Giornata della memoria Covid: bandiere a mezz’asta in tutta Italia

 

Bandiere a mezz’asta in tutta Italia. Fico e Conte: “Fila camion Esercito immagine che non dimenticheremo mai”

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Camion dell’esercito a Bergamo trasportavano le bare dei morti verso i luoghi di sepoltura. Accadeva esattamente un anno fa, il 18 marzo, diventata Giornata nazionale per le vittime del Covid.

Da oggi in poi, come stabilito per legge, questa sarà dunque la data in cui si commemoreranno gli oltre 100mila italiani che hanno perso la vita a causa del coronavirus. Il presidente del Consiglio Mario Draghi è arrivato a Bergamo, città simbolo nella prima ondata dello scorso anno. Dopo aver deposto una corona di fiori al Cimitero monumentale della città, al Parco Martin Lutero alla Trucca si svolgerà l’inaugurazione del Bosco della Memoria con la cerimonia per la messa a dimora dei primi 100 alberi. Durante la commemorazione sono previsti saluti e interventi istituzionali.

Le iniziative e le cerimonie andranno in scena in tutta Italia. Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha inviato una nota a tutti i sindaci italiani perché partecipino con un minuto di silenzio da osservare alle 11, in concomitanza con l’arrivo a Bergamo del presidente del Consiglio, al cospetto della bandiera italiana a mezz’asta.

Bandiere a mezz’asta al Quirinale. Dal palazzo della presidenza della Repubblica arrivano le immagini delle bandiere a lutto nella Giornata della memoria che ricordano le persone che hanno perso la vita a causa del Coronavirus. E “su iniziativa del Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, oggi, giovedì 18 marzo, i presidenti delle commissioni rispetteranno un minuto di silenzio all’inizio delle attività parlamentari in ricordo delle vittime della pandemia Covid. Il Senato terrà le bandiere a mezz’asta e tutti i dipendenti rispetteranno un momento di silenzio alle ore 12”, si legge in un comunicato dell’ufficio stampa di palazzo Madama.

“Ci sono immagini che il nostro Paese non dimenticherà mai e che lo hanno segnato profondamente. Come quelle del 18 marzo dello scorso anno: i camion dell’esercito che a Bergamo trasportavano le bare dei morti verso i luoghi di sepoltura. Una dolorosa sequenza che restituiva in tutta la sua drammaticità la gravità dell’emergenza sanitaria. Quella data è stata scelta per la Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid”, afferma il presidente della Camera, Roberto Fico in un videomessaggio. “Oltre centomila persone – riprende Fico – hanno perso la vita in Italia a causa del virus. Dietro questo numero ci sono le storie di intere famiglie devastate dal dolore per la perdita dei propri affetti, a cui va il nostro pensiero. Calamità sanitarie come quella che stiamo affrontando impongono di stringerci e agire come una comunità coesa. E richiamano le Istituzioni ad un impegno serio e concreto per rafforzare il Sistema sanitario nazionale, in cui lavorano uomini e donne che con dedizione, coraggio e generosità sono in prima linea quotidianamente al servizio della collettività”.

Afferma l’ex presidente del Consiglio e probabile leader del M5S, Giuseppe Conte, postando l’immagine dei camion dell’Esercito che trasportavano le bare dei morti per il Coronavirus fuori da Bergamo   :”Esattamente un anno fa questa fotografia, scattata da un balcone di Bergamo, si diffuse rapidamente in tutto il mondo, divenendo la tragica icona del nostro lutto nazionale. I camion militari che trasportavano fuori città centinaia di bare delle vittime della prima, grande ondata di Covid-19, ci costrinsero a misurarci con una ferita destinata ad aprire uno squarcio di dolore senza fine nella nostra comunità nazionale. Sono stati giorni terribili”. . “Il grande senso di responsabilità e la necessità di rimanere lucidi e reattivi ci hanno dato la forza per affrontare questa grande sofferenza collettiva. L’adesione dei cittadini allo slancio unitario di protezione dei più fragili ci ha consentito di non rimanere sopraffatti nel momento più duro della nostra storia più recente. Oggi è la Giornata nazionale dedicata alle vittime di questa pandemia. Il ricordo ci riporta a quei giorni in cui acquistammo tutti la piena consapevolezza che la salute dei nostri cittadini, anche dei più anziani e vulnerabili, sarebbe stato il valore supremo da difendere, la cifra della nostra civiltà.

