PALERMO: OPERAZIONE “AFRICO”, ARRESTI E SEQUESTRO DI DROGA

 

PALERMO

 Un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di 9 soggetti indagati a vario titolo per spaccio di sostanze stupefacenti è stata eseguita dai finanzieri del Comando provinciale di Palermo su delega della Procura della Repubblica.

L’operazione “Africo”, condotta dagli specialisti della Sezione Antidroga del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle di Palermo tra l’inizio del 2018 e la metà del 2019, ha permesso di far luce su uno strutturato e proficuo commercio di diverse tipologie di sostanza stupefacente nel comprensorio di Carini e nel quartiere “Zen 2” di Palermo. Nel corso delle investigazioni, svolte con l’ausilio di video riprese, intercettazioni telefoniche e ambientali, è stato possibile ricostruire l’operatività criminale degli indagati, che si sarebbero riforniti di cocaina, hashish e marijuana nel noto quartiere palermitano “ZEN 2”, per poi smistarla quotidianamente nella cittadina carinese.

Nel corso delle indagini sono stati eseguiti numerosi interventi repressivi che hanno portato al sequestro di circa 30 kg di droga e all’arresto in flagranza di reato di 8 persone, fra cui un ex addetto alla raccolta di rifiuti all’epoca in servizio presso l’azienda municipalizzata palermitana RAP (poi licenziato per giusta causa), intercettato dai militari mentre consegnava a domicilio le dosi di stupefacente durante il lavoro. Come desumibile dalle complessive risultanze ottenute nel corso delle attività, è emerso che gli spacciatori avrebbero venduto fino a 100 “dosi” al giorno di stupefacenti, sviluppando un “fatturato” annuo stimabile in almeno 1,5 milioni di euro. Due degli arrestati, peraltro, hanno proprio nelle scorse settimane ottenuto con l’inganno il reddito di cittadinanza per un ammontare di 800 euro mensili.

Un beneficio che, per effetto del provvedimento cautelare, verrà sospeso, così come previsto dalla normativa in vigore. I finanzieri hanno poi proceduto a valorizzare in chiave patrimoniale – secondo una procedura operativa attuata in tutti i settori di servizio volta a disarticolare in maniera radicale le organizzazioni delinquenziali – gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso al Corpo, dalle quali emergeva l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la capacità reddituale dichiarata, richiedendo l’applicazione di misure cautelari patrimoniali.

Con il medesimo provvedimento il G.I.P. ha quindi disposto il sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie riconducibili agli indagati per un valore complessivo pari a circa 200.000 euro. L’operazione di servizio si inserisce nel più ampio dispositivo di controllo economico del territorio e di contrasto patrimoniale ai sodalizi illeciti, mantenendo alta la guardia sul fenomeno del traffico di stupefacenti, primaria fonte di finanziamento anche delle locali organizzazioni criminali.

Napoli, scoperte fabbriche del falso e della contraffazione

 

NAPOLI

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha scoperto, nel corso di due distinti interventi, due vere e proprie “fabbriche del falso” e 6000 capi di abbigliamento contraffatti o privi di marchio.

Nel corso di un primo intervento, le Fiamme Gialle del Gruppo di Nola hanno sottoposto a sequestro 1 opificio clandestino e 2.000 capi di abbigliamento contraffatti.

In particolare, durante un controllo su strada a Cimitile, i finanzieri hanno fermato un 48enne che trasportava all’interno della sua autovettura diverse centinaia di articoli privi di documentazione amministrativo-fiscale di supporto.

Le successive perquisizioni condotte sia presso una società di articoli sportivi di Saviano che nei confronti di una ditta individuale di Ottaviano, hanno permesso di ricostruire la filiera di commercializzazione della merce, nonché di sequestrare un macchinario composto da 6 linee di produzione e 1 pen-drive utilizzati per la creazione dei capi abbigliamento contraffatto.

