Riqualificare il litorale catanese,in particolare l’area della Plaia. Si discute e si approva

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Spiagge di Catania

La riqualificazione del litorale catanese, in particolare nell’area della Plaia, con un miglior utilizzo della costa nella salvaguardia dell’ambiente e che punti alla valorizzazione turistico–ricreativa, con la destagionalizzazione delle strutture ricettive. Questi i principali punti contenuti nel Piano di Utilizzo delle Aree Demaniali Marittime (P.U.D.M.) approvato dalla Giunta Pogliese su proposta dell’assessorato all’Urbanistica e Gestione del Territorio retto da Enrico Trantino. Il documento è stato redatto secondo le più recenti disposizioni e linee guida regionali, con alcune proposte in deroga ,che tengono conto della peculiarità del territorio catanese al fine di salvaguardare una realtà consolidata dell’economia del territorio, come evidenziato nella fase di ascolto della città che l’amministrazione ha aperto a tutte le realtà coinvolte.

I documenti approvati vanno ora sottoposti alla procedura di pre-valutazione del Dipartimento Regionale dell’Ambiente (DRA) – Ufficio Territoriale Ambiente (UTA) competente per il territorio.

Le più importanti novità contenute nel piano riguardano i criteri di individuazione delle aree del demanio marittimo interessate dalla pianificazione, ma anche i suggerimenti e contributi ritenuti utili e aderenti alla strategia di Piano, proposti dalle parti sociali nei diversi incontri tenutesi con la Direzione Urbanistica Comunale e gli altri Enti coinvolti nell’attività di pianificazione.

Nel documento di pianificazione dello sviluppo delle aree costiere – ha spiegato il sindaco Pogliese – vengono contemperate le esigenze della tutela del patrimonio naturalistico con le legittime richieste di tutte realtà pubbliche e private coinvolte, che sono state ascoltate nella più ampia condivisione degli obiettivi e delle strategie da perseguire, sempre nell’interesse esclusivo della nostra città. Ripensare al rapporto tra la città e il mare -ha proseguito Pogliese- significa provare a recuperare parte del tempo perduto. La straordinaria posizione geografica, la varietà delle nostre coste e la forma del litorale avrebbero dovuto costituire il punto di avvio per scelte politiche improntate a una diversa valorizzazione del demanio marittimo. La presenza della linea ferroviaria dal Caito a piazza Borsellino, la mancanza di una programmazione ordinata delle aree demaniali insistenti sull’arenile della Plaja e il numero di abusi edilizi consumati nel corso del tempo, hanno reso contrastato il rapporto dei catanesi con la loro costa. Nella Catania che immaginiamo negli anni a venire contiamo di assumere un ruolo da protagonista nel turismo balneare, superando quella condizione di marginalizzazione rispetto ad altre realtà caratterizzate da una meticolosa razionalizzazione e organizzazione, realizzando un’offerta finalmente adeguata ai nuovi bisogni dei flussi dei viaggiatori. Gli impegni assunti da Reti Ferroviarie Italiane i sinergia all’Amministrazione Comunale, di interrare gran parte dei binari e la Stazione Centrale, e il nuovo Piano Strategico di Sistema del Porto, consentono una ridefinizione del litorale che deve far trovare pronta la città con la definizione di nuove regole di fruizione del demanio marittimo”.

Il via libera al Pudm apre la strada alla successiva Valutazione Ambientale Strategica e all’iter amministrativo/procedurale di adozione da parte del Consiglio Comunale e approvazione da parte della Regione.

Negli anni recenti -ha spiegato l’assessore all’urbanistica Enrico Trantino- si è andata consolidando una diversa sensibilità e l’esigenza di stabilire un rapporto osmotico con il mare. La trasformazione del tessuto urbano, la riqualificazione del centro storico, la realizzazione del Water front con uno sviluppo basato sull’esaltazione del rapporto tra città e acqua costituirebbero traguardi mutilati senza un regolamento che restituisca valore al nostro litorale, ergendosi a risorsa e prospettiva di crescita. Il Piano di Utilizzo che viene proposto costituisce una tappa fondamentale della Catania che sarà. La pianificazione è basata su nuovi standard architettonici, e sulla ridefinizione degli spazi pubblici secondo criteri che privilegiano il rispetto dell’ambiente, verde e mobilità sostenibile, ponendoci in linea con i modelli urbanistici adottati in tutte le principali città di mare, italiane e europee. Il mare ha un valore simbolico. Evoca avventure, ma anche migrazioni. Abbiamo oggi il dovere di provare a trattenere i nostri giovani, sempre meno attratti da una città povera di visione. Catania deve ripartire anche da qui. Non per lanciare sfide. Ma per raccogliere quelle che la natura ci ha offerto”.

