Controllo del territorio dei Carabinieri e arresto di persona sottoposta a libertà vigilata per tentata rapina

 

Tentata rapina 'da film' a Roma: dipendenti in ostaggio, il direttore perde  i sensi

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I Carabinieri della Stazione di Fidenza nel pomeriggio del 17 marzo 2023 hanno tratto in arresto nella flagranza del reato di tentata rapina aggravata e porto di armi un italiano di 39enne italiano di Fidenza. In particolare, verso le ore 14.00 una pattuglia della Stazione Carabinieri di Fidenza, durante la quotidiana attività di controllo del territorio, in prevenzione dei reati contro il patrimonio, è intervenuta celermente in una farmacia cittadina, visto che  il titolare si era allarmato della presenza di un cliente sospetto.

Giunti immediatamente nell’esercizio, il titolare ha riferito ai militari che il soggetto era appena scappato via precisando che aveva un lungo coltello da macellaio occultato nei pantaloni. I Carabinieri, in breve hanno individuato e bloccato il fuggitivo, prima che riuscisse a raggiungere a piedi la Stazione Fs, identificandolo in un soggetto del luogo, gravato da plurimi reati e condanne per reati contro la persona ed il patrimonio, oltre che sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata.

Lo stesso, perquisito, nascondeva addosso  un lungo coltello, avente 24 cm di lama, occultato nel cinto dei pantaloni, esattamente come riferito dal farmacista. Al termine delle verifiche, mediante l’ascolto dei testimoni, si è accertati che la persona fermata, nel lasso di breve tempo, forse alterata dall’assunzione di stupefacenti, si era recata più volte in quella farmacia, richiedendo sempre con maggiore insistenza e senza la prevista prescrizione del medico specialista, un particolare psicofarmaco.

Ai tanti rifiuti del titolare, lo stesso ritornava reiterando la richiesta del farmaco minacciando il farmacista, brandendo il lungo coltello e scappando non appena ha notato il sopraggiungere dei Carabinieri. Considerato l’evidente stato di flagranza del reato di tentata rapina, il 39enne è stato tratto in arresto e tradotto presso la Casa di Reclusione di Parma, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

BISOGNA CREDERE AL PONTE SULLO STRETTO, AL TESTO GOVERNATIVO, SE IL NUOVO E AGGUERRITO PD E M5S , SI APPRESTANO A SUPERARE LA MAGGIORANZA DI GOVERNO?

 

 

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di    R.LANZA

Ponte sullo stretto. una promessa eterna. Mai realizzata probabilmente per la complessità tecnica ma soprattutto per la breve vita dei governi italiani da dopoguerra ad oggi. Oggi la svolta?  C’è un primo passo, un testo legislativo. Vogliamo sperare…..vedremo nei prossini anni. E soprattutto vedere se il governo inizierà con i fondi europei l’avvio dei cantieri di lavoro……

Dopo l’approvazione al  Consiglio dei Ministri del  testo del decreto per procedere nei prossimi anni alla progettazione e alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina con la finalità di collegare stabilmente la Calabria e la Sicilia, si susseguono dibattiti pubblici.

Il testo non è ancora stato reso pubblico nella sua forma definitiva, come dichiarato in una nota dal MIT (Ministero delle Infrastrutture e Trasporti), perché va integrato ancora con alcuni dettagli tecnici che hanno bisogno di approfondimento.

Il testo prevede la stretta collaborazione del MIT e del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) e la rinascita della Società Stretto di Messina, pur con una forma e una governance nuove. Per quanto riguarda il progetto, invece, cambia poco rispetto al passato: si riprenderà in mano il progetto definitivo del 2011, adeguandolo però a eventuali norme ambientali, tecniche e di sicurezza approvate negli ultimi anni. L’attuale cronoprogramma prevederebbe la stesura e l’approvazione del progetto esecutivo entro il 31 luglio 2024 e poi l’inizio dei lavori.

