EDILIZIA, ECOBONUS 110% , SCONTI IN FATTURA, IL RILANCIO PASSA ANCHE DALLA COMPETENZA DEI NOTAI

 

Webinar organizzato dal Consiglio notarile di Catania e Caltagirone sui molteplici strumenti d’incentivazione messi in campo dal Governo

Catania

Bonus edilizi, ecobonus, 110%, agevolazioni fiscali, sconti in fattura e cessioni del credito: le misure messe in campo dal Governo per fronteggiare la crisi post-pandemica sono molteplici e coinvolgono diverse categorie professionali. Sono soprattutto i notai ad avere un ruolo prioritario nei processi di regolamentazione che ruotano intorno alla compravendita o ad altri atti pubblici riguardanti l’immobile per il quale sono state richieste le agevolazioni.

Per chiarire il complesso quadro normativo che vede coinvolti i professionisti, e offrire ai cittadini i giusti strumenti d’informazione per poter effettuare scelte corrette e mettere a punto funzionali interventi di rigenerazione del patrimonio immobiliare, il Consiglio Notarile dei Distretti Riuniti di Catania e Caltagirone ha organizzato il webinar “L’incidenza nell’attività notarile delle misure di incentivazione per il rilancio del comparto edilizio”.

Partendo proprio dalla Guida pratica alle agevolazioni fiscali 2021 – realizzata dal Consiglio Nazionale del Notariato in condivisione con le principali Associazioni nazionali dei Consumatori – attraverso gli interventi dei notai Guido Salanitro, Giovanni Saggio e Maurizio Attaguile, è stata messa a confronto la normativa a regime e quella transitoria, le agevolazioni fiscali attualmente in vigore e le diverse modalità per usufruirne – chiarendo le differenze fra bonus a regime, bonus rafforzati e superbonus – e poter effettuare interventi di efficientamento energetico, riduzione del rischio sismico o eliminazione di barriere architettoniche.

Dissertazioni varie sulla contabilità dei lavori

«Un confronto tra professionisti – ha sottolineato il presidente del Consiglio Andrea Grasso – per mettere al servizio dei cittadini la nostra competenza e conoscenza, consentendo loro di cogliere tutte le opportunità presenti, contribuendo in maniera fattiva alla ripresa economia e agli obiettivi di sostenibilità e sicurezza prefissi dalle nuove normative. Il nostro compito è quello di fare da cerniera tra committenti e imprese, affiancando e indirizzando imprenditori e cittadini, che difficilmente riescono a orientarsi in materie così tecniche, soggette a continue modifiche e chiarimenti da parte dello stesso legislatore. I notai, chiamati dallo Stato alla terzietà rispetto alle parti, forniranno al meglio il proprio contributo».

Durante l’incontro anche gli interventi dei notai Maristella Portelli, Diego Barone e Donata Galeardi.

GAETANO LAUDANI, DIRETTORE GENIO CIVILE DI CATANIA E BIAGIO BISIGNANI,DIRETTORE UFFICIO URBANISTICO COMUNALE A BRACCETTO PER NON RIPETERE GLI ERRORI DEI VECCHI DIRIGENTI DEL GENIO C.

 

Motivazione: Nuovo Piano Urbanistico Generale: confronto tra Comune di Catania e Ingegneri etnei

 

Tra innovazione, Tradizione e nuovo Waterfront: tanti i temi discussi durante “Catania, città dell’acqua”

 

 

CATANIA

Pensare al futuro, senza tamponare le criticità presenti, ma individuando soluzioni a lungo termine per cambiare il volto della città. Questo l’obiettivo degli incontri organizzati dal Comune di Catania, per avviare un confronto costruttivo tra Enti, Istituzioni, Ordini e tecnici. Questa mattina – 12 novembre, a Palazzo della Cultura – riflettori accesi su un tema di grande attualità: quello relativo allo smaltimento delle acque e quello legato al rapporto tra mare e città. «Occorre ridisegnare l’assetto della città – ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica della città etnea Enrico Trantino – ma per farlo la politica deve ascoltare il contributo di chi la conosce e ha le competenze tecniche per offrire soluzioni idonee e innovative, tenendo conto anche degli errori fatti in passato e dell’attuale stratificazione del territorio». L’obiettivo è definire le «regole opportune per redigere un Piano Urbanistico Generale che risponda alle nuove indicazioni normative – ha continuato il direttore della Direzione Urbanistica di Catania Biagio Bisignani – in considerazione del fatto che quello in vigore risale al lontano 1969».

