Tutti in trincea, orgogliosi di essere italiani. Conte” Grazie a medici,infermieri,a chi ci sostiene dai balconi…..insieme ce la faremo”

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E’ stato approvato dal Cdm il maxi decreto ‘Cura Italia’ per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

Il consiglio dei ministri ha varato infatti  le misure economiche per fornire sostegni ed  aiuti ai medici, lavoratori, famiglie e imprese, un’iniezione di sostegno all’economia da circa 25 miliardi e finanziamenti mobilitati per 350 miliardi.

Il governo è vicino alle imprese, ai commercianti, ai liberi professionisti, alle famiglie, ai nonni, alle mamme e ai papà che stanno facendo un sacrificio per la salute di tutti – ha esordito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa assieme al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo.

Possiamo parlare di modello italiano – continua il premier – non solo per il contenimento del contagio sul piano sanitario, ma anche per quanto riguarda la politica economica per far fonte a questa grande emergenza. Questa è una manovra economica poderosa, non possiamo combattere un’alluvione con gli stracci e i secchi. Ma abbiamo costruito una vera e propria diga protettiva per famiglie, imprese e lavoratori e vogliamo che l’Europa ci segua“.

Ma non è tutto … “Siamo consapevoli che questo decreto non basterà. Ma il governo oggi risponde ‘presente’ e lo farà anche domani. Dovremo poi ricostruire il tessuto economico e sociale che uscirà fortemente intaccato da questa emergenza e lo faremo con un piano di ingenti investimenti e con una rapidità che il nostro Paese non ha mai conosciuto prima”.

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Non nasconde Conte- lui che proprio non dorme più la notte-  il proprio orgoglio italiano: “Sono orgoglioso perché partecipe di una comunità che ho l’onore di guidare in un periodo così complesso della nostra storia. Alcuni italiani sono in trincea negli ospedali, in fabbrica, nelle farmacie o dietro ai banconi di un supermercato, tanti rimangono a casa ma non sono inerti, li sostengono dal balcone, dalla finestra, cantando l’inno nazionale. Possiamo essere orgogliosi di essere italiani, insieme ce la faremo”.

In sintesi il decreto stanzia tre miliardi e mezzo alla Sanità e oltre 10 miliardiper la tutela del lavoro, “affinché nessuno perda il posto”, ribadisce Gualtieri, che annuncia un nuovo decreto economico in aprile.

           Instancabile Conte: “Orgoglioso di essere Italiano, che l’Europa ci segua…”

Il varo del provvedimento è stato accompagnato da polemiche da parte delle opposizioni. La Lega ha infatti “criticato” l’intervento straordinario in una nota: “Il governo ha scelto la strada del solito provvedimento omnibus, di una manovra vecchia maniera. Un decreto confuso, forse per accontentare le molte anime della maggioranza. Riconosciamo all’esecutivo di aver ascoltato le nostre proposte, ma è poi mancata vera condivisione”.

Serpeggia nervosismo e preoccupazione per una situazione che, ogni giorno, sembra sfuggire di mano, con l’asticella dell’emergenza che sale anziché scendere. Sul decreto ‘cura Italia’, al centro di un Cdm iniziato con due ore di ritardo e durato altrettanto, si sono registrate parecchie tensioni nel governo che ha dato il via libera al provvedimento.

Soddisfatta la richiesta del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci di chiudere i collegamenti con l’isola.      Il  Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha già  firmato  il Decreto che prevede la sospensione dei collegamenti e dei trasporti ordinari delle persone da e per la Sicilia. Regolare, invece, il trasporto merci.

. L’obiettivo delle misure inserite nel Decreto è quello di contrastare il diffondersi dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, limitando al massimo il rischio di possibili fonti di contagio provenienti dall’esterno della Sicilia..

Nel decreto, si specifica che le persone possono viaggiare su navi adibite al trasporto merci esclusivamente per dimostrate ed improrogabili esigenze, previa autorizzazione del Presidente della Regione.   Sono inoltre consentiti gli spostamenti via mare per i passeggeri da Messina per Villa San Giovanni e Reggio Calabria e viceversa, per comprovate esigenze di lavoro, di salute o per situazioni di necessità.

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Il trasporto aereo delle persone, da e verso la Sicilia, è assicurato soltanto per improrogabili esigenze di connessione territoriale con la penisola, esclusivamente presso gli aeroporti di Palermo e Catania, mediante due voli A/R Roma-Catania e due voli A/R Roma-Palermo, uno meridiano e l’altro antimeridiano, con sospensione di tutti gli altri voli compresi quelli internazionali.
Per i collegamenti ferroviari diurni è previsto il mantenimento dei collegamenti minimi essenziali mediante un treno giorno intercity Roma/Palermo e viceversa.Sono soppressi, infine, i servizi automobilistici interregionali.

