CATANIA, INGRESSO DEI GIOVANI DELLA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO NEL MONDO DELL’EDILIZIA

 

INTEGRAZIONE, FORMAZIONE E LAVORO PER RISPONDERE ALLE DOMANDE DELLE IMPRESE

Si concretizza il protocollo d’intesa firmato da Ente Scuola Edile e la Comunità etnea di Sant’Egidio, con il supporto di Ance Catania

Lo Staff dell’Ente Scuola edile di Catania

CATANIA

Integrazione, opportunità lavorative, sviluppo. Sono queste le direttrici su cui si muove il protocollo d’intesa firmato nei mesi scorsi dall’’Ente Scuola Edile, nel quale sono presenti l’ANCE Catania e le OO. SS di categoria FENEAL UIL, FILCA CISL e FILLEA CGIL e dalla Comunità Sant’Egidio di Catania, concretizzatosi  ieri  presso la sede Esec. Nigeria, Pakistan, Afghanistan, Senegal: sono queste le nazionalità dei 16 ragazzi accolti dalla comunità, che verranno formati attraverso un corso di 64 ore e poi inseriti nel mondo delle costruzioni, oggi più dinamico grazie agli incentivi messi in campo dal Governo.

«Due i moduli: uno fondamentale di 16 ore con le nozioni base per l’ingresso in cantiere, i rischi, la sicurezza, le competenze attribuite alle varie figure e le relative responsabilità; l’altro più professionalizzante e con un approccio pratico – ha spiegato il presidente di Esec Giuseppe Alì, affiancato dal vicepresidente e segretario provinciale FENEAL UIL Nino Potenza 

Un protocollo d’intesa importante – sottolineano entrambi – in un momento di ripresa per la filiera edilizia, che rappresenta un servizio sia per le imprese, sia per le risorse in cerca di nuove opportunità lavorative, stando al passo con i tempi e con la continua evoluzione delle tecniche di costruzione». Un’intesa che ha un valore simbolico ancora più significativo, perché «concretizza il processo di integrazione di cui tanto si parla – ha aggiunto il segretario provinciale FILCA CISL e consigliere Esec Nunzio Turrisi – in questo modo diamo senso al concetto di uguaglianza nel lavoro e mettiamo le basi per un futuro diverso, sia per chi cerca fortuna altrove, sia per la nostra terra. Il tutto attraverso un settore delle costruzioni formato, che funzioni bene e di qualità». «Obiettivi e percorsi ampiamente condivisi», ha fatto eco Salvatore Papotto della FILLEA CGIL consigliere ESEC.

«Abbiamo avviato un processo per dare risposte concrete alla grande richiesta di maestranze e tecnici da parte di molte realtà imprenditoriali – ha sottolineato Rosario Fresta Presidente ANCE Catania. Viviamo un momento positivo – ha spiegato – in cui assistiamo al “risveglio” dei cantieri – anche grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ma con pochi addetti ai lavori. Per questo ringraziamo Emiliano Abramo, che ci ha permesso di dare avvio a un percorso destinato a tutti coloro che hanno voglia e volontà di fare bene, nella speranza che possa servire da stimolo per tutti gli altri giovani che vogliono introdursi nel mondo del lavoro».

L’iniziativa è stata frutto del lavoro dietro le quinte di Rosanna Di Mauro (Ance Catania) e Serena Carbone (Comunità di Sant’Egidio), «dando una risposta alla domanda di futuro di chi ha lasciato la propria terra e i propri affetti, affrontando un viaggio lungo e tortuoso – ha commentato Emiliano Abramo, presidente della Comunità – e alla richiesta delle imprese che lamentano l’assenza di manodopera: due domande che si fondono come un abbraccio alla ricerca di un futuro migliore. Questa è la risposta della società in un momento storico delicato, dimostrando, ancora una volta, che con la sinergia e piccoli gesti si possono fare grandi cose».

All’incontro erano presenti i ragazzi che la prossima settimana inizieranno il corso di formazione: entusiasti e felici per «la possibilità di avere qualcosa in più».

