Covid, allarme variante inglese, ancora più letale- Nuovo Lockdow? Solo per le zone rosse, per altri sarebbe davvero la fine dell’economia e del vivere quotidiano

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 Si richiede da più parti nuovo lockdown. Scontro su stop a sci

Mentre il numero dei vaccinati in Italia supera i 3 milioni (3.044.535),e siamo tra i primi al mondo, cresce l’allarme per le varianti del Covid. Dall’Iss al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie fino al Cts l’invito è lo stesso: bisogna “rafforzare” le misure. Alcuni esperti chiedono un nuovo lockdown.

Bisogna rafforzare le misure in Italia per contrastare le variante inglese del coronavirus e arginare la diffusione del Covid. La richiesta più pressante proviene dall’Istituto superiore di sanità (Iss),  “Considerata la circolazione” della variante inglese di Sars-CoV-2 “nelle diverse aree del Paese, si raccomanda di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione della variante Voc 202012/0, rafforzando/innalzando le misure in tutto il Paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto“.

Il Cts si era espresso negativamente, visto l’incremento della circolazione delle varianti con “numeri alquanto preoccupanti”, “di evitare ulteriori riaperture”. Era stata questo l’indicazione data in risposta a un quesito del ministero della Salute, nel corso della riunione di venerdì scorso, sull’opportunità di aprire gli impianti sciistici. Di qui la decisione del ministro Speranza di firmare il discusso provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021.

Le varianti di coronavirus minacciano l’Europa, con il pericolo di un contagio più ampio e di un aumento del numero dei morti. “Il rischio di ulteriore diffusione del coronavirus Sars-CoV-2 nell’Unione Europea/Spazio economico europeo è attualmente valutato da alto a molto alto per la popolazione complessiva e molto alto per le persone vulnerabili”, spiega il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Ecdc nel suo aggiornamento della valutazione del rischio.

Ora è diventato un rito.Contro il provvedimento di Speranza hanno espresso vibrata protesta alcuni governatori di Regione ma anche il neoministro per il Turismo. “Delusione è una parola fin troppo gentile. C’è molta rabbia, non nel merito in sé, non siamo scienziati e al primo posto viene la salute. Ma spero che quanto accaduto sia l’ultima volta”. Così Stefano Bonaccini, presidente delle Conferenza delle Regioni e dell’Emilia-Romagna. “Non si può arrivare a decisioni del genere con così poco preavviso. Mai più decisioni del genere con queste tempistiche, non è più tollerabile. Serve un nuovo metodo”….

Il ministro Garavaglia, dopo l’incontro in Regione Lombardia con gli operatori turistici del mondo dello sci organizzato per “capire l’entità del danno subito”,: “Il danno è legato a una scelta del Governo, e i danni vanno indennizzati, non bisogna parlare di ristori“.

 Con l’indice Rt in risalita a 0.95 e l’istituzione di diverse zone rosse in diversi comuni italiani, l’esigenza di una una immediata e rigorosa stretta è stata sollecitata da numerosi esperti, ma non tutti sono d’accordo con l’esigenza del ritorno a una chiusura totale. A caldeggiare un lockdown di un mese, è in primis Walter Ricciardi, docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per l’emergenza coronavirus.

Anche il professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova. “Il 20% dei contagiati presenta la variante inglese e la percentuale è destinata ad aumentare. Bisognava fare il lockdown a dicembre, prevenendo tutto questo, mentre ora siamo nei guai. Serve un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese diventi prevalente e per impedire che abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele. E neanche zone arancioni, va chiuso tutto e va lanciato un programma nazionale di monitoraggio delle varianti”.

IL COMUNE DI ACI SANT’ANTONIO CON “VIDEOCAMERE SORVEGLIANZA NASCOSTE” BECCA GLI AUTORI DI COMPORTAMENTI INCIVILI

 

 

L’Assessore all’Ecologia,Quintino Rocca:” Certo, non vorremmo mai vedere immagini del genere, ma è per arrivare a questo traguardo che abbiamo posizionato queste apparecchiature in punti strategici del territorio”.