«Alla luce degli ultimi fatti emergenziali e dell’urbanizzazione dell’area pedemontana – ha affermato il capo del genio Civile di Catania Gaetano Laudani – occorre affrontare questi temi con grande priorità. Cerchiamo sempre di dare un contributo in materia di rischio idrogeologico, per il quale serve grande attenzione in riferimento soprattutto alla pianificazione e alla realizzazione: non si può pensare solo a costruire, ma anche al costruito, individuando soluzioni ai problemi derivanti dalla scarsa attenzione posta in passato al piano d’urbanizzazione, che oggi provocano ingenti danni al patrimonio e alle vite umane».

Traendo spunto anche da altri modelli europei, è emersa la necessità di realizzare nuovi collettori per il deflusso delle acque, edifici e costruzioni drenanti – attraverso un approccio combinato tra innovazione e tradizione (per esempio l’installazione di tetti verdi) – e vasche di accumulo. «Tutte riflessioni di cui tener conto nella redazione del nuovo PUG, ormai atteso dai tecnici da oltre 50 anni – ha spiegato il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Mauro Scaccianoce, all’incontro coordinato dal Consigliere Alfredo Foti – un processo intrapreso e interrotto diverse volte negli anni e per cui non si può più attendere, anche alla luce della grande opportunità dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Due le direzioni da seguire e su cui puntare l’attenzione: la connessione della città con il mare e il porto, tema molto sentito dal punto di vista culturale, che passa dalle nuove frontiere dell’insediamento edilizio costiero legato al waterfront, il cui futuro si muove tra memoria storia e ricerca di contemporaneità. Un’area – ha continuato Scaccianoce – dove s’incrociano scelte nevralgiche: dal destino degli Archi della Marina, al nuovo progetto RFI, passando per la riqualificazione infrastrutturale e viaria dei corridoi d’accesso di Catania e del suo centro storico. Alto tema fondamentale è la realizzazione di soluzioni contro il rischio idrogeologico».

Un’analisi del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettonica dell’Università di Catania ha individuato tra le cause degli allegamenti non solo i sempre più frequenti e anomali fenomeni atmosferici – che spesso rimangono nella media per tempi di ritorno e quantità – ma lo scarso drenaggio del terreno in funzione della massiccia urbanizzazione: «Si deve ripartire da Catania – ha dichiarato il segretario degli Ingegneri Etnei Alfio Torrisi – ma il problema non può essere circoscritto alla sola città, perché riguarda tutto il comprensorio ionico-etneo». «Il nostro territorio – ha aggiunto il professore del Dicar Paolo La Greca – non è a rischio idrogeologico nel senso più tradizionale del termine, ma per lo sviluppo urbano, la posizione alle falde del vulcano e il cambiamento climatico in atto soffre in maniera rilevante le “alluvioni”».

“Città dell’acqua” non solo per le emergenze ambientali, ma anche per lo stretto legame con il mare, per cui serve individuare «una connessione strategica – attraverso il collegamento della città con il porto, l’interramento della ferrovia, lo sviluppo del concetto di waterfront, un miglior accesso ai corridoi della città storica e alla Plaia – possibile attraverso la realizzazione di un adeguato sistema di viabilità. «Un cambiamento non solo estetico e funzionale, ma anche commerciale: «Catania è il quarto porto italiano per traffico di traghetti – ha puntualizzato l’ingegnere Riccardo Lentini, direttore tecnico dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia – Pianificazione e strategia sono indispensabili per lo sviluppo del territorio e per governare il processo di piena integrazione tra il porto e la città, che potrà essere definito attraverso il Piano Regolatore Portuale, che prende spunto dalle linee-guida individuate nel documento di Pianificazione strategica di Sistema, di recente condiviso con i Comuni interessati, tra cui quello di Catania».

