Dichiarazione del Presidente Mattarella nel 30° anniversario dell’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«A trent’anni dall’agguato mortale che spezzò le vite di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il loro ricordo è presente come nei giorni drammatici in cui la terribile notizia da Mogadiscio piombò sul nostro Paese.

Erano giornalisti di valore alla ricerca in Somalia di verifiche e riscontri su una pista che avrebbe potuto portare a svelare traffici ignobili.

Le Medaglie d’oro al Merito Civile, di cui Alpi e Hrovatin sono stati insigniti, testimoniano il valore che la Repubblica riconosce alla loro opera.

Un prezzo pagato nell’esercizio di un diritto, quello all’informazione, che è un presidio essenziale alla libertà di tutti e un pilastro su cui si regge la vita democratica.

Gli assassini e i mandanti sono ancora senza nome e senza volto dopo indagini, depistaggi, ritrattazioni, processi finiti nel nulla. È una ferita che riguarda l’intera società. Le Istituzioni sanno che non ci si può mai arrendere nella ricerca della verità.

Il valore dell’autonomia della stampa libera è sotto attacco in tante parti del mondo. Molti giornalisti pagano con la vita la loro indipendenza dai poteri, la loro ricerca di verità.

Il ricordo di Alpi e Hrovatin suona anche impegno, a rimuovere gli ostacoli alla libertà di informazione, ovunque si manifestino».

Al rogo la libertà di stampa - Contropiano

Dagli Archivi Sud Libertà un disegno di “Contropiano

Evento di apertura delle celebrazioni per il 250 Anniversario di Fondazione della Guardia di Finanza

 

Roma, Centro Congressi “La Nuvola” – 20 marzo 2024

 

Oggi, 20 marzo, presso il Centro Congressi “La Nuvola” di Roma, sono iniziate le celebrazioni per il 250° Anniversario di Fondazione della Guardia di Finanza: un viaggio all’insegna dei valori e delle tradizioni che da sempre accompagnano e ispirano il Corpo, con lo sguardo rivolto al domani.

Per l’occasione, -informa il Comando della Gdi Finanza-è stato allestito un percorso espositivo hi tech per descrivere, con futuristiche modalità di interazione, compiti, attribuzioni e attività della Guardia di Finanza, evidenziandone l’incessante processo di evoluzione e la proiezione verso le sfide future.

L’esposizione sarà aperta al pubblico il 21 marzo dalle ore 11:00 alle ore 21:00.

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No ad invio di truppe in Ucraina, le elezioni russe sono una farsa, gli errori ( e le assenze)di Salvini Giorgia Meloni raddrizza il tiro

 

Giorgia Meloni

 

 

 

Giorgia Meloni nell’Aula del Senato raddrizza il tiro dopo le parole di Matteo Salvini sulle elezioni in Russia. In pieno disaccordo intento con Macron , il presidente francese che vuole inviare un contingente dell’esercito a Kiev a maggio difesa dei confini ucraini.    Il ministro Tajani si dice preoccupato della proposta francese: “Se la Nato dovesse prendere in considerazione l’invio di truppe in Ucraina sarà davvero l’inizio della terza guerra mondiale”

 Rivendicando quanto fatto dall’Italia per l’Ucraina e puntando il dito contro il verdetto delle urne arrivato da Mosca afferma: “Ribadiamo la nostra condanna allo svolgimento di elezioni farsa in territori ucraini – mette in chiaro – e alle vicende e che hanno portato al decesso in carcere di Aleksei Navalny. Il suo sacrificio in nome della libertà non sarà dimenticato”, dice tra gli applausi dell’emiciclo. Al suo fianco Antonio Tajani annuisce convinto. L’altro vicepremier però non siede sui banchi del governo: Salvini non c’è, e anche il ministro Giancarlo Giorgetti, seppur presente in Aula, diserta gli scranni dell’esecutivo e siede, solo, a pochi metri, salvo poi lasciare l’Aula al fianco della presidente del Consiglio.

“Salvini non c’era, immagino avrà avuto qualche impegno…”, taglia corto il capogruppo leghista Massimiliano Romeo rispondendo ai cronisti, mentre le opposizioni pungono in Aula: “Ognuno ha il suo Orban”, l’affondo, tra i tanti, del dem Filippo Sensi. A stretto giro di posta, una nota del Mit chiarisce che il leader della Lega era assente in Aula perché impegnato al ministero: dopo la mattinata a Palazzo Chigi per la cabina di regia sull’emergenza idrica, Salvini ha raggiunto Porta Pia per prendere parte a una serie di incontri e riunioni.

