Con una Circolare ministeriale arriva un’altro impegno-concordato- per medici di base e Pediatri

Covid, tamponi da medici famiglia e pediatri: c'è l'accordo

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Per i medici di base e Pediatri un’altro impegno non indifferente richiesto dalle Autorità sanitarie nazionali. Una nota-circolare elaborata dal  Ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Inail e Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri –  fornisce  i chiarimenti principali  per lo svolgimento in sicurezza dei test rapidi antigenici presso gli studi medici o le strutture individuate come idonee in collaborazione con le autorità locali sanitarie e civili.

Ricorderemo che l’esecuzione in modo rapido e in piena sicurezza dei test antigenici di accertamento del Covid , potenziato dal fondamentale contributo dei medici di medicina generale e con quelli dei pediatri era stato già concordato con le categorie interessate”. Il presidente del Comitato di Settore Regioni Sanità, Davide Caparini, ricorda infatti la recente sottoscrizioneto con le rappresentanze sindacali di categoria l’accordo collettivo nazionale stralcio per il rafforzamento delle attività territoriali di diagnostica di primo livello e di prevenzione della trasmissione di Sars-Cov-2.

Nella nota che i medici di base e pediatri dovranno adesso assimilare bene, per l’esecuzione dei test in  sicurezza, si afferma: “Il rapido peggioramento della situazione epidemiologica a livello nazionale e i segnali di criticità dei servizi territoriali di numerose regioni e province autonome – – rendono necessaria l’implementazione della rete territoriale di sorveglianza e diagnostica per Covid-19, al fine di ridurre e contenere la diffusione del virus. A questo scopo occorre che anche i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta siano attivamente coinvolti nel percorso diagnostico“.

Test antigenici e strumento analizzatore

Da un lato misure generali di prevenzione e controllo dell’infezione (igiene delle mani, pulizia e disinfezione degli strumenti e degli ambienti, gestione dei rifiuti e organizzazione delle modalità di accesso) dall’altro la spiegazione delle procedure per l’esecuzione dei test rapidi antigenici che, analogamente a quelli molecolari, valutano direttamente la presenza del virus nel campione clinico. A differenza dei test molecolari, i test antigenici rilevano la presenza del virus non tramite il suo acido nucleico (RNA) ma attraverso le sue proteine (antigeni), con il risultato che può essere direttamente visibile a occhio nudo o letto mediante uno strumento analizzatore compatto e trasportabile.

Per l’esecuzione del test occorre attenersi alle istruzioni del produttore, sia per le modalità di prelievo che per le modalità di processamento del campione, con particolare attenzione al rispetto della tempistica tra il momento del prelievo e la lettura del risultato e al confronto con la banda di controllo. Processando il tampone nel più breve tempo possibile, generalmente entro un’ora dal prelievo, sarà possibile ottenere il risultato in 15-30 minuti. Proprio per tali caratteristiche questo tipo di test può essere eseguito in uno studio medico o in aree dedicate, senza la necessità di essere effettuato in un laboratorio.

Un locale dedicato all’esecuzione dei test

Per effettuare i test è necessario che lo studio medico disponga, al suo interno o nelle sue pertinenze, di un locale dedicato a tale attività, con modalità organizzative flessibili che tengano conto della necessità di avere percorsi separati, strutturalmente o funzionalmente, per l’accesso dei pazienti da testare, e quindi potenzialmente infetti. Bisogna quindi disporre in modo ottimale i percorsi di entrata e di uscita, di sala d’aspetto e di sala visite dedicate, oppure, in alternativa, differenziare gli orari di ricevimento degli assistiti in base al quadro anamnestico e sintomatologico, rilevato anche sulla base del triage telefonico.

I test rapidi, inoltre, possono essere programmati verso il termine dell’attività lavorativa ordinaria dello studio medico, in modo da evitare qualsiasi possibilità di incrocio tra un paziente e l’altro, prevedendo tempi adeguati per la sanificazione delle aree frequentate dai pazienti e utilizzate per l’esecuzione dei test.

