Bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. A Palermo 3 Arresti e sequestro di 4 societa’ e 6 negozi

Bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. 3 Arresti e sequestro di 4 societa’ e 6 negozi

Foto G.di Finanza

PALERMO

Su delega della locale Procura della Repubblica, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di 3 soggetti, destinatari della misura degli arresti domiciliari e della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercizio di attività d’impresa per la durata di dodici mesi, procedendo contestualmente al sequestro preventivo del capitale di 4 società, nonché di 6 negozi di abbigliamento attivi nel centro di Palermo e Cefalù.

I destinatari del provvedimento cautelare sono C. C. (cl. 60), G. P. (cl. 62) e C. N. (cl. 94), imprenditori storicamente presenti nel settore della vendita di abbigliamento e accessori, ai quali vengono contestati, nella loro veste rispettivamente di amministratori di fatto e di diritto, i reati di bancarotta fraudolenta e riciclaggio.

Le indagini, condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo – Gruppo Tutela Mercato Capitali con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, nonché attraverso accurati accertamenti contabili, documentali e finanziari, hanno permesso di disvelare un articolato “sistema di società”, ideato e realizzato da un’unica regia riconducibile agli indagati, frutto di una complessa pianificazione distrattiva, finalizzata a proseguire l’attività imprenditoriale attraverso la costituzione di nuove società aventi similare compagine societaria e governance nonché coincidenti sedi legali e operative ed identici asset aziendali, che rappresentavano la continuazione aziendale della precedente impresa.

Gli indagati, mediante artificiosi contratti di locazione di rami d’azienda, procedevano a svuotare la società che, lasciata in un irreversibile stato di decozione, falliva mentre l’attività di vendita dei capi di abbigliamento proseguiva senza interruzione grazie alle nuove compagini societarie.

Con questo schema veniva accumulato un passivo fallimentare allo stato quantificato in almeno 1,2 milioni di euro.

Le società e i negozi sequestrati sono stati affidati ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Palermo affinché li gestisca nell’interesse della collettività, con il compito di garantire la continuità aziendale e mantenere i livelli occupazionali, per preservare i diritti dei lavoratori e della stessa utenza.

L’odierna operazione eseguita dalla Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, si inserisce nel quadro delle linee strategiche dell’azione del Corpo volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni di illegalità economico-finanziaria connotati da maggiore gravità, nonché all’aggressione dei patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose, al fine di tutelare gli imprenditori onesti che operano nel rispetto della legge.

Catania Grandi Mostre: “Turi Ferro 100 anni” dal 5 novembre al Castello Ursino

 

