Palermo
Mese: Maggio 2022
Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa e Giornata della memoria dedicata ai giornalisti uccisi da mafie e terrorismo
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa e Giornata della memoria dedicata ai giornalisti uccisi da mafie e terrorismo, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«La Giornata mondiale della libertà dell’informazione indetta da Onu e Unesco si apre quest’anno con un bilancio purtroppo drammatico. Sono 24 i cronisti uccisi nel 2021 e quasi 500 gli imprigionati.
Un dato destinato a salire con la guerra di aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, attualmente in corso.
Su di essi intensa deve essere l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale.
Si tratta di un prezzo altissimo pagato da chi è chiamato a onorare con coerenza la professione: essere testimoni di verità, attraverso le parole, le immagini
Testimoni che hanno talvolta pagato con la loro vita l’esposizione dei fatti, spesso scomodi per i poteri costituiti, dando voce al pluralismo vitale della società, senza il quale saremmo tutti più poveri e meno liberi.
Testimoni di libertà che hanno voluto rendere effettiva quella di espressione, coscienti di come una cittadinanza consapevole, attiva, capace di confrontarsi e approfondire, passa attraverso il loro servizio.
La libertà di stampa, insieme alla libertà di essere informati, è il termometro della salute democratica di un Paese.
Ce lo insegnano in questi giorni i drammatici avvenimenti della guerra in Ucraina.
È compito della comunità internazionale ai vari livelli rendere effettivi questi diritti».
Roma, 03/05/2022 (II mandato)
Trapani, scoperto dai Carabinieri un presunto bazaar. Un arresto
In particolare, durante una discreta azione di controllo dei movimenti dell’uomo, già sospettato di essere dedito allo spaccio di stupefacenti, i Carabinieri hanno proceduto alla perquisizione di un edificio di edilizia popolare nel quale lo stesso passava la maggior parte del proprio tempo, pur non essendo la sua abitazione di residenza.
In tale contesto, i militari dell’Arma hanno atteso il momento più opportuno per intervenire, ovvero mentre avveniva la compravendita di una dose di droga tra il 44enne e un assuntore abituale, quest’ultimo poi segnalato alla competente Prefettura di Trapani.
Una volta all’interno del locale, i Carabinieri hanno rinvenuto 73 gr di hashish, 18 gr. di cocaina, 33 gr di cristalli di crack, una sorta di “libro mastro” con cifre e nomi che potrebbe riportare la contabilità di presunte attività di spaccio, un bilancino di precisione e la somma contante di 75 euro, verosimilmente provento del traffico illecito.
Sono stati rinvenuti, inoltre, un grosso coltello con la lama ancora sporca di hashish, una macchina per il sottovuoto con le relative buste e materiale vario utile al confezionamento delle dosi.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo avrebbe adibito l’immobile a vero e proprio bazar di sostanze stupefacenti. A tale scopo, era stata collocata una robusta porta in acciaio con una finestrella scorrevole, dalla quale gli investigatori ritengono avvenisse lo spaccio. Il locale era provvisto anche di ben 5 telecamere a circuito chiuso posizionate su tutto il perimetro esterno.
Alla luce degli elementi raccolti, i Carabinieri hanno arrestato l’uomo con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e, su disposizione del Sostituto Procuratore di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, hanno ristretto l’uomo presso la Casa Circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani.
L’arrestato è stato, altresì, deferito poiché avrebbe occupato abusivamente il locale in cui avveniva la presunta attività di spaccio.
Nel corso dell’udienza di convalida il competente Giudice ha disposto la permanenza dell’uomo nell’istituto carcerario. Le indagini degli inquirenti proseguono al fine di raccogliere ulteriori riscontri investigativi.
Approvato un bonus di 200 euro per i lavoratori fino a 35 mila euro
Draghi: “Grazie a un aumento della tassa sugli extraprofitti delle aziende del settore energia”
Approvato un bonus da 200 euro per i lavoratori con redditi fino a 35mila euro e per i pensionati. “Importante provvedimento di sostegno al reddito di 28 milioni di italiani, pensionati e lavoratori dipendenti con un reddito fino a 35mila euro” spiega il premier Mario Draghi in conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri che ha approvato il provvedimento di decreto aiuti ed energia senza il voto dei M5 S….