 

Sono tre i video diffusi dall’Amministrazione Comunale di Aci Sant’Antonio: nel primo un uomo a piedi, con passo lento, si dirige verso un piccolo cumulo di rifiuti localizzato per strada, in via Mandarini, una zona periferica del comune santantonese, depositando con noncuranza un sacchetto di rifiuti;

nel secondo ( foto n.2) un’auto di colore grigio si affianca allo stesso cumulo, e vi lascia andare sopra un sacchetto lanciandolo dal finestrino;

nel terzo ( foto n.3)  è un furgone bianco ad affiancarsi al cumulo d’immondizia, depositando quanto non dovrebbe.

Tutti e tre beccati dal Comune di Aci Sant’Antonio , dal Sindaco Caruso, dall’Assessore Rocca, e dai Vigili Urbani. Oltre le dovute sanzioni di legge agli autori di gesti così incivili,da affiggere pure in piazza, anche un altro macigno di immoralità attestata: la pubblica vergogna!
Sono alcuni dei primi frutti che l’installazione delle videocamere di sorveglianza sul territorio stanno portando, e la speranza è che facciano da dissuasori contro gli sporcaccioni seriali, i furbetti della differenziata il cui comportamento danneggia l’intera comunità santantonese, che grazie alla stragrande maggioranza dei cittadini che seguono un comportamento virtuoso ha permesso di raggiungere risultati importanti in merito alla differenzazione dei rifiuti.
“Sortisce il primo effetto il posizionamento delle telecamere, e di questo siamo soddisfatti – ha dichiarato l’Assessore all’Ecologia,Quintino Rocca – Certo, non vorremmo mai vedere immagini del genere, ma è per arrivare a questo traguardo che abbiamo posizionato queste apparecchiature in punti strategici del territorio. Adesso dobbiamo sperare che chi viene sorpreso a lasciare in giro indiscriminatamente rifiuti si renda conto del danno causato alla collettività”.
“Il comando dei Vigili Urbani, effettuate le dovute verifiche, già oggi sta provvedendo ad inviare le dovute sanzioni – ha precisato il Sindaco, Santo Caruso – e questo spero serva da lezione. Chiaramente non pensiamo solo ad azioni repressive in questo senso: l’obiettivo è anche, anzi soprattutto, quello di educare chi non ha ancora chiari i benefici della differenziata. E questo per mettere ancora di più in risalto il buon lavoro fatto quotidianamente dai cittadini corretti”.

 

Mafia Messina. Arresto di imprenditore coinvolto in un’articolata frode all’Inps e all’Agea

Un’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata dalle Fiamme gialle del Comando Provinciale di Messina  nei confronti dell’imprenditore agricolo L.D. cl. 63, risultato contiguo ad esponenti della criminalità organizzata operante nell’area dei Nebrodi ed accusato, in concorso con altri, dell’indebita percezione di finanziamenti pubblici e prestazioni assistenziali e previdenziali riconducibili al cosiddetto “falso bracciantato agricolo” agricolo”, nonché innumerevoli ipotesi di falso .

Il provvedimento eseguito in data odierna è l’evoluzione d e l’Operazione LADYBUG dal nome della principale società coinvolta, condotta dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Patti e che, nel dicembre scorso , aveva già portato al sequestro preventivo disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina , di beni per un valore di circa 1,5 milioni di euro .

In particolare, il provvedimento ablativo all’epoca eseguito risultava l’epilogo di un’ articolata attività d’indagine , sviluppata dai Finanzieri pattesi che aveva consentito di stroncare un rodato meccanismo illecito, in virtù del  quale diverse centinaia di lavoratori avevano indebitamente conseguito le indennità assistenziali e previdenziali destinate al settore agricolo, con la fuoriuscita dalla casse dell’INPS di oltre 550.000 Euro. Nel medesimo ambito, lo schema criminogeno ideato era risultato servente anche al l’illecita percezione di altri contributi pubblici, ammontanti a circa mezzo milione di Euro, concessi dall’A.G.E.A. per migliorare le strutture aziendali agricole operanti nell’area dei Nebrodi.

