Sequestrati ed oscurati 40 domini web sulla rete che pubblicizzavano prodotti contraffatti

 

Il Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza, a seguito di una indagine di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ha eseguito – con il supporto del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche – il sequestro preventivo, emesso dal Gip del locale Tribunale, di 40 domini web monitorati sulla rete che pubblicizzavano per la vendita online migliaia di prodotti contraffatti – tra abbigliamento, accessori, calzature, articoli sportivi e orologi – di prestigiosi marchi nazionali ed esteri.

L’operazione è il risultato del continuo monitoraggio della rete operato a livello nazionale dalle Fiamme Gialle del Gruppo Anticontraffazione e Sicurezza Prodotti del Nucleo Speciale Beni e Servizi, finalizzato alla prevenzione e repressione dei fenomeni illeciti correlati alla produzione, all’introduzione nel territorio italiano, alla conseguente distribuzione e commercializzazione, sia nei mercati fisici che sulle piattaforme digitali e social network, di beni contraffatti, di prodotti non sicuri per la salute del consumatore, contenenti falsa indicazione di origine e/o provenienza ovvero recanti mendace indicazione “Made in Italy”.

Il risultato di servizio conseguito è segno tangibile dell’incisivo impegno della Guardia di Finanza nel prevenire e reprimere il fenomeno illecito del mercato del falso, soprattutto per un Paese, come il nostro, che fa del “made in Italy” e dei suoi marchi di eccellenza un motivo di vanto a livello internazionale, nella piena consapevolezza che la contraffazione – di fatto traducendosi in un freno alla crescita e allo sviluppo del sistema economico – da un lato distorce i meccanismi della concorrenza, mortificando gli sforzi di quanti investono in ricerca e sviluppo, ma – dall’altro – può arrecare pregiudizi alla salute dei consumatori, perché utilizza materiali di qualità scadente, se non addirittura nocivi; provoca danni all’ambiente, come conseguenza dello smaltimento illegale dei residui delle lavorazioni; è associato a deprecabili forme di sfruttamento della manodopera anche in assenza delle più elementari norme di sicurezza; genera gravi forme di evasione dei tributi, perché produce ricchezze occulte, che sfuggono al prelievo erariale; finisce, in molti casi, per alimentare la criminalità organizzata, che – in diverse realtà del territorio – ha il monopolio di questi traffici, da cui lucra consistenti profitti.

Palermo, provvedimento Tribunale per sei persone per i reati di truffa e altro al fine di conseguire erogazioni pubbliche

Reati finanziari, 14 arresti e oltre 260 inchieste

Archivi – Sud Libertà

Palermo,

I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo- informa un Comunicato – hanno dato esecuzione a un provvedimento con cui il G.I.P. del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della Procura Europea (EPPO – European Public Prosecutor’s Office) – sede di Palermo, ha disposto nei confronti di 6 persone fisiche e di una società di capitali il sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, di somme e beni per un valore complessivo di oltre 7,2 milioni di euro, quale profitto delle condotte delittuose ipotizzate.

I reati contestati, allo stato, sono a vario titolo, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Le indagini condotte dagli specialisti del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo – Gruppo Tutela Spesa Pubblica, hanno riguardato i contributi a fondo perduto, di origine europea e nazionale, per un ammontare complessivo di circa 5,5 milioni di euro, concessi a una società dalla Regione Siciliana nell’ambito del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) 2007/2013 per la realizzazione di un complesso zootecnico, con annesso mattatoio.

Gli elementi acquisiti allo stato delle indagini hanno consentito di ipotizzare un complesso meccanismo fraudolento consistito nella sovrafatturazione delle spese oggetto dei contributi pubblici e nella falsa attestazione circa la data di conclusione dei relativi programmi di investimento.

Con riguardo alla sovrafatturazione delle spese, gli indagati avrebbero fatto ricorso a plurimi schemi contrattuali e relative fatturazioni tra società formalmente distinte tra loro, ma di fatto riconducibili a un unico gruppo imprenditoriale, finalizzati a far aumentare il costo dei beni rendicontati alla Regione Siciliana ai fini dell’ottenimento delle pubbliche sovvenzioni.

