Grazie a Dio possiamo ritrovarci di nuovo in questa piazza per l’appuntamento domenicale e festivo. Io vi dico una cosa: mi manca la piazza quando devo fare l’Angelus in Biblioteca.
Sono contento, grazie a Dio! E grazie a voi per la vostra presenza”. Lo ha detto Papa Francesco al termine del Regina Coeli, la preghiera mariana che in questo periodo liturgico sostituisce l’Angelus. Il Papa non si affacciava al balcone del Palazzo apostolico, per evitare assembramenti, da oltre un mese.
Continuano gli incontri della commissione Pari Opportunità, presieduta da Francesco Vernetti, sul tema della violenza di genere. Oggi il turno delle associazioni del Terzo settore impegnate nella gestione dei Centri Antiviolenza. Sono intervenute Giorgia De Acutis, referente provinciale per l’Arma dei Carabinieri per i reati di stalking e violenza sulle donne, Maria Lippiello, componente della commissione regionale Pari Opportunità, le rappresentanti delle associazioni “Le Kassandre”, “Dream Team”, “Maddalena”, “Arci Donna Napoli” e diverse rappresentanti delle dieci Municipalità.
Tanti i temi emersi oggi nel dibattito che si è tenuto in commissione sui temi della violenza contro le donne. Per Giorgia De Acutis, referente provinciale per l’Arma dei Carabinieri per i reati connessi alla violenza di genere, è vero che per procedere alla denuncia è necessaria la querela della parte lesa, ma i Carabinieri possono attivarsi per avvicinare la donna vittima di violenza e assisterla anche sulla base di una semplice segnalazione di parenti, amici o vicini di casa. Per il trattamento di questi casi, l’Arma prevede percorsi di formazione e specializzazione mirati sul tema della violenza di genere.
Per le rappresentanti delle associazioni bisogna fare attenzione anche ai metodi e alle procedure che accompagnano le donne a denunciare, facendo in modo che compiano autonomamente le proprie scelte. Solo mettendo i Centri Antiviolenza al centro della strategia integrata delle istituzioni contro la violenza di genere è possibile dare risposte a situazioni drammatiche come quelle che stanno registrando in seguito alla pandemia da Covid-19, con un notevole aumento delle richieste di aiuto da parte di donne maltrattate
.Da questo punto di vista – hanno evidenziato alcune operatrici – la scelta del Comune di Napoli di prevedere un bando, non ancora concluso, per l’affidamento dei Cav per la durata di soli 176 giorni non è assolutamente sufficiente: ci si chiede come si possa fare un’azione forte su questi temi con risorse al ribasso, senza pensare a una programmazione pluriennale e alla valorizzazione dell’esperienza e professionalità delle associazioni che da anni operano sui territori. Auspicabile sarebbe una maggiore sinergia tra i vari attori istituzionali in campo, parlare tutti lo stesso linguaggio, investire nella formazione di docenti e educatori. Troppo spesso infatti, si assiste a iniziative sul tema condotte senza le necessarie competenze e professionalità.
Al termine del dibattito il presidente Vernetti ha ribadito che l’obiettivo di questi incontri è proprio quello di sostenere presso il Governo l’istituzionalizzazione delle risorse finanziarie destinate ai Centri Antiviolenza, e in questa direzione andrà il lavoro della Commissione nelle prossime settimane.
Dal 23 aprile al 31 maggio il libro e la lettura tornano protagonisti con un ventaglio di eventi online e, in caso di allentamento delle misure anticovid, in presenza, organizzato per il “Maggio dei Libri della Città di Catania”. Il Comune e l’assessorato alla Cultura partecipano con una specifica programmazione alla campagna nazionale di promozione della lettura sostenuta dal Centro per il Libro e la Lettura e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, con il patrocinio della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
Tutti possono contribuire con proposte, presentazioni e iniziative che saranno inserite nel cartellone che si aprirà il 23 aprile in occasione della giornata mondiale Unesco del libro e del diritto d’autore. Gli eventi saranno fruibili attraverso i canali di comunicazione del comune di Catania e dell’assessorato alla Cultura e, solo nel caso di un allentamento delle attuali restrizioni dovute al perdurare della pandemia, anche in presenza negli spazi che saranno messi a disposizione dall’Amministrazione comunale, sempre nel rispetto delle disposizioni previste dalla normativa anti-Covid19.