“Fu allora che ci persuademmo che i sacrifici personali, grandi o piccoli che sarebbero stati, la solidarietà collettiva, la responsabilità condivisa sarebbero stati i nostri imperativi categorici. Il ricordo di tante vite spezzate, il dolore per tanti affetti perduti ci deve ora trasmettere la forza per vincere questa sfida. Abbiamo dimostrato di essere una grande comunità nei giorni del dolore. Dimostreremo di esserlo anche nei giorni della speranza e del riscatto. Li attendiamo presto”, conclude Conte.

 

Joe Biden: “Sì, Putin è un Killer e ne ho le prove ma pagherà un prezzo per le sue interferenze elettorali”

 

Presidenziali Usa: netto sorpasso di Biden su Trump - Zero Zero News

Basta una parola, un’affermazione per cambiare oggi le sorti del mondo. Nell’intervista a Good Morning America “Lei pensa che Vladimir Putin sia un assassino? “Sì”. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha risposto affermativamente alla domanda specifica E le parole del numero uno Usa scatenano la dura reazione di Mosca, che parla di “attacco alla Russia”.

Putin, ha aggiunto Biden, “pagherà un prezzo” per aver cercato di interferire anche nelle elezioni del 2020. Il presidente americano ha commentato il rapporto di intelligence appena declassificato secondo il quale Putin avrebbe diretto la campagna di disinformazione russa tesa a colpire l’allora candidato democratico. Ed alla domanda di George Stephanopoulos su quali saranno le conseguenze, il presidente ha risposto: “lo vedrete a breve”.

Nell’intervista Biden ha fatto riferimento al colloquio telefonico avuto con il presidente russo dopo il suo insediamento, durante il quale lo ha confrontato sulla questione delle interferenze elettorali e sulla vice da di Aleskey Navalny. “Abbiamo avuto un lungo colloquio, lo conosco relativamente bene – ha detto Biden, che ha avuto rapporti con Putin quando era vice presidente di Barack Obama – e la nostra conversazione è iniziata così: ‘Io ti conosco e tu mi conosci, se stabilisco che questo è successo, allora preparati'”.

Biden,  ha affermato pure che Washington può “camminare e masticare il chewing gum” allo stesso tempo, intendendo che pur adottando misure nei confronti di Mosca, manterrà “spazio per lavorare insieme dove ci sono aree di reciproco interesse”, come il rinnovo dell’accordo Start sul nucleare.

La conferma delle nuove interferenze elettorali di Mosca è arrivata con il rapporto pubblicato nei giorni scorsi dall’Office of Director of National Intelligence, in cui si afferma che sia la Russia che l’Iran hanno cercato di interferire, anche se non ci sono prove che abbiano cercato di cambiare i risultati elettorali. Anche la Cina aveva valutato un’operazione di disinformazione, ma poi avrebbe rinunciato.

Il rapporto è un diretto atto d’accusa a Putin: “Abbiamo stabilito – si legge nel documento – che il presidente russo ha autorizzato e diverse agenzie governative hanno  condotto un’operazione di influenza tesa a minare la candidatura del presidente Biden e il partito democratico, sostenendo l’ex presidente Trump, minando la fiducia pubblica nel processo elettorale ed esacerbando le divisioni negli Stati Uniti”.

Il rapporto evidenza poi delle differenze rispetto al 2016, dal momento questa volta “non si è assistito ad un persistente tentativo russo di violare le infrastrutture informatiche elettorali americane”. Ma l’operazione ha visto il coinvolgimento di individui legati all’intelligence russa che passato disinformazione a persone vicine a Trump ed ai media.

