Giovedì 19 settembre conferenza stampa idesign al Museo Riso di Palermo

 

 

 

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Palermo,

Sarà presentata giovedì 19 settembre, alle 10,30, al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea RISO a Palermo (Via Vittorio Emanuele, 365), la dodicesima edizione di iDesign, che si terrà nel capoluogo siciliano dal 27 settembre al 6 ottobre.

Il programma di iDesign – la più longeva design week del Sud Italia – sarà illustrato dalla curatrice e fondatrice Daniela Brignone. Partecipano alla conferenza stampa, Elvira Amata, assessore regionale al Turismo; Francesco Scarpinato, assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana; Giampiero Cannella, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Palermo. Porterà i suoi saluti la direttrice del Museo Riso, Evelina De Castro.

Andar per mondi: design moving through time and space: questo il tema di iDesign,  che per la XII edizione esplora i diversi significati del viaggio inteso in senso fisico, mentale e spirituale, tracciando una linea che demarca e congiunge saperi e pratiche geograficamente e culturalmente lontane, costruendo e ricostruendo immaginari.

Fra i presenti, insieme agli altri partner pubblici e privati di questa edizione 2024, Mariella Antinoro, Dirigente Generale del Dipartimento Turismo della Regione Siciliana; Selima Giuliano, Soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Palermo; Umberto De Paola, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Palermo; Lucia Giuliano, Direttrice dell’Accademia Abadir di Catania; Cettina Giannino, Rettore DS del Convitto Nazionale Giovanni Falcone di Palermo; Sebastiano Monaco, Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Palermo; l’imprenditore e mecenate Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona; Maria Giambruno, ideatrice di Una Marina di Libri; Francesco Miceli, architetto, membro del Comitato Scientifico di iDesign.

Palazzo della Cultura di Catania: in corso la mostra “Espressionismo astratto 2000” di Sarah Angelico sino al 28 settembre

 

Locandina Mostra

  Catania,

Espressionismo astratto 2000” è il titolo della mostra che l’artista catanese Sarah Angelico presenta fino al 28 settembre nel Palazzo della Cultura, con una rassegna di opere in tela e sacco di grande formato e sculture in bronzo.
La personale, a cura del prof. Luigi Tallarico, è promossa da associazione Amici dell’Arte, SF ArteCultura, Kiwanis Club Tauromenium V.A. insieme con il Comune.

Artista con una speciale predilezione per la tecnica degli smalti, Angelico è pittrice, scultrice, installatrice e scenografa ma anche poetessa e operatrice culturale.
Tra le sue mostre,  “Etna Sicily Art” al Parlamento Europeo nel 2008, l’Antologica “Pittorica Mente Donna” nel 2012 alle Ciminiere, “I colori dell’Etna” nel 2023/2024 all’Archivio di Stato.

La rassegna, inaugurata ieri sera,  resterà aperta al pubblico, con ingresso gratuito, sino al 28 settembre, dalle ore 10 alle 13 e dalle 17 alle 21.

Trafficanti attivi in Libia ed anche in Egitto, promuovevano viaggi illegali per i migranti,offrivano prezzi scontati, chiuse dalla polizia di Palermo oltre 700 pagine social

Polizia Postale, attenzione alle false convocazioni giudiziarie: è una  truffa - LegnanoNews

 

 

Promuovevano viaggi illegali per i migranti, dalle coste nordafricane a quelle italiane. In alcuni casi, per attrarre nuovi clienti, offrivano prezzi scontati per donne e bambini, nonché veri e propri pacchetti viaggio per famiglie. La polizia di Palermo ha svolto accertamenti su più di mille tra pagine, gruppi e profili social, che agivano come vere e proprie agenzie di viaggio: 728 sono stati chiusi e altri sono in corso di chiusura. Si tratta prevalentemente di account in uso a trafficanti attivi in Libia, ma anche in Egitto, Paese dal quale non si registrano partenze di navi ma da dove le organizzazioni gestiscono i viaggi dei migranti. Alla chiusura delle pagine si è arrivati con la collaborazione di Meta.