Provenzano (SIMDO): «Malattia in aumento, soprattutto nel Sud Italia. Sicilia maglia nera per mortalità»

Giornata mondiale del diabete

 

Nel 2021 ricorre il centenario dalla scoperta dell’insulina che ha cambiato la vita dei malati di diabete. Sensibilizzare per intervenire in tempo

Domenica 14 novembre, ricorre la Giornata mondiale del diabete, data scelta per omaggiare la nascita del fisiologo canadese Frederick Grant Banting, che insieme a Charles Herbert Best, scoprì l’insulina, nel 1921. Si celebra quindi, quest’anno, il centenario del farmaco che ha segnato il punto di svolta nella cura della malattia che colpisce milioni di persone nel mondo con dati in forte aumento in Italia e in particolar modo al Sud, in Sicilia, Campania, Puglia per via della diffusa obesità. Con l’aggravante che già alla diagnosi un 33% dei pazienti ha sviluppato patologie cardiovascolari.

 Dopo un secolo, non tutti ancora riescono a curarsi. “Accesso alle cure. Se non ora quando” è, proprio, lo slogan scelto da Diabete Italia onlus per questa edizione che porta all’attenzione pubblica la necessità di accesso ai farmaci e terapie innovative, ai dispositivi tecnologici, al supporto psicologico, all’educazione terapeutica, ai corsi di formazione per gli insegnanti dei bambini con diabete, l’accesso agli stili di vita salutari, l’attività fisica e la sana alimentazione.

 In Sicilia la mortalità per diabete è doppia rispetto al resto di Italia Anche SIMDO, Società Italiana Metabolismo, Diabete, Obesità ha aderito alla Giornata mondiale del diabete. «È necessario sensibilizzare l’opinione pubblica – afferma il presidente di SIMDOVincenzo Provenzano – perché l’aumento esponenziale della malattia nella popolazione la rende un’emergenza a cui far fronte con tutte le forze disponibili. Non aumentano solo i casi di diabete mellito, quello di tipo 2 legato all’obesità, ma sono in aumento anche quelli nei bambini soprattutto nelle zone in cui le condizioni socio economico culturali sono meno elevate». «In questo – ha sottolineato Vincenzo Provenzano  anche  primario di Diabetologia all’ospedale Civico di Partinico – la Sicilia è maglia nera con una mortalità doppia rispetto al resto di Italia, tripla rispetto al Trentino e al Friuli, e nelle conseguenze gravi come l’amputazione del piede. È encomiabile l’impegno dell’assessorato alla Salute della Regione siciliana e dell’ASP di Palermo a favore delle persone con diabete ed in particolare dei bambini e delle donne in gravidanza. Perché non esiste un unico malato di diabete ma ogni età e ogni genere ha delle peculiarità che non possono essere ignorate per garantire a ciascun malato una vita migliore. Bisogna puntare sugli obiettivi della cura – conclude Provenzano – e prevenire le complicanze invalidanti e ottenere buona qualità della vita». 

Delusione Italia, si profila sofferenza per la qualificazione degli azzurri ai Mondiali

Foto A..

Delusione Italia .Italia e Svizzera pareggiano 1-1 a Roma nella sfida in campo per volare ai Mondiali di Qatar 2022. All’Olimpico di Roma la sfida che può valere la qualificazione diretta alla World Cup del prossimo anno ed ora è in bilico

Le due squadre sono appaiate a 15 punti in vetta al Gruppo C: decisiva l’ultima giornata. Si profila grande sofferenza per gkli azzurriL’Italia lunedì fa visita all’Irlanda del Nord, la Svizzera affronta la Bulgaria. Gli azzurri hanno 2 gol di vantaggio nella differenza reti: a parità totale in classifica, si qualificherebbe la Svizzera e l’Italia dovrebbe ricorrere agli spareggi di marzo.

Il Libro dei Fatti compie 30 anni

Il best seller dell’informazione, edizione italiana del The World Almanac and Book of Facts, giunge alla sua trentesima edizione!

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Mattarella: “Il mio periodo sufficiente a garantire la continuità dell’azione dello Stato”

 

Mattarella, il discorso di fine anno e l'appello al senso civico degli  italiani - Corriere.it

 

Ricordando la figura di Giovanni Leone, l’attuale Presidente della Repubblica cita il messaggio che il predecessore inviò al Parlamento il 15 ottobre 1975, “che venne ritenuto da giuristi autorevoli studiosi di grande livello uno dei massimi documenti sulla questione delle riforme istituzionali. Tra gli altri temi trattati (bicameralismo, Cnel, pubblica amministrazione, Mezzogiorno, lo sciopero nei pubblici servizi), Leone “investito all’epoca da una campagna giornalistica scandalistica, afferma Mattarella, ripropose la sollecitazione (già sottolineata dal Presidente Segni), di introdurre la non rieleggibilità del Presidente della Repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco”.