I Dpi per la protezione del medico e respiratore facciale

I dispositivi di protezione individuale che devono essere utilizzati dal medico e dal personale di studio comprendono un camice monouso idrorepellente, calzari, guanti, schermo facciale (se non disponibile, occhiali protettivi) e respiratore facciale (FFP2/FFP3). Oltre a utilizzare i dpi adeguati, è inoltre necessario effettuare sempre l’igiene delle mani. I guanti vanno sostituiti dopo ogni paziente e tutti i dpi non riutilizzabili devono essere smaltiti in un contenitore per rifiuti appropriato, effettuando l’igiene delle mani prima di indossarli e dopo averli rimossi. Il respiratore facciale deve coprire bene il naso, la bocca e il mento e va sostituito immediatamente se danneggiato, contaminato o umido.

In ginocchio a Catania la Mafia modello “Gomorra”

 

 

Foto Droga, Immagini E Vettoriali

 

Catania come nella serie         televisiva “Gomorra”.   Il Nucleo dei  carabinieri di Catania mette a soqquadro il  quartiere di San Giovanni Galermo, il suk della droga etneo.  Le indagini conducono ad un imponente operazione -blitz di arresti nei confronti di 101 malavitosi

raggiunti da un provvedimento del Gip su richiesta della Procura distrettuale antimafia della città siciliana.   Gigantesca operazione che vede l’impegno di 500 militari dell’Arma del comando provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma (Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia”, Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia”, Nucleo Elicotteri e Nucleo Cinofili), disarticolate 12 piazze di spaccio, radicate nel rione di San Giovanni Galermo, tra le vie Egadi, Capo passero, Pantelleria e Ustica, roccaforte storica del traffico e della vendita di stupefacenti nel capoluogo etneo.

I reati di cui sono accusati gli indagati sono, a vario titolo,  di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo e della finalità mafiosa, e per detenzione illegale e porto di armi da fuoco.

Si apprende infine che l’indagine del  nucleo operativo della compagnia carabinieri Fontanarossa ha alzato il velo sulla circostanza delle modalità di “lavoro”  delle diverse squadre che gestivano le piazze di spaccio godevano di una chiara autonomia sotto il profilo della competenza territoriale e della gestione organizzativa, ma agivano comunque sotto il diretto controllo del gruppo ‘Nizza’ aderente alla famiglia di Cosa Nostra catanese dei Santapaola–Ercolano, che-in possesso di un vero arsenale, imponeva ai “capi piazza” il rifornimento esclusivo dello stupefacente dal medesimo gruppo, nonché i costi e i quantitativi di stupefacente da acquistare.

 

Napoli, spari tra esponenti di cosche contrapposte. Arrestati tre “capi” dai Carabinieri

Arrestato 37enne per spaccio di droga, era diventato un punto di  riferimento nella realtà di Urbino

Niente interferenze nel territorio di altri camorristi-estortori quali i Mazzarella  e due Clan si dichiarano guerra trascurando di aver acceso i riflettori degli investigatori. . Una indagine dei carabinieri ha condotto a provvedimenti di arresto tra componenti dei Clan rivali.   Il cuore del traffico  è Napoli a piazza Mercato, centro del commercio storico cittadino ma anche di traffici illeciti, dove persone vicine al Clan  De Luca Bossa-Minichini-Rinaldi, aggregato che viene dal quartiere di Ponticelli, ha tentato una estorsione in una piazza di spaccio dell’area.

Si apprende che gli  emissari del gruppo sono stati messi in fuga sparando da affiliati dei Mazzarella. I militari del comando provinciale dell’Arma hanno dato esecuzione a una misura di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Napoli nei confronti di tre indagati, esponenti dei due contrapposti sodalizi di criminalità organizzata, autori di reati gravi ,di associazione mafiosa e metodo mafioso,  a vario titolo di estorsione, porto e detenzione illegale di armi  eccetera..