La polizia di Palermo, in collaborazione con la locale Sezione investigative del Servizio centrale operativo e con il coordinamento dello Sco, ha avviato il monitoraggio delle pagine social ed i profili utilizzati dai trafficanti di esseri umani per promuovere i viaggi illegali dalle coste nordafricane a quelle nazionali. Le analisi sono state condotte anche dai poliziotti della Squadra mobile di Palermo, partendo dal modello operativo usato dalle associazioni criminali, attive nel traffico di migranti, che si servono dei social network per pubblicizzare le proprie attività illegali e sponsorizzare i servizi di trasporto offerti ai migranti.

Economia, dalla Regione Sicilia primo ok al decreto per abbattere gli interessi dei mutui delle imprese

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Via libera dalla Regione Sicilia alla bozza di decreto per i contributi a fondo perduto in favore di micro, piccole e medie imprese per l’abbattimento degli interessi sui mutui in essere al primo gennaio 2024. L’incentivo sarà gestito da Irfis FinSicilia e diventerà operativo nelle prossime settimane. Prima della firma definitiva dell’assessore all’Economia, il decreto, condiviso con l’assessore alle Attività produttive, sarà sottoposto al parere della commissione Bilancio dell’Ars.

Previsto dalla manovra di luglio di quest’anno, il plafond per l’incentivo è pari a 45 milioni di euro. Ogni impresa beneficiaria potrà ottenere massimo 10mila euro che saranno erogati in misura pari al 30% dell’ammontare degli interessi relativi alle rate scadute nel corso del 2023 e pagate alla data del 31 marzo 2024. Il tasso di interesse nominale annuo applicato sull’ultima rata di finanziamento scaduta per cui verrà richiesto l’aiuto, inoltre, non potrà essere inferiore all’1%.

Le istanze che perverranno ad Irfis saranno ordinate in base a un punteggio calcolato sulla base di tre pesi: il tasso nominale applicato all’ultima rata scaduta nel 2023, l’ammontare degli interessi oggetto della richiesta di contributo e, infine, il requisito della sede legale in Sicilia.

«Dopo il successo della misura sul caro mutui a vantaggio delle famiglie – afferma il presidente della Regione, Renato Schifani – il mio governo ha fortemente sostenuto la norma, votata dall’Ars, a favore delle imprese. Sostenere il mondo produttivo è una priorità dell’esecutivo e per queste ragioni abbiamo confezionato un provvedimento che punta ad alleviare il peso degli interessi dei mutui a tasso variabile subito dagli imprenditori siciliani».

«Nella scelta dei pesi per l’attribuzione della priorità ai candidati – spiega l’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino – abbiamo deciso di dare maggiore rilevanza alle imprese che hanno sede legale in Sicilia. Una scelta che riteniamo dovuta rispetto a chi decide di localizzare nell’Isola il cuore dei suoi affari, contribuendo, così, direttamente alla finanza pubblica».

«Anche in questa occasione Irfis sarà pronta a intervenire al fianco delle imprese e del sistema produttivo dell’Isola, per contribuire a realizzare questa misura prevista nella manovra del governo e votata dall’Ars» commenta la presidente di Irfis, Iolanda Riolo.

Ast Sicilia, trovata- forse – soluzione per corse bus extraurbani mancanti. D a lunedì 16 la Regione darà ordine alle altre società di effettuare le corse mancanti Il governatore Schifani: «Troppi disagi»

 

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LA REGIONE SICILIA DARA’ UN’ORDINE – “ATTO IMPOSITIVO” – ALLE ALTRE SOCIETA’ PER GARANTIRE I COLLEGAMENTI NEI PAESI

 

Individuata la soluzione per le corse dei bus extraurbani che l’Azienda siciliana trasporti non riesce momentaneamente ad effettuare. Attraverso il cosiddetto “atto impositivo” l’assessorato alle Infrastrutture da lunedì 16 settembre ordinerà alle altre società concessionarie dei servizi di trasporto pubblico di garantire i collegamenti che Ast, oggi stesso, comunicherà di non poter coprire nelle prossime settimane.
Questa la modalità individuata nel corso del vertice tenutosi oggi pomeriggio a Palazzo d’Orleans, convocato e presieduto dal presidente della Regione Renato Schifani. Presenti anche gli assessori regionali alle Infrastrutture e mobilità Alessandro Aricò e dell’Economia Alessandro Dagnino, il dipartimento delle Infrastrutture, il presidente di Ast Alessandro Vergara e il direttore generale Mario Parlavecchio, il capo di gabinetto della Presidenza della Regione Salvatore Sammartano.
«Abbiamo individuato una soluzione temporanea – sottolinea il governatore Schifani – per consentire agli studenti siciliani residenti in molti Comuni dell’Isola di raggiungere in orario le sedi scolastiche e seguire le lezioni. Diamo così una celere risposta anche alle istanze di diversi sindaci, riducendo i disagi per alunni e cittadini verificatisi in questo avvio di anno scolastico». «Attiviamo gli strumenti necessari che la legge ci consente di utilizzare – spiega l’assessore Aricò – per chiamare in causa gli altri concessionari del servizio di trasporto su pullman e garantire i collegamenti con la loro collaborazione».

