L’Autonomia differenziata è legge, anche la Camera approva la riforma con 172 voti a favore e 99 contrari

 

 

 

Roma,

L’assemblea di Montecitorio, dopo una serata fiume durata tutta la notte l’ha approvato con 172 voti a favore, 99 contrari e un astenuto. Il Ddl era già stato approvato dal Senato. “Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà. Ecco i tre cardini del disegno di legge sull’autonomia differenziata approvato alla Camera.Giorgia Meloni esprime così la sua soddisfazione: “Un passo avanti per costruire un’Italia più forte e più giusta, superare le differenze che esistono oggi tra i diversi territori della Nazione e garantire gli stessi livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sull’intero territorio. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini” .

Matteo Salvini comunica: “Per un’Italia più efficiente e più moderna, con meno sprechi e più servizi a tutti i cittadini, da Nord a Sud: dopo tanti anni di battaglie e di impegno, nonostante le bugie e gli attacchi della sinistra, grazie alla Lega ed al governo l’Autonomia richiesta da milioni di Italiani è stata approvata questa mattina anche alla Camera ed è finalmente legge. Una vittoria di tutti gli italiani: GRAZIE a tutti!”. 

Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. ““A dirlo mi tremano le gambe per l’emozione… c’è il VIA LIBERA DEFINITIVO della Camera all’Autonomia differenziata! L’approvazione di oggi è il coronamento di anni e anni di battaglie politiche della Lega, all’interno delle istituzioni e nelle piazze insieme ai militanti, con un voto che scrive una pagina di storia per tutto il Paese. Un percorso che mi rende particolarmente orgoglioso, quando penso al mio caro nonno Guido e al suo progetto del Movimento Autonomista Bergamasco. Nel mio cuore scorre un sangue autonomista fin da prima che io nascessi, è bello pensare di aver coronato anche il suo sogno”.

Da questo momento in avanti c’è un iter tracciato e ben definito, che permetterà alle Regioni di valorizzare le proprie eccellenze e garantire servizi sempre migliori ai cittadini, nel segno della responsabilità e della trasparenza”.
“Sbaglia chi dice che questo provvedimento spaccherà l’Italia, perchè farà l’esatto contrario. L’obiettivo è permettere a tutte le Regioni di correre sempre più veloce, riducendo i divari territoriali e realizzando quell’unità che c’è solo sulla carta.
L’orizzonte è davanti a noi e la via da intraprendere è definita, ora non resta che avere il coraggio di percorrerla. Si apre una fase nuova, il Governo sarà al fianco di chi vorrà cogliere questa storica sfida” conclude Calderoli.

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.“Ci hanno tenuto tutta la notte in Parlamento pur di approvare l’Autonomia Differenziata e brandire lo scalpo del Sud prima dei ballottaggi. E così Fratelli d’Italia si piega all’antico sogno secessionista della Lega. Suggerirei che a questo punto cambiassero il nome in Brandelli d’Italia. O Fratelli di mezza Italia, visto che la stanno spaccando in due. Continueremo a batterci contro l’autonomia differenziata e il premierato insieme alle altre opposizioni, come abbiamo fatto ieri sera in una piazza unitaria e pienissima”….

Giuseppe Conte, leader dei 5stell“Sono le 7.39: da ieri e per tutta questa notte stiamo contrastando la maggioranza decisa ad approvare, in questa seduta fiume alla Camera, il disegno di legge Spacca-Italia, che condanna il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento delle proprie condizioni riguardanti la sanità, l’istruzione, i trasporti. Continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze”. 

Beppe Grillo vuol ritornare a dare smalto al M5 Stelle per farlo ridiventare il primo partito italiano Voglio tracciare insieme a Conte ed altri la rotta dei prossimi anni

Beppe Grillo e Giuseppe Conte - Fotogramma

Beppe Grillo annuncia il ritorno nel Movimento 5 stelle e lo fa con un’autointervista (immaginaria<) pubblicata sul suo Blog

Come va il tuo rapporto con Conte?

Ottimamente. E il tuo con te?

Non scherziamo…

Come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi.

E quindi cosa farete?

Hai notato che il simbolo dell’Altrove ha la forma di un’antenna? Ripartiremo da antenne puntate sui cittadini e da un’azione politica diversa. Siamo nati come irregolari che sognavano di cambiare il sistema.

Un sogno che però si è rivelato un incubo, o tutt’al più un miraggio

Anche i nemici più accaniti ci riconoscono che abbiamo anticipato temi di cui oggi parlano tutti, a cominciare dall’ambiente e dall’economia circolare. Poi c’è stata una caccia alle streghe su riforme che in realtà hanno funzionato: si è voluto, per esempio, abolire il reddito di cittadinanza per spingere i giovani a cercare lavoro; senonché i bar, negozi e ristoranti continuano a non trovare personale, mentre il crimine per strada è aumentato, forse anche perché lasciare le persone in miseria non conviene a nessuno. L’obiettivo della piena occupazione, tra l’altro, oltre a essere velleitario, appartiene a schemi mentali del secolo scorso, mentre nella Silicon Valley la sfida del secolo è disconnettere il reddito dal lavoro, che sono entrambi importanti per il benessere, ma sono inevitabilmente destinati a non essere più correlati fra loro.

Vale a dire?

Chi ha voluto abolire o ridimensionare il reddito di cittadinanza, spesso venera anche chi – da Altman a Musk, da Gates, a Zuckerberg – ha più volte invocato il reddito incondizionato universale che tra l’altro avrebbe una portata molto più ampia rispetto al reddito di cittadinanza. E io dico che conviene arrivarci prima che gran parte del lavoro umano sia svolto da macchine o dall’intelligenza artificiale.

Alcune cose si sono però rivelate un disastro, per esempio il Superbonus

A prescindere dal fatto che il Superbonus è stato voluto da tutti e non solo da noi, come per ogni cosa il problema stava nel metterlo a punto, non nel sostenerlo prima e demonizzarlo poi, scatenando una caccia alle streghe, che tutt’al più sono befane. Non dimentichiamoci che quando fu approvato c’era bisogno di un forte stimolo alla ripresa, che ha funzionato: un tempo si diceva che bastasse perfino scavare buche e poi riempirle. Poi, ovviamente, si sarebbe dovuto correggere il tiro, e non chiudere i rubinetti di colpo scatenando una corsa agli sportelli del Superbonus… Comunque è presto per vederne gli effetti di lungo termine, mentre è certo che i quasi 3.000 miliardi del nostro debito pubblico – voluto in gran parte dalle forze politiche che oggi criticano il Superbonus – hanno gonfiato una spesa pubblica ipertrofica che è la vera zavorra del nostro paese.

Ma non eravate anche voi a favore dell’aumento della spesa pubblica?