Armi, droga e telefoni in carcere con i droni, 31 arresti a Napoli Il rifornimento di telefoni e droga era costante

 

Napoli,

Sono 31 i destinatari delle due ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite questa mattina a Napoli da agenti della Polizia di Stato e della Polizia penitenziaria.

L’esecuzione della prima ordinanza, diretta a 20 persone, è stata affidata al personale del Nucleo investigativo centrale (Nic) della Penitenziaria, del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, delle Squadre mobili di Frosinone e Napoli nonché della Sisco di Napoli. Gli indagati sono accusati di associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione di armi comuni da sparo e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.

L’attività investigativa, che ha generato l’ordinanza, è stata avviata dal Nic nell’aprile 2021 dopo il ritrovamento di alcuni telefoni cellulari all’interno del carcere di Secondigliano.

Questa indagine è poi entrata in convergenza con un’altra svolta parallelamente dalla Squadra mobile di Frosinone, anch’essa su delega della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, originata da una sparatoria avvenuta il 9 settembre 2021 all’interno del carcere di Frosinone.

L’attività degli investigatori riuscì a identificare l’uomo che aveva introdotto l’arma all’interno del carcere utilizzando un drone.

La prosecuzione delle indagini ha fatto piena luce sulla struttura criminale capace di garantire l’approvvigionamento di apparecchi telefonici di ogni tipo, nonché di notevoli quantità di sostanze stupefacenti in diverse strutture penitenziarie della Penisola, anche in quelle ospitanti detenuti classificati di massima sicurezza.

L’uomo, e con lui la sua struttura organizzativa, veniva pagato da organizzazioni di tipo camorristico per garantire ai loro detenuti il costante rifornimento di telefoni e sostanze stupefacenti, assicurandosi il monopolio della distribuzione organizzata nelle carceri.

Le strutture coinvolte sono quelle di Frosinone, Napoli – Secondigliano, Cosenza, Siracusa, Lanciano, Augusta, Catania, Terni, Rovigo, Caltanissetta, Roma – Rebibbia, Avellino, Trapani, Benevento, Melfi, Saluzzo, Viterbo e Sulmona.

L’indagine ha portato anche all’identificazione di un 52enne in grado di modificare i droni affinché potessero sorvolare anche aree militari, sopportando un maggior peso in volo.

Contestualmente i poliziotti della Squadra mobile di Napoli hanno eseguito un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di ulteriori 11 persone, accusate di associazione di tipo mafioso, estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione di armi e uso di dispositivi di comunicazione in carcere.

L’attività investigativa che ha portato all’emissione di questa ordinanza trae origine dall’intervento che gli agenti della Squadra mobile di Napoli portarono a termine il 20 marzo dello scorso anno in via Caracciolo per l’omicidio di Francesco Pio Maimone, raggiunto per errore da colpi sparati due gruppi di giovani durante una lite per futili motivi.

Il 12 ottobre scorso era stata già eseguita un’ordinanza che ha portato 4 persone in carcere e 3 ai domiciliari, perché accusati di detenzione di armi da sparo e favoreggiamento, aggravati dalle modalità mafiose. Sarebbero stati loro a coprire l’autore dell’omicidio eludendo le indagini e nascondendo l’arma del delitto.

Ulteriori indagini hanno portato a scoprire una faida interna ad un clan camorristico, con numerosi eventi violenti ad essa riconducibili.

Sequestrate armi da fuoco e documentati scambi armati tra i due gruppi, nonché atti intimidatori con esplosione di ordigni artigianali.

Infine, sono state registrate varie interlocuzioni dal carcere, dato che gli affiliati detenuti riuscivano a comunicare con quelli liberi, impartendo disposizioni di vario genere attraverso smartphone illecitamente detenuti nella struttura carceraria.

 

Catania, operazione “Locu”, intensa attività di spaccio nel rione S.Cristofaro, 41 arresti

 

Catania,

Un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 41 persone è stata eseguita dai poliziotti della Squadra mobile di Catania per associazione per delinquere finalizzata al traffico, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti; una parte dei criminali dovrà rispondere anche di associazione di tipo mafioso, detenzione e porto illegale di armi.