In pratica le forniture oggetto di pubblica contribuzione avrebbero subito dei “passaggi” meramente cartolari tra più società riconducibili agli indagati, in modo tale da fare aumentare artificiosamente il costo finale dell’investimento documentato alla Regione Siciliana.

L’ammontare complessivo delle fatture che si ipotizzano “gonfiate” è pari a circa 13 milioni di euro. Per tale motivo il sequestro preventivo disposto dal GIP del Tribunale di Termini Imerese ha riguardato l’ammontare complessivo del presunto profitto sia dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (5,5 milioni di euro) sia dei reati fiscali contestati (1,7 milioni di euro tra IRES e IVA che si ipotizzano evase).

L’odierna operazione di servizio testimonia la stretta sinergia operativa tra la Procura Europea e la Guardia di Finanza a tutela degli interessi economico – finanziari dell’Unione Europea e dei bilanci nazionali, nonché per il contrasto delle gravi forme di evasione fiscale.

Si evidenzia che il provvedimento in parola è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare, pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.

 

Finanziaria Regione Sicilia, l’assessore Messina: «Il governo Schifani difenderà il fondo da 327 milioni per i Comuni»

 

immagine

 

Palermo,

Il governo Schifani – si apprende oggi- ha previsto nella manovra finanziaria un fondo da 327 milioni destinato alle spese correnti degli Enti locali, ma registriamo un tentativo di aggressione allo stanziamento mediante alcune riserve proposte in commissione Bilancio all’Ars, che sottraggono risorse essenziali destinate ai Comuni». Lo afferma l’assessore regionale alle Autonomie locali e alla funzione pubblica, Andrea Messina, che oggi ha partecipato alla XII Assemblea dell’Anci Sicilia, riunita a Palermo.
 
«Gli emendamenti presentati da alcuni deputati – aggiunge l’assessore – comportano una riduzione del Fondo per tentare di finanziare altre piccole attività o piccoli investimenti. Ho sempre avuto il massimo rispetto per le dinamiche parlamentari, ma non ha senso che il governo regionale fissi un budget di 327 milioni e poi si spostino risorse ad altre finalità causando una riduzione degli stanziamenti a 280-260 milioni di euro. Noi non ci fermeremo e, come governo, difenderemo le nostre scelte».

“L’ultima cartolina. Un viaggio per non dimenticare” – Mostra a Napoli al Monastero di Santa Chiara

 © ANSA

Archivi Sud Libertà

 

 

Sarà visitabile fino al 2 febbraio 2023, dalle 9.30 alle 17, la mostra “L’ultima cartolina. Un viaggio per non dimenticare” allestita in occasione della Giornata della Memoria presso la biblioteca del Monastero di Santa Chiara, con il patrocinio del Comune di Napoli. In esposizione opere, disegni ed istallazioni del Maestro Lavinio Sceral, dedicati alla scrittrice olandese ebrea Etty Hillesum (1914-1943) deportata ad Auschwitz e alle testimonianze documentarie dell’epoca tratte dalla collezione di Gianmaria Lembo, tra cui alcune lettere di Suzette Tartarone, ragazzina napoletana di origine ebraica, deportata prima in un campo di Pollenza (Macerata) e poi destinata ai lager tedeschi, da dove per fortuna riuscì a salvarsi.

 

Oggi cerimonia di insediamento del commissario straordinario Pietro Mattei nominato dal Presidente della Regione Schifani

immagine

 

«Al nuovo commissario straordinario del Comune e della Città metropolitana di Catania, Pietro Mattei, i migliori auguri di buon lavoro a nome di tutto il governo regionale». Lo afferma in una nota stampa l’assessore alle Autonomie locali, Andrea Messina, che questa mattina a Palazzo degli Elefanti, ha partecipato alla cerimonia di insediamento dell’ex prefetto nominato dal presidente della Regione Renato Schifani, su proposta dell’assessore, alla guida del Comune e della Città metropolitana sino alle prossime elezioni amministrative.

«Catania sta attraversando un momento storico molto delicato – aggiunge Messina – e sono certo che il nuovo commissario assicurerà imparzialità, autorevolezza e competenza amministrativa adeguate, visto che in passato ha già svolto, con successo, lo stesso incarico in altre città».