 

Il Sindaco (dimissionario) Cateno De Luca protesta contro la burocrazia -inaudita- del Green Pass sullo Stretto. Ironia: Non ho visto Nello Musumeci”

Blitz anti-prostituzione, la (nuova) risposta di Cateno De Luca
Cateno De Luca si candida alla Presidenza della Regione Sicilia

 

Da oggi inizierà lo sciopero della fame  per richiamare l’attenzione dei siciliani sulla burocrazia del Green pass sullo Stretto. Seconda notte in tenda per il sindaco Cateno De Luca, che da domenica mattina si è accampato alla rada San Francesco 

Afferma il candidato alla Presidenza -presto- della Regione siciliana: “Stamattina mi sento tutto rotto. C’è un’età per tutto, fisicamente ne risento…”, pronto, però, ad alzare il livello della protesta in assenza di risposte da Roma. “Vediamo se arriva qualche segnale. Abbiamo dato dei tempi. Se dobbiamo arrivare alla rottura la scadenza sarà sabato mattina – avverte -. Arriveranno delegazioni da tutta le città della Sicilia, perché il problema della continuità territoriale non è solo di Messina, ma riguarda tutti. Bloccheremo la città. Spero di non arrivare a questo corto circuito”. Intanto da oggi parte lo sciopero della fame di Cateno De Luca.

“Proprio perché l’Italia non può fermarsi a Reggio Calabria – – mi trovo qui per protestare, pazienterò ancora qualche giorno e se la sfida che lo Stato vuole fare alla Sicilia è questa io la accolgo, ma, arrivati a questo punto, dall’occupazione pacifica si passerà a un’altra reazione. Una reazione voluta da chi, in questo momento, con un semplice colpo di penna, non vuole rendere giustizia alle nostre prerogative della continuità territoriale, al diritto dei cittadini di tornare al proprio domicilio, alla propria abitazione”.

Stamattina al molo è previsto l’arrivo del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè. “Verrà a trovarmi per manifestare la sua presa di posizione che sarà poi tradotta in Aula con un dibattito nel pomeriggio e forse con una mozione. Credevo stamattina, uscendo dalla tenda di trovare qui il presidente Musumeci, ma non è venuto. Ancora è in tempo…”, conclude,  ironicamente, De Luca.

Finoggi in Sicilia 7938 decessi per Covid dichiarato. Intanto i ricoveri tendono ad aumentare

 

Lo SciacquaLingua: La prognosi non è un reparto ospedaliero
Reparti Covid in continuo movimento-Sud Libertà

 

 

Sono 83.403 i nuovi contagi in Italia da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 149.512. Le vittime sono invece 287 mentre ieri erano state 248.

Sono 2.555.278 gli attualmente positivi al Covid in Italia con un incremento nelle ultime 24 ore di 6.421. Dall’inizio della pandemia i casi totali sono 8.790.302 mentre i morti sono 141.391. I dimessi e i guariti sono invece 6.093.633, con un incremento di 76.679 rispetto a ieri.

Sono 541.298 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia. Ieri erano stati 927.846. Il tasso di positività è al 15,4%, in calo rispetto al 16,1% di ieri.

Sono 1.717 i pazienti in terapia intensiva, 26 in più nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 122. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 19.228, ovvero 509 in più rispetto a ieri.

I ricoveri tendono ad aumentare. Dei 176.754 attualmente positivi, 175.192 sono in isolamento domiciliare, 1.392 sono ricoverati in ospedale con sintomi (ieri erano 1.348, quindi ben 44 in più), 170 sono ricoverati gravi in Terapia intensiva (ieri erano 168) con 15 nuovi ingressi nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 25). I guariti nelle ultime 24 ore sono stati 949, mentre con gli ultimi 23 decessi le vittime  siciliane della pandemia sono arrivate a 7.938.

In Sicilia  nelle ultime 24 ore sono state diagnosticate 4.037 nuove infezioni da SARS-CoV-2 (su 24.549 tamponi) e sono state comunicate dalla Regione siciliane altre 23 vittime. Ieri i nuovi casi erano stati 8.521 (a fronte di 47.578 tamponi) e i decessi 37.

La discesa dei contagi porta la Sicilia al nono posto in Italia per incremento dei nuovi casi dopo Emilia Romagna (+11.189), Lombardi (+9.883), Piemonte (+9.564), Campania (+9.370), Puglia (+6.652), Lazio (+6.447), Veneto (+6.381) e Toscana (+5.626), tutte regioni che hanno comunque eseguito anche più del doppio dei tamponi processati dal nostro sistema sanitario.

Questa  la distribuzione degli 4.037 casi odierni provincia per provincia

Catania: 1.059 –Palermo: 983 –Siracusa: 589 –Trapani: 454 –Ragusa: 281 –Caltanissetta: 201 –Messina: 197 –Agrigento: 189

Enna: 84

 

 

 

Protesta del sindaco De Luca contro l’obbligo di green pass rafforzato per l’attraversamento dello Stretto

Protesta del primo cittadino alla rada San Francesco

 

Cateno De Luca: "Non consentirò più l'attraversamento indiscriminato dello  Stretto" - AMnotizie.it - Quotidiano di informazione
Protesta di Cateno De Luca

 

Ho mantenuto l’impegno. Avevo detto che oggi avrei consegnato le mie dimissioni da sindaco e l’ho fatto poco fa. Le mie dimissioni sono state protocollate”. Così il sindaco di Messina, Cateno De Luca, che da ieri mattina occupa pacificamente la rada San Francesco per protestare contro l’obbligo di green pass rafforzato per attraversare lo Stretto di Messina.