Turbolenza al Comune di Palermo. Sembra che il sindaco Leoluca Orlando abbia difficoltà di alleanza politica e si naviga per il momento a vista. Il vicesindaco Fabio Giambrone e gli assessori del Comune di Palermo hanno emesso il seguente Comunicato che appresso pubblichiamo. Esso riporta la firma di: Giusto Catania, Vincenzo Di Dio, Giovanna Marano, Sergio Marino, Giuseppe Mattina, Paolo Petralia Camassa, Maria Prestigiacomo, Mario Zito.
“Chi propone l’alleanza con la Lega sconfessa la storia della città, il suo percorso consolidato negli ultimi anni.
Le legalità dei diritti, confermata dalla Carta di Palermo, è il progetto valoriale della nostra esperienza politica e istituzionale. I diritti delle persone, soprattutto in tempo di pandemia, hanno bisogno di maggiore cura e attenzione e, pertanto, reputiamo irricevibile qualsiasi ipotesi di governo cittadino con Salvini.
Dal 2012 abbiamo contraddistinto il nostro impegno per una città interculturale, Palermo si è conquistata così un ruolo di prestigio internazionale per essere città dell’accoglienza.
Ed è riconosciuto da tutti che questa nuova immagine e rinnovato ruolo internazionale di Palermo abbia contribuito a rendere migliore la città che ha vissuto un grande cambio culturale divenendo, sempre di più, anche una città di grande attrattività internazionale e turistica.
La bandiera della città sventola sul ponte di Mediterranea e su tutte le navi che hanno salvato vite umana nel mar Mediterraneo e, per queste ragioni, la Lega al governo di Palermo è una proposta che ha il sapore della provocazione”.
Open Arms, Matteo Salvini rinviato a giudizio per sequestro di persone e rifiuto di atti di ufficio. Questa la decisione del gup di Palermo Lorenzo Jannelli dopo l’udienza preliminare nell’aula bunker del carcere Ucciardone sul caso della nave ong. Il giudice ha accolto la richiesta della Procura di Palermo. La prima udienza sarà il 15 settembre davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Palermo.
“Non ci sono gli elementi per il non luogo a procedere di Matteo Salvini”, ecco perché il gup Jannelli ha rinviato a giudizio Salvini. L’udienza preliminare non deve valutare se sussiste o meno la responsabilità penale dell’imputato, ma se ci sono elementi sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio e non ci sono elementi per decidere un proscioglimento. Queste le motivazioni del rinvio a giudizio.
“‘La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino’. Articolo 52 della Costituzione. Vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l’Italia. Sempre”, commenta il leader della Lega in un messaggio sui propri profili social.
Bongiorno: “E’ una valutazione politica”
“\Non si può negare che c’è una valutazione politica della questione”, ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno parlando del processo a carico di Salvini
Bongiorno aveva preso la parole prima della decisione del gup. “La difesa della patria e delle sue leggi non limita i diritti delle Ong. Ma solo le scelte contro le regole. Né legge né diritto internazionali prevedono il rifiuto del pos perché sgradito”
“Le Ong – aveva spiegato l’avv Bongiorno- vogliono venire in Italia anziché in Spagna e qui possono addirittura costituirsi parte civile”. Bongiorno si era appellata quindi al giudice: “Non consenta alle sentenze di prendere il posto dei voti” aveva detto concludendo il suo intervento, durato circa tre ore. Poi la decisione del giudice.
APPARATI POLITICI E BUROCRATICI IN UNA VIBRATA POLEMICA
“Premesso che ho grande stimadell’Assessore Marco Falcone – scrive in una Comunicato/nota il Vicesindaco Carlotta Previti – proprio per questo motivo sono sinceramente dispiaciuta che venga preso in giro dal suo stesso apparato burocratico ed esterni dichiarazioni che non corrispondano alla verità dei fatti accaduti. Purtroppo devo dimostrarglielo punto per punto.