E in quello stesso messaggio Leone ricordava che da presidente del Consiglio, nel 1963, si era fatto promotore di un disegno di legge che recepisse l’auspicio espresso dal suo predecessore. Quello stesso citato da Mattarella il 2 febbraio scorso, nel pieno della crisi del secondo esecutivo di Giuseppe Conte, in occasione dei 130 anni dalla nascita di Segni.

Fu anche l’occasione -affermò l’attale Capo dello Stato riferendosi a quel testo- per esprimere la convinzione che fosse opportuno introdurre in Costituzione il principio della ‘non immediata rieleggibilità’ del Presidente della Repubblica. In quell’occasione Segni definiva ‘il periodo di sette anni sufficiente a garantire una continuità nell’azione dello Stato’. Inoltre –aggiungeva- ‘la proposta modificazione vale anche ad eliminare qualunque, sia pure ingiusto, sospetto che qualche atto del Capo dello Stato sia compiuto al fine di favorirne la rielezione’“.

Di qui l’affermazione che ‘una volta disposta la non rieleggibilità del Presidente, si potrà anche abrogare la disposizione dell’articolo 88 comma 2 della Costituzione, che toglie al Presidente il potere di sciogliere il Parlamento negli ultimi mesi del suo mandato'”.

 Mattarella nell’ultimo anno ha fatto cenno varie volte alla questione della sua possibile rielezione in maniera formale ed informale. “Quello che inizia -sottolineò nel messaggio di fine 2020- sarà il mio ultimo anno come Presidente della Repubblica. Coinciderà con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita economica e sociale del nostro Paese. La ripartenza sarà al centro di quest’ultimo tratto del mio mandato. Sarà un anno di lavoro intenso”.

La catastrofe degli Uffici tecnici ( e comunali) della Regione siciliana e una classe di dirigenti regionali lumaca e terra terra

Aumenti per i dirigenti regionali, arriva lo stop della Corte dei conti:  sindacati sul piede di guerra - Giornale di Sicilia

Afferma Giuseppe Lupo capogruppo Pd all’Ars che insieme con gli altri parlamentari del Partito Democratico (Giuseppe Arancio, Anthony Barbagallo, Michele Catanzaro, Antonello Cracolici, Nello Dipasquale e Baldo Gucciardi) autore di  una mozione sul dissesto idrogeologico regionale, rivolta al governo regionale.

“Il tema del dissesto idrogeologico, anche alla luce dei fenomeni legati ai cambiamenti climatici, è divenuto ormai centrale. In Sicilia non è chiaro quali siano le iniziative messe in atto dal governo Musumeci. Chiediamo dunque un apposito dibattito d’aula durante il quale il governo regionale riferisca anche in merito ad alcuni rilievi della Corte dei conti dai quali risulterebbe, dal 2019, il mancato avvio di progetti e interventi che si sarebbero potuti adottare in Sicilia in base alle risorse disponibili”.

Nella mozione si impegna il governo a illustrare in dettaglio gli interventi realizzati – e da realizzare – sulla base delle dotazioni finanziarie e sulla base delle previsioni del Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico ed il ripristino e la tutela della risorsa ambientale, “ProteggItalia”. Il Pd chiede inoltre, con specifico riferimento al Pnrr ed alle misure strutturali destinate alla Sicilia, di adottare provvedimenti necessari a superare le criticità di natura procedurale nelle azioni di contrasto al dissesto idrogeologico.