Denunciati all’Autorità Giudiziaria 3 responsabili, l’auto trasportatore, la rappresentante legale della società e il titolare della ditta individuale.

Nel corso di un secondo intervento, i “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego di Napoli hanno notato nel quartiere Fuorigrotta del capoluogo trasferimenti sospetti di merci e fermato un soggetto che usciva da un edificio trasportando grandi buste di cellophane contenenti t – shirt prive di marchio.

La successiva ispezione dell’abitazione e di due locali nella sua disponibilità ha portato alla scoperta anche in questo caso di un opificio clandestino, attrezzato con termopresse per l’apposizione dei marchi e utilizzato come deposito di circa 4.000 capi, già confezionati e pronti per essere messi in vendita.

Denunciato il responsabile, un 35enne napoletano, per contraffazione e ricettazione.

Le operazioni rientrano nell’ambito della costante azione di contrasto della contraffazione da parte delle Fiamme Gialle partenopee a difesa non solo del Made in Italy e della sicurezza dei prodotti, ma anche degli imprenditori onesti e dei consumatori.

Messina: donata una panchina letteraria a forma di libro

 

 MESSINA

Nello spazio antistante il Palacultura, alla presenza degli Assessori alla Cultura Enzo Caruso, alla Pubblica Istruzione Laura Tringali, all’Arredo Urbano Massimiliano Minutoli e alle Politiche Sociali Alessandra Calafiore, l’Associazione Mogli Medici Italiani (AMMI), presieduta dalla prof.ssa Rosellina Zamblera Crisafulli, ha donato oggi alla Città una Panchina Letteraria a forma di libro aperto. All’inaugurazione presenti il Vescovo Ausiliare Mons. Cesare Di Pietro e la dott.ssa Lina Silvestro Monea in rappresentanza dell’Ordine dei Medici ed Odontoiatri.
Quanto più opportuna la prima frase riportata sulla panchina ‘E uscimmo a rivedere le stelle’ in questo momento in cui abbiamo tanto bisogno di riappropriarci dell’incontro e della cultura. A nome dell’Amministrazione comunale un plauso all’AMMI per questo significativo gesto di cittadinanza attiva. Il luogo scelto per la collocazione non è casuale, ma è proprio perché posizionata di fronte al PalaAntonello, luogo identitario e preposto alla promozione e alla fruizione dei suoi ambienti dedicati alla cultura”, ha dichiarato l’Assessore Caruso.
Un progetto ricco di significato finalizzato a promuovere e migliorare il territorio attraverso la Cultura e l’Istruzione, abbellendolo con la prima Panchina Letteraria installata a Messina e simbolicamente collocata, su suggerimento dell’Assessore Caruso, davanti al Palazzo della Cultura, sede dell’Archivio Storico e della Biblioteca Comunale.
Una sinergia vincente tra l’AMMI e gli Assessorati alla Cultura e all’Arredo Urbano, che ha portato in tempi relativamente rapidi alla concretizzazione di questa lodevole iniziativa a beneficio della collettività.

Dibattito sul futuro della città

Ance Catania e UniCT: concorso di scrittura “Catania 4.0 o Catania di domani”

 

“NON VI SARÀ FACILE, SI PUÒ FARE, LO FACCIAMO”

 

 

CATANIA – Cimentarsi in una prova di scrittura per raccontare la storia di un progetto o per proporre nuove visioni che riguardano la città di Catania, attraverso un articolo, un saggio, un racconto o un reportage. Questa la finalità del concorso di scrittura “Catania 4.0 o Catania di domani”, rivolto a studenti e dottorandi regolarmente iscritti ai Corsi di studio dell’Ateneo, al di sotto dei 35 anni d’età, organizzato dell’Università etnea in collaborazione con Ance Catania.

