E-commerce: con assegni falsi pagavano oggetti preziosi..Nel gruppo alcuni si fingevano impiegati di banca

 

 

Truffa online

 

Individuati e arrestati i componenti di un’associazione criminale di truffatori che, in un anno, hanno messo a segno circa 50 truffe online per un valore complessivo di quasi 600mila euro.
Eseguite 7 misure cautelari in carcere e una misura dell’obbligo di dimora nei confronti di altrettante persone.

Le indagini dei poliziotti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Polizia postale  di Perugia hanno permesso di identificare un gruppo composto da 8 persone, tra cui a capo, un uomo attualmente detenuto nel carcere di Poggioreale a Napoli.

L’indagine è partita dalla denuncia di un cittadino perugino che, dopo aver messo in vendita un orologio di grande valore su un sito di e-commerce, era stato contattato da un falso acquirente che lo aveva pagato con un assegno circolare falso.
La banda, ben organizzata, dopo aver individuato un oggetto di valore in vendita online, contattava il venditore per accordarsi sul prezzo e sullo scambio che avveniva rigorosamente in una filiale della banca della vittima. Prima dell’incontro, i truffatori predisponevano un assegno circolare falso e attivavano utenze telefoniche VoIP con prefissi di istituti di credito; creavano false pagine internet delle filiali bancarie e istruivano un complice a rispondere alle telefonate delle vittime fingendosi un impiegato della banca.

L’assegno circolare veniva consegnato agli impiegati di banca che, accertata l’esistenza sui siti internet della filiale emittente il titolo, individuata l’utenza e dopo aver ricevuto garanzie telefoniche, lo ponevano all’incasso.

Conclusa la compravendita ed entrati in possesso dell’oggetto, gli indagati facevano perdere le proprie tracce; soltanto dopo alcuni giorni la vittima si accorgeva di essere stata truffata quando la banca gli comunicava che l’assegno era falso in quanto emesso da una banca inesistente.

L’operazione di oggi è stata coordinata dai poliziotti del Servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma in collaborazione con il Centro operativo per la sicurezza cibernetica Campania, il Reparto prevenzione crimine Campania e il Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria di Roma e Napoli. Sono state eseguite 9 perquisizioni; tra queste anche quella al detenuto a capo dell’associazione.

Al termine delle operazioni sono state individuati 6 dei 7 destinatari del provvedimento cautelare mentre una persona  è risultata irreperibile.
Durante le perquisizioni sono stati sequestrati due telefoni cellulari in uso al detenuto nonché, presso le abitazioni degli indagati, gioielli, computer e numerosi appunti manoscritti.

Lotta alla mafia siciliana: confische per 500mila euro

Foto Ritagliata Brutale Teppista Arrabbiato Smoking Con Revolver Mano Isolato — Foto Stock

Archivi-Sud Libertà

Palermo,
Le attività d’indagine finalizzate all’individuazione delle disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili ad appartenenti all’organizzazione mafiosa “cosa nostra” svolte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo, hanno portato all’emissione da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, che ha accolto le richieste della Procura della Repubblica, di due provvedimenti di confisca di beni: per un valore di circa 350.000 euro a carico di Letteria Caponata e per circa 200.000 euro a carico di Vincenzo Urso.
A Caponata Letteria è stata confiscata una società “G.L. Transport” con sede a Caltavuturo, operante nel settore dei trasporti, irrevocabilmente giudicata tra le disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili ad Albanese Stefano, tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “cupola 2.0” perché intraneo alla “famiglia mafiosa di Polizzi Generosa. L”inchiesta “cupola 2.0” dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, aveva sventato il tentativo di far rinascere la Commissione Provinciale di cosa nostra dopo la morte nel 2017 del suo capo indiscusso, il boss Totò Riina.
Vincenzo URSO, è stato tratto in arresto, nell’ ottobre 2017, nell’operazione denominata “Nuova Alba”, della Compagnia di Bagheria, con l’accusa di aver fatto parte della famiglia mafiosa di Altavilla Milicia, in particolare nell’ordinanza di custodia cautelare viene contestato il ruolo attivo nelle estorsioni e nelle riscossioni delle somme di denaro destinate al sostentamento degli affiliati detenuti in carcere. La confisca riguarda un appartamento e un appezzamento di terreno ad Altavilla Milicia.