Questo, in sintesi, significa che l’Italia si avvia alla costruzione del ponte strallato più lungo al mondo (circa 3,3 km). Il  ponte cioè sarebbe sospeso in cui l’impalcato (la struttura longitudinale sopra cui poi passano i messi di trasporto) è retto da numerosi cavi, detti stralli, che vengono ancorati a dei piloni di sostegno.

Secondo l’opposizione, Conte leader del Movimento pentastellato, la Sicilia dovrebbe pensare prima al miglioramento del percorso ferroviario e all’occupazione giovanile per tutti nel Sud

Secondo il vice-presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Ministro Matteo Salvini,, maggior promotore dell’opera dopo Silvio Berlusconi e tanti altri, il progetto presenterebbe numerosi vantaggi: permetterebbe di ridurre le emissioni di anidride carbonica rispetto all’attuale traffico navale, di accorciare i tempi di percorrenza e le spese per passare da una regione all’altra, di far aumentare i flussi turistici in Calabria e Sicilia e di creare un volano economico per il Sud Italia. Si tratta naturalmente di dichiarazioni e auspici che andranno valutati e verificati concretamente.

L’opera avrebbe comunque una valenza simbolica per la Sicilia trattandosi di una struttura grandiosa che rilacerebbe il turismo e creerebbe una simbiosi tra Nord e Sud  Vedremo…..

 

 

Richiesta stamane al Tribunale del riesame la scarcerazione per Rosalia Messina Denaro

Messina Denaro, arrestata la sorella Rosalia, nome in codice “Fragolone”.  «Un suo pizzino ha fatto catturare il boss». Chi è

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L’inchiesta sulla vicenda del superboss Matteo Messina Denaro prosegue senza soste.  La magistratura vuol capire gli aiuti che ha avuto il criminale che gi hanno consentito di restare così a lungo in latitanza indisturbata.. Ieri, la coppia di vivandieri, Emanuele Bonafede e la moglie Lorena Lanceri, Ssono stati accusati di aver ospitato a pranzo e cena per mesi il boss ricercato e di averne protetto la latitanza, oggi sono state perquisite le abitazioni di quattro nuovi indagati: l’imprenditore agricolo Gaspare Ottaviano Accardi, la moglie, Dorotea Alfano, Leonarda Indelicato e Laura Bonafede, figlia dello storico capomafia di Campobello di Mazara filmata mentre, due giorni prima della cattura, parlava con il boss in un supermercato del paese.

 

Il reato di cui sono accusati i fiancheggiatori è di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. L’imprenditore e la moglie e Indelicato avrebbero più volte e per ore incontrato il capomafia trapanese a casa dei Bonafede. La presenza dei tre nell’appartamento della coppia, mentre c’era l’ex latitante, risulta dalle immagini delle telecamere di sorveglianza di alcuni negozi piazzate vicino alla abitazione dei coniugi anche loro incastrati dalle riprese video. I filmati, estrapolati dai carabinieri, hanno immortalato l’auto di Messina Denaro vicina alla loro casa, il boss fermo in macchina mentre dà dei pacchetti a Lanceri, che sarebbe stata a lui legata sentimentalmente, e la coppia accertarsi che il padrino entrasse e uscisse indisturbato controllando l’eventuale presenza nella zona delle forze dell’ordine.

 

I militari hanno perquisito le abitazioni dei nuovi indagati e di Laura Bonafede, moglie del mafioso ergastolano Salvatore Gentile, e protagonista di una fitta corrispondenza con Messina Denaro.    Gli inquirenti stanno decifrando ed interprentando i pizzini trovati al boss e alla sorella Rosalia, arrestata nei giorni scorsi per associazione mafiosa. Se alcuni nomi scritti nei biglietti come «Fragolone», che era la stessa Rosalia, «Lesto», “Diletta» e «Tram» che si riferivano a Lanceri, «Maloverso» a suo marito, e «Cugino» a Laura Bonafede sono stati ormai decriptati, resta ancora da risolvere l’enigma della scritta «Romena, Depry, Blu, Bagnino», gli ultimi in codice citati nelle corrispondenze tra il padrino e alcuni suoi fedelissimi.Alcune certezze sulla latitanza del capomafia, però, cominciano a esserci. Matteo Messina Denaro ha vissuto a Campobello di Mazara, ultimo suo nascondiglio, almeno dal 2018.