Intervento del Presidente della Repubblica alla cerimonia commemorativa dell’80° anniversario della zona libera della Carnia e dell’Alto Friuli

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  accolto da Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ad Ampezzo

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accolto da Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ad Ampezzo

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e Michele Benedetti, Sindaco di Ampezzo in occasione della deposizione di una corona di alloro sul Monumento ai Caduti

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  in occasione della deposizione di una corona di alloro sul Monumento ai Caduti

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  in occasione della deposizione di una corona di alloro sul Monumento ai Caduti

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Paola Del Pin, Consigliere del MOVM,  in occasione della cerimonia commemorativa dell'80° anniversario della zona libera della Carnia e dell'Alto Friuli

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  in occasione della cerimonia commemorativa dell'80° anniversario della zona libera della Carnia e dell'Alto Friuli

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  in occasione della cerimonia commemorativa dell'80° anniversario della zona libera della Carnia e dell'Alto Friuli

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella  in occasione della cerimonia commemorativa dell'80° anniversario della zona libera della Carnia e dell'Alto Friuli

 Ampezzo, 14/09/2024 (II mandato)

Rivolgo un saluto di grande cordialità a tutti i presenti, al Ministro, al Presidente della Regione, al Sindaco, al Presidente della Comunità di Montagna, ai Sindaci presenti della Carnia.

A Paola del Din, che ringrazio molto per la sua preziosa testimonianza e a quanti presenti che hanno fatto parte del movimento partigiano.

Il 1944 fu un anno carico di orrore, in Italia e in Europa. Il ritiro progressivo delle truppe naziste lasciava dietro di sé una drammatica scia di stragi.

Ne sono testimonianza i villaggi dei nostri Appennini e delle nostre Alpi violati e incendiati, da Sant’Anna di Stazzema a Marzabotto, da Civitella Val di Chiana a Fivizzano. A Boves, alla Carnia.

L’offensiva alleata martellava le città con bombardamenti dagli esiti spesso tragici, come quello che portò, a Milano, alla morte di 184 bambini, nella Scuola elementare Francesco Crispi di Gorla.

Da Fossoli partivano i trasporti degli ebrei verso i campi di sterminio di Bergen Belsen e Auschwitz.

Contemporaneamente prendeva forza il movimento di Resistenza al fascismo. Fascismo che, con il regime della Repubblica Sociale Italiana, era complice della ferocia nazista.

Si affacciavano i primi embrioni di partecipazione politica e di aspirazione democratica.

Ad Ampezzo, la Repubblica rende oggi onore a quanti hanno contribuito alla causa della libertà, animando l’esperienza delle “zone libere”, delle “Repubbliche partigiane”.

Una causa che abbiamo visto e ascoltato poc’anzi raffigurata in maniera esemplare dalla Medaglia d’oro, dalla sua Medaglia d’oro, Paola Del Din.

Vi è una sequela, una serie di ricordi di queste esperienze

Da Montefiorino all’Ossola, all’Alto Monferrato alla Valsesia, alla Carnia, venne offerto l’esempio di genti che non si contentavano di attendere l’arrivo delle truppe alleate ma intendevano sfidare a viso aperto il nazifascismo, dimostrando che questo non controllava né città né territori, mettendo a nudo quel che era: truppa di occupazione.

Ecco perché la battaglia della Resistenza era una battaglia per l’indipendenza oltre che per la libertà.

L’estate partigiana del 1944 si nutriva della convinzione che, presto, gli Alleati avrebbero sfondato la Linea Gotica per porre rapidamente fine alla guerra, puntando dal Veneto verso l’Austria, i Balcani.