I “burosauri” della Regione siciliana tra responsabilità politiche e luoghi  comuni | La Sicilia

Ecco come dirigenti regionali e “burosauri” tengono in archivio le pratiche tecniche

“Fondi nei cassetti”, 320 milioni non spesi- Le responsabilità del Genio civile ,in particolare di Catania all’epoca del dirigente-lumaca G.Ragusa

Un tesoretto da 320 milioni di euro per fronteggiare alluvioni e frane in Sicilia, rimasto a marcire nei cassetti della Regione. Mentre il presidente della Regione Nello Musumeci rivendica di aver speso la cifra record di 475 milioni per lavori e gare relative al dissesto idrogeologico nell’Isola, negli uffici guidati dall’ex assessore all’Ambiente Maurizio Croce si scopre che questi 475 milioni rappresentano solo il 60% del budget totale a disposizione, che è di 795 milioni di euro. Da qui, per differenza, si scopre che “in 7 anni per i restanti 320 milioni non è arrivato neppure un progetto, o almeno neppure uno definitivo”  Su deduce che gli Uffici pubblici, Genio civile compresi, non hanno funzionato negli anni scorsi ed attuali.  Il paradosso è che i dirigenti declassati come Gabriele Ragusa -ricordate? il dirigente lumaca che ha omesso una relazione urgente al Presidente Musumeci-  sono stati “promossi” da quel che appare la  “Mafia” del Dipartimento superiore- nei posti più prestigiosi , redditizi, e addirittura di controllo appalti, come l’UREGA di Catania.     Una vera indecenza.

Comuni senza tecnici

“Ci sono aree della Sicilia in cui si è investito poco o nulla sul fronte del contrasto alle frane e della prevenzione delle alluvioni. I 152 progetti in corso di realizzazione istruiti dal commissario riguardano per lo più il Messinese (sono 77), la provincia di Palermo e in parte quella di Catania. Altrove solo sporadici interventi, quasi nessuno nel Siracusano e Ragusano” colpite dal ciclone Apollo.

«Intervento al fine di conoscere i piani e gli interventi realizzati dal Governo regionale finalizzati a contrastare il dissesto idrogeologico e porre in sicurezza il territorio».

Premesso che: i tragici accadimenti verificatisi nel territorio di Catania sono gli ultimi in ordine temporale tra i tantissimi gravi eventi che hanno causato e causano danni rilevanti e la perdita di vite umane; i fenomeni di dissesto idrogeologico nel nostro paese e non solo, come più volte affermato da diversi esperti, hanno assunto il carattere di ordinarietà in correlazione al consumo di suolo e alla crisi ambientale connessa al surriscaldamento globale; nell’area mediterranea si assiste ad un processo di desertificazione caratterizzato da una radicale mutazione climatica di segno tropicale le cui copiose precipitazioni, dal carattere alluvionale in frangenti temporali ristretti, devastano il territorio connotandosi come catastrofi naturali; le azioni di mitigazione del rischio idrogeologico alla luce degli ultimi fenomeni si manifestano nella loro insufficienza e in molti casi nella loro assoluta inadeguatezza rispetto alle proporzioni assunte dal fenomeno in questione.

Il piano “ProteggItalia”

Considerato che: la Corte dei Conti nel 2019 – Sezione Centrale di Controllo sulla Gestione delle Amministrazioni dello Stato – con la deliberazione del 31 ottobre 2019, n. 17/2019/G, trasmessa al Parlamento nazionale, esaminate le modalità di funzionamento, di gestione e di impatto del Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico, aveva evidenziato numerose criticità insolute nel meccanismo di funzionamento e di monitoraggio degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, nella governance delle strutture, rilevando, in particolare, l’inefficacia delle misure adottate, la scarsa capacità di spesa e di realizzazione dei progetti e la natura prevalentemente emergenziale degli interventi.

Sempre la stessa Sezione, con la deliberazione del 18 ottobre 2021, n. 17/2021/G, appena una decina di giorni prima dei tragici eventi di Catania, esaminato lo stato di attuazione del Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale, “ProteggItalia” ha posto in luce quali punti dolenti del problema dissesto in Italia: la scarsa capacità di spesa e la lentezza nell’attuazione degli interventi, la vischiosità dei processi decisionali, la mancanza di una vera pianificazione del territorio, la carenza di profili tecnici adeguati all’interno degli enti territoriali; da una più attenta lettura della deliberazione sopracitata si rileva che secondo il citato Rapporto Rendis 2020 dell’Ispra, che fornisce per la prima volta i risultati di venti anni di monitoraggio dell’Istituto sugli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, la cifra stanziata in 20 anni dal Ministero dell’ambiente (oggi Ministero per la transizione ecologica) per far fronte al dissesto idrogeologico in Italia ammonta a quasi 7 miliardi di euro per un totale di oltre 6.000 progetti finanziati su un totale di richieste che superano i 26 miliardi di euro, cifra quest’ultima che rappresenterebbe una stima del costo teorico per la messa in sicurezza dell’intero territorio nazionale;