Il Sindaco De Luca, , con una lettera indirizzata al Segretario Generale e al Presidente del Consiglio Comunale ha rassegnato fomalmente le proprie dimissioni dalla carica di Sindaco della Città di Messina. “Le motivazioni saranno rese note prima dell’efficacia definitiva della presente e dunque, non oltre il prossimo 6 febbraio”, si legge nel documento. De Luca ha firmato la nota di dimissioni alla rada San Francesco, dove prosegue la sua protesta pacifica del blocco dello Stretto di Messina, avviata ieri domenica 16, per manifestare il proprio dissenso contro la norma che prevede
l’obbligo del green pass rafforzato per l’attraversamento dello Stretto.

Le dimissioni da sindaco erano state annunciate già nelle scorse settimane dal primo cittadino pronto a candidarsi alla Presidenza della Regione siciliana. “Avrei preferito passare la notte a casa mia con la mia famiglia e che non venisse messa in discussione una sacrosanta prerogativa, quella della continuità territoriale – dice adesso De Luca -. Ma continuiamo questa battaglia e se non arriveranno risposte da Roma siamo pronti ad alzare il livello della nostra protesta”.

Si apprende pure :”Mi hanno appena informato che il sindaco facente funzione della città metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, verrà a trovarci perché il problema che abbiamo sollevato vale anche per i calabresi che hanno la necessità di venire in Sicilia per questioni lavorative: il famoso pendolarismo sconosciuto a Roma” dice durante una diretta Facebook.

“Noi restiamo in attesa di avere notizie da Roma – aggiunge – che il ministro Speranza con un colpo di penna corregga una stortura normativa. Qualche parlamentare messinese è riuscito a parlare con lui ma pare avrebbe detto che non se ne parla. Hanno fatto una stronz… legislativa e per pura presunzione non vogliono correggerla. Mi auguro non sia così. Intanto, noi restiamo sotto sequestro di Stato”.

Ufo avvistato a Bolognetta, nel Palermitano, da testimoni con video di prova. L’ufo appariva e scompariva

 

Un uomo e una donna, residenti a Bolognetta, nel Palermitano, hanno descritto esattamente ciò che hanno visto e filmato

Ufo luminoso avvistato a Bolognetta

Hanno consegnato  ai carabinieri della compagnia di Misilmeri un video affermando di essere testimoni di un avvistamento  ufo. Un uomo e una donna, residenti a Bolognetta, hanno raccontato ai militari di essere certi chel’Ufo fosse un oggetto volante non identificato. Lo hanno descritto come una cometa con una scia bianca che è spuntato più volte nel cielo e che era visibile nonostante il cielo fosse nuvoloso.

Nel video di supporto che i testimoni hanno consegnato a riprova ai militari si vedrebbe la scia luminosa che scompare e riappare più volte nel cielo. 

Arresti a Catania di mafiosi del Clan Santapaola-Ercolano

 

Foto di Nitto Santapaola
Nella foto sopra il Boss supercapo in carcere Nitto Santapaola

 

CATANIA

La “Squadra Lupi” del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale etneo, – secondo un comunicazione pervenutaci – unitamente ai colleghi della Compagnia di Palagonia e del Comando Provinciale di Siracusa, in esecuzione di 11 ordini di carcerazione emessi dall’Ufficio Esecuzioni Penali della citata Procura Generale, hanno arrestato secondo quanto confermato da sentenza di condanna irrevocabile:

Rosario BONTEMPO SCAVO di 33 anni, che dovrà espiare la pena di 8 anni di reclusione colpevole del reato di associazione mafiosa pluriaggravata;

Pierpaolo DI GAETANO di 42 anni, che dovrà espiare la pena di 8 anni e 2 mesi di reclusione  colpevole dei reati di associazione mafiosa pluriaggravata, nonché detenzione illegale di armi;

Cosimo Davide FERLITO di 50 anni, che dovrà espiare la pena di 11 anni e 4 mesi di reclusione  colpevole dei reati di associazione mafiosa pluriaggravata, detenzione illegale di armi pluriaggravata, plurime estorsioni pluriaggravate, nonché tentata estorsione pluriaggravata;