Inchiesta Perugia, Cantone: la vicenda è molto grave ,il numero di accessi abusivi è molto alto, ma non ci sarebbero finalità economiche…”

 

 

Il procuratore Cantone - Fotogramma
Il Procuratore Cantone – 
Bisogna tutelare le banche dati, non solo quella della Dna, ma tutte quelle che hanno atti giudiziari“, ha detto Cantone, che ha affermato che quelli dell’inchiesta sono “numeri molto più preoccupanti di quelli emersi, inquietano, sono mostruosi”. “In questi mesi, da quando è uscita la prima notizia – continua il procuratore -, come procura di Perugia abbiamo fatto atti delicatissimi, abbiamo sentito per due volte il ministro della Difesa che va ringraziato per la sua scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria”, spiega aggiungendo che in questo modo ha consentito di “far uscire questo verminaio“.

“Il mercato delle sos non si è affatto fermato”, ha spiegato, sottolineando che le ricerche sono proseguite anche dopo che ci fu la fuga di notizie sull’inchiesta. “La vicenda è oggettivamente molto grave, il numero di accessi fatti è eccessivamente elevato e rende evidente che in 4 anni gli atti consultati sono tantissimi“, ha aggiunto Cantone, che ha spiegato: “Laudati ha detto che intende rendere dichiarazioni e lo aspettiamo”.

Riguardo ai rapporti tra il finanziere indagato e i giornalisti coinvolti nell’indagine, Cantone ha osservato: “Ci risulta che Striano con una serie di giornalisti aveva rapporti di amicizia”, ha detto il procuratore precisando che non si sa come il rapporto era nato ma che “non ci sono elementi per ritenere che ci siano state segnalazioni” da parte di qualcuno rispetto alla figura del finanziere. “L’indagine è affidata al gruppo valutario della Gdf di cui mi fido”, ha continuato il procuratore ricordando …”

E ancora: “Qualcuno ha detto che stiamo attaccando la libertà di stampa, per me è un principio fondamentale e la stampa svolge un ruolo determinante. Conosco bene quali sono i limiti e i diritti della stampa”. “I giornalisti sono solo quattro, altre quattro persone avevano rapporti con Striano ma non sono giornalisti”, ha precisato Cantone riguardo ai cronisti coinvolti nell’inchiesta.

Come spiega Cantone, “l’imputazione è provvisoria” e “abbiamo limitato le imputazioni a questi casi in cui abbiamo ritenuto, in base a elementi forti, che non c’era una notizia data alla stampa ma che la stampa aveva commissionato attività di informazione all’ufficiale di polizia giudiziaria. Un’ipotesi investigativa che speriamo sia smentita”.

“Questo numero enorme di dati, di informazioni, di atti scaricati alla banca dati della procura Antimafia, che fine ha fatto? Quanti di questi dati possono essere utili per cento ragioni? Ci preoccupiamo della criminalità organizzata, della stampa, ma quante di queste informazioni possono essere utili anche, per esempio, ai servizi stranieri e a soggetti che non operano nel nostro territorio nazionale? Tra l’altro tra i dati scaricati ci sono informative banali ma anche atti coperti dal segreto”, ha domandato quindi Cantone.

Secondo il Procuratore “sarebbe impossibile contestare l’associazione a delinquere, non c’erano gli elementi“. Secondo l’accusa, l’indagato “fa una serie di favori a una serie di soggetti che fra loro non hanno rapporto”.

“Il tema delle infrastrutture informatiche evidenzia che ovunque ci sono accessi abusivi. C’è bisogno di meccanismi contro gli attacchi esterni, ma anche rispetto agli attacchi interni le banche dati sono vulnerabili, ha aggiunto.

“Il commissariamento della Procura Antimafia è una boutade perché un organo giudiziario non può essere commissariato”, ha poi detto rispondendo a una domanda sulle polemiche sulla Procura nazionale Antimafia della quale qualcuno ha chiesto il commissariamento.