CRONISTORIA EVENTI:
-15/01/2021: con nota prot. 12440 il Comune di Messina chiede all’Assessorato regionale Infrastrutture e Mobilità di presentare, come soggetto proponente, un Progetto Pilota di 100 milioni di euro in cui il Comune si sarebbe fatto carico di predisporre il progetto definitivo. -26/01/21: con nota prot. n.3873 l’Assessorato regionale Infrastrutture e Mobilità prende atto della proposta progettuale e ne condivide iter e obiettivi precisando che l’approvazione sarà formalizzata con successiva delibera di Giunta Regionale affinché il Comune di Messina venga riconosciuto soggetto attuatore della proposta pilota regionale. -01/04/2021: con nota prot. 9127 il progetto pilota di Messina, definitivo munito di tutti i pareri, viene inviato all’Assessorato regionale Infrastrutture e Mobilità per il corretto invio telematico e cartaceo entro la scadenza del 15 aprile 2021. Queste le dichiarazioni dell’Assessore Falcone: ‘Per venire incontro alle esigenze della città di Messina io stesso, ieri mattina, li ho accompagnati presso gli uffici dell’Assessorato per recepire correttamente il progetto e risolvere quei problemi che erano stati creati da loro stessi. Dieci giorni fa il Comune di Messina ha inviato gli atti, tra l’altro non completi, per accedere al progetto pilota. I fatti: – prosegue il Vicesindaco – nonostante avessimo presentato il progetto esecutivo il 1 aprile, completo e munito di tutti i pareri, dopo ben 14 giorni (!) apprendiamo che il progetto non era stato ancora presentato tramite piattaforma al Ministero nonostante la scadenza del 15 Aprile. Domande: 1. Sulla base di quali analisi o approfondimento istruttorio afferma che il progetto era incompleto? E se lo era perché non avete MAI inoltrato nessuna richiesta di integrazione documentale? 2. Perché il giorno della scadenza 15 aprile non avevate ancora presentato l’istanza? 3. E perché ho dovuto inviare a Palermo il Rup e una squadra di tre funzionari per supportare i vostri uffici regionali a inoltrare l’istanza al vostro posto? 4. Esattamente può indicarmi quali sarebbero i problemi da noi creati che Lei ha dovuto risolvere? Siamo stati noi Assessore – puntualizza la Previti – a venirvi incontro e non viceversa come da Lei asserito. Assessore Falcone: ‘Il bando del ministero dava la possibilità a Regioni e Comuni di presentare tre progetti in via ordinaria, da 15 milioni ciascuno entro il 15 marzo, e un progetto cosiddetto pilota, dal valore massimo di 100 milioni entro il 15 aprile”.
I fatti: l’articolo 3, comma 5 del D.I. n. 395 del 16 settembre 2020 così recita: ‘il numero totale complessivo di proposte che può presentare ciascun soggetto proponente è massimo tre.
La Frequently Asked Questions del D.I. n. 395/20 del Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare aggiornato al 01.03.21 così recita a pag. 30: Quesito I4. Il Progetto Pilota deve essere considerato ulteriore, rispetto alle tre massimo presentabili da ciascun Ente? Ai sensi dell’articolo 3, comma 5 del D.I. n. 395 del 16 settembre 2020, ‘il numero totale complessivo di proposte che può presentare ciascun soggetto proponente è massimo tre’, siano esse proposte di cui all’articolo 6 o Progetti Pilota di cui all’articolo 14.
