Dettagli sulla Casa Rifugio, struttura protetta e ad indirizzo segreto

Aggiornamento

Trabia, un bene confiscato alla mafia sarà intitolato a Pasquale Sinesio |  Madonie Notizie

Aci Sant’Antonio

Si apprende che l’immobile confiscato alla mafia ed oggetto di riqualificazione da parte della  ditta I & T Società Cooperativa di Balestrate, che si è aggiudicata l’appalto per i lavori di recupero e rifunzionalizzazione del bene confiscato per un importo complessivo di circa 615.000 euro,per conto del Comune di Aci Sant’Antonio, sarà  una struttura protetta e ad indirizzo segreto con l’obiettivo di accogliere donne e bambini che hanno bisogno di essere allontanati dal proprio luogo di residenza e di trovare un rifugio tranquillo e sicuro da dove costruire un nuovo progetto di vita, con il sostegno di un’equipe femminile specializzata nel rispondere all’esigenza di un’utenza tanto vulnerabile.

Ben 400 mq di spazi interni e quasi 1800 mq di spazi esterni costituiranno un luogo unico di contrasto alla violenza, quella mafiosa e quella di genere: accoglienza, protezione, legalità, supporto dei minori, coinvolgimento del tessuto sociale locale, elaborazione dati e statistiche sul fenomeno, definizione di nuovi modelli di giustizia, libertà e futuro. L’immobile sarà ristrutturato per ospitare un massimo di 10 ospiti (il massimo consentito dalla normativa di riferimento), fra donne e minori, in cui sarà possibile offrire, accanto ai servizi di base previsti, una serie di servizi migliorativi per sperimentare un modello innovativo di inclusione sociale rivolto alle donne vittime di violenza e ai loro figli/e. L’inserimento nella Casa costituisce un ampliamento dell’intervento di prima accoglienza svolto dai CAV e dai servizi territoriali predisposti, un luogo sicuro e tranquillo che permette alla donna di prendere coscienza della relazione violenta con il partner maltrattante e, con il supporto delle operatrici, di sviluppare soluzioni di empowerment: riacquisizione del senso di sé e delle proprie capacità, volontà e scelte.

Divieti ,restrizioni e nuovo piano vaccinale

 

Reparto Ospedaliero Foto - Scarica immagini gratuite - Pixabay

 

Le valutazioni potrebbero portare all’adozione di misure già nei prossimi giorni visto l’aggravarsi della pandemia in diverse Regioni italiane. L’urgenza è dettata dai dati che arrivano quotidianamente. L’Italia ieri ha messo a referto 19.749 contagi e 376 morti, con un tasso di positività al 5,7% e pazienti in aumento nelle terapie intensive (ora sono 2.756, +56 rispetto a martedì).

Tra le Regioni, riflettori puntati sui 4.084 nuovi positivi della Lombardia e sui 2.709 della Campania, che si trova già in zona rossa con regole e misure rigide. Bene la Sicilia se non viene generalizzata la zona rossa.

La parola d’ordine intanto è ‘accelerare’, Il problema nasce con l’organizzazione -ancora insufficiente- che vaccina gli utenti.  Vi sono aspetti positivio come quello delle  532mila dosi addizionali per l’Italia, dopo un nuovo negoziato chiuso dalla Commissione Europea presieduta da Ursula Von der Leyen.

Entro il weekend è attesa una comunicazione ufficiale, con ogni probabilità volta a illustrate il nuovo piano vaccinalee timing. Una comunicazione che potrebbe essere diffusa anche  da chi lavora a titolo scientifico al piano 

Si apprende anche che  il premier Mario Draghi venerdì in mattinata visiterà il centro vaccinale allestito all’aeroporto di Fiumicino.

 

Messina: conclusione del Corso di formazione del Sistema di Innovazione tecnologica

Contratti di informatica, consigli degli esperti e risorse utili

Si conclude oggi la formazione del personale del Servizio Innovazione Tecnologica del Comune di Messina per l’uso del nuovo software di “backup e restore” dei dati adottato e voluto dall’Amministrazione comunale, nella fattispecie dall’Assessore all’Innovazione Tecnologica Francesco Caminiti. La soluzione adottata, per eseguire i backup e restore dei dati, consiste nella combinazione del software “Commvault” e dell’hardware MSA 1050 di HPe, entrambe aziende leader del mercato, che forniscono moduli per i backup, il ripristino, l’archiviazione, la replica e la ricerca dei dati.