Le attività di indagine, durante le quali sono stati sequestrati 700 grammi di cocaina e 1 chilo di marijuana, hanno permesso di documentare un’intensa attività di spaccio nel rione popolare di San Cristoforo e più precisamente nella zona tradizionalmente chiamata “Locu”, zone storicamente controllate da noti clan mafiosi.

Le cessioni della droga sono state documentate anche grazie all’impiego di agenti sotto copertura del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato.

I pusher si alternavano su turni ben definiti e lo spaccio veniva organizzato all’interno di alcune abitazioni. Dei 41 indagati, 36 sono finiti in carcere e 5 agli arresti domiciliari.

Per l’operazione sono stati impiegati circa 300 poliziotti provenienti dalle Squadre mobili delle vicine province siciliane, da personale della questura di Catania e da unità di Polizia scientifica, della Stradale e del Reparto mobile.

 

 

 

 

Pietro Salini: “Il Ponte sullo stretto con Webuild sarà la sfida del secolo e la crescita del SUD prevarrà”

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L’imprenditore  Pietro Salini si dichiara pronto con l’azienda di cui è amministratore, a lavorare subito per il ponte sullo Stretto di Messina. Anche se i tempi  dal percorso decisionale e autorizzativo che il progetto sta seguendo. Il comitato scientifico ha approvato il progetto all’unanimità, ulteriori verifiche saranno svolte durante la fase esecutiva”.
L’imprenditore  Pietro Salini chi è ?       In pochi sono a conoscerlo , ne diamo alcune tracce. Nato nel 1958 ,laureatosi in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma, nel 1985 inizia il suo percorso imprenditoriale nella storica azienda di famiglia, la Salini Costruttori, fino a diventarne Chief Executive Officer nel 1994, incarico che ricopre tuttora. E’ inoltre Membro del Consiglio direttivo di Assonime e del Consiglio Direttivo di Confindustria.
Salini ha ricordato che “la società Stretto di Messina, che ha approvato l’ aggiornamento del progetto definitivo, ha indicato come data di avvio l’estate 2024, a seguito della chiusura dell’iter autorizzativo da parte del Cipess, e il 2032 come data di apertura del ponte al traffico stradale e ferroviario. Il ponte sullo Stretto serve ad attraversare un braccio di mare lungo 3 chilometri che separa dall’Italia un’isola che conta 5 milioni di abitanti, quanti la Danimarca che è collegata alla Germania da tre ponti”, ha continuato Salini.
In Italia tutte le grandi infrastrutture sono state oggetto di polemiche prima e durante la loro costruzione. Basta pensare alle grandi critiche riservate all’Autostrada del Sole o all’Alta Velocità fra Roma e Milano, oggi spina dorsale del Paese. Lo stesso accadrà per il ponte. Siamo ottimisti e siamo convinti che il buon senso e la voglia di crescere del Sud prevarrà”.
Salini ha poi sottolineato la resilienza e la capacità di adattamento del Gruppo nel gestire le sfide del periodo storico attuale, trasformando potenziali impatti in opportunità di crescita. “Webuild è un gruppo di 87.000 persone, con un fatturato di oltre 10 miliardi, che negli ultimi 10 anni ha visto una crescita esponenziale, di oltre 4 volte.

Abbiamo perseguito- e conclude Salini –  la nostra visione di realizzare grandi infrastrutture complesse su scala globale, ampliando la nostra dimensione, assumendo il ruolo di partner per clienti e istituzioni per la crescita dei territori, attraendo capacità e competenze di giovani e di una filiera di eccellenza”. Nel 2023, il portafoglio ordini del Gruppo ha raggiunto i massimi storici di 64 miliardi, superando già il target atteso di fine Piano al 2025. Oltre a coprire il 100% del fatturato ed Ebitda target del business plan 2023-2025, il backlog dà una visibilità di oltre 6 anni sui ricavi del Gruppo, tracciando in maniera evidente il percorso di crescita del Gruppo. “Webuild ha dimostrato grande capacità di adattarsi e flessibilità nel governare incrementi dei prezzi e riduzione di manodopera disponibile sul mercato, due dei fattori più complessi in questo periodo. Ci siamo spostati progressivamente su mercati a basso rischio, come Australia, Europa, Stati Uniti e Medio Oriente. Abbiamo rivisto il processo di partecipazione a gare, selezionando i progetti migliori, e ha vinto il 90% dei nuovi ordini negli ultimi due anni grazie alla qualità dell’offerta e non solo ai prezzi”