 

L’ex latitante ha trascorso nella cittadina del trapanese a pochi chilometri da Castelvetrano, suo paese d’origine, 5 anni. L’’ordinanza  con cui i giudici del Riesame di Palermo hanno respinto la richiesta di scarcerazione di Andrea Bonafede, geometra che ha prestato l’identità al boss consentendogli di avere i documenti necessari per sottoporsi alle cure mediche, di acquistare la casa di vicolo San Vito usata come covo e di comprare la Giulietta con cui si spostava,  lo spiega chiaramente

. Dalla ordinanza si comprende anche che il capomafia, ricercato per 30 anni, e che oltre a presentarsi come Andrea Bonafede usava, come identità di copertura, il nome Francesco Salsi, andava in giro su una moto Bmw enduro

. Bonafede avrebbe realizzato secondo gli investigatori,  «un fascio di condotte di assistenza a tutto tondo alla latitanza del capomafia» per almeno 4 anni. E avrebbe messo a disposizione “se stesso come alias di Messina Denaro consentendogli la libera circolazione nel territorio, gli acquisti per la copertura della latitanza e l’accesso alle cure».

Si apprende infine che questa mattina,  nel corso dell’udienza davanti al tribunale del Riesame di Palermo i legali di Rosalia Messina Denaro ne hanno chiesto la scarcerazione. I giudici si sono riservati la decisione.

Ulteriori droni americani sorvolano il Mar Nero

 

Gli Stati Uniti hanno ripreso a volare sul Mar Nero dopo che un drone americano MQ 9 è stato abbattuto in acque internazionali, in seguito a una collisione con un caccia russo Su-27 . 

Un drone Usa da ricognizione, un Rg-4 Global Hawk, è entrato nei cieli sopra il Mar Nero dalla Romania e si è posizionato nello spazio aereo internazionale a sud est della Crimea e a ovest della città costiera russa di Sochi. Il Pentagono ha affermato più volte che l’abbattimento dell’MQ -9  non avrebbe impedito ulteriori sorvoli del Mar Nero.

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Intanto un allarme antiaereo è stato dichiarato a Kiev e nel giro di pochi minuti si è diffuso a tutta l’Ucraina per il timore di nuovi attacchi russi.      La comunicazione proviene dal  ministero della Trasformazione digitale ucraino diffondendo la mappa dei possibili rischi.

Viabilità, collegamento Catania-Ragusa Cantieri lavoro ( 4 lotti) finalmente pronti al via

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Partiranno a giorni finalmente  -informa la Regione Sicilia  con una nota- i primi cantieri per la costruzione della strada Catania-Ragusa. Nella sede catanese dell’Anas sono stati consegnati, alle imprese aggiudicatarie, i lavori dei quattro lotti in cui l’itinerario è stato suddiviso. L’opera prevede un investimento complessivo pari a 1 miliardo e 434 milioni di euro, importo che include il piano di monitoraggio ambientale in corso d’opera, gli oneri relativi alla sicurezza e quelli relativi al protocollo di legalità.
 
«L’avvio dei lavori – sottolinea il presidente della Regione Renato Schifani – è una bella notizia. Si tratta di un’infrastruttura strategica, attesa da decenni, per favorire lo sviluppo della nostra economia, soprattutto in un’area produttiva ad alta vocazione agricola, e per agevolare il diritto alla mobilità dei siciliani. Una rete viaria completa ed efficiente è una delle priorità del mio governo».
 
