Messina, Inclusione sociale e pari opportunità: presentato il progetto “Villa Dante In Sport”

 

Oggi, martedì 8, a villa Dante, alla presenza del Sindaco Cateno De Luca, e degli Assessori Alessandra Calafiore, Francesco Caminiti, Massimiliano Minutoli, Enzo Caruso e Francesco Gallo, nel corso di una conferenza stampa, l’Azienda Speciale Messina Social City Valeria Asquini ha illustrato il progetto “Villa Dante In Sport”, realizzato in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico e l’Università degli Studi Messina. All’incontro hanno preso parte il Prorettore vicario dell’Ateneo messinese prof Giovanni Moschella; Francesco Giorgio Delegato Provinciale del CIP; Enzo Falzone e Cristina Correnti VicePresidenti CONI Sicilia; e Alessandro Arcigli Direttore tecnico della Nazionale Italiana Paralimpica di Tennistavolo.

Presenti inoltre, i componenti dei CdA di Messina Social City, di  AMAM e della Messinaservizi Bene Comune. In particolare, AMAM ha provveduto ad installare all’interno degli spazi la cosiddetta “Casa dell’Acqua”, al fine di valorizzare e promuovere la risorsa idrica attraverso l’incentivazione dell’utilizzo e della somministrazione dell’acqua di rubinetto; mentre la Messinaservizi Bene Comune si è occupata della dislocazione all’interno del parco urbano dei cestini per la raccolta differenziata e delle fornitura di bicchieri in materiale compostabile, oltre alla pulizia e scerbatura dell’intera villa. All’incontro hanno preso parte anche rappresentanti della Protezione Civile comunale, delle Federazioni e delle Associazioni Sportive Dilettantistiche che sono stati coinvolti alla realizzazione del progetto.
In apertura dei lavori il Presidente Asquini ha illustrato il progetto evidenziato che “ Villa Dante in Sport è uno rientra nell’ambito delle attività proprie della Messina Social City orientate all’inclusione sociale e al supporto alle povertà educative. Nella fattispecie, ‘Villa Dante In Sport’, realizzato in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico e l’Università degli Studi Messina, mira a favorire la pratica sportiva quale strumento di inclusione, di legalità, di sana competizione, di solidarietà, di miglioramento di sé, con positive ricadute sulla persona e sui contesti. Pertanto, l’iniziativa dalla forte valenza inclusiva ed educativa si apre al territorio cittadino, affinché vengano garantiti a tutti i ragazzi le pari opportunità nella pratica sportiva, con particolare attenzione alle periferie ed alle realtà in cui è più rilevante il gap socio-culturale.

Luogo privilegiato per lo svolgimento del progetto – ha concluso la Asquini – è stato individuato in Villa Dante che, ancora una volta, sarà deputata ad accogliere, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza Covid, un potenziale di oltre 400 ragazzi che potranno praticare ben diciassette discipline sportive dall’atletica leggera, al calcio a 5, pallavolo, pallacanestro, sitting volley, tiro con l’arco, pallamano e ancora tennis, tennistavolo, nuoto, cinofilia, vela, windsurf, pugilato, kick boxing, muai thai, judo e tiro a volo, seguiti da tecnici specializzati messi a disposizione dal CIP, dalle Federazioni paralimpiche e dalle Associazioni sportive del territorio e dai tirocinanti della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Messina”.
Il Sindaco De Luca nel suo intervento ha puntualizzato che sono in corso le procedure di gara per la riqualificazione definitiva “abbiamo effettuato piccoli interventi edilizi destinando un milione di euro per villa Dante, il progetto è già stato definito e tra qualche settimana partiranno le procedure di gara e pensiamo di iniziare i lavori ad ottobre che si profilano impegnativi. Con una battuta ho detto di ‘volere rivedere le paperelle in quella bellissima vasca come le foche che ho visto negli anni ’70, anni in cui questa villa era nel suo massimo splendore, quindi perché non ritornare alle origini, come diceva Gaudì, ripartendo dai punti di forza. Villa Dante è un punto di forza non soltanto per la sua posizione ma rappresenta un apripista per l’inizio di un’operazione a raggiera relativamente ad un progetto che interesserà tutti gli spazi a verde dei villaggi e dei quartieri.