– “La situazione in Sicilia è preoccupante  perché abbiamo accolto oltre 31 mila persone dal nord Italia-avverte Francesco Italia, sindaco di Siracusa e bisogna vedere quanti seguono la quarantena”. Ecco perché per Italia il Provvedimento “è doveroso” anche se esprime la sua solidarietà e “vicinanza alle famiglie divise, ma alcuni sacrifici di pochi sono necessari per il bene di molti. L’altruismo è il vero antidoto al contagio del virus”.

“La salvezza dell’uomo non sta nelle cose di questo mondo che producono siccità ma in Gesù che offre acqua viva”

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E’ la  Biblioteca del Palazzo Apostolico il luogo dove Papa Francesco dirà l’Angelus in diretta streaming a causa dell’emergenza Coronavirus, una modalità di trasmissione già sperimentata per l’udienza generale così come avverrà per la Pasqua, la Settimana Santa.    Papa Francesco rivolge il pensiero alla Chiesa della Lombardia, regione maggiormente colpita dalla pandemia . Ricorda un’immagine, quella dell’arcivescovo Delpini sul tetto del Duomo a pregare la Beata Vergine Maria perchè interceda.

Gesù spezza ogni barriera, si rivolge alla Samaritana per chiedergli l’acqua

L’acqua come elemento che sostiene la vita e come mistero.    Il passo evangelico di oggi, terza domenica di Quaresima riporta infatti l’incontro di Gesù al pozzo con la Samaritana. Cristo, stanco e assetato, chiede da bere ad una donna che appartiene ad una comunità disprezzata dai Giudei “rompendo – afferma il Pontefice – ogni barriera”:

Arriva una donna a prendere acqua e lui le chiede: «Dammi da bere» (v. 7). Così, rompendo ogni barriera, comincia un dialogo in cui svela a quella donna il ‘mistero dell’acqua viva’, cioè dello Spirito Santo, dono di Dio. Infatti, alla reazione di sorpresa della donna, Gesù risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva» (v. 10).

“Se la nostra ricerca e la nostra sete trovano in Cristo pieno appagamento, manifesteremo che la salvezza non sta nelle “cose” di questo mondo, ma in Colui che ci ha amati e sempre ci ama: Gesù nostro Salvatore (Papa Francesco)”

Mosè fa sgorgare l’acqua da una roccia per la sete di Israele

Nella tradizione biblica, spiega il Papa, Dio è la fonte dell’acqua viva e allontanarsi da Lui comporta la peggiore siccità. È quanto accade al popolo di Israele guidato nel deserto da Mosè:

Nel lungo cammino verso la libertà, esso, arso dalla sete, protesta contro Mosè e contro Dio perché non c’è acqua. Allora, per volere di Dio, Mosè fa scaturire l’acqua da una roccia, come segno della provvidenza di Dio che accompagna il suo popolo e gli dà vita.

La roccia è il Tempio da cui sgorga lo Spirito Santo

In quella roccia da cui zampilla l’acqua, San Paolo vede Cristo, “sorgente da cui scaturisce lo Spirito Santo”:

L’apostolo Paolo interpreta quella roccia come simbolo di Cristo, anzi, come misteriosa figura della sua presenza in mezzo al popolo di Dio in cammino  . Cristo infatti è il Tempio dal quale, secondo la visione dei profeti, sgorga lo Spirito Santo, che purifica e dà vita. Chi ha sete di salvezza può attingere gratuitamente da Gesù, e lo Spirito diventerà in lui o in lei una sorgente di vita piena ed eterna. La promessa dell’acqua viva che Gesù ha fatto alla Samaritana è divenuta realtà nella sua Pasqua: dal suo costato trafitto sono usciti «sangue ed acqua» (Gv 19,34). Cristo, Agnello immolato e risorto, è la sorgente da cui scaturisce lo Spirito Santo, che rimette i peccati e rigenera a vita nuova. 

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Chiunque incontra Gesù, lo racconti agli altri per testimoniare la vita e la speranza

Francesco parla del bisogno di raccontarlo agli altri proprio come accadde alla Samaritana:

Impossibile tacere dopo l’incontro con Cristo perchè, prosegue ancora Papa Francesco, come la Samaritana, chiunque incontra personalmente Gesù vivo sente il bisogno di raccontarlo agli altri, così che tutti arrivino a confessare che Gesù «è veramente il salvatore del mondo» (Gv 4,42), come dissero poi i compaesani di quella donna. Anche noi, generati a vita nuova mediante il Battesimo, siamo chiamati a testimoniare la vita e la speranza che sono in noi.

Se la nostra ricerca e la nostra sete trovano in Cristo pieno appagamento, manifesteremo che la salvezza non sta nelle “cose” di questo mondo, che alla fine producono siccità ma in Colui che ci ha amati e sempre ci ama: Gesù nostro Salvatore, nell’acqua viva che Lui ci offre.