La realizzazione dell’intero itinerario comprende quattro lotti esecutivi, così ripartiti:
Lotto 1: ricadente nei comuni di Ragusa e Chiaramonte Gulfi (Rg), dallo svincolo con la Ss 115 allo svincolo con la Sp 5 (escluso), per un importo di quasi 220 milioni di euro, di cui è aggiudicataria Webuild Italia Spa.
Lotto 2: ricadente nei comuni di Chiaramonte Gulfi e Licodia Eubea (Ct), dallo svincolo con la Sp 5 (incluso) allo svincolo di Grammichele (escluso), per un importo di quasi 278 milioni di euro, di cui è aggiudicataria Icm Spa.
Lotto 3: ricadente nei comuni di Licodia Eubea, Vizzini (Ct) e Francofonte (Sr), dallo svincolo di Grammichele (incluso) allo svincolo di Francofonte (escluso), per un importo pari a 235 milioni di euro, di cui è aggiudicatario il raggruppamento temporaneo di imprese Rizzani de Eccher (mandataria), Manelli Impresa srl e Sacaim Spa.
Lotto 4: ricadente nei comuni di Francofonte, Lentini e Carlentini (Sr), dallo svincolo di Francofonte (incluso) all’autostrada Catania-Siracusa, per un importo di oltre 369 milioni di euro, di cui è aggiudicatario il raggruppamento temporaneo di imprese Cosedil Spa (mandataria), D’Agostino Angelo Antonio Costruzioni Generali srl e Fincantieri Infrastructure Spa.

I lotti 1 e 3 prevedono una durata dei lavori pari a 1.005 giorni (comprensivi di 195 giorni per andamento stagionale sfavorevole), mentre per i lotti 2 e 4 sono previsti 1.190 giorni (comprensivi di 225 giorni per andamento stagionale sfavorevole).

Il finanziamento dei quattro lotti arriva dal Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, da risorse di Anas e, limitatamente al lotto 2, anche in parte da fondi della Regione Siciliana Poc 2014-2020. L’appalto è stato aggiudicato mediante il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, assegnando un massimo di 20 punti alla componente prezzo e un massimo di 80 punti alla componente qualitativa. L’avvio delle prime attività di cantierizzazione (recinzione delle aree, costruzione delle baracche di cantiere) avrà luogo già a partire dai prossimi giorni per tutti e quattro i lotti.

 

Contrabbando di prodotti alcolici, contraffazione, adulterazione e frode agroalimentare, ricettazione e autoriciclaggio Napoli – Misure cautelari personali nei confronti di 12 soggetti

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Napoli,

Nelle prime ore della mattinata odierna, i militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e gli Ispettori dell’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) del Ministero dell’Agricoltura, diretti dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali.

Tale ordinanza è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli Nord, nei confronti di 12 soggetti (3 dei quali attinti dalla custodia cautelare in carcere e 9 dalla misura degli arresti domiciliari) gravemente indiziati, in associazione tra loro, dei reati di adulterazione e contrabbando di prodotti alcolici, sottrazione all’accertamento ed al pagamento dell’accisa sull’alcool e sulle bevande alcoliche, frode in commercio, ricettazione, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, contraffazione di marchi, segni distintivi e valori di bollo.

 

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L’attività di indagine ha consentito di far emergere gravi indizi di colpevolezza in ordine alla sussistenza di un sodalizio criminale strutturato e con ramificazioni anche al di fuori della regione Campania, formato da soggetti pluripregiudicati che interagivano tra loro mediante un ben collaudato modus operandi. In particolare, attraverso il minuzioso lavoro degli investigatori diretti dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, è stato possibile accertare come l’associazione per delinquere, attiva tra le province di Napoli e Salerno, anche sfruttando il contesto emergenziale connesso alla pandemia da Covid19, si sia procacciata ingenti quantitativi di alcool denaturato di illecita provenienza estera, mediante la predisposizione di documenti di trasporto falsi e l’utilizzo di società fittiziamente intestate a terzi, al fine di introdurre nel territorio dello Stato, in regime di contrabbando, un prodotto in apparenza destinato alla sanificazione.

