Infrastrutture, commissaria Ue per le riforme Elisa Ferreira visita il cantiere della stazione Politeama di Palermo

 

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Visita al cantiere della stazione “Politeama” dell’anello ferroviario di Palermo della commissaria Ue per la Coesione e le riforme Elisa Ferreira, accompagnata dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, e dai rappresentanti di Rfi che hanno illustrato il progetto.

«La fermata Politeama – dice l’assessore Aricò – è strategica per la città ed estremamente attesa dai palermitani e da tutti coloro che si muovono all’interno del tessuto cittadino perché darà la possibilità di muoversi rapidamente anche per raggiungere il centro. L’opera è stata realizzata con un investimento totale di circa 180 milioni, di cui poco più di 45 milioni finanziati dalla Regione Siciliana, e il resto con fondi europei: i lavori si concluderanno entro il 2023 e l’apertura, prevista nel 2024, rappresenterà una tappa fondamentale per il completamento dell’anello ferroviario. Il governo Schifani sta lavorando a stretto contatto con Trenitalia e Rfi proprio per implementare la mobilità cittadina e regionale con l’utilizzo del treno».

Il Premio Nobel per la pace alla giornalista iraniana Mohammadi per” l’enorme sofferenza e lotta per i diritti delle donne e contro la pena di morte”

 

Il premio Nobel per la pace del 2023  all’iraniana Narges Mohammadi  ,nelle foto , per “la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran”. La lotta della 51enne attivista e giornalista iraniana è portata avanti “a fronte di un’enorme sofferenza”, ricordano le sue tante condanne e frustate che “mentre ora parliamo è detenuta in carcere”.

Mohammadi sta pagando “un tremendo costo personale” per la sua lotta

Mohammadi, detenuta nel famigerato carcere di massima sicurezza di Evin, è stata arrestata 13 volte, condannata cinque, a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate. Il Comitato Nobel ha sottolineato “il tremendo costo personale” che sta pagando l’attivista di 51 anni per sua “coraggiosa lotta” per i diritti delle donne e contro la pena di morte.

“Se le autorità iraniane prenderanno la giusta decisione la rilasceranno così che potrà essere qui per ritirare il premio a dicembre”, ha detto la presidente del comitato dei Nobel di Oslo Berit Reiss-Andersen. Il Premio Nobel alla dissidente iraniana, ha aggiunto, “è anche un riconoscimento alle centinaia di migliaia di persone che hanno protestato contro le politiche di discriminazione e oppressione contro le donne del regime teocratico”.

“Speriamo questo sia un incoraggiamento a continuare il loro lavoro nelle forme che il movimento troverà più adatte”, ha aggiunto, sottolineando che il premio per la pace all’attivista in carcere Narges Mohammadi è “in primo luogo e soprattutto un riconoscimento ad un intero movimento in Iran di cui Mohammadi è leader indiscussa”. “.

Il Presidente Mattarella a Porto per la 18° Riunione informale del Gruppo Arraiolos

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accolto dal Presidente della Repubblica Portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa,in occasione della XVIII riunione dei Capi di Stato del gruppo Arraiolos 
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accolto dal Presidente della Repubblica Portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa,in occasione della XVIII riunione dei Capi di Stato del gruppo Arraiolos 
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con i Capi di Stato per la XVII riunione del gruppo Arraiolos

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la prima sessione di lavoro su: “L’Unione Europea e la situazione in Ucraina” ,in occasione della XVIII riunione dei Capi di Stato del gruppo Arraiolos 
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la seconda sessione di lavoro su: “La strada verso l’imminente elezione del Parlamento Europeoe altre sfide dell’Unione Europea”,in occasione della XVIII riunione dei Capi di Stato del gruppo Arraiolos 
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra Rumen Radev Presidente della Repubblica di Bulgaria,in occasione della XVIII riunione dei Capi di Stato del gruppo Arraiolos

 

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra Rumen Radev Presidente della Repubblica di Bulgaria,in occasione della XVIII riunione dei Capi di Stato del gruppo Arraiolos
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante le dichiarazioni alla stampa occasione  del XVIII riunione dei Capi di Stato del gruppo Arraiolos

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra Rumen Radev Presidente della Repubblica di Bulgaria,in occasione della XVIII riunione dei Capi di Stato del gruppo Arraiolos

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante le dichiarazioni alla stampa occasione  del XVIII riunione dei Capi di Stato del gruppo Arraiolos

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella -informa il Quirinale- ha partecipato, a Porto, alla diciottesima Riunione informale del Gruppo Arraiolos, che riunisce i Capi di Stato senza funzioni esecutive dell’Unione Europea.