Firmato il Protocollo di Sicurezza nelle imprese

 

 

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Raggiunta l’intesa tra sindacati e imprese,  Dopo un lungo confronto , anche in videoconferenza con il governo, è stato firmato il “protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”. Al tavolo, a distanza, erano presenti Cgil, Cisl, Uil, Confindustria e Confapi. “L’Italia -afferma Conte – va avanti, non si ferma”.

“L’accordo sottoscritto, spiegano i sindacati, potrà riaprire le imprese e “consentirà alle imprese di tutti i settori, attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali e la riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro“.
I lavoratori e le lavoratrici italiane sapranno agire e contribuire nell’adeguare l’organizzazione aziendale e i ritmi produttivi per garantire la massima sicurezza possibile e la continuazione produttiva essenziale per non fermare il Paese”.

Come un profeta, Bill Gates aveva previsto nel 2015 che i batteri avrebbero ucciso milioni di persone

 

NEW YORK

«La prossima guerra che ci distruggerà non sarà fatta di armi ma di batteri. Spendiamo una fortuna in deterrenza nucleare, e così poco nella prevenzione contro una pandemia, eppure un virus oggi sconosciuto potrebbe uccidere nei prossimi anni milioni di persone e causare una perdita finanziaria di 3.000 miliardi in tutto il mondo». Eravamo al marzo del 2015 quando Bill Gates, inventore di Microsoft e oggi grande filantropo dedicato a lottare per la protezione della salute nel mondo, pronunciò queste parole nel corso di un Ted Talk. Ad ascoltare l’intero messaggio, appena otto minuti, c’è da pensare che l’uomo più ricco del mondo sia anche fra i più saggi del mondo e persino il più profetico   

Forse è questo il motivo che ieri  in coerenza con la sua personalità filantropica, Bill Gates abbia annunciato l’uscita dal consiglio di amministrazione di Microsoft per dedicare più tempo alle sue attività filantropiche come la sanità, il cambiamento climatico, l’istruzione e lo sviluppo. 

 Barack Obama pensò alla  creazione di un’unità di crisi permanente contro le pandemie, un gruppo misto di scienziati e specialisti della sicurezza nazionale. Nei giorni precedenti all’insediamento di Trump alla Casa Bianca, il team dei consulenti presidenziali per la Sicurezza uscente invitò alla Casa Bianca quello appena messo insieme da Donald Trump per una visita rituale di passaggio delle consegne, imposta dopo l’11 settembre. Obama volle che in quella occasione a fianco delle ipotesi di attacchi terroristici e cibernetici, fosse inserita una simulazione – come suggerì Bill Gates -dell’arrivo di una pandemia, e il giorno dell’inaugurazione rivolse al nuovo presidente un ultimo appello sulla problematica della guerra microbica

Ma le sollecitazioni, per quanto autorevoli, non servirono a nulla. John Bolton per conto di Trump ha sciolto l’unità di crisi in quanto rappresentava una spesa superflua. 
 

ANCE CATANIA, PRESIDENTE PIANA: « “STOP” DEI CANTIERI PER GARANTIRE SICUREZZA»

Covid-19, l’associazione costruttori etnei chiede misure urgenti

 

CATANIA – 

«Per chi lavora in alcuni cantieri è quasi impossibile rispettare le norme per evitare il contagio del Coronavirus. Per questo crediamo sia necessario un provvedimento per la sospensione dei lavori, fatta eccezione per i casi di urgenza ed emergenza». Così Giuseppe Piana, presidente di Ance Catania, analizza l’attuale situazione del settore edile in seguito alle disposizioni di sicurezza ministeriali.

 

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Nella foto Gabriele Buia

Il tutto in linea con quanto dichiarato anche dal presidente nazionale dell’associazione costruttori Gabriele Buia: «Ci sono difficoltà – prosegue Piana – ad assicurare servizi di trasporto, vitto e alloggio agli operai, ad acquistare i dispositivi di protezione personale, così come i materiali: è impossibile proseguire senza esporre i lavoratori ai rischi seri che corre tutta la popolazione in questo momento così delicato. È mia intenzione interessare il Prefetto affinchè venga emesso un provvedimento rivolto a tutte le Stazioni appaltanti dell’Area Metropolitana di Catania per valutare la necessità di sospendere le attività di cantiere – salvo per i lavori urgenti – sino al rientro dell’emergenza sanitaria. La salute è un bene primario: del resto il valore più grande delle nostre imprese è rappresentato dai lavoratori. È alla loro sicurezza e a quella delle loro famiglie che vogliamo prioritariamente pensare».