Voli, l’assessore della Regione Sicilia alla mobilità Alessandro Aricò incontra Lagorio di EasyJet: «Confronto di idee per sviluppo connettività Sicilia»

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L’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità Alessandro Aricò ha incontrato a Palermo il country manager di EasyJet in Italia Lorenzo Lagorio. Al centro del confronto lo sviluppo della connettività degli aeroporti siciliani e le scontistiche sui voli domestici, recentemente implementate dalla Regione Siciliana verso tutti gli aeroporti italiani per i residenti in Sicilia. All’incontro ha partecipato anche Giovanni Scalia, consulente dell’assessore per le materie inerenti il traffico aereo.

«Con questa compagnia aerea che statisticamente sta incrementando il numero dei passeggeri da e verso la nostra Isola – dice Aricò – abbiamo discusso di alcune idee utili per consolidare il trend di crescita degli ultimi anni. Il nostro auspicio è che anche EasyJet possa aderire alla convenzione per lo sconto diretto già al momento delle prenotazioni, come già avviene con Ita e Aeroitalia».

Grazie alla recente iniziativa del governo Schifani, la compagnia aerea britannica potrà applicare la scontistica ai residenti non solo sui voli dagli aeroporti siciliani verso Milano Malpensa, ma anche ai collegamenti per Napoli operati da Palermo, Catania e Comiso.

Easyjet, tra l’altro, ha preso atto con soddisfazione del numero di clienti siciliani che hanno già chiesto e ottenuto il contributo regionale tramite la piattaforma SiciliaPei e ha manifestato apprezzamento per l’iniziativa della Regione di estendere il contributo, da ora in avanti, anche ai passeggeri residenti in Sicilia che volano su tutti gli altri aeroporti Italiani. La compagnia aerea opera da e per quattro aeroporti siciliani – Palermo, Catania, Comiso e Lampedusa – con un totale di 31 rotte, di cui 8 nazionali e 23 internazionali, e oltre 2,5 milioni di posti all’anno in vendita da e per la Sicilia.

Comiso, riunione operativa per il terminal cargo. Opera che “cambierà il volto della Sicilia sud-orientale”

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Passo avanti verso la realizzazione dello scalo merci all’aeroporto di Comiso. Entra nel vivo il confronto tra le istituzioni coinvolte nella progettazione di opere che cambieranno il volto e la funzionalità del terminal della Sicilia sud-orientale, al servizio di un’ampia porzione di territorio a vocazione agricola e commerciale.

A Palazzo d’Orléans si è svolta  infatti, una riunione convocata dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, alla quale hanno preso parte i tecnici dell’assessorato regionale delle Infrastrutture, del dipartimento della Programmazione, della Sac, società che gestisce l’aeroporto di Comiso, assieme all’amministratore delegato Nico Torrisi, e del Comune del Ragusano col sindaco Maria Rita Schembari.

L’occasione è servita per fare il punto delle azioni fin qui messe in campo per realizzare l’area cargo e le opere infrastrutturali viarie a servizio dell’aeroporto necessarie a supportare l’aumento di traffico, a cominciare dal bando per la progettazione pubblicato dalla Sac e che scadrà il prossimo 19 aprile. Fondamentale anche per stabilire il cronoprogramma necessario a portare a termine l’infrastruttura, del costo complessivo di circa 47 milioni, e per la quale il governo Schifani ha previsto l’inserimento nel Fondo di sviluppo e coesione.

«L’attenzione del governo regionale sul futuro dell’aeroporto di Comiso è massima – sottolinea il presidente Schifani – Sin dall’avvio del mio mandato ho ritenuto indispensabile andare avanti nella realizzazione del terminal cargo, fondamentale per sostenere lo sviluppo dell’economia agroalimentare del territorio ibleo. Un obiettivo che intendiamo raggiungere e a cui lavoreremo con convinzione, facendo squadra con tutte le istituzioni».