Nel merito, nella frode scoperta risultarono implicate ben 15 società che, sistematicamente, erano risultate dedite all’utilizzo strutturato di fatture “ gonfiate ”, al solo fine di dimostrare ai due enti pagatori, l’Ispettorato dell’Agricoltura di Messina e l’A.G.E.A., spese asseritamente riferibili al la realizzazione di lavori agricoli, in realtà mai sostenute.

I reati contestati agli indagati, in concorso tra l oro, vanno dal falso commesso in atto pubblico sino alla truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche e la truffa ai danni dell’INPS.

A far scattare l’odierna misura cautelare personale, invece, sono state le determinanti dichiarazioni rese da due recenti collaboratori di giustizia, M.G.G. cl. 71 e C.Z.S. cl. 82 , entrambi raggiunti dall’ordinanza di misura cautelare in carcere nell’ambito della maxi Operazione Nebrodi che , nel decorso gennaio 2020, ha condotto la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina a disporre l’esecuzione di 94 ordinanze di custodia cautelare per associazione a delinquere di stampo mafioso, con il contestuale sequestro di oltre 150 aziende, in virtù dell’acclarato interesse d ei due gruppi mafiosi all’epoca investigati il clan dei tortoriciani ed il clan dei batanesi proprio per il controllo e l’illecita percezione di ingenti contributi comunitari concessi dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Ag.E.A.).

Più in particolare, proprio i nominati collaboratori , appartenenti alla famiglia mafiosa dei batanesi, dopo aver deciso di cambiare vita, tra novembre 2020 ed il recente gennaio 2021, rende vano importantissime dichiarazioni ai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, anche autoaccusatorie , che supportavano le ipotesi di reato già acclarate a valle della poderosa attività d’indagine, nonché consentivano di fare piena luce sulle dinamiche criminali della complessa e delicata area dei Nebrodi .

Per quanto di rilievo agli odierni fini, oltre ad attestarne l’operatività criminale sino ai recenti anni 2018 e 2019, il collaboratore M.G.G. cl. 71 confermava la vicinanza del l’odierno imprenditore arrestato L.D. cl. 63 agli ambienti mafiosi locali, talché riferiva come lo stesso si fosse rivolto proprio al notissimo pregiudicato mafioso B.S. cl. 72 detto “ il biondino ” per recuperare manovalanza da impiegare quali fittizi braccianti agricoli su terreni di sua proprietà. Tale richiesta trovava immediata conferma, tale che veniva fittiziamente assunta come bracciante agricola anche la C.Z.L. cl. 75 , moglie del “ biondino ””, solo per fargli percepire, illecitamente, le indennità spettanti ai braccianti agricoli. Parimenti, lo stesso M.G.G. cl. 71, oltre ad essere egli stesso un “falso bracciante agricolo”, tanto da percepire direttamente in carcere gli illeciti emolumenti percepiti, riferiva come analoga qualità fosse riferibile a diversi suoi familiari.

Dichiarazioni di pari tenore venivano poi rese anche dal collaboratore C.Z.S. cl. 82, il qua le confermava quanto già acquisito. In conclusione, i l già compromesso quadro probatorio, ulteriormente aggravato dalle dichiarazioni dei citati collaboratori di giustizia, ha quindi consentito a l G.I.P. del Tribunale di Messina , su richiesta della Procura della Repubblica di Messina a disporre nei confronti dell’indagato la misura cautelare degli arresti domiciliari. L’odierna operazione , che ha visto l’impiego degli specialisti del G.I.C.O. di Messina in supporto ai militari della Tenenza di Patti, conferma ulteriormente quanto sia alta la soglia di attenzione della Procura della Repubblica di Messina e della Guardia di Finanza nei confronti di un territorio, quale quello dei Nebrodi, significativamente minato dalla pervasiva presenza di strutturate organizzazioni criminali, vieppiù di matrice mafiosa.