I sistemi MSA 1050 sono stati installati in plessi comunali dislocati geograficamente in punti diversi e consentono di avere la possibilità di orchestrare una serie di backup di macchine virtuali e dati utilizzati dall’Ente per poter ripristinare gli stessi in caso di eventi imprevisti e imprevedibili.

Marsala: i Carabinieri sventano un furto nell’ATM di Ufficio postale

Marsala
I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Marsala e della Stazione di Ciavolo hanno sventato un furto da oltre 20.000 euro in contanti custoditi nell’ATM dell’ufficio postale di Matarocco, a Marsala, in provincia di Trapani, tentato da due catanesi all’alba dell’8 marzo.
L’allarme dell’ufficio postale, collegato con la centrale allarmi delle Poste di Genova, ha permesso agli operatori in Liguria di attivare, tramite il Numero Unico di Emergenza 112, la centrale operativa di Marsala che immediatamente ha inviato sul posto segnalato le pattuglie in servizio notturno di pronto intervento.
Giunti presso l’ufficio postale in meno di 5 minuti a sirene spiegate, i Carabinieri hanno visto due uomini intenti ad armeggiare presso lo sportello ATM. Accortisi delle forze dell’ordine, i malviventi hanno tentato di darsi alla fuga prima a bordo di una Alfa Romeo 147 e poi a piedi. Inseguiti dai Carabinieri, i due uomini sono stati bloccati e portati in caserma. A terra, vicino l’ATM, sono stati trovati sofisticati arnesi idonei a scassinare lo sportello che sarebbe poi stato caricato in macchina col bottino di oltre 20.000 euro in contanti all’interno.
Gli accertamenti successivi hanno permesso di identificare i malviventi in due uomini catanesi di 44 e 58 anni, già in passato arrestati per episodi simili in provincia di Catania.
È probabile che gli stessi, avendo già precedenti nella provincia catanese, avessero deciso di fare il “colpo grosso” in trasferta, pensando di farla franca e non riuscendovi soltanto grazie all’intervento dei Carabinieri.
Nel frattempo, gli accertamenti in banca dati hanno permesso di appurare che la macchina usata dai ladri era stata rubata nel centro di Marsala pochi giorni prima. I militari dell’Arma hanno dunque contattato il legittimo proprietario, un pensionato di 80 anni, il quale, non credendo ai suoi occhi, ha confessato ai Carabinieri di aver comperato l’auto soltanto da qualche mese, e nei due giorni senza il suo veicolo rubato non era riuscito nemmeno ad andare a fare la spesa, per questo li ringraziava calorosamente per avergliela ritrovata intatta, giungendo in caserma per la restituzione del mezzo con un vassoio di dolci in segno di riconoscenza. L’unico ammanco all’interno del veicolo è risultata una forma di formaggio che i malviventi hanno confessato di aver mangiato. 
Da accertamenti eseguiti dai militari dell’Arma, inerenti la percezione del reddito di cittadinanza, nonostante a specifica richiesta i malviventi negavano fermamente, è risultato che uno dei due usufruiva del beneficio, veniva per ciò avviata la richiesta di revoca. 
I due arrestati sono a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Marsala che dovrà decidere sulla convalida dell’arresto e sull’eventuale applicazione di misure cautelari. 
L’arresto dei malviventi operato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Marsala e della Stazione di Ciavolo dimostra l’importanza, per gli uffici pubblici e gli esercizi commerciali, di avere il sistema di allarme integrato con le forze dell’ordine che, intervenendo tempestivamente, possono sventare gravi reati come quello ai danni delle Poste di Matarocco a Marsala (TP).

 

 

 

Denunciati in stato di libertà alla Procura trenta persone, per lo più incensurati,per dichiarazioni mendaci all’Inps

Indebita percezione del Reddito di cittadinanza
I Carabinieri di Lercara Friddi hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, per indebita percezione del “reddito di cittadinanza”, 30 persone, di età compresa tra i 20 e gli 80 anni, tutte residenti a Lercara.
A conclusione di una peculiare attività investigativa avviata nel gennaio scorso, i militari hanno appurato che le 22 donne e gli 8 uomini, per lo più incensurati, al fine di eludere i controlli da parte dell’INPS, avevano reso dichiarazioni mendaci o incomplete nella dichiarazione sostitutiva unica, omettendo dati obbligatori e percependo, quindi, indebitamente il reddito di cittadinanza, ovvero percependolo in misura superiore al dovuto.
Il danno erariale complessivo è quantificato in circa € 235.000 e sono in corso le procedure per la sospensione del beneficio ed il recupero di quanto indebitamente percepito.

