PERCHE’ IL MINISTRO-MAGISTRATO NORDIO DEFINISCE “PORCHERIE” LE INTERCETTAZIONI -E VUOLE ELIMINARLE – QUANDO IL LORO CONTENUTO E’ SPESSO DI NATURA MAFIOSA?

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di  RAFFAELE LANZA

 

E venne l’ora di Nordio. Il magistrato Ministro fa sentire la sua voce Ed è una voce imponente ,d un uomo fiero delle sue idee, e di quello che intende smontare nella Magistratura.  Nordio si è voluto mettere in vetrina perchè vuol limitare soprattutto le intercettazioni giudiziarie, catapultando il Paese indietro almeno di  quarant’anni e garantendo l’impunità delle persone “importanti” a capo delle istituzioni.  Vuol tenere cioè tutto sotto controllo di una parte politica che non vuole ostacoli di sorta dall’Autorità giudiziaria e controlli di ruberie o “porcherie” varie dei politici nazionali e regionali.

Ha una bella faccia tosta il ministro quando definisce “porcheria” solo una sfumatura del problema intercettazioni  eludendo il contenuto spesso illecito -corruttivo delle medesime.  Perchè vietarle pubblicamente signor Ministro?      I politici corrotti ed incapaci debbono provare pubblicamente la vergogna delle azioni illecite e criminali quando le commettono. Perchè la stampa deve mettere un velo sulle intercettazioni del malaffare e corruzione anche di tipo mafiosa?    Non siamo per niente d’accordo!   

 

Carlo Nordio, chi è il ministro della Giustizia nel governo ...

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Nato a Treviso nel 1947, Carlo Nordio si è laureato in giurisprudenza a Padova nel 1970. Dal 1977 ha ricoperto il ruolo di Procuratore a Venezia e durante gli anni ’80 poi ha guidato le indagini sulla presenza delle Brigate Rosse in Veneto. Nel 1993 si è occupato delle cosiddette “coop rosse”, l’indagine per finanziamento illecito nata a carico dei vertici veneti del Psi e della Democrazia cristiana. Partendo dai fallimenti di alcune cooperative agricole venete, Nordio infatti aveva ipotizzato che il meccanismo fosse di creare coop agricole per ottenere finanziamenti pubblici, spostare il denaro al partito per poi farle fallire. Alla fine, una strana contraddizione, ,è stato Nordio stesso a chiedere l’archiviazione per i vertici del Pds.

 

Afferma il governante Nordio:“Ho parlato di infinite criticità della nostra giustizia, ho visto l’enfatizzazione sull’aspetto penale ma voglio dire che in questo momento la prima, la seconda e terza emergenza sono di carattere economico. Le priorità che questo Ministero intende dare alle riforme della giustizia riguardano questioni che possono avere un impatto diretto sull’economia, sia sulla semplificazione normativa che sulla rimodulazione delle responsabilità penali”.

Queste le parole del  ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in audizione presso la Commissione Giustizia sulle linee programmatiche del suo dicastero..,  in un momento di crisi economica “la priorità assoluta è avere una giustizia più efficiente. Le altre riforme seguiranno o inizieranno in parallelo, in quanto l’omogeneità del governo consente di programmare una serie di riforme a lunga scadenza – spiega – e, con l’indispensabile contributo di avvocati, magistrati e delle altre istituzioni, vogliamo modernizzare il nostro Paese”.
“Vi sono delle riforme sulla quali spero troveremo una convergenza, perchè non sono legate a schemi ideologici ma coniugate con le esigenze materiali del Paese, ad esempio, il rilascio di un certificato non può avvenire in mesi, oggi deve avvenire nello spazio di minuti e questo potrà comportare una riduzione di tempi e un forte guadagno economico e un forte impulso alla ripresa”…..
Ma la spina cruciale e il fuoco bollente, dove probabilmente Nordio si scontrerà con quella parte della Magistratura d’opinione del tutto contraria, sono le intercettazioni, uno strumento agevole ed importante per tanti che combattono la corruzione ma non per il ministro che considera le  intercettazioni  uno “strumento delicatissimo”da limitare al massimo e bisogna vigilare “abbastanza per evitare che persone che non c’entrano nulla con le indagini vengano delegittimate da parte della stampa. Questo vulnus non ha colpito solo politici, amministratori e ministri ma anche magistrati”.