La replica di Mosca: “Un attacco alla Russia”

Reazioni immediate. Il ministero degli Esteri russo ha richiamato il proprio ambasciatore a Washington, Anatoly Antonov, per consultazioni a seguito delle dichiarazioni del presidente americano Joe Biden. Il diplomatico -si apprende -è stato richiamato per valutare il futuro delle relazioni con gli Stati Uniti. 

“Per noi, la cosa principale è determinare quali sono i modi per correggere i rapporti russo-americani, che sono in uno stato difficile e che di fatto sono stati portati da Washington negli ultimi anni in un vicolo cieco” ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, nella nota in cui ha annunciato il richiamo dell’ambasciatore a Washington.” Siamo interessati a prevenire il loro degrado irreversibile se gli americani si rendono conto dei rischi associati a ciò”.

“La nuova Amministrazione statunitense è al potere da quasi due mesi, il traguardo simbolico dei 100 giorni non è lontano, e questo è un buon motivo per provare a valutare cosa sta facendo la squadra di Joe Biden e cosa no”

Le parole del Presidente degli Stati Uniti Biden costituiscono “un attacco alla Russia e al suo popolo”, ha dichiarato il Presidente della Duma di Stato, Vyacheslav Volodin. Il contenuto dell’intervista, ha aggiunto, è frutto di “isteria provocata dalla debolezza”. “Biden ha insultato i cittadini del nostro Paese con la sua dichiarazione”, ha scritto Volodin sul suo canale Telegram. 

Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, le accuse degli Stati Uniti sulla presunta interferenza nelle elezioni presidenziali del 2020, “sono prive di fondamento, di prove e sono sbagliate”.

“Non siamo d’accordo con le conclusioni dell’Intelligence nazionale Usa sul nostro Paese. La Russia non ha interferito nelle elezioni precedenti e non lo ha fatto in quelle del 2020 a cui fa riferimento il rapporto. La Russia non è coinvolta in campagne contro alcuno dei candidati”.

Sentenza Tar sulle Zone a protezione speciale di Messina: nota polemica congiunta degli Assessori comunali Musolino e Mondello

 

In merito alla sentenza del Tar n.814 del 15 marzo scorso in materia di ZPS, gli Assessori Dafne Musolino e Salvatore Mondello del Comune di Messina scrivono in una nota -Comunicato Stampa- quanto segue:(naturalmente lo spazio di Sud Libertà è aperto a tutti):

il professore Saitta già Vicesindaco di Messina, che nulla ha fatto per risolvere la questione dei vincoli di tutela ambientale per il rispetto delle Zone a Protezione Speciale, ‘celebra la vittoria di Pirro’.
La questione della tutela ambientale verrà risolta dall’Amministrazione De Luca che è l’unica ad avere realmente avviato gli studi necessari per consentire al Comune di dotarsi degli strumenti di pianificazione urbanistica che sono stati richiesti già dal 2008, quando Sindaco era l’on.le Genovese e Vicesindaco proprio il prof. Saitta.

In questo articolato procedimento che continua ad andare avanti ancora oggi, nonostante tutti gli ostacoli che ci sono stati frapposti anche in modo arbitrario e illegittimo, il TAR ha finalmente reso una corretta applicazione dei principi normativi che non consentono, e non hanno mai consentito, alla Regione di imporre al Comune la sospensione sui procedimenti di valutazione di incidenza.

Cantare vittoria – proseguono i due Assessori – per una sentenza che di fatto certifica che dal 2008, cioè da quando Saitta era Vicesindaco, la ZPS nella dorsale Curcuraci-Area dello Stretto di Messina significa fingere di non conoscere di avere contribuito a creare il problema che questa Amministrazione sta cercando di risolvere, e costituisce altresì espressione di una inopportuna commistione e sovrapposizione del ruolo politico e di quello professionale che avrebbe imposto invece un atteggiamento più moderato sulla vicenda in oggetto. Noi andiamo avanti nel percorso avviato fin dal primo giorno del nostro insediamento, e ci auguriamo che la Regione intenda finalmente dare corretta attuazione dei suoi doveri e compiti istituzionali, che non prevedono – conclude il documento – come ha chiaramente motivato il TAR, la possibilità di sospendere senza termini di tempo le procedure di valutazione, ma che al contrario impongono agli uffici regionali il dovere di valutare in tempi rapidi, e senza pregiudizi e/o riserve mentali, i documenti che vengono trasmessi dal Comune per risolvere, dopo oltre 13 anni, l’annosa questione della ZPS a Messina”.