Un’iniziativa fortemente voluta dai Costruttori edili, in quanto «l’Associazione non è solo portavoce degli interessi della categoria, ma anche interlocutore capace di intercettare i bisogni della collettività e contribuire ad individuare possibili strategie – dichiara il presidente di Ance Catania Rosario Fresta – Il nostro settore è il principale motore del mercato interno del nostro Paese e ha un ruolo fondamentale nello sviluppo e cambiamento dei territori e delle città. Città che si trasformano, e che devono essere riqualificate anche attraverso processi di ricucitura, che vanno ben oltre il concetto di edificato». Una consapevolezza che nel 2010, con l’allora presidente Andrea Vecchio, portò alla realizzazione del libro: “Catania: Non vi sarà facile, Si può fare, Lo facciamo”, distribuito gratuitamente nelle librerie, che nel lanciare ilo messaggio, suscitò non poche reazioni.

«Si tratta di un volume che raccoglie i contributi di 59 personalità – nate, residenti o impegnate professionalmente a Catania – pensato con l’obiettivo di aprire un dibattito sulla base di idee, proposte e spunti di riflessione – prosegue Fresta – per accendere una nuova luce sul territorio, per scuotere la Città dal torpore in cui sembrava trovarsi. In oltre 10 anni, purtroppo, alle prime reazioni suscitate dalla pubblicazione, nulla o quasi è cambiato. Non siamo stati capaci di innescare quel processo virtuoso a cui tendevamo per ripartire, così da immaginare un secondo volume dal titolo “Catania: chi lo fa?”. Da qui, la voglia di non mollare che ci spinge a rivolgerci ai giovani e quindi a quel potenziale umano, creativo e culturale dei nostri studenti».

«Nel corso degli ultimi decenni – osserva il rettore Francesco Priolo – le nostre città si sono profondamente trasformate, ma nonostante gli allarmi lanciati più volte dagli urbanisti e dai sociologi, almeno dagli anni ’60 del secolo scorso in poi, non si è stati in gradi di ricucire le profonde spaccature – sia morfologiche che sociali – tra il centro e le periferie, che talvolta sono diventate delle sacche di disagio e di emarginazione, dei “non luoghi” dalle mille contraddizioni sia per i nuovi residenti che per gli immigrati, addirittura dei serbatoi di manovalanza per la criminalità organizzata».

«È necessario, ora più che mai – aggiunge il prof. Priolo – riprendere l’impulso verso un’opera di recupero e riqualificazione di queste parti della città, rilanciando gli studi interdisciplinari e avviando operazioni – a piccola e grande scala – che siano in grado di ridare innanzitutto un’identità sociale e culturale ai quartieri, supportando azioni amministrative volte a garantire servizi, infrastrutture e collegamenti, coinvolgendo gli stessi abitanti nella progettazione della “città che vorrebbero”. L’Università di Catania, nel solco delle proprie attività di Terza missione, non può tirarsi indietro da questo fronte, e chiedere ai giovani e agli studenti di proporre la propria idea di città mi sembra un ottimo punto di partenza».

I partecipanti avranno come traccia il volume, che verrà consegnato da Ance Catania a ogni candidato. Tutti i lavori pervenuti verranno pubblicati in formato ebook della stessa Associazione. Ben 5 i premi in denaro, oltre alle menzioni di merito: l’assegnazione verrà decretata da una Commissione di valutazione degli elaborati composta da 2 docenti, di cui uno con funzioni di presidente, da 1 rappresentante degli studenti eletto in seno al Senato Accademico e da 2 rappresentanti di Ance Catania.

 

 

OPERAZIONE “PERSEFONE”: IN GINOCCHIO LA MAFIA DI BAGHERIA

Bagheria, mafia, Massimiliano Ficano, Palermo, Cronaca

 

In ginocchio la mafia di Bagheria, nel Palermitano. All’alba di oggi i carabinieri del Comando provinciale hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo, emesso su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, a carico di 8 indagati accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e vendita di armi clandestine, estorsione, lesioni personali aggravate, reati tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.