La convinzione era così diffusa da spingere il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia – il CLNAI – a porsi, il 2 giugno 1944, giusto due anni prima della data del referendum istituzionale – il problema della transizione dei poteri nelle terre occupate e a definire l’obiettivo dell’azione dei Patrioti in una circolare diretta ai Comitati di Liberazione nazionali, regionali e provinciali. Vi si diceva: “l’insurrezione nazionale, insieme alle operazioni condotte dall’esercito regolare, deve fornire la prova storica dell’opposizione del popolo italiano al nazifascismo e costituire così la sua riabilitazione di fronte al mondo intero”.

Un’ambizione necessaria, per ridare all’Italia il suo posto tra le nazioni civili.

La Resistenza ricusava l’idea che il ruolo del movimento partigiano fosse, con azioni di guerriglia e di disturbo, esclusivamente di affiancamento all’offensiva delle truppe alleate.

Di rincalzo giungevano le istruzioni del Corpo Volontari della Libertà, poche settimane dopo, il 28 giugno, indirizzate alle formazioni partigiane, con una circolare sulla “occupazione di passi e vallate, le operazioni militari e l’organizzazione civile”.  Vi si osservava che: “lo sviluppo del movimento partigiano comporta l’estensione delle zone controllate stabilmente dalle formazioni patriottiche e la vera e propria occupazione in zone determinate di paesi e vallate”. Questo allo scopo, anche di avere organi locali in grado di essere interlocutori con le forze alleate di cui si attendeva l’arrivo.

Un’estate, un autunno, di attesa ansiosa e, insieme, di intensa preparazione di una nuova Italia, dopo gli anni bui del fascismo.

L’offensiva alleata contro la Linea Gotica e l’azione delle formazioni partigiane misero a dura prova le forze tedesche e quelle della Repubblica Sociale e conseguirono l’obiettivo indicato di dar vita a forme a esperienze di autogoverno territoriale.

Oggi, qui, ad Ampezzo, rendiamo onore ai Friulani che, con la Repubblica Partigiana della Carnia e dell’Alto Friuli, vollero battersi per la loro terra, per la loro dignità, per le radici loro, per quei valori di solidarietà che hanno sempre caratterizzato la convivenza tra queste montagne.

Una Repubblica, anello di quella corona di “zone libere” che avrebbe contribuito a dare il senso della nascita, dopo quello dissoltosi nell’estate del 1943, di uno nuovo Stato, con un ordine costituzionale che non vedeva più sudditi ma bensì cittadini.

Quale era la percezione della vita democratica nel 1944?

Dopo venti anni di dittatura in cui la memoria dell’ordinamento democratico era stata rimossa, occorreva far ritrovare ai cittadini il sentimento della libertà.

Anche a questo corrispondeva il proposito di dar vita nelle zone libere alle forme di autogoverno che, ai comandi del Corpo Volontari Libertà, univano la costituzione di organi di potere popolare per regolare l’amministrazione della vita delle comunità locali.

Fu così qui in Carnia, dove le donne furono protagoniste per la prima volta nel voto, espresso nelle assemblee dei capifamiglia, e nella organizzazione del soddisfacimento dei bisogni della popolazione, ricordava poc’anzi la Presidente Regionale dell’ANPI. Le “portatrici”, riesumando l’esperienza del primo conflitto mondiale, seppero consentire la sopravvivenza della popolazione durante l’assedio.

Del resto, caratteristica del movimento partigiano era proprio la sollecitazione all’iniziativa e alla partecipazione dal basso, dopo due decenni di subalternità e di passività popolare, frutto dell’applicazione del precetto fascista “credere, obbedire, combattere”.

La scelta politica di dar vita alle Repubbliche partigiane esprimeva una fase di maturità dell’esperienza della Resistenza, con la anticipazione della futura esperienza democratica.

La storiografia resistenziale ha definito la Carnia “laboratorio di democrazia”.

Nella opinione pubblica dopo l’8 settembre del 1943, era presente anche “l’attendismo”, la convinzione che fosse meglio non esporsi alle rappresaglie nazifasciste e attendere che gli Alleati risalissero la penisola. Questo atteggiamento non teneva in conto le sofferenze imposte alle popolazioni, quelle sofferenze gravi, imposte dalle forze occupanti, i soprusi, le deportazioni.

A levarsi furono i Resistenti, obbedendo all’ammonimento di Giuseppe Mazzini: “più che la servitù temo la libertà recata in dono da altri”.