Nordio ha parlato di una “porcheria” quella della “diffusione pilotata e arbitraria di intercettazioni, questa non è civiltà e libertà ma una deviazione dei principi minimi di civiltà giuridica sulla quale questo ministro è disposto a battersi fino alle dimissioni”  Peccato solo che Nordio abbia dimenticato che in virtù delle intercettazioni  l’Italia- Carabinieri e Finanza in testa- è un Paese all’avanguardia nella lotta alla corruzione e al malaffare

Putin ritorna a parlare di minaccia nucleare in aumento nel conflitto tra Ucraina e Russia

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Il presidente russo, Vladimir Putin,dopo il divieto di manifestare da lui disposto con decreto,  intervenendo in video collegamento a un incontro del Consiglio per i diritti umani, ha rilasciato un commento sul conflitto attuale in Ucraina. “.La minaccia di una guerra nucleare è “in aumento”  tra Ucraina e Russia.

La Russia considera le armi nucleari una risposta a un attacco“, ha proseguito il presidente,  il suo Paese non abbia “armi nucleari tattiche in altri Paesi a differenza degli Stati Uniti”.

“Noi non parliamo di usare armi nucleari”, ha poi aggiunto, sottolineando che “la Russia non è impazzita” e che “abbiamo le armi più avanzate, ma non vogliamo usarle”.

La Russia  si difenderà con tutti i mezzi a disposizione. “Prima di tutto, ovviamente, ci concentreremo sui mezzi pacifici, ma se non resta nient’altro, ci difenderemo con tutti i mezzi a nostra disposizione”.

La cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina potrebbe rivelarsi “un processo lungo”, ha detto Putin, suggerendo la possibilità che Mosca non abbia in programma di concludere il conflitto a breve-medio termine.

Posizione americana – “Siamo stati coerenti sulle nostre preoccupazioni per una escalation”, ha spiegato il portavoce della Sicurezza nazionale Usa, John Kirby. “Non li abbiamo incoraggiati a farlo”, ha aggiunto, riferendosi ai raid dei droni contro due basi aeree russe attribuiti a Kiev. 

Sentenza di condanna ai Clan mafiosi di Agrigento- Un avvocato coinvolto -e condannato a 15 anni-chiede di parlare con il magistrato

Agrigento

Sentenza di condanna a pene comprese tra 10 mesi e 20 anni mafiosi e professionisti agrigentini accusati a vario titolo di associazione mafiosa. La condanna   emessa dal Gup di Palermo dott Paolo Magro non ha risparmiato neppure  un poliziotto e un agente penitenziario che rispondevano, rispettivamente, di ” accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreto d’ufficio”.

Il processo, celebrato in abbreviato, nasce da una indagine della Dda, coordinata dall’’aggiunto Paolo Guido, sui clan della provincia di Agrigento che coinvolse anche l’avvocata Angela Porcello, oggi condannata per mafia a 15 anni e 4 mesi. La penalista -si apprende – avrebbe chiesto di parlare con il magistrato Quattro gli assolti.

Il capomafia Giuseppe Sicilia è stato condannato a 18 anni e 4 mesi, ai boss Luigi Boncori e Calogero di Caro sono stati inflitti 20 anni, a Giancarlo Buggea, compagno della Porcello, 20 anni, a Simone Castello, in passato ritenuto il “postino del capomafia Bernardo Provenzano, 12 anni, a Diego Cigna, esponente della stidda 10 anni e sei mesi, a Gregorio Lombardo 17 anni, a Calogero Paceco 8 anni, a Giuseppe Giuliana 8 anni.

Il poliziotto di Canicattì Giuseppe D’Andrea ha avuto, per accesso abusivo al sistema informatico, 3 anni e 4 mesi, la collaboratrice della Porcello, l’avvocata Annalisa Lentini un anno e 4 mesi per falso materiale in concorso con Vincenzo Di Caro che ha avuto un anno. Per rivelazione di segreto professionale ha avuto 10 mesi Giuseppe Grassadonia, un agente penitenziario che aveva comunicato ai familiari di un detenuto il suo spostamento. A Gaetano Lombardo sono stati inflitti per favoreggiamento 3 anni e 4 mesi.