Antonino GALIOTO di 57 anni, che dovrà espiare la pena di 8 anni e 8 mesi di reclusione  colpevole del reato di associazione mafiosa pluriaggravata;

Carmelo OLIVA di 48 anni, che dovrà espiare la pena di 10 anni e 6 mesi di reclusione  colpevole dei reati di associazione mafiosa pluriaggravata, plurime estorsioni pluriaggravate, nonché tentata estorsione pluriaggravata;

Febronio OLIVA di 60 anni, che dovrà espiare la pena di 10 anni di reclusione  colpevole del reato di associazione mafiosa pluriaggravata;

Giovanni PAPPALARDO di 47 anni, che dovrà espiare la pena di 10 anni e 10 mesi di reclusione  colpevole del reato di associazione mafiosa pluriaggravata;

Giovanni PINTO di 45 anni, che dovrà espiare la pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione  colpevole dei reati di associazione mafiosa e detenzione illegale di armi;

Salvatore RUSSO di 47 anni, che dovrà espiare la pena di 8 anni di reclusione  colpevole del reato di associazione mafiosa pluriaggravata;

Giuseppe SIMONTE di 41 anni, che dovrà espiare la pena di 9 anni e 8 mesi di reclusione  colpevole dei reati di associazione mafiosa e detenzione illegale di armi, nonché di ricettazione.

L’attività d’indagine denominata “Kronos”, coordinata da questa Procura Distrettuale e svolta del ROS di Catania nel 2016, aveva attenzionato alcune “squadre” operanti nei vari quartieri catanesi e nei paesi della provincia, appartenenti alla famiglia “SANTAPAOLA-ERCOLANO” dell’associazione di tipo mafioso denominata Cosa Nostra catanese.

 

 

Palermo, filone false vaccinazioni : arrestata per falso ideologico e peculato dipendente della Fiera che praticava finte iniezioni

 

 

Sanità: dal ricovero ai diritti del paziente, focus di Altroconsumo
Reparti ospedalieri pieni di pazienti Covid

 

 

PALERMO

False vaccinazioni Covid all’hub di Palermo, arrestata un’altra infermiera. La notte scorsa Polizia di Stato, in particolare la Digos della Questura di Palermo, ha dato esecuzione, su delega della Procura della Repubblica di Palermo, ad una ordinanza applicativa della misura degli arresti domiciliari, emessa dal Gip di Palermo nei confronti di una infermiera dell’hub vaccinale “Fiera del Mediterraneo”, che si sarebbe resa responsabile di falso ideologico e peculato. La donna, che lavora come infermiera anche presso il Reparto malattie infettive dell’Arnas “Civico” di Palermo, è accusata di aver beneficiato di una falsa vaccinazione concernente la dose booster contro il Covid-19 e di aver anche praticato, durante un turno di servizio presso lo stesso hub, false inoculazioni vaccinali contro il medesimo virus, nei confronti di due coniugi aderenti a posizioni no vax.

L’ordinanza restrittiva “è il risultato dell’attività di indagine che, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Palermo, aveva condotto al fermo, nello scorso mese di dicembre, di un’altra infermiera del medesimo hub vaccinale, che si sarebbe resa responsabile di corruzione, falso ideologico e peculato, per false vaccinazioni effettuate in favore di undici soggetti, tra cui un noto leader del movimento no vax, in atto sottoposto a misura cautelare in carcere”.

Si apprende anche che l’attività investigativa, corroborata da videoriprese effettuate presso la “Fiera del Mediterraneo”, e con il contributo della struttura del Commissario per l’emergenza Covid-19 per l’area metropolitana di Palermo, ha consentito di ricostruire che la falsa vaccinazione di cui avrebbe beneficiato l’indagata sarebbe stata praticata dalla collega infermiera sottoposta a fermo di indiziato di delitto lo scorso dicembre.

L’indagata avrebbe, poi, effettuato due false vaccinazioni in favore di una coppia di coniugi – indagati per concorso in peculato e falso ideologico -, seguendo la medesima modalità operativa adottata dalla collega: lo sversamento della dose vaccinale in un quadrato di garza ed una finta iniezione, praticata sul braccio dell’utente. Gli agenti per giorni hanno intercettato la donna accertando contatti tra l’infermiera e chi si sottoponeva al finto vaccino, disposto a sborsare fino a quattrocento euro pur di ottenere il Green pass illecito

 Le indagini svolte hanno escluso il coinvolgimento dei medici che lavorano al centro vaccinale e dei funzionari responsabi Sono in corso ulteriori indagini finalizzate all’individuazione di altre analoghe false vaccinazioni.