Perché la Resistenza non era immobilismo.

Fu una sfida dura e i caduti di questa terra, che la Repubblica ha onorato con la Medaglia d’argento al Valor Militare, ne sono state il prezzo.

Di quella medaglia recita la motivazione: “La gente carnica osò lanciare una intrepida sfida all’invasore nazista e al suo alleato fascista, realizzando la Zona libera della Carnia, lembo indipendente d’Italia, retto dal governo democratico del Comitato Liberazione Nazionale, formato da civili”. E proseguiva quella motivazione: “Con una continua, eroica, tenace lotta, le divisioni partigiane Garibaldi e Osoppo, con l’appoggio delle popolazioni locali, uomini e donne, liberarono una estensione di 3500 chilometri quadrati, che comprendeva ben 42 Comuni”.

E aggiungeva ancora: “La difesa della Zona Libera e della sua capitale, Ampezzo, costrinse l’occupante a distogliere numerosi reparti dai fronti operativi per impiegarli nella repressione che costò ben 3.500 caduti partigiani e civili, migliaia di deportati e di internati, eccidi efferati, saccheggi, rappresaglie disumane nei Comuni di Enemonzo, Forni Avoltri, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Ovaro, Paluzza, Paularo, Prato Carnico, Sutrio e Villa Santina”.

Alla macchia, in questa zona, fu un grande numero di alpini della Divisione Julia, sfuggiti alla cattura e al destino della deportazione in Germania.

Il movimento partigiano, oltre a sottrarre dal combattimento contro gli alleati rilevanti assetti tedeschi, conseguì il grande risultato di impedire la realizzazione della coscrizione obbligatoria, volto a dar vita a un nuovo esercito asservito ai fascisti della Repubblica di Salò.

I bandi fascisti avevano fatto dei giovani dei disertori che, da renitenti alla leva, sarebbero divenuti partigiani.

Anche alcuni giovanissimi furono protagonisti allora, come il quattordicenne Giovanni Spangaro, staffetta partigiana. Giovanissimi, oggi, coltivano la memoria come gli alunni della scuola di Forni Avoltri che hanno voluto dedicare un podcast agli avvenimenti della Repubblica di Carnia.

Ma la guerra in realtà era lungi dalla conclusione.

Il proclama del feldmaresciallo inglese Alexander, del 13 novembre 1944, diretto ai “patrioti”, provocò gelo profondo sulle attese di una rapida liberazione del Nord Italia.

La Linea Gotica resisteva e Alexander segnalava che alla campagna d’estate avrebbe fatto seguito una pausa. Proclamava: “i patrioti devono cessare la loro attività precedente per prepararsi alla nuova fase di lotta e fronteggiare un nuovo nemico, l’inverno”.

Ma i patrioti non erano di fronte al nemico, ma erano in mezzo al nemico e la Stasi nelle operazioni belliche portò a consentire duri rastrellamenti contro le forze partigiane.

Il “Comando per l’Italia occupata” del Corpo Volontari della Libertà reagì immediatamente, preoccupato della sopravvivenza dei circa 80.000 uomini in armi presenti nelle formazioni in quel momento, precisando ai reparti che non si trattava di smobilitazione.

A questo si aggiungeva la denuncia di “losche manovre per tregue o compromessi”, che venne fatta, la denuncia venne fatta, dal Comitato Liberazione Alta Italia, il 3 dicembre, contro il tentativo di indebolire la Resistenza, accampando l’esistenza di trattative sotterranee in atto.

“Non c’è posto per attesisti – proclama il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia – per attesisti e tanto meno per i sabotatori dell’insurrezione nazionale, per i consiglieri di patteggiamento con il nemico”. Per proseguire: “contro gli agenti del nemico, come contro il nemico, il Comitato di Liberazione ha una sola parola: guerra”.

Ma il periodo da lì sino alla Liberazione sarebbe stato costellato di grandi sofferenze per le popolazioni.

L’offensiva nazista, sostenuta da reparti cosacchi e caucasici, trasferiti al seguito della ritirata nazista da altri fronti, portò alla fine della Repubblica Partigiana della Carnia, così come avvenne, per esperienze analoghe, in altre zone d’Italia.

La condizione di terra di frontiera, area di interesse strategico per le truppe tedesche, anche ai fini di una ritirata per l’estrema difesa della Germania, si manifestò in tutta la sua complessità.