L’operazione, denominata ‘Persefone’ e seguita da un pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto, Salvatore De Luca, rappresenta l’esito di una complessa attività d’indagine sulla famiglia mafiosa di Bagheria, che ha consentito di fare luce sulla sua “perdurante operatività” e che ha subìto un’improvvisa accelerazione a causa di un progetto di incarichi a killer recentemente pianificato dai vertici della famiglia. I boss, infatti, avevano deciso di ammazzare un pregiudicato locale, estraneo a Cosa nostra, ritenuto poco incline al rispetto delle ‘regole’ imposte dall’organizzazione mafiosa.

Aveva osato sfidare pubblicamente il capomafia.. Per Fabio Tripoli, oggi finito in manette nell’ambito del blitz antimafia dei carabinieri di Palermo per maltrattamenti in famiglia, era stato firmato l’ordine di morte. Ubriaco e spesso intemperante, oltre a picchiare la compagna e il padre, l’uomo, “apparentemente estraneo al contesto mafioso”, spiegano gli investigatori dell’Arma, aveva messo in discussione l’autorità del boss Massimiliano Ficano.

Un atteggiamento sfrontato e una ritrosia a sottostare ai ‘divieti’ imposti da Cosa nostra per riportare ordine nel territorio da loro controllato che andava punita. Così su mandato del capomafia è stata organizzata la spedizione punitiva: in sei lo hanno selvaggiamente picchiato, provocandogli un trauma cranico e uno alla mano.

Un pestaggio di avvertimento che, però, non è bastato a convincerlo ad assumere un atteggiamento remissivo. L’uomo, al contrario, si è armato di accetta e ha iniziato a far sapere in giro di essere pronto a dare fuoco a un locale da poco inaugurato dal boss Ficano.

Un affronto pubblico davanti al quale è stata sentenziata la sua morte con un omicidio pianificato nei dettagli che solo l’intervento dei carabinieri ha scongiurato. “Ficano, subito dopo aver dato l’ordine di eseguire l’omicidio, ha deciso di allontanarsi dal territorio, molto verosimilmente-pensano gli investigatori sia per costituirsi un alibi che per darsi alla fuga per il pericolo di essere arrestato”

A operare potevano essere solo soggetti ‘autorizzati’ da Cosa nostra, tenuti a versare periodicamente una quota fissa dei proventi nelle casse della famiglia mafiosa. E’ uno dei retroscena che emerge dal blitz ‘Persefone’. Spaccio di droga e centri scommesse erano il core business del clan e a testimoniarlo c’è un’intercettazione del capomafia Massimiliano Ficano. Non sapendo di essere intercettato e parlando con un suo stretto collaboratore il boss spiegava l’importanza del traffico di sostanze stupefacenti e della gestione dei centri scommesse, le attività più remunerative per la famiglia.

“Attività che venivano controllate direttamente da capomafia – spiegano gli investigatori dell’Arma – anche se non si esponeva mai in prima persona, delegando i suoi più fidati collaboratori”. I proventi servivano a provvedere al sostentamento dei familiari dei detenuti, dovere ‘sacro’ dei boss liberi “in quanto, in caso di mancato adempimento di tale delicata incombenza, vacillerebbe il vincolo di omertà interna e, di conseguenza, la graniticità di Cosa Nostra”

Arrestato anche nell’ambito del blitz antimafia dei carabinieri di Palermo anche un anziano imprenditore edile, Carmelo Fricano, detto ‘Mezzo chilo’, ritenuto vicino alla famiglia mafiosa di Bagheria e, in particolare, allo storico capo mandamento detenuto Leonardo Greco. In passato diversi collaboratori di giustizia lo hanno indicato quale prestanome proprio del capomafia ergastolano.