Oggi gran parte della spesa pubblica è destinata a pensioni, sanità e interessi sul debito. E siccome i malati e i risparmiatori sono prevalentemente anziani, significa che gran parte della spesa pubblica è a loro favore. Il nostro simbolo ha invece l’orizzonte del 2050: siamo gli unici ad aver pensato ai giovani, che sono stati i principali beneficiari delle nostre riforme. Siamo come i tacchini che vedono arrivare il Natale senza preoccuparsi della propria morte, ma della vita di chi verrà dopo di loro.

Mi pare che in realtà molti di voi il Natale vorrebbero rimandarlo

Se si riferisce alla regola del doppio mandato, è comprensibile che chi oggi si trova al secondo mandato vorrebbe eliminarla. D’altronde l’istinto di sopravvivenza proviene dalla nostra natura animale, ed è insopprimibile. Ma lo scopo di ogni regola, in fondo, è di arginare i nostri istinti animali nell’interesse comune. Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene. Come ho detto più volte, dovrebbe diventare una legge costituzionale, quantomeno per le cariche più importanti, come peraltro fece il congresso degli Stati Uniti dopo la morte di Roosevelt, che fu l’unico presidente americano ad aver fatto più di due mandati.

Ma non c’è il rischio che così si disperdano competenze acquisite nel corso degli anni?

Infatti avevo proposto un’idea di “staffetta” in cui gli “uscenti” avrebbero percepito un compenso finanziato dagli “entranti” per assicurare il passaggio di consegne e trasferir loro le competenze acquisite. Senza contare che il parlamento dovrebbe innanzitutto interpretare la volontà dei cittadini, che è molto più difficile intercettare quando i parlamentari si rinchiudono nel palazzo per anni. Per tradurre la volontà dei cittadini in legge ci vorrebbero semmai uffici legislativi con professionisti bravi e competenti e non cortigiani senza arte né parte. Il lavoro di un parlamentare dovrebbe essere un altro, vale a dire captare e comprendere le esigenze dei cittadini per tradurle in indirizzo politico, che a sua volta dovrebbe essere tradotto in legge da uffici legislativi capaci e competenti. Tant’è vero che avevamo proposto di cambiare il titolo dei parlamentari da onorevoli a cittadini portavoce.

Se è per questo eravate anche quelli della democrazia diretta

Infatti questa è una delle idee che dovremo recuperare. Negli ultimi anni ci siamo logorati in beghe di voto che non avevano nulla a che fare con la democrazia diretta, ma riguardavano solo lotte di potere fra anime diverse del movimento. La democrazia diretta, tra l’altro, dovrebbe estendersi a tutti i cittadini, come già avviene in paesi ben più prosperi del nostro e come potrebbe estendersi molto di più con il supporto della tecnologia. D’altronde se le preferenze dei consumatori orientano le scelte di produzione e vendita delle imprese – e sempre di più grazie all’analisi dei dati – non si capisce perché le preferenze dei cittadini non dovrebbero orientare le scelte politiche allo stesso modo.

Si parlerà di questo nell’assemblea costituente di cui ha parlato Conte?

Di questo e come recuperare contatto, dialogo e azioni congiunte con gli attivisti, che sono sempre stati il combustibile del MoVimento. Ma al tempo stesso non possiamo discutere solo di regole di funzionamento interne, ma dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione che è vecchia e superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi, anzi forse è meglio parlare di questi ultimi, perché tutti devono seguire l’Elevato.

Questo ricorda un po’ la conversione di Fantozzi dalle idee del Compagno Folagra a quelle del Megadirettore Galattico…

Guarda, mio padre era un imprenditore e fin da bambino ho sempre compreso e sostenuto le ragioni dell’impresa. Abbiamo fatto molte cose per sostenere le imprese, soprattutto quelle esposte davvero alla concorrenza, specie se sleale o impari. Altra cosa è sostenere quelle che difendono un sistema corporativo, che equivale a difendere privilegi e diseguaglianze e non un modello di mercato aperto e con pari opportunità per tutti. Tant’è vero che molte risorse pubbliche affidate ai privati non sono state gestite nel migliore dei modi, come testimoniano alcune vicende di cronaca, anche recente.

Stai parlando delle ultime vicende genovesi?

Ultime e non solo. Prima abbiamo visto autostrade affidate a privati con ponti che crollano e gallerie che cascano a pezzi, oggi assistiamo a concessioni gestite in modo a dir poco curioso. Tutto finisce poi in un tritacarne mediatico in cui ogni cosa diventa indistinguibile, quando mi pare evidente che ci siano responsabilità diverse.

Spiegati meglio…

Non si può mettere sullo stesso piano chi chiede un contributo elettorale a chi gestisce una risorsa pubblica in conflitto d’interessi, per poi orchestrare un linciaggio mediatico di entrambi. Ci sono finito anch’io, per accuse che spaziano dal traffico d’influenze illecite alle percosse e alla lesione personale. Questo modo d’informare è un’arma di distrazione di massa, come dico da sempre. E purtroppo ci siamo cascati anche noi.

Finalmente un punto di convergenza con Conte!

Ma no! Sono d’accordo con tutte le cose che dice. Che poi sono tre. D’altra parte come si fa a non essere d’accordo sul fatto che la guerra, la povertà e le malattie siano cose brutte? Semmai vorrei aggiungerci qualche cosa bella, come il voto dei cittadini europei alle elezioni politiche nei paesi di residenza e non di cittadinanza, prodotti il cui prezzo incorpori costo sociale di produzione e trasporto, piattaforme di democrazia diretta e di cittadinanza attiva. Tutte cose di cui parlavamo regolarmente con Casaleggio e altri.

Si legge che riprenderai a incontrarti regolarmente con Conte

Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni. Sono proprio questi incontri che ci hanno portato a diventare la prima forza politica del paese.

Quali sono i temi di cui vorresti parlare in questi incontri?

Mi pare che i temi fondativi del movimento siano ancora validi. Alcuni, come la transizione ecologica e digitale, sono diventati i temi principali dell’agenda politica europea e italiana. Dunque non si può dire che non ci avessimo azzeccato. Altri, come la democrazia diretta e la politica come servizio e non professione – come peraltro è in Svizzera, e non solo – restano da realizzare. Altri ancora sono emersi negli ultimi tempi: da un maggior controllo dei cittadini sui dati che li riguardano, a riforme istituzionali che garantiscano stabilità e al tempo stesso autonomia dei territori.

Le riforme istituzionali e l’autonomia dei territori sono anche al centro del dibattito politico di questi giorni: cosa pensi del premierato e dell’autonomia differenziata

Non sono un esperto, ma mi sembrano complessivamente due riforme un po’ pasticciate. Sulla stabilità ho trovato convincente  l’analisi di un giovane ricercatore che concludeva che il modello più stabile è quello tedesco, che al tempo stesso è anche federale. Tuttavia sul federalismo, e ancor più sulla sua forma spuria dell’autonomia differenziata, ho qualche perplessità. Oggi forse avrebbe più senso ragionare su autonomia dei comuni e delle città, più che delle regioni. D’altra parte questa è la nostra radice storica: dopo la caduta dell’Impero Romano la prosperità dell’Italia è dipesa dal alcune importanti città, più che dal nostro paese nel suo complesso.