Due milioni di interventi nell’abitato di Pettineo (Sicilia)
Palermo
Agricoltura, dalla Sicilia arriva il regolamento per uso e commercio dei tartufi
Napoli sempre più meta internazionale:Turismo, mille visitatori al giorni agli infopoint.
Mille turisti al giorno si sono recati agli infopoint installati dal Comune di Napoli in quattro luoghi nevralgici della città da sabato 23 aprile. Nel periodo tra il 28 aprile ed il 1 maggio sono stati 4680 i visitatori che si sono rivolti ai punti comunali per ricevere informazioni su siti, monumenti, iniziative culturali e sulle modalità di spostamento. In Piazza Plebiscito – con 1480 contatti – l’infopoint che ha registrato il maggior numero di turisti; segue quello di piazza San Gaetano con 1120 richieste; in 1090 si sono rivolti al punto informativo presso la Stazione Centrale e 990 all’aeroporto.
L’affluenza è equamente ripartita tra italiani e stranieri durante la settimana, ma sono questi ultimi – per lo più tedeschi, francesi e spagnoli – ad affollare Napoli soprattutto nel weekend.
“Anche questo fine settimana abbiamo avuto davvero tante presenze turistiche nella nostra città: siamo impegnati su più fronti a migliorare la qualità dell’accoglienza perciò mi piace sottolineare che l’installazione di 4 infopoint in luoghi cruciali della città sta riscuotendo un grande successo – il commento dell’assessore al Turismo Teresa Armato -.
Sono almeno un migliaio al giorno i visitatori che si fermano ai nostri infopoint per chiedere alle ragazze ed ai ragazzi notizie, indicazioni, mappe e brochure e che poi utilizzano il qr code per lasciare giudizi e consigli e per permetterci quindi di migliorare ancora. Attendiamo nelle prossime ore con grande piacere l’arrivo di turisti americani e giapponesi. L’obiettivo a lungo termine dell’Amministrazione Manfredi – ha aggiunto – è rendere sempre più Napoli una meta internazionale all’altezza delle grandi capitali europee”.
Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Celebrazione della Festa del Lavoro
Video Quirinale-
Palazzo del Quirinale, 01/05/2022 (II mandato)
Un saluto cordiale al Presidente della Camera e alla Vice Presidente del Senato.
Saluto e ringrazio per i loro interventi il Ministro del Lavoro, Orlando, i Presidenti Patriarca, Giovati e Sella, il Presidente dell’Inail, Bettoni, e il Direttore, Tardiola.
Un saluto speciale, insieme alle congratulazioni più vive, a quanti oggi – in Italia – vengono insigniti della Stella al Merito del lavoro.
Un saluto con vicinanza particolare ai familiari di coloro che l’hanno ricevuta alla memoria.
Si tratta di un segno di riconoscenza verso chi, mettendo passione, dedizione, professionalità nel lavoro di una vita, ha contribuito a far crescere il nostro Paese e a migliorarne la qualità.
È anche segno di un impegno che continua: la loro esperienza, la testimonianza manifestata parla ai più giovani e può aiutarli a costruire il futuro.
Buon Primo maggio a tutti! La festa del lavoro è festa per la Repubblica.
Rappresenta motivo di riflessione e di impegno.
Il primo articolo della Costituzione costituisce il fondamento su cui poggia l’architettura dei principi della nostra democrazia e della nostra civiltà.
Al tempo stesso è un pungolo, un senso di marcia, una sfida costante alle istituzioni, ai corpi sociali, alle forze produttive.
Il lavoro è misura di libertà, di dignità, rappresenta il contributo alla comunità.
È strumento di realizzazione di diritti sociali.
È motore di rimozione delle disuguaglianze, tema essenziale dopo la pandemia che le ha aggravate e ne ha create di nuove.
Premessa di tutto è la sicurezza sul lavoro.
È una battaglia che viene da lontano.
L’integrità della persona e della salute dei lavoratori è parte essenziale della visione che ispira il nostro patto costituzionale.
È stata ed è elemento qualificante della lotta del movimento dei lavoratori.
Ma non è un tema di parte, non appartiene soltanto a loro.