Erano presenti i Presidenti di Bulgaria, Rumen Radev, Croazia, Zoran Milanovic, Slovenia, Natasa Pirc Musar, Estonia, Alar Karis, Finlandia, Sauli Niinistö, Grecia, Katerina Sakellaropoulou, Ungheria, Katalin-Novák, Irlanda, Michael Higgins, Lettonia, Edgars Rinkēvičs, Malta, George Vella e Polonia, Andrzej Duda.

Nel corso della Riunione si sono svolte due sessioni di lavoro: la prima, in mattinata, dedicata al tema “L’Unione Europea e la situazione in Ucraina”; la seconda sessione, al termine della colazione di lavoro offerta dal Presidente della Repubblica Portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa, incentrata su “La strada verso l’imminente elezione del Parlamento Europeo e altre sfide dell’Unione Europea”.

Al termine, i Capi di Stato hanno rilasciato dichiarazioni stampa congiunte.

A margine dei lavori, il Presidente Mattarella ha avuto un incontro bilaterale con il Presidente della Repubblica di Bulgaria, Rumen Radev.

Il Presidente della Regione Sicilia,Schifani, incontra la commissaria Ue Ferreira: «Piena collaborazione per uso risorse europee»

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Palermo

Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha ricevuto oggi, a Palazzo d’Orleans, la commissaria Ue per la Coesione e le riforme Elisa Ferreira per un confronto sull’utilizzo dei fondi europei e sui progetti già finanziati. L’incontro è durato circa un’ora e si è svolto in un clima cordiale all’insegna della piena collaborazione istituzionale.

«La politica di coesione – ha sottolineato il governatore – è cruciale per fare fronte alle condizioni di svantaggio territoriale, come ad esempio l’insularità, che per la Sicilia comporta un onere di circa 6 miliardi di euro l’anno, ovvero una “tassa” occulta di circa 1.200 euro per ogni cittadino siciliano». Schifani ha, quindi, lanciato una proposta per l’arcipelago delle Pelagie: «Per Lampedusa e Linosa è necessaria un’azione di supporto specifica e al riguardo potrebbe essere adottato anche in Sicilia il modello di programmazione “Isole minori Egeo Sud” già operativo in Grecia». 

Nella prossima programmazione, ciclo 2021-2027, ci saranno a disposizione per l’Isola 12 miliardi di euro tra fondi dell’Ue e quelli del Fondo Sviluppo e coesione. «Per poter finalmente aggredire in modo efficace alcune delle problematiche più rilevanti che affliggono il territorio regionale – ha evidenziato il presidente – c’è ancora del lavoro da fare e su questo fronte gli uffici della Regione sono pienamente impegnati. Mi riferisco in particolare al settore dei rifiuti, idrico e dei trasporti».

Schifani ha ricordato che la Regione è impegnata in questo momento anche nella chiusura della programmazione 2014/2020, la cui attuazione è stata in parte rallentata, negli scorsi anni, dall’emergenza Covid e dal conflitto russo-ucraino. «L’accoglimento della proposta di riprogrammazione da noi avanzata – ha concluso il presidente -, in costante raccordo con gli uffici della commissaria Ferreira, che ringrazio, concorrerà a ridurre l’area di rischio che, all’indomani del mio recente insediamento, era stata valutata in circa un miliardo di euro, puntando dunque al pieno assorbimento delle risorse».

La manovra “correttiva” è stata messa a punto con l’individuazione e l’introduzione di misure per oltre 800 milioni di euro, a sostegno, innanzitutto, dei cittadini (bonus energia famiglie) e delle imprese siciliane (bonus energia, contributo a fondo perduto per le imprese, fondo di garanzia per gli investimenti), duramente colpiti dagli eventi nefasti del recente passato. Misure anche per la tutela del territorio, attraverso la lotta al dissesto idrogeologico e al potenziamento degli interventi nel campo della depurazione delle acque, per agevolare l’uscita della Sicilia dalla procedura di infrazione attivata dall’Ue.