Domani a Palazzo Zanca(Messina) la presentazione del libro “I Falchi nella Catania fuorilegge” di Pino Vono (ex Falco)

 

Un ex Falco racconta

Domani, lunedì 17, alle ore 10, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, alla presenza del Sindaco Cateno De Luca e dell’Assessore alla Sicurezza Urbana Dafne Musolino, si terrà un incontro aperto alla stampa, per la presentazione del libro “I Falchi nella Catania fuorilegge” scritto da Pino Vono uno di quegli agenti in borghese, i Falchi della squadra Antiscippo della Polizia di Stato.

All’iniziativa, patrocinata dal Comune di Messina, prenderà parte il Viceprefetto dott. Francesco Milio; il Segretario regionale SIULP Ispettore superiore Santino Giorgianni; il segretario provinciale SIAP Sovrintendente Salvatore Fazio Tirrozzo; rappresentanti delle forze dell’Ordine; oltre all’autore del volume di memorie Vono, unitamente ad una rappresentanza di ex appartenenti alla Squadra Speciale dei “Falchi” della Questura di Catania degli anni 70, 80 e 90, ai quali il Sindaco De Luca consegnerà gli attestati di stima.

Il ricavato della vendita del libro sarà devoluto a favore del progetto “Idea per bambini orfani e abbandonati nella baraccopoli di Waf Jeremie”, curato da Suor Marcella Catozza, scampata nel 1997 alla vendetta della mafia albanese, e che da oltre un decennio si occupa dei bambini abbandonati della Repubblica di Haiti.

Cateno De Luca: ” e’ inaccettabile che tante famiglie non possono uscire dalla Sicilia per interventi delicati ed urgenti…”

 

Cateno De Luca

“Chiedere il super Green pass per l’attraversamento dello Stretto è una palese violazione del diritto alla libera circolazione dei cittadini”, chiosa da più giorni il Sindaco Cateno De Luca. Per denunciare la violazione della continuità territoriale con la Sicilia, il Primo cittadino ha indirizzato una lettera, domenica 9 gennaio 2022, al Presidente del Consiglio Draghi, al Prefetto di Messina e al Presidente della Regione siciliana. Non ricevendo alcun riscontro, una seconda nota è stata inviata, giovedì 13, sempre al Presidente del Consiglio, al Prefetto di Messina e al Presidente della Regione siciliana; ed una terza, venerdì 14, indirizzata oltre al Presidente Draghi anche al Ministro della Salute Roberto Speranza, per richiamare ancora una volta l’attenzione del Governo nazionale in merito all’adozione di provvedimenti urgenti per la modifica dell’art. 1 comma del D.L. n. 229 del 30 dicembre 2021 e dell’Ordinanza del Ministro della Salute del 9 gennaio 2022.

