Attentato al premier slovacco Robert Fico. E’ in pericolo di vita.

 

 

Il primo ministro slovacco Robert Fico è in pericolo di vita dopo essere stato colpito da alcuni spari all’addome. L’attentato- si apprende -è avvenuto nella città di Handlova, dove si era tenuta una riunione del governo. L’aggressore sarebbe stato arrestato.
“Oggi Robert Fico è stato vittima di un attentato. Gli hanno sparato più volte ed è attualmente in pericolo di vita. E’ stato trasportato in elicottero a Banska Bystrica, perché il trasporto a Bratislava richiederebbe troppo tempo a causa della necessità di un intervento urgente. A decidere saranno le prossime ore

Il Presidente Mattarella ha ricevuto oggi il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs.

Il Presidente Sergio Mattarella accoglie il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

 

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs, nel corso degli onori militari

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs, nel corso degli onori militari

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs, nel corso degli onori militari

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dei colloqui con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dei colloqui con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dei colloqui con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dei colloqui con il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale il Presidente della Repubblica di Lettonia, Edgars Rinkēvičs, in visita ufficiale, intrattenendolo successivamente a colazione.
Era presente all’incontro il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli.

 

Controlli a sorpresa ieri nella sede dell’Istituto Incremento ippico di Catania dei dirigenti dello SPRESAL e “chiarimenti “del responsabile su una segnalazione di illeciti

 

pascolo ambelia

 

di    E. LANZA

L’  Asp di Catania- Sezione dipartimento controllo -SPRESAL- ieri ha fatto un sopralluogo improvviso nella sede dell’Istituto Incremento ippico di Via Vittorio Emanuele per avere alcune spiegazioni dal direttore -responsabile  a seguito di una vibrata segnalazione di un ex dirigente sindacale   S.S.

La Segnalazione :     Inosservanza  del Giudizio rilasciato dall’Organo di Vigilanza             SPRESAL in data 16/05/2023 ,” istanza allo SPRESAL per “diffidare il Dott.Sole dell’eseguire la  visita di sorveglianza “sull’esponente S.S., avente qualifica (attuale)di Collaboratore           Amministrativo, addetto ad attività di ufficio senza utilizzazione di video terminali” .

 

Sostanzialmente l’esponente ,in servizio presso istituto incremento ippico di Catania, con la qualifica di Collaboratore amministrativo, lamentava che

l’Istituto Incremento ippico di Catania non osserva e/o  non vuol tener conto del  Giudizio rilasciato dal Dipartimento di prevenzione(Servizio di Prevenzione e Sicurezza  degli Ambienti di Lavoro SPRESAL per la corrette mansioni di lavoro da svolgere e ,arbitrariamente –-  continua ad attribuire all’ex dirigente sindacale  lavori incompatibili  nell’assoluta inosservanza ed indifferenza delle disposizioni dettate dal Vs Organo Vigilanza tramite  ricorso avverso ai sensi dell’art.41 comma 9 -del D.Lgs. n. 81/08

Poiché la predetta problematica sussiste dunque ancora oggi ed anzi, ,essa  assume tinte ancora più gravi per l’attuazione negli Enti pubblici , in Italia, della materia sicurezza che pone il nostro Paese al primo posto per l’omissione degli interventi dovuti , e l’attuazione dei correttivi più urgenti

, l’ex dirigente sindacale S.S. ha richiesto . un intervento nei confronti dell’ amministrazione Istituto ippico, al fine di non eludere- “con una nuova visita di sorveglianza ( da parte del dr Sole incaricato dall’Istituto”) il giudizio espresso dall’organo di vigilanza  SPRESAL .  per la prevista assegnazione a lavori d’ufficio del sottoscritto senza utilizzazioni di video terminali…..”

Il direttore f.f  dell’Istituto, dr. Bentivegna nel corso della riunione tenuta con i dirigenti dello SPRESAL – si apprende- ha assicurato  il rispetto delle disposizioni dettate dall’Organo di vigilanza e lo svolgimento di regolare visita di sorveglianza al dipendente che ha contestato le modalità della medesima visita sanitaria

 

 

 

Ospedale Cervello di Palermo, dirigenti in assessorato: il pronto soccorso non chiuderà, al vaglio due ipotesi progettuali

 

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Palermo,

Non è prevista la chiusura del pronto soccorso dell’ospedale Cervello di Palermo, né il suo accorpamento con quello di Villa Sofia, in vista dei futuri lavori di ristrutturazione che coinvolgeranno l’area di emergenza-urgenza. È quanto ribadito nel corso di una riunione che si è tenuta nell’assessorato regionale della Salute tra l’assessore, i dirigenti dei dipartimenti Pianificazione strategica e del Dasoe insieme con i vertici dell’azienda ospedaliera.