“Noi abbiamo sentito il senatore Lotito come persona informata dei fatti“, ha quindi detto rispondendo alle domande dei commissari e precisando che “la nostra indagine riguardava il confezionamento della annotazione”. “Non abbiamo ritenuto che fossero emersi elementi”, ha proseguito Cantone quanto alla sua inchiesta aggiungendo che si è dunque deciso “di trasmettere a Roma che si sta occupando della vicenda specifica”.

Riguardo alle tipologie di accessi al centro dell’indagine, spiega, “ci sono nomi anche rilevanti, c’è la compagna di un ex presidente del Consiglio che non era di centrodestra, ma certamente la maggior parte degli accessi ha riguardato esponenti di centrodestra. C’era anche un esponente del Pd: se qualcuno avesse spiegato e volesse spiegare il perché sarebbe molto più semplice capire ma le valutazioni politiche spettano a voi”.

“Il Csm valuterà se e quando sentirci, noi ci siamo messi a disposizione. Le cose sono state dette in seduta pubblica, quindi si potrebbe anche ritenere sufficiente ciò che abbiamo detto”, ha concluso.

Ucraina, “missile russo vicino auto Zelensky , con il premier greco Mitsottakis,a Odessa”: 5 morti

Il presidente Zelensky  con il premier greco Mitsotakis: “Abbiamo visto l’esplosione”.

Volodymyr Zelensky
Volodymyr Zelensky
Abbiamo visto l’esplosione. Rendetevi conto con chi abbiamo a che fare. Colpiscono ovunque senza preoccuparsi. So che ci sono state vittime oggi, non so ancora i dettagli. So che qualcuno è morto e qualcuno è rimasto ferito”, le parole di Zelensky.

Si apprende pure che l’esplosione è avvenuta quando il corteo d’auto della presidenza ucraina si trovava a 150 metri dalla sede della delegazione greca. Nessun membro della delegazione greca è rimasto ferito. La visita di Mitsotakis non era stata annunciata per motivi di sicurezza.

Nota dei russi

Mosca rivendica l’attacco di oggi nel porto di Odessa e afferma di aver distrutto un hangar dove veniva realizzati droni navali. “Alle 11.40 ora di Mosca, le forze armate della Federazione russa hanno condotto un attacco missilistico di alta precisione contro un hangar nel porto industriale di Odessa, usato dalle forze armate dell’Ucraina per preparare imbarcazioni senza pilota da combattimento. L’obiettivo dell’attacco è stato raggiunto. L’impianto è stato colpito“, ha reso noto il ministero russo della Difesa,. Da parte ucraina non è stato reso noto l’obiettivo colpito.

Sotto mira centro commerciale a Nikopol

Forze russe hanno bombardato un grande centro commerciale a Nikopol, provocando un incendio che ha completamente distrutto la struttura di 4mila metri quadri. P

 

Istruzione, Regione siciliana e Usr: sì all’esame Oss per i diplomati degli istituti professionali

 

 

Turano in giunta anche con Schifani, preferito in extremis a ...Giovanna Volo

Nelle foto d’Archivio sopra: l’assessore all’Istruzione Mimmo Turano e a dx l’assessore Giovanna Volo

 

Palermo,

Gli studenti diplomati negli Istituti professionali statali a indirizzo “Servizi per la Sanità e l’assistenza sociale” potranno acquisire le competenze per la figura di Operatore sociosanitario (Oss) e accedere al relativo esame di qualifica professionale. È, in sintesi, il frutto dell’accordo siglato oggi tra gli assessorati regionali dell’Istruzione e della formazione professionale e della Salute e l’Ufficio scolastico regionale.

L’intesa è stata firmata dagli assessori della Salute, Giovanna Volo, e dell’Istruzione e formazione professionale, Mimmo Turano; dai dirigenti generali dei dipartimenti regionali delle Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico, Salvatore Requirez, e dell’Istruzione e formazione, Giovanna Segreto; dal direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Pierro. Agli studenti che sceglieranno questo percorso saranno riconosciuti, è scritto nel documento, “specifici crediti formativi da tradursi in ore da detrarre al monte orario complessivo previsto per l’acquisizione della qualifica di Oss, da completare con percorsi di integrazione delle competenze, previsti in termini di ore e di insegnamenti nella tabella di comparazione allegata” all’accordo.