L’ESITO DELLA VALIDITA’ O MENO DEL VACCINO ASTRAZENECA SARA’ COMUNICATO DALL’AGENZIA EMA IL POMERIGGIO DEL 18 MARZO

Il Comitato operativo regionale decide riduzione scorte vaccino Astrazeneca  per avviare subito vaccinazione personale scolastico e servizi essenziali |  emergenzacoronavirus.regione.umbria.it

 

Dopo la sospensione del  farmaco Astra zeneca, l’Agenzia Ema valuta tutti gli possibili effetti collaterali del vaccino sotto ri flettori del mondo. Si indaga  sulla possibilità di eventi legati a lotti specifici”.

La direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke, ha così diffuso in diversi Paesi, Italia compresa, di aver sospeso l’uso del vaccino AstraZeneca. “I nostri esperti si riuniscono anche oggi per analizzare dati e informazioni provenienti dai vari Paesi” e forniranno le proprie conclusioni giovedì in relazione ad eventi avversi che potrebbero essere associati alla somministrazione del farmaco. L’esito dell’analisi verrà comunicato probabilmente “nel pomeriggio” del 18 marzo.

Ma a prescindere dai risultati, la credibilità del vaccino AstraZeneca è in fumo. Difficile a questo punto una serena accettazione da parte della popolazione destinata a riceverlo. Parola d’ordine: meglio più tardi

 

La Seconda Sezione del Tar di Catania ritiene illegittime le posizioni della Regione per le scelte del territorio comunale di Messina in materia di ZPS

 

Cateno De Luca: “La Regione ha agito penalizzando fortemente il territorio del Comune di Messina attraverso l’applicazione miope delle normative. Funzionari e dirigenti devono stare attenti, dotati del necessario equilibrio e non fare scelte di tipo politico

 

Con sentenza n. 814/2021 pubblicata ieri, lunedì 15 marzo 2021, la Seconda Sezione del TAR di Catania ha ritenuto illegittime le posizioni dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente in materia di ZPS ( problematica di protezione speciale del territorio e della natura che ha coinvolto numerose intelligenze. (Una questione-ricorderemo ai lettori- che da tecnica si è poi tramutata nel tempo in politica sulla condivisione di diverse scelte ). Sull’argomento il Sindaco Cateno De Luca e l’Assessore Salvatore Mondello (nella foto allegata al Comunicato Stampa) dichiarano quanto segue:

 

“Siamo molto soddisfatti, in quanto si tratta di una sentenza storica che conferma ciò che l’Amministrazione comunale ha sostenuto fin dal proprio insediamento, con il supporto di pareri tecnici e legali. Occorre comunque precisare che il Comune non ha stipulato alcun Protocollo d’Intesa, ma ha sottoscritto il verbale di un tavolo tecnico richiesto proprio dall’Amministrazione comunale per risolvere l’annosa problematica delle ZPS, ormai impantanata da anni a causa dell’atteggiamento poco lineare della Regione, che era intervenuta unilateralmente in scelte relative al territorio comunale. Inoltre, gli Studi Cumulativi sono stati consegnati nel luglio del 2020, la CTS si è espressa accettando parzialmente il documento e chiedendo integrazioni sugli aspetti ambientali. Su questo punto il Comune ha sottoscritto un Protocollo d’Intesa con l’Ufficio Speciale Progettazione della Regione, per la risoluzione della questione. Sono stati avviati tavoli tecnici con gli Ordini Professionali e si sta procedendo ai necessari sopralluoghi, per condividere le migliori soluzioni ai problemi del territorio.