La direzione aziendale ha comunicato di avere al vaglio due ipotesi progettuali per i lavori ed entro due settimane sceglierà quella più idonea a garantire la continuità assistenziale. La decisione definitiva verrà presa nel corso di un nuovo incontro previsto in assessorato alla fine del mese.

Riguardo la carenza di personale, analoga a quella di tante altre strutture di emergenza-urgenza sia a livello regionale che nazionale, risulterà essenziale il ricorso a prestazioni aggiuntive di medici anche di altre unità complesse, finalizzato a garantire la doverosa continuità assistenziale.

Peculato e corruzione a Messina, al Policlinico: a giudizio l’assessore alla Salute, Giovanna Volo per la gestione pure della Clinica Nemo Sud

Giovanna Volo

 

Palermo,

Guai per l’assessore Giovanna Volo della Regione siciliana.L’assessore alla Salute , Giovanna Volo,fa  sapere di essere  indagata dalla Procura di Messina. Lo afferma in una nota la stessa Volo, scrivendo di averlo «appreso stamattina». «Nonostante si tratti di fatti relativi a un periodo precedente il mio incarico di assessore – ha aggiunto Volo – ho ritenuto opportuno informare subito il Presidente della Regione. Sono serena e consapevole di avere sempre agito nel pieno rispetto delle regole. Confermo la piena fiducia nel lavoro della magistratura e resto a disposizione degli inquirenti per chiarire rapidamente la mia posizione».

l’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo aveva già intuito infatti di essere messa all’angolo dai magistrati che conducono l’inchiesta della Procura di Messina sul centro clinico privato Nemosud e sul Policlinico. I carabinieri hanno notificato misure cautelari a nove indagati con l’ipotesi di reato di peculato e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio.

Carri armati pronti, “operazione necessaria a Rafah,per eliminare i restanti battaglioni di terroristi di Hamas” Di diverso avviso gli alleati

 

Carri armati schierati sul confine. Rafah attende l ...

 

 

carri armati israeliani  sono pronti per le battute finali ,si sono spinti nella parte orientale di Rafah, raggiungendo alcuni quartieri residenziali della città di confine meridionale, dove più di un milione di persone si sono rifugiate dopo essere state sfollate a causa della guerra contro Hamas a Gaza.

Gli alleati internazionali di Israele hanno ripetutamente esortato a non effettuare un’incursione di terra a Rafah, dove si trovano i rifugiati.
Tel Aviv dal canto suo afferma che sta agendo per evacuare i civili prima di muoversi in nuove aree. Afferma che un’operazione a Rafah è necessaria come parte del suo sforzo per eliminare i restanti battaglioni operativi di Hamas.

Tentativi di accordi sulla liberazione degli ostaggi si susseguivano ma le posizioni restano ancora inconciliabili; a mediare l’Egitto che, secondo funzionari israeliani, teme l’ondata dei  “profughi di guerra” palestinesi che proprio in seguito al paventato attacco potrebbero riversarsi nel Sinai e quindi ha tutto l’interesse di chiudere un accordo con Hamas, o più semplicemente di proporgli un accordo.

Intanto il gruppo yemenita Houthi, sostenuto dall’Iran, ha rivendicato di aver preso di mira la nave israeliana Msc Darwin nel Golfo di Aden, colpendola con missili navali e droni”.

 

In un resoconto delle sue attività, l’Idf ha dichiarato che le sue forze hanno eliminato diverse cellule armate in combattimenti ravvicinati sul lato gazanese del valico di frontiera di Rafah con l’Egitto. Nella parte orientale della città, ha detto, ha anche distrutto cellule di uomini armati e una postazione di lancio da cui venivano sparati missili contro le truppe dell’Idf.

L’amministrazione Biden ha intanto comunicato al Congresso che intende inviare un nuovo pacchetto di oltre 1 miliardo di dollari in armi e munizioni a Israele,  Si tratta della prima spedizione di armi a Israele annunciata dall’amministrazione da quando, all’inizio del mese, ha sospeso un altro trasferimento di armi, consistente in 3.500 bombe ad alto potenziale. L’amministrazione ha dichiarato di aver sospeso il precedente trasferimento per evitare che Israele usasse le bombe nella sua crescente offensiva a Rafah

 

 

Sentenza-“spazzatura strumentale “: otto mesi di carcere al Giornalista P.Napolitano per diffamazione ma “la discrepanza tra fatto e condanna” è notevole

Pasquale Napolitano (@pana_napolitano) / X

Il giovane giornalista Pasquale Napolitano

La condanna a 8 mesi di carcere per il giornalista del ‘Giornale’ Pasquale Napolitano – nella foto sopra -con l’accusa di diffamazione a mezzo stampa ha scatenato un inferno. Dall’Ordine dei giornalisti ai politici fino ai sindacati, è unanime il coro di “no al carcere” per i cronisti.