La Giunta municipale ha già iniziato un’attività di censimento dei luoghi da collegare a questo progetto. Ci siamo candidati, per quanto riguarda il Recovery Plan, per portare avanti una strategia di forestazione urbana, una strategia green che parte dalla cura del verde già esistente in sinergia con Messina Social City e Messinaservizi attive su più fronti. La strategia prevede un gestore unico, la Messina Social City che si occuperà di promuovere le convenzioni per la gestione degli impianti sportivi e risponderà per la pulizia tramite un accordo con la Messinaservizi, e relativamente ai servizi idrici, con il Comune di Messina. Ringrazio – ha proseguito il Sindaco – per la loro collaborazione tutti gli Assessori presenti stamani, stiamo scommettendo su questo progetto anche perché il milione di euro stanziato fa parte delle risorse del bilancio destinate alla riqualificazione di questo polmone verde che deve diventare un simbolo di vivibilità urbana e soprattutto di come certe barriere devono cadere per volontà della Pubblica Amministrazione. Ed è proprio da qui che partono la strategia e la scelta di affidare a Messina Social City la chiave per entrare a villa Dante. La città di Messina deve avviare un percorso di abbattimento delle barriere mentali, politiche e fisiche e si deve iniziare con gli atti amministrativi dal momento che ‘verba volant’ ma le scelte amministrative e la loro consequenzialità rimangono. Abbattendo ogni conflitto di competenza, l’affidamento alla Messina Social City ci consente questo progetto sperimentale, un modello di gestione pubblico – privato deve funzionare, è una grande scommessa che se avrà buoni esiti consentirà la salvaguardia di un bene pubblico. Una volta aggiudicati i lavori, deve partire subito la strategia per la gestione, senza aspettare i sei mesi previsti per l’ultimazione dei lavori ed il collaudo, in modo da essere pronti – ha concluso De Luca – a realizzare questo standard in altre zone del territorio cittadino.
“Il ruolo dell’Università degli Studi di Messina – ha proseguito il Prorettore vicario – nella realizzazione del progetto rappresenta un valore aggiunto destinato al processo di inclusione sociale per quei soggetti con problemi di disabilità che in collaborazione con il CONI e le organizzazione paralimpiche rappresentano un passaggio importante soprattutto in un momento post pandemico. Con grande trasporto l’Università ha deciso di sposare questo progetto mettendo anche a disposizione le proprie strutture nell’ottica sempre di una proficua sinergia tra gli enti e le associazioni coinvolte”.
Francesco Giorgio Delegato Provinciale del CIP, si è invece soffermato sugli aspetti tecnici del progetto spiegando le varie discipline sportive che saranno praticate, auspicando un’ottima ricaduta dell’iniziativa in termini sociali con l’augurio che sia il primo tassello di una continuità di ulteriori percorsi sportivi, accompagnati da personale formato e a tal fine è stata attivata una collaborazione con i tirocinanti della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Messina.
Cristina Correnti Vice Presidente del CONI Sicilia, ha evidenziato con soddisfazione la vicinanza della comunità locale al mondo sportivo grazie al lavoro di supporto da parte delle istituzioni presenti per promuovere ed educare i giovani allo sport e al tempo stesso sensibilizzarli al rispetto del bene comune.
Sulla stessa linea ha proseguito Arcigli, il quale ha ringraziato l’Amministrazione comunale per la scelta di avere valorizzato villa Dante quale centro di aggregazione di giovani con problemi di disabilità e non, in quanto rappresentano una grande risorsa che può esprimersi attraverso lo sport, praticato proprio in questo spazio cittadino che merita di essere vissuto e rispettato come bene di tutti.

A conclusione l’Assessore alle Politiche Sociali Alessandra Calafiore ha puntualizzato il lavoro caparbio della Messina Social City in tutte le sue componenti nella realizzazione di questo progetto pilota. E’ importante sottolineare che “ciascuno di noi collabora in sinergia infatti l’iniziativa riguarda tutti i colleghi Assessori, nessuno escluso, attraverso un lavoro di squadraal fine di dimostrare che lavorando tutti assieme Messina può cambiare al fine di dare una svolta positiva”.
La manifestazione sportiva sarà articolata su quattro giornate e prenderà il via venerdì 11, dalle 15 alle 19. Il programma dell’evento proseguirà sabato 12, dalle 9 alle 13; lunedì 14, dalle 15 alle 19; e si concluderà martedì 15, dalle 15 alle 19. Le attività sportive promosse dalla Messina Social City non saranno circoscritte soltanto a queste quattro giornate, in quanto da fine giugno sarà allestito un programma sportivo strutturato con moduli settimanali che coinvolgerà oltre ai partecipanti al progetto “Villa Dante In Sport”, anche tutti coloro che intendono partecipare successivamente.

A NAPOLI NEPPURE I MORTI HANNO PACE, ESTORSIONI A TAPPETO,500 NEGOZI ALL’ANNO, E INTERESSE DEI CLAN NELLA GESTIONE DEI SERVIZI ONORANZE FUNEBRI

 

Estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti e infiltrazioni nel settore delle onoranze funebri

NAPOLI,

Con l’azione diretta della Direzione distrettuale Antimafia, i finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) e gli investigatori della Polizia di Stato di Napoli,  hanno dato esecuzione, tra le province di Napoli e Caserta, a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, nei confronti di 31 soggetti (22 in carcere e 9 agli arresti domiciliari), gravemente indiziati di appartenere o di aver favorito il clan “A.-P.”.

Associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, traffico di stupefacenti, aggravati dal c.d. “metodo mafioso”, questi i reati a vario titolo contestati agli indagati.