Voto di scambio, il Ministro Piantedosi nomina commissione per una ipotesi di scioglimento per Mafia del comune di Bari. Il sindaco Decaro:” Atto di guerra”

 

Comune di Bari - Sindaco

Il sindaco Decaro 

 

Non sappiamo ancora se il Comune di Bari sarà sciolto per Mafia           Probabile visto che è stata nominata  una  commissione  dal ministro dell’Interno Piantedosi .       Naturalmente il sindaco Ing. Antonio Decaro non ci sta e sui social parla di “un atto di guerra contro la città”. Per il Viminale invece  “è atto necessario”.

L’ipotesi di commissariamento del Comune pugliese deriva dall’inchiesta ‘Codice Interno’, che ha rivelato intrecci tra mafia, imprenditoria e mondo della politica. L’indagine, condotta dalla direzione distrettuale antimafia, il 26 febbraio scorso ha portato all’arresto di 130 persone accusate di vari reati e, tra loro, di due esponenti politici, Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale, e della moglie Maria Carmen Lorusso, consigliera comunale di maggioranza, poi dimessasi. L’inquinamento avrebbe riguardato, secondo quanto emerso, in particolare l’azienda municipalizzata dei trasporti (Amtab).

Oggi è stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari. Il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune”.

“L’atto, come un meccanismo a orologeria – spiega Decaro – segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri del Governo e si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avvocato Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra. Incuranti delle parole del Procuratore distrettuale antimafia che in conferenza stampa ha detto testualmente: ‘L’amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata’, gli stessi soggetti che nel 2019 hanno portato in Consiglio Comunale due consiglieri arrestati per voto di scambio, ora spingono per lo scioglimento di un grande capoluogo di regione, evento mai successo in Italia, nemmeno ai tempi dell’inchiesta su Mafia Capitale.

È un atto gravissimo – continua Decaro – che mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città di Bari, proprio, guarda caso, alla vigilia delle elezioni. Elezioni che il centrodestra a Bari perde da vent’anni consecutivamente. Per le quali stenta a trovare un candidato e che stavolta vuole vincere truccando la partita”.

Palermo: lotta al racket delle estorsioni, imposto ai commercianti della zona di corso Calatafimi, per alimentare le casse della Mafia

 

Vettore gratuito misterioso personaggio da gangster

 

Palermo,

 Un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip su richiesta della Dda,è   stata notificata dai Carabinieri del comando provinciale di Palermo nei confronti di 3 persone (2 delle quali in carcere e una sottoposta agli arresti domiciliari), accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso.

Il provvedimento nasce da indagini condotte, dal 2021 al 2023 su delega della Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, sulla famiglia mafiosa di Corso Calatafimi. Il clan, che fa parte del mandamento di «Pagliarelli», controllava a tappeto le estorsioni nei confronti dei commercianti della zona.

Le indagini, che nel gennaio 2023 hanno già portato all’arresto di 7 persone nel corso dell’operazione antimafia «Roccaforte», condotta dal nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo, avrebbero individuato il nuovo reggente della famiglia mafiosa di Corso Calatafimi asceso al potere dopo l’arresto, nel 2020, del suo predecessore.

La «famiglia» gestiva sistematicamente il racket del pizzo.
Le richieste di denaro alle vittime si intensificavano con l’approssimarsi delle festività natalizie e pasquali. Il denaro estorto ai commercianti della zona di Corso Calatafimi andava ad alimentare le casse dell’associazione e in parte veniva destinato al mantenimento degli uomini d’onore detenuti e delle loro famiglie.

La famiglia mafiosa  secondo gli investigatori,  esercitava un costante controllo del territorio, monitorando capillarmente gli esercizi commerciali ivi insistenti, individuando per tempo quelli di nuova apertura ed avvicinando i relativi proprietari ancor prima dell’avvio dell’attività, costringendoli sin da subito a «mettersi a posto» e ricorrendo ad esplicite minacce nei casi in cui gli stessi mostrassero di non voler sottostare prontamente alle richieste estorsive.

«L’operazione di oggi restituisce un quadro in linea con le più recenti acquisizioni investigative – dice una nota dell’Arma – , ovvero quello di una cosa nostra affatto rassegnata a soccombere, che mantiene invece una piena operatività e che, anzi, è capace non solo di incutere generico timore nelle vittime ma anche di avvalersi della forza fisica quale forma estrema di controllo del territorio, come nel caso di un giovane picchiato selvaggiamente in pieno giorno con una mazza di legno poiché ritenuto colpevole di infedeltà nei confronti della moglie».