Nel piano di sviluppo del demanio marittimo adottato dalla giunta Pogliese, il mare dovrà diventare protagonista dei fattori di attrazione e crescita. Le aree in concessione dovranno rispettare i requisiti contenuti nel Piano, secondo prescrizioni improntate a un più razionale rapporto tra la costa e la città. La Plaja in prospettiva sarà ridisegnata, prevedendosi un’ampia fascia pedonale e ciclabile a ridosso di viale Kennedy, la decementificazione e la realizzazione dei manufatti nel rispetto di regole che garantiscano ampie vedute del mare. Naturalmente, la ridefinizione delle aree comporterà la preventiva realizzazione delle opere pubbliche già previste nel P.U.A. Solo in tal modo, attraverso l’esecuzione di nuovi percorsi stradali e parcheggi a ovest del viale Kennedy, sarà possibile limitare il traffico e trasformare la Plaja come luogo di richiamo naturalistico e del benessere della persona.

Indagini delle Fiamme gialle: patrimoni illeciti (non guadagnati: droga ed estorsioni) sequestrati ad affiliati di spicco dei Clan mafiosi

 

 

 

NAPOLI,

Un successo di non poco conto delle Fiamme gialle registriamo a Napoli per l’entità del patrimonio sequestrato.Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha infatti posto sotto sequestro, tra la Campania e l’Abruzzo, un ingente patrimonio del valore di oltre 10 milioni di euro, riconducibile a G. B., 75 anni, affiliato di spicco del clan DI LAURO.

Il provvedimento ablativo, che ha riguardato beni immobili tra i Comuni di Napoli, Melito di Napoli e Castel di Sangro (L’Aquila), è stato emesso dal Tribunale di Napoli – Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione – su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, ed è stato eseguito dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli.

In particolare, gli specialisti del G.I.C.O. hanno sequestrato fabbricati e terreni dopo aver ricostruito come le risorse accumulate nel tempo dalla famiglia erano state favorite dal rapporto di parentela fra il B. e il cognato R. P., protagonista del c.d. “Cartello Scissionista” nel periodo di erosione della struttura organizzativa del clan DI LAURO.

Prima della contrapposizione armata tra i DI LAURO e gli Scissionisti, B. G., grazie al rapporto di “rispetto” con il cognato, aveva goduto di un canale privilegiato attraverso il quale gli venivano affidate ingenti somme di denaro di provenienza illecita derivanti dal traffico di sostanze stupefacenti e dalle estorsioni che, attraverso una propria struttura organizzata, “reinvestiva” in operazioni di usura, riciclaggio e reimpiego nell’Economia legale.

Le capacità manageriali del B. nella gestione del vasto giro di usura sono state presto riconosciute, oltre che dal cognato P. R., anche da altri sodali apicali del clan che gli avevano affidato le proprie risorse illecite per farle fruttare.

Le indagini di natura patrimoniale hanno sfruttato le evidenze investigative acquisite in precedenza dalle stesse Fiamme Gialle: l’appartenenza del B. al sodalizio criminale, le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia e infine la totale inconsistenza economica dei componenti del suo nucleo familiare, del tutto sprovvisto di fonti lecite di guadagno in grado di giustificare il valore economico del patrimonio.

Coltivava marjuana a casa: scoperto ed arrestato dai Carabinieri

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Archivi Sud Libertà

Stop alla coltivazione casalinga di droga.Ieri, nel corso dei servizi di prevenzione e controllo del territorio, i Carabinieri della Compagnia Messina Sud hanno arrestato in flagranza di reato il 30enne messinese A.S., già noto alle forze dell’ordine, ritenuto responsabile dei reati di coltivazione e detenzione di stupefacenti e furto aggravato di energia elettrica.
Nell’ambito delle attività di controllo e prevenzione sul territorio, finalizzate al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, i Carabinieri della Stazione di Messina Bordonaro, hanno effettuato una perquisizione domiciliare presso l’abitazione di A.S., riscontrando che l’uomo aveva adibito una stanza alla coltivazione di piante di cannabis.