Il Clan A.-P., nato dalla scissione del Clan DI L., avrebbe ininterrottamente continuato ad avvalersi della propria forza di intimidazione commettendo una pluralità di reati (omicidi, estorsioni, spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, riciclaggio), per mantenere il controllo del territorio nei Comuni di Melito, Mugnano e Arzano, del mercato all’ingrosso della cocaina nell’intera area nord di Napoli e delle estorsioni nei comuni di Melito, Mugnano, Casavatore e Arzano.

In tal senso, le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Napoli hanno consentito di ricostruire l’organigramma attuale del sodalizio criminale, il cui reggente sarebbe M. L. che, coadiuvato da storici esponenti di spicco come F. M. – individuato come probabile successore designato dello stesso L. – S. R. e R. T., è gravemente indiziato di gestire tutte le attività illecite del clan, con particolare riguardo al traffico e alla vendita dello stupefacente.

Grazie ad una organizzazione capillare, infatti, il clan sarebbe riuscito a gestire una complessa filiera di narcotraffico, soprattutto attraverso il controllo delle diverse piazze di spaccio operanti nei territori ricadenti sotto la sua egida criminale.

Le risultanze investigative restituirebbero una struttura criminale di tipo verticistico, all’interno della quale, come sembra confermato anche dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, M. L. sarebbe stato l’unico a poter prendere decisioni in merito a tutti gli affari illeciti degli A.-P. e a delegare compiti di gestione e incarichi operativi ad affiliati di sua fiducia.

Le contestuali indagini svolte dagli specialisti del G.I.C.O. avrebbero portato alla luce l’esistenza di una forma di controllo pressoché totale del territorio melitese da parte del clan, grazie anche alla diretta partecipazione alle attività criminali del Presidente dell’A.I.C.A.S.T. (prima ASCOM) di Melito, associazione rappresentativa di plurime categorie commerciali/industriali/artigianali operanti nella città che, proprio in virtù di tale ruolo, era nelle condizioni di favorire il clan attraverso i rapporti con commercianti e imprenditori.

Infatti, proprio presso la sede dell’Associazione si sarebbero tenuti dei summit di Camorra finalizzati a stabilire le strategie criminali da adottare.

Gli indagati sarebbero coinvolti in una massiccia e capillare attività estorsiva, posta in essere “a tappeto” nei confronti di operatori commerciali melitesi, circa 500 negozi ogni anno, oltre che nel diretto interesse del clan nella gestione dei remunerativi servizi di onoranze funebri attraverso la selezione di specifiche ditte con le quali entrava in “quota” consentendo loro di operare, di fatto, in regime di monopolio.

Da segnalare una particolare forma di estorsione, che si aggiungeva rispetto a quella “classica” (posta in essere attraverso l’imposizione delle tre rate annuali, coincidenti con le festività di Natale, Pasqua e Ferragosto), camuffata dall’acquisto (in effetti obbligato) di cc.dd. “gadget natalizi”.

Dalle indagini sarebbe infatti emerso che nella proposta rivolta ai commercianti/vittime, questi potevano ricevere, a fronte della somma estorta, una fattura per “scaricare” il costo dell’illecita devoluzione e questo sarebbe servito, secondo gli indagati, a far accettare più facilmente l’imposizione.

La fattura sarebbe stata, infatti, emessa da una ditta compiacente che, una volta ottenuto il pagamento tramite bonifico, avrebbe provveduto a restituire la somma in contanti al clan, trattenendo per sé un importo corrispondente all’I.V.A.

Nel corso dell’inchiesta è anche emerso il coinvolgimento di due appartenenti alla Polizia Municipale di Melito di Napoli, che avrebbero contribuito ad ampliare il controllo economico del territorio da parte del sodalizio criminale.

Infatti, i due pubblici ufficiali avrebbero eseguito accessi presso attività commerciali o cantieri edili contestando delle irregolarità amministrative alle quali non seguiva alcuna verbalizzazione in quanto, previo compenso per ogni intervento portato a termine, i due suggerivano alle vittime la possibilità di rivolgersi ai rappresentanti del clan per evitare conseguenze pregiudizievoli, ampliando così il novero dei soggetti periodicamente estorti.

Sequestrata anche la sede della A.I.C.A.S.T. di Melito di Napoli, considerata il “quartier generale” di gran parte dei membri del clan e luogo di riunione, di concertazione di deliberazioni criminali e di incontro con le vittime designate delle estorsioni, nonché, tra Campania, Molise ed Emilia-Romagna,18 aziende, 5 delle quali operanti nel settore delle onoranze funebri, 12 tra fabbricati e terreni, 34 autoveicoli, denaro su oltre 300 rapporti finanziari, per un controvalore di circa 25 milioni di euro.

Dei soggetti destinatari di misura cautelare tre sono beneficiari di reddito di cittadinanza, mentre ulteriori cinque risultano inseriti in nuclei familiari percettori del beneficio e pertanto verranno segnalati all’INPS per l’adozione dei conseguenti provvedimenti.