Gli assolti sono: Luigi Carmina, Antonino Oliveri, Giovanni Nobile, Gianfranco Gaetani.

 

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Secondo le indagini nello studio dell’avvocato,(nella foto/immagine sopra), si tenevano i summit tra i vertici delle cosche agrigentine. Rassicurati dall’avvocato, i capi dei mandamenti di Canicattì , della famiglia di Ravanusa, Favara e Licata, Simone Castello, ex fedelissimo del boss Bernardo Provenzano e il nuovo capo della Stidda, l’ergastolano Antonio Gallea, a cui i magistrati avevano concesso la semilibertà , discutevano di problematiche legate a  Cosa nostra.

Le centinaia di ore di intercettazione disposte nello studio penale dopo che, nel corso dell’inchiesta, i carabinieri hanno compreso la vera natura degli incontri, hanno consentito agli inquirenti di far luce sull’intera vicenda criminale

Confiscati 20 milioni di euro all’imprenditore Sergio Leonardi “che agevolava il Clan mafioso etneo dei Mazzei”

 

 

Catania,

Confisca di beni mobili e immobili, denaro, preziosi e compendi societari nella disponibilità di un noto imprenditore siciliano,(Sergio Leonardi, nella foto sopra) già oggetto di decreto di sequestro in materia di prevenzione antimafia, .    Confisca disposta dalla Procura della Repubblica di Catania , dal Tribunale -Sez Prevenzione  ed eseguita dal  Comando Provinciale di Catania della Finanza

Si tratta, in particolare, di un patrimonio del valore di circa 20 milioni di euro,costituito da 6 attività imprenditoriali, 3 fabbricati, 1 motociclo, denaro contante e diversi preziosi.

L’indagine di prevenzione da cui origina il citato provvedimento si collega all’operazione “VENTO DI SCIROCCO”, condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania della Guardia di finanza e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo etneo, all’esito della quale il predetto imprenditore è stato tratto in arresto, unitamente a 22 persone, in quanto ritenuto responsabile dei reati di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere, estorsione in concorso, intestazione fittizia di beni, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, falsità commessa dal privato in atto pubblico, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di scritture contabili, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare il clan mafioso etneo dei “Mazzei” (cd. “Carcagnusi”).

I successivi approfondimenti svolti da unità specializzate del GICO del predetto Nucleo PEF volti all’applicazione delle misure di prevenzione, hanno permesso di inquadrare il proposto quale soggetto caratterizzato da “pericolosità qualificata” che avrebbe vissuto abitualmente con i proventi di attività delittuose, essenzialmente consistenti nella perpetrazione continuata di articolate frodi fiscali e di contrabbando aggravato.

Sotto il profilo soggettivo, la carriera criminale del proposto avrebbe avuto inizio nel 2007 sotto l’egida mafiosa dello zio della moglie, all’epoca, capo del clan “SCIUTO-TIGNA”. Dopo la carcerazione di quest’ultimo capo clan, l’imprenditore siciliano, tra il 2009 e il 2011, sarebbe finito sotto l’ala protettrice dei Mazzei, i quali si sarebbero avvalsi del suo operato per il contrabbando di prodotti petroliferi.

Il proposto, al di là delle sue stabili frequentazioni con soggetti gravati da rilevanti precedenti penali e di polizia, è risultato inoltre coinvolto in molteplici vicende giudiziarie per reati edilizi, furto continuato, associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione di pagamento dell’accisa sul gasolio da autotrazione e al contrabbando di prodotti petroliferi immessi nel mercato nazionale in evasione d’imposta (Accise e IVA), utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, falso ideologico, frode in commercio e turbata libertà del commercio, riciclaggio e autoriciclaggio.

Al descritto profilo soggettivo del proposto è, tra l’altro, corrisposta una rilevante e costante “sproporzione” nel periodo considerato (2007-2017) tra le attività economiche possedute, dal medesimo e dal suo nucleo familiare, e i redditi dagli stessi dichiarati.