Presentazione mostra Turi Ferro

Recensioni,  locandine, manifesti, costumi, documenti pubblici e testimonianze private: è la mostra straordinaria e inedita “TURI FERRO 100 ANNI”  che il Castello Ursino ospiterà dal 5 novembre al 5 dicembre  nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita del grande attore catanese, interprete tra i più straordinari del Novecento.
La mostra è dedicata alla vita, alle grandi interpretazioni, agli spettacoli, al magistero  dell’uomo di Teatro che ha cambiato l’arte della recitazione, rifondandone i linguaggi e i canoni, e che allo stesso tempo ha rappresentato l’emblema della “catanesità” e dello spirito siciliano nel mondo.
L’obiettivo dell’evento è promuovere la conoscenza di Turi Ferro verso un pubblico ancora più vasto e internazionale e perpetuarne e difenderne la memoria.
L’eccezionale rassegna, che il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore alla Cultura Barbara Mirabella  hanno accolto nella prestigiosa sede del Castello Ursino, è promossa dalla Fondazione “Taormina Arte”, guidata dal commissario straordinario Bernardo Campo,  e cofinanziata dall’Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana retto da Manlio Messina, con il patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana, del Comune e della Città metropolitana di Catania.
L’esposizione è stata presentata nel maniero federiciano dagli assessori Manlio Messina e  Barbara Mirabella, insieme con  gli artisti Francesca e Guglielmo Ferro, figli del magistrale interprete scomparso nel 2001,  la curatrice della mostra Sarah Zappulla Muscarà, Enzo Zappulla dell’Istituto di Storia dello Spettacolo che ha concesso il patrocinio all’evento, Carlo Auteri del Teatro Abc, gli attori Pippo Pattavina del Teatro Stabile e Enrico Guarneri del Teatro Abc, che hanno reso toccanti testimonianze.
“Una mostra importante – ha detto l’assessore Mirabella –  un progetto che con il sindaco Pogliese abbiamo subito condiviso, e che è frutto di tanto lavoro, in primo luogo della famiglia Ferro, anche perché la città sentiva forte il desiderio di raccontare un suo figlio illustre. Un racconto esemplare,  che come assessore alla scuola ho voluto inserire anche nel nostro piano dell’offerta formativa con lo studio e l’approfondimento della figura di Turi Ferro”.
“Un grande Maestro, Turi Ferro – ha evidenziato l’assessore Messina –  una pietra miliare, un orgoglio per  Catania: ha fatto la storia del teatro e ha dato lustro alla nostra città e alla nostra cultura. E’ per questo che lo ricordiamo con un evento importante che ha messo insieme enti e istituzioni culturali diverse”.
“La memoria – ha sottolineato Guglielmo Ferro – è fondamentale: i ragazzi che verranno a visitare la mostra potranno prendere spunto e ispirarsi alla vita di un uomo che ha fatto un percorso  importante per se stesso, per la sua città, per la sua terra  ma anche per la storia del Teatro italiano”.
Francesca Ferro si è soffermata sul rapporto affettivo del papà con la città di Catania: “L’amore tra lui e la città era assolutamente reciproco,  la città amava tanto lui e lui amava tanto la città che lo vedeva come un uomo corretto, integro: per la strada in tanti lo chiamavano ‘ zio Turi’. Spero che anche le future generazioni possano continuare ad amarlo”.
E’ stata Sarah Zappulla Muscarà a illustrare i particolari della mostra che si compone di sei sezioni :
1) Gli inizi, 2) La Nascita del Teatro Stabile; 3) I Tre Spettacoli; 4) I Grandi Spettacoli; 5) Cinema e Televisione; 6) La Scomparsa.   L’appuntamento con l’inaugurazione è per venerdì 5 novembre, alle 17,45. 

 

 

Napoli, max sequestro di prodotti contraffatti e non sicuri, privi di certificazioni ed indicazioni

NAPOLI

 Sequestrati dalla Finanza di Napoli nel corso di una serie di interventi ispettivi operati tra il capoluogo e l’area metropolitana, 1.456.000 prodotti contraffatti o “non sicuri”, tra cui articoli tipici di Halloween, privi delle certificazioni minime di sicurezza e di indicazioni per il consumatore.

Nel quartiere Barra, il Gruppo Pronto Impiego ha sequestrato in una libreria 1000 giocattoli con famosi marchi contraffatti; i Baschi verdi hanno anche rinvenuto 3.100 articoli non sicuri destinati ai più piccoli, come calendari e album da disegno.

Nel corso di tre distinti interventi i finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano, tra la zona industriale e Secondigliano, hanno sottoposto a sequestro presso empori cinesi 14.400 tra cosmetici e articoli di Halloween non sicuri, potenzialmente pericolosi per la salute, e individuato un opificio clandestino, anch’esso sequestrato unitamente a 2.200 capi di abbigliamento contraffatti, attrezzature e macchinari utilizzati per il loro confezionamento.

Nel quartiere Arenaccia, le Fiamme Gialle hanno sequestrato – presso un deposito adibito al commercio all’ingrosso di libri, riviste e giornali – macchinari per litografie, 1900 libri di “Totò” dal titolo “A’ livella” privi del marchio SIAE, 2.500 fra giocattoli, stampe e altri articoli con marchi contraffatti.

Sequestri anche ad Arzano di 3.570 giocattoli contraffatti individuati proprio mentre venivano scaricati; la successiva perquisizione del luogo di destinazione della merce, ha permesso di sequestrare in un magazzino all’ingrosso di Qualiano altri 260.000 articoli “non sicuri”.

In provincia, i finanzieri del Gruppo di Frattamaggiore hanno sottoposto a sequestro tra Afragola e Sant’Antimo oltre 855.000 tra mascherine di halloween, giochi per bambini e articoli destinati alla cura della persona e della casa, di dubbia provenienza, di manifattura non sicura, potenzialmente pericolosi per la salute.

La documentazione fornita e le informazioni riportate sugli articoli esposti per la vendita non sono risultati sufficienti a garantirne la genuinità e sicurezza.

Nel corso di un ulteriore intervento, le stesse Fiamme Gialle hanno notato, nella periferia di Giugliano in Campania, un’autovettura carica di merce ed hanno sequestrato numerosi capi contraffatti e rotoli di etichette di noti marchi ancora sigillati.