L’uomo aveva allestito un impianto di illuminazione con lampade in grado di riprodurre gli effetti di calore e luminosità della luce solare e collocato i vasi per coltivare le piante di canapa che si trovavano ancora in una fase inziale del loro sviluppo.  
I Carabinieri hanno sequestrato complessivamente 7 piante di canapa indiana e 58 grammi di marijuana già essiccata, pronta per essere ceduta, nonché l’attrezzattura completa per la coltivazione, tra cui le lampade solari. Lo stupefacente è stato trasmesso al Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Messina per le analisi di laboratorio. 
Inoltre, nel corso della perquisizione i Carabinieri hanno constatato che l’uomo aveva rotto i sigilli posti sul contatore di energia elettrica dell’abitazione, il cui contratto era stato dismesso da diverso tempo, per usufruire illegalmente della fornitura. 
A.S. è stato pertanto arrestato in flagranza di reato per coltivazione e detenzione di stupefacente e furto aggravato di energia e questa mattina è comparso davanti al Giudice del Tribunale di Messina che ha convalidato l’arresto effettuato dai Carabinieri ed ha applicato all’uomo la misura degli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

 

Nato il governo Draghi: 23 Ministri -quattro solo di Forza Italia – 15 politici e 8 tecnici. Domani il giuramento per il governo “Arlecchino”

Nato il  governo Draghi: 23 ministri, 15 uomini e 8 donne

di     R.Lanza

Nato il governo Draghi. Ha sciolto la riserva e ha comunicato al Presidente della Repubblica Mattarella i nominativi prescelti e segnalati.Sono 23 i ministri : 15 politici e 8 tecnici. Un governo più tecnico che politico vista la quota doppia dei tecnici

Il Movimento dei 5 Stelle,conserva le cinque caselle, resta tra gruppi parlamentari più consistenti a Camera e Senato.Anche se qui manca – e non è poco- il fuoriclasse della squadra dal nome di Giuseppe Conte.    Quindi Federico D’Incà torna ai Rapporti con il Parlamento e Luigi Di Maio viene confermato alla Farnesina, agli esteri. Mentre Stefano Patuanelli ‘migra’ dal Mise all’Agricoltura e Fabiana Dadone dalla Pubblica amministrazione alle Politiche giovanili.   Resta la grande ferita aperta dal simbolo del Movimento Alessandro Di Battista che ha sempre difeso l’identità del Movimento rifiutando ogni genere di cocktail politico.   Onore al merito. Non crediamo proprio che una persona tanto chiara e pulita come lui possa restare ai margini della Politica

Tre i ministri dem. Due conferme con Lorenzo Guerini alla Difesa e Dario Franceschini alla Cultura (ma ‘perde’ il Turismo). New entry Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, come ministro del Lavoro. Tre anche i ministri in quota Lega: Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo Economico, Erika Stefani al ministero per le politiche della disabilità e Massimo Garavaglia al Turismo.

La sorpresa ma si fa per dire – noti i rapporti di amicizia e di favori del Cavaliere con Mario Draghi- proviene dal partito di Forza Italia dove la  delegazione è composta da tre ministri, uno dei quali in rotta e in polemica perenne con il mondo giovanile studentesco e il personale della pubblico impiego: Renato Brunetta- detto “il nano”- alla Pubblica Amministrazione, Mara Carfagna al Sud e Maria Stella Gelmini agli Affari regionali. Leu vede confermato Roberto Speranza alla Salute. Italia Viva perde pezzi anche ai ministeri:   resta al governo solo  Elena Bonetti nello stesso ruolo del Conte 2 ovvero Pari opportunità e Famiglia.

 

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Ragusa: arrestato giovane estortore, lievitava la cifra pretesa