Tale attenzione , peraltro , è perfettamente aderente a più ampie direttive operative emanate dall’Autorità di Vertice della Guardia di Finanza per il controllo della spesa pubblica, a contrasto delle truffe e degli sprechi di denaro pubblico, col duplice obiettivo di consentire, da un lato, un utilizzo trasparente ed efficiente dei finanziamenti nazionali e comunitari, arginando efficacemente la diffusione dell’illegalità e, dall’altro, di salvaguardare i tanti imprenditori onesti di un settore così vitale per l’economia locale.

Trapani, rinvenuto in spiaggia pacco pieno di “hashish”x

 

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Trapani,

Nella tarda mattinata di sabato appena trascorso, nella frazione di Tre Fontane a Campobello di Mazara, i Carabinieri della locale Stazione, su segnalazione di un cittadino, hanno rinvenuto sulla battigia, un involucro, in buono stato di conservazione, contenente nr. 300 panetti di sostanza stupefacente del tipo “hashish”, confezionati con cellophane e nastro adesivo, per un peso complessivo di kg 36. Quanto rinvenuto è stato sottoposto a sequestro, assunto in carico e debitamente custodito in attesa di essere versato presso il competente ufficio corpi di reato. Il carico venduto al dettaglio avrebbe fruttato circa 300 mila euro. 
Ancora droga che arriva dal mare, pacchi uguali dello stesso peso, della stessa sostanza, imballata sempre in modo identico, dall’inizio del 2021 questo è il terzo ritrovamento nella provincia del trapanese, ricordiamo infatti il pacco ritrovato il 17 gennaio a Pizzolungo dai Carabinieri della Compagnia di Trapani e quello rinvenuto sulle spiagge nei pressi dell’aeroporto di Birgi rinvenuto dai Carabinieri di Marsala.
Continuano le indagini dei Carabinieri per cercare di capire la provenienza della sostanza stupefacente

Nebbia all’orizzonte per un esecutivo che sembra nascere senza trasparenza e comunicazione

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L’Editoriale di R. Lanza

 

L’intervento social di Casaleggio criticato per  “Ingerenza inaccettabile”

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DI    RAFFAELE LANZA

Il nascente governo sta generando  rabbia e critiche vibrate all’interno del Movimento che in questo momento rappresenta due anime: l’una opportunista per dimostrare a Draghi l’obbedienza ai vertici del Movimento che hanno “concordato” e poi diffuso l’alleanza con il malvisto premier fino a spingere il Movimento sull’orlo della scissione. L’altra quella genuina, autentica, che parte da Alessandro Di Battista, quale figura simbolica e sincera più amata dal mondo del Web, insieme a Giuseppe Conte, che vorrebbe votare secondo coscienza.  E poichè all’orizzonte si intravede molta nebbia, tanti parlamentari temono di votare la fiducia a Mario Draghi per non essere additati successivamente  “esempi di cattiva politica”  e in contrasto con la vera identità del Movimento.   
L’assenza di Conte nel Consiglio fa poi il resto. Avete visto il post di addio sul massimo social dell’avvocato? In virtù della sua esperienza Conte opera una distinzione tra buona Politica e cattiva politica.  I governanti pentastellati dovranno agire da soli adesso.   Manca il faro principale .Ad agitare ancor più gli animi è il post pubblicato in serata da Davide Casaleggio, in cui non solo non si ‘silenzia’ la possibilità di ripetere il voto sul sostegno all’esecutivo Draghi, ma si apre anche  alla possibilità, per i parlamentari fermamente contrari, di astenersi in Parlamento. Probabilmente un “suggerimento” vista la fibrillazione interna del Movimento. Oggi  le chat dei parlamentari sembrano suonare tamburi di guerra.
 
Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone, persone in piedi e vestito elegante
Giuseppe Conte  esce di scena tra gli applausi di Palazzo Chigi, dell’intero mondo del Web  , riconoscimenti dagli Stati -“E’ davvero necessario che ognuno di noi partecipi attivamente alla vita del Paese..”
 