I percorsi comprendono inoltre un tirocinio guidato nelle strutture e nei servizi individuati dalla stessa intesa. Durante il percorso formativo sono previste specifiche prove di verifica. Superato l’esame di maturità e raggiunta la maggiore età, i diplomati potranno quindi accedere al tirocinio e poi all’esame di qualifica professionale.

L’assessore Giovanna Volo ha espresso «grande soddisfazione per il risultato raggiunto grazie alla sinergia tra istituzioni, che offre alla Sicilia un valido strumento di inserimento lavorativo nelle professioni di supporto ai servizi sanitari, così come avviene in gran parte del resto d’Italia». «Una misura – ha sottolineato l’assessore Mimmo Turano – che riconosce finalmente il lavoro di istituti e studenti che puntano con sacrificio e dedizione su questo percorso e che si pone in continuità con il nostro forte intendimento di interpretare la reale domanda di lavoro e competenze nell’Isola, tanto nella formazione quanto nell’istruzione». «È importante per i giovani – ha aggiunto il direttore dell’Usr Sicilia Giuseppe Pierro – creare un collegamento reale, un dialogo tra la scuola e il mondo del lavoro per motivare studentesse e studenti a intraprendere percorsi di studio tecnologico-professionali. In pratica consentire che l’istruzione tecnica offra sbocchi professionali anche nel nostro territorio».

Rinnovabili in Sicilia, intesa con Rse per una gestione più efficiente della produzione

 

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Palermo,

Regione Siciliana e Rse hanno siglato un protocollo d’intesa triennale per agevolare la definizione di politiche tese al raggiungimento degli obiettivi stabiliti a livello europeo, nazionale e regionale in materia di transizione energetica e sviluppo sostenibile e a supportare la redazione della strategia regionale sulla gestione efficiente, economica ed efficace dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.
A firmare l’accordo Calogero Giuseppe Burgio, dirigente generale del dipartimento regionale dell’Energia, e Franco Cotana, amministratore delegato di Rse, società di Ricerca sul sistema energetico controllata dal Gestore dei servizi energetici, alla presenza dell’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro.
«Grazie a questa collaborazione – dice l’assessore Di Mauro – Regione Siciliana e Rse potranno lavorare alla pianificazione di un modello energetico che comporti un basso costo per i cittadini e le imprese siciliane e promuovere la gestione efficiente dell’energia prodotta dalle fonti rinnovabili. Particolare attenzione, nell’ambito dell’accordo, è rivolta alla digitalizzazione dei sistemi elettrici, attraverso la creazione di smart grid neurali, e all’individuazione di configurazioni sostenibili di futuri impianti di pompaggio idroelettrico compatibili con il fabbisogno di accumulo, secondo le strategie energetiche del piano di sviluppo di Terna».
«Sarà verificata – aggiunge Burgio – la possibilità di realizzare in Sicilia la filiera produttiva inerente al convertitore del moto ondoso in energia elettrica denominato Wave Sax, da me sviluppato insieme al mondo accademico e a Rse nel porto di Civitavecchia. Questo potrebbe portare a enormi ritorni occupazionali per la nostra regione. Il Wave Sax, oggi a livello preindustriale, è l’unico a utilizzare la tecnologia mini-idroelettrica capace di sfruttare l’enorme quantità di energia presente nel mare, largamente superiore al fabbisogno antropico».
«Grazie alla sua posizione centrale nel Mediterraneo la Sicilia rappresenta un nodo strategico per le reti energetiche nazionali ed europee – afferma Cotana – Siamo lieti di poter offrire supporto nell’analisi e nella progettazione di piani per lo sviluppo di un sistema energetico regionale che risponda alle caratteristiche di efficienza e sostenibilità ambientale, considerando al contempo gli aspetti tecnici ed economici. Il nuovo meccanismo di approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico (Macse) è una grande opportunità per gli stoccaggi energetici idroelettrici della Sicilia». Rse ha individuato in Sicilia ben undici potenziali sistemi di accumulo idroelettrico per una potenza complessiva di circa 4 GW. «I sistemi di accumulo idroelettrico basati su pompaggi tra due bacini a diversa altezza hanno vari vantaggi rispetto all’accumulo elettrochimico con batterie: durata quasi illimitata, indipendenza da materie critiche come il litio, utilizzo di tecnologie italiane», conclude Cotana.