 

VIOLENZA SULLE DONNE, A CATANIA 250 NUOVI CASI OGNI ANNO

Giornata Internazionale dei diritti della donna: svelata panchina rossa in Viale Vittorio Veneto. Iniziativa di Confindustria, Ance e Comune di Catania

 

CATANIA –

«Quest’anno sarà un otto marzo peggiore degli altri, perché la pandemia ha rappresentato un moltiplicatore, rivelando ancora di più la disuguaglianza strutturale tra uomo e donna. Già 12 femminicidi in Italia dall’inizio di quest’anno. Anche Catania purtroppo continua a mettere in luce i meccanismi sistematici della violenza patriarcale: basti pensare che nell’ultimo anno abbiamo registrato 250 nuovi casi con richieste di aiuto da parte di donne che ci contattano direttamente, più 150 segnalazioni da parte di terzi (amici, parenti della vittima) con richieste di informazioni. Il tutto, durante le 16 ore di lavoro settimanale, che vorremmo estendere se solo ci fosse l’adeguato supporto da parte delle istituzioni». Sono numeri drammatici quelli dichiarati dalla presidente del Centro Antiviolenza Thamaia di Catania Anna Agosta, in occasione della “Giornata Internazionale dei diritti della donna”.

Questa mattina, a schierarsi a fianco delle donne contro ogni forma di violenza, sono state Confindustria e Ance Catania, col patrocinio del Comune etneo, che hanno svelato una panchina rossa davanti la sede di viale Vittorio Veneto 109, quale simbolo di vicinanza a chi ha subito e continua a subire violenza. Ad aprire l’incontro – moderato dalla giornalista Flaminia Belfiore e organizzato da Rosanna Di Mauro dell’Associazione dei Costruttori edili – è stata l’assessore alla Cultura e Pari Opportunità Barbara Mirabella: «Non solo femminicidi, abusi e soprusi, ma anche un riscontro allarmante sul fronte professionale, con una perdita del 90% del lavoro femminile e la conseguente mancanza di autonomia e indipendenza economica, che certamente rappresenta un’ulteriore criticità per molte donne». Dall’analisi della situazione alla speranza per un cambiamento: «Simboli come quello di oggi – ha proseguito – sono importanti, soprattutto se promossi dalla società civile. Nello specifico, assume grande valore perché Ance e Confindustria sono la casa delle imprenditrici e dell’empowerment femminile. Questo può dare impulso alla società, che deve innestare soprattutto ai più giovani il concetto culturale di parità ed eguaglianza: in questa direzione è grande il nostro impegno profuso nelle scuole».

«L’installazione della panchina rossa non è solo un simbolo ma un monito visibile e permanente della nostra condanna ad ogni forma di violenza e di discriminazione nei confronti delle donne – ha sottolineato il presidente di Confindustria Catania Antonello Biriaco – Il dilagare dei femminicidi, purtroppo, non conosce sosta. Per questo occorre agire in profondità, soprattutto sui giovani. Sappiamo quale sia il valore fondamentale che le donne oggi apportano nelle imprese, ma il divario di genere anche in questo campo è ancora troppo alto. Fare rete tra società civile, istituzioni e imprese è la direzione giusta. E le nostre organizzazioni devono e possono giocare un ruolo di guida e di esempio». Concetto rimarcato anche dal presidente di Ance Catania Rosario Fresta, che ha ribadito «la vicinanza dei costruttori alle donne per la dignità nel lavoro e nella famiglia. Il nostro impegno è costante e giornaliero: abbiamo deciso di supportare annualmente con piccoli contributi la onlus Thamaia, che svolge un lavoro eccezionale e merita l’attenzione per tutto ciò che fa per la società». Il Comitato Imprenditoria Femminile di Confindustria Catania, presente con la presidente Monica Luca «focalizzerà l’attenzione sugli aiuti alle donne, protagoniste in negativo di questo difficile anno di crisi pandemica: lavoreremo per migliorare il welfare e dare sostegno concreto, mettendo in campo iniziative volte all’indipendenza economica, che rende libere e consente di affrancarsi da padri e mariti “padroni”».