È inaccettabile che tante famiglie oggi, non possono uscire dalla Sicilia per interventi delicati e urgenti e altrettante famiglie non possono rientrare in Sicilia. Ho cercato di spiegare, per ben tre volte – evidenzia il Sindaco – il motivo per il quale i siciliani sono sotto sequestro e quali sono gli elementi che vanno modificati urgentemente per evitare gli effetti drammatici che questa norma sta creando per la tutela della salute. Per questa ragione ho specificato che serve una norma transitoria, che tenga conto anche della tempistica dei protocolli sanitari tra il primo vaccino e il richiamo, e il completamento con il terzo vaccino. Pertanto – conclude De Luca – se non seguirà un immediato riscontro domenica 16 gennaio, alle ore 10, mi vedrò costretto ad occupare lo Stretto di Messina per protestare contro le norme Green Pass che regolano il traghettamento non solo da e per la Sicilia, ma anche per la Sardegna e tutte le Isole”.
Questo il testo della lettera
“Ill.mi Signor Presidente del Consiglio e Signor Ministro,
già con le mie due precedenti note (prot. 3991 del 9/1/2022 e prot. 10054 del 14/1/2022) avevo inteso mettere in evidenza come le disposizioni introdotte con il D.L. 229 del 30/12/2021 art. 1 comma 2 abbiano di fatto interrotto la continuità territoriale da e per la Sicilia per tutti quei soggetti che non siano muniti di un ciclo completo di vaccinazione (o che non possano esibire un certificato di esenzione o guarigione), chiedendo l’introduzione di una deroga o di una disposizione attuativa che consentisse, medio tempore, ossia fino a quando non sia completato il ciclo vaccinale, di salire sulle navi che collegano la Sicilia con la Calabria (e viceversa).
La difesa del diritto alla continuità territoriale della Sicilia non rappresenta una mera battaglia politica, ma costituisce una plastica rappresentazione di come le disposizioni adottate dal Governo non abbiano tenuto conto della specificità dell’area dello Stretto, che viene attraversata ogni anno da un milione di pendolari che, vivendo su una delle due sponde, ogni giorno attraversano lo Stretto a bordo dei mezzi delle compagnie di navigazione per motivi di lavoro e/o di studio.
In tal senso, ho evidenziato altresì come l’Ordinanza adottata dal Ministro della Salute in data 9 gennaio 2022, nell’introdurre una deroga (dal 10/1/2022 al 10/2/2022) esclusivamente per gli spostamenti da e per le isole minori anche senza il green pass rafforzato per le sole comprovate ragioni di salute o per la frequenza scolastica, abbia rappresentato una ulteriore mortificazione del diritto dei siciliani alla continuità territoriale, atteso che ciò che può essere consentito – ancorchè in via straordinaria e temporanea – ai residenti e viaggiatori da e per le isole minori non può certamente essere negato ai residenti e viaggiatori da e per la Sicilia (o per la Sardegna, ovviamente).
Avevo inteso con le superiori note porre anche in evidenza l’assenza di disposizioni che garantissero l’accesso ai mezzi di trasporto (recte, le navi) per consentire il rientro presso l’abitazione, residenza e domicilio sottolineando come ciò costituisse l’espressione di una dimenticanza che assume il carattere della trascuratezza verso un diritto legittimo di ogni cittadino, che è quello di potere fare rientro a casa propria.
Non ultimo, ho rappresentato che il diritto alla salute, per il cui esercizio troppo spesso i Siciliani sono costretti a recarsi nelle regioni del centro e nord Italia, non può essere sacrificato in favore di un “obbligo vaccinale” che viene imposto in modo surrettizio, ossia imponendo alle persone una vaccinazione che viene definita “volontaria” ma senza la quale viene impedito di potersi muoversi liberamente, di fare rientro nella propria dimora o di ricevere le cure mediche.
Confidando nella sensibilità delle più alte cariche dello Stato, ho atteso una risposta che mi auguravo fosse esaustiva e solerte, ricevendo invece solo un silenzio che reputo offensivo considerata la delicatezza dei temi trattati e il rango primario dei diritti lesi dalle superiori disposizioni, e che pertanto mi risulta assolutamente inaccettabile.
L’articolato quadro normativo imbastito per effetto delle disposizioni emanate negli ultimi mesi ha generato un complesso di disposizioni che finiscono con il sovrapporsi in modo non sempre armonico e che pertanto procedo ad elencare al fine di rendere maggiormente chiare le ragioni della presente nota:
• Con D.L. n. 224 del 23/12/2021 art. 3 a decorrere dal 1° febbraio 2022 la durata delle certificazioni derivanti dal ciclo di vaccinazione completo o da guarigione è stata ridotta a 6 mesi;
• Con D.L. n. 229 del 30/12/2021 art. 1 comma 2, a decorrere dal 10 gennaio 2022 l’accesso ai mezzi di trasporto viene consentito solo ai soggetti muniti di c.d. green pass rafforzato (ciclo di vaccinazione completo o con richiamo; certificato esenzione o certificato guarigione);
• Con Ordinanza del Ministero della Salute del 9/1/2022 art. 1 comma 1 dal 10 gennaio 2022 al 10 febbraio 2022 sono consentiti gli spostamenti da e per le isole minori senza il super green pass solo per comprovate ragioni di salute e per la frequenza scolastica;
• Con D.L. n. 1 del 7/1/2022 art. 1 comma 1 a decorrere dall’8 gennaio fino al 15 giugno 2022, le persone che abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età (o che lo compiranno nel detto periodo, art. 1 comma 3 ) sono tenute ad eseguire la vaccinazione completa;
• Con D.L. n. 1 del 7/1/2022 art. 1 comma 3 a decorrere dal 15 febbraio 2022 le persone che abbiano compiuto i 50 anni di età e che non possiedano il c.d. super green pass non possono accedere ai luoghi di lavoro pubblici o privati.