«Tenendo conto dell’attuale e difficile situazione sanitaria e del comparto edile – sottolinea – chiediamo però “misure” per la sopravvivenza delle imprese e per preservare i livelli occupazionali: dall’ampliamento dei limiti degli ammortizzatori sociali, alla sospensione dei versamenti tributari, assistenziali e previdenziali per garantire liquidità alle imprese, avviando i pagamenti per i cantieri che si fermeranno». Proprio su quest’ultimo aspetto l’assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana Marco Falcone ha accolto ieri l’appello lanciato proprio dal presidente Piana: «Era necessario intervenire emettendo subito gli stati di avanzamento lavori (SAL) in deroga ai capitolati d’appalto, per evitare il collasso dell’intero settore edilizio – conclude Piana – ringraziamo l’assessore Falcone per l’intervento tempestivo e cruciale in un momento così drammatico per la salute pubblica e per il nostro comparto: in questo modo si potrà venire incontro alle esigenze economiche di imprese e lavoratori».

LI HANNO DIMENTICATI: DIO AIUTI I SENZA CASA AVVOLTI NELLE COPERTE SULLE STRADE DI CATANIA E NAPOLI

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di    R.Lanza.

Altri 250 decessi in 24 ore secondo l’ultimo bollettino della Protezione civile. , l’Iss sta facendo tutta una serie di indagini epidemiologiche e cliniche”, ha sottolineato subito dopo Angelo Borrelli commissario straordinario per l’emergenza coronavirus ricordando che le vittime in totale sono 1.266.

Napoli

Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile proseguono i lavori del Comitato Operativo al fine di assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile.  Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, al momento 14.955 persone risultano positive al virus. Ad oggi, in Italia sono stati 17.660 i casi totali.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 7.732 in Lombardia, 2.011 in Emilia-Romagna, 1.453 in Veneto, 794 in Piemonte, 698 nelle Marche, 455 in Toscana, 304 in Liguria, 242 nel Lazio, 236 in Friuli Venezia Giulia, 213 in Campania, 157 nella Provincia autonoma di Trento, 126 in Sicilia, 123 nella Provincia autonoma di Bolzano, 121 in Puglia, 83 in Abruzzo, 73 in Umbria, 43 in Sardegna, 37 in Calabria, 27 in Valle d’Aosta, 17 in Molise e 10 in Basilicata.

Sono 1.439 le persone guarite. I deceduti sono 1.266, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.

Ci sono 181 guariti in più” con un totale di 1.439. Ma si registrano “2.116 casi in più, 14.955 positivi in totale: 6.201 in isolamento domiciliare, 1.328 in terapia intensiva” e “7.426” i ricoverati con sintomi…

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I pazienti deceduti positivi hanno una media di 80,3 anni, sono prevalentemente maschi. Le donne sono solo il 25,8%. L’età media dei deceduti è significativamente più alta rispetto a quella degli altri positivi. Le fasce d’età più colpite sono tra i 70 e i 79 anni, con un picco tra gli 80 e gli 89 anni”, ha ricordato poi il direttore di Iss, Brusaferro. “Purtroppo anche la letalità, il numero di deceduti tra gli ammalati, è più elevata tra le persone oltre gli 80 anni. In questi soggetti, la maggioranza è portatrice di più patologie croniche“. “Solo 2 persone non sono risultate portatrici di patologie, ma le cartelle cliniche devono essere ancora esaminate nel dettaglio. Il 46-47% ha 3 o più patologie”, ha aggiunto. “In pazienti con patologie e con fragilità intrinseche, un’infezione alle vie respiratorie può portare al decesso”…

I sintomi di più comune riscontro nei pazienti deceduti sono dispnea e febbre. Nei due pazienti deceduti con età inferiore ai 40 anni, uno era 39enne e presentava una patologia neoplastica. L’infezione da coronavirus verosimilmente ha aggravato una situazione di per sé già complicata. Un’altra persona di 39 anni è deceduta a casa e aveva fattori di comorbosità come diabete e obesità, oltre ad altri disturbi”…

Riportiamo pure la nuova  ordinanza del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, per prevenire e gestire l’emergenza epidemiologica del Coronavirus nell’Isola. Oltre al recepimento del Dpcm dello scorso 11 marzo, il governatore ha inserito altre misure restrittive sul territorio regionale in materia di trasporti pubblici, controllo negli aeroporti, esercizi commerciali, attività alimentari all’aperto, obblighi per chi arriva in Sicilia, dipendenti regionali e personale degli Enti locali.