IL FALSO IMPEGNO DELLA REGIONE SICILIANA, ASSESSORE FALCONE Domande: 5. Se ogni soggetto proponente poteva presentare un massimo di tre proposte (sia ordinarie che pilota) perché l’Assessorato Infrastrutture prende l’impegno di presentare il progetto pilota del Comune di Messina con nota prot. n.3873 del 26.01.21 e invece presenta istanza per tre progetti in data 11 e 16 marzo di cui n. 2 (due) identici a Ravanusa, Licata e Palma di Montechiaro e n. 1 (uno) ad Acireale? 6. Ma soprattutto perché n. 2 (due) sono IDENTICI? 7. Se la scadenza era del 15 marzo perché uno dei due progetti è stato approvato con delibera n. 134 del 16 marzo? 8. Perché nella Sua nota di accompagnamento n. 2868 alla delibera del 16 marzo Lei scrive si rappresenta l’urgenza essendo decorso il termine (15 marzo) per la presentazione delle istanze? Avete presentato un progetto fuori termine? 9. Sulla base di quale elemento dichiara che l’istanza del progetto pilota di MESSINA è stata rifiutata per errore della piattaforma ministeriale? L’istanza inoltrata dalla Regione è stata rifiutata perché la piattaforma non consentiva di inoltrare più di tre proposte come previsto dall’articolo 3, comma 5 del D.I. n. 395 del 16 settembre 2020 e correttamente riportate nella FAQ ministeriale. Ne è prova che quando è stata inoltrata come Città metropolitana la piattaforma ha accettato immediatamente il progetto pilota di Messina.
ASSESSORE FALCONE: ALLORA CI DICA CHI HA STUDIATO POCO E MALE
È evidente che i suoi uffici non hanno letto attentamente il bando né le successive faq che riportano quanto detto dal bando. E allora chi ha fatto l’errore Assessore? Il Comune? Il Ministero? O la Regione che ha inviato tre proposte di cui due identiche? E lo sa che una di queste verrà rifiutata perché lo stesso progetto non può essere finanziato due volte e perché fuori termine? E che questo errore è stata la causa che vi ha impedito di presentare una proposta pilota di 100 milioni di euro per cancellare la vergogna della baraccopoli di Messina in cui vivono ancora 2.500 famiglie? Assessore Falcone – conclude il Vicesindaco – può adesso dirmi, con l’onestà che la contraddistingue, chi ha studiato poco o male? Quantomeno questa storia ha avuto l’effetto di far cambiare la foto della baraccopoli indiana postata dal Presidente Musumeci che ha rimediato e correttamente inserito una foto di Fondo Fucile”.
Cassetto delle Imprese: webinar organizzato da Regione Siciliana e Ance Sicilia
«Semplificare ed efficientare la macchina burocratica nel mondo degli appalti, dando ascolto e lavorando al fianco delle imprese, per creare una sinergia pubblico/privato a favore dello sviluppo territoriale». Queste le parole dell’assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Siciliana Marco Falcone, durante l’incontro odierno con le Associazioni dei Costruttori della Sicilia Orientale, per presentare il nuovo “Cassetto delle Imprese”.
«L’Albo degli operatori economici – ha spiegato il presidente di Ance Sicilia Santo Cutrone – è frutto dell’unione di intenti tra il mondo delle Costruzioni e l’Amministrazione regionale, per perseguire gli obiettivi di trasparenza e rilancio del settore, per questo si è ritenuto di estrema importanza organizzare quest’incontro con i soggetti coinvolti a vario titolo».
Nella foto Press l’assessore regionale Marco Falcone
Alla presenza di Ance Catania (presidente Rosario Fresta), Ance Messina (Giuseppe Ricciardello), Ance Ragusa (Sebastiano Caggia), Ance Siracusa (Massimo Riili), Ance Enna (Sabrina Burgarello) e di numerose imprese che hanno partecipato al webinar, è intervenuto il dirigente generale del Dipartimento Regionale Tecnico Salvo Lizzio, che ha sottolineato il duplice scopo del “Cassetto delle imprese” che da un lato, consentirà agli operatori economici lo snellimento dell’invio della documentazione amministrativa richiesta ai fini della partecipazione alle procedure di gara – evitando inutili duplicazioni documentali – dall’altro, offrirà alle Stazioni Appaltanti una più immediata visione e individuazione delle imprese aventi i requisiti richiesti ai fini dell’ammissione alle gare.
«Tutti gli albi cartacei delle province e degli uffici del Genio Civile – ha puntualizzato il responsabile piattaforme telematiche del Dipartimento Mario Parlavecchio – non avendo più valore, saranno accorpati nel Cassetto che, oltre a semplificare ed evitare la ridondanza di lettere d’invito, dichiarazioni di legalità e integrità e di altri requisiti, attraverso la piattaforma SITAS (Sistema Informativo Telematico Appalti Sicilia) avrà lo scopo di uniformare le procedure amministrative e pubblicitarie delle gare, diventando un punto di riferimento per le imprese, molte delle quali hanno avuto difficoltà a partecipare fino a oggi». Sono già molti gli iscritti e i richiedenti inseriti nell’Albo, che continuerà ad implementarsi nei prossimi giorni.