Originario di Pietrasanta (Lucca), Mattei ha 79 anni. È stato prefetto di Oristano, Crotone e Vicenza e vice prefetto vicario a Palermo e Salerno. Ha prestato anche servizio nelle prefetture di Enna, Agrigento e Potenza, oltre ad avere ricoperto ulteriori prestigiosi incarichi in numerosi enti pubblici. È stato, tra l’altro, commissario straordinario dei Comuni di Caserta e di Gioia Tauro, vice commissario straordinario del Comune di Palermo e direttore dell’ufficio regionale dell’Alto commissariato per la lotta alla mafia a Reggio Calabria.

La Procura di Napoli individua un meccanismo di frode fiscale per operazioni inesistenti Indagate 65 persone a vario titolo

Immagine di repertorio-Archivi Sud Libertà

 

 Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Varese, su  delega del Procuratore della Repubblica f.f., hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura della Repubblica, provvedimento emesso a seguito di un’indagine che ha interessato una associazione per delinquere dedita alla consumazione di reati di natura tributaria.

La complessa indagine, coordinata dalla Procura di Napoli e condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Varese, ha consentito di individuare un articolato meccanismo di frode (attuato mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di numerosi prestanome, società cartiere, con il concorso di numerosi professionisti compiacenti) finalizzato alla creazione di fittizi crediti IVA, quantificati in circa 52 milioni di euro, crediti utilizzati per effettuare successivamente indebite compensazioni tributarie, così sottraendo all’Erario le imposte dovute.

Il sodalizio si è dimostrato capace di falsificare documenti di qualsiasi genere (dichiarazioni fiscali, fatture, timbri e sigilli di Stato, brevetti, perizie giurate, asseverazioni), il tutto per creare la documentazione necessaria a far apparire, fittiziamente, la veridicità degli ingenti crediti IVA commercializzati e così alimentare il mercato fraudolento degli stessi.

In ordine alla individuazione delle società utilizzate per la realizzazione delle frodi fiscali in disamina, gli esiti delle perquisizioni, attuate a Napoli ed a Milano, hanno consentito di individuare le seguenti principali modalità operative con cui sono stati creati i fittizi crediti IVA:

  1. la predisposizione di F.O.I. e la dichiarazione di fittizie cessioni interne agli stati membri dell’Unione europea. All’acquisto di forniture certificate dalle false fatture corrispondono paritetiche operazioni attive relative a fittizie cessioni con persone giuridiche appartenenti a Stati membri dell’Unione Europea, dunque operazioni economiche non soggette all’imposta sul valore aggiunto;
  2. la predisposizione di operazioni passive fittizie e di operazioni attive in regime di non imponibilità con l’inserimento nelle dichiarazioni IVA delle società asservite al sodalizio criminale, per un verso, di operazioni passive imponibili IVA inesistenti e, per altro verso, di corrispettive operazioni attive non imponibili IVA, ovvero escluse ai sensi degli articoli regolanti la territorialità, oppure soggette a particolari regimi IVA (quali le cessioni non soggette ad imposta in tema di territorialità e quelle in regime di Reverse Charge);
  3. la predisposizione di brevetti inesistenti e di false asseverazioni giurate relative ad acquisti di “beni ammortizzabili” per diversi milioni di euro formalmente sostenute per l’acquisto di (falsi) brevetti dal momento che, da un lato, costituiscono il prodotto dell’ingegno di persone fisiche e giuridiche risultate soggettivamente e oggettivamente prive di adeguate competenze tecniche e professionali e, dall’altro, risultano oggetto di plurime cessioni a più società e di diverse valutazioni dì stima da parte del medesimo professionista.

L’indagine si è estesa su tutto il territorio nazionale ed ha consentito di far luce sull’operatività di un’associazione per delinquere i cui principali compartecipi erano coadiuvati nell’esecuzione degli illeciti da professionisti compiacenti (commercialisti, revisori contabili, ragionieri, consulenti del lavoro ed ingegneri).