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RAGUSA,

La vicenda dell’arresto di un uomo di 26 anni , ieri l’altro, per estorsione ai danni di un altro giovane concittadino, trae origine dalla denuncia che la vittima dell’estorsione ha formalizzato alle Forze dell’Ordine iblee quando la pressione del suo aguzzino non gli  lasciava più scampo visto il continuo lievitare dall’ammontare della cifra pretesa che, inizialmente fissata a 5mila euro, nel giro di pochi giorni è salita all’irraggiungibile ammontare di 10mila euro complessivi. Anche le continue minacce che continuavano a provenire dall’aguzzino, che prometteva violenze fisiche in caso di ulteriori inadempimenti, hanno convinto il giovane a chiedere aiuto alle Istituzioni.
Il ragazzo ha descritto agli inquirenti un quadro sufficientemente preciso e dettagliato della vicenda, nata nel torbido contesto dello spaccio di stupefacenti sulla piazza ragusana, e sulla base delle informazioni ricevute i Carabinieri hanno potuto sviluppare un’approfondita attività d’indagine. L’operazione che ha permesso la cattura del soggetto, noto pregiudicato per reati in materia di stupefacenti, è scattata nel primo pomeriggio di mercoledì scorso allorquando i militari hanno cinturato la zona dell’appuntamento e fermato il soggetto subito dopo aver ricevuto il denaro dalla propria vittima.
Al momento dell’arresto infatti la cifra indebitamente incassata era bene in vista sul sedile dell’autovettura dell’uomo che, sicuro di aver agito con la massima scaltrezza si stava allontanando noncurante in direzione del centro città. Poco convincenti, e comunque in contrasto con il quadro probatorio raccolto dai militari dell’Arma, le giustificazioni addotte dall’arrestato secondo cui la cifra sarebbe servita per la riparazione del motore di una delle proprie auto per cui l’estortore è stato ammanettato e condotto presso la caserma di piazza caduti di Nassirya. La perquisizione condotta nell’immediatezza delle operazioni ha permesso inoltre di rinvenire presso l’abitazione dell’uomo modesti quantitativi di cocaina e marijuana. Dopo la redazione dei verbali e le operazioni di fotosegnalamento la Procura della Repubblica di Ragusa ha disposto per l’uomo gli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida.

Sta per cadere un mito: la chiarezza e la pulizia. Ma i pentastellati vogliono davvero entrare nel nascente governo Arlecchino?

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       Raffaele lanza

DI RAFFAELE  LANZA

Abbiamo letto gli interventi che giorno dopo giorno stanno arricchendo il dibattito sulla votazione digitale che ha visto-unico caso al mondo,crediamo e concordiamo con Davide Casaleggio- prevalere il si al governo Mario Draghi.   Vediamo adesso immaginarie tavole rotonde dove ciascuno sfoggia le proprie esercitazioni dialettiche.  Il problema vero resta sospeso tra indignazioni e propositi. è aereo, sfuggente, enigmatico, come tutte le cose alle quali si ha paura di dare una identità precisa. 

Ne deriva un’inquietante sensazione: che ci sia in tutti una notevole paura nel “difendere” il governo nascente Draghi a viso aperto perchè questo governo che si appresta ad avere la maggioranza assoluta non è difendibile come viene esso concepito.  Crediamo anche che la provocazione di Grillo, fondatore del Movimento, e del capo politico Crimi, con il loro ” sì”rivolto al popolo della piattaforma Rousseau,  avessero voluto provocare le coscienze del Web per controllare più da vicino l’ex governatore della Banca d’Italia. Ma l’obiettivo ha creato un grande equivoco all’interno del Movimento ed equivale francamente ad una pedata nel sedere: di che cosa stiamo parlando se il sì al governo Arlecchino significa che non esisterebbe alcun problema di convivenza con Draghi?   

  A che cosa si riferiscono le accuse  di Alessandro Di Battista contro Mario Draghi – puntuali e documentate,precisiamo- se  Draghi   “sta bene” ai 44.177 elettori digitali e non è sotto processo neppure per i favoritismi personali del Cavaliere che  hanno condotto il premier incaricato a governare la Banca d’Italia prima e poi quella europea?

In Italia c’è una grande sete di silenzio, quel silenzio nel quale la popolazione perbene,onesta, pulita, coscienziosa, ha digerito tutto dalla politica che partendo dal paradossale e smaccato voltafaccia di  un micro leader con due ministre di carta igienica e, senza alcun titolo,   è costretta ora a gestire il suo degrado più mortificante.

 

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–    LA VOTAZIONE ROSSEAU-

Sì del Movimento 5 Stelle al governo di Mario Draghi. Con 44.177 voti, il sì ha prevalso nella votazione su Rousseau per decidere se il M5S debba sostenere l’esecutivo che il premier incaricato sta formando. Il disco verde è arrivato dal 59,3% dei votanti. Hanno scelto il ‘no’ in 30.360 (40,7%). In totale “hanno espresso la propria preferenza 74.537 iscritti su una base di 119.544 iscritti aventi diritto di voto”

Su Rousseau “in 8 ore sono stati espressi 9.317 voti” l’ora, ha detto Valerio Tacchini, notaio dell’associazione Rousseau dopo il voto. Tacchini ha fatto poi un raffronto con il voto espresso per il Conte 1 spiegando che “su dieci ore di votazione nel 2018 l’affluenza era stata di 4480 votanti all’ora” mentre per il Conte 2 l’affluenza si era attestata a 8.848 voti l’ora in 9 ore.  I risultati sono stati depositati dal Movimento presso due studi notarili

Casaleggio

Afferma Davide Casaleggio, Presidente dell’associazione Rousseau: “Anche questa volta siamo riusciti a fare sintesi della volontà del m5s con la piattaforma Rousseau, a fare esprimere migliaia di persone sulla volontà di far partire questo governo. E qualcosa che succede solo con il M5s in Italia. In altri partiti lo decidono 4 o 5 persone. Quindi sicuramente è qualcosa di molto rappresentativo e molto collegiale“.