Vorremmo che intorno a questa necessità si mobilitasse il fronte più ampio, un patto di alleanza tra istituzioni, società civile, forze sociali ed economiche, per sottolineare con forza l’impegno a combattere un flagello che sconvolge la vita di troppe famiglie, rappresenta un’umiliazione per il mondo delle imprese e una sconfitta per chi, producendo beni e servizi, vede la propria attività sfigurata da queste morti.
Ogni incidente ha un costo: umano anzitutto, morale, sociale, economico.
Supera di gran lunga quello di ogni attività di prevenzione e tutela.
La caduta mortale di Fabio Palotti a Roma, la morte di Rosario Frisina a Gorgonzola, sono solo le ultime tragedie di una insopportabile catena che dobbiamo registrare con dolore e amarezza.
Tanti gli infortuni che causano conseguenze mortali o gravi menomazioni permanenti. Grande impegno va messo in campo, nell’applicazione di tecnologie moderne per proteggere il lavoro, consentire il recupero degli infortunati.
È uno sforzo, quello per la sicurezza, da veicolare anche attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che rende disponibili risorse significative.
Unità di sforzi, quindi, per la sicurezza sui posti di lavoro.
È una responsabilità che appartiene a tutti.
Venerdì mattina, in Friuli, ho sottolineato la inaccettabilità, specialmente per i più giovani, di dover associare la prospettiva del lavoro con la dimensione della morte.
Vanno incentivate le esperienze e le buone pratiche che, come in quella Regione, si propongono la stipula di protocolli tra imprese e sindacati con l’obiettivo “Zero morti”.
Rappresenta una prova di maturità e di coesione sociale.
Eravamo avviati a uscire dalla crisi indotta dalla pandemia – anche se adesso purtroppo costretti ad affrontare nuovi rischi a causa delle conseguenze nefaste di una guerra inattesa e insensata – con risultati di crescita che si erano rivelati nel 2021 particolarmente lusinghieri.
Con l’economia e l’occupazione in crescita. Ma parallelamente sono cresciuti i rischi di infortuni sul lavoro. Ce lo ricorda l’Inail.
Il costo della ripresa non può essere pagato in termini di infortuni sul lavoro.
Così come, nei momenti di difficoltà, occorre che le aziende rifuggano dalla tentazione di ridurre le spese per la sicurezza.
Si tratta di un vincolo inderogabile.
Ci rendiamo certamente tutti conto che anche una sola morte rappresenta un costo umano e sociale inaccettabile.
Il lavoro è strumento di progresso e di affermazione delle persone, non un gioco d’azzardo potenzialmente letale.
Lo ha posto poc’anzi in rilievo il dottor Tardiola: l’obiettivo di più lavoro non può tradursi in più incidenti sul lavoro.
Per questo occorre porre in essere uno sforzo eccezionale.
L’impegno per la ripresa è, insieme, impegno per migliorare le condizioni produttive e per battere la tragedia delle morti sul lavoro.
Anche in questo ambito, come ha più volte posto in rilievo il Ministro Orlando – che ringrazio per l’indicazione di iniziative e strumenti di grande interesse messi in campo -, la promozione della legalità è fondamentale. Non mancano leggi appropriate, misure di prevenzione, norme di tutela. Sappiamo che a far le spese dove prevale l’illegalità nel mondo delle imprese è il segmento dei lavoratori meno tutelati e meno rappresentati.
La pandemia ha sconvolto gli ultimi due anni.
Ha portato morte, sofferenza, paure. Ci ha anche più largamente scoprire – forse dovremmo dire dire riscoprire – i valori della solidarietà, della responsabilità, anche delle istituzioni a servizio del bene comune.
Abbiamo dimostrato di saper affrontare la crisi.
La medesima determinazione occorre avere oggi di fronte al brusco stop alla ripresa economica indotto dall’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina.
Scoraggiarci per le prove che i tornanti della storia propongono su diversi fronti, interno, dell’Unione Europea, internazionale, è atteggiamento sterile.
Non possiamo affidarci all’inerzia degli eventi.
Un’unità consapevole tra le forze sociali deve consentire al “Cantiere Italia” di realizzare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con un capitolo di relazioni sociali all’altezza di tempi moderni.
Non è tempo di slogan.
Non sono consentite pause nell’impegno: è indispensabile un dialogo consapevole e fruttuoso.
La nuova “fabbrica” del Paese deve saper tenere insieme funzione sociale dell’impresa, innovazione e produttività, crescita dell’economia e dell’occupazione nella dimensione nuova della sostenibilità, dignità del lavoro.