Ottobre g.12-13/10 CONVEGNO DI STUDI “GIUSTIZIA AL SERVIZIO DEL PAESE” – MATTARELLA E NORDIO PRESENTI

 

Palermo

Giovedì 12 e Venerdì 13 ottobre 2023, a Palermo, nello storico contesto di Palazzo Sclafani (Piazza S. Giovanni decollato, 2),- comunica l’Ufficio Stampa della Corte dei conti – alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si svolgerà il convegno di studi, organizzato dalla Corte dei conti, dal titolo “Giustizia al Servizio del Paese”. 

L’avvio dei lavori sarà preceduto, tra gli altri, dai saluti istituzionali del Presidente della Corte dei conti, Guido Carlino, che presiederà e introdurrà la prima delle tre sessioni in calendario, incentrata sul tema “La magistratura contabile a garanzia del buon andamento della pubblica amministrazione”.

La seconda sessione, orientata sugli aspetti legati a “La magistratura amministrativa nel rapporto tra potere pubblico, cittadini e imprese” sarà presieduta dal Presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti. La Prima Presidente della Corte suprema di Cassazione, Margherita Cassano, presiederà, infine, la terza sessione, dedicata alle tematiche connesse a “La magistratura ordinaria garante dei diritti per lo sviluppo del sistema-paese”.

Sono previsti, fra gli altri, gli interventi del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, della Presidente della Corte costituzionale, Silvana Sciarra, del Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Fabio Pinelli, dell’Avvocato generale della Corte di giustizia UE, Giovanni Pitruzzella, del Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, del Presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, del Presidente aggiunto della Corte dei conti, Tommaso Miele, del Procuratore generale della Corte dei conti, Angelo Canale, e del Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
Modereranno le tavole rotonde a conclusione di ciascuna sessione i giornalisti Gianni Trovati, Lorenzo Salvia, Lirio Abbate e Vincenzo Morgante.

Lotta alla criminalità organizzata a Catania – La Finanza applica il Codice Antimafia e sequestra beni, disponibilità finanziarie, rolex e attività commerciali

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Catania

Nell’ambito di articolate attività di indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito, con il supporto dello Servizio Centrale Investigazioni sulla Criminalità Organizzata (SCICO) e l’ausilio dei Comandi Provinciali di Mantova, Milano, Monza, Roma e Verona, un provvedimento di sequestro patrimoniale in materia antimafia – emesso dal Tribunale etneo, Sezione Misure di Prevenzione – relativo all’ingente patrimonio, pari a circa 98 milioni di euro, riconducibile a due imprenditori, padre e figlio, ritenuti “socialmente pericolosi” in quanto contigui al clan “Scalisi” di Adrano (CT), articolazione locale della famiglia mafiosa “Laudani”.

L’indagine di prevenzione da cui origina il citato provvedimento si collega alle operazioni “FOLLOW THE MONEY” e “BLACK BLEND”, condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania della Guardia di Finanza.

In particolare, nell’ambito dell’indagine “FOLLOW THE MONEY”, i citati imprenditori, già tratti in arresto nel 2021 in esecuzione di apposita Ordinanza di custodia cautelare in carcere del Tribunale etneo, sono stati rinviati a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa poiché avrebbero sistematicamente favorito il clan “Scalisi” fornendo, mediante l’alimentazione della cassa e il mantenimento del gruppo e dei suoi sodali, un contributo, stabile e protratto nel tempo, alla realizzazione delle finalità dell’organizzazione mafiosa, al consolidamento del potere economico e all’occultamento e all’incremento del patrimonio del sodalizio, in cambio del quale avrebbero ricevuto protezione e agevolazione nell’espansione delle proprie attività imprenditoriali.

Grazie a tale “mutua assistenza” tali soggetti – imprenditori inizialmente operanti nel settore della logistica e dei trasporti nella zona di Adrano (CT) – avrebbero progressivamente esteso le loro illecite attività imprenditoriali in altre aree del territorio nazionale, diversificandole verso il settore della commercializzazione dei prodotti petroliferi.