Papa Francesco: “Ancora serpeggia in Europa l’antisemitismo.E’ una miccia che va spenta”

Papa Francesco a Budapest, breve incontro con Orban - Enti Locali Online

Oggi 34esimo viaggio apostolico internazionale del Papa,  a Budapest per la conclusione del 52° Congresso Eucaristico Internazionale e in Slovacchia. t. L’arrivo all’aeroporto internazionale di Budapest alle 7.45.

Il primo appuntamento del Papa, appena arrivato in Ungheria, è politico. Bergoglio, al museo delle Belle Arti di Budapest ha incontrato il presidente della Repubblica Janos Ader e il premier Viktor Orban.

L’incontro del Papa con il Presidente della Repubblica, con il Primo Ministro” ungherese Orban “e il Vice Primo Ministro dell’Ungheria si è svolto secondo il programma previsto, in un clima cordiale, ed è terminato alle ore 9.25”, comunica il Vaticano. Il Papa non ha incontrato da solo il premier sovranista, con il quale ci sono divergenze di vedute soprattutto sulla questione migranti e accoglienza. “Erano presenti, con il Santo Padre, anche il Cardinale Parolin, Segretario di Stato, e Mons. Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati. Tra i vari argomenti trattati, vi sono stati il ruolo della Chiesa nel Paese, l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente, la difesa e la promozione della famiglia“.
L'incontro tra Papa Francesco e Viktor Orbán a Budapest: «Basta rigurgiti di  odio, fermiamo l'antisemitismo» - Open

L’incontro è durato una quarantina di minuti. All’incontro è seguito lo scambio dei doni. Al presidente Ader, papa Francesco ha donato un quadro in mosaico raffigurante la “Benedizione papale a piazza San Pietro” da un dipinto ad olio di Ippolito Caffi eseguito verso la metà dell’800 e oggi conservato nel Museo di Roma, al Primo Ministro Orban il pontefice ha donato un Trittico.

Francesco si è poi recato nella Sala Rinascimentale del Museo delle Belle Arti, dove, alle 9.15, è iniziato l’incontro con i Vescovi della Conferenza Episcopale Ungherese.

Il Papa, incontrando quindi le comunità ebraiche in Ungheria, da’ voce alle sue preoccupazione: “Penso alla minaccia dell’antisemitismo, che ancora serpeggia in Europa e altrove. E una miccia che va spenta”. Bergoglio riprende “l’evocativa immagine del Ponte delle Catene, che collega le due parti di questa città: non le fonde insieme, ma le tiene unite. Così devono essere i legami tra di noi“.

 

Vent’anni fa il terrorismo colpiva l’America -Biden: “Gli Stati Uniti patria di eroi”

Archivi -Sud Libertà

 Ground Zero protagonista oggi nel ricordo  delle  vittime dell’11 settembre 2001. I familiari presenti hanno alzato le foto dei loro cari rimasti uccisi negli attacchi terroristici di 20 anni fa.

Papà ci manchi ogni giorno”, ha detto la figlia di una delle vittime, che si è alternata con altri familiari nel leggere i nomi di tutte le persone rimaste uccise. Prima della lettura dei nomi delle vittime è stato osservato un minuto di silenzio, alle 8.46, nel momento in cui il primo aereo si è andato a schiantare contro le torri.

Presenti il presidente americano Joe Biden e la first lady Jill. Nessun discorso, solo un videomessaggio, perché “sente che è importante visitare” i tre siti degli attacchi di 20 anni fa, New York, Washington e la Pennsylvania. Il presidente ritiene che sia importante visitare ognuno dei tre siti per commemorare le vite perse -, i sacrifici fatti in quel giorno che ha avuto conseguenze su milioni di persone in tutto il Paese, ma certamente su molte persone di quelle comunità”.

Così l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama rende omaggio alle vittime degli attacchi a New York e Washington nel 20mo anniversario di quella tragedia :” dopo quell'”orribile mattina” dell’11 settembre “la lista di lezioni” da apprendere “è lunga e continua ad aumentare: ma una cosa è diventata chiara, ed è chiara da allora, che l’America è sempre stata la patria di eroi che corrono incontro al pericolo per fare quello che è giusto”.