                  DISINFEZIONE NEGLI UFFICI REGIONALI E RICORSO ALLE FERIE

Trasporti pubblici: prevista la riduzione delle corse dei bus extraurbani (saranno in servizio solo nelle fasce orarie 5.30-9, 13.30-16 e 17-19) e urbani (dalle 6 alle 21). I mezzi dovranno essere quantitativamente adeguati e garantire la distanza di sicurezza interpersonale dei passeggeri di almeno un metro. Per quanto riguarda i collegamenti marittimi con le isole minori, vengono ridotte le corse dei traghetti e abolite quelle integrative dei mezzi veloci.
    Controlli aeroporti e porti: gli uffici di Sanità marittima, aerea e di frontiera dovranno estendere i controlli, già presenti negli altri aeroporti dell’Isola, anche a Lampedusa e Pantelleria. Per favorire la regolare prosecuzione dei servizi di traghettamento nello Stretto di Messina – per l’approvvigionamento di beni, con particolare riguardo a quelli considerati di prima necessità, e la mobilità in sicurezza delle persone nei casi consentiti – le Società di navigazione dovranno adottare un apposito “Protocollo di sicurezza”.
    Pulizia bus, treni e navi: Sancito l’obbligo di disinfezione giornaliera dei treni regionali e di tutto il trasporto pubblico locale via terra e via mare e prevista l’istituzione di “presidi sanitari dedicati” presso i porti di Palermo, Messina, Milazzo, Trapani e Porto Empedocle, per il controllo dei passeggeri diretti o provenienti dalle isole minori.
    Ordinanze sindacali: i sindaci, d’ora in poi, prima di emettere ordinanze in materia dovranno raccordarsi, preventivamente, con il Coordinamento della presidenza della Regione, tramite l’Anci Sicilia o il dipartimento della Protezione civile regionale.
    Obblighi per chi arriva in Sicilia: ulteriore stretta per l’ingresso di persone. I residenti o domiciliati nell’Isola che vi facciano rientro da altre regioni, o dall’estero, devono comunicare tale circostanza al Comune, all’Asp competente per territorio, nonché al proprio medico, con obbligo di quarantena domiciliare per due settimane, con divieto di contatti sociali, spostamento e viaggi.
    Attività commerciali: per garantire, prioritariamente, la distribuzione della filiera sanitaria e di quella agro-alimentare, le imprese della Grande distribuzione dovranno predisporre, nelle aree di stoccaggio, servizi igienici, anche mobili, per assistere gli autotrasportatori. L’ingresso ai mercati ittici e ortofrutticoli è limitato ai soli operatori commerciali dei rispettivi settori. Per quanto riguarda la prosecuzione delle attività alimentari all’aperto, come i mercati rionali, la decisione spetta ai sindaci, verificate le condizioni minime di sicurezza. Limiti acquisto merce Per contrastare fenomeni di possibile allarme sociale, determinati dall’acquisto di ingiustificate quantità di prodotti alimentari, sanitari e farmaceutici, i responsabili degli esercizi commerciali sono tenuti a vigilare su episodi di accaparramento di merce spropositato.
    Uffici regionali e comunali: nuove norme per il personale della Regione, degli enti sottoposti a vigilanza e controllo dell’Amministrazione regionale e delle società a controllo pubblico. Si fa ricorso alla modalità di “lavoro agile” e si adottano piani per la fruizione delle ferie residue dell’anno precedente. Ogni iniziativa deve essere finalizzata a coniugare la tutela della salute pubblica con la continuità dell’azione amministrativa. Si continua ad effettuare la pulizia e disinfezione straordinaria dei locali e a installare all’ingresso e lungo i corridoi dispensatori di disinfettante o antisettico per le mani. Sono sospesi gli accessi dell’utenza esterna, che resta in contatto con il personale attraverso telefono e mail istituzionali.
   

Signori, è arrivato-purtroppo- il momento più buio dell’Italia

                   CORONAVIRUS: “UN DEMONE” SCESO DALL’INFERNO MA POSSIAMO CONTROLLARLO

E’ il momento di compiere un passo in più, quello più importante. Disponiamo la chiusura di tutte le attività commerciali di vendita al dettaglio, ad eccezione di quelli di vendita di generi alimentari e delle farmacie. Non è necessario fare nessuna corsa per acquistare cibo”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte,non avrebbe voluto arrivare a tante misure drastiche che piegheranno ancor di più l’economia italiana e chi dovrà restare chiuso per osservare la direttiva contenuta in questo nuovo decreto firmato già dal premier.. Il premier chiarisce che le nuove misure rimarranno in vigore un paio di settimane. Occorre dunque restare a casa per questo periodo, poi si vedrà l’evoluzione della pandemia

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Il ritratto “L’ultima Cena” di Leonardo da Vinci diventa oggi il paradosso così piena di discepoli a contatto

Bisogna “incentivare lavoro agile e ferie”, le “industrie rimarranno aperte con misure sicurezza”. Saranno “garantiti i servizi pubblici essenziali e i trasporti”. Il premier annuncia la nomina di Domenico Arcuri a commissario per le terapie intensive con “ampi poteri”. “A breve nominerò un commissario delegale, per potenziare la risposta delle strutture ospedaliere all’emergenza sanitaria. Sarà un commissario che avrà ampio potere di deroga e lavorerà soprattutto per la produzione e la distribuzione di attrezzature per terapia intensiva e sub intensiva. Sarà Domenico Arcuri, che si coordinerà con Borrelli”, le parole del premier.