Diffamazione e querele temerarie contro i giornalisti. L'articolo de Il Post
Ordine dei giornalisti,Carlo Bortoli, Presidente Consiglio Nazionale

Rifiutiamo l’idea che in un Paese democratico venga ancora comminata la pena del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa. Il caso di Pasquale Napolitano, cronista del Giornale, giustamente denunciato oggi in prima pagina con grande evidenza, è la goccia che fa traboccare il vaso di una normativa che non sta più in piedi”

Al di là del merito della vicenda – prosegue Bartoli – che pure suscita non poco stupore per la discrepanza tra fatto e condanna, è necessario comprendere che l’uso strumentale delle azioni giudiziarie (penali e civili) contro i giornalisti colpisce tutta la stampa, al di là dei suoi orientamenti. Attenzione, non si può però abolire il carcere e inasprire le pene pecuniarie colpendo, in particolare, i cronisti più deboli. Serve una riforma che tuteli la libertà di informazione, che non è una prerogativa dei giornalisti ma un diritto di tutti i cittadini e un architrave della democrazia‘.

“Piena e forte solidarietà” a Napolitano arriva anche dall’Ordine della Campania e dalla Commissione Legalità dell’Ordine regionale. “I fatti – denunciano – rappresentano un inaccettabile attacco alla libertà di informazione“.

“Non comprendiamo –  – come si possa essere arrivati ad una condanna ad 8 mesi di carcere per un articolo sull’Ordine degli avvocati di Nola che non aveva – a nostro parere – elementi di diffamazione e che ha assicurato diritto di replica. Napolitano, cronista 42enne, ha semplicemente svolto il proprio lavoro e la condanna al carcere, seppur con pena sospesa, è una grave ferita che non può passare inosservata. Questo tipo di sentenza mette a rischio l’autonomia dei giornalisti”.

“È incomprensibile, inoltre, che la condivisione sui social dell’articolo firmato da Napolitano sia stata ritenuta un’aggravante – prosegue la nota dell’Ordine dei Giornalisti della Campania – e ancora non è chiaro come sia possibile che la sentenza in questione, su un diritto costituzionale, sia stata emessa da un Got. Ci auguriamo che il caso venga assolutamente rivisto in appello, sarebbe un grave precedente. La Corte Costituzionale con la sentenza n.150 del 2021, ha infatti riconosciuto il ruolo dell’Ordine dei giornalisti a difesa degli interessi diffusi e ha modificato le attuali norme restringendo le ipotesi di carcere per i giornalisti”.

 

Federazione Nazionale della Stampa

 

Insorge anche la segretaria nazionale della Fnsi (il sindacato unitario dei giornalisti italiani), Alessandra Costante, per la quale “il caso del cronista del Giornale condannato al carcere ricorda a tutti – giornalisti, politica e opinione pubblica – quella che è una vergogna italiana: in Italia, nel 2024, il codice penale prevede ancora le manette per i giornalisti che dovessero essere riconosciuti colpevoli di diffamazione a mezzo stampa”, afferma. “Ma al di là del caso specifico – prosegue la Costante – quello che la Federazione nazionale della Stampa ripete da anni è che in un Paese democratico punire con la reclusione i cronisti non è accettabile. I giudici fanno il loro lavoro applicando le leggi esistenti”. ”

Restiamo in attesa che anche il legislatore faccia il proprio lavoro: recepire le indicazioni della Corte costituzionale e eliminare il carcere dalle pene previste per la diffamazione, senza per questo prevedere sanzioni economiche tanto spropositate da avere sulla libertà di stampa quell’effetto raggelante più volte denunciato nelle sentenze delle Corte europea dei diritti dell’uomo”

 

SUD   LIBERTA’  –  Quotidiano del Mezzogiorno Antimafia  – Raffaele  Lanza (direttore)

Raffaele Lanza - Casa Editrice BookSprint Edizioni

 

DIRITTO   DI CRONACA  GIUDIZIARIA  E LINGUAGGIO PROFESSIONALE: NO ALLE INTIMIDAZIONI -DENUNCE

 

Sono un po   perplesso,  queste querele e soprattutto le condanne  non consentono ai giornalisti che hanno  pure una mansione investigativa (quando sono pagati contrattualmente ..visto che la gran parte dei giornali on line non ha finanziamenti..chiudiamo qui il punto per carità di patria) di svolgere con serenità un lavoro delicato e veloce come quello di cronista. Generalmente sappiamo che assume peculiare rilievo il bilanciamento effettuato dal legislatore tra il reato di diffamazione o (di cui all’art. 595 c.p.) e la libertà della manifestazione del proprio pensiero (tutelata dagli artt. 21 Cost. e 51 c.p.) e , quindi svolgimento della propria attività professionale pubblicistica dall’altro.