Succede anche in altri Paesi, come in Germania – ha sottolineato – ma al posto della lettera inviata sul cartaceo all’estero noi lo facciamo in digitale. E un unicum mondiale che siamo riusciti a sperimentare. E un esempio di cittadinanza digitale” e  di “un esercizio di democrazia”.

Controlli del territorio: quattro arresti, a Comiso e a Vittoria

 

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Comiso,
Nel corso di un servizio di pattuglia i Carabinieri della Stazione di Comiso,  hanno tratto in arresto in flagranza del reato di tentato furto aggravato in concorso tre persone originarie della provincia di Catania. Li hanno sorpresi mentre tentavano di asportare un cartellone pubblicitario in ferro, della lunghezza di 6 metri e un’altezza di 3.
I militari si sono insospettiti dall’insolito orario, le 22.00 circa, in cui i tre “operai” stavano fingendo di effettuare lavori di manutenzione ad un cartellone pubblicitario, muniti di tutti gli strumenti idonei – smerigliatrice, una mazza in ferro, due scale telescopiche, coni stradali in gomma con banda catarifrangente, una prolunga elettrica, una saldatrice e un martello demolitore – custoditi anche nel bagagliaio di un furgone parcheggiato a pochi metri di distanza.
Il veicolo e tutto il materiale rinvenuto sono stati sottoposti a sequestro. Gli arrestati, dopo formalità di rito sono stati tradotti presso le proprie abitazioni su disposizione dell’Autorità   giudiziaria.    Non sono da meno i Carabinieri  del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vittoria che  in flagranza del reato di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, hanno arrestato  un 45enne pregiudicato.
L’uomo è stato sorpreso mentre cedeva 2,60 grammi di marijuana a un ragazzo di 21 anni. A seguito della successiva perquisizione domiciliare effettuata presso la sua abitazione, sono stati rinvenuti altri 3 grammi di marijuana, suddivisi in quattro dosi, ed un bilancino di precisione.  L’arrestato è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Ragusa.

“Sfruttare l’Ecobonus al 110%” per rilanciare il SUD

COVID-19, lo stato dei cantieri: un anno dopo

 

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Il RILANCIO DEL SETTORE EDILE PASSA ANCHE  DALLA SICUREZZA DEI CANTIERI
«RESPONSABILITÀ E COLLABORAZIONE INDISPENSABILI PER RIPARTIRE»

Incontro tra Ente Scuola Edile, Ordine e Fondazione Architetti, Ordine e Fondazione Ingegneri e Collegio dei Geometri di Catania

CATANIA –

 È passato quasi un anno dall’inizio della pandemia: quali sono state le ricadute del Coronavirus e del blocco delle attività sulla filiera edile? Cosa si è verificato a livello epidemiologico? Come ha influito l’emergenza sulle attività e qual è stata l’efficacia delle misure adottate per fronteggiarla? Sono queste le domande che si sono posti imprenditori e professionisti durante l’incontro “Sicurezza cantieri: un primo bilancio delle ricadute del COVID-19 nei mesi dopo il lockdown”.

«Dopo il caos e lo spaesamento iniziale, attraverso norme e protocolli si è fatta sempre più chiarezza sui comportamenti da adottare nei luoghi di lavoro – ha spiegato il presidente dell’Ente Scuola Edile di Catania Giuseppe Alì – Lo abbiamo fatto attraverso corsi di formazione, mettendo a disposizione dell’utenza modulistiche, modus operandi e processi aziendali necessari a integrare i piani di sicurezza con tutte le precauzioni previste dalla legge: autocertificazioni, misurazione della temperatura, consulenze per le imprese e corsi per gli addetti alla sanificazione. E vogliamo continuare a percorrere questa strada, lavorando sinergicamente con tutte le parti coinvolte».Sicurezza” è stata la parola-chiave utilizzata per contrastare il virus: «Sono molteplici gli Enti – tra cui l’Asp e l’Inail – che si sono adoperati fin da subito per far fronte alle criticità emerse a causa della pandemia, divulgando la cultura della sicurezza nei cantieri e sensibilizzando tutti gli addetti ai lavori – ha continuato il vicepresidente Esec Antonino Potenza – è questa la chiave di tutto: oltre le normative, oltre i Dpcm, ci dev’essere il buon senso, l’educazione, la cultura».