Le Zone Franche Montane ancora in piazza con i comuni degli Iblei per difendere il Diritto di Residenza,la fiscalità di sviluppo, sabato 12 giugno a Buccheri (Siracusa

 

 

Dopo tanti incontri, promesse politiche e clamore mediatico, la legge che istituisce le Zone Franche Montane in Sicilia non è stata ancora approvata, nonostante un faticoso cammino di più di 2300 giorni.

Le popolazioni delle terre alte di Sicilia che attendono questa norma politica ed economica per scongiurare un futuro di
abbandono dei luoghi in cui sono nate, riunite nell’associazione Zone Franche Montane continuano a chiedere il riconoscimento del proprio diritto di residenza.
Nei giorni scorsi, i comitati operativi dei sindaci e dell’associazione hanno firmato una richiesta di audizione congiunta al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci e al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco
Miccichè e il prossimo sabato 12 giugno alle ore 9,30 ci sarà un incontro dei comuni degli Iblei in piazza Roma a Buccheri, in provincia di Siracusa con sindaci,amministratori, consiglieri comunali, CNA, imprenditori e cittadini e il sindaco di
Buccheri, Alessandro Caiazzo.

 

 

La richiesta di audizione ai presidenti di Governo e Assemblea regionale siciliana  Una richiesta di incontro urgente è stata inoltrata dai sindaci e dall’associazione ZFM Sicilia al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci e a Gianfranco
Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana per pianificare un’azione comune politica e istituzionale per la definizione del percorso, che interessa i due rami del Parlamento italiano. Dopo l’approvazione dell’ordine del giorno, nel corso della 264esima seduta dell’Ars, con parere “favorevole” del Governo, non risulta sia stato fatto nulla di dirimente per accelerare l’iter legislativo a Roma.
I primi cittadini siciliani che hanno chiesto un incontro a Musumeci e Miccichè In rappresentanza di sindaci e associazione hanno firmato la richiesta di audizione ai vertici della Regione per parlare di strategie operative sono stati i sindaci Alessandro Caiazzo – Buccheri (Sr), Bartolo Giaquinta – Giarratana (Sr), Angelo Pulvirenti – Nicolosi (Ct), Pinuccia Raiti – Linguaglossa (Ct), Gandolfo Librizzi – Polizzi Generosa (Pa), Leonardo Neglia – Petralia Sottana (Pa), Lillo Puleo – Blufi (Pa), Dino Castrovinci – San Marco D’Alunzio (Me), Pippo Nobile – Castel di Lucio (Me), Giuseppe Catania – Mussomeli (Cl), Salvatore Noto – Marianopoli (Cl),Paola Immordino – Villalba (Cl), Luigi Bonelli – Nicosia (En), Stefano Fasciana –
Regalbuto (En), Ausilia Cardaci – Agira (En), Filippo Taranto – Montalbano Elicona (Me), Concetto Orlando – Roccafiorita (Me), Valeria Imbrogio –Castell’Umberto (Me), Giovanna Bubello – Alessandria della Rocca (Ag),Francesco Di Giorgio – Chiusa Sclafani (Pa), Nina Comparetto – Prizzi (Pa) e PioSiragusa – Corleone (Pa) e Vincenzo Lapunzina, presidente dell’associazione ZFM Sicilia.

 

 

“Attendere ancora è da irresponsabili, non ci sono reali impedimenti” per applicare la fiscalità di sviluppo alle Terre alte di Sicilia. È da irresponsabili continuare a procrastinare ed essere indifferenti ad un processo che porterà reale benessere a tutti i siciliani» fanno sapere dall’associazione Zone Franche Montane Sicilia. «Non possiamo più aspettare – è il commento del coordinatore Vincenzo Lapunzina -, abbiamo aspettato per fin troppo tempo. Ogni giorno che passa assistiamo alla chiusura di attività commerciali e quelle che resistono hanno difficoltà ad andare avanti. La fiscalità di sviluppo è una misura sostanziale e anche psicologica nell’immediato che mira a dare fiducia agli operatori economici, nonché fiscale e previdenziale».

 

Un ponte tra la Sicilia e l’Oriente, i nuovi te’ freddi biologici di Tomarchio

 

 

Un ponte tra la Sicilia e l’Oriente, per un viaggio all’insegna della tradizione e del gusto. Tomarchio Bibite amplia il suo portafoglio di prodotti con l’obiettivo di valorizzare il territorio in cui opera. La nuova linea di “Thè” biologici Tomarchio nasce dall’incontro tra i sapori asiatici e i gusti intensi e freschi del Mediterraneo: un intreccio di armoniose combinazioni tra l’acqua sorgiva delle pendici dell’Etna, gli aromi intensi delle foglie di tè nero bio e due accostamenti inediti come “Limone di Siracusa Igp e Mandarino di Ciaculli” e “Pesca e Melone”.