La Carnia sarà l’ultimo lembo d’Italia a essere poi liberato e dovrà soffrire l’oltraggio di due ultime stragi, il 2 maggio 1945, a Ovaro-Comeglians e a Avasinis-Trasaghis.

Il Regno d’Italia, con l’ambigua dichiarazione dell’8 settembre 1943 e sino al cambio di fronte operato 13 ottobre successivo, con la dichiarazione di guerra a Berlino, aveva permesso l’invasione della penisola da parte delle truppe germaniche.

Si era così manifestato l’intento annessionistico da parte del Terzo Reich dei territori e delle popolazioni dell’arco alpino che andavano dall’Alto Adige alla provincia di Lubiana, sottratti alla presunta autorità del governo collaborazionista di Salò e sottoposte, in realtà, all’autorità militare tedesca.

La promessa di terre e di beni alle truppe cosacche, utilizzate nella repressione antipartigiana, prospettando loro la possibilità di trasformare la Carnia in una “Kozakenland” – con l’operazione Ataman – alimentava a maggior titolo, al contrario, la opposizione e la difesa della identità friulana da parte della Resistenza, che seppe sfuggire anche all’intento tedesco di contrapporre, in quest’area nazionalità a nazionalità.

Un tema che avrebbe visto la denunzia di Michele Gortani, poc’anzi ricordato dal Presidente della Comunità di Montagna.

Insigne geologo, Presidente in quel momento del Comitato di Assistenza per la Carnia e più tardi membro dell’Assemblea Costituente, Gortani fu il padre del secondo comma dell’articolo 44 della nostra Costituzione: quello che impone, che incarica, che dà mandato alla Repubblica di tutelare tra i beni importanti della sua vita, la montagna.

L’Italia è orgogliosa del percorso compiuto in questi quasi 80 anni dalla Liberazione.

Oggi, come poc’anzi sottolineava la Presidente regionale dell’Anpi, storia e memoria si incontrano. Con le contraddizioni e le sofferenze che accompagnano gli eventi bellici. La vocazione di pace del nostro Paese è segno che tutto questo non è passato invano.

Oggi la Repubblica, qui, in Friuli, riconosce in queste popolazioni, in Carnia, radici della nostra Costituzione, radici che alimentano la nostra vita democratica.

Grazie alla Repubblica della Carnia e dell’Alto Friuli. Grazie per quanto fatto allora, per quanto tramandato, pertanto conservato oggi.

Viva l’Italia!

Il Presidente Mattarella visita la mostra “Il Coraggio” a Illegio

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della visita alla mostra d'arte "Il Coraggio"

 

 Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'intervento a margine della visita alla mostra d'arte "Il Coraggio"

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'intervento a margine della visita alla mostra d'arte "Il Coraggio"

 Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'intervento a margine della visita alla mostra d'arte "Il Coraggio"

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'intervento a margine della visita alla mostra d'arte "Il Coraggio”

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'intervento a margine della visita alla mostra d'arte "Il Coraggio”

 

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha visitato a Illegio la Mostra dal titolo “Il Coraggio”, illustrata da Don Alessio Geretti e ha partecipato alla cerimonia per il 20° anniversario dell’Opera culturale e spirituale di Illegio nel corso della quale sono intervenuti Lara Iob, Presidente dell’Associazione culturale “Comitato San Floriano”, Mons. Angelo Zanello, Fondatore del “Comitato San Floriano” e Don Alessio Geretti, Fondatore del “Comitato San Floriano” e curatore della Mostra.

 

Messaggio del Presidente Mattarella in occasione del Convegno annuale della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Maurizio Sella,Presidente della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro.

 

 

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del Convegno annuale della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, ha inviato al Presidente Maurizio Sella, il seguente un messaggio:

«Il lavoro, elemento fondamentale dell’ordinamento costituzionale, è una risorsa che la Repubblica tutela in tutte le sue forme ed applicazioni.

Le continue evoluzioni a cui il mercato del lavoro è soggetto richiamano Istituzioni, società e mondo imprenditoriale ad adottare misure idonee a corrispondere ai principi di giustizia sociale e coesione nel quadro dei cambiamenti derivanti dal diffuso impiego delle nuove tecnologie nelle molteplici filiere produttive.