Un’attenzione che secondo il presidente degli Architetti di Catania Alessandro Amaro, dev’essere riposta in ogni aspetto lavorativo. «Per raggiungere i risultati attesi, occorre la collaborazione di tutti. Facendo questo e sfruttando al meglio il Superbonus 110% si potrà puntare al vero rilancio del settore edile. Specie al Sud, che ha mostrato, anche in questa occasione il suo gap con il Nord…”

Altri interventi a sostegno degli operatori del settore sono stati promossi dall’Ordine degli Ingegneri: «Nel calderone delle norme – ha evidenziato il presidente Giuseppe Platania – abbiamo riscontrato tre incongruenze nel “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento del Covid-19 negli ambienti di lavoro”. Nello specifico, il Protocollo del 20 aprile 2020, ha modificato il ruolo e la funzione del coordinatore della sicurezza, su cui graverebbero responsabilità con attribuzioni che il “Testo Unico della Sicurezza” pone in capo ad altri soggetti, contravvenendo con le disposizioni del D.Lgs. 81/2008. Altra segnalazione è stata fatta alle stazioni appaltanti della Provincia Catania in merito ai compensi da riconoscere ai coordinatori della sicurezza per l’adeguamento del PSC e del fascicolo, inerenti le misure anticontagio e le attività propedeutiche che, in analogia a quanto previsto dal D.M. 143/2016, sono da compensarsi nella misura del 25% dell’onorario contrattualizzato per il CSE». Il presidente Platania ha aggiunto che «occorre ripensare la cornice normativa della regolamentazione urbanistica ed edilizia, oltre all’organizzazione produttiva, scolastica e dei luoghi di lavoro e del tempo libero».

Una serie di considerazioni per il rilancio della filiera e delle professioni a cui si aggiunge quella legata agli investimenti: «Il nuovo governo potrebbe portare nuove risorse al settore per le grandi opere, ma occorre necessariamente pensare anche alle piccole e medie opere per non lasciare fuori le PMI, che rappresentano la maggior parte del tessuto sociale ed economico territoriale – ha sottolineato il presidente della Fondazione degli Ingegneri di Catania Mauro Scaccianoce – Ulteriore slancio, inoltre, deve essere dato dallo snellimento burocratico: se il sistema si inceppa, i bonus non servono a nulla. Dunque, sarebbe ora che si apportassero le dovute modifiche al Codice degli appalti. Sono tutti elementi indispensabili se si vuole ripartire, tenendo conto che, nell’ultimo anno, i contratti di ingegneri e architetti hanno subito una flessione di quasi il 50% e che adesso ci sono sul tavolo gli strumenti per riattivare i cantieri».

«Mi auguro – ha concluso il presidente del Collegio dei Geometri di Catania Agatino Spoto – che quanto accaduto in questo anno possa far elaborare un piano che ci consenta di non essere impreparati in futuro. Quello del 2006, infatti, non è bastato alle maestranze per gestire la situazione attuale. La parola chiave resta sempre la “sicurezza”».

 

“TUTTI D’ACCORDO NELL’ESSERE IN DISACCORDO “CON IL GOVERNO ARLECCHINO

OGGI ALLE 10, VOTAZIONE SULLA PIATTAFORMA ROUSSEAU

 

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DI RAFFAELE LANZA

 

Iscritti M5S chiamati oggi alla scelta sull’appoggio al governo Draghi. A partire dalle 10, e fino alle 18, si terranno infatti le votazioni sulla piattaforma Rousseau per decidere se i Cinquestelle in Parlamento dovranno sostenere o meno l’esecutivo nascente dopo la crisi del governo Conte bis.  Finora sul web è un susseguirsi di elogi, cuoricini a valanga sull’operato dell’ex presidente Conte.    La domanda si rivela ora fortemente contradditoria con lo spirito del web che ,senza mezzi termini, ha classificato  Mario Draghi, uomo del recinto di Berlusconi che lo ha proposto all’epoca come governatore della Banca d’Italia.

Il quesito narcotizzante: “Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?”, la domanda  rimessa alla base M5S che inciderà inevitabilmente sulla sorte del Movimento pentastellato.

Siamo convinti-l’esperienza insegna – che il mondo del Web, iscritto alla piattaforma, esploderà in un rotondo “NO”quale dimostrazione di non essere per niente legato alla “direttiva” di Beppe Grillo o di Di Maio, esso è libero e voterà secondo coscienza e giustizia, preventivando cioè la corruzione e/0 i favoritismi che presto usciranno fuori dal governo Arlecchino.