«Un’operazione nata dalla voglia di sperimentare, sempre all’insegna della qualità e della tradizione della nostra azienda, per offrire ai nostri consumatori novità estive – spiega Roberto Roccatti, direttore generale Sibat Tomarchio – Abbiamo lavorato a un vero e proprio mix tra i gusti autentici siciliani e quelli orientali, con combinazioni “bigusto” davvero inedite. Non un semplice tè al Limone, ma una speciale ricetta caratterizza il nostro “Thè” Limone e Mandarino BIO: al sapore sottile e deciso dell’infuso di thè nero biologico abbiamo aggiunto la naturale freschezza del “Limone di Siracusa IGP” e la delicatezza del Mandarino di Ciaculli, per una bibita rinfrescante dal gusto pieno e delicato al tempo stesso, e dal retrogusto agrumato, persistente e deciso».

«Il nostro Thè Pesca e Melone BIO nasce dall’infusione delle foglie di thè nero biologico di Ceylon e la frutta che più di ogni altra racchiude tutto il profumo e la magia dell’estate siciliana: la pesca e il melone – continua Claudia Sutera, responsabile Marketing Sibat Tomarchio – Il suo sapore è avvolgente, vellutato e fruttato e viene esaltato dalla nota di freschezza e dolcezza tipica del melone. Una nuova scommessa dopo il successo della linea premium “Bio”, oggi tra i principali marchi di riferimento nel mercato dei Soft Drink a base agrumi, i nuovi tè Tomarchio racconteranno la “personalità” di un’azienda che parla “local”, proiettandosi verso il mercato globale con quell’energia siciliana tramandata da tre generazioni».

Il rispetto delle tradizioni per oltre un secolo di storia; la selezione e la qualità delle materie prime; la tracciabilità della filiera e la valorizzazione del territorio in cui opera, sono da sempre i punti di forza-spiegano i dirigenti dell’azienda – di Tomarchio Bibite, storica azienda nata nel 1920 ad Acireale (Catania), oggi presente in tutto il mondo con i suoi prodotti. Vicina alla filiera, grazie alle partnership con il Distretto Produttivo Agrumi e i principali consorzi di tutela (Arancia Rossa Igp, Limone di Siracusa Igp, Arancia di Ribera Dop), Tomarchio ha continuato ad accrescere il valore del brand tramite investimenti in innovazione di prodotto e di processi, guardando al mercato che negli ultimi anni ha registrato la crescita esponenziale del comparto biologico.

Aci Sant’Antonio: Buoni spesa Covid-19, 121 le domande accolte.

Ruvo di Puglia: struttura recuperata diventa centro assistenza per anziani  in difficoltà -

 

Caruso: “La possibilità di una cifra residua prospetta un ulteriore bando”

Sono state 282 le domande presentate per accedere all’ultima tranche di Buoni Spesa Covid-19 per gli abitanti del Comune di Aci Sant’Antonio,con 121 richieste accolte e 161 respinte.
I Buoni, finanziati con PO FSE 2014-2020 e POC SICILIA 2014-2020 su base della Delibera Regionale 1224 del 28 marzo 2020 e della Legge Regionale 09/2020, potranno essere spesi presso i 14 esercizi convenzionati presenti sul territorio santantonese (alimentari, farmacie, negozi per bambini), esercizi che è possibile consultare sul sito web istituzionale del Comune di ci Sant’Antonio.
I beneficiari, il cui elenco si può ricavare da quello contenente le 282 richieste pubblicato sullo stesso sito web istituzionale (presente con le dovute accortezze richieste dalle norme sulla privacy), riceveranno comunicazione dell’esito positivo della richiesta tramite sms o mail, e potranno fruire della cifra spettante attraverso l’utilizzo della tessera sanitaria.
“È un fatto importante che 121 santantonesi possano accedere a questa forma di sussistenza – ha dichiarato l’Assessore ai Servizi Sociali,Antonio Scuderi – Gli uffici hanno fatto, ancora una volta, un buon lavoro nell’esaminare le quasi 300 richieste, valutando caso per caso, e se necessario continueranno nel vaglio di ulteriori richieste per chi avendo la possibilità non ha ancora sfruttato questa importante opportunità”.
Il Sindaco, Santo Caruso, fa presente l’eventualità di un nuova erogazione: “Per chi non ha ancora ricevuto i Buoni, non rientrando in questa nuova tranche, dico che la possibilità di eventuali risorse,quindi di una cifra residua, prospetta un ulteriore bando, quindi nel caso di un riscontro positivo in questo senso faremo presente l’evenienza per presentare nuove domande.
“Quella dei Buoni Spesa -aggiunge -si è rivelata una soluzione importante in questi mesi per chi ha dovuto far fronte alla pandemia non solo sotto il punto di vista dell’emergenza sanitaria, e poter fornire risposte positive in questo senso alla cittadinanza è stato determinante. La speranza è che il ritorno ad una nuova forma di normalità offra delle soluzioni che possano significare in qualche modo anche stabilità per chi si trova in difficoltà economiche”.