Riportiamo il  commiato che ha registrato 1,1 milioni di like sul massimo social, record per la pagina di un personaggio politico .
“Ho lavorato nel “Palazzo”, occupando la “poltrona” più importante. Ma tra i corridoi e gli uffici di Palazzo Chigi, anche alla fine delle giornate più dure e dopo le scelte più gravose, ho sempre avvertito l’orgoglio, l’onore e la responsabilità di rappresentare l’Italia.
Sono grato a Voi cittadini per il sostegno e l’affetto, che ho avvertito forti e sinceri in questi due anni e mezzo. Ma vi sono grato anche per le critiche ricevute: mi hanno aiutato a migliorare, rendendo più ponderate le mie valutazioni e più efficaci le mie azioni.
La forza e il coraggio dimostrati dalla intera comunità nazionale soprattutto durante quest’ultimo anno di pandemia sono stati davvero incredibili: ci hanno dimostrato che ogni ostacolo, anche il più alto e insidioso, può essere superato, scacciando via le paure e i calcoli di convenienza, fidando nel coraggio dell’azione, nella determinazione dell’impegno, nell’etica della responsabilità. Io stesso ho cercato di far tesoro di questa esperienza, pur con i miei limiti, ma – vi assicuro – con tutto il mio impegno e la mia massima dedizione.
Da oggi non sono più Presidente del Consiglio. Torno a vestire i panni di semplice cittadino. Panni che in realtà ho cercato di non dismettere mai per non perdere il contatto con una realtà fatta di grandi e piccole sofferenze, di mille sacrifici ma anche di mille speranze che scandiscono la quotidianità di ogni cittadino.
È davvero necessario che ognuno di noi partecipi attivamente alla vita politica del nostro Paese e si impegni, in particolare, a distinguere la (buona) Politica, quella con la – P – maiuscola, che ha l’esclusivo obiettivo di migliorare la qualità di vita dei cittadini, dalla (cattiva) politica, intesa come mera gestione degli affari correnti volta ad assicurare la sopravvivenza di chi ne fa mestiere di vita.
Insieme a tanti preziosi compagni di viaggio abbiamo contribuito a delineare un percorso a misura d’uomo, volto a rafforzare l’equità, la solidarietà, la piena sostenibilità ambientale. Il mio impegno e la mia determinazione saranno votati a proseguire questo percorso. La chiusura di un capitolo non ci impedisce di riempire fino in fondo le pagine della storia che vogliamo scrivere.
Con l’Italia, per l’Italia. Grazie.    Giuseppe Conte –    (Post di Facebook)

 

Il sindaco Caruso di Aci Sant’Antonio rilancia alla Regione siciliana e al Ministro Speranza il problema della priorità del Vaccino ai disabili

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Vaccino anti-Covid19, il Sindaco scrive al Ministro Speranza e alla Regione per le categorie dei disabili gravi: “Necessario dar loro priorità”

Che differenza c’è tra una persona anziana, giustamente considerata una priorità tra quelle a cui spetta il vaccino, e una persona come me? La maggiore giovinezza?”.
Lo ha chiesto Paola Tricomi, una giovane professionista di San Gregorio che, dando prova di coraggio, determinazione e tenacia sta portando avanti una battaglia mediatica per sé e per tutti quelli che come lei hanno gravi compromissioni respiratorie affinché possano ricevere il
vaccino quanto più celermente possibile: colpito dal suo appello il Sindaco di Aci Sant’Antonio, Santo Caruso, avendo appreso delle mancate risposte da parte della Regione ha deciso di rilanciare la richiesta,sottolineandone l’importanza e rivolgendosi non solo alla Regione siciliana, ma
anche al Ministero della Salute, Roberto Speranza.