“Le vostre rinunce piccole e grandi stanno dando un grande contributo al paese -dice rivolgendosi agli italiani-. Tutto il mondo ci guarda per i numeri del contagio, vedono un paese in difficoltà. Ma ci apprezzano perché stiamo dando prova di rigore e di resistenza. Domani ci prenderanno come esempio positivo di un paese che grazie al proprio senso di comunità è riuscito a vincere questa battaglia contro la pandemia“, prosegue.

“Siamo quelli che stanno reagendo con maggior forza e con la massima precauzione, diventando un modello per tutti gli altri. Questa sfida riguarda la salute dei cittadini ma anche la tenuta della nostra economia, del nostro tessuto produttivo fatto di piccole e medie imprese. Finora abbiamo tenuto conto di tutti gli interessi in gioco. Ora -afferma- è il momento di compiere un passo in più, quello più importante”.

“Chiudiamo negozi, bar, pub, ristoranti, lasciando la possibilità di fare consegne a domicilio. Chiudono parrucchieri e centri estetici, chiudono i servizi di mensa, che non garantiscono la distanza di sicurezza di un metro. Per quanto riguarda le attività produttive e professionali, va attuata il più possibile la modalità del lavoro agile, vanno incentivate le ferie, i congedi retribuiti -dice Conte-. Restano chiusi i reparti aziendali che non sono indispensabili, le industrie potranno continuare a svolgere le proprie attività produttive a condizione che adottino protocolli di sicurezza che evitino il contagio con turni, ferie anticipate e chiusura di reparti non indispensabili. Resta garantito lo svolgimento dei servizi pubblici essenziali, tra cui trasporti e servizi di pubblica utilità –bancari, postali, finanziari, assicurativi– nonché delle attività accessorie rispetto al corretto funzionamento dei settori rimasti in attività. Saranno garantite le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare, comprese le filiere”.

“Dobbiamo limitare spostamenti per lavoro, salute o necessità“, prosegue. “Dobbiamo essere consapevoli che l’effetto di questo sforzo si vedrà tra poche settimane, un paio di settimane. Per avere un riscontro effettivo dovremo attendere un paio di settimane”, evidenzia.

CORONAVIRUS, ANCE CATANIA: «PROVVEDIMENTI URGENTI PER GARANTIRE LIQUIDITÀ ED EVITARE CROLLO SETTORE EDILIZIO

 

Emergenza Covid-19, gravi conseguenze per imprese

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L’appello del presidente Giuseppe Piana all’assessore regionale Marco Falcone: «SAL per i lavori maturati alla data del 10 marzo, ma anche potenziamento ed estensione Cassa integrazione»

CATANIA –

«L’emergenza sanitaria e i provvedimenti presi per il diffondersi del Coronavirus avranno forti ripercussioni sull’economia complessiva del nostro Paese. Non solo per chi vedrà diminuire le vendite e la clientela (si parla anche di chiusura totale di alcune attività commerciali), ma anche e soprattutto per il settore edilizio. Un comparto già in difficoltà e che, in Sicilia, potrebbe avere conseguenze ancor più gravi: «Credo sia necessario attivare ogni iniziativa per porre in sicurezza le imprese. Le attività nei cantieri non possono essere svolte con l’utilizzo dello smartworking, se non in misura residuale – sottolinea il presidente Ance Catania Giuseppe Piana (nella foto sopra)- che vengano pure assunte, con senso di responsabilità da parte di tutti, misure drastiche per evitare la diffusione del Covid–19, ma oggi più che mai è necessario intervenire tempestivamente a sostegno di imprese e lavoratori».

Il presidente Piana lancia un appello all’assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Siciliana Marco Falcone: «Certo è che ci saranno dei rallentamenti nella produzione per garantire le distanze di sicurezza tra i dipendenti e per la difficoltà a reperire materiali provenienti dal resto d’Italia, specie dalle zone più a rischio. In modo speculare, ci saranno dei ritardi nell’emissione degli stati di avanzamento lavori e quindi nel raggiungimento delle soglie di importo previste nelle clausole contrattuali. Quindi occorre consentire alle Stazioni Appaltanti che operano sul territorio regionale di emettere i SAL per gli importi già maturati al 10 marzo (data dell’ultimo DPCM) in deroga alle clausole contrattuali».