Ministro Speranza: “se le Regioni diventassero zone gialle, forse a Natale saranno possibili gli spostamenti”

 

Covid, il Ministro Speranza conferma la Puglia in "zona arancione" | Trinitapoli news24city

 

Il ministro della Salute, Roberto Speranza,   sull’eventuale allentamento delle misure anticovid a Natale, informa pubblicamente che “sarà un Natale diverso, più sobrio. In base al modello costruito sarebbe possibile spostarsi tra le regioni solo se tutte fossero zona gialla. Bisogna comunque evitare gli spostamenti non essenziali”. 

“Proviamo a pianificare anche le vacanze con il massimo della prudenza. E’ ancora lunga e dura, le prime dosi di vaccino arriveranno a gennaio. Ma le due dosi verranno somministrate a 3-4 settimane di distanza, bisogna ancora resistere. Dobbiamo tenere alto il livello di prudenza e dobbiamo scegliere cos’è fondamentale. In questi mesi sono l’uomo delle chiusure e delle ordinanze, delle scelte più difficili. Con assoluta onestà, se venissi a dire che sarà un Natale come gli altri direi una cosa non vera e prenderei in giro le persone.

 

 

 

Papa Francesco: “Il Signore ci giudicherà sull’amore dato negato ad altri”

 

 

La nuova geopolitica di PAPA Francesco - Opinio Juris

L’Angelus invita a riflettere sul senso della vita  Il Signore ci giudicherà sull’amore dato o negato agli altri. Con l’Angelus di oggi il Papa esorta, con forza, a interrogare il nostro cuore per uscire da sé stessi e accorgersi di chi ha bisogno d’aiuto. Un invito che rivolge nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, con la quale si chiude l’anno liturgico. “Egli è l’Alfa e l’Omega, l’inizio e il compimento della storia; e la liturgia odierna si concentra sull’’omega’, cioè sul traguardo finale”, spiega il Papa. “Il senso della storia”, infatti, lo si coglie tenendo davanti agli occhi che “la fine è anche il fine”.

Il Giudizio sarà preso in base all’amore dato o negato

Nel Vangelo di questa domenica Matteo riporta il discorso di Gesù sul giudizio universale, alla fine della sua vita terrena. E il Papa sottolinea “il paradosso cristiano”: Colui che è “il Signore della storia”, “il Re dell’universo”, “il Giudice di tutti”, “non riveste una regalità temibile, ma è un pastore pieno di mitezza e di misericordia”. Nella pagina evangelica di oggi, Gesù si identifica non solo col re-pastore, ma anche con le pecore perdute. “Potremmo parlare come di una doppia identità: il re pastore, e anche Gesù e le pecore: cioè con i fratelli più piccoli e bisognosi si identifica”.

E indica così il criterio del giudizio: esso sarà preso in base all’amore concreto dato o negato a queste persone, perché Lui stesso, il giudice, è presente in ciascuna di esse. Lui è giudice. Lui è Dio, uomo, ma Lui è anche il povero, Lui è nascosto, è presente nella persona dei poveri che Lui menziona proprio lì. Dice Gesù: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto (o non avete fatto) a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete (o non l’avete) fatto a me». Saremo giudicati sull’amore. Il giudizio sarà sull’amore. Non sul sentimento, no: saremo giudicati sulle opere, sulla compassione che si fa vicinanza e aiuto premuroso.

Saremo giudicati sulle opere, sulla compassione che si fa…

La domanda centrale che il Papa chiede, dunque, di porsi oggi è: “Io mi avvicino a Gesù presente nella persona dei malati, dei poveri, dei sofferenti, dei carcerati, di coloro che hanno fame e sete di giustizia, mi avvicino a Gesù presente lì?” Alla fine del mondo, infatti, il Signore passerà in rassegna il suo gregge, “non solo dalla parte del pastore, ma anche dalla parte delle pecore, con le quali Lui si è identificato”

“Sei stato pastore di me che ero presente in questa gente che era nel bisogno, o sei stato indifferente?” Fratelli e sorelle, guardiamoci dalla logica dell’indifferenza, di quello che ci viene in mente subito. Guardare da un’altra parte quando vediamo un problema.