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L’appello alla Regione e al Ministero della Salute  del  primo cittadino di Aci Sant’Antonio

Ritengo di dover mettere, dalla mia posizione di primo cittadino di un Comune siciliano, le Vostre tre autorevoli personalità di fronte a questo importantissimo problema, e mi auguro che in tempi brevi Paola e le persone che quotidianamente affrontano problemi come i suoi trovino inserimento nelle liste prioritarie per la somministrazione del vaccino anti-SARS-CoV-2 /Covid19.
Queste le parole con cui ha chiuso un testo nel quale ha ricordato – come ha fatto la stessa Paola – che lo Statuto Speciale potrebbe offrire la possibilità di stilare un calendario vaccinale ad hoc affiancando alle categorie degli over80 quelle dei disabili gravi e di chi ha seri problemi respiratori, evidenziando anche come la Regione Abruzzo, ad esempio, già a gennaio ha posto l’accento su queste categorie rendendole prioritarie per l’inoculazione del vaccino’.
Spero che l’appello venga raccolto e accolto – ha dichiarato il primo cittadino – perché è assolutamente necessario che questa gente venga considerata, al pari degli anziani, ad alto rischio di fronte la pandemia che stiamo affrontando. Sarebbe assurdo pensare che la giovinezza di persone come Paola possa fungere da antidoto al virus.
Mi spiace – ha concluso – che l’appello non abbia ricevuto risposte da Palazzo D’Orleans, se non dopo i solleciti da parte della stampa, ma non credo che la questione si possa liquidare come unicamente legata alle decisioni provenienti da Roma: come ha fatto l’Abruzzo, credo sia
possibile stabilire un calendario ragionato, e per questo mi auguro che si lavori al più presto per stilarlo”.

“GRAZIE PRESIDENTE GIUSEPPE CONTE”

Conte ritorna semplice cittadino. Chissà a rivederlo in un ruolo importante per il bene dell’Italia.Dopo il passaggio della campanella che segna l’insediamento del nuovo governo a Palazzo Chigi, l’ormai ex premier Giuseppe Conte si congeda dalla sede di governo con il saluto del picchetto militare dei Granatieri di Sardegna. Conte, visibilmente commosso, al termine degli onori militari nel cortile di palazzo Chigi, chiama vicino a sé la compagna Olivia Paladino. Dalle finestre del palazzo si affacciano decine di dipendenti che gli riservano un lungo e forte applauso, al quale Conte risponde con un caloroso saluto.Il momento è bellissimo, mai emozione  era stata provata così a Palazzo Chigi.  Vicino c’é anche il portavoce Rocco Casalino, anche lui provato emotivamente.   Per Giuseppe Conte persino il Movimento pentastellato si è spaccato per dimostrare la propria lealtà a Conte.   

Quindi Conte e Paladino lasciano la sede del governo, mentre un gruppo di sostenitori in strada applaudono e gridano slogan in favore dell’ex premier. Tra tutti: “Sei stato il più grande e il più umano” E molti sono anche i saluti e i ringraziamenti che il premier dimissionario ha ricevuto sui social, dove in breve #GiuseppeConte è diventato trending topic, insieme a Grazie Presidente.

“Verità per Giulio Regeni”, lo striscione consegnato nel Municipio di Aci Sant’Antonio

 

Caruso: “Per le battaglie civili le istituzioni devono essere in prima fila”

A distanza di cinque anni dalla morte del giovane ricercatore friulano dottorando all’Università di Cambridge, Giulio Regeni barbaramente torturato per giorni e poi assassinato al Cairo, dove si trovava per uno studio sulla situazione economica e sociale egiziana, il sindaco Santo Caruso ha accolto, al Palazzo municipale, una delegazione delle associazioni del territorio acese che hanno aderito all’iniziativa
‘Verità per Giulio Regeni’, la campagna lanciata da ‘Amnesty International’ insieme ad un quotidiano italiano nel febbraio 2016.  Le associazioni aderenti del territorio sono Arci Babilonia circolo ‘Mistero buffo’, Azione Cattolica Diocesana, Amnesty International GG(Gruppo Giovani) 118, ANPI sezione ‘Placido Rizzotto’, ‘Coriandolata’, Coordinamento Democrazia Costituzionale (CDC), ‘Fancity’, LIBERA delle Aci ‘Pierantonio Sandri’, ‘Liberacittadinanza’, ‘Legambiente’ di
Acireale, ‘Noi siamo Acireale’, e Giovanni Mannino e Raffaella Di Mauro, esponenti di queste, hanno consegnato al primo cittadino e all’Assessore alle Politiche Giovanili, Quintino Rocca, lo striscione giallo con scritto ‘Verità per Giulio Regeni’.
Lo striscione, che verrà esposto in municipio, sottolinea la volontà di sostenere la famiglia di Giulio nel desiderio di avere giustizia.