Intensa attività di controllo nel corso della settimana su oltre 1870 persone dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli : 108 le sanzioni complessive, non solo “anticovid”, ma anche per spaccio di sostanze stupefacenti, contrabbando di sigarette, contraffazione e pirateria audiovisiva.
I controlli anticovid hanno riguardato soprattutto Napoli città ma anche l’intera area Metropolitana e hanno portato alla contestazione di sanzioni a carico di 66 tra persone senza mascherina, in strada senza autocertificazione, senza validi motivi, fuori dal proprio Comune di residenza o domicilio e di 7 attività commerciali.
In particolare, nel capoluogo, nel quartiere San Lorenzo, il II Gruppo ha scoperto una “fabbrica del falso” sequestrando un opificio clandestino e più di 4.000 articoli tra borse “Louis Vuitton” e “Gucci” contraffatte, accessori e prodotti semilavorati. Denunciati tre responsabili.
Nel quartiere San Carlo Arena il 2° Nucleo Operativo Metropolitano Napoli ha individuato un deposito con all’interno 4.100 borse contraffatte e 100 metri di tessuto “Louis Vuitton” e “Gucci”, nonché attestazioni e certificati di qualità e autenticità fasulli. Denunciato un 58enne per contraffazione e ricettazione.
Nel quartiere Pendino, i “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego all’interno di un magazzino hanno sequestrato 10.200 locandine e 7.780 cd-dvd illecitamente riprodotti e privi del marchio S.I.A.E denunciando un 50enne per ricettazione e violazioni al diritto d’autore.
Nell’ambito di articolate attività di indagine coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Catania, con la collaborazione e il supporto dello SCICO (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata), hanno dato esecuzione in sei regioni (Sicilia, Lombardia, Veneto, Lazio, Piemonte e Friuli Venezia Giulia) e 7 provincie (Catania, Roma, Milano, Novara, Udine, Varese e Verona), oltre che in Bulgaria, a due provvedimenti di sequestro patrimoniale in materia antimafia (uno emesso dal GIP presso il Tribunale di Catania e l’altro, d’urgenza, da questo Ufficio) relativi a quote societarie e compendi aziendali riconducibili a imprenditori legati al clan SCALISI, articolazione territoriale della famiglia mafiosa LAUDANI.
Nel dettaglio, l’attività d’indagine ha tratto origine dalle minuziose attività di perquisizione svolte dal Nucleo PEF della Guardia di finanza di Catania lo scorso 10 febbraio, che, tra l’altro, avevano portato al sequestro di oltre 1 milione e 900 mila euro in contanti.
La conseguente disamina della copiosa documentazione bancaria ed extracontabile acquisita in sede del primo intervento ha consentito di accertare la riconducibilità, in capo a due imprenditori catanesi – tratti in arresto per concorso esterno in associazione mafiosa (contestazione accusatoria confermata dal Tribunale di Catania, in sede di riesame) – di ulteriori società, aventi sede a Catania, nel nord Italia e anche in territorio estero, operanti nel settore dei trasporti e della commercializzazione dei prodotti petroliferi.
Le ulteriori indagini patrimoniali, condotte dalle unità specializzate del GICO del Nucleo PEF Catania con il prezioso ausilio dello SCICO, hanno così reso possibile la completa ricostruzione degli investimenti degli illeciti proventi del boss storico del clan SCALISI – locale articolazione su Adrano della famiglia mafiosa LAUDANI – attualmente sottoposto al regime detentivo dell’articolo 41-bis o.p., in società gestite da due imprenditori catanesi. Questi ultimi, a loro volta, utilizzavano diversi prestanome per la costituzione di numerose società, operanti sull’intero territorio nazionale.