Quel che avete fatto al povero, al sofferente, l’avete fatto a me

Il Papa esorta, quindi, a seguire un’altra logica, ispirandosi al Buon Samaritano. Una logica che indica Gesù stesso:

 “Quello che avete fatto a questo, a questo, a questo, lo avete fatto a me. E quello che non avete fatto a questo, a questo, a questo, non lo avete fatto a me, perché io ero lì”. Che Gesù ci insegni questa logica, questa logica della prossimità, dell’avvicinarsi a Lui, con amore, nella persona dei più sofferenti.

Gesù, in questa parabola del giudizio finale, dunque, si serve dell’immagine del pastore, richiamandosi al profeta Ezechiele, il quale aveva parlato dell’intervento di Dio in favore del popolo, contro i cattivi pastori d’Israele, quelli che “erano stati crudeli e sfruttatori, preferendo pascere sé stessi piuttosto che il gregge”. Quindi “Dio stesso promette di prendersi cura personalmente del suo gregge, difendendolo dalle ingiustizie e dai soprusi”…

Ritrovati i corpi di due antichi pompeiani travolti dall’eruzione del 79 d.C.

Scavi di Pompei tra storia, archeologia e mito: viaggio alla scoperta del  sito archeologico più noto al mondo | Napoli da Vivere

Un’attività di scavo ha riportato alla luce due  corpi di  antichi pompeiani travolti dalla furia dell’eruzione del 79 d.C.  riemersi dalle ceneri grazie alla tecnica dei calchi in gesso. La scoperta è avvenuta in questi giorni durante l’attività di scavo in località Civita Giuliana, a 700 metri a nord ovest di Pompei, nell’area della grande villa suburbana dove già nel 2017 furono rinvenuti i resti di tre cavalli bardati.

I CALCHI DI POMPEI | romanoimpero.com
 

A Pompei rivive così l’antica tecnica di realizzazione dei calchi ideata nell’Ottocento da Giuseppe Fiorelli, che prevede l’introduzione di una colata di gesso liquido nelle cavità lasciate dai corpi degli abitanti dell’antica città romana all’interno del materiale vulcanico.

I resti dei due corpi, con molta probabilità, sono un ricco pompeiano e il suo schiavo, morti nel 79 d.C. durante la grande eruzione del Vesuvio. La tecnica calcografica oggi ci ridà l’immagine di due fuggiaschi con dettagli sorprendenti, dai panneggi degli antichi abiti romani alle vene delle mani.

Secondo gli studiosi, durante la prima fase eruttiva, quando l’antica città romana venne ricoperta dai lapilli, le prime vittime furono quelle intrappolate negli ambienti, investite dai crolli provocati dal materiale vulcanico depositatosi fino a un’altezza di tre metri. Di queste persone sono rimasti soltanto gli scheletri. Poco dopo, quando la città venne colpita dal flusso piroclastico che riempì gli spazi non ancora invasi dai materiali vulcanici, le persone morirono all’istante per shock termico.

I corpi rimasero nella posizione in cui erano stati investiti dal flusso, e il materiale cineritico solidificatosi ne ha conservato l’impronta dopo la decomposizione. Proprio questo è successo ai due pompeiani da poco rivenuti nella villa suburbana del Sauro Bardato a Civita Giuliana, dove uno scavo in corso dal 2017 ha riportato alla luce i resti di una lussuosa abitazione che, con una grande terrazza panoramica, dominava il Golfo di Napoli e di Capri.

È proprio sotto questa terrazza, nel criptoportico, che sono stati trovati i corpi dei due fuggiaschi: quello di un uomo abbiente, il padrone, e, molto probabilmente, quello del suo schiavo.

 La prima vittima è, quasi certamente, un ragazzo tra i 18 e i 23 anni, alto 1,56 metri. Ha il capo reclinato, con i denti e le ossa del cranio ancora parzialmente visibili; indossa una tunica corta, di lunghezza non superiore al ginocchio, di cui è ben visibile l’impronta del panneggio sulla parte bassa del ventre, con ricche e spesse pieghe.