La persona è al centro del progresso sociale ed economico e la formazione e l’elevazione professionale rimangono capisaldi per la sua realizzazione, per contribuire a superare ogni forma di squilibrio e affermare una crescita sostenibile, equa e inclusiva, in armonia con i principi stabiliti dal Pilastro europeo dei diritti sociali e gli obiettivi contemplati dal relativo Piano di azione.

Nell’auspicio che il Convegno promosso dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro offra approfonditi spunti di riflessione, rivolgo a tutti i presenti un saluto cordiale».

Processo Open Arms – Il Procuratore Marzia Sabella: “Non si può invocare la difesa dei confini senza tener conto della tutela della vita umana in mare”

 

 

Parte il processo Open Arms e già una lezione di vita e di moralità  viene data dal Procuratore Sabella al ministro Matteo Salvini.

diritti dell’uomo vengono prima della difesa dei confini”. Così il Procuratore aggiunto di Palermo Marzia Sabella nel corso della requisitoria del processo a carico del ministro Matteo Salvini, non presente oggi in Aula, accusato di sequestro di persona e di rifiuti di atto d’ufficio, per avere impedito nel 2019 l’attracco in Italia alla imbarcazione della ong spagnola Open Arms.

rifugiati arrivo all'isola greca lesbo - barca immigrati foto e immagini stock

Il magistrato, in aula con i sostituti Calogero Ferrara e Giorgia Righi, ha poi parlato di un “iter criminoso” “non concedere il porto sicuro ai migranti”. “Non si può invocare la difesa dei confini senza tenere conto della tutela della vita umana in mare”, ha detto Sabella sottolineando: “In questo procedimento si è prospettato che un natante di legno, in alto mare, navigasse in sicurezza, come se il capriccio di un’onda non avesse potuta farla ribaltare”.

“Il Governo Conte 1, come è emerso in questo processo, con il suo contratto di governo prevedeva di sensibilizzare l’Europa per ottenere una equa distribuzione dei migranti. L’allora ministro dell’interno (Matteo Salvini ndr) ha ritenuto di potere squilibrare l’unità di misura dei beni giuridici in questione, in favore dei porti chiusi, quale strumento di pressione degli stati membri”, ha detto il procuratore aggiunto di Palermo all’inizio della sua requisitoria.

Dissalatori in Sicilia, Schifani: « Vista l’emergenza idrica che sta coinvolgendo l’isola, accolta adesso la richiesta per riattivarli con i poteri in deroga»

 

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«La riattivazione in Sicilia dei tre dissalatori potrà avvenire in tempi compatibili con l’emergenza idrica che sta coinvolgendo l’Isola. E questo grazie alla mia richiesta di poteri in deroga ribadita oggi durante la riunione della Cabina nazionale di regia per la crisi idrica, presieduta dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini».

Lo afferma il presidente della Regione, Renato Schifani, al termine dell’incontro al quale hanno partecipato anche il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, il viceministro all’Ambiente Vannia Gava, il sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo, il sottosegretario al Dipe Alessandro Morelli e il commissario straordinario per l’emergenza idrica nazionale, Nicola Dell’Acqua.

«Sono contento – continua soddisfatto il presidente Schifani – che sia stata accolta la mia proposta, grazie alla quale avverrà il dimezzamento dei tempi di costruzione. Pur avendo già reperito le risorse finanziarie necessarie, 90 milioni nell’Accordo di coesione e 10 di fondi regionali con i quali faremo anche un dissalatore temporaneo a Porto Empedocle  – continua –  c’era il rischio, infatti, di non potere realizzare gli impianti entro la prossima stagione a causa dei lunghi tempi richiesti dalle procedure ordinarie. In uno spirito di massima collaborazione istituzionale e nell’esclusivo interesse della popolazione, pertanto, ho suggerito che ad occuparsene sia il commissario Dell’Acqua, al quale la legge aveva assegnato pieni poteri di deroga e non limitati come quelli concessi a me da una semplice ordinanza del capo del dipartimento nazionale di Protezione civile. Voglio ringraziare il governo nazionale per l’attenzione dedicata al tema dell’emergenza idrica in Sicilia e per le risorse stanziate per adeguare, finalmente, la rete idrica siciliana. Opere fondamentali per il prossimo futuro, visto che a seguito dei cambiamenti climatici ormai irreversibili saremo costretti a fare sempre più spesso i conti con lunghi periodi di siccità».

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