Assegnati 789 Milioni alla Sicilia

Dall’esame di questi dati si rileva come la Sicilia sia la regione cui sono state assegnate le maggiori risorse con circa 789 milioni di euro con una durata media complessiva degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico di 4,7 anni tra fase progettuale, tempi amministrativi e materiale realizzazione delle opere in termini esecutivi; in atto per rispondere alla esigenza di coordinare in un unico Piano pluriennale i diversi programmi di contrasto al dissesto idrogeologico e le relative risorse, i1 DPCM del 20 febbraio 2019 ha adottato il Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale, c.d. ProteggItalia con una dotazione finanziaria complessiva nel triennio 2019-2021 pari a 10,383 miliardi di euro a favore delle Regioni ed Enti locali; il Proteggi Italia ha disposto risorse finanziarie, da destinare agli interventi in capo a più amministrazioni, provenienti dalle leggi di bilancio ma anche dall’FSC 2014/2020 che rappresentano circa la metà del totale generale; nella deliberazione della Corte dei Conti del 18 ottobre 2021, n. 17/2021/G, relativamente al piano di riparto dell’annualità 2020 del ProteggItalia, si legge che il piano della Sicilia non risulta approvato sia a fronte dell’assegnazione complessiva di 900 milioni di euro, così come per quella di 50 milioni; nel Piano stralcio del 2019, ai fini di un tempestivo avvio dei progetti e degli interventi immediatamente eseguibili per urgenza e indifferibilità, con il contributo e la partecipazione dei Commissari per l’emergenza, dei Commissari Straordinari per il dissesto, e delle Autorità di bacino distrettuale sono stati assegnati 315.119.117,19 di euro per n. 263 interventi di cui 20.776.438,01 alla Sicilia per 12 interventi.

Programma Europeo URBACT III: le delegazioni di sette Paesi europei ricevuti a Palazzo Zanca -Messina- dall’Amministrazione comunale

 

 

 

 

 

 

 

 

Le delegazioni di sette paesi del Progetto Health&Greenspace – Urbact, che è stato promosso –informa una nota del Comune -dal Vicesindaco e Assessore alle Politiche Europee Carlotta Previti, sono state ricevute ieri a Palazzo Zanca -Messina per un saluto istituzionale. L’Assessore al Turismo e alla Cultura Enzo Caruso li ha prima accolti all’Info Point, intrattenuti brevemente con la narrazione di alcuni miti e tradizioni siciliani e poi ricevuti nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca.
I ventiquattro rappresentanti successivamente sono stati condotti dai delegati messinesi al Centro Polifunzionale dei Colli San Rizzo, al Bosco di Camaro, al Forte di San Jachiddu e a Taormina. I lavori svolti martedì 9 sono stati proficui e hanno permesso alla città di Messina di emergere per l’impegno profuso nel progetto, ma ancor di più nella “strategia verde” fortemente sponsorizzata dall’Amministrazione comunale.

 

Operazione Petrolmafie s.p.a. -Reggio Calabria, Sequestro di n. 3 società dai profitti illeciti, n. 21 immobili, n. 8 tra automobili e moto

 

Grande attività investigativa dei finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e dello S.C.I.C.O., che con  il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Dott. Giovanni Bombardieri, hanno dato corso, con il supporto dei Reparti del Corpo competenti per territorio, nelle province di Asti, Milano, Piacenza, Parma, Roma, Latina, Caserta, Napoli, Bari, Brindisi e Lecce ad un decreto emesso dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della medesima Procura della Repubblica con il quale è stato disposto il sequestro preventivo dell’intero patrimonio aziendale di n. 3 società di capitali operanti nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, disponibilità finanziarie, beni mobili ed immobili, per un valore complessivo stimato in circa 15 milioni di euro.

L’operazione costituisce l’epilogo delle indagini condotte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria e dallo S.C.I.C.O., con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, a contrasto dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nel commercio, su ampia scala, degli idrocarburi.