L’ultimo show che hai fatto si intitolava “Io sono un altro”, cosa voleva significare? Chi sei veramente?

Sono un analizzatore, studio la bruttezza, l’idiozia, analizzo praticamente merda sociale per permettere ai miei figli di diventare intelligenti studiando matematica, filosofia, medicina, in modo che i loro figli possano diventare agricoltori.

 

Dichiarazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Palazzo Presidenziale accolto da Maia Sandu Presidente della Repubblica di Moldova, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

l Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Palazzo Presidenziale accolto da Maia Sandu Presidente della Repubblica di Moldova, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella atterra all'aeroporto di Chisinau, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella atterra all’aeroporto di Chisinau, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva all'aeroporto di Chisinau, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva all’aeroporto di Chisinau, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva all'aeroporto di Chisinau, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

 

Chisinau

“La ringrazio molto, Signora Presidente, per l’accoglienza così amichevole e calorosa che ha riservato a me e alla delegazione che mi accompagna.

Ho detto alla Presidente Sandu che ricordo con grande intensità e con grande piacere i nostri colloqui a Roma, tre anni fa. Colloqui in occasione della Visita ufficiale della Presidente Sandu in Italia, visita che ha consentito di avviare un rilancio dei rapporti bilaterali tra Moldova e Italia.

Anche oggi, come tre anni fa, come allora, abbiamo registrato piena condivisione nelle valutazioni delle questioni internazionali, delle prospettive d’Europa e delle nostre relazioni bilaterali, che sono intense ed eccellenti, e riflettono, del resto, i legami storici e solidi che uniscono i nostri due Paesi.

Il nostro interscambio ha superato i 660 milioni di euro dell’anno passato e la presenza di aziende italiane in diversi settori, qui in Moldova, è per noi motivo di soddisfazione, in quanto offre un contributo allo sviluppo del Paese.

La nostra amicizia è alimentata anche – poc’anzi la Presidente Sandu lo ricordava – dalla presenza di una numerosa comunità moldava in Italia, una comunità ben integrata e apprezzata in Italia per la sua operosità, e che offre un importante contributo, un apporto importante allo sviluppo socio economico dell’Italia.

La comunità moldava in Italia rappresenta un ponte fra i nostri Paesi, che poggia anche sulle fondamenta solide di legami culturali che ci uniscono. Ne abbiamo avuto una testimonianza ancora una volta ieri, nel concerto a cui abbiamo assistito – per la quale ringrazio ancora la Presidente Sandu – ed è stato un momento di comune ricordo di cultura musicale tra Moldova e Italia.

La firma, avvenuta poco fa, del nuovo programma esecutivo per il triennio 2024-2027 contribuisce a consolidare la cornice di cooperazione culturale tra i nostri Paesi, le nostre Istituzioni, le nostre società civili.

Vorrei anche esprimere un apprezzamento molto forte, sincero, profondo per il contributo prezioso che forniscono i contingenti moldavi alla missione KFOR e alla missione UNIFIL che sono con comando italiano, così come altrettanto rilevante è la collaborazione positiva instaurata tra i Carabinieri moldavi e l’Arma dei Carabinieri italiana.

È un segno tangibile – tutto questo complesso di collaborazioni – della nostra capacità di operare in modo congiunto ed efficace per la pace.

Si tratta di un impegno comune che riveste grande importanza perché a pochi chilometri da qui, come ben sappiamo, infuria la brutale guerra di aggressione scatenata contro l’Ucraina dalla Federazione russa.

Il recente vertice del G7, svoltosi nei giorni scorsi, a presidenza italiana, ha confermato che la volontà di assistere l’Ucraina non avrà cedimenti né indebolimenti, e proseguirà finché è necessaria.

Questo fine settimana, nei giorni scorsi, si è svolta in Svizzera una conferenza di alto livello, un vertice per la pace, con una grande partecipazione di numerosi Paesi.

Si è trattato di un primo, necessariamente preliminare, ma comunque importante momento di confronto a livello internazionale.

Congiuntamente, insieme agli altri Paesi che si sentono vicini all’Ucraina nella resistenza per indipendenza, integrità territoriale e sovranità, intendiamo operare per la pace; per una pace giusta, che rispetti i principi della Carta delle Nazioni Unite e che non sia frutto delle armi e della prepotenza che con le armi si vuole esercitare.

Assieme alla Presidente Sandu, abbiamo riaffermato il nostro fermo sostegno all’integrità e alla indipendenza dell’Ucraina.

La Moldova, come Paese confinante, ha subìto direttamente le conseguenze drammatiche di questo conflitto: dall’impennata dei prezzi energetici, all’afflusso dei tanti rifugiati ucraini in questo Paese, anche quelli in transito verso l’Unione europea.

Desidero anche qui – come ho fatto poc’anzi con la Presidente Sandu – pubblicamente esprimere l’ammirazione della Repubblica italiana per la generosità con cui il popolo moldavo ha accolto i rifugiati ucraini.

E anche per questo l’Italia, doverosamente – come la Presidente ha poc’anzi cortesemente ricordato con parole di cui la ringrazio – ha fornito un contributo per attenuare le conseguenze economiche, energetiche di questa posizione vicino al fronte, vicino a un Paese in guerra.

Si tratta di un apporto che l’Italia ha fornito, avvertendolo come un dovere, non soltanto per l’amicizia nei confronti della Moldova. Ma è un apporto che continueremo ad assicurare anche in futuro, nell’ambito della nuova piattaforma per lo sviluppo della Moldova.

Con la Presidente Sandu abbiamo parlato anche – come lei ha poc’anzi ricordato – di Europa, la nostra Casa comune, perché per valori, per storia, per cultura, il futuro della Moldova è all’interno dell’Unione europea.

L’Italia sostiene con convinzione il percorso di adesione della Moldova all’Unione e ho confermato alla Presidente Sandu il nostro apprezzamento per i risultati nelle riforme che la Moldova ha raggiunto, ha conseguito, particolarmente in materia di stato di diritto e di sistema giudiziario.

Siamo lietissimi, quindi, per l’ormai imminente approvazione del quadro negoziale e della convocazione della Conferenza intergovernativa.

L’Italia continuerà a restare a fianco della Moldova nel suo cammino di avvicinamento all’Unione europea, come attestato dalla Dichiarazione congiunta firmata poc’anzi dai rappresentanti dei nostri due Governi.

Abbiamo parlato, con la Presidente Sandu, anche dell’esigenza basilare di tutelare le nostre democrazie liberali, soprattutto nell’attuale contesto internazionale. Libertà e democrazia non sono mai conquistate in maniera definitiva, ma vanno costantemente difese e consolidate.