Le tracce di tessuto suggeriscono che si tratti di una stoffa pesante, probabilmente fibre di lana. Il braccio sinistro è leggermente piegato con la mano, ben delineata, appoggiata sull’addome, mentre il destro poggia sul petto. Le gambe sono nude. Vicino al volto vi sono frammenti di intonaco bianco, trascinato dalla nube di cenere. La presenza di una serie di schiacciamenti vertebrali, inusuali per la giovane età del ragazzo, fa pensare che potesse svolgere lavori pesanti: ecco perché si pensa che fosse uno schiavo.

Durante la realizzazione di questo primo calco è avvenuta la scoperta delle ossa di un piede, che ha rivelato la presenza di una seconda vittima. È in una posizione completamente diversa rispetto alla prima, ma attestata in altri calchi a Pompei. Il volto è riverso a terra, a un livello più basso del corpo, e il gesso ha delineato con precisione il mento, le labbra e il naso, mentre si conservano parzialmente a vista le ossa del cranio. Le braccia sono ripiegate con le mani sul petto, mentre le gambe sono divaricate e con le ginocchia piegate. L’abbigliamento è più articolato rispetto all’altro uomo.

Sotto il collo della vittima, vicino allo sterno dove la stoffa crea evidenti e pesanti pieghe, si conservano infatti impronte di tessuto ben visibili riconducibili a un mantello in lana che era fermato sulla spalla sinistra. In corrispondenza della parte superiore del braccio sinistro vi è anche l’impronta di un tessuto diverso, quello di una tunica, che sembrerebbe essere lunga fino alla zona pelvica. Anche vicino al volto di questa vittima vi sono frammenti di intonaco bianco, in questo caso probabilmente crollati dal piano superiore. La robustezza del corpo, soprattutto a livello del torace, suggerisce che anche in questo caso sia un uomo, più anziano però rispetto al primo, con un’età compresa tra i 30 e i 40 anni e alto circa 1,62 metri.Chissà se l’attività di scavo archeologica ci restituisca altre testimonianze dell’epoca…

 

Covid: 692 decessi in Italia fra cui 43 in Sicilia -I ricoveri restano stabili nell’isola

Covid-19, Al S.Orsola di Bologna disegni per riconoscersi dietro a  protezioni

 

Le novità del Ministero della Salute riportano a 34.767 i nuovi contagi da coronavirus in Italia . Da ieri sono stati registrati altri 692 morti, che portano il totale a 49.261 dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 237.225 tamponi. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 3.758, con un incremento di 10 unità. I soggetti guariti nel complesso sono 539.524 (+19.502 da ieri).

In Sicilia nella ultime 24 ore sono stati registrati 1838 nuovi casi di Covid con 43 morti. I tamponi sono stati 9386 e il rapporto tra positivi su test processati sale quindi al 19,5%.

C’è comunque un dato importante: i ricoveri in rianimazione non crescono e restano stabili a quota 242. Crescono di poco invece le persone complessivamente ricoverate: sono 1810 (erano 1779).  In isolamento domiciliare vi sono 34.431 siciliani (e il numero totale degli attualmente positivi è di 36.241). 

I guariti nelle ultime 24 ore sono stati 310. Nelle province siciliane è Catania quella con più nuovi contagi: 625. Seguono Palermo con 583, Messina con 145, Siracusa con 126, Agrigento con 107, Trapani con 71, Caltanissetta con 70, Ragusa con 56, Enna con 55.

 

Disco verde del governo al decreto “Ristori” per l’emergenza Covid

 

Disco verde del governo Conte  al decreto ristori ter che introduce misure finanziarie urgenti connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Governo Conte 2, la lista dei ministri — idealista/news

Il testo interviene con un ulteriore stanziamento di risorse, pari a 1,95 miliardi di euro per l’anno 2020, destinato al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle misure disposte a tutela della salute, al sostegno dei lavoratori in esse impiegati, nonché con ulteriori misure connesse all’emergenza in corso.