E’ quindi di tutta evidenza come l’Amministrazione comunale abbia lavorato alacremente a questo importante obiettivo, che di fatto sblocca vecchie situazioni edilizie, aprendo scenari di sviluppo economico e territoriale. La sentenza dimostra che la Regione ha agito penalizzando fortemente il territorio del Comune di Messina, in maniera spropositata e inopportuna, attraverso l’applicazione miope delle normative. Ciò ci spinge a pensare – proseguono nella nota il Sindaco De Luca e l’Assessore Mondello – che i Funzionari e i Dirigenti devono essere dotati del necessario equilibrio e dunque devono essere scelti su principi meritocratici e non politici, al fine di evitare ricadute negative sullo sviluppo dei territori. Infatti, al netto delle ripercussioni causate dall’emergenza COVID, l’impatto delle scelte regionali su questo settore è stato devastante, sia per il comparto edilizio che per i professionisti della città.

In ogni caso si continuerà a lavorare con la stessa tenacia e attenzione al completamento degli studi degli impatti cumulativi, che sarà la base sulla quale si implementerà il nuovo PRG. In effetti, la sentenza si oppone alla sospensione, per motivi di opportunità, dei procedimenti di Valutazione di Incidenza Ambientale, precisando espressamente che ‘tali ragioni di opportunità’ non sono sufficienti – in mancanza di una norma attributiva del relativo potere – a legittimare una sospensione dei procedimenti VINCA che risulta, pertanto, estranea al paradigma normativo di cui all’art. 1 della l.r. 13/2008 e più in generale alla legge n. 241/1990 sostanziandosi, di fatto, in una sospensione sine die priva di giustificazione normativa. Ne può ritenersi che la pendenza di una procedura istruttoria europea aperta a carico dell’Italia possa legittimare determinazioni dilatorie dell’obbligatoria azione amministrativa, potendo, eventualmente specifiche esigenze istruttorie/cautelari, essere contenute entro un prefissato termine per l’approfondimento necessario alla valutazione delle iniziative da intraprendere per la soluzione delle criticità riscontrate.

Inoltre, il principio di precauzione, richiamato nelle relazioni depositate dai dipartimenti regionali, così come la ‘doverosità’ di assicurare il rispetto della Direttiva 92/43/CEE possono rilevare esclusivamente in sede di esercizio ‘attivo’ della valutazione dell’incidenza (sulla cui base si accerta se un determinato progetto pregiudichi significativamente il sito interessato) e non certamente quale autonoma ragione della disposta sospensione che comporta, di fatto, l’astensione dalle valutazioni di incidenza (e quindi, il mancato rispetto di un obbligo di legge) determinando, inoltre, un’assoluta incertezza in ordine all’approvazione del progetto edilizio. La Regione, pertanto, – conclude il documento – non avrebbe potuto introdurre, in via autonoma e unilaterale, la citata sospensione (non contemplata dall’ordinamento e, comunque, temporalmente non determinata) dei procedimenti di valutazione di incidenza di competenza comunale”.

“Codice Redox”, la sesta compagnia di Betta Zy, romanzo d’esordio dalla 2 guerra mondiale ai giorni nostri

 

 

Romanzo d’esordio, a colpi di narrativa ucronica, per Betta Zy – scrittrice mantovana appassionata di thriller e di fantapolitica – che, in poco più di 200 pagine, tra complotti politici e misteriosi omicidi, ci racconta una differente versione della storia, dalla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri, in cui le razze aliene sono insediate sulla terra e vivono nascoste in mezzo a noi. Sasha Radislav, l’uomo che ha quasi ucciso Hitler, conosce cose che è meglio tenere segrete, come ad esempio se da qualche parte dell’Universo esistano altre forme di vita intelligente.
Fino a quando, anni dopo, l’omicidio di una giornalista rischia di portare alla luce l’esistenza di una vita extraterrestre, esseri superiori che il Terzo Reich aveva prima idolatrato, e in seguito provato a sottomettere per impadronirsi di armi e di ricchezze con le quali prepararsi a una nuova guerra.