In esito alla complessa e articolata attività di indagine del Nucleo PEF della Guardia di finanza di Catania e dello SCICO, il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale, su proposta di questo Ufficio, ha pertanto: – disposto il sequestro preventivo nei confronti di 4 società e dei relativi compendi aziendali e disponibilità finanziarie, – convalidato il sequestro d’urgenza nei confronti di ulteriori 3 società e relativi compendi aziendali, per un valore stimato di 12 milioni di euro. Si evidenzia inoltre che, per il tramite di EUROJUST, le attività si sono estese anche in territorio bulgaro, in relazione al sequestro delle quote e delle disponibilità della società di diritto bulgaro, parimenti riconducibile ai due imprenditori catanesi.
Il rock non è mai morto. È stato colpito, lasciato in fin di vita, e piano piano ha continuato a zoppicare, tra cicatrici e ferite mai rimarginate, attraversando e sfidando le tempeste tecnologiche degli ultimi 40 anni di Storia, collezionando eroi rimasti – spesso volutamente – invisibili. Il Novecento è lontano, è altrove e va rispettato e lasciato in pace coi suoi miti. Il rock del terzo millennio ha nuovi codici e nuovi portatori sani di energia elettrica e provocazione che hanno trasformato quella musica “da assembramento” in ballad da nicchia, mai perdendo dignità. Maurizio Ferrandini, cinquantenne sanremese, figlio della città dei fiori e della canzonetta da mainstreamer, è in realtà uno dei tanti fratellini scomodi e mai riconosciuti dal sistema, perché non si è mai uniformato, non si è mai lasciato plasmare dalle mode e da un settore discografico che, per sua natura e storia, tende a corrompere tutti i suoi protagonisti con i generi e le sotto-categorie del pop. I dischi, Ferrandini, nonostante i corteggiamenti di label Indie e produttori alternativi, ha sempre preferito farseli e finanziarseli da soli, a costo di renderli talmente rari da essere quasi introvabili. Oltre ad una laurea conseguita nel ramo amministrativo, fin da giovanissimo Maurizio si appassiona di grafica, di montaggio video e di liuteria, ma nel frattempo la sua arte originaria non si disperde: Ferrandini diventa polistrumentista e realizza una dozzina di album in circa 10 anni. Nel 2020, complice il lockdown dell’emergenza sanitaria, incontra “virtualmente” il vecchio amico Luca Bonaffini col quale realizza un format in cinque puntate per Globus Television dedicate alle “storie dietro alcuni vinili d’arte”: si tratta di Mash Up Kult che, andrà in onda durante il Natale successivo, ottenendo un grande successo. Nel 2021, per lo stesso Bonaffini, realizza il videoclip de “Il futuro ero” (singolo del cantautore mantovano) e sarà proprio in quel contesto che riceverà da Luca la proposta per la pubblicazione di un album. “Miracolosamente – come ha dichiarato il produttore – Maurizio Ferrandini ha accettato”. Lo ribadiamo con orgoglio, dunque. Il rock non solo gode di buona salute ma soprattutto è ancora in grado di gridare in silenzio, senza adeguarsi. Ben tornato Maurizio.
L’album
Sette tracce con temi felicemente inattuali quindi eterni. Mondi musicali distorti e melodici, tra malinconia e pancia. Maurizio Ferrandini è tornato e con lui il ben riconoscibile sound e atteggiamento rock. Apre “Destinazione America”, dove un grido interiore trova un passaggio segreto e diventa una dichiarazione di resistenza e di resilienza. Segue “Cosa c’entri col rock”, dove rock è un’idea, un’impostazione dell’anima e non necessariamente uno stile di vita. Romantica seduta analitica, una sorta di viaggio nel subconscio di un uomo costretto a fare i conti con scelte di vita non allineate al senso comune invece la bella “Totem”, mentre in “Questa notte” l’autore accompagna la madre nel suo ultimo volo mentre la vita scorre muta e banale tra l’indifferenza e la mortificante solitudine. Arrivano “Oggi”, descrizione di un istante che diventa il lucido dipinto di una vita, e “Quello che fa bene”, omaggio a Tom Petty. Conclude l’ettagono discografico “Il buio”, criptica e penetrante, rivelazione di un rock guerriero incapace di adeguarsi, ma che non si intende arrendersi.
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