Poche settimane fa, l’Unione europea ne ha offerto un esempio di grande rilievo, portando alle urne un’immensa quantità di elettori per eleggere il Parlamento dell’Unione.

L’Unione europea costituisce una comunità di valori e di regole, grazie alla quale è stata costruita una configurazione, un modello di convivenza basato sull’ordine democratico e sulla pace, assicurata per decenni nel nostro continente. E che si scontra ora con il ritorno della guerra in Europa per causa e per responsabilità della Federazione russa.

Speriamo che di questa comunità di valori e di regole costruite per la democrazia, per il benessere, per la pace, i cittadini moldovi possano presto essere parte a pieno titolo.

Desidero, in conclusione, ringraziare molto la Presidente Sandu per l’accoglienza, all’insegna dell’amicizia tra i nostri Paesi, per i colloqui che abbiamo svolto insieme e per le considerazioni che ha svolto, sempre contrassegnate da saggezza, da visione per il futuro e da grande impegno per il suo Paese.

Grazie, Presidente.

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DomandaVisto che a poche centinaia di chilometri da qui c’è la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, quanto è forte qui l’influenza di Mosca anche in termini di propaganda e di diffusione di fake news?

Presidente Mattarella, ho visto che ha definito un primo passo importante, quello avvenuto in Svizzera con la Conferenza sulla pace, col vertice sulla pace. Secondo lei, quale deve essere adesso il compito della rinnovata Europa in questo percorso? Teme che la propaganda russa possa svolgere un ruolo anche nel nostro Paese?

Presidente: Rispondo volentieri. La Conferenza, convocata dalla Confederazione svizzera, è stata un passo di grande importanza. Naturalmente nessuno, neppure la Presidenza Svizzera, immaginava potesse essere risolutivo.

È stato un gesto importante per avviare finalmente un processo che possa gradatamente condurre alla pace.

È stata un’occasione, quindi, che significativamente ha raccolto tanti Paesi; al di là di alcune mancate firme al documento finale – che è stato ampiamente condiviso dai presenti – è stata un’indicazione importante, perché quel documento indica alcuni principi che sono poi elementari, basilari, e stanno alla base delle Carte dell’ONU: l’integrità territoriale e il rifiuto della comunità internazionale di modificarli con la violenza delle armi.

Il seguito, naturalmente, è rimesso, in maniera determinante, alla volontà delle parti. Ma è rimesso anche alle iniziative che continuano nella comunità internazionale, per spingere, sollecitare e far comprendere parzialmente alla Federazione russa – responsabile di avere infranto la pace, di avere iniziato la guerra di aggressione – che occorre trovare un termine a questa condizione, che rispetti il diritto internazionale e riaffermi che nella comunità internazionale si vive rispettandosi, non pretendendo di sottomettere gli altri, eventualmente anche con la forza.

Seguiranno certamente altre iniziative – è già stato annunziato – e saranno sempre passi di avvicinamento. Mi auguro che si possano svolgere in maniera sollecita.

La seconda parte della sua domanda riguarda i tentativi di influenza disinformativa da parte russa in Italia. Ve ne sono, li registriamo.

Vi sono costantemente – e non sono di oggi e si intensificano particolarmente nei momenti elettorali – iniziative che, attraverso alcuni siti, che lo fanno con maggiore cautela, ma con evidenza, permanenti, ma anche con una molteplicità di siti web, che nascono e scompaiono velocemente, diffondendo una tempesta di disinformazione, di fake news, di falsità, volte tutte a screditare e destabilizzare anche il nostro Paese.

Sono forme di ostilità inaccettabili che richiederanno – io mi auguro sollecitamente -, in sede di Comunità internazionale, delle regole di comportamento che riguardino il rispetto degli altri Paesi.

DomandaVolevo richiamare la vostra attenzione sul tema europeo e sul valore del fattore tempo. La domanda riguarda i tempi dell’adesione della Moldova. L’importanza del fattore tempo, visto che Lei ha recentemente richiamato all’importanza che l’Europa agisca e decida senza indugi per quanto riguarda sia l’adesione e sia anche il processo di avvio di questa nuova legislatura europea, con il rischio di qualche ritardo e di qualche lentezza anche nelle nomine.

Presidente: L’Italia sarà a fianco della Moldova in questo processo per consentire l’ingresso veloce nell’Unione europea.

Lei mi ha chiesto sui tempi: vi sono – li ha citati lei stesso- due versanti. Uno, l’allargamento. È una esigenza storica ineludibile quella di completare la Comunità europea in senso pieno. Quindi l’allargamento va promosso e realizzato, aiutando i Paesi candidati a raggiungere gli standard comunitari velocemente. L’altro è quello interno all’Unione, che riguarda i Paesi che ne fanno parte e i Paesi candidati a farne parte e che ne faranno parte presto. E vi è un’esigenza di velocità. Quelle parole senza indugio che ho adoperato – e lei ha cortesemente ricordato -, si riferiscono a questo. Tutti facciamo esperienza, nella nostra vita quotidiana, ogni giorno, che i problemi nascono velocemente e velocemente vengono sostituiti da altri problemi. Quindi ciascuno di questi problemi richiede risposte immediate, tempestive.

E in un mondo contrassegnato sempre più da grandi soggetti internazionali, se l’Unione europea non è in grado di fornire risposte immediate, tempestive, veloci, i problemi saranno risolti secondo le scelte di altri grandi soggetti internazionali.

Per questo è indispensabile per l’Unione darsi modalità decisionali che consentano di rispondere velocemente ai problemi, perché questi non aspettano i tempi di procedure lente e ritardate. Così come è indispensabile per l’Unione europea completare la sua dimensione finanziaria. Non può restare incompleta una costruzione economico-finanziaria. Così come è indispensabile per l’Unione europea – e chiudo qui – dar vita realmente – e finalmente – a una politica estera comune e di difesa comune.

È una politica di difesa comune che è sollecitata particolarmente oggi dall’aggressività della Federazione russa, ma che è sempre stata una esigenza forte per l’Unione. Adesso è moltiplicata nella sua necessità e urgenza. Ed è all’ordine del giorno, finalmente.

Ma questi compiti, in queste tre dimensioni e in altri problemi ancora, sono affidati ai vertici che saranno formati nelle prossime settimane e mesi.

DomandaVorrei sapere qual è la posizione dell’Italia e se ci sono state discussioni a livello europeo riguardo al livello di preparazione della Moldova e dell’Ucraina e se ci sono Paesi che potrebbero votare contro.

Presidente: La posizione dell’Italia è chiarissima: è di pieno sostegno all’ingresso, il più veloce possibile, della Moldova nell’Unione europea.

E quindi siamo lietissimi dell’accelerazione che nei giorni scorsi si è manifestata per avviare il negoziato concretamente.