Lo abbiamo visto dieci anni fa – ricorda – quando i nostri militari hanno consegnato alla giustizia Osama bin Laden. E lo vediamo oggi, nei dottori e negli infermieri, sfiniti, che fanno quello che possono per salvare vite, i militari, alcuni dei quali non erano ancora nati, che mettono a rischio le loro vite per salvare gli americani ed aiutare i rifugiati a trovare una vita migliore, i soccorritori che combattono contro le fiamme e le inondazioni per portare in sicurezza le famiglie”. Tutte queste persone “rappresentano il meglio dell’America – afferma Obama in una dichiarazione – e quello che può e potrebbe unirci“.

L’11 settembre “ci ricorda quanti americani si donano in modo straordinario – conclude l’ex presidente – non solo nei momenti di crisi, ma ogni singolo giorno. Non lo dimentichiamo e non lo diamo mai per scontato”

INCUBO RIFIUTI ACI SANT’ANTONIO: SINDACO ED ASSESSORE DENUNCIANO,”NON C’E’ CAPACITA’ GESTIONALE , VI SONO CAMION PARCHEGGIATI ALLA DISCARICA”

Rifiuti, la discarica di ‘Sicula’ autorizza solo 600 tonnellate per 150

Come funziona l'esportazione di rifiuti?

Comuni. Caruso: “È crisi, sta per esplodere una bomba ecologica”

L’unica discarica per i rifiuti indifferenziati al servizio della Sicilia Orientale, cioè quella di ‘Sicula Trasporti’,

a Lentini, ha ridotto il conferimento a 600 tonnellate al giorno.
Da via Codavolpe, dove è ubicata la discarica, hanno fatto sapere che “i rifiuti giornalieri saranno ricevuti in impianto secondo l’ordine cronologico di arrivo”, così stamattina sono bastati i soli mezzi che hanno raccolto i rifiuti di Catania per far raggiungere il limite imposto, sbarrando la strada, di fatto, a tutti gli altri, compresi quelli del Comune di Aci Sant’Antonio, presso il quale adesso non solo non potrà continuare la raccolta dell’indifferenziato nella giornata di
oggi, ma si compromette anche la raccolta dell’umido di lunedì, alla luce del fatto che gli stessi camion che dovranno essere utilizzati sono fermi perché pieni, e neanche lunedì probabilmente potranno scaricare perché per l’inizio della settimana c’è già la fila di mezzi parcheggiati in attesa della riapertura dell’impianto.

 

Si tratta di una situazione insostenibile – ha dichiarato l’Assessore all’Ecologia, Quintino Rocca , nella foto– è impensabile che 600 tonnellate possano bastare per servire oltre 150 Comuni siciliani. Il geniale metodo individuato per fare conferire in piattaforma è: chi arriva prima conferisce, gli altri a casa. Con il risultato che in questo momento ci sono già dei camion parcheggiati per il conferimento del lunedì.  Sicilia, Italia, Europa, nel 2021”.
Il Sindaco, Santo Caruso, punta il dito sulle istituzioni: “Non credo che ci si sia resi conto della enorme gravità della situazione. Siamo di fronte ad una crisi di proporzioni immani: la riduzione del conferimento tout court, senza che nessuno proponga soluzioni immediate, rappresenta l’accensione di un miccia che rischia di far deflagrare

una bomba ecologica senza precedenti.

Se si è giunti al chi arriva prima per liberarsi dei rifiuti in discarica significa che non c’è alcuna capacità gestionale. È impensabile che i Comuni siano lasciati soli in questo marasma non avendo alcuna possibilità di affrontare da soli la situazione visto che non posseggono mezzi né competenze adatti.