Note d’autore

Betta Zy (al secolo Benedetta Zibordi) nasce a Mantova il 23 novembre 1974.

Nipote d’arte (lo zio Damiano Scaini, attore teatrale e cinematografico, noto soprattutto per la sua partecipazione al film “Centochiodi” di Ermanno Olmi), fin da bambina si è appassionata di musica, cinema e  letteratura. Ha collaborato alla stesura del libro “Non più soli nel disagio: strategie di sopravvivenza nella scuola che cambia” (Franco Angeli Edizioni) e pubblicato “Viaggiare controvento” un breve racconto per il collettivo Lulù che fa storie.

Imprenditrice digitale, ha diverse specializzazioni nel settore olistico, ed è da sempre appassionata di storia, esoterismo e fantapolitica.

Il libro è uscito lo scorso 10 marzo ed è possibile acquistarlo qui   https:/bit.Iv/3erizLd   https:/www.facebook.com/AuthorBettaZv

Lockdown pasquale: mercoledì manifestazione di protesta al Teatro Massimo. Lo chef Natale Giunta lancia un appello alle categorie che soffrono

 

Giunta: «Portiamo in piazza le nostre divise e gli strumenti da lavoro che sono il nostro pane quotidiano e che ci vogliono togliere. Se stiamo in silenzio moriamo ogni giorno»

Il noto chef Natale Giunta ha annunciato attraverso i suoi profili social, di aver fatto richiesta ufficiale per una manifestazione pacifica di protesta, che si terrà davanti al Teatro Massimo di Palermo, mercoledì 17 marzo 2021, alle ore 10, aperta a tutte le categorie colpite dal nuovo decreto di chiusura del Governo per il Covid-19, lanciando un appello per la più ampia partecipazione, senza sigle politiche o sindacali, ed invitando ad esibire le proprie divise e strumenti da lavoro.

«Questa mattina – ha detto lo chef Natale Giunta – mi sono recato personalmente in Questura e ho ricevuto l’autorizzazione dalla Digos di Palermo e mercoledì dalle 10 alle 14.00, sarò davanti al Teatro Massimo per una manifestazione pacifica di protesta verso la nuova chiusura delle nostre attività decisa dal Governo, nonostante la Sicilia potrebbe benissimo stare in zona bianca. Spero – ha aggiunto lo chef Natale Giunta che a Palermo ha un locale alla Cala e organizza eventi e matrimoni -, che accanto a me ci siano i tanti esponenti di tutte le categorie produttive che pensano che questo nuovo lockdown prepasquale potrebbe essere la definitiva goccia avvelenata che decreterà la nostra fine lavorativa».

Chef Natale Giunta: «Portiamo le nostre divise e strumenti di lavoro finché li abbiamo ancora»

 


Nel lanciare un appello alla più ampia partecipazione alla manifestazione di mercoledì 17 marzo alle ore 10, lo chef Giunta ha aggiunto: «Tutte le categorie che soffrono per questa nuova decisione che ci uccide sono invitate a far sentire la propria voce e a metterci la faccia come sto facendo io! Mi rivolgo ai colleghi ristoratori ma anche gli artisti, ai lavoratoti dei server, delle luci, dei negozi di abbigliamento da cerimonia, di confetti e tanti altri. La politica continua ad infierire su di noi e ci costringe a mandare a casa migliaia di dipendenti e lavoratori a quattro euro al giorno di cassa integrazione e ci costringono a fallire. Portiamo, mercoledì in piazza – ha concluso Giunta – le nostre divise e gli strumenti da lavoro che sono il nostro pane quotidiano e che ci vogliono togliere. Se stiamo in silenzio moriamo ogni giorno».