L’alcool denaturato di provenienza illecita veniva poi impiegato per la realizzazione di bevande alcoliche contraffatte ed adulterate, che venivano realizzate all’interno di opifici clandestini (ubicati in Sant’Antimo, Sarno e Pagani) presso cui avveniva anche la materiale contraffazione del prodotto, attraverso l’utilizzo di materiale falsificato utile all’imbottigliamento (segni distintivi, tappi ed etichette). Le bevande contraffatte ed adulterate dall’associazione venivano, poi, immesse in commercio in evasione dell’IVA e dell’accisa sui prodotti alcolici, attraverso attività di vendita realizzate in favore di cantine, distillerie, grossisti e rivenditori al dettaglio siti in Campania, Puglia e Calabria.

 

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Le analisi chimiche eseguite dai laboratori dell’ICQRF sulle bottiglie sottoposte a sequestro hanno permesso di rilevare un titolo alcolometrico diverso da quello riportato nelle etichette apposte sui prodotti, oltre a far emergere l’aggiunta di materie prime non idonee al consumo umano e pericolose per la salute, riconducibili ad un mercato occulto e parallelo. Le sostanze nocive riscontrate all’interno delle bevande commercializzate dall’associazione (alcool isopropilico e metiletilchetone) sono tipiche, infatti, della composizione dell’alcool destinato alla produzione di disinfettanti chimici, sicché si tratta di sostanze non utilizzabili nel ciclo produttivo dei prodotti alimentari. In un caso, la manipolazione dei vini spumanti e degli alcolici sequestrati è avvenuta rimuovendo i sigilli apposti ad una cisterna sequestrata in precedenza dall’Autorità Giudiziaria, sottraendo l’alcool ivi contenuto e sostituendolo con quello denaturato fornito dagli associati, avente requisiti fisici ed organolettici non idonei allo scopo commerciale.

 

 

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L’articolata attività investigativa ha evidenziato, inoltre, la contraffazione dei contrassegni di stato che devono essere apposti per legge sui prodotti alcolici, in quanto i tagliandi utilizzati dall’associazione venivano materialmente contraffatti da una stamperia gestita da un coindagato, il quale si occupava di realizzare contrassegni che recavano plurime difformità rispetto a quelli originali, come accertato dalle perizie redatte dal personale appartenente all’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato. Gli esiti delle indagini hanno fatto emergere non solo la produzione di bevande contraffatte contenenti alcool lavorato con materie pericolose per la salute umana, ma anche attività illecite di falsificazione di bottiglie di champagne apparentemente recanti nomi di noti marchi internazionali; bottiglie che, pur esponendo abusivamente il marchio DOP, in realtà, contenevano solo vino spumante “generico”, e recavano etichette prive delle indicazioni prescritte dalla normativa europea di settore.

 

ln alcuni casi, peraltro, le bottiglie immesse in commercio dagli associati costituivano provento di furto, come certificato dalle case madri produttrici delle bevande alcoliche rinvenute nella disponibilità dell’associazione. Le attività di perquisizione e sequestro eseguite nel corso dell’indagine hanno consentito di riscontrare, altresì, la realizzazione e l’immissione in commercio di olio d’oliva non genuino e non conforme agli standard tipici di tale alimento. In particolare, gli accertamenti tecnici sul contenuto delle bottiglie rinvenute all’interno dei locali nella disponibilità degli indagati hanno dimostrato che, a dispetto della dicitura “olio d’oliva”, esse contenevano in realtà olio di semi. La falsità di tale alimento non atteneva solo alla natura ed all’origine, ma anche al confezionamento del prodotto, poiché l’olio di semi era inserito in bottiglie apparentemente identiche a commercializzate dalle rispettive case madri, sulle quali erano anche apposte etichette false. Oltre alla dubbia qualità delle materie prime impiegate, sia per proprietà organolettiche che per ignota provenienza, l’utilizzo di etichettature con la mendace indicazione “made in Italy” e la falsa indicazione di origine delle merci impedivano al consumatore, al momento dell’acquisto, di ricevere le necessarie informazioni sulla esatta provenienza e composizione dei prodotti.