 

Caruso: “Siamo di fronte ad una crisi di proporzioni immani”

Siamo di fronte ad una crisi di proporzioni immani – ha continuato –Chi prenderà i rifiuti di oggi? Chi permetterà alla ditta di svuotare i camion per raccogliere l’umido del lunedì? E chi lo raccoglierà in alternativa? Chi libererà i cittadini dai rifiuti che differenziano, pagando puntualmente la tassa? Non si può pensare che i sindaci, e le istituzioni comunali in generale, possano fare da parafulmine assorbendo l’indignazione di ogni singolo cittadino che chiede perché il suo
sacchetto non è stato ritirato. Moltiplicare il disagio di oggi per i giorni a venire e per tutti i Comuni in difficoltà come Aci Sant’Antonio, restituisce un orizzonte terribile, un incubo dal quale sembra che non si abbia capacità di tirarci fuori. Si faccia qualcosa adesso!”.

 

Nuovo singolo del cantautore Maurizio Ferrandini, un invito a riflettere sul percorso della vita e i suoi mutamenti

 

 

 

DI  LUCILLA CORIONI

 

Quello che fa bene” il nuovo singolo del cantautore sanremese Maurizio Ferrandini, un invito a riflettere sul percorso della vita e i suoi mutamenti talvolta impercettibili, altre volte sconvolgenti, che ostacolano il cammino lungo la strada della passione.

Alla fine si può comprendere che, nonostante tutte le deviazioni di percorso e le contrarietà del viaggio, l’indole di una persona non cambia .
In una società ingiusta e noiosa dominata dall’ignoranza e dal senso di vuoto, si muove l’avatar del cantautore, nato da un’idea del fumettista aronese Alessandro Beccaria.
Maurizio Ferrandini ha ideato un clip originale dove le scene animate sono intervallate da immagini reali dell’artista; il matuziano che, come al solito, suona tutti gli strumenti e trova nuova linfa compositiva in un sentito omaggio alla memoria del grande autore statunitense Tom Petty (scomparso nell’ottobre del 2017).
La ballata scorre liscia tra distorsioni gibsoniane ed hammond di woodstockiana memoria con un rock melodico dall’incedere deciso che, pur mantenendo inalterata la consueta colorazione vintage, porta il musicista verso un sound più nero rispetto ai precedenti lavori. Il clip è un viaggio più dolce che acido come il sogno di un bambino che non ha condizionamenti di sorta , una corsa serena e divertita che riporta alla mente il mitico ” Runnin’ down a dream” del compianto musicista di Gainesville.
Quello che fa bene, è una sfida esaltante, un consiglio appassionato, l’opportunità di un ampliamento culturale, la spinta verso una meticolosa informazione per non dipendere dalle imposizioni dei media, la scelta di vivere come un fiore selvaggio consapevole che ovunque ti porterà la strada, sarai per sempre un uomo libero.
Per dirla alla Petty:
“You belong among the wildflowers You belong in a boat out at sea.
You belong with your love on your arm You belong somewhere you feel free”.
Oltre ad una laurea conseguita nel ramo amministrativo, fin da giovanissimo Maurizio Ferrandini si appassiona di grafica, di montaggio video e di liuteria, ma nel frattempo la sua arte originaria non si disperde: Ferrandini diventa polistrumentista e realizza una dozzina di album in circa 10 anni.
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Nel 2020, complice il lockdown dell’emergenza sanitaria, incontra “virtualmente” il vecchio amico Luca Bonaffini col quale realizza un format in cinque puntate per Globus Television dedicate alle “storie dietro alcuni vinili d’arte”: si tratta di Mash Up Kult che, andrà in onda durante il Natale successivo, ottenendo un grande successo. Nel 2021, per lo stesso Bonaffini, realizza il videoclip de “Il futuro ero” (singolo del cantautore mantovano) e sarà proprio in quel contesto che riceverà da Luca la proposta per la pubblicazione di un album.