Ci ha soccorso in questo periodo la svolta che abbiamo concorso a realizzare nell’Unione Europea, che ha adottato politiche solidali ed espansive come non era accaduto in passato.
Ne è emersa l’idea di un’Europa sempre più credibile nel rappresentare l’ambito necessario della nostra rinnovata partecipazione alla dimensione globale e ad essere la chiave del nostro futuro.
Perché il domani non aspetta.
Come è avvenuto nel tempo della Ricostruzione favorita nel secondo dopoguerra dalla conseguita democrazia, come è stato per tutte le stagioni di sviluppo principali e quelle di ammodernamento del nostro Paese.
Vi è motivo di fiducia.
In questo 2022, contro ogni scetticismo, un segno positivo per la nostra economia è alla portata, malgrado le difficoltà.
Certo, sappiamo che sul terreno della condizione economica e sociale non mancano sfide come l’inflazione, indotta anzitutto dai rincari dell’energia e do molte materie prime.
Non possiamo permetterci di sbagliare: i due terzi della domanda dipendono in Italia dai consumi delle famiglie.
A loro dobbiamo guardare. Di certo, non possiamo arretrare.
E nel procedere dobbiamo tenere fermi i valori che devono accompagnare la rotta nella condizione di oggi.
Quindi: non lasciare indietro nessuno, costruire, con i nuovi lavori, anche un welfare rinnovato, sempre più vicino alla persona, al bisogno di sostegno, di cura e di assistenza. Procedere con decisione sulla strada degli investimenti nella formazione, nella scuola, nella ricerca, nella cultura.
Alla Repubblica serve il lavoro di tutte e di tutti. Di donne, di giovani, di energie di ogni parte d’Italia.
Ognuno deve fare la parte propria per allargare la base del lavoro: anzitutto le istituzioni, ma con loro le grandi aziende, le piccole e medie imprese, i sindacati, il Terzo settore, i professionisti, la vasta e articolata realtà del lavoro dipendente e di quello autonomo.
In questo Primo maggio, che ritrova le persone riunite per affermare il valore del lavoro, desidero inviare un saluto alle Confederazioni sindacali che si riuniscono questa mattina ad Assisi per testimoniare che lavoro, pace, sviluppo sono parti inscindibili di un medesimo insieme.
Saluto tutti i lavoratori e i sindacati che oggi celebrano questa giornata del lavoro.
Invio auguri calorosi ai giovani che oggi torneranno ad affollare il Concertone a piazza San Giovanni, dopo due anni di assenza.
Il Primo maggio è un buon giorno per celebrare i valori iscritti nella nostra Costituzione.
Valori che tocca a tutti noi far vivere ogni giorno.
Viva l’Italia del lavoro, viva la Repubblica.
Putin non vuole la pace ma la guerra totale-Intanto 46 persone hanno lasciato Mariupol nei pressi dell’acciaieria Azovstal
E’ in corso un’operazione delle Nazioni Unite per evacuare i civili dall’impianto Azovstal, a Mariupol. Lo ha confermato un portavoce dell’Onu, dopo che ieri alcuni funzionari erano arrivati nell’acciaieria per coordinare l’operazione insieme a Ucraina, Russia e Comitato internazionale della Croce rossa.
Intanto due gruppi di civili – per un totale di 46 persone – hanno lasciato gli edifici residenziali nei pressi dell’acciaieria Azovstal secondo il ministero della Difesa russo, secondo cui 25 persone sono state evacuate ieri pomeriggio ed altre 21 ieri sera. A tutti sono stati forniti cibo, cure mediche ed una sistemazione.
Secondo il sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko, nell’impianto restano ancora un migliaio di civili, alcuni dei quali “sono tra la vita e la morte”.
“Un barlume di speranza”. Così un consigliere del ministero della Difesa ucraino ha definito l’evacuazione dall’area dell’acciaieria Azovstal. “Sono naturalmente piccoli numeri – ha detto Yuri Sak alla Bbc – perché ci sono oltre mille civili ancora intrappolati nell’acciaieria e anche 500 soldati feriti che hanno bisogno di essere evacuati per ricevere la necessaria assistenza medica. La situazione, mentre c’è un barlume di speranza, continua a essere estremamente difficile“.