«È altresì auspicabile – conclude il rappresentante dei Costruttori etnei – l’intervento della Regione per sostenere il ricorso, con deroga, dell’estensione della Cassa integrazione anche ai lavoratori dipendenti da datori di lavoro che, pur disponendo ancora di ammortizzatori “ordinari”, non siano in possesso dei requisiti di accesso, con l’obiettivo di preservare i livelli occupazionali».

Aggiornamento Coronavirus: 81 casi in Sicilia, 1 decesso e,nel resto d’Italia 12462 positivi-contagiati-al virus Morti:827

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Aggiornamento delle ore 18.00

 

Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile proseguono i lavori del Comitato Operativo al fine di assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile.  Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, al momento 10.590 persone risultano positive al virus. Ad oggi, in Italia sono stati 12.462 i casi totali.

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 5.763 in Lombardia, 1588 in Emilia-Romagna, 940 in Veneto, 480 in Piemonte, 461 nelle Marche, 314 in Toscana, 181 in Liguria, 149 in Campania, 125 nel Lazio, 110 in Friuli Venezia Giulia, 71 in Puglia, 74 nella Provincia autonoma di Trento, 75 nella Provincia autonoma di Bolzano, 81 in Sicilia,(1 decesso oggi all’Ospedale “Gravina” di Caltagirone n.d.r.) 44 in Umbria, 37 in Abruzzo, 37 in Sardegna, 19 in Valle d’Aosta, 17 in Calabria, 16 in Molise e 8 in Basilicata.

Sono 1045 le persone guarite. I deceduti sono 827, questo numero, però, potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.

SFIDA GLOBALE AL COVID-19 CHE FLAGELLA IL MONDO E COSTRINGE AD USCIRE DALLE ABITUDINI E DA UNA VITA PROGRAMMATA

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di   R.Lanza

Non c’è tregua, un attimo di respiro.  Un impegno coinvolgente ,una sfida globale che affonda i suoi artigli nell’antropologia umana, costringendo ognuno di noi a rivedere le sue abitudini, le sue sfere di quotidianità, in nome di un’emergenza che si accresce ogni giorno di più . 

E’ persino commovente l’impegno straordinario e l’energia del premier Conte che tra una edizione straordinaria e l’altra dei tg e mass-media , invita l’Italia a resistere, a non demordere in questa impari lotta contro l’invisibilità.       Sotto alcuni aspetti il virus che discende dal vampiro pipistrello ci insegna -proprio come fanno questi volatili- a convivere in amicizia e a scambiarsi l’un con l’altro il cibo – a capire meglio i valori dell’umanità e della solidarietà  .    Che tutto nella vita è provvisorio .    E’ una una stagione da fase bellica...

Alcuni spunti li offre Interris. Afferma il quotidiano cattolico: “Nella letteratura che la ancor breve storia del coronavirus ha prodotto, specie nelle fasi iniziali, ha preso piede la chiave di volta che vedeva nel virus una minaccia riconducibile al bioterrorismo, ipotesi inizialmente accolta (perlomeno in forma di dibattito) poi via via accantonata alla luce della ben più urgente opera di contrasto. Del resto, secondo il professor Jean-Pierre Darnis, consigliere scientifico dello Iai e professore associato all’Università di Nizza Sophia-Antipolis, si tratta di un riflesso classico delle situazioni di emergenza: “Farsi paura e aver paura. E’ un desiderio antropocentrico – – pensare che le cose siano da ricondurre a un atto doloso. La maggior parte dei rischi, però, sono incidentali o naturali. Che l’uomo possa entrarci o meno in qualche modo è vero ma non sono assolutamente riconducibili a un dolo”.

Nel caso del coronavirus, l’impressione è di trovarsi di fronte a una prova non nuova per il genere umano ma, di rimando, profondamente diversa dalle precedenti nei suoi effetti più tangibili: “Abbiamo un evento pandemico che di per sé non rappresenta una novità ma, nello specifico, mette in ginocchio le capacità ospedaliere, perché intasa pronto soccorso e reparti di terapia intensiva. E da questo si crea una completa rottura della catena ospedaliera sulle cure, anche quelle non legate a questa patologia. Purtroppo è una situazione molto difficile ma da questo nesso, che può sembrare molto settoriale e non contraddice il fatto che molte delle persone che prendono questa malattia hanno sintomi molto lievi, si crea una violenza sulla società che sta producendo effetti a catena fino a pochi giorni fa non pensabili”. Una crisi innanzitutto sociale, che rimette in discussione “il senso di sicurezza, affidamento, di senso civile e anche di democrazia”. Uno scenario molto particolare, “immaginato ma come frutto di un attacco terroristico. E’ qualcosa di estremamente preoccupante ma che possiamo definire naturale”.