Si aggiunge a questo sostegno pieno la disponibilità a dare ogni contributo alla Moldova per raggiungere velocemente i parametri e gli standard comunitari, per appunto conseguire velocemente il superamento dei negoziati, la conclusione felice dei negoziati.

Questo vale naturalmente anche per i Balcani occidentali, vale anche per l’Ucraina. Ma per ciascun Paese vi è una ragione specifica. Non è collegata ad altri Paesi.

La Moldova, secondo l’Italia, fa parte storicamente e culturalmente, come popolo, della Casa comune, della Casa europea, dell’Europa. L’esperienza che abbiamo fatto in questi decenni ci ha fatto crescere in benessere, in tranquillità, in progresso, in democrazia, in pace.

I Paesi dell’Unione si sono fatti la guerra per secoli. L’Unione ha garantito pace, serenità, benessere, crescita, crescita civile. E per questo riteniamo che debba essere completata l’Unione dai Paesi che ne fanno parte, storicamente e culturalmente, come la Moldova.

DomandaIn Italia abbiamo la più numerosa comunità di moldavi. Lo Stato italiano prevede un sostegno accresciuto dal punto di vista sociale, nella previdenza sociale? Qual è il contributo della comunità allo sviluppo sociale ed economico del Paese?

Presidente: Rispondo volentieri. La comunità moldova in Italia è molto ampia. Ed è una comunità – come prima ho detto – apprezzata, gradita in Italia, che fornisce un contributo consistente, rilevante, allo sviluppo economico e alla vita sociale del nostro Paese.

Naturalmente vi sono rapporti che sono sviluppati, oltre che sul piano del lavoro, anche sul piano delle amicizie personali, sul piano familiare, sul piano di collaborazioni culturali. E questo ha intensificato l’amicizia tra Moldova e Italia.

Per questo la comunità moldova in Italia è, non soltanto un ponte, ma un pilastro della nostra amicizia, perché il contatto umano, personale, quotidiano, rafforza l’amicizia e la reciproca disponibilità.

Naturalmente, vi sono sempre delle esigenze da affrontare. E noi siamo attentissimi – e lo saremo costantemente – alle esigenze della comunità moldava in Italia.

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Palazzo Presidenziale con Maia Sandu,  Presidente della Repubblica di Moldova, in occasione della visita Ufficiale nella Repubblica di Moldova

Sanità Sicilia, nominati i nuovi manager. Asp: «Verifica annuale degli obiettivi su liste d’attesa a pena di decadenza dei dirigenti» I designati nelle Aziende sanitarie , negli Ospedali e Policlinici

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Palermo

Via libera del governo al conferimento degli incarichi di direttore generale delle Aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale. Approvato pure il nuovo schema di contratto dei manager che prevede, per volere del presidente della Regione Renato Schifani, obiettivi specifici e concreti specialmente sulla riduzione delle liste d’attesa, con un monitoraggio trimestrale e una verifica annuale del raggiungimento degli stessi, a pena di decadenza automatica dei direttori generali anche dopo il primo anno dall’insediamento. 

«Dare una nuova stabilità alla sanità pubblica regionale e abbattere le liste di attesa – dice Schifani – sono due dei principali impegni assunti dal mio governo sin dal suo insediamento e stiamo lavorando concretamente in questa direzione. Introdurre, tra gli obiettivi dei nuovi manager, il pieno rispetto del Piano regionale approvato dalla giunta nel luglio dell’anno scorso, pena la revoca dell’incarico, servirà a garantire ai pazienti tempestività di accesso alle cure. Trovo sacrosanto che i dirigenti che hanno responsabilità vengano sottoposti alle necessarie verifiche dei loro obiettivi. È nostra intenzione dare ai cittadini risposte qualificate e rapide ai loro bisogni di salute».

La giunta, su proposta dell’assessore alla Salute Giovanna Volo, ha confermato nei ruoli i già commissari straordinari, ad eccezione di quello dell’Asp di Catania, Giuseppe Laganga Senzio. La continuità gestionale sarà assicurata dal direttore sanitario dell’Azienda provinciale etnea, così come previsto dalla legge. Successivamente, si procederà alla nomina dell’organo ordinario dell’Asp di Catania.

Questi i nomi e le destinazioni dei nuovi direttori generali designati nelle aziende sanitarie provinciali: Daniela Faraoni all’Asp di Palermo, Giuseppe Cuccì all’Asp di Messina, Giuseppe Capodieci all’Asp di Agrigento, Salvatore Lucio Ficarra all’Asp di Caltanissetta, Mario Carmelo Zappia all’Asp di Enna, Giuseppe Drago all’Asp di Ragusa, Alessandro Caltagirone all’Asp di Siracusa, Ferdinando Croce all’Asp di Trapani.

Questi, invece, i manager delle aziende ospedaliere: a Palermo, Walter Messina all’Arnas “Civico” e Roberto Colletti agli Ospedali riuniti “Villa Sofia-Cervello”; a Catania, Giuseppe Giammanco all’Arnas “Garibaldi” e Salvatore Emanuele Giuffrida al “Cannizzaro”; a Messina, Catena Di Blasi al “Papardo”. Nei policlinici: Maria Grazia Furnari a Palermo e Giorgio Giulio Santonocito a Messina. In precedenza, erano già stati nominati Gaetano Sirna al Policlinico di Catania e Maurizio Letterio Lanza all’Irccs “Bonino Pulejo” di Messina.

Entro 15 giorni dalla firma dei contratti, i nuovi manager dovranno procedere alla nomina dei direttori sanitari e amministrativi, già selezionati dalla Regione.

In merito al nuovo schema di contratto, è previsto che, entro trenta giorni dall’insediamento, i direttori generali predispongano un apposito piano operativo di governo e di recupero delle liste d’attesa che dovrà essere approvato dall’assessorato della Salute. Tra le novità, anche il necessario conseguimento del cento per cento delle azioni previste dal cronoprogramma del Piano operativo regionale (Por) della Missione 6 – Salute del Pnrr.

Attesa per le cariche apicali dell’Unione europea

 

Ursula von der Leyen  - AFP

 

Nulla di fatto ancora per le  cariche apicali Ue per la legislatura 2024-29 .

Ma “nessuno ha obiettato” al nome di Ursula von der Leyen come prossima presidente della Commissione Europea. Lo riferisce, al termine della riunione a Bruxelles, il premier croato Andrej Plenkovic.

Il Ppe -continua – ha ottenuto una vittoria convincente, con i Socialisti a 135-136 seggi, con un vantaggio consistente rispetto a Liberali e Conservatori. Rispetto al 2019″, valutando le cariche apicali “dobbiamo essere consapevoli della forza del Ppe e guardare alle altre cariche, perché oltre ai vertici Ue abbiamo nominato la presidente della Bei, nomineremo la settimana prossima il segretario generale del Consiglio d’Europa e del segretario generale della Nato. Tutti questi incarichi devono essere considerati”. Comunque, “rispetto al 2019, oggi eravamo al ‘latte e miele'”, conclude.