L’attività investigativa svolta ha permesso di scoprire, allo stato degli atti e sotto il profilo della gravità indiziaria, l’esistenza di una struttura organizzata, attiva nel commercio di prodotti petroliferi, avente la finalità di evadere le imposte, in modo fraudolento e sistematico, sotto la direzione strategica di un commercialista campano e con la compiacenza di soggetti esercenti depositi fiscali e commerciali, avvalendosi del controllo capillare di tutta la filiera della distribuzione del prodotto, dal deposito fiscale ai distributori stradali.

Le investigazioni hanno altresì consentito, in questa fase del procedimento penale e fatte salve le necessarie conferme nel merito, di lumeggiare gli interessi della ‘ndrangheta, e di altre organizzazioni criminali siciliane e campane nella gestione del business del commercio di prodotti petroliferi – settore economico altamente remunerativo – sull’intero territorio nazionale, per il tramite di una vera e propria joint venture criminale volta alla massimizzazione dei profitti illeciti ai danni dello Stato e della libera concorrenza.

In particolare, le società investigate (cartiere), affermando fraudolentemente di possedere tutti i requisiti richiesti al fine di poter beneficiare delle agevolazioni previste dalla normativa di settore, presentavano ad un deposito fiscale ubicato nella provincia di Reggio Calabria – volano della frode – la relativa dichiarazione di intento per l’acquisto del prodotto petrolifero senza l’applicazione dell’I.V.A.. Il prodotto così acquistato, a seguito di diversi (e cartolari) passaggi societari, veniva poi ceduto, a prezzi concorrenziali, ad individuati clienti. Nel corso delle indagini è stato ricostruito un giro di false fatturazioni per un ammontare complessivo di oltre 600 milioni di euro ed IVA dovuta per oltre 130 milioni di euro, appurando l’omesso versamento di accise per 31 milioni di euro.

I proventi derivanti dalla frode venivano trasferiti verso una fitta rete di conti correnti controllati dall’organizzazione criminale, intestati a società di comodo o persone fisiche, da cui il denaro veniva in seguito trasferito verso società di comodo estere o prelevato in contanti e restituito (sempre in contanti) tanto ai membri dell’organizzazione quanto agli acquirenti del prodotto petrolifero.

I profitti illeciti, così ripartiti dai membri dell’organizzazione, venivano reinvestiti nel medesimo circuito criminale e/o impiegati in altre attività finanziarie/imprenditoriali così determinando un vorticoso giro di riciclaggio – autoriciclaggio, per un importo complessivo di oltre 173 milioni di euro. Parte di detto importo (per oltre 41 milioni di euro) veniva riciclato su conti correnti esteri riconducibili a società di comodo bulgare, rumene, croate ed ungheresi, per poi rientrare nella disponibilità dell’organizzazione medesima.

In tale contesto, nel mese di aprile 2021 veniva data esecuzione a provvedimenti cautelari personali, nei confronti di 23 persone (n. 19 in carcere e n. 4 agli arresti domiciliari) e reali. su un patrimonio complessivamente stimato in centinaia di milioni di euro.

I successivi approfondimenti esperiti hanno permesso di accertare, allo stato ed in via indiziaria, come il sodalizio investigato, parallelamente alle descritte attività, si fosse prodigato per l’acquisto di un ulteriore deposito fiscale con cui proseguire ed ampliare il disegno criminoso. Allo scopo, l’organizzazione, reimpiegando parte dei proventi illecitamente accumulati, ha rilevato, per il tramite di una società di comodo ubicata a Milano, un deposito fiscale con sede in Bari.

Analogamente, al fine di massimizzare i profitti connessi alla frode perpetrata, il sodalizio ha acquistato, facendo ricorso anche in tal caso a provviste illecite, un deposito commerciale insistente nella provincia di Parma.

Con l’operazione odierna si è proceduto, quindi, al sequestro dei citati compendi industriali, frutto del reimpiego dei proventi illeciti generati dalla consorteria criminale.

Università, Ordine e Fondazione degli Ingegneri di Catania insieme per una migliore sinergia nel futuro

Incontro al Palazzo centrale sui percorsi formativi e sull’attivazione di nuovi tirocini curriculari

Catania

Università, Ordine e Fondazione degli Ingegneri di Catania insieme per rafforzare la sinergia al fine di migliorare i percorsi formativi universitari e professionali post laurea.