Il sodalizio oggetto d’indagine ha, inoltre, provocato un ingente danno al tessuto imprenditoriale lecito ed all’erario, in quanto l’acquisto di alcool in regime di contrabbando e l’assenza di costi relativi ai controlli di qualità consentiva di praticare prezzi di vendita illecitamente concorrenziali, in ragione dell’evasione dell’accisa conseguente all’utilizzo di alcool non gravato da tale imposta; stante la formale denominazione di alcool denaturato funzionale alla sanificazione.

Su queste basi, oltre alle misure cautelari personali, è stato disposto nei confronti degli indagati il sequestro preventivo delle imposte evase, quantificate in circa 250.000 euro. Sono stati, inoltre, sottoposti a sequestro un liquorificio di Giugliano in Campania (NA), una tipografia di Cava de’ Tirreni (SA), una casa vinicola di Pagani (SA) e tre opifici clandestini siti in Sant’Antimo (NA), Sarno (SA) e Pagani (SA), per un valore stimato di oltre 10 milioni di euro. In precedenza, nel corso delle indagini, erano state sottoposte a sequestro, tra l’altro, circa 22000 bottiglie di bevande alcoliche varie, 650 bottiglie di champagne contraffatto, 900 bottiglie di olio recanti segni distintivi falsi, 800 bottiglie di liquore e di grappa risultate oggetto di furto e oltre 300.000 contrassegni di stato contraffatti, nonché punzoni e cliché necessari per la produzione di etichette tipiche di champagne e distillati di pregio, prodotti da note marche nazionali ed internazionali.

L’operazione odierna si pone in continuità con una precedente indagine diretta sempre dalla Procura di Napoli Nord, sfociata la scorsa settimana nel riconoscimento giudiziale di un’associazione a delinquere dedita al contrabbando di alcool, nonché alla consumazione di reati di bancarotta fraudolenta e di altre fattispecie di reati criminalità economica. In particolare, all’esito della corposa ma celere fase dibattimentale, il predetto Tribunale ha condannato in primo grado numerosi imputati per i reati finanziari oggetto di contestazione, con irrogazione di pene a carico dei promotori dell’associazione comprese tra 7 anni e 6 mesi e 9 anni di reclusione. A testimonianza concreta, dunque, ancora una volta, dell’efficace collaborazione sinergica tra le Istituzioni dello Stato per la tutela degli interessi erariali, dell’imprenditoria sana e dei diritti (in primis quello alla salute) dei consumatori.

 

Caro voli, Schifani scrive una nota a Ita e Ryanair: «Tariffe più basse per tutelare la Sicilia a Pasqua»