Michel: “Nostro dovere decidere presto…abbiamo ascoltato Ursula von der Leyen””

Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha annunciato che “abbiamo ascoltato la presidente del Parlamento Europeo e anche Ursula von der Leyen, che ha condiviso con noi alcune idee sul futuro dell’Ue. Poi abbiamo avuto la cena: è stata una buona occasione per scambiarsi opinioni e preparare il Consiglio Europeo della prossima settimana a Bruxelles. La conversazione va nella giusta direzione, credo, ma non c’è alcun accordo stanotte, in questa fase. Secondo Michel, devono essere prese “due decisioni”, una sulle cariche apicali e l’altra sull’agenda strategica dell’Ue.

Penso che sia un nostro dovere collettivo – aggiunge – prendere una decisione entro giugno. I 27 leader devono lavorare duramente per assicurare un accordo” sui vertici e sull’agenda strategica. Per Michel “era chiaro sin dall’inizio  la cena di oggi serviva affinché ognuno potesse “ascoltare tutti gli altri”, assicurando “trasparenza” al processo decisionale. Se ci sarà una maggioranza a favore del trio Ursula von der Leyen-Antonio Costa- Kaja Kallas “si chiarirà la prossima settimana. La conversazione di oggi è stata un passaggio utile per preparare il prossimo Consiglio Europeo, ma la decisione” verrà presa in quella sede, conclude.

“Quando non si prendono decisioni nell’Ue, le cose possono sempre andare in direzioni diverse. Ma non penso che avremo un remake del 2019, quando ci fu una grande tombola, con tutto sospeso per tre giorni. Non sembra essere così ora, è tutto molto più chiaro”, dichiara il premier olandese Mark Rutte, al termine della cena tra i leader Ue. “Non siamo ancora al punto – continua – di prendere decisioni sulle cariche apicali. Ne abbiamo discusso, continueremo le consultazioni. Bisogna procedere passo per passo adesso”. Su Ursula von der Leyen, tra i Liberali “abbiamo una visione chiara su questo, ma non la condivido ora”.

Orban: “Accordo Ppe-Pse-Renew per spartirsi vertici”

Oggi a Bruxelles la volontà del popolo europeo è stata ignorata. Il risultato delle elezioni europee è chiaro: i partiti di destra si sono rafforzati, la sinistra e i liberali hanno perso terreno. Il Ppe, invece, invece di ascoltare gli elettori, alla fine si è alleato con i socialisti e i liberali: oggi hanno stretto un accordo e si sono spartiti i vertici dell’Ue”, afferma via social il premier ungherese Viktor Orban, al termine della cena informale a Bruxelles.

“A loro – continua – non interessa la realtà, non si preoccupano dei risultati delle elezioni europee e non si preoccupano della volontà del popolo europeo. Non dovremmo essere ingenui: continueranno a sostenere l’immigrazione e a inviare ancora più denaro e armi alla guerra Russia-Ucraina”. “Non cederemo a questo – conclude – uniremo le forze della destra europea e lotteremo contro i burocrati favorevoli all’immigrazione e alla guerra”.

Scholz: “No sostegno destra per presidente Commissione”

leader Ue troveranno una “soluzione rapida” sulle cariche apicali dell’Ue per la prossima legislatura e il presidente della Commissione Europea non dovrà basarsi sul “sostegno” decisivo di forze “di destra” o “populiste”, dato che la maggioranza della scorsa legislatura (Ppe, S&D e Renew) nel complesso regge, aveva detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, prima di entrare al Consiglio per la cena dei leader. “Ci riuniamo qui – ha affermato – dopo le elezioni europee che, nonostante tutto, hanno portato una cosa: una maggioranza stabile delle piattaforme politiche, che finora hanno lavorato fianco a fianco al Parlamento Europeo: Partito Popolare, Socialdemocratici e Liberali. Ce ne sono anche altri che si inseriscono politicamente, ma essenzialmente questa è la base per sostenere la presidenza della Commissione”.

Napoli, movimentano il terreno per rimuovere i rifiuti, area sequestrata e 4 persone, tra cui un architetto, denunciate

Area industriale trasformata in discarica rifiuti speciali ...

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 Napoli – Somma Vesuviana (NA)

Siamo a Somma Vesuviana e una gazzella della locale stazione sta percorrendo le strade della città che si trova nel cuore del parco nazionale del Vesuvio.
La giornata è calda e tranquilla mentre la pattuglia gira a via del colle. Nella strada immersa nel verde, però, i Carabinieri notano dei lavori in corso da pare di alcuni mezzi pesanti: é domenica ed è bene approfondire.
Dal sottosuolo affiora un ingente quantità di rifiuti. La movimentazione del terreno viene interrotta e sul posto arrivano anche i carabinieri di Ottaviano.
Dagli accertamenti emerge che erano in corso dei lavori di ampliamento dei capannoni di una ditta adibita alla lavorazione dei metalli. Vengono rinvenuti rifiuti speciali non pericolosi. Ferro, materiali di risulta di demolizioni e miscele bitumose che erano stati nel tempo accantonati lì.
L’area é grande circa 10mila metri quadrati ed è stata sequestrata.
Denunciati per gestione e smaltimento illecito dei rifiuti l’amministratore unico della società, un architetto, un imprenditore e un operaio.

Ancora l’inferno del mare, nel canale dello Jonio e in Sicilia,morti e dispersi

 

 

.Inferno e disperazione ancora una volta nelle acque della Sicilia e del Canale Jonio. La nave Nadir della Ong tedesca Resqship – si apprende dall’Ong- ha soccorso una barca in legno piena d’acqua nella quale c’erano 61 migranti, 10 dei quali trovati morti nella parte inferiore della barca allagata. In 51 sono stati evacuati, portati sul Nadir e sottoposti alla prime cure mediche. Due di loro erano nello scafo privi di sensi.

migranti morti in mare
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Il team è intervenuto con un’ascia per rompere lo scafo ed entrare all’interno del barcone – comunica la Ong – I soccorsi sono arrivati ​​troppo tardi per 10 persone. Le persone prive di sensi stanno attualmente ricevendo cure mediche e sono in attesa di un’urgente evacuazione di emergenza. I nostri pensieri sono con le persone in lutto. Siamo arrabbiati e tristi. La Fortezza Europa uccide”.

In poche ore si tratta del terzo salvataggio per Nadir. Prima un’imbarcazione in legno segnalata da Alarm Phone e con a bordo 62 persone è stata trainata dalla Ong, d’intesa con le autorità, verso Lampedusa fino all’arrivo della Guardia costiera italiana. Poi un’altra emergenza: una barca piena di acqua e benzina con 27 persone a bordo. L’equipaggio del Nadir ha distribuito giubbotti di salvataggio fino all’arrivo della Guardia costiera.