La successiva ispezione presso l’abitazione del soggetto ha permesso di recuperare nel complesso oltre 270.000 capi contraffatti riconducibili a note griffes di alta moda, alcuni dei quali anche con falsa indicazione di “Made in Italy”, oltre a 2 macchinari utilizzati per l’applicazione delle etichette.

A Poggiomarino, il Gruppo di Torre Annunziata ha sequestrato in un emporio cinese 260 biglietti Disney con marchio contraffatto, 24.600 tra guanti in lattice e in plastica e oltre 4500 mascherine di Hallowen.

A San Giorgio a Cremano la Compagnia di Portici ha sequestrato, nei confronti di un negozio gestito da cittadini cinesi, 20.300 tra capi di abbigliamento, giocattoli e articoli per la casa contraffatti e non sicuri.

A Barano di Ischia la locale Tenenza ha sequestrato in un market gestito da cittadini cinesi 4000 giocattoli e accessori di Halloween non conformi.

Trentadue in totale i responsabili sanzionati, sedici denunciati all’Autorità Giudiziaria e altrettanti segnalati alla Camera di Commercio per violazioni di natura amministrativa.

Le operazioni rientrano nell’ambito della costante azione di contrasto della contraffazione da parte delle Fiamme Gialle partenopee a difesa non solo del Made in Italy e della sicurezza dei prodotti, ma anche degli imprenditori onesti e dei consumatori.

DIFFERENZIATA; ASSESSORE E SINDACO CONTESTANO LA DITTA “SENESI” CHE, SENZA SPIEGAZIONI, CREA DISSERVIZI E DISAGI SUL TERRITORIO

Morcavallo di Grande Cosenza interviene sull'emergenza rifiuti

Archivio -Sud Libertà

Caruso: “Un fatto increscioso, già segnalato alla Prefettura”Per la terza volta, dopo due sabati consecutivi, nella giornata di ieri gli addetti alla raccolta differenziata della ditta ‘Senesi’ – informa una nota del Comune – hanno lasciato scoperta una parte del territorio, evitando di raccogliere l’umido.Alla luce di questo, sono già state effettuate tre segnalazioni alla Prefettura, con la terza risalente proprio a ieri, e tutto questo nonostante gli Uffici preposti abbiano sollecitato l’intervento.Va evidenziato che oltre a quelle delle utenze domestiche, sono arrivate moltissime segnalazioni inerenti la mancata raccolta presso le RSA e le cliniche, il che ha generato un disagio di enormi proporzioni.

 

“Quanto sta succedendo è assurdo, vergognoso – ha dichiarato l’Assessore all’Ecologia, Quintino Rocca ( nella foto sopra)– e non è affatto giustificabile con le problematiche legate alle discariche di conferimento delle quali ultimamente si fa, a ragione, un gran parlare. Lasciare scoperte persino le case di cura non può essere accettato”.Il Sindaco, Santo Caruso, evidenzia quanto fatto per cercare di porre rimedio: “Abbiamo chiamato in causa la Prefettura per due volte, e ieri abbiamo ancora una volta segnalato i fatti. Non è possibile che nel giro di poco tempo si ripeta per tre volte un disservizio del genere,deliberatamente messo in atto. Noi, certamente, non staremo a guardare mentre il territorio viene trascurato in questa maniera, in barba ai tanti cittadini che pretendono, giustamente, un servizio adeguato”.

Maltempo, avviata la conta dei danni sul territorio della provincia etnea. Ad Aci Sant’Antonio parola d’ordine tempestività

 

Ripristino tempestivo del manto stradale

Caruso: “Siamo intervenuti tempestivamente approntando lavori di somma urgenza”Il recente maltempo, con le abbondanti piogge che per giorni hanno sferzato la Sicilia Occidentale senza di fatto trovare sosta, hanno lasciato il segno anche sul territorio santantonese.A partire già dall’indomani del passaggio, per fortuna solo marginale,del ciclone ‘Apollo’, i Vigili Urbani e i volontari di Protezione Civile hanno battuto il territorio per fare il punto della situazione e avviare una conta dei danni ancora in corso data la vastità delle aree da attenzionare.Oltre al disfacimento di larghe porzioni del manto stradale, che ha generato numerose buche (segnalate con il materiale in dotazione dal personale che ha effettuato le perlustrazioni), al momento si contano pali della pubblica illuminazione divelti e infiltrazioni nel palazzo municipale e in diversi edifici pubblici.