È quanto emerso dall’incontro che si è tenuto al Palazzo centrale dell’ateneo catanese, tra il rettore e il direttore generale dell’Università di Catania, Francesco Priolo e Giovanni La Via, e i presidenti dell’Ordine e della Fondazione degli Ingegneri di Catania, rispettivamente Mauro Scaccianoce e Filippo Di Mauro.

Una collaborazione avviata da diversi anni tra i gli enti e finalizzata, grazie alle azioni dei rispettivi rappresentanti, alla formazione e alla ricerca con i dipartimenti dell’Università di Catania (Ingegneria e Architettura e Ingegneria elettrica elettronica e informatica), oltre che allo sviluppo del territorio catanese.

«Riteniamo necessario e molto importante “fare rete” tra Università, Ordine e Fondazione degli Ingegneri, per garantire un futuro migliore alla nostra società in continua evoluzione in diversi campi – ha spiegato Scaccianoce, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Catania – la collaborazione con l’ateneo catanese, e in particolar modo con il Dicar e il Dieei, ha sempre prodotto risultati positivi, ma adesso occorre rilanciare ulteriormente e creare nuove sinergie su molteplici fronti. In particolar modo riteniamo utile l’attivazione di nuovi tirocini curriculari per gli studenti dei diversi corsi di laurea dell’ateneo negli studi professionali d’eccellenza del nostro territorio, al fine di rafforzare la loro formazione e al tempo stesso facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro. L’Ordine farà da cerniera tra mondo accademico e mercato professionale, intercettando opportunità per i giovani studenti e per i laureati».

Scaccianoce ha posto l’attenzione anche sui percorsi formativi dei corsi di laurea in ingegneria e, in particolar modo, «sul riconoscimento da parte dell’ateneo dei crediti formativi erogati dall’Ordine, con l’obiettivo di agevolare i futuri ingegneri prima del conseguimento del titolo di laurea. In prospettiva delle lauree abilitanti, inoltre, occorre potenziare ulteriormente la formazione “sul campo”, con l’obiettivo di accelerare i processi e consentire ai giovani di trovarsi preparati per accedere direttamente al mondo del lavoro».

Per l’ateneo sono intervenuti i direttori dei dipartimenti Dicar e Dieei, Enrico Foti e Giovanni Muscato, che hanno sottolineato «l’importanza di percorsi formativi post laurea – come i master professionalizzanti – e la necessità di “fare rete” in questo preciso contesto storico in cui, grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, esiste la possibilità di accedere a notevoli finanziamenti per la realizzazione di progetti da parte delle diverse istituzioni». «Appare, quindi, in questo momento, indispensabile la figura e l’importanza del ruolo dell’ingegnere e un rafforzamento della sinergia tra le varie parti nel campo industriale e informatico».

Alla riunione hanno preso parte: per l’Ordine degli Ingegneri il segretario Alfio Torrisi e i consiglieri Gianmaria Mondelli e Stefano Cascone; per la Fondazione il segretario Davide Salvà e il tesoriere Fabio Filippino.

Appello del Prefetto di Agrigento: “Il maltempo, vortice Mediterraneo, è diffuso in Sicilia. Non uscite di casa….”

 

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Allerta lanciato dal prefetto agrigentino. Il maltempo è diffuso  in Sicilia. Afferma nel suo appello alla comunità Maria Rita Cocciufa: “Non uscite di casa. La condizione è di gran rischio”…

“Il vortice Mediterraneo, al momento, sta scaricando a mare, ma è molto vicino all’area Nord dell’Agrigentino – afferma – L’ondata di forte maltempo sta interessando la zona Nord della provincia. Ci sono importanti criticità a Sciacca, Menfi, Ribera e nei Comuni più piccoli del circondario.
Ci sono situazioni emergenziali e si sta profilando l’evacuazione dei cittadini che hanno avuto dei danni o che sono a rischio. Più torrenti sono straripati e siamo veramente in allerta. Dalle informazioni in mio possesso, con buona probabilità, seppur stiamo parlando di condizioni meteo imprevedibili, questa ondata di maltempo si sta ulteriormente avvicinando all’Agrigentino. Lancio un accorato appello a tutti gli agrigentini, tutti in maniera indistinta, residenti in ogni paese: non mettetevi in macchina e non uscite di casa. Assolutamente non uscite di casa, la condizione è di grande, grandissimo, rischio”.