Da questa notte inoltre la Guardia Costiera è impegnata nelle ricerche di eventuali dispersi a seguito del naufragio di una barca a vela con migranti a bordo, partita presumibilmente dalla Turchia.

L’attività – comunica la Guardia Costiera – è stata avviata a seguito di un ‘may-day’ lanciato da un’unità da diporto francese, in navigazione a circa 120 miglia dalle coste italiane, al limite delle aree SAR di competenza della Grecia e dell’Italia che, dopo aver segnalato la presenza della barca semiaffondata, recuperava a bordo 12 migranti”.

Ricevuto il mayday il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo italiano della Guardia Costiera di Roma, dirottava immediatamente sul posto due mercantili in navigazione nelle vicinanze, un velivolo ATR42 della Guardia costiera e le motovedette CP305 e CP326 di stanza in Calabria. Sul posto intervenivano anche assetti Frontex. I 12 naufraghi, prima trasbordati dall’unità francese su un mercantile, venivano recuperati a bordo della CP305 che dirigeva verso il porto di Roccella Jonica. Qui i migranti sono stati sbarcati e affidati alle cure dei sanitari del 118. Uno dei migranti è deceduto subito dopo le operazioni di sbarco. Le ricerche in zona “sono attualmente in corso con assetti della Guardia costiera e di Frontex”.

Anche Ocean Viking in Sar Libia,opera un altro soccorso di 54 persone tra cui  28 minori soli

Un altro soccorso nel Mediterraneo centrale dove stamani 54 persone, tra cui 28 minori non accompagnati, sono stati tratti in salvo dall’equipaggio dell’Ocean Viking in zona Sar libica. “Viaggiavano su un gommone stracarico, individuato dal ponte con un binocolo dal ponte”…

Quest’anno già sono 43 suicidi nelle carceri, tanti in attesa di giudizio Possibile che l’Italia debba considerare i detenuti ancora come “bestie”‘?

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Con i quattro avvenuti nel weekend, sono 43 i suicidi di detenuti quest’anno nelle carceri italiane: 16 erano in attesa di giudizio e due erano prossimi ad uscire dal carcere

Possibile che l’Italia debba considerare i detenuti ancora come “bestie”?

Sugli ultimi casi il Garante dei diritti delle persone detenute sta svolgendo indagini assumendo informazioni per capire le modalità dei gesti.  Ma più di questo non fa  e/o non può fare

Ogni caso è diverso dall’altro: bisogna tenere conto della storia personale, dell’età, del residuo di pena da scontare. L’Autorità invoca da tempo un uso equilibrato della custodia cautelare in carcere, nonchè misure deflattive. La normativa vigente consente ad esempio la liberazione anticipata speciale.

Bisogna però tenere conto dell’articolo 4 bis della legge sull’ordinamento penitenziario che vieta la concessione di benefici per determinati reati. Due dei 4 suicidi del fine settimana avrebbero concluso la pena nel 2026. Una problematica senza fine e finora senza speranza.

   

Beni culturali in Sicilia, il pluripremiato regista americano Scorsese sceglie l’Isola per girare un docufilm. Riprese con la collaborazione della Soprintendenza del mare

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Martin Scorsese sceglie la Sicilia per girare un docufilm sui naufragi dell’antichità. Il nuovo lavoro del famosissimo e pluripremiato regista americano sarà basato su un progetto dell’archeologa subacquea Lisa Briggs, docente e ricercatrice dell’Università di Cranfield in Inghilterra, e sarà coprodotto dall’assessorato dei Beni culturali della Regione Siciliana, da “Sikelia Productions” che fa capo allo stesso Scorsese, da Sunk Costs Producions, Chad A. Verdi e LBI Entertainment.

«Abbiamo accolto con entusiasmo l’iniziativa – ha detto l’assessore Francesco Paolo Scarpinato – mettendo a disposizione tutti i siti, i parchi archeologici e i musei di pertinenza dell’assessorato, considerata la rilevanza del progetto e il grandissimo ritorno d’immagine per la Sicilia e per il suo patrimonio culturale».

Le riprese saranno realizzate nel corso dell’estate oltre che nel Canale di Sicilia, con la collaborazione della Soprintendenza del mare per tutta la parte marina e subacquea, anche nel Trapanese, ovvero nel parco archeologico di Selinunte, nel sito di Marsala-Lilibeo, delle Cave di Cusa, a Pantelleria, a Marausa – dove è recente il ritrovamento del relitto “Marausa 2”-  e, ancora, al  museo del Satiro danzante di Mazara del Vallo, al museo regionale Agostino Pepoli di Trapani, e, infine, al museo archeologico regionale Salinas di Palermo. Tra le location prescelte ci sono, inoltre, la Tonnara di Favignana, l’isola di Mozia, Erice mentre, in provincia di Palermo, Polizzi Generosa, cittadina d’origine dei nonni del regista. Altri luoghi sono ancora in corso di individuazione.

Summit in Svizzera, Zelenski soddisfatto per l’elevato numero dei Paesi partecipanti nel mondo-101-per il primo vertice di pace giusta ed inaugurale

 

 

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, arrivato intorno a mezzogiorno nel resort affacciato sul Lago dei Quattro Cantoni nel territorio comunale di Stansstad (Canton Nidvaldo), dove si tiene il vertice organizzato dal governo svizzero ha espresso la sua soddisfazione per il  summit sulla pace in Ucraina al Buergenstock, nella Svizzera centrale, “insieme, stiamo facendo il primo passo verso una pace giusta basata sulla Carta delle Nazioni Unite e sui principi fondamentali del diritto internazionale”. .

Al via in Svizzera summit per la pace in Ucraina
Siamo riusciti a riportare nel mondo l’idea che gli sforzi congiunti possono fermare la guerra e stabilire una pace giusta. Questa idea funzionerà sicuramente, perché il mondo ha potere”, ha detto poi il presidente ucraino inaugurando il summit.

Siamo riusciti a riunire, per ora, 101 Paesi e organizzazioni internazionali – ha continuato Zelensky – è il numero di partecipanti che si è registrato qui in Svizzera, per il primo vertice di pace inaugurale. Alcuni altri Paesi e leader hanno mostrato interesse per il nostro vertice e hanno risposto all’impulso pacificatore del formula di pace, anche se oggi non sono presenti al primo vertice”.

“Ringrazio ognuno di voi, che ha contribuito alla formula della pace – ha proseguito – che è stata presentata all’incontro del G20 in Indonesia. Si sono svolti quattro incontri di consiglieri per la sicurezza nazionale: ogni incontro ha avvicinato il mondo a questo vertice”. Zelensky ha citato gli incontri di Copenhagen, in Danimarca; di Gedda, in Arabia Saudita; di Malta e infine di Davos. “E’ stato dopo quell’incontro che è diventato chiaro, durante la mia visita in Svizzera, che eravamo pronti” per il summit che si tiene oggi e domani in un resort con vista sul Lago dei Quattro Cantoni (o Lago di Lucerna).