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l presidente della Regione Renato Schifani- comunica – di aver  scritto oggi alle compagnie aeree Ita e Ryanair, e per conoscenza all’Enac, per chiedere di intervenire il prima possibile sulla frequenza dei voli da e per la Sicilia e per calmierare le tariffe, soprattutto in vista delle prossime festività Pasquali. 
Nella condizione di insularità, infatti, “il trasporto aereo riveste un ruolo strategico fondamentale per garantire la continuità territoriale e la mobilità dei suoi abitanti e, non secondariamente, ai fini dello sviluppo di una delle più rilevanti leve economiche per la regione: il turismo”.
Il governatore ha inteso così proseguire nella sua battaglia a tutela dei diritti dei cittadini siciliani, che si ritrovano in questi giorni ad essere “penalizzati doppiamente”: “una volta – è scritto nella nota – a causa delle tariffe applicate ai voli da e per l’Isola, si vedano gli spostamenti cosiddetti ‘di ritorno’ tipici dei periodi festivi, e una volta per la minore capacità di attrarre investimenti e movimento turistico”. Con il risultato che “a causa di politiche commerciali di limitata visione prospettica, i loro diritti sono ridotti e affievoliti rispetto ai cittadini della terraferma”. 
Dopo aver sottolineato che si assiste già, in prossimità della Pasqua, “ad una ridotta disponibilità di biglietti aerei nei voli operati” e “ad un incremento vertiginoso delle tariffe”, il presidente Schifani, in attesa dell’esito del noto esposto all’Antitrust, ha chiesto “di adottare fin da subito, politiche commerciali tendenti alla riduzione del costo dei biglietti aerei e ad un incremento della frequenza dei voli, attraverso il quale potrebbero anche essere compensate le riduzioni delle tariffe, cercando in questo modo di coniugare il legittimo interesse economico e l’altrettanto legittimo interesse dei cittadini”.

L’eccessiva gelosia che sfocia in atti persecutori contro la ex: intervengono i Carabinieri di San Paolo d’Enza

 

La gelosia non fa parte dell'amore - La Mente è Meravigliosa

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Sottoposta per mesi a violenze fisiche e morali aveva deciso di porre fine alla relazione sentimentale con un 38enne calabrese. Questi non accettando tale decisione ha posto in essere nei confronti della donna gravi e violente condotte persecutorie al culmine delle quali nella tarda mattinata di ieri i Carabinieri di San Polo d’Enza l’hanno colto nella flagranza del reato di atti persecutori aggravati traendolo in arresto.

Lo stesso 38enne residente a Bibbiano, accusato anche di violazione di domicilio e sottrazione e distruzione di corrispondenza, al termine delle formalità di rito è stato ristretto a disposizione della Procura di Reggio Emilia. Il procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguirà per i consueti approfondimenti investigativi al fine di consentire al Giudice di verificare l’eventuale piena responsabilità dell’indagato. Una relazione, quella iniziata tra i due nel dicembre del 2020, costellata di violenze che per mesi la donna ha subito passivamente stando in silenzio nonostante la paura e il terrore che viveva.

Alla base delle violenze l’ossessiva gelosia dell’uomo che le impediva di parlare con persone di sesso maschile pretendendo di conoscere ogni suo spostamento. Le conseguenze in caso di “trasgressioni” erano costituite da violenze. La donna, con il passare del tempo, ha maturato la decisione che quella relazione malata doveva finire. Ha incominciato ad aprirsi parlando con amici e familiari ma quando esternava tali intenzioni al compagno questi la riempiva di botte minacciandola di morte.

Una situazione insostenibile per la vittima che oltre ad essere stata costretta a cambiare le abitudini di vita e convivere in un perenne stato d’ansia aveva maturato anche la decisione di farla finita pur di non vivere tale incubo. Ieri mattina l’epilogo quando la donna tornata a casa, dopo essere stata da un amico proprio per evitare di imbattersi nell’uomo, si è ritrovata dentro casa seduto in cucina il suo compagno che, probabilmente utilizzando una copia delle chiavi, era entrato dentro fraudolentemente.

Dopo le urla per lo spavento, l’amico che l’aveva accompagnata a casa e che stava fuori, accorgendosi di quanto accadeva, chiamava i Carabinieri che intervenivano sul posto. I due venivano condotti in caserma dove la donna trovava la forza per formalizzare la denuncia raccontando mesi di violenze subite mentre l’uomo, alla luce della flagranza di reato, veniva arrestato. Da registrare che prima dell’arrivo della donna l’uomo frugando tra gli effetti della stessa aveva rinvenuto una lettera in cui la donna manifestava tutta la sua sofferenza: lettera che l’uomo prima di usare violenza alla donna ha bruciato e i cui resti sono stati rinvenuti dai Carabinieri sampolesi all’atto dell’intervento.