Il provvedimento prevede  l’incremento di 1,45 miliardi, per il 2020, della dotazione del fondo previsto dal decreto ‘ristori bis’ (decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149) per compensare le attività economiche che operano nelle Regioni che passano a una fascia di rischio più alta; l’inclusione delle attività di commercio al dettaglio di calzature tra quelle che, nelle cosiddette ‘zone rosse’, sono destinatarie del contributo a fondo perduto; l’istituzione di un fondo con una dotazione di 400 milioni di euro, da erogare ai Comuni, per l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare; l’aumento di 100 milioni per il 2020 della dotazione finanziaria del Fondo per le emergenze nazionali, allo scopo di provvedere all’acquisto e alla distribuzione di farmaci per la cura dei pazienti affetti da Covid-19.

Un provvedimento che dovrà passare dalla lente del Parlamento sarà poi l’ulteriore scostamento di bilancio per 8 miliardi. Attraverso le risorse aggiuntive che saranno rese disponibili con lo scostamento, il governo intende adottare misure che, in continuità con quelle precedenti, consentiranno di estendere gli interventi previsti a favore degli operatori economici, per il sostegno dei settori produttivi e per il sostegno dei cittadini, anche attraverso un utilizzo adeguato della leva fiscale.

 

Riprende la pena capitale negli Stati Uniti Giustiziato un afroamericano per un atroce delitto

Economia processuale, principio di legalità e pena di morte | Quotidiano  Giuridico

Riprende la pena capitale negli Stati Uniti.    l’ottava pena federale massima  di quest’anno. Orlando Hall è stato giustiziato la scorsa notte nel carcere di Terre Haute, in Indiana, dopo che la Corte Suprema ha respinto un ultimo appello. Nella maggioranza conservatrice recentemente Donald Trump aveva inserito Amy Comey Barrett, la nuova giudice suprema..

La pena capitale si sa è molto contestata dai Paesi autenticamente democratici e cristiani.  E’ l’orrore sull’orrore. Dopo 17 anni di sospensione, le condanne a morte federali sono riprese quest’anno su indicazione di Trump. Con il caso Hall si viola anche la consuetudine di sospendere le esecuzioni durante la transizione fra un presidente e l’altro, per permettere al nuovo capo della Casa Bianca di decidere in merito.

Hall, un afroamericano di 49 anni, era stato condannato a morte nel 1994 per un’atroce delitto, il rapimento, lo stupro e l’omicidio di una sedicenne, Lisa Renee, che era stata sepolta ancora viva. Secondo l’accusa, la ragazza, che non c’entrava nulla, era stata rapita dalla banda di cui faceva parte Hall per punire il fratello per uno sgarbo in un traffico di droga.
Hall non ha mai negato la partecipazione al delitto ed ha espresso rimorso dopo la condanna

La pena di morte, un dibattito tra le nostre stagiste - La Mescolanza

Una costante i decessi per Covid: 699 in Italia fra cui 43 in Sicilia Oltre 37 mila i nuovi contagi

COMUNICATO STAMPA - Nuovo reparto di Day Hospital dell'Ematologia dell' ospedale Mauriziano di Torino - A. O. Ordine Mauriziano di Torino

 

Sono 37.242-secondo i nuovi dati del Ministero della Salute – i nuovi contagi Covid in Italia  Da ieri sono stati registrati altri 699 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 238.077 tamponi. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 3.748, con un incremento di 36 unità.

Nella Regione Sicilia sono 1634 i nuovi casi di covid registrati nelle ultime 24 ore. Il bilancio parla anche di 43 morti. I tamponi processati sono stati 10020.

I ricoverati nelle Terapie intensive sono 242, solo 2 in più rispetto a ieri, così come il numero delle persone ricoverate che è di 1779 (solo 7 in più rispetto a ieri).
In isolamento domiciliare ci sono 34756 persone, mentre i guariti nelle ultime 24 ore sono stati addirittura 416.

Nelle province si sono registrati 574 nuovi casi a Palermo,. 404 a Catania, 186 a Messina, 109 a Ragusa, 89 a Trapani, 
25 a Siracusa, 82 ad Agrigento, 63 a Caltanissetta e 102 a Enna. 

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