«Il ruolo della donna nelle religioni monoteiste e nella storia antica – ha affermato il past president Ance Catania Andrea Vecchio, che ha voluto fortemente l’iniziativa – è stato sempre subalterno. Dobbiamo rivoluzionare questo concetto e contrastare gli atteggiamenti conservatori: questa contemporaneità è donna. Una figura che va prima di tutto esaltata».

Nel giorno delle mimose, consegnato ad Aci Sant’Antonio il lavoro del progetto antimafia-Casa rifugio confiscato- destinato alle donne vittime di violenze

Le mimose fra gli studenti e la consegna dei lavori di ‘Maggiu Sicilianu’

 

Caruso: “Abbiamo voluto caratterizzare fortemente questo otto marzo”

Una celebrazione dell’otto marzo particolarmente importante quella che ha avuto luogo oggi ad Aci Sant’Antonio, con alcuni momenti significativi.
Sono stati infatti piantati i tre alberi di mimosa che la ditta santantonese ‘Piagreen’ ha donato, alberi che hanno arricchito tre
plessi scolastici facenti capo agli Istituti ‘Fabrizio De André’ e ‘Alcide De Gasperi’ e che nel caso della scuola media centrale del
territorio gli stessi studenti hanno interrato dopo aver condiviso un momento di riflessione alla presenza dell’Amministrazione Comunale e del rappresentante della ditta ‘Piagreen’, Francesco Di Stefano.

 

Nel corso della mattinata, poi, sono stati consegnati i lavori di ‘Maggiu Sicilianu’, il progetto realizzato dal Comune di Aci
Sant’Antonio con il cofinanziamento dell’Unione Europea, Programma Operativo Nazionale ‘Legalità’ 2014-2020, Fondo Sociale europeo e Fondo europeo di Sviluppo Regionale, volto alla riqualificazione di un bene confiscato alla mafia per la creazione di una Casa Rifugio destinata alle donne vittime di violenza e ai loro figli.
Andare al di là delle celebrazioni, in occasioni come questa, è di grande importanza – ha dichiarato l’Assessore con Delega alla Gestione dei Beni confiscati alla mafia, Quintino Rocca – Sottolineare coi ragazzi delle scuole il significato di una giornata come questa, votata ai diritti delle donne, ha senza dubbio un’utilità che va al di là della pura didattica, e mettere la prima pietra di una Casa Rifugio come quella che abbiamo fortemente voluto è sicuramente il modo migliore per mostrare il nostro impegno per un tema che deve rimanere d’attualità ogni giorno dell’anno. Spero che questa struttura possa nutrirsi del suo territorio, del suo contesto, e che il nostro territorio possa arricchirsi dell’esperienza che questa struttura può offrire”.

 

Il Sindaco, Santo Caruso, ha posto l’accento sulla funzione del progetto e sulla missione politica: “Abbiamo voluto caratterizzare fortemente questo otto marzo con la consegna dei lavori di ‘Maggiu sicilianu’, di modo che potesse avere un’eco ben oltre il territorio. Poter trascorrere le ore di questa giornata coi giovani studenti santantonesi, poi, è stato un ottimo modo per avere un’iniezione di fiducia nei confronti della società che verrà. Sono davvero felice del fatto che questa Amministrazione sia riuscita ad offrire queste possibilità: significa che stiamo riuscendo ad onorare nel modo migliore il mandato politico, e pienamente sociale, del quale siamo stati investiti”.

Giornata internazionale della donna dedicata al tema “Con rispetto, Educando”

Il palazzo del Quirinale in occasione della Giornata Internazionale della Donna

Roma

Celebrata al Palazzo del Quirinale-  la Giornata Internazionale della Donna, quest’anno dedicata al tema “Con Rispetto. Educando”.
La cerimonia, trasmessa- aggiorniamo adesso – in diretta su Rai 1, è stata condotta da Matilde Gioli che ha letto alcuni brani e poesie di Alda Merini, Amalia Rosselli e Miriam Waddington.
La prolusione è stata affidata alla scrittice Silvia Avallone a cui ha fatto seguito l’intervento della Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.
Nel corso della celebrazione sono stati proiettati dei filmati realizzati da Rai e da Rai Cultura e la cantante Manuela Cricelli, accompagnata dalla chitarra di Beppe Platani ha eseguito i brani “Mi votu e mi rivotu”, “Cantu e cuntu” e “Rosa” di Rosa Balistreri.
Al termine il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato un discorso.
In precedenza, nella Sala Multimediale del Quirinale, il Presidente Mattarella e il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, avevano premiato in collegamento video le scuole vincitrici del Concorso nazionale “Con rispetto. Educando” promosso dal Ministero dell’Istruzione.
Erano presenti alla cerimonia il Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, il Presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio e la Vice Presidente della Camera dei Deputati, Maria Edera Spadoni.