Vi sono   delle esimenti    (casi di esclusione) ossia un ampio raggio di casistiche in cui l’offesa dell’altrui reputazione non configura alcun reato in presenza di determinate esigenze, ovvero di particolari situazioni tassativamente previste dalla normativa penale in attesa di significativi correttivi

Le tradizionali cause di esclusione del reato di diffamazione –- sono costituite dal diritto di cronaca giudiziaria e dal diritto di critica.

A) Il DIRITTO DI CRONACA GIUDIZIARIA consiste nel diritto di raccontare accadimenti reali tramite mezzi di comunicazione di massa in considerazione dell’interesse che rivestono per la generalità dei consociati ed esso è condizionato dall’esistenza dei seguenti presupposti:

 la verità oggettiva o anche solo putativa della notizia pubblicata, purché frutto di un serio e diligente lavoro di ricerca che non sussiste quando -pur essendo veri i singoli fatti riferiti- siano dolosamente o anche soltanto colposamente taciuti altri fatti, tanto strettamente ricollegabili ai primi da mutarne completamente il significato; oppure, quando i fatti riferiti siano accompagnati da sollecitazioni emotive, o da sottintesi, accostamenti, insinuazioni, allusioni o sofismi, obiettivamente idonei a creare nella mente del lettore (o ascoltatore) false rappresentazioni della realtà oggettiva. 

Può capitare che il giornalista, pressato da tanti problemi quotidiani, in un particolare contesto, cada in errori tecnici fatti in buona fede.  Occorre  far fare dunque la rettifica che dovrebbe essere sufficiente – salvo ulteriore replica – a far mettere “pace”

Il giornalista ha dunque l’obbligo di controllare l’attendibilità della fonte informativa e di accertare la verità del fatto pubblicato, essendo altrimenti responsabile dei danni derivanti dal reato di diffamazione, salvo che non provi la sua buona fede ai sensi dell  art 59., ultimo comma.        Quel che meraviglia è che in politica non si sia affrontata tale problematica con serietà e determinazione al fine di evitare l’emissione di sentenze-spazzatura come queste ai raggi x.

 

Cosenza: vasta operazione contro la ‘Ndrangheta, 142 indagati

 

 

Cosenza: vasta operazione contro la ‘Ndrangheta, 142 indagati

 

A Cosenza i poliziotti delle Squadre mobili di Cosenza e Catanzaro, delle Sezioni investigative del Servizio centrale operativo e dello Sco, in collaborazione con i militari della Guardia di finanza e dell’Arma dei carabinieri, hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 142 persone per associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e altri delitti, tutti aggravati dalle modalità e finalità mafiose.

Gli investigatori, servendosi di tecniche di indagine tradizionali parallelamente all’acquisizione delle dichiarazioni di numerosi collaboratori di a dalgiustizia, hanno ricostruito l’architettura e dell’assetto dell’organizzazione criminale di ‘ndrangheta cosentina colpita   dall’’operazione di oggi.

I criminali, organizzati in sottogruppi organicamente confederati al cui vertice avevano due gruppi principali che governavano tutti i rapporti tra di essi, erano specializzati in estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti della zona.

Un’altra grande fonte di reddito era costituita dal traffico di sostanze stupefacenti e dalle estorsioni direttamente collegate ad esso.

Tra i reati contestati ai criminali ci sono anche il furto, le lesioni e il possesso di armi.

Dei 142 indagati, 109 sono finiti in carcere, 20 agli arresti domiciliari, 12 hanno ricevuto l’obbligo di dimora e a 1 è stata notificata una misura interdittiva.

Napoli, operazione anticamorra per autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori con metodo mafioso. Arresti

Gangster mafioso su sfondo bianco | Vettore Premium

 

 

Napoli,

Operazione anti camorra della Guardia di finanza di Napoli che ha arrestato cinque persone -tre in carcere e due ai domiciliari-.

Le accuse sono di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare la camorra. Sotto inchiesta anche la società che gestisce la nota pizzeria del centro storico di Napoli “dal Presidente”,   con riferimento al clan Contini: la pizzeria à stata sequestrata dai finanzieri insieme con altri beni.