Per le spettanze pregresse dei dipendenti il Sindaco Pogliese chiede alla Corte dei conti il pronunciamento

 

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Foto Ufficio Stampa Comune di Catania (N.M.)

Le spettanze ai dipendenti comunali a cui fa riferimento il Pd, il partito che dal 2013 al 2018 ha guidato l’Amministrazione Comunale, risalgono a prestazioni di lavoro effettuate proprio in quegli anni o precedenti. Quella compagine amministrativa anziché liquidare le somme ai dipendenti, circa 4 milioni di euro, ha rinviato il problema scaricandolo agli anni successivi.

Il dissesto finanziario che ne è seguito, ha bloccato la liquidazione e rinviato alla Commissione Straordinaria l’onere di pagare i dipendenti il salario accessorio. Purtroppo, l’Organismo di Straordinario di Liquidazione, oltre due anni dopo l’insediamento, ha ritenuto che quelle spettanze andassero liquidate dall’Amministrazione Comunale. Un’interpretazione  che da subito abbiamo contestato; sia perché le esauste casse comunali non consentono di affrontare un onere così gravoso e sia perché, in punto di diritto, la liquidazione  delle somme, a nostro avviso, spetti alla Commissione Straordinaria nominata dal Ministero dell’Interno.

IN  ATTESA DELLA PRONUNCIA DELLA CORTE DI CONTI

Tanto che d’intesa con tutte le organizzazioni sindacali il sindaco Pogliese ha chiesto il pronunciamento della Corte dei Conti per stabilire con certezza l’attribuzione delle competenze che, come tutte gli oneri precedenti al 2018, siamo convinti spetti all’OSL; tanto più che il Comune non è in condizione di reperire i 4 milioni di euro necessari. A fronte di ciò, l’Amministrazione, come anche legittimamente sollecitato dalle organizzazioni sindacali, ha invece accelerato e già liquidato il saldo degli oneri della produttività del 2020 e concluso le procedure per la Progressione Economica Orizzontale del 35 % dei dipendenti, tredici anni dopo l’ultimo avanzamento di carriera, tanto che nei prossimi giorni in busta paga ci saranno anche i maggiori oneri.

Ma il Comune-nel proprio comunicato, lancia altre osservazioni. “A fronte di questo oggettivo stato di cose, appare davvero incomprensibile, per non dire altro, che sia proprio il Pd, tramite il sig. Algozino, ex esponente della Cgil e dipendente comunale in pensione, a sollevare il problema dei pagamenti delle spettanze accessorie degli anni pregressi, visto che quella compagine amministrativa quando avrebbe dovuto, non si è assunta l’onere di pagare, creando uno dei tanti lasciti con cui ogni giorno siamo costretti a confrontarci. Tuttavia, così come stiamo facendo per tante altre questioni ereditate dal passato, con senso di responsabilità ci stiamo facendo carico anche di questo debito e insieme agli organi preposti individueremo il percorso più adeguato e legittimo, per liquidare le somme ai dipendenti, alcuni dei quali già pensionati”.

 

 

OPERAZIONE “PIOMBAI”, COME NEL FILM “GOMORRA” ARRESTATI A CATANIA 25 PERSONE PER SPACCIO DI DROGA

 

Il malfamato quartiere San Cristoforo di Catania  che fatturava diecimila euro al giorno per spaccio di droga è stato messo a soqquadro dai Carabinieri del Comando provinciale di Catania che hanno arrestato 25 persone

Il blitz all’alba a sorpresa

L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, su richiesta della locale Procura, è stata eseguita dai Carabinieri   . In essa si  ipotizzano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Indagine “Piombai”

L’indagine, denominata ‘Piombai’ dal nome della strada in cui operavano gli indagati, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia etnea e condotta dal nucleo Operativo della compagnia Piazza Dante, ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale che gestiva una fiorente “piazza di spaccio” di cocaina e crack.

Secondo gli inquirenti  lo spaccio,  avveniva principalmente nel cortile comune a abitazioni della famiglia del ‘capo piazza’ al quale si si poteva accedere soltanto da due portoni blindati.
I cortili dello spaccio, come nel film “Gomorra” erano  sorvegliati dalle vedette e protetti da cani  di grossa taglia oltre che da un avanzato sistema di videosorveglianza attivato per allertare gli spacciatori dall’eventuale arrivo delle forze dell’ordine.

COME NEL FILM ” GOMORRA”: LE VEDETTE DI SORVEGLIANZA

Tra le indagate ci sono anche la moglie e la cognata del ‘capo piazza’, che, secondo l’accusa, gestivano i guadagni, occultando il denaro incassato, e affiancavano e talvolta sostituivano gli uomini della famiglia  nell’organizzazione delle attività…

Una curiosità infine raccolta dai Carabinieri, alcune delle ‘vedette’ utilizzate dal gruppo sarebbero state picchiate dal ‘capo piazza’, che riprendeva le derisioni e le umiliazioni inflitte loro con il proprio cellulare e ne postava i video sui social per, accusa la Dda di Catania, “avvalorare pubblicamente la loro posizione di subordinazione”. Tra le immagini in possesso dei carabinieri ci sono quelle di un giovane costretto a ‘tuffarsi’ nel contenitore dell’immondizia e di un altro a farsi avvolgere il volto con del nastro isolante.