Nel corso delle attività sono state avviate verifiche fiscali nei confronti delle principali società coinvolte negli illeciti che hanno permesso di confermare – fatta salva la presunzione di innocenza degli indagati, fino a sentenza di condanna irrevocabile – le ipotesi di reato e di rilevare, allo stato, un’evasione: – all’IVA per oltre 40 milioni di euro scaturita dalla creazione di falsi crediti IVA, dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti e dalla presentazione di dichiarazioni fraudolente mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti;

– all’imposte sui redditi e all’IRAP a seguito della constatazione di oltre 42 milioni di ricavi non dichiarati e costi indebitamente dedotti. Sulla base dei numerosi elementi raccolti dalla polizia economico finanziaria, il GIP di Napoli ha emesso il decreto di sequestro preventivo per equivalente di denaro e beni, fino alla concorrenza dell’importo della frode, che ha interessato n. 39 persone fisiche e n. 30 società, risultate intestatarie di circa 640 conti correnti, in relazione ai quali sono in corso le operazioni di sequestro dei saldi attivi; sono stati allo stato sequestrati n. 52 immobili ubicati in diverse regioni d’Italia e n. 25 automobili.

In totale risultano indagate n. 65 persone, a vario titolo, di numerosi reati tributari, emersi nel corso delle indagini.

Nota di Palazzo Chigi: Lo Stato non scende a patti con chi minaccia

 

Istituzioni non intimidite da azioni” come attacchi a sedi diplomatiche, violenze di piazza, minacce a giudici e proiettile in una busta per direttore Tirreno

alternate text
Foto Comunicato Ag.

Lo Stato non scende a patti con chi minaccia”. È quanto sottolinea una nota di Palazzo Chigi. “Gli attentati compiuti contro la nostra diplomazia ad Atene, Barcellona e Berlino, come pure quello di Torino, le violenze di piazza a Roma e Trento, i proiettili indirizzati al direttore del Tirreno e al procuratore generale Francesco Saluzzo, la molotov contro un commissariato di Polizia: azioni del genere non intimidiranno le istituzioni. Tanto meno se l’obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici”.

LA BUSTA CON IL PROIETTILE – Una busta con all’interno un proiettile e minacce ai magistrati con riferimenti alla vicenda giudiziario dell’anarchico Alfredo Cospito è stata recapitata al direttore del quotidiano ‘Il Tirreno’, Luciano Tancredi. Oltre al proiettile, all’interno anche un foglio a quadretti in cui era vergato un messaggio scritto a stampatello: “Se Alfredo Cospito muore i giudici sono tutti obiettivi. Due mesi senza cibo. Fuoco alle galere”. Il messaggio recava anche la firma, una ‘A’ maiuscola.

Il proiettile, la busta e la lettera sono stati sequestrati dalla polizia di Livorno che ha aperto un’inchiesta per ricostruire la provenienza del messaggio. La notizia è stata diffusa oggi dal giornale. La lettera è arrivata ieri dentro una busta gialla spedita con francobollo nella sede di Livorno del ‘Tirreno’.

Barca confiscata assegnata alla Lega navale,

Immagine

 

«Oggi è una bella giornata di riscatto della società civile nei confronti della criminalità organizzata. Non potevo e non dovevo mancare a un’iniziativa di altissimo valore sociale e simbolico come questa, per più di un motivo. Oggi, infatti, c’è una sorta di risarcimento danni per le azioni criminali subite dalla nostra regione: un bene sottratto alla mafia viene inserito nel contesto sociale e soprattutto a favore dei disabili».

Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, intervenendo presso la sede della Lega navale italiana alla Cala a Palermo alla presentazione della nuova imbarcazione “Our dream: quando il sogno diventa realtà”. All’iniziativa erano presenti tra gli altri anche il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta e il presidente della Lega navale di Palermo, Giuseppe Tisci.

La barca a vela è stata confiscata alla criminalità organizzata dalla Guardia di finanza nell’ambito di un’operazione tesa al contrasto internazionale di stupefacenti e affidata alla Lega navale per i propri fini istituzionali. L’imbarcazione già sottoposta ai primi lavori urgenti di manutenzione straordinaria, nei prossimi mesi, dopo un importante restyling per abbattere le barriere architettoniche, sarà totalmente accessibile a tutti, anche alle persone diversabili, assicurando così una navigazione a vela in sicurezza. «Il mio governo – ha aggiunto Schifani – non farà mai mancare il proprio concreto sostegno a iniziative sociali come queste. E per questo motivo la Regione interverrà da subito per finanziare l’acquisto della pedana automatizzata per consentire ai disabili di poter scendere sottocoperta in perfetta autonomia. Ma non solo, vogliamo favorire anche i momenti di aggregazione e inclusione sociale dei nostri giovani attraverso lo sport. E lo faremo con apposite norme inserite nella legge di stabilità regionale che da domani inizierà il suo iter in Aula all’Ars, ovvero attingendo a capitoli di spesa già esistenti e attinenti a iniziative altamente sociali».