La diversificazione dell’attività sarebbe confermata dalle risultanze dell’operazione “BLACK BLEND”, anch’essa condotta dal Nucleo PEF di Catania della Guardia di finanza, al cui esito i predetti sono stati destinatari, unitamente ad altri indagati, di un decreto di sequestro preventivo delle società e disponibilità a loro riconducibili, emesso dal locale Tribunale, in quanto ritenuti responsabili dei reati di omessa e infedele dichiarazione dei redditi (artt. 4 e 5 del D.Lgs. n. 74/2000) nonché di sottrazione all’accertamento e al pagamento delle accise su prodotti energetici (art. 40 del D.Lgs. n. 504/1995).

In particolare, le investigazioni delle Fiamme Gialle etnee avrebbero disvelato l’operatività di un gruppo criminale, di cui i due soggetti in parola sarebbero stati i promotori e organizzatori, dedito:

  • all’illecita introduzione nel territorio dello Stato di ingenti quantitativi di prodotti energetici provenienti da Austria, Germania, Repubblica Ceca, Romania e Slovenia, formalmente indirizzati a due depositi in provincia di Verona e Catania, ma di fatto destinati ad altri siti etnei di stoccaggio gestiti dagli indagati;
  • alla successiva cessione dei citati carburanti a favore di imprese di autotrasporto e distributori stradali operanti nel territorio siciliano. La competitività dei prezzi praticati sarebbe stata assicurata grazie alla sistematica evasione, per decine di milioni di euro, delle imposte dovute sui prodotti energetici, in particolare l’IVA, ricorrendo all’omissione ovvero alla presentazione di dichiarazioni fiscali infedeli.

Sulla base degli elementi raccolti nel corso delle indagini, i due imprenditori sono stati considerati soggetti “pericolosi per la società” e, pertanto, nei loro confronti sono stati eseguiti mirati approfondimenti diretti a verificare il sussistere delle condizioni previste dal codice delle leggi antimafia (D.Lgs. n. 159/2011) per l’applicazione delle misure di prevenzione a carattere patrimoniale. A tal fine, il Nucleo PEF di Catania della Guardia di Finanza ha svolto articolati accertamenti economico-finanziari individuando i beni e le disponibilità, direttamente o indirettamente riconducibili ai proposti.

Le analisi svolte per valutarne la loro coerenza rispetto alle fonti reddituali lecite prodotte dai medesimi e dai relativi nuclei familiari hanno fatto emergere – nell’attuale fase del procedimento, in cui non si è ancora instaurato il contraddittorio con le parti – un’evidente sproporzione tra le ricchezze accumulate e i redditi complessivamente prodotti, risultati talmente esigui da non poter assicurare nemmeno il sostentamento familiare.

Alla luce dei riscontri eseguiti, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania, su proposta della Procura etnea, ha pertanto disposto il sequestro di prevenzione dei seguenti beni e disponibilità riconducibili ai citati soggetti, ritenuti frutto o reimpiego dei proventi illecitamente accumulati:

  • quote sociali e relativi compendi aziendali di 28 attività commerciali (di cui 23 società con sede in Italia, 1 società di diritto estero e 4 ditte individuali), site nelle province di Catania (n. 16, di cui 9 in Catania città, 5 in Adrano e 2 in Biancavilla), Enna (n.1), Mantova (n.1), Milano (n.3), Roma (n.1), Verona (n.5) nonché nella città di Villach in Austria (n.1), operanti nel settore della logistica e dei trasporti, della commercializzazione dei prodotti petroliferi e immobiliare;
  • 70 beni immobili (di cui 36 fabbricati e 34 terreni), situati nelle province di Catania (n. 47, di cui 1 in Aci Catena, 40 in Adrano e 6 Biancavilla), Enna (n.6), Messina (n.2), Mantova (n.6), Modena (n.2) e Verona (n.7);
  • denaro contante per 1,7 mln di euro nonché gioielli e preziosi (9 rolex e 16 tra monili, anelli e bracciali) per un valore di oltre 250.000 euro, rinvenuti nella disponibilità dei medesimi;
  • rapporti bancari e finanziari, personali e societari, con disponibilità poste a disposizione dell’amministratore giudiziario complessivamente pari a 16 milioni di euro,

per un valore complessivo di circa 98 milioni di euro.

 

 

 

Violenze sui minori, I crimini sono aumentati del 34%

 

 

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In crescendo i reati su minori . Se nel 2021 era stata superata per la prima volta quota 6mila casi, nel 2022 il balzo è così grande da spingere il numero verso i 7mila (6.857).