IL PROCESSO DI PALERMO SEGUITO ANCHE DALL’EX BOSS SANGUINARIO -E TRA I PIU’ CRUDELI DEL MONDO INTERO -GIOVANNI BRUSCA, DA “UOMO LIBERO”

 

Dalla strage di Capaci alla scarcerazione: la storia di Giovanni Brusca |  Sky TG24

PALERMO, –

La Procura generale di Palermo ha  richiesto alla Corte d’assise d’appello di confermare le condanne inflitte in primo grado a boss, ex carabinieri e politici imputati di minaccia a Corpo politico dello Stato al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.
  Ricorderemo che nel  primo grado  il boss Leoluca Bagarella, venne condannato a 28 anni di carcere,a 12 gli ex ufficiali del Ros Mario Mori e Antonio Subranni, l’ex senatore di Fi Marcello Dell’Utri e il capomafia Antonino Cinà.

Dalla strage di Capaci alla scarcerazione: la storia di Giovanni Brusca |  Sky TG24

Nella foto d’Archivio Il piccolo Di Matteo

 

Otto anni la pena inflitta all’ex capitano del Ros Giuseppe De Donno. Invece la prescrizione salvò il Killer/mostro Giovanni Brusca da una pena più severa  , noto al mondo come l’uomo che su ordine del Capo dei capi ,Totò Riina, oltre all’assassinio del giudice Falcone e della scorta,dispose di sciogliere nell’acido il figlioletto del pentito Di Matteo,mentre l’ex figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo Massimo Ciancimino ebbe 8 anni per calunnia, accusa dichiarata prescritta in appello.

Si apprende che oggi ha partecipato al processo da una località segreta(dove resterà vigilato per quattro anni)  Giovanni Brusca, scarcerato per la settimana scorsa, dopo 25 anni di detenzione. 

“Festa dell’Aquilone” ad Aci Sant’Antonio: un successo il primo evento

L’Assessore Scuderi insieme con il Sindaco Caruso (a destra nella foto) e
personale Croce Rossa

 

Caruso: “Una gioia per tutti poter stare insieme all’aperto”

La ‘Festa dell’Aquilone’ tenutasi ieri mattina ha rappresentato il primo evento successivo alla restrizioni di questi mesi, restrizioni che fino a qualche settimana fa avevano portato anche alla chiusura della  Villa Comunale divenuta ieri teatro della manifestazione, svoltasi sul lato della circonvallazione, cioè la parte che offre gli spazi migliori per l’esibizione di chi ha provato a sfruttare al meglio la spinta del vento.
Dalle 09:00 alle 12:30 gli oltre quaranta partecipanti hanno potuto fare felici gli spettatori di tutte le età accorsi per vedere volteggiare gli aquiloni colorati sul cielo santantonese: facendo fronte a qualche forte raffica e, soprattutto, alla pioggia intermittente che in qualche occasione ha reso difficili le manovre, lo spettacolo offerto è stato certamente di primordine, grazie anche ai diversi professionisti accorsi, un buon gruppo di maestri aquilonisti che hanno reso speciale
un evento che ha ridato a tutti il gusto della condivisone della bellezza.
La Festa è stata anche una gara, con i premi assegnati dalla giuria composta dal Presidente Salvo Saitta, dal vicepresidente Sebi Aricidiacono e dalle componenti componenti Enza Morgana, Rita Licciardello e Antonella Torrisi: Salvatore Grasso si è aggiudicato il primo posto assoluto con l’opera ‘Il Giardino Fiorito’, mentre lo staff di ‘Fun Crazy’ ha assegnato il premio della critica a Rosario Cometas con ‘Prove Ammissioni Marte’. Ulteriori premi, poi, sono stati assegnati per le singole categorie, con Luigi Musmeci che con il suo ‘Samurai’ ha ottenuto il primo posto nella categoria ‘Il più bello’, Carmelo Geraci che con ‘Essere liberi’ si è aggiudicato la categoria ‘Tema’; Carlo Famoso ha ottenuto il primo posto in ‘Colori e Creatività’ con l’opera ‘Artistico Tradizionale; e poi Grecuzzo Sebastiano, che ha vinto nella categoria ‘Tecnica di Realizzazione’ con l’opera ‘La Rosa’, ed Enzo e Salvo di Giovanni, che con ‘Eravamo di fretta’ hanno vinto nella
categoria ‘Originalità e Arte’.