Si tratta di un’iniziativa importante, e per questo ringraziamo il comitato ‘Verità per Giulio Regeni’ che si è costituito nella città – hanno dichiarato Sindaco e Assessore – Era giusto e doveroso contribuire alla costituzione di un comitato spontaneo come questo: le battaglie civili devono vedere tutte le istituzioni impegnate in prima fila, e in questo senso Aci Sant’Antonio c’è”.

GIURAMENTO AL QUIRINALE DEI 23 MINISTRI SCELTI DA DRAGHI -DIRETTA VIDEO- NIENTE “STRETTA DI MANO” NEL NUOVO GOVERNO “ARLECCHINO”

           –DIRETTA  VIDEO DELLA GIORNATA DEL GIURAMENTO –

 

 

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella-contestatissimo sul Web per la scelta di Draghi- visto il grande lavoro di G. Conte 
firma il verbale di giuramento dei ministri scelti e/o segnalati al  nuovo premier.
Governo Draghi, DIRETTA: alle 12 il giuramento al Quirinale con i 23 ministri

È arrivato il momento del giuramento  del nuovo governo di Mario Draghi che ieri ha presentato , com’è noto, la lista dei suoi ministri: 8 donne e 15 uomini, 8 tecnici e 15 politici (4 M5s, 3 ciascuno per Pd, Fi e Lega, uno per Leu e Iv). Sette nomi del governo Conte, tra cui il ministro della Sanità Roberto Speranza, quello degli Interni Lamorgese e quello degli Esteri Di Maio, restano al loro posto. Nasce il ministero della Transizione ecologica con proiezione europea affidato al fisico Roberto Cingolani. La Lega, con Giorgetti, conquista il dicastero per lo Sviluppo economico.  Salvini esprime una prima critica al Ministro confermato Speranza. Il giuramento segna l’entrata in carica dell’esecutivo

La formula del giuramento

Questa la formula del giuramento pronunciata da ogni membro dell’esecutivo di fronte al Capo dello Stato: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione». Il giuramento si svolge senza stretta di mano tra il Presidente della Repubblica, quello del Consiglio e i vari ministri dopo la lettura della formula di rito, nell’osservanza delle norme  anti-pandemia: solo un saluto finale con gli auguri di rito. Alle 14 si riunirà il primo Consiglio dei ministri. Mercoledì il voto di fiducia alle Camere.

 

 

 

 

 

Risanamento delle aree da bonificare in Sicilia, specie a Gela, Priolo,Biancavilla e Milazzo-Focus a Catania

 

OLTRE 500 GLI SPAZI INTERESSATI: «PIANI DI INTERVENTO PER MILIONI DI EURO, OPPORTUNITÀ DA NON SPRECARE»

CATANIA –

Risanamento e riqualificazione delle aree da bonificare: interventi in tempi brevi attraverso innovative soluzioni tecnico-operative. In Sicilia sono 550 i siti contaminati, con una particolare attenzione da rivolgere ai 4 Siti di Interesse Nazionale (Gela, Priolo, Biancavilla e Milazzo). Sono questi i temi al centro della dodicesima edizione del workshop Sicon, che quest’anno, seppur virtualmente a causa della pandemia, si è tenuto a Catania.