Sulla base dei descritti plurimi elementi indiziari, il Tribunale etneo ha ritenuto il proposto “socialmente pericoloso” e che i beni e le attività economiche acquisite dal 2007 al 2017 abbiano rappresentato il frutto e/o il reinvestimento dei proventi della attività illecite, disponendone, con il provvedimento del 2020, il relativo sequestro.

Con la recente decisione, eseguita dal Nucleo PEF di Catania della Guardia di finanza, il giudice ha confermato la bontà della ricostruzione effettuata dai finanzieri etnei nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura etnea, disponendo la confisca del patrimonio nella disponibilità del soggetto proposto e, in particolare, di:

– 4 società e 2 ditte individuali, operanti nel settore del commercio di prodotti petroliferi aventi sede tra Catania, Augusta e Sant’Agata Li Battiati (CT);   (Lbs Trading Srl con sede ad Augusta, Lubricarbo Srl con sede a Catania e deposito commerciale ad Augusta,  Petrol Sel Srl  ed Esse Elle Petroli srl  con sede a Catania), 2 ditte individuali  (La Leonardi Sergio e la Fg Oil di Falspaerla con sede aventi sede a Sant’Agata Li Battiati),- 3 immobili, di cui 2 siti a Catania e 1 in Giardini Naxos (ME); – diversi beni mobili (un motociclo, denaro contante e diversi preziosi), per un valore di circa 20 milioni di euro.

L’attività dei Finanzieri di Catania si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte da questa Procura e dalla Guardia di Finanza di Catania, volte al contrasto, sotto il profilo patrimoniale, della criminalità economica, al fine di evitare i tentativi, sempre più insidiosi, di inquinare il tessuto imprenditoriale della provincia, anche profittando delle difficoltà legate al periodo di contrazione economica.

 

 

Si contano ogni giorno i morti nelle acque maltesi ma l’Europa resta ancora immobile. Accuse del sindaco di Lampedusa

Migranti: naufragio a largo Libia, oltre 100 morti ...

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Il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, dopo l’ennesimo naufragio  accusa l’Europa di immobilismo. Cisì si è espresso: “Il naufragio è avvenuto in acque Sar maltesi, dove sono intervenute le nostre motovedette. E’ inconcepibile che ci siano Stati Ue che non adempiano al dovere, non dico di accoglienza, ma quanto meno di soccorso e che l’Europa davanti a simili atteggiamenti non prenda posizione, salvo poi scandalizzarsi davanti alla questione delle navi ong”. 

In 33, tra cui 3 donne e 7 minori, sono stati tratti in salvo da un peschereccio in acque internazionali. Una donna avrebbe riferito ai soccorritori di aver perso i due figli, un neonato e un bimbo di 6 anni. All’appello mancherebbero anche altri due uomini. I superstiti sono stati trasbordati su una motovedetta della Capitaneria di porto e condotti a Lampedusa. “L’Italia non si è mai tirata indietro di fronte a un soccorso – prosegue   Mannino -, ma serve un intervento strutturale e organico. Invece, mentre noi continuiamo a contare i morti l’Europa resta ferma e in silenzio. Lo ripeto ormai da cinque mesi: è necessario un intervento forte con la collaborazione tra tutti gli Stati membri e cambiare il prima possibile il regolamento di Dublino”.

 

Catania: traffico di stupefacenti, 14 arresti

Immagini droga-Eroina – Antidroga

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 Catania,

 Un’ordinanza cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania è stata notificata nelle prime ore del mattino, su delega della Procura distrettuale della Repubblica dai Carabinieri della Compagnia di Gravina 8Catania) nei confronti di 14 persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti nonché spaccio di sostanze stupefacenti.