Conferenza di pace con l’assenza (prevista) di  Russia e Cina

Tuttavia, la ‘conferenza di pace’ in terra elvetica parte  senza la Russia, uno dei due belligeranti, e soprattutto con l’assenza della Cina,  un partner fondamentale per Mosca: senza i microchip cinesi l’apparato militare-industriale russo avrebbe molte più difficoltà ad alimentare la continuazione della guerra in Ucraina. Un’altra defezione pesante è arrivata ieri: quella del presidente brasiliano Inacio Lula da Silva, che notoriamente non nutre grande simpatia per Zelensky.

La vice presidente USA , Harris annuncia 1,5 mld dollari per energia e assistenza a civili

La vice presidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha annunciato nuovi aiuti all’Ucraina per oltre 1,5 miliardi di dollari attraverso Usaid ed il Dipartimento di Stato. Stando a una nota della Casa Bianca, 500 milioni di dollari sono stati stanziati per l’assistenza energetica e altri 324 milioni di fondi precedentemente annunciati sono stati reindirizzati verso il fabbisogno energetico di emergenza dell’Ucraina. Questo denaro servirà a riparare le infrastrutture energetiche danneggiate dagli ultimi attacchi russi, ampliare la produzione di energia, incoraggiare gli investimenti del settore privato e proteggere le infrastrutture.

Harris, che oggi avrà un nuovo faccia a faccia con Zelensky, ha annunciato anche 379 milioni di dollari in assistenza umanitaria per aiutare a rispondere ai bisogni urgenti dei rifugiati, degli sfollati interni e delle comunità colpite dal conflitto. In collaborazione con il Congresso, infine, il Dipartimento di Stato prevede di fornire ulteriori 300 milioni di dollari in assistenza per aiutare le guardie di frontiera ucraine e le forze dell’ordine a operare in sicurezza in prima linea.

 Putin chiede a Zelensky di rinunciare ad aderire alla Nato e ad abbandonare diverse regioni

Intanto ieri, alla vigilia della conferenza,il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto all’Ucraina in pratica, di arrendersi, ritirando le sue truppe dal sud e dall’est del Paese e di rinunciare ad aderire alla Nato. Per Putin, Kiev dovrebbe abbandonare le regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, malgrado la Russia non controlli interamente nessuna delle quattro. Richieste che Zelensky ha paragonato agli “ultimatum che Adolf Hitler lanciava ai Paesi che era prossimo a conquistare, respingendo l'”ultimatum”. Non esattamente uno scambio che faccia presagire una pace imminente.

Già in passato, e più di una volta, il presidente russo ha prospettato l’ipotesi di arrivare a una soluzione negoziale. In realtà, Mosca ha sempre posto basi inaccettabili per l’Ucraina, a partire dalla rinuncia di Kiev ai propri territori. Ora, mentre Zelensky in Svizzera accoglie 90 leader per una conferenza sulla pace, Putin vuol tornare protagonista.   E lancia la sua assurda (e “farsesca”) proposta di pace.

. L’Institute for the study of war (Isw), think tank americano che monitora l’andamento del conflitto iniziato a febbraio 2022, comunica che la proposta di Putin non può essere ritenuta credibile per una serie di motivi.

Richieste inaccettabili di Putin

La “continua aggressione della Russia contro l’Ucraina” dimostra che Mosca non ha “alcun reale interesse nella pace. Le richieste inaccettabili di Vladimir Putin mirano a legittimare l’invasione e a minare gli sforzi di pace, mentre la Russia si riarma e si prepara per una lunga guerra”, ha detto via social l’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell secondo il quale “l’aggressore non può dettare le condizioni per il cessate il fuoco. La Carta delle Nazioni Unite e la Risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per una pace globale, giusta e duratura in Ucraina, sostenuta da 141 Paesi, traducono in pratica i principi della Carta delle Nazioni Unite. Sono ansioso di partecipare al prossimo summit per la pace, che riaffermerà questo concetto”.

Gli impegni dell’Italia

I Paesi invitati al summit – che si tiene al Buergenstock, un resort con due hotel a cinque stelle, ristoranti e spa appollaiato sulle alture sopra Obbuergen, nel Canton Nidvaldo – sono stati circa 160. La conferenza del Buergenstock, luogo scelto perché può essere messo facilmente in sicurezza, pur essendo agevolmente raggiungibile (non questo weekend), arriva dopo che la guerra su larga scala in Ucraina è in corso da oltre due anni e poco dopo che i russi hanno scatenato, dal 10 maggio scorso, un’offensiva nell’oblast di Kharkiv, che tuttavia sembra aver perso slancio. La Russia, ha riconosciuto un alto ufficiale della Nato, ha compiuto qualche progresso nell’oblast di Kharkiv, ma con costi umani enormi: secondo la fonte, in maggio probabilmente le perdite russe sarebbero ammontate in media a circa “mille” uomini al giorno, un numero “astronomico”.

In generale, la Russia mantiene un “vantaggio quantitativo” nei confronti dell’Ucraina in “munizioni e uomini”. Per ora, comunque, le mancano munizioni e unità di manovra in quantità sufficiente da poter compiere progressi “significativi”. E la ripresa delle forniture di armi da parte dell’Occidente, dopo che gli Usa e L’Ue sono riuscite a superare temporaneamente le proprie difficoltà politiche interne, ha fatto davvero “la differenza” sul campo. la Nato si aspetta un intensificazione delle operazioni militari nelle prossime settimane, “specialmente a ridosso del summit di Washington”. In una guerra di attrito, la Russia mantiene un vantaggio naturale sull’Ucraina, essendo molto più grande e più popolata: non solo, può agevolmente bombardare gli impianti industriali ucraini, mentre Kiev ha molta più difficoltà a fare lo stesso con quelli russi.

La Nato intende rendere strutturali gli aiuti militari a Kiev, per almeno 40 mld di euro l’anno. L’Italia, con il  ministro della Difesa Guido Crosetto, si è opposta, malgrado continui a inviare aiuti militari e stia preparando il nono pacchetto per Kiev. Il ministro ha fatto notare che già oggi, con il nuovo patto di stabilità, per il nostro Paese è “problematico” rispettare il target del 2% del Pil destinato alla difesa, che avrebbe dovuto raggiungere quest’anno, in base agli impegni presi nel 2014. “Non possiamo aggiungere altri obiettivi ambiziosi, anche perché non ho l’abitudine di prendere impegni che poi so di non poter rispettare”, ha aggiunto Crosetto, notando, non per la prima volta, che sarebbe il caso di coordinare le politiche Nato con quelle che si decidono a livello Ue, dove la riforma del patto di stabilità proposta dalla Commissione è stata notevolmente irrigidita per volontà della Germania.