Orbene, ritengo che il superiore quadro di riepilogo consente di comprendere la palese discriminazione dei diritti fondamentali realizzata a discapito proprio della continuità territoriale.
Difatti, sia l’Ordinanza del Ministro della Salute che il D.L. n. 1/2022 hanno introdotto un regime transitorio al fine di consentire agli interessati di potere completare la vaccinazione (per garantire la frequenza scolastica e la libertà delle cure mediche previsto dall’Ordinanza del Ministero della Salute, e per potere accedere al lavoro nel caso del D.L. 1/2022), per cui risulta ancor più inspiegabile ed inaccettabile che l’obbligo vaccinale sia stato imposto per accedere ai mezzi di trasporto senza tenere conto che, dalla data della sua entrata in vigore (10/1/2022) sono necessari non meno di 42 giorni per completare il ciclo delle vaccinazioni ai quali si deve aggiungere il tempo necessario per ricevere la relativa certificazione da parte del ministero della Salute.
Il paradosso normativo è dunque evidente: a chi è arrivato in Sicilia prima del 30/12/2021 (data di pubblicazione del D.L. 229/2021) esibendo solo il green pass semplice (il tampone), non è stato concesso neppure il tempo minimo necessario per recarsi in un hub vaccinale e ricevere le due dosi di vaccino, bloccandolo di fatto sull’Isola (ma il discorso vale anche per la Sardegna). Con l’aggravante che mentre gli spostamenti sulla terraferma possono sempre essere eseguiti a bordo di mezzi di trasporto privati, negli spostamenti da e verso le Isole maggiori l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici non può essere (facilmente) sostituito con i mezzi privati.
In questi giorni ho ricevuto numerose segnalazioni da parte di persone che hanno denunciato come, per effetto delle limitazioni introdotte dal D.L. 229/2021 art. 1 comma 2, non potranno lasciare la Sicilia per recarsi presso destinazioni dove avevano già prenotato (prima della pubblicazione del decreto) visite mediche o per prendere servizio, o per ragioni di famiglia.
Il discorso vale anche a contrario, considerate le numerose segnalazioni che ho ricevuto da parte di persone che avrebbero dovuto raggiungere la Sicilia ma che non possono farlo per effetto delle superiori disposizioni.
Ritengo evidente che un tale assetto normativo, lungi dal realizzare la dichiarata tutela della salute pubblica, si sia invece rivelato nei fatti (e sicuramente anche a discapito delle finalità che si intendevano perseguire) una forma di discriminazione che lede inesorabilmente il diritto alla libera circolazione, alla salute, al lavoro, alla istruzione, ossia a quel complesso di diritti fondamentali che trovano espressa tutela nella Costituzione italiana.
Le superiori considerazioni sono evidentemente state condivise anche dal Tribunale di Reggio Calabria che, in data odierna, decidendo sulla domanda cautelare proposta da un cittadino siciliano al quale, per effetto delle disposizioni dettate dal D.L. 229/2021 art. 1 comma 2, era stato negato l’accesso alla nave per fare rientro nella propria abitazione sita nel Comune di Terrasini, ha ordinato alla compagnia di navigazione di imbarcare l’autovettura del ricorrente disponendo che lo stesso eseguisse un test rapido che ne certificasse la negatività al covid-19 ed indossasse per tutto il tempo della traversata una mascherina FFP2.
L’accoglimento della misura cautelare, ancorchè con un provvedimento che sarà oggetto di discussione alla prossima udienza collegiale fissata per il 9 febbraio 2022, rende evidente come la lesione arrecata dalle disposizioni innanzi citate sia stata giudicata illegittima e “corretta” dal Giudice Civile.
Per quanto sopra, nel confermare la piena adesione di questa Amministrazione Comunale alla campagna di vaccinazione, ribadisco ancora una volta la necessità che questo Governo adotti una misura transitoria che non precluda ai cittadini il diritto alla libera circolazione, concedendo loro il tempo necessario per ottenere la certificazione da vaccinazione completa (prima e seconda dose) o che, nel caso in cui non intendano vaccinarsi, consenta comunque loro di non dovere sacrificare i diritti primari dell’abitazione e della tutela della libertà delle cure mediche.
Ritengo che le superiori finalità possano essere raggiunte introducendo una norma transitoria che preveda un termine di 60 giorni entro il quale chiunque non sia già in possesso del c.d. super green pass potrà continuare a utilizzare i mezzi di trasporto per comprovate ragioni di salute, per la frequenza scolastica, per fare rientro nella propria abitazione, residenza o domicilio, confermando l’obbligo di indossare la mascherina FFP2 per tutta la durata del trasporto.
In tal modo si consentirebbe a chi non ritiene di volersi vaccinare e che si trovi fuori dalla propria Regione, di fare rientro nella propria abitazione, residenza o domicilio, mentre chi volesse aderire alla campagna di vaccinazione avrebbe il tempo sufficiente per farlo e dotarsi della relativa certificazione senza subire alcuna limitazione.
Ritengo inoltre che la proposta innanzi avanzata costituisca un valido strumento per garantire il diritto dei cittadini a vedere tutelata la continuità territoriale continuando a perseguire la volontà di estendere la vaccinazione al maggior numero di persone per la tutela della salute pubblica.
Al contempo non posso trascurare di osservare che l’eventuale mancato riscontro alla presente nota (come alle due che l’hanno preceduta) e l’assenza di qualsiasi provvedimento correttivo, anche di carattere straordinario e transitorio, dovranno essere fortemente stigmatizzati anche attraverso una pacifica ma orgogliosa manifestazione di protesta con la quale intendo rivendicare il diritto dei cittadini siciliani al rispetto dei loro diritti fondamentali.
Nel porgere distinti saluti esprimo pertanto l’auspicio che le SS.LL. sappiano farsi interpreti della presente richiesta, adottando un provvedimento che restituisca ai siciliani la dignità dello status di cittadini italiani della quale sono stati privati per effetto di una disposizione che violando la continuità territoriale li ha fatti retrocedere allo status di isolani e isolati”.