A confermare la tendenza di crescita è il dato su 10 anni: dal 2012 (5.103 reati) al 2022 i crimini a danni di minori sono aumentati del 34%. I dati, forniti e curati  dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, sono stati resi noti dalla Fondazione Terre des Hommes nel Dossier indifesa ‘La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo’ 2023, in occasione della Giornata mondiale delle bambine (11 ottobre).

Il documento è stato presentato a Roma, al Maxxi Museo delle Arti del XXI Secolo, alla presenza di Stefano Delfini, direttore del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza; Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza; Oleksandra Romantsova, direttrice esecutiva del Centro per le libertà civili di Kiev, premio Nobel per la pace 2022; Donatella Vergari, presidente di Terre des Hommes Italia.

Nel corso degli anni, la grande prevalenza di bambine e ragazze tra le vittime di reati non solo è confermata ma è aumentata.      Il fattore più inquietante è costituito dalla crescita del reato di  violenze sessuali,  27% in più in un anno: da 714 nel 2021 sono passate a 906 lo scorso anno, per l’89% ai danni di bambine e ragazze. Erano l’87% l’anno precedente e l’85% (sul totale di 689 casi) nel 2012. Mentre nel 2022 sono state il 65% (su 37) le bambine vittime di prostituzione minorile a fronte del 60% (su 77) nel 2012.

Vi sono anche altri tipi di reato, spesso non denunciati, , come maltrattamento di familiari e conviventi minori (53%), detenzione di materiale pornografico (71%), pornografia minorile (70%), atti sessuali con minorenne (79%), corruzione di minorenne (76%), violenza sessuale aggravata (86%).

 

La giustizia -Corte d’Assise d’appello-batte oggi un colpo: Ergastolo per il boss Nino Madonia l”assassino” del poliziotto Agostino

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Ergastolo confermato dai  giudici della Corte d’assise d’appello di Palermo al boss di spicco Nino Madonia nel processo di appello per l’omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie incinta, Ida Castelluccio, uccisi a colpi di pistola il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini.

Madonia aveva scelto il rito abbreviato e in primo grado, nel 2021, aveva subito eguale condanna L’accusa, rappresentata dai sostituti procuratori Domenico Gozzo e Umberto De Giglio, aveva sollecitato la conferma della sentenza di primo grado. I giudici della seconda sezione della corte di di assise di appello, presieduta da Angelo Pellino, hanno pronunciato la sentenza alle 16.45 dopo essere entrati in camera di consiglio questa mattina.

. Confermate anche le condanne di risarcimento per le parti civili costituite: i familiari delle vittime, il centro studi Pio La Torre e l’associazione Libera.

La Corte ha escluso l’aggravamento della premeditazione per l’omicidio di Ida Castelluccio. Presenti in aula i sostituti pg Domenico Gozzo e Umberto De Giglio, al loro fianco il capo dell’ufficio, la procuratrice generale Lia Sava. C’era anche il papà di Nino Agostino, Vincenzo, con la figlia Flora, seduto accanto all’avvocato di parte civile Fabio Repici. In questo procedimento, a porte chiuse, l’unico imputato è il boss Nino Madonia che aveva scelto il rito abbreviato ed in primo grado, nel 2021, era stato condannato all’ergastolo.

L’accusa ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado. Prima che la Corte si ritirasse in camera di consiglio, l’imputato in fase di dichiarazioni spontanee si è rivolto al papà della vittima, Vincenzo, dicendo: «Non sono stato io a uccidere suo figlio. Non è giustizia se vengo condannato». Nel processo con il rito ordinario, invece, che si svolge dinanzi alla Corte di assise presieduta da Sergio Gulotta, sono imputati il boss Gaetano Scotto, accusato di duplice omicidio aggravato in concorso e Francesco Paolo Rizzuto, accusato di favoreggiamento.

Alcuni appunti su Agostino. Era un agente in servizio al commissariato San Lorenzo di Palermo componente di un gruppo che collaborava con i Servizi segreti per la cattura dei latitanti mafiosi. Agostino sarebbe stato in possesso di un «prezziario» con una lista di latitanti. Formalmente assegnato alle volanti, Agostino indagava sui grandi latitanti assieme ad Emanuele Piazza, anche lui assassinato, Giovanni Aiello, morto d’infarto 4 anni fa, Guido Paolilli, agente di polizia, e ad altri componenti allora di vertice dei Servizi di sicurezza.