 

 

 

ELETTO IL NUOVO PRESIDENTE DELL’ORDINE INGEGNERI DI CATANIA MAURO SCACCIANOCE

Ordine degli Ingegneri della Provincia di Catania, quadriennio 2021-2025

 


SCACCIANOCE: «OBIETTIVO FUTURO: INVERTIRE LA MIGRAZIONE PROFESSIONALE CREANDO NUOVI “LINK” TRA GIOVANI E AZIENDE»

CATANIA –

A guidare la categoria degli ingegneri – che in provincia di Catania sono quasi 6mila – per il prossimo quadriennio sarà Mauro Scaccianoce. Ieri sera (mercoledì 8 settembre) l’insediamento del nuovo Consiglio, l’elezione del presidente e del direttivo che guiderà una squadra compatta, unita dalla passione per una professione oggi al centro dello sviluppo territoriale. La proclamazione è avvenuta dopo i saluti del presidente uscente, Giuseppe Platania, che ha voluto sottolineare l’ottimo stato di salute dell’Ordine etneo, “interlocutore istituzionale di tutta la filiera e attore principale nei processi innovativi che trainano l’economia”.

«Proseguiremo con impegno il lavoro svolto in questi ultimi anni – ha sottolineato il neopresidente Scaccianoce – cercando di potenziare il ruolo degli ingegneri, in un momento di grande fermento legislativo, finalizzato a definire e semplificare misure incentivanti per accompagnare il rilancio del sistema “Paese”. In questi mesi abbiamo incontrato e ascoltato i colleghi di tutta la provincia, raccogliendo istanze e idee, promuovendo il nostro progetto di avviamento alla professione, rivolto soprattutto alle nuove generazioni, ma anche agli ingegneri che escono dal mercato del lavoro. Vogliamo partire da qui, cercando di costruire un nuovo “modello” di recruitment delle risorse umane del nostro territorio. E lo faremo attraverso una piattaforma che darà alle imprese la possibilità di profilare laureandi, neolaureati e laureati, con la speranza di aprire nuovi percorsi professionali anche per quei giovani che oggi hanno lasciato la nostra città per lavorare altrove. Vogliamo ulteriormente rafforzare la sinergia con l’Università e con il tessuto imprenditoriale, facendo diventare l’Ordine un vero e proprio “ponte” tra mondo accademico e occupazionale; un “link” per trovare sbocchi nel mondo del lavoro, con l’obiettivo di interrompere il doloroso trend di depauperamento del nostro territorio per invertire la rotta della migrazione di cervelli. Senza dimenticare chi è uscito dal mercato a causa della crisi e oggi ha bisogno di un sostegno per farvi nuovamente ingresso».

Una sfida ambiziosa che vedrà a lavoro, oltre al presidente Mauro Scaccianoce, il segretario Alfio Torrisi, il tesoriere Salvo Rapisarda, i vicepresidenti Sonia Grasso e Salvatore Maugeri e i consiglieri: Carlo BoeroAntonio BrunettoStefano CasconeIrene Chiara D’AntoneFabio FedericiGiorgia FerlazzoAlfredo FotiRosario GrassoCarmelo IndelicatoGianmaria Mondelli.

«La nostra categoria ha sempre necessità di rinnovarsi – conclude Scaccianoce – in linea con i “bisogni” emergenti, che viaggiano nella direzione di un futuro più “green”, con un forte impatto sulla prevenzione e la sicurezza, senza dimenticare l’importanza delle tecnologie e dei processi di digitalizzazione. Un ringraziamento a chi ci ha preceduto e un in bocca al lupo a tutta la nuova squadra, che ha già mostrato passione e grande entusiasmo. Nel prossimo Consiglio verranno nominati i membri della nuova Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri di Catania che, al nostro fianco, svilupperanno i nuovi programmi formativi, apportando idee e consolidando il ruolo della categoria nel capoluogo etneo».