                                        –IL   GOVERNO ARLECCHINO-

Vito Crimi,il capo politico, del Movimento aveva annunciato la decisione di votare oggi, 10 febbraio, legandola alla “ottima notizia” dell’arrivo di un nuovo ministero, quello della Transizione ecologica, ottenuta dal  garante del Movimento Beppe Grillo. Ma il successo del colloquio di Grillo con Mario Draghi basterà a narcotizzare gli iscritti alla piattaforma Rousseau?

Sui social Barbara Lezzi, sembra la copia di Alessandro Di Battista: “Ora facciamo tutti finta di essere contenti. Fingiamo di essere felici e soddisfatti”. Ma non solo. Nella tarda serata di ieri si è poi aggiunto il post a firma di 13 parlamentari 5S ‘malpancisti’ che puntano i riflettori sul quesito della  votazione “tendenziosa”  definito “manipolatorio”. Oggi, dunque, gli iscritti alla  piattaforma Rosseau diventano protagonisti assoluti Nel caso di sfiducia al governo Draghi, Grillo, anche lui dovrà prenderne atto. Mario Draghi?    Non si sa come la prenderà,visto che parla poco, in dispregio della trasparenza assoluta simboleggiata finora dall’ex premier Conte, nè se osserverà la regola tanto cara ai governi dei decenni precedenti, del dare ed avere. Cioè: se ritirerà il “regalo” fatto ieri a Grillo del Ministero della Transizione ecologica o lo lascerà solo perchè in linea con la politica dell’UE

“Ritorno” di due artisti: Paolo Baldoni e Luca Bonaffini

 

 

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di  LUCILLA CORIONI
Sette incisioni originali ritrovate nell’archivio storico di Paolo Baldoni e Luca Bonaffini nella musicassetta autoprodotta dai due cantautori ancora studenti nel 1981, rimasterizzate e restaurate.
Si chiamavano sale di incisione, perché è lì che su nastri analogici (il digitale era ancora un sogno…) venivano incise le tracce principali e le possibili sovra incisioni.
Eravamo alla fine degli anni Settanta e i ragazzi, che compravano a turno vinili per “piratarli” su musicassette vergini per risparmiare, sognavano insieme ai loro eroi musicali.
Quella discografica era ancora un’industria, e lo sarebbe stato ancora per poco meno di un decennio: “incidere” un disco, aveva dei costi impensabili.
Persino dei provini fatti in qualche modo, anche sola voce e chitarra, per uno studente era impossibile.È in quel contesto storico, a cavallo delle ideologie decadenti e dell’avvento della pop music, che due amici, appassionati di cantautori e compagni di classe, s’incontrano nei pomeriggi invernali per suonare insieme (entrambi chitarristi) le canzoni dei Beatles, CSN&Y, Lolli, Bertoli, Dalla, De Gregori e altri.
Paolo Baldoni ha vent’anni, Luca Bonaffini diciannove e si promettono vicendevolmente che, preso il diploma, mentre frequenteranno l’università, incideranno alcune delle loro canzoni e le porteranno alle case discografiche. Per Paolo è poco più di un gioco. Per Luca una cosa seria.Settembre 1981.
Eccoli lì, presso lo studio di registrazione Matra Sound di Carlo Alberto Paterlini (polistrumentista e produttore mantovano) con tante canzoni. Ne incidono solo otto, di cui sei con il supporto dell’insegnante di musica conosciuto a scuola, il professor Giovanni Tamburini) e due con l’intera band.
Ricordano Dalla e De Gregori, sono giovani e puliti, ingenui e coraggiosi, ma gli amici li amano.
La CGD è la casa discografica importante più vicina, a Milano, quella di Caterina Caselli e, grazie a un contatto dei genitori di Luca, i due ragazzi riescono ad avere un’audizione con il direttore editoriale. La cosa non va a buon fine, lasciando un po’ delusi i giovani artisti, ma la musicassetta viene ugualmente diffusa e stampata a loro spese col marchio Matra Sound.
Ci sono dentro canzoni scritte tra i diciassette e diciannove anni, con tutte le emozioni limpide tipiche degli adolescenti che raggiungono la maggiore età.Gennaio 2021.
Quarant’anni dopo, Paolo Baldoni e Luca Bonaffini nuovamente insieme ritratti in una foto d’epoca, tornano con la musicassetta originale, rimasterizzata e distribuita sulle maggiori piattaforme digitali dal 12 febbraio. Il titolo, quella della canzone di apertura, emblematico: Ritorno, dove i due duettano su suoni pop rock. Seguono: Stella bianca (cantata e suonata da Luca), visionaria e crepuscolare, Davanti alla statua di Garibaldi (cantata da Paolo), storica e goliardica nonché ebbra di ironia acquariana, Città grande, città sola (ancora Luca), un romantico valzer francese con un finale d’impronta verdiana, Signorina dai capelli neri (cantata da Paolo), in odore di Lucio Dalla, De Gregori e Ron, leggera e dolce. Concludono Ada (suonata con la band a tempo di rock’n roll) che cita il sottotitolo dell’album “Devi capire che la vita è dura” Se hai qualche cosa, tratta da una poesia di Donatella Bianchini (ballerina classica e in quegli anni fidanzata di Paolo, scomparsa dopo lunghissima malattia degenerativa nel 2019), autrice dei due testi per bambini firmati negli anni successivi insieme a Luca, “Una favola cos’è” (Premio Collodi 1986) e “Cuor di nonna” (1987). Delle otto canzoni ne sono rimaste sette, perché l’ottava (a detta dei due amici) “ritenuta impubblicabile”.
Sette è il solito numero che torna, anche per Long Digital Playing, la Label discografica che ha deciso di farsi carico dell’operazione di recupero.
In attesa, naturalmente, di nuove ballate

