazione del G7 della Cultura, video girati con un paio di smart glass dentro la Camera dei deputati.

La moglie di Sangiuliano chiedeva di strappare la nomina

Io non sarei qui se il ministro avesse detto la verità dal primo momento – ha detto Boccia -. Io ho solo rettificato le bugie del ministro. Io non spiavo il ministro, io lavoravo con il ministro”.

Boccia ha detto che lei e Sangiuliano si sono sentiti di continuo in questi giorni, fin dopo il primo incontro con Meloni.

. “Il ministro è diretto da una squadra”, ha aggiunto la 41enne, che ha criticato la gestione della comunicazione da parte del ministero e dello staff di Sangiuliano del caso. “In questa verità ci sono coinvolte tante donne, che io non posso menzionare”. “Io non ero con il ministro quando parlava con la moglie, non conosco la signora [la giornalista Federica Corsini, ndr] – ha detto Boccia -. Io questa conversazione l’ho potuta ascoltare perché il ministro mi ha chiamato e ha lasciato il telefono aperto”. In quella conversazione, la moglie chiedeva “di strappare la nomina. Vorrei sapere se la nomina è stata stracciata per un capriccio di una donna”.

documenti del ministero, dati dal gabinetto

““Io ho solo custodito i documenti che mi sono stati dal gabinetto”, ha poi aggiunto, precisando di non aver mai registrato incontri e altre conversazioni con i parlamentari della destra con cui ha collaborato in precedenza. “Io sono sicura che la scelta di andare in video non è stata del ministro”, ha poi aggiunto.

Io non ho mai avuto un computer quando ero con il ministro – ha detto – e non ho mai scaricato Whatsapp del ministro“.

La donna ha anche smentito che il ministro e lei siano usciti da uno studio medico, circostanza di cui, secondo alcune testate, ci sarebbero delle fotografie acquistate e mai pubblicate da alcuni giornali. Boccia ha riferito che un direttore avrebbe fatto sapere al ministro di avere in mano delle foto dell’ex direttore del Tg2 e della donna, che non avrebbe pubblicato, con l’obiettivo di acquisire credito agli occhi del ministro.

. Boccia ha anche affermato . di non  conoscere il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, al quale alcune testate l’hanno accostata.

Vicenda antipatica per il giornalista Sangiuliano, l’attrazione per la Boccia e i contesti non istituzionali in cui i due sono stati visti e fotografati, fa capire come un uomo di cultura, attento alle proprie cose professionali, possa perdere la testa -anche se per poco tempo- per una bella donna quale è in effetti la Boccia. Troppo tardi si accorge di essere sfruttato come uomo delle Istituzioni e a quel punto l’errore -umano- gli costa la carica  Addio Sangiuliano      , ti hanno cucinato e messo da parte. Chi riceve i benefici da questa fastidiosa vicenda sarà senza dubbio  Maria Rosaria Boccia che potrebbe cambiare i suoi metodi di comunicazione e metterli al servizio dei massimi social.     Riportiamo qui sotto l’analisi dei post rilevanti della faccenda

 

 Elaborata un’analisi dei 50 top post per engagement per ogni social network. Solo su X si ritrovano 4 post sulla vicenda nella classifica dei primi 50 per interazione, mentre sulle altre piattaforme dominano tematiche sportive (calcio, F1, paralimpiadi) e dello spettacolo (Festival del Cinema di Venezia, nuovi film in uscita).

È stata infine analizzata la crescita del profilo Instagram di Maria Rosaria Boccia. Solo nella prima settimana di settembre l’imprenditrice ha guadagnato oltre 89K followers dei 119K totali che la seguono. La media like a post è di 5,8K, mentre la media commenti è di 1,2K. Ipotizzando quale possa essere oggi il valore economico del profilo Instagram di Boccia, si può stimare un guadagno di 2.000 euro per 1 post e 1 storia. Se Boccia decidesse di diventare un influencer, potrebbe dunque guadagnare fino a 20mila euro al mese, pubblicando una media di 20 contenuti al mese (10 post e 10 stories).