8 Marzo: Giornata internazionale della Donna- Cerimonia alla Presidenza della Repubblica

Chi è Sergio Mattarella, presidente della Repubblica - Il Post

La Presidenza della Repubblica celebrerà, oggi 8 marzo al Quirinale, la Giornata Internazionale della Donna, alla presenza del Presidente Sergio Mattarella e delle alte cariche dello Stato.

La cerimonia sarà trasmessa in diretta streaming e su Rai Uno dalle ore 11.00. Presenterà e leggerà brani e poesie Matilde Gioli. La prolusione sarà affidata alla scrittrice Silvia Avallone e interverrà Elena Bonetti, Ministra delle pari opportunità.

Concluderà la cerimonia l’intervento del Presidente Mattarella. Spazio anche alla musica con brani dedicati a Rosa Balestrieri con Manuela Cricelli(voce) e Peppe Platani(chitarra) e filmati a cura di Rai Cultura.

Prima della cerimonia il Presidente Mattarella premierà in collegamento video le scuole vincitrici del concorso “Con rispetto. Educando” promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Papa Francesco a Mosul, capitale del terrorismo islamico, prega per le tante vittime di cristiani e chiede a Dio che i violenti si ravvedano toccati dalla potenza della misericordia

 

Nel terzo giorno del Papa in Iraq, Francesco invita alla preghiera di suffraggio  per le vittime della guerra a Mosul, una città devastata dalla furia dell’Is ma che ha cominciato il cammino di ricostruzione anche con esperienze di collaborazione fra cristiani e musulmani. È crudele – dice Francesco– che questo Paese sia stato colpito da una tempesta così disumana. Il Papa affida al Signore i morti e prega che i persecutori si ravvedano

Il Pontefice è lì in mezzo all’oscurità e alle macerie del terrorismo islamico. Testimonia senza paura la luce della fede e della speranza.  Francesco invoca il perdono di Dio e la grazia della conversione mentre spiega che la vera strada è quella di attuare insieme  il disegno d’amore e di pace che il Signore ha per l’uomo. Un cammino segnato dalla speranza di collaborazione fraterna fra cristiani e musulmani  Quelle rovine dietro le spalle di Papa Francesco indicano la violenza terroristica, periodo 2014-2017,a Hosh al-Bieaa, piazza delle 4 chiese – siro-cattolica, armeno-ortodossa, siro-ortodossa e caldea – 

Mosul, la “città dei profeti” chiamata così per le tombe di cinque profeti musulmani, circa mezzo milione di persone, di cui oltre 120.000 cristiani, dovettero fuggire in quegli anni bui e la località fu sottoposta a una sistematica devastazione con la distruzione fra l’altro di chiese, del mausoleo di ‛Awn ad-dīn, di Nabī Yūnis (il mausoleo del profeta Giona), di un tratto murario del sito di Ninive, oltre che di rarissimi manoscritti e di più di 100.000 libri conservati nella Biblioteca, di reperti archeologici e perfino della moschea di Mūr ad-dīn. Oggi si sta lavorando alla ricostruzione della città, ma anche del tessuto sociale che la abita.

 

Com’è crudele- afferma il Pontefice- che questo Paese, culla di civiltà, sia stato colpito da una tempesta così disumana, con antichi luoghi di culto distrutti e migliaia e migliaia di persone – musulmani, cristiani, gli yazidi, che sono stati annientati crudelmente dal terrorismo, e altri – sfollati con la forza o uccisi! Oggi, malgrado tutto, riaffermiamo la nostra convinzione che la fraternità è più forte del fratricidio, che la speranza è più forte della morte, che la pace è più forte della guerra. Questa convinzione parla con voce più eloquente di quella dell’odio e della violenza; e mai potrà essere soffocata nel sangue versato da coloro che pervertono il nome di Dio percorrendo strade di distruzione.