Secondo Darnis, “un attentato terroristico probabilmente non sarebbe arrivato a una tale potenza. Non è un paragone poi così calzante, distoglierebbe lo sguardo dalla posta in gioco attuale. Abbiamo un’epidemia dirompente sugli effetti che ha sull’intasamento degli ospedali, in Lombardia ma si prospetta anche in tutta l’Italia come è stato in Cina a Wuhan. Noi non abbiamo purtroppo imparato dall’esempio cinese. La situazione ci sta portando a uno scenario di guerra, perché si rifà alla psicologia delle grandi battaglie dell’Ottocento, in cui all’entrata delle tende si diceva ‘quello sì, quello no’”. Un passo indietro di fatto, che ha colto impreparata la società occidentale: “C’è un rischio, in alcune parti già concreto, di un crollo. Ed è molto grave, perché questo può inceppare l’intera società”.

Siamo usciti dal binario delle nostre abitudini e nostre vite programmate. . Le notizie che arrivano dagli Usa sono molto preoccupanti perché trasferiscono la mente a scenari che finora avevamo visto solo in tv, dove vedevamo popolazioni di zoombie infetti contrapposti a pochi mortali viventi

Assetti geopolitici

“In un momento storico in cui si ha a che fare con un’epidemia su scala globale, -sottolineano  gli studiosi-sarebbe impossibile non considerare l’impatto che questa potrebbe avere su un piano geopolitico. Forse non tale da ridisegnare gli assetti in sé ma, forse, sufficiente a influire in parte sulle relazioni internazionali. Se non altro per la scarsa sintonia mostrata nel fronteggiare l’emergenza da parte dei vari Stati, soprattutto quelli europei, che hanno portato all’isolamento di alcuni e a un’incertezza sulle situazioni reali in altri. Una sfida globale destinata, prima o poi a formulare il vaccino antivampiro Covid19

 

 

 

  Il monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del  sul territorio nazionale è un autentico bollettino di guerra: finora sono 10149 i contagiati complessivi e 8.514 le persone che al momento risultano positive al virus.

In una giornata ci sono stati 168 decessi. Sono persone che sono morte non per il coronavirus ma che avevano il coronavirus”, ha specificato il commissario straordinario per l’emergenza Angelo Borrelli. In totale le vittime salgono a 631.

I guariti di oggi sono 280, facendo salire così il bilancio totale a 1004 persone.

“In Lombardia sono 135 decessi –  – in Emilia Romagna 15, in Veneto sei, in Piemonte quattro, nelle Marche tre, in Friuli Venezia Giulia due, in Abruzzo uno, nel Lazio e in Liguria uno”.

“Il 2% dei deceduti si trova nella fascia di età tra i 50 e i 59 anni, l’8% nella fascia 60-69, il 32% tra 70-79, il 45 % nella fascia 80-89, il 14 % nella fascia maggiore di 90 anni”

Oggi  ai positivi oggi sono stati 529 “ma il dato della Lombardia non è completo”, così altri dati fra alcune ore saranno aggiornate

Il puctum dolens sono i posti letto .Mancano e costituiscono un problema, una cancrena italiana.  Che dire poi della popolazione carceraria? Un altro problema trascurato in un quarto di secolo e che ora esplode   nella sua drammaticità.   Le nostre carceri sono, per gli spazi, veri e propri gironi infernali.  I detenuti sono considerati bestie dietro le sbarre  non uomini che devono espiare le loro colpe, errori o follie improvvise che hanno avuto nella loro sfortunata vita.  Ci “sono 877 persone ricoverate in terapia intensiva, pari al 10% del totale dei positivi”.

Nel frattempo oggi “avremo una distribuzione giornaliera di oltre un milione di mascherine e verranno ripartite sulla base delle esigenze delle regioni. Abbiamo distribuito anche ventilatori per le terapie intensive. Oltre a quelli dalla Protezione Civile in un contratto stipulato sabato sera sono stati acquistati anche i ventilatori acquisiti da Consip, una disponibilità complessiva di 2264 ventilatori per la terapia intensiva e 1.645 per la terapia sub intensiva”    Vediamo in Sicilia copme vanno le cose.

 

Coronavirus: l'aggiornamento in Sicilia

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 12 di ieri in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.  Fra poche ore ci sarà un nuovo aggiornamento.

Dall’inizio dei controlli, i laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) hanno analizzato 955 tamponi, di cui 881 negativi e 12 in attesa dei risultati. Al momento, quindi, sono stati trasmessi all’Istituto superiore di sanità 62 campioni, otto in più di ieri, cui 16 già validati da Roma (cinque a Palermo e undici a Catania).

Risultano ricoverati 19 pazienti (sette a Palermo, cinque a Catania, due a Messina, uno a Caltanissetta, tre ad Agrigento e uno a Enna) di cui uno in terapia intensiva per precauzione, mentre 41 sono in isolamento domiciliare e 2 sono guariti.