 

Terme di Sciacca e Acireale, il governatore della Sicilia, Renato Schifani promette: «Al via le procedure per giungere alla riapertura»

 

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Acireale,
«Il rilancio delle terme di Sciacca e Acireale è sempre stato nell’agenda del mio governo. Proprio un anno fa, incontrando il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, avevamo convenuto sulla necessità di accelerare l’iter che porterà alla loro riapertura e, oggi, dando seguito a una mia precisa volontà, espressa in più occasioni, diamo ufficialmente il via a tutte le procedure necessarie per raggiungere l’obiettivo entro la fine di questa legislatura».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, nel corso del tavolo tecnico che si è svolto questo pomeriggio a Palazzo d’Orléans. Presenti, oltre al governatore, l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone, i dirigenti dell’Ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni, Dora Piazza, del dipartimento regionale delle Finanze, Silvio Cuffaro, della Programmazione, Vincenzo Falgares, del Dipartimento regionale tecnico, Duilio Alongi, del dipartimento Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, il capo di gabinetto della Presidenza, Salvatore Sammartano e il commissario liquidatore delle terme di Sciacca, Carlo Turriciano, «Dovremo procedere – ha sottolineato Schifani – innanzitutto con una veloce due diligence che ci consenta di avere un quadro preciso degli investimenti necessari per gli interventi di ammodernamento e ristrutturazione dei due impianti.
Poi individueremo le risorse, pensiamo, ad esempio, al Fondo per lo sviluppo e la coesione, e infine, attraverso un bando, individueremo i partner privati in grado di assicurare un piano industriale che generi un impatto economico e sociale positivo non solo nei territori in cui ricadono gli stabilimenti, ma in tutta la Sicilia.
Il turismo termale, infatti, è un segmento in crescita che, incrociando gli altri tipi di offerta turistica, grazie anche al nostro clima, può contribuire a uno sviluppo significativo dell’intero settore». Una prima stima verrà eseguita con la massima tempestività dal Dipartimento regionale tecnico. Entro maggio, inoltre, si dovrebbe concludere la fase di liquidazione delle due società, grazie allo stanziamento di 4,3 milioni di euro previsto dalla legge regionale 25 del 21 novembre 2023, che consente di estinguere i debiti erariali e passare così alla chiusura definitiva delle s.p.a. Si deciderà, in quella fase, se i privati verranno coinvolti già dall’inizio nel recupero delle strutture o solo in un secondo momento, per la gestione e il rilancio dei due siti termali.

Strage di Altavilla, i Ris passano al setaccio la villetta di Sferracavallo dove vivevano i «fratelli di Dio»

 

             Video-immagine. Il legale G.Barreca

A Sferracavallo, al civico 15 di via dell’Arancio,  a mezzogiorno i carabinieri del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Messina. La Procura apre dunque le indagini a 360 gradi e parte proprio dall’abitazione di Sabrina Fina e Massimo Carandente, i due «fratelli di Dio» accusati di essere stati complici di Giovanni Barreca dell’esorcismo e della mattanza di Altavilla Milicia.

Nella villetta degli orrori a perdere la vita sono stati la moglie del muratore, Antonella Salamone, e i figli Kevin ed Emmanuel. Sotto gli occhi del Sostituto Procuratore di Termini Imerese, dr. Manfredi Lanza, il reparto speciale dei carabinieri sta ricontrollando l’appartamento della coppia, che l’11 febbraio era tornata a casa in treno da Altavilla.