La violenza è un tradimento della fede, già spiegata diverse volte anche in questo viaggio apostolico. Nel suo discorso ricorda le toccanti testimonianze che, prima del suo saluto, hanno rivolto l’arcivescovo di Mosul ed Aqra dei caldei, monsignor Najeeb Michaeel, e padre Raid (Emmanuel) Adel Kallo, parroco dell’Annunciazione a Mosul, che ha raccontato dello sfollamento forzato di molte famiglie cristiane dalle loro case. “Il tragico ridursi dei discepoli di Cristo, qui e in tutto il Medio Oriente, è un danno incalcolabile non solo per le persone e le comunità interessate, ma per la stessa società che si lasciano alle spalle”, rileva il Papa. In effetti, “un tessuto culturale e religioso così ricco di diversità è indebolito dalla perdita di uno qualsiasi dei suoi membri”, per quanto piccolo, come avviene nei tappeti artistici, dove un piccolo filo strappato può danneggiare l’insieme, sottolinea ancora. Il sacerdote si è anche soffermato sull’esperienza fraterna che vive con i musulmani, dopo essere ritornato a Mosul, dove ha trovato accoglienza, rispetto, collaborazione. Si tratta, evidenzia il Papa, di “segni che lo Spirito fa fiorire nel deserto” che fanno “sperare nella riconciliazione e in una nuova vita”. Nelle sue parole anche il richiamo alla testimonianza del signor Gutayba Aagha, mussulmano, Capo del Consiglio sociale e culturale per le famiglie di Mosul, che ha ricordato “che la vera identità di questa città è quella della convivenza armoniosa tra persone di origini e culture diverse. Per questo – afferma il Papa –  accolgo con grande favore il Suo invito alla comunità cristiana a tornare a Mosul e ad assumere il ruolo vitale che le è proprio nel processo di risanamento e di rinnovamento”.

In un minuto la Preghiera per le vittime a Mosul

La Preghiera per le vittime

Anche nella Preghiera Francesco ribadisce che la strada della violenza non è la via di Dio:

Se Dio è il Dio della vita – e lo è –, a noi non è lecito uccidere i fratelli nel suo nome. Se Dio è il Dio della pace – e lo è –, a noi non è lecito fare la guerra nel suo nome. Se Dio è il Dio dell’amore – e lo è –, a noi non è lecito odiare i fratelli. Ora preghiamo insieme per tutte le vittime della guerra, perché Dio Onnipotente conceda loro vita eterna e pace senza fine, e le accolga nel suo amorevole abbraccio. E preghiamo anche per tutti noi, perché, al di là delle appartenenze religiose, possiamo vivere in armonia e in pace, consapevoli che agli occhi di Dio siamo tutti fratelli e sorelle.

Papa Francesco chiede a Dio il perdono e che i fratelli violenti si ravvedano toccati dalla potenza della misericordia

Al di là dell’oceano della sofferenza e della morte, il Signore accompagna i suoi figli anche se gli uomini ingrati e distolti da preoccupazioni e ambizioni spesso dimenticano i suoi disegni di pace. Questo il fulcro della sua riflessione che si richiama proprio all’esperienza di Giona quando andò a Ninive per invitare alla conversione e poiché gli abitanti della città lo ascoltarono, “trovarono salvezza”. “Anche noi, Signore – dice il Papa – mentre ti affidiamo le tante vittime dell’odio dell’uomo contro l’uomo, invochiamo il tuo perdono e supplichiamo la grazia della conversione. Kyrie eleison”.

Papa Francesco si sofferma a parlare della  moschea Al-Nouri con il suo minareto Al Hadba e, poi della  chiesa di Nostra Signora dell’orologio, che da più di cent’anni ricorda ai passanti che la vita è breve e il tempo prezioso. Ed è proprio nel breve volgere della nostra vita terrena che siamo chiamati a attuare quel “disegno di amore, di pace e di riconciliazione” che il Signore “ha affidato a noi”. “Facci comprendere che solo mettendolo in pratica senza indugi si potranno ricostruire questa città e questo Paese, e si potranno risanare i cuori straziati dal dolore”, evidenzia. E quando si va fuori strada per interessi egoistici, è centrale ascoltare la “voce dei veri uomini di Dio e ravvederci per tempo, per non rovinarci ancora”. Quindi, un pensiero di perdono:

Ti affidiamo coloro, la cui vita terrena è stata accorciata dalla mano violenta dei loro fratelli, e ti imploriamo anche per quanti hanno fatto del male ai loro fratelli e alle loro sorelle: si ravvedano, toccati dalla potenza della tua misericordia.