Cade il titolo di Credit Suisse ed innesca la tempesta dell’intero comparto bancario- In allarme il popolo dei Mutui a tasso variabile

Credit Suisse, per il mercato ora rischia davvero. Le ...

 

Credit Suisse corre ai ripari. Dopo la caduta del titolo a Zurigo che ieri ha innescato una tempesta di vendite sull’intero comparto bancario in Europa, l’istituto di credito svizzero ha annunciato l’intenzione di esercitare la sua opzione per prendere in prestito fino a 50 miliardi di franchi svizzeri, circa 54 miliardi di dollari, dalla Banca Centrale Svizzera.

In una nota l’istituto di credito ha fatto sapere che questo servirà a rafforzare la sua liquidità. E che “sosterrà le attività core e i clienti di Credit Suisse mentre la banca prende le misure necessarie per creare una struttura più semplice e concentrata sulle necessità dei suoi clienti”.

La banca si offre anche di riacquistare debito per circa tre miliardi di franchi. Il Ceo Ulrich Koerner ha spiegato che il prestito arriva nell’ambito di una “queste misure mostrano un’azione decisa per rafforzare Credit Suisse mentre continuiamo la nostra trasformazione strategica per offrire valore ai nostri clienti e agli stakeholder”.

Intanto grande popolo dei mutui a tasso variabile con Euribor  un po alto è in allarme ,oggi    c’è la riunione della Bce , dove si prevede un nuovo  rialzo dei tassi di 50 punti base.

Caccia ai segreti del drone americano partito da Sigonella ed “abbattuto” dalla Russia

 

Drone Usa abbattuto dai russi nel Mar Nero, le immagini ...

 

Contatto tra Washington e Mosca, ai massimi livelli, dopo l’abbattimento di un grande drone americano da parte della Russia in seguito ad una collisione con un jet Su-27 russo. La fibrillazione non c’è stata. Gli americani mantengono la calma e non si prevede reazione alla perdita del drone il cui cervello elettronico è stato cancellato dagli Usa.

Le parti rimangono sulle rispettive posizioni per quanto riguarda la dinamica dell’episodio: gli Stati Uniti stigmatizzano il comportamento dei piloti di Mosca, la Russia denuncia la condotta americana e respinge ogni accusa. Oggi, nel day after, il segretario della Difesa Usa Lloyd Austin ha chiamato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu.

Austin ha riproposto la ricostruzione a stelle e strisce: i due jet hanno versato carburante per abbattere il drone MQ-9  che “stava conducendo operazioni di routine” nello spazio aereo internazionale. Uno dei due caccia ha “urtato il nostro velivolo MQ-9, provocando l’incidente”. Il jet russo “ha tenuto un comportamento pericoloso, sconsiderato e non professionale”, ha ribadito Austin, aggiungendo che gli Stati Uniti “continueranno a volare dove il diritto internazionale lo permette”.

Da Mosca, invece, si fa notare che la telefonata – la seconda da quando è iniziata la guerra in Ucraina – è avvenuta “su iniziativa statunitense”. Dal ministero della Difesa russo non sono arrivate altre comunicazioni. A parlare è stato in compenso il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov: gli Stati Uniti “cercano ogni tipo di provocazione per intensificare il confronto”, ha detto, sottolineando che lo spazio interessato dall’episodio è stato dichiarato da Mosca “limitato all’uso di qualsiasi velivolo”.

“Questo è un male, perché affermano costantemente di essere una potenza responsabile interessata alla stabilità strategica – ha detto Lavrov alla tv Rossiya-24 – Ma le parole non corrispondono ai fatti”.