Paolo Baldoni
Paolo Baldoni nasce a Mantova il 21 gennaio 1961.
Frequenta l’Istituto Magistrale dove, durante gli anni scolastici, si ritrova compagno di banco Luca Bonaffini col quale inizia a comporre canzoni. Dopo alcuni tentativi presso le case discografiche, nel dicembre 1981 pubblica insieme all’ex compagno di scuola una musicassetta autoprodotta registrata presso una sala d’incisione di Mantova (Studio Matra Sound di Charlie Paterlini), intitolata “Ritorno”. Rinunciando alla carriera artistica, decide di dedicarsi alla vita famigliare e professionale in ambiti non musicali.
Dopo quasi trent’anni ritrova l’amico Luca (che ha scelto la strada della musica realizzando molti album suoi) che gli propone di tirare fuori dal cassetto alcune delle canzoni indimenticate scritte tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80. Paolo, che ha sempre continuato a scrivere nell’ombra, accetta di realizzare e pubblicare per l’etichetta fondata da Bonaffini (C7) con la quale pubblica due album, “Vivere e partecipare” e “Dimenticanze”.
Nell’agosto 2016, dà vita all’idea dell’inedito settimanale, ovvero pubblicare un album lungo tre stagioni, con cadenza a singoli settimanali. Nel 2018, in occasione di un tributo dedicato a Pierangelo Bertoli, annuncia insieme a Luca la rinascita del duo Blez (ideato da Pierangelo nel 1993 con Bonaffini ed Ermanno Zanfi), interpretando un inedito degli anni ’90 (“Quando la rivoluzione”).Luca Bonaffini
Compositore di musiche e autore di testi per canzoni, Luca Bonaffini si è affermato intorno alla fine degli anni Ottanta come collaboratore fisso di Pierangelo Bertoli, firmando per lui molti brani in album di successo, tra le quali “Chiama Piano”, all’interno dei quali compare anche come cantante, armonicista e chitarrista. Altre canzoni sue sono state interpretate anche da Patrizia Bulgari, Flavio Oreglio, Sergio Sgrilli, Fabio Concato, Nek, Claudio Lolli e ha scritto testi teatrali insieme a Dario Gay ed Enrico Ruggeri.
Ha pubblicato, come cantautore, diversi album aventi un unico filo conduttore, affrontando tematiche impegnate e sociali; ha vinto il Premio Rino Gaetano (1988) Targa critica giornalistica e il Premio Quipo (1999) al Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza (miglior progetto multimediale); ha partecipato al Festival del Teatro Canzone – Premio Giorgio Gaber (2005) e due volte al Premio Tenco (edizioni 2008 e 2012). Nel 2013 ha debuttato come scrittore con il libro La notte in cui spuntò la luna dal monte (edito da PresentArtSì), ispirato al suo incontro con Pierangelo Bertoli.
Nel 2015 Mario Bonanno ha pubblicato un libro dedicato ai suoi trent’anni di carriera, intitolato “La protesta e l’amore. Conversazioni con Luca Bonaffini” (edito da Gilgamesh editrice).