Napoli, al Maschio Angioino “L’Olocausto spiegato ai ragazzi” dai testimoni ancora in vita

 

 

 

NAPOLI,

Nell’ambito delle celebrazioni per la Giornata della Memoria, la Commissione Cultura del Consiglio comunale, presieduta da Luigi Carbone, – informa un Comunicato del Comune –  ha organizzato nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino, l’evento “L’Olocausto spiegato ai ragazzi”. Allestita per l’occasione anche una mostra temporanea nella Sala Armeria. Presente, inoltre, con una pièce musicale l’orchestra composta dagli alunni dell’Istituto Comprensivo Statale Foscolo Oberdan. Nel corso dell’iniziativa, lo scrittore Alfredo Pezone e l’artista Christophe Mourey hanno narrato con racconti e illustrazioni l’antisemitismo tra Roma e Napoli negli anni ’40.

In realtà dovremmo parlare della shoah ogni giorno quotidianamente – ha detto Pezone – proprio per il pericolo che le cose non debbano ripetersi bisogna tenere viva la memoria e soprattutto parlare con i ragazzi che sono il nostro futuro. Soprattutto oggi ricorderemo i 221 bambini deportati da Roma”. L’artista Christophe Mourey, ha spiegato che i disegni sono “l’opportunità di dare un volto a quei bambini. In due anni sono riuscito a disegnare tutti i loro visi con il pennarello, come ho voluto rappresentare anche i loro oggetti, come gli occhiali rotti o le bambole”.

La giornata della memoria è una giornata importante in un momento storico in cui stiamo assistendo progressivamente alla perdita dei testimoni diretti di quello che è successo – ha detto l’assessora all’istruzione Maura Striano – quindi è fondamentale affidare alle scuole il testimone del ricordo di quelli che sono stati gli eventi più tragici dell’umanità in cui veramente si è manifestato tutto il male del mondo. E’ anche fondamentale sostenere tutte le iniziative che vanno nella direzione di coinvolgere il più possibile i ragazzi”.

“Come Comune di Napoli abbiamo sempre il dovere di ricordare l’eccidio degli ebrei e soprattutto di farlo insieme alle giovani generazioni – ha sottolineato la presidente del Consiglio Comunale Vincenza Amato – con l’impegno di Napoli e dei ragazzi oggi trasferiamo un messaggio di pace importantissimo, oltre che un messaggio di ricordo; ed è ribadire che qualsiasi tentativo di sottrarre la libertà dei popoli come sta accadendo in Ucraina deve essere assolutamente rigettato con forza. Facendolo con le scuole il messaggio diventa assolutamente più forte”.

Il presidente della commissione Cultura Luigi Carbone ha spiegato che “Stiamo assistendo alla scomparsa degli ultimi sopravvissuti della shoah, quindi ancor di più è necessario tener vivo il monito anche per i bambini che sono la parte anche più tenera della civiltà, affinchè possa imprimersi in loro questa brutta pagina di storia”.

Per il presidente della Municipalità II Roberto Marino “Parlare della shoah sicuramente non è semplice, perché c’è il rischio che si possa perdere questo senso della memoria; invece occorre fare un modo che la memoria resista e arrivi alle nuove generazioni perché i fatti che sono accaduti devono essere sicuramente ricordati e stimolare una sana e giusta riflessione per il mondo e per le future generazioni.”

Reggio Calabria, i Carabinieri disarticolano sodalizio criminale specializzato in rapine e assalti a furgoni portavalori

 

Archivi -Sud Libertà

 

Reggio Calabria

I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi, diretta dal Dott. Emanuele Crescenti, nell’ambito dell’operazione denominata “Terramala”, hanno dato ieri mattina- informa un comunicato -esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dall’Ufficio del GIP di Palmi nei confronti di 7 persone, ritenute responsabili a vario titolo di diversi reati in materia di armi e ordigni esplosivi, lesioni personali aggravate, danneggiamento, furto e ricettazione, e rapina.