Codice Redov, romanzo di Betta Zy, “esistenza di vita extr 2 latrato dal “Terzo Reich ” di Hitler terrestre idolatrato dal Terzo Reich

Romanzo d’esordio, a colpi di narrativa ucronica, per Betta Zy – scrittrice mantovana appassionata di thriller e di fantapolitica – che, in poco più di 200 pagine, tra complotti politici e misteriosi omicidi, ci racconta una differente versione della storia, dalla seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri, in cui le razze aliene sono insediate sulla terra e vivono nascoste in mezzo a noi. Sasha Radislav, l’uomo che ha quasi ucciso Hitler, conosce cose che è meglio tenere segrete, come ad esempio se da qualche parte dell’Universo esistano altre forme di vita intelligente.
Fino a quando, anni dopo, l’omicidio di una giornalista rischia di portare alla luce l’esistenza di una vita extraterrestre, esseri superiori che il Terzo Reich aveva prima idolatrato, e in seguito provato a sottomettere per impadronirsi di armi e di ricchezze con le quali prepararsi a una nuova guerra.
Titolo

Betta Zy (al secolo Benedetta Zibordi) nasce a Mantova il 23 novembre 1974.

Nipote d’arte (lo zio Damiano Scaini, attore teatrale e cinematografico, noto soprattutto per la sua partecipazione al film “Centochiodi” di Ermanno Olmi), fin da bambina si è appassionata di musica, cinema e letteratura. Ha collaborato alla stesura del libro “Non più soli nel disagio: strategie di sopravvivenza nella scuola che cambia” (Franco Angeli Edizioni) e pubblicato “Viaggiare controvento” un breve racconto per il collettivo Lulù che fa storie.
Imprenditrice digitale, ha diverse specializzazioni nel settore olistico, ed è da sempre appassionata di storia, esoterismo e fantapolitica.

Ispettori e Procure: si indaga per sapere la “verità” sul vaccino Astra Zeneca, se è ancora opportuno iniettarlo,sui decessi avvenuti

Roma, alcuni medici under55 rifiutano il vaccino AstraZeneca - Mondo - ANSA

 

Una Torre di Babele. Ispezioni, indagini, investigatori, autopsie, drammi familiari.

Gli ispettori del ministero della Salute  oggi in Sicilia per indagare sul decesso del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò morto dopo avere assunto il vaccino AstraZeneca. Nessuna risposta giunge dall’autopsia, la cui prima parte si è conclusa ieri intorno alla mezzanotte. Altri esami saranno eseguiti la prossima settimana. Il ministero, come la Procura di Siracusa, vuole sapere se sussiste una correlazione eziologica tra il decesso e la somministrazione del vaccino anti Covid AstraZeneca del lotto ABV2856 inoculata al sottufficiale nell’ospedale militare di Augusta l’8 marzo del 2021.

Programma degli ispettori: accompagnati da militari dell’Arma del Nas nella sede del 118 a Catania, all’Azienda provinciale sanitaria di Siracusa e nell’ospedale militare di Augusta. In valutazione anche  un’ispezione per avere elementi anche sugli altri casi sospetti.

La Procura di Messina ha avviato i primi atti dell’inchiesta sulla morte di Davide Villa, il poliziotto dell’Anticrimine di Catania deceduto il 7 marzo, 12 giorni dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Gli accertamenti urgenti sono eseguiti dai pm etnei che ieri hanno poi trasmesso il fascicolo ai colleghi della Città dello Stretto, competenti perché la vittima era sposata con una giudice in servizio nel capoluogo etneo. Villa aveva iniziato a stare male il giorno successivo all’inoculazione della dose. Le sue condizioni sono peggiorate fino al decesso. Al pronto soccorso gli è stata diagnosticata una trombosi che avrebbe poi causato un’emorragia celebrale.

Una terza inchiesta è stata aperta anche dalla Procura di Trapani sul caso del del maresciallo Giuseppe Maniscalco, 54 anni, morto per infarto oltre 48 ore dopo la somministrazione del vaccino. L’autopsia avrebbe escluso qualsiasi nesso tra il decesso e il vaccino Astrazeneca appartenente sempre allo stesso lotto, ma il procuratore Maurizio Agnello ha comunque disposto ulteriori accertamenti istologici.