L’attività di indagine, coordinata da questa Procura della Repubblica e condotta dalla Stazione Carabinieri di San Giovanni La Punta, da febbraio a dicembre 2020, ha consentito di evidenziare la sussistenza di un grave quadro indiziario, commisurato all’attuale fase delle indagini in cui il contraddittorio tra le parti non risulta instaurato in modo completo, relativamente all’esistenza di una organizzazione criminale finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo eroina, operante in Catania e Provincia, che avrebbe avuto al vertice il nucleo familiare riconducibile a M.A., all’epoca detenuto agli arresti domiciliari, il quale attraverso i suoi due figli (tutti e tre non colpiti da ordinanza in quanto già cautelati in altro procedimento penale per condotte della medesima tipologia),  avrebbero gestito il traffico illecito servendosi di molteplici sodali o gruppi criminali, ognuno avente una specifica area geografica di competenza.

L’indagine, sviluppata mediante attività di intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre che attraverso videoriprese e pedinamenti, sembra aver disvelato l’operatività di uno stabile sodalizio criminale, strutturato secondo una precisa suddivisione territoriale e con una cassa comune (l’introito complessivo si sarebbe aggirato intorno ai 3.000 euro giornalieri).

Il sodalizio, mediante l’utilizzo di apparecchi telefonici che sarebbero stati forniti dai M. aventi Sim intestate a soggetti extracomunitari e attraverso l’impiego di appellativi alias nonché di terminologia convenzionale, con lo scopo di impedire eventuali identificazioni da parte delle forze di polizia, organizzava l’attività di traffico e l’approvvigionamento della sostanza, ponendo in essere anche sponsorizzazioni dell’eroina attraverso celati sms, come ad esempio proposte di 3 dosi di eroina al costo di 2, da qui il nome dell’indagine 3X2.

Il gruppo si sarebbe occupato sia della cessione al dettaglio attraverso sodali all’uopo incaricati sia di rifornire stabilmente altri gruppi criminali operanti nel capoluogo e in altri paesi della provincia Etnea, quali, ad esempio il gruppo “camminanti” di Adrano.

L’indagine, inoltre, ha disvelato il riutilizzo dei proventi dell’eroina al netto delle percentuali spettanti agli associati, per l’acquisto di sempre più ingenti quantitativi della medesima sostanza fino ad arrivare anche a panetti dal peso complessivo di 3kg mensili.

Nel corso dell’indagine sono state arrestate in flagranza di reato 8 persone e deferite altre 3, nonché sono stati recuperati oltre 600 grammi di sostanza stupefacente del tipo eroina.

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto la custodia in carcere per nove indagati e l’obbligo di dimora e di presentazione alla Polizia Giudiziaria per altri cinque, nel medesimo contesto sono stati deferiti in stato di libertà ulteriori dodici persone.

 

“Banca d’Italia :la manovra del governo favorisce in realtà l’evasione.fiscale.”

In Italia ci sono quasi sei milioni di poveri, ma per nessuno sono un'emergenza - Il Riformista

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Fabrizio Balassone, capo del Servizio Struttura Economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia così si è espresso   in audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla manovra 23:

“Soglie più alte” per l’utilizzo del contante “favoriscono l’economia sommersa” mentre “l’uso di pagamenti elettronici permettendo il tracciamento delle operazioni ridurrebbe l’evasione fiscale”. 

I limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione”, 

Sul Pnrr .”La piena attuazione delle riforme e investimenti del Pnrr potrà fornire un contributo determinante alla crescita economica e di riflesso al miglioramento della finanza pubblica”.

l Presidente Mattarella ha ricevuto il Capo della Polizia, Giannini, con i familiari delle vittime e i superstiti delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto questo pomeriggio al Quirinale, in occasione del trentennale delle stragi del ‘92, Lamberto Giannini, Capo della Polizia – Direttore generale della Pubblica Sicurezza, con una delegazione di familiari delle vittime e superstiti delle Stragi di Capaci e di Via D’Amelio composta da Maria Rosaria Costa (vedova di Vito Schifani), Concetta Mauro Martinez (vedova di Antonio Montinaro), Rosalba Terrasi (fidanzata di Rocco Dicillo), Angelo Corbo (ferito Strage Capaci), Provvidenza Mazza (consorte di Angelo Corbo), Giuseppe Costanza (ferito Strage Capaci), dott. Manfredi Borsellino (figlio del Magistrato Paolo Borsellino) e vice Questore della Polizia di Stato, dott.ssa Lucia Borsellino (figlia del Magistrato Paolo Borsellino), Desiree Benedetti (figlia di Maria Rosaria Costa), Luisa Affatato (madre di Rocco Dicillo) e Mauro Parissone di “42° Parallelo” società di produzione del documentario “I ragazzi delle Scorte” che andrà in onda sui canali Rai.