L’odierna operazione, giunge ad esito di una complessa attività investigativa condotta dai militari dell’Arma, che ha portato all’individuazione dei componenti di un gruppo criminale, fortemente radicato all’interno del contesto territoriale dei Comuni di San Procopio, Seminara, Sinopoli, ritenuto responsabile di diversi reati, in particolare rapine.

Nello specifico, le investigazioni hanno consentito di identificare i soggetti della banda responsabili di un assalto al furgone portavalori della Ditta SicurTransport avvenuto nel maggio 2019 tra i Comuni di Melicuccà (RC) e San Procopio (RC).

Un evento criminale, all’epoca, attuato tramite modalità paramilitari, tipiche di una imboscata, dietro precisa pianificazione: il blocco della carreggiata con l’abbattimento di alberi, l’uso di passamontagna e vari colpi di armi da fuoco, comuni e da guerra, quali fucili d’assalto AK-47 Kalashnikov, per arrestare la marcia del furgone, e l’utilizzo di autovetture per darsi alla fuga, poi risultate rubate. In quel frangente furono sottratti circa 627.000 euro e una pistola in dotazione ad una delle guardie giurate, rinvenuta a seguito del sopralluogo in località “Terramala” presso il comune di Seminara. A seguire, si è addivenuti all’identificazione dei membri della banda, 7 dei quali risultano appunto i destinatari dell’odierna ordinanza, di cui 3 vengono indicati gli esecutori materiali dell’assalto al portavalori del maggio 2019, oltre ad essere accusati di altri reati verosimilmente funzionali e connessi alla realizzazione di rapine a mano armata. Soggetti dotati di particolare abilità criminale, capaci di condotte particolarmente violente e spregiudicati nel conseguire i loro intenti.

 A testimoniare la capacità organizzativa degli indagati e il loro intento criminale, il fatto che alcuni di essi siano già in stato di detenzione poiché tratti in arresto tra dicembre 2019 e febbraio 2021. Infatti, nel corso dell’indagine che ha portato all’ordinanza odierna, gli accertamenti posti in essere dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, scaturiti da un tentativo di rapina ad un ufficio postale avvenuto a Rosalì, frazione del comune di Reggio Calabria ad ottobre del 2019, avevano permesso di disarticolare già parte del gruppo. Nella ricerca di quei colpevoli, corrispondenti in parte ai 7 indagati in questione, il presunto capo della banda era riuscito inizialmente a rendersi irreperibile, potendo contare sul supporto di altri membri, fino al dicembre 2019, quando è stato tratto in arresto.

Le investigazioni, attraverso metodi tradizionali e attività tecnica, hanno permesso di delineare chiaramente i ruoli degli indagati all’interno del sodalizio che imperversava nella provincia di Reggio Calabria, appurando i diversi contributi dati da ciascuno al disegno criminale, pianificato e organizzato.

Nel corso dei vari accertamenti, i militari dell’Arma sono inoltre riusciti a reperire e sequestrare, oltre alla pistola della guardia giurata coinvolta nella rapina di maggio 2019, ritrovata con matricola punzonata, diverse armi, munizioni e sostanze stupefacenti, tra cui, un fucile cal. 12, una cartucciera da caccia, svariate munizioni di diverso calibro, 2 kg circa di sostanza stupefacente, presumibilmente marijuana, autovetture e macchinari agricoli rubati e verosimilmente utilizzati per la realizzazione del predetto disegno criminale. Sono emersi inoltre formule e riti riconducibili ad affiliazione ‘ndranghetista, trovati in possesso degli indagati, così come “pizzini” relativi a somme di denaro per un totale di circa 90.000, corrispondenti, secondo l’ipotesi investigativa formulata, alla quota pro capite della spartizione del bottino dell’avvenuta rapina.

Oltre a ciò, le acquisizioni documentali e gli accertamenti patrimoniali svolti, hanno consentito di documentare una sproporzionata disponibilità economica e di stile di vita dei soggetti coinvolti rispetto a redditi dichiarati.

 

L’indagine, nel complesso, ha consentito di disarticolare l’intero sodalizio criminale, contribuendo a prevenire simili condotte delittuose in danno di altri cittadini e del loro patrimonio.Trattandosi di provvedimento in fase di indagini preliminari, rimangono salve le successive determinazioni in fase dibattimentale.