Catania, Operazione Pecunia Portuum: frode nelle pubbliche forniture

Operazione Pecunia Portuum - Frode nelle pubbliche forniture per l’esecuzione di lavori pubblici in Provincia di Catania
Operazione Gdi Finanza -Pecunia Portuum

 

CATANIA

Nell’ambito di una più ampia, complessa e articolata operazione a tutela della spesa pubblica, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania,-  comunica l’Ufficio Stampa della Finanza –  i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza con cui il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale ha disposto misure cautelari nei confronti di 6 persone, sottoposte a indagine per frode nelle pubbliche forniture, in relazione a lavori inerenti delle opere per la protezione dello specchio acqueo del primo bacino del porto turistico di Riposto, che sono state realizzate in modo difforme rispetto a quanto previsto nel progetto con una conseguenziale diminuzione della sicurezza delle opere costruite e un indebito profitto per l’impresa derivante da un consistente risparmio di spesa pari a circa la metà della somma stanziata.

Le citate misure interdittive hanno riguardato un dipendente pubblico (funzionario direttivo) del Servizio 8 (Infrastrutture marittime e portuali) del Dipartimento delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Siciliana, un ingegnere di Messina, nonché quattro imprenditori di Catania, Agrigento, Naro e Brolo, operanti nel settore delle costruzioni edili.

Le indagini, svolte dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Riposto, hanno riguardato un appalto di lavori eseguiti tra settembre 2019 e maggio 2020, relativi alle opere complementari per la protezione dello specchio acqueo del primo bacino del porto di Riposto, per un valore di circa un milione di euro.

Dalle investigazioni sarebbe emersa la sussistenza di irregolarità nella realizzazione di una scogliera finalizzata alla mitigazione del moto ondoso all’interno del primo bacino del porto di Riposto, che sarebbe stata realizzata in modo difforme dalle previsioni del capitolato per quel che concerne la qualità dei lavori di fatto eseguiti, che sarebbero stati realizzati con modalità grossolane, con materiali di qualità inferiore e senza utilizzo degli strumenti previsti per l’esecuzione a regola d’arte.

Nel dettaglio, il frangiflutti sarebbe stato realizzato con l’utilizzo di massi di peso e categoria diversa e inferiore rispetto a quella prevista. Le attività di indagine, inoltre, avrebbero fatto emergere:

  • la mancata pesatura dei massi da collocare nel fondale;
  • il mancato utilizzo di idonei mezzi meccanici terrestri e navali idonei alla selezione ed al corretto posizionamento dei massi medesimi;
  • il posizionamento di alcune boe di segnalazione difformi rispetto alle caratteristiche qualitative dal capitolato d’appalto;
  • irregolarità per quel che concerne la manodopera impiegata;
  • l’omessa vigilanza sulla corretta realizzazione delle opere da parte del direttore dei lavori e dell’Ispettore di cantiere e del Responsabile unico del procedimento.

Tali difformità, come si è anticipato, avrebbero comportato una significativa riduzione degli standard di sicurezza del porto di Riposto.

In conseguenza di tali attività investigative e degli elementi acquisiti nell’attuale stato del procedimento, in cui non è stato ancora instaurato il contradittorio con le parti, il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto le misure cautelari:

  • della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio da lui svolto per la durata di dodici mesi, con interdizione temporanea di tutte le attività ad esso inerenti per un funzionario direttivo del Dipartimento delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Siciliana;
  • del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione e del divieto di esercitare la sua professione per la durata di dodici mesi, con interdizione di tutte le attività ad essa inerenti per un ingegnere di Messina;
  • del divieto di contrarre con la Pubblica amministrazione e del divieto di esercitare attività d’impresa e di ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, con interdizione delle attività ad esse inerenti, per la durata di dodici mesi per quattro imprenditori di Catania, Agrigento, Naro e Brolo.