. Non c’è il  legale della coppia, l’avvocato Marco Rocca, mentre segue lo svolgimento delle nuove operazioni il legale di Giovanni Barreca, Giancarlo Barracato: «È una persona in preda ad una psicosi e naturalmente ha una affidabilità che può essere opinabile. Le maggiori certezze ce le daranno gli elementi di prova», ha detto mentre i Ris effettuavano le ispezioni.

Il Presidente Mattarella ha ricevuto i vertici di ASPI – Autostrade per l’Italia

Il Presidente Sergio Mattarella accoglie Elisabetta Oliveri, Presidente di ASPI

Il Presidente Sergio Mattarella accoglie Elisabetta Oliveri, Presidente di ASPI

 

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dell'incontro con Elisabetta Oliveri, Presidente di ASPI, accompagnata da Roberto Tomasi e da Riccardo Pugnalin, rispettivamente Amministratore Delegato e Direttore Affari Istituzionali, Relazioni Esterne, Comunicazione e Marketing di ASPI

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dell’incontro con Elisabetta Oliveri, Presidente di ASPI, accompagnata da Roberto Tomasi e da Riccardo Pugnalin,

rispettivamente Amministratore Delegato e Direttore Affari Istituzionali, Relazioni Esterne, Comunicazione e Marketing di ASPI

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dell'incontro con Elisabetta Oliveri, Presidente di ASPI, accompagnata da Roberto Tomasi e da Riccardo Pugnalin, rispettivamente Amministratore Delegato e Direttore Affari Istituzionali, Relazioni Esterne, Comunicazione e Marketing di ASPI

Il Presidente Sergio Mattarella nel corso dell'incontro con Elisabetta Oliveri, Presidente di ASPI, accompagnata da Roberto Tomasi e da Riccardo Pugnalin, rispettivamente Amministratore Delegato e Direttore Affari Istituzionali, Relazioni Esterne, Comunicazione e Marketing di ASPI

C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale la Presidente di ASPI – Autostrade per l’Italia, Elisabetta Oliveri, e l’ Amministratore Delegato, Roberto Tomasi.

 

Siracusa: armi e droga, 4 arresti per associazione mafiosa

Siracusa,

Nell’ambito di un’operazione antimafia a Siracusa, 4 persone sono state arrestate per associazione mafiosa, porto illegale di armi e droga. L’ascesa criminale del gruppo mafioso del quartiere Borgata, anche con l’uso indiscriminato delle armi, ha fatto scattare le indagini dei poliziotti della Squadra mobile.

Coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania e condotta dalla Sezione investigativa del Servizio centrale operativo di Catania (SISCO) l’indagine ha fatto luce sulla riorganizzazione del gruppo mafioso della “Borgata”, operante a Siracusa e considerato un clan satellite dell’associazione mafiosa Bottaro-Attanasio.

Il capo dell’organizzazione aveva ricevuto l’investitura da parte di un noto esponente della organizzazione mafiosa di riferimento, attualmente detenuto. L’uomo, dopo esser stato scarcerato aveva scelto i propri associati assegnandogli specifici compiti e pretendendo da tutti il riconoscimento della sua leadership.

Avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne derivava, l’organizzazione mafiosa svolgeva attività illecite tese a rafforzare l’esistenza del gruppo e la sua operatività: dal traffico di droga alla gestione di bische clandestine.

In particolare, l’indagine ha preso il via da un attentato intimidatorio nei confronti di un uomo siracusano che aveva avuto un alterco con uno dei componenti del gruppo per un debito non onorato; in direzione della sua abitazione erano stati sparati alcuni colpi di pistola.

Gli investigatori hanno individuato il modus operandi e le varie fasi dell’azione criminale e hanno identificavano le 4 persone coinvolte, tutti appartenenti al gruppo oggetto dell’indagine.

Durante una perquisizione, all’interno di un garage, già monitorato nel corso dell’attività investigativa e adibito a deposito del gruppo, sono state trovate due pistole, munizioni e droga mentre nel corso di altre perquisizioni eseguite durante l’operazione di oggi venivano sequestrate sei pistole, varie munizioni, giubbotti antiproiettile, circa 6 chili di hashish, e materiale per il confezionamento di droga.