 

Infine un premio anche per la ‘Croce Rossa Italiana’, che ha partecipato con ‘Tieni per mano la tua salute’
ottenendo il primo posto nella categoria ‘Volo’.               “Si è trattato certamente di ore speciali, segnate dalla gioia, dalla
spensieratezza – ha dichiarato l’Assessore allo Spettacolo, Antonio Scuderi – Una mattina, quella di ieri, che aspettavamo da tempo, tanto per la bellezza dell’evento quanto per la necessità di tornare a stare insieme, seppure nel rispetto delle limitazioni che ancora sussistono, come è giusto che sia fino a quando non potremo dire di essere usciti dalla pandemia”.
Il Sindaco, Santo Caruso, ha messo in evidenza la necessità di eventi simili per il bene della comunità: “Trovarsi con naturalezza a stare insieme, a scoprirsi col naso per aria a sorridere è stata una bellissima sensazione. La manifestazione di ieri rappresenta senza dubbio il primo passo verso quella tanto sperata libertà che la pandemia ci ha tolto, e verso la quale non abbiamo smesso di nutrire speranze.           Sono lieto di aver potuto offrire con l’Amministrazione una giornata del genere, e spero vivamente, con forte fiducia, che questa da ora in poi non rimanga l’unica”.

Papa Francesco: “Donarsi e servire gli altri

 

 

Fragilità e forza, amore e tradimento, peccato e misericordia. Papa Francesco,  si sofferma oggi  su questi aspetti e la Solennità del Corpo e Sangue di Cristo, il Corpus Domini, e l’Ultima Cena di Gesù con l’istituzione dell’Eucaristia, “il sacramento più grande”, il Pane di vita:

L’Eucaristia guarisce perché unisce a Gesù: ci fa assimilare il suo modo di vivere, la sua capacità di spezzarsi e donarsi ai fratelli, di rispondere al male con il bene. Ci dona il coraggio di uscire da noi stessi e di chinarci con amore verso le fragilità altrui. Come fa Dio con noi. Questa è la logica dell’Eucaristia: riceviamo Gesù che ci ama e sana le nostre fragilità per amare gli altri e aiutarli nelle loro fragilità.

“Il traguardo della vita sta nel donarsi e servire gli altri”

“In questo modo Gesù – afferma il Papa – ci mostra che il traguardo della vita sta nel donarsi, che la cosa più grande è servire. E noi ritroviamo oggi la grandezza di Dio in un pezzetto di Pane, in una fragilità che trabocca amore e condivisione”.

Nell’Eucaristia la fragilità è forza: forza dell’amore che si fa piccolo per poter essere accolto e non temuto; forza dell’amore che si spezza e si divide per nutrire e dare vita; forza dell’amore che si frammenta per riunirci tutti noi in unità.

Donare a chi nella vita ha sbagliato

Un amore che si rafforza se è donato a chi ha sbagliato. Nel tradimento del discepolo, “il dolore più grande per chi ama”, in quell’ “abisso più profondo” Gesù non punisce ma dona misericordia.

Quando riceviamo l’Eucaristia, Gesù fa lo stesso con noi: ci conosce, sa che siamo peccatori e sbagliamo tanto, ma non rinuncia a unire la sua vita alla nostra. Sa che ne abbiamo bisogno, perché l’Eucaristia non è il premio dei santi, ma il Pane dei peccatori. Per questo ci esorta: “Non avete paura! Prendete e mangiate”.

In quel Pane c’è un “senso nuovo alle nostre fragilità”, Gesù ci dice che siamo preziosi, “ci ripete – afferma il Papa – che la sua misericordia non ha paura delle nostre miserie”.

E soprattutto ci guarisce con amore da quelle fragilità che da soli non possiamo risanare. Quali fragilità? Pensiamo. Quella di provare risentimento verso chi ci ha fatto del male –da questo da soli non possiamo guarire -; quella di prendere le distanze dagli altri e isolarci in noi stessi – da quella da soli non possiamo guarire -; quella di piangerci addosso e lamentarci senza trovare pace; anche da questa, noi soli non possiamo guarire. È Lui che ci guarisce con la sua presenza, con il suo pane, con l’Eucaristia. L’Eucaristia è farmaco efficace contro queste chiusure.

Infine Francesco ricorda che nei quattro versetti della Liturgia delle ore c’è “il riassunto di tutta la vita di Gesù”. “E ci dicono così che Gesù nascendo, si è fatto compagno di viaggio nella vita. Poi, nella cena si è dato come cibo. Poi, nella croce, nella sua morte, si è fatto prezzo: ha pagato per noi. E adesso, regnando nei Cieli è il nostro premio, che noi andiamo a cercare quello che ci aspetta”.

Al termine dell’Angelus, il Pontefice ha ricordato l’iniziativa dell’Azione Cattolica che si terrà martedì:

Dopodomani, martedì 8 giugno, alle ore 13.00, l’Azione Cattolica Internazionale invita a dedicare un minuto per la pace, ciascuno secondo la propria tradizione religiosa. Preghiamo in particolare per la Terra Santa e per il Myanmar.