Beni culturali, Vanessa Beecroft a Palazzo Abatellis: mercoledì 7 dicembre per presentare “VB94”

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Palermo,
Mercoledì 7 dicembre alle 10 alla Galleria regionale della Sicilia “Palazzo Abatellis”, via Alloro 4, a Palermo, verrà presentata alla stampa VB94 di Vanessa Beecroft.  Lo comunica la Regione siciliana.
L’installazione sarà poi aperta al pubblico giovedì 8 dicembre con una performance che si svolgerà dalle 18 alle 21, nella stessa Galleria regionale, e che accompagnerà l’esposizione di sculture inedite realizzate dall’artista, in mostra fino all’8 gennaio 2023.
Il progetto, realizzato in collaborazione con l’associazione Amici dei musei siciliani e con il sostegno dell’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, è stato appositamente realizzato dall’artista per Palazzo Abatellis ed è ideato e prodotto da Vanessa Beecroft Studio – Los Angeles, con la partecipazione della Galleria Lia Rumma, Napoli/Milano e il supporto della famiglia Planeta.
Interverranno Elvira Amata, assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Evelina De Castro, direttrice di Palazzo Abatellis, Bernardo Tortorici, presidente associazione Amici dei musei siciliani, l’artista Vanessa Beecroft e  il compositore Gustave Rudman.

Villa Romana del Casale patrimonio dell’Unesco da 25 anni- Domani si presenterà il nuovo Piano di gestione

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La Villa Romana del Casale di Piazza Armerina celebra 25 anni di iscrizione nel World Heritage List, la lista dei siti riconosciuti patrimonio mondiale dell’Unesco. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato dall’Onu il 6 dicembre del 1997 (contestualmente alla Valle dei Templi di Agrigento) in quanto “supremo esempio di villa romana di lusso” e per “i mosaici che la decorano, eccezionali per la loro qualità artistica ed invenzione, così come per la loro estensione”.

«Un importante anniversario – ha detto l’assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Elvira Amata – che ci rende orgogliosi, ma che sollecita, al contempo, una riflessione sulla ottimizzazione nella gestione del nostro patrimonio culturale. La Villa romana del Casale è un bene che il mondo ci invidia per la pregevolezza dei contenuti e dei mosaici, di grande raffinatezza; tutto il comprensorio del Parco archeologico è un unicum. Bisogna fare, però, ancora di più. Dobbiamo riuscire a comunicare con sempre maggiore efficacia il valore del nostro patrimonio affinché diventi sempre più attrattivo e capace di generare una tangibile crescita economica per il territorio».

Per l’occasione il Parco archeologico di Morgantina Villa romana del Casale  diretto da Liborio Calascibetta, ha organizzato due giornate di lavoro a Palazzo Trigona: prima iniziativa di un anno che si prospetta ricco di eventi. Domani alle 16 si presenterà il nuovo “Piano di Gestione del sito Unesco Villa Romana del Casale”, alla presenza dell’assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Elvira Amata, di studiosi e di autorità civili e religiose del territorio.

Mercoledì 7 dicembre alle 16 si svolgerà la conferenza stampa di presentazione di un nuovo progetto video che porta le firme di Oliviero Toscani e Pietrangelo Buttafuoco. Si tratta di un video-documentario “Vedere/immaginare. L’arte vista da chi non vede”, che nasce dall’idea del fotografo di fama internazionale Oliviero Toscani, scritto con Francesco Pontorno e la voce narrante del giornalista Pietrangelo Buttafuoco, per raccontare i mosaici della Villa Romana del Casale da una prospettiva inedita. Il video racconterà la Villa del Casale a chi non può goderla con gli occhi. Il progetto prevede il racconto dei mosaici attraverso un’esperienza sensoriale in cui la visione andrà oltre la vista, e sarà realizzato in primavera e diventerà fruibile prima della prossima estate.