 Agostino avrebbe compreso le reali finalità della struttura a cui apparteneva (alla quale aveva offerto una pista per arrivare alla cattura di Salvatore Riina a San Giuseppe Jato) e avrebbe deciso di allontanarsene poco prima del matrimonio. Una scelta che, secondo gli inquirenti, ha pagato con la vita. La Dia ha indagato sui rapporti tra esponenti delle istituzioni e i capimafia Madonia, boss di Resuttana, e Scotto, da sempre indicato come trait d’union con appartenenti ai Servizi di sicurezza, e sulla figura di Aiello, noto come «faccia da mostro», un personaggio dalle mille ombre con legami con ambienti dell’eversione nera poi deceduto.

Nino Madonia

Il delitto è rimasto impunito per 32 anni. Dopo una lunga indagine a carico di Madonia, del boss Gaetano Scotto e di Francesco Paolo Rizzuto, un amico della vittima, la Procura di Palermo aveva chiesto l’archiviazione ritenendo che non ci fossero elementi idonei ad andare a processo. L’inchiesta è stata avocata dalla Procura generale che è giunta a conclusioni differenti e ha chiesto il rinvio a giudizio dei tre imputati. Madonia aveva scelto l’abbreviato.

Decisive le dichiarazioni dei pentiti Vito Galatolo, Francesco Marino Mannoia, Giovanni Brusca, Giuseppe Marchese, Francesco Onorato, ma anche di testimoni vicini ad Agostino, come colleghi e familiari. Da notare che da tempo il padre della vittima, sempre intento per la ricerca della verità ha denunciato i depistaggi e le connivenze che hanno protetto i responsabili della morte del figlio chiedendo giustizia.

 

Lampedusa, migranti su barchini di lamiera e la Guardia di Finanza che soccorre i naufraghi

 

La distanza che separa le coste del Nord Africa da Lampedusa,  una tomba di migliaia di vite umane..  La Guardia di finanza  della Sezione operativa navale (Senaguarfi) di Lampedusa, istituita dal Corpo tre anni fa sulla più grande delle Pelagie in virtù della richiesta del capitano Edoardo Anedda, è in continua attività di salvezza. Si apprende anche che vi sono velivoli delle varie amministrazioni dello Stato e di Frontex che effettuano continue ricognizioni aero-marittime per segnalare imbarcazioni con migranti in navigazione verso l’isola, ma anche eventuali situazioni sospette”.

 Ammassati su barchini di lamiera con una linea di galleggiamento ridottissima affrontano i migranti il mare. Devono stare tutti seduti. Perché la barca non affondi con lo squlibrio
Migranti che decidono di cambiare vita – è la loro speranza – ma il più delle volte sono vittime dei trafficanti di esseri umani e adesso anche dei ‘pirati’ del mare, pronti ad assaltare i natanti carichi di naufraghi per rubare loro il motore e quei pochi beni che hanno al seguito. Lo sanno bene anche gli uomini e le donne della Sezione operativa navale di Lampedusa, perché accanto al soccorso e all’assistenza alle carrette del mare, la Guardia di Finanza non smette un secondo di svolgere la sua preziosa attività ..

Premio Nobel per la Chimica: vincono Moungi Bawendi, Louis E.Brus, e Alexei I.Ekimov (russo)

 

Nobel Chimica 2023, premio a Bawendi, Brus e Ekimov

 

 

Lo studioso statunitense di origine tunisina Moungi Bawendi, l’americano Louis E. Brus e Il ricercatore russo Alexei I. Ekimov vincono il Premio Nobek per la Chimica di quest’anno.

. Il riconoscimento – spiega la motivazione ufficiale l’Accademia svedese delle Scienze – è stato attribuito per la scoperta e lo sviluppo dei punti quantici. “Queste minuscole particelle – si sottolinea – hanno proprietà uniche e ora diffondono la loro luce dagli schermi televisivi e dalle lampade a LED. Catalizzano le reazioni chimiche e la loro luce può illuminare il tessuto tumorale per un chirurgo”.

Afferma Johan Åqvist, presidente del Comitato per il Nobel per la Chimica.I punti quantici hanno molte proprietà interessanti e speciali, soprattutto possono assumere colori completamente diversi a seconda della loro dimensione”, afferma Johan Åqvist, presidente del Comitato per il Nobel per la Chimica.