“ Tra i primi 50 post per engagement pubblicati in Italia sui social dal 27 agosto, nessuno tratta il caso Sangiuliano. I temi più discussi riguardano invece lo sport (calcio e Paralimpiadi), l’intrattenimento (Festival di Venezia e musica in generale) e le vacanze”. Nel frattempo, “il profilo Instagram della Boccia sta crescendo esponenzialmente, sia in termini di numero di follower sia per il potenziale valore economico associato”.

Sport Sicilia, finanziati altri 2 mila voucher per i giovani siciliani Ammesse le istanze rimaste in sospeso

 

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Palermo,

Altri 2.062 giovani siciliani potranno fare sport con il sostegno della Regione Siciliana. L’assessorato regionale del Turismo, dello sport e dello spettacolo ha completato, infatti, le procedure di erogazione dei voucher, ammettendo al finanziamento le istanze precedentemente rimaste in sospeso per carenza di risorse economiche.

I bonus erogati erano già 14.247. «Con questa misura – dice il presidente della Regione, Renato Schifani – abbiamo consentito a migliaia di giovani di avvicinarsi allo sport, distogliendoli in molti casi da potenziali distrazioni pericolose. La pratica sportiva, infatti, permette di generare benessere fisico ma è anche un fattore in grado di creare socialità e comunità, di educare i più giovani a sani valori. Sono contento che ci sia stata la possibilità di soddisfare tutte le richieste pervenute».

«Un provvedimento fortemente voluto dal governo regionale – afferma l’assessore Elvira Amata – che, grazie all’incremento della dotazione finanziaria prevista nella recente manovra di bilancio, ha consentito di poter allargare a tutti i richiedenti la fruizione dei voucher sportivi favorendo così la massima partecipazione dei giovani alla pratica sportiva. È la conferma della costante e particolare attenzione del governo Schifani verso un segmento di strategica rilevanza per il suo ruolo fortemente inclusivo».

Il voucher è destinato a giovani siciliani dai 6 ai 16 anni che svolgono attività sportiva e fanno parte di nuclei familiari con Isee non superiore a 12 mila euro annui. Può essere utilizzato esclusivamente per l’iscrizione e la partecipazione alle attività sportive delle associazioni e società dilettantistiche con sede legale in Sicilia, affiliate a federazioni sportive o enti riconosciuti dal Coni (Comitato olimpico nazionale italiano) oppure dal Cip (Comitato italiano paralimpico).

Cantieri di servizio a Palermo,l’assessore regionale Albano: «Subito la Did per la domanda»

 

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Palermo,

Possedere la regolare dichiarazione di immediata disponibilità (Did): è quanto occorrerà nell’immediato per poter partecipare alla selezione per i cantieri di servizio, a Palermo, mentre il patto di servizio potrà essere sottoscritto anche successivamente alla scadenza di presentazione delle domande. È quanto si legge nella nota inviata al Comune di Palermo a firma del dirigente del dipartimento Lavoro della Regione Siciliana, Ettore Foti.

«Abbiamo inviato questo chiarimento al Comune di Palermo – dichiara Nuccia Albano, assessore regionale al Lavoro – in considerazione della mole di lavoro che si registra nel Centro per l’impiego di Palermo e dell’imminente scadenza entro la quale i potenziali candidati devono espletare le procedure burocratiche necessarie e presentare la domanda di partecipazione in maniera completa e adeguata. In questa maniera garantiamo ai cittadini interessati l’opportunità di partecipare ad un progetto fondamentale per il sostegno delle fasce più vulnerabili della popolazione. I cantieri di servizio, infatti, forniscono un prezioso contributo in diversi programmi di lavoro inseriti in progetti sociali o di riqualificazione, apportando benefici per i Comuni e dando dignità e ristoro economico a tante famiglie in difficoltà».