Riportiamo la difesa d’Ufficio dell’Azienda AstraZeneca: -“Da un’analisi dei nostri dati di sicurezza su oltre 10 milioni di somministrazioni non è emersa alcuna prova di un aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in qualsiasi gruppo di età, sesso, lotto o in qualsiasi paese in cui è stato utilizzato il vaccino AstraZeneca contro Covid-19”. Così AstraZeneca in una nota. “Il numero di questi eventi – prosegue – è significativamente inferiore nei soggetti vaccinati rispetto al numero osservato nella popolazione generale”. AstraZeneca “intende inoltre precisare che dagli accertamenti di qualità internamente effettuati a seguito della segnalazione di Aifa, non si sono evidenziati aspetti che possano avere avuto un impatto sulla qualità, sicurezza, efficacia del lotto in questione e di questo è stata prontamente informata l’Aifa”.

Papa Francesco: “Chiedere il perdono a Dio significa trovare la vera gioia della vita”

Nella quarta domenica di Quaresima, la domenica “Laetare”, all’Angelus il Papa ricorda che la scelta di Dio fa venire alla luce e “compiere opere buone”. Nel tempo di preparazione alla Pasqua sottolinea l’importanza di chiedere il perdono per trovare “la vera gioia”

E’ la Domenica della gioia in cui la Liturgia invita a rallegrarsi. Francesco lo ricorda anche all’Angelus precisando il motivo della letizia del cristiano, un motivo radicato proprio nel Vangelo di Giovanni che ci viene proposto oggi (Gv 3, 16).

L’amore di Dio ha trovato il vertice nel dono del Figlio all’umanità debole e peccatrice.

Il Papa riprende il dialogo notturno tra Gesù e Nicodemo, che attendeva il Messia “indentificandolo in un uomo forte che avrebbe giudicato il mondo con potenza”.

Gesù mette in crisi questa aspettativa presentandosi sotto tre aspetti: quello del Figlio dell’uomo esaltato sulla croce; quello del Figlio di Dio mandato nel mondo per la salvezza; e quello della luce che distingue chi segue la verità da chi segue la menzogna.

 

Citando il brano in cui si racconta del serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto – guardando il quale chi veniva morso guariva – il Papa spiega come, analogamente, Gesù, Figlio dell’uomo, opera la guarigione:

Gesù è stato innalzato sulla croce e chi crede in Lui viene sanato dal peccato e vive.

L’opera di salvezza di Dio per l’umanità ha nella donazione del Figlio suo la sua più alta espressione:

Dio Padre ama gli uomini al punto da “dare” il suo Figlio: lo ha dato nell’Incarnazione e lo ha dato nel consegnarlo alla morte. Lo scopo del dono di Dio è la vita eterna degli uomini: Dio infatti manda il suo Figlio nel mondo non per condannarlo, ma perché il mondo possa salvarsi per mezzo di Gesù. La missione di Gesù è missione di salvezza, per tutti.

“Luce” è il terzo nome che Gesù si attribuisce, luce venuta nel mondo che comporta una scelta da parte dell’uomo. La scelta, indica Francesco, è tra l’intraprendere la via della luce oppure quella contraria, delle tenebre.

Chi sceglie le tenebre va incontro a un giudizio di condanna, chi sceglie la luce avrà un giudizio di salvezza. Il giudizio sempre è la conseguenza della scelta libera di ciascuno: chi pratica il male cerca le tenebre, il male sempre si nasconde, si copre. Chi fa la verità cioè pratica il bene viene alla luce, illumina i cammini della vita. Chi cammina nella luce, chi si avvicina alla luce, non può fare altro che buone opere. 

Papa Francesco invita ad aprire i cuori all’amore infinito di Dio, “alla sua misericordia piena di tenerezza e di bontà”.

Non dimenticatevi che Dio perdona sempre, sempre se noi, con umiltà, chiediamo il perdono. Soltanto chiedere il perdono, e Lui perdona. Così troveremo la vera gioia e potremo rallegrarci del perdono di Dio che rigenera e dà vita.