 

Il Sindaco, Santo Caruso, già domenica 31 ottobre ha emanato  un’Ordinanza, la 115/2021, con la quale ha disposto lavori in somma urgenza consistenti nell’esecuzione degli interventi di manutenzione sulla rete stradale nel Comune, in modo da cercare di ridurre i disagi e i rischi per quanti quotidianamente circolano sul territorio.Siamo stati presenti già a ridosso delle prime importanti precipitazioni – ha dichiarato il primo cittadino – battendo ogni strada del Comune per verificare lo stato del manto stradale e gli eventuali danni provocati dal forte vento, e sull’esaurirsi dell’ultima tempesta ho disposto i lavori per limitare al massimo i disagi. Adesso stiamo cercando di inquadrare il totale degli interventi da disporre per cercare di tornare alla normalità. Ringrazio tutti quelli che si sono spesi, in questi giorni, per fare in modo che l’incolumità dei cittadini santantonesi e di chiunque si fosse trovato ad attraversare il territorio fosse salvaguardata”.

Operazione antidroga dei Carabinieri di San Lorenzo a Palermo e Trapani, 58 provvedimenti cautelari

Sono  58 Provvedimenti cautelari : , notifiche  37 in carcere, 20 domiciliari e 1 dell’obbligo di presentazione alla Procura g.  emessi dal gip del tribunale di Palermo accusati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti.

Le indagini dell’operazione Nemesi sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda Salvatore De Luca.

Ricorderemo qui che l’indagine, condotta dai carabinieri tra febbraio e luglio del 2018, ha consentito di smantellare un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti e operante nel quartiere Sperone di Palermo e di individuarne struttura, dinamiche e strategie criminali.

le piazze di spaccio interi nuclei familiari, erano affidati dai boss anche ai minorenni per la cessione di stupefacenti. I componenti dell’organizzazione usavano i meandri degli edifici, le strette vie del quartiere, le loro abitazioni, le camerette dei figli minori, come magazzini, lavorazione e spaccio di stupefacenti.

Secondo l’ordinanza cautelare, sussistono gravi indizi per affermare che l’attività di spaccio avveniva nei pressi della scuola del quartiere, dove si davano appuntamento tanti acquirenti che accorrevano anche da altre province siciliane. Veniva spacciata ogni tipo di droga dalla cocaina, al crack.

Due i canali di approvvigionamento degli stupefacenti, gestiti da 3 degli odierni indagati, con precedenti penali e ritenuti vicini a cosa nostra.
Ricostruito dagli investigatori  l’organigramma dell’associazione, con un vertice che gestiva il rifornimento, le strategie di spaccio e raccoglieva i proventi dell’attività, da cui dipendevano ben tre distinte compagini criminali, ognuna con a capo una famiglia che organizzava autonomamente la propria “piazza di spaccio” e impartiva precise direttive ai propri pusher.

Collaboravano anche le madri, le mogli e le conviventi dei capi delle compagini, che tenevano la contabilità delle ‘piazze di spaccio’, pronte anche a subentrare, all’occorrenza, per garantire continuità allo spaccio in caso di arresto di uno dei promotori.

L’organizzazione criminale aveva a disposizione magazzini e interi appartamenti, in cui i sodali si riunivano per decidere le strategie dell’organizzazione, spartirsi i proventi o rifornire i pusher impegnati nelle ‘piazze’.

Siti che venivano utilizzati per lo stoccaggio di marijuana e hashish e come laboratori per “cucinare” e “basare” la cocaina per la produzione del crack. Il vincolo associativo era talmente forte che parte dei profitti erano redistribuiti per il sostentamento delle famiglie dei detenuti e il pagamento delle relative spese legali i pusher operativi su strada per conto della delineata associazione erano organizzati su turni per garantirne la piena attività anche in orario notturno, con direttive precise sui punti dei cortili condominiali dove occultare lo stupefacente e sulle modalità di consegna agli acquirenti.

Le piazze di spaccio garantivano ai tre sodalizi consistenti profitti, stimati nell’ordine di 1,5 milioni di euro su base annua. Nel corso dell’attività sono già state arrestate in flagranza di reato 37 persone, segnalate alla locale prefettura quali acquirenti 56 soggetti e sequestrati circa 3 kg di stupefacente e oltre 6.000 euro in contanti.

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