Presente all’evento anche il direttore generale per il Risanamento Ambientale del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Giuseppe Lo Presti: «Negli ultimi anni è stata rafforzata la collaborazione tra Ministero, Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e agenzie regionali. Stiamo lavorando nella direzione di una crescita del Paese, puntando a una nuova gestione del settore per rispondere tempestivamente alle sfide di rilancio europeo, in ottica di riuso delle aree attraverso una transizione green. In quest’ambito, rientrano alcune modifiche apportate con il decreto Semplificazioni e con gli interventi dell’ultimo documento firmato il 30 gennaio, attraverso il quale sono stati stanziati 100 milioni di euro per la bonifica e definiti i criteri per l’individuazione delle aree e delle relative modalità d’intervento. A questi si aggiunge anche la creazione di un tavolo tecnico permanente di condivisione con gli organismi regionali, al fine di dare una nuova veste normativa alla materia. Si può sempre fare di più e meglio».

Tra i promotori dell’iniziativa anche l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Catania (presidente Giuseppe Platania) e la Fondazione (Mauro Scaccianoce). «Non possono passare inosservati i numeri che riguardano i siti contaminati e le superfici interessate a terra e a mare, che costituiscono un’emergenza da affrontare senza remore. Bisogna bonificare i territori, restituendoli ai cittadini e realizzando servizi, infrastrutture verdi, insediamenti industriali sostenibili, impianti per il trattamento dei rifiuti e di depurazione dell’acqua. Senza dimenticare gli interventi di messa in sicurezza per contenere il rischio idrogeologico. Oggi si presenta una grande opportunità: il PPR (Piano Ripresa e Resilienza) prevede un programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione Europea nell’ambito del Recovery Fund, con almeno il 37% della spesa da destinare alla sostenibilità ambientale, cioè circa 77 miliardi di euro». Considerazioni a cui si aggiungono quelle del presidente dei Geologi di Sicilia Giuseppe Collura: «La pianificazione territoriale e il recupero delle aree mitiga i rischi per la salute e per l’ambiente, limitando il consumo del suolo. La bonifica consentirà di dare nuova vita a zone considerate inaccessibili e inservibili, rendendole attrattive per la società».

«Il workshop – ha commentato il rettore dell’Università di Catania Francesco Priolo – è interdisciplinare, poiché il risanamento dei siti contaminati riguarda tutti, dagli Enti agli Ordini professionali. Rappresenta una grande opportunità di confronto per sviscerare le problematiche attraverso casi studio e presentare e studiare soluzioni tecnico-operative. Un’ulteriore dimostrazione di come non si possa lasciare spazio all’improvvisazione: occorrono competenze e conoscenze». Confronto e interdisciplinarità sono le basi solide del Sicon, come espresso anche in altri interventi: «Il confronto tra aspetto scientifico e giuridico-amministrativo è la chiave di successo del workshop. Quello di oggi è un tema attuale e complesso, che richiede attenzione non solo per i risvolti ambientali, ma anche per quelli legati all’economia circolare che può derivare dal recupero delle aree. Il risanamento e la rigenerazione sono il punto di partenza per modelli di sviluppo sostenibile e di ripresa del Paese. Un passo in avanti per cicatrizzare e guarire le ferite provocate dall’uomo. Basti pensare all’amianto che confligge con le bellezze naturali o ai mari massacrati dal rilascio di materiali che hanno distrutto i fondali. Serve ricostruire un sano rapporto tra uomo e natura», hanno dichiarato Calogero Foti (responsabile Dipartimento Acqua e Rifiuti dell’assessorato dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana), Gaspare Viviani (presidente GITISA), Vincenzo Belgiorno, (presidente ANDIS) e Silvia Paparella (general manager del partner dell’evento RemTech).

Le ultime riflessioni sono state affidate a Enrico Foti (direttore del DICAR UniCT), Maria Boni (rettore dell’Università “Sapienza” di Roma) e Carlo Collivignanelli (rettore dell’Università di Brescia): «È importante riversare i risultati di questi studi all’interno del mondo universitario, per offrire esperienze significative agli studenti e crescere culturalmente nella direzione della sensibilizzazione. Senza ricerca, non c’è tecnologia da applicare. Il confronto interdisciplinare del Sicon consente di raggiungere grandi risultati, analizzando i fattori di rischio e proponendo nuove soluzioni».