MEDICI ED INFERMIERI STREMATI ED ESAUSTI, MA NON MOLLANO, A CONTATTO QUOTIDIANO CON LA MORTE
Salgono a 10779 i morti in Italia per il coronavirus. Nelle ultime 24 ore sono stati 756 i decessi.
Secondo i dati della Protezione civile -diffusi dal Capo dell’Ente, Angelo Borrelli -i guariti in totale sono 13030 (+646). I casi attualmente positivi sono 73880 (+3815): in isolamento domiciliare 42.588 persone, 27386 sono ricoverate con sintomi e 3906 (+50) in terapia intensiva.
“Nel fine settimana abbiamo registrato un calo nel numero dei decessi e dei ricoveri in terapia intensiva. Si tratta di un dato molto importante”, ha spiegato Luca Richeldi, direttore dell’Unità di Pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma, intervenuto oggi alla conferenza stampa alla Protezione Civile.
Non c’è dubbio che “si tratta di una battaglia molto lunga”- ha osservato lo studioso – e che “dobbiamo essere rigorosi nel rispetto delle misure. Non dobbiamo abbassare la guardia”.
Borrelli ha voluto “ringraziare il popolo albanese e il presidente Edi Rama per le parole con cui ha commentato la partenza di 30 tra medici e infermieri: ha dimostrato una vicinanza non solo geografica al nostro Paese rinnovando un rapporto reciproco con il dipartimento della Protezione Civile che va avanti da anni”. Poi, ha reso noto che “ieri sera si è chiusa la call per gli infermieri e abbiamo ricevuto 9448 domande, il 55% sono donne, il 45% sono uomini. Il 50% degli infermieri sono specializzati nei settori sanitari di emergenza e urgenza”.
“La maggior parte delle domande -ha spiegato Borrelli- proviene da Lazio, Lombardia e Campania e stiamo procedendo con l’individuazione del primo contingente di infermieri da far partire“.
La situazione in Sicilia come comunicato dalla Regione Siciliana-Dipart.Protezione civile
Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 13.814. Di questi sono risultati positivi 1.460 (+101 rispetto a ieri), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.330 persone (+88). Sono ricoverati 522 pazienti (+10 rispetto a ieri), di cui 71 in terapia intensiva (invariato), mentre 808 (+67) sono in isolamento domiciliare, 65 guariti (+5) e 65 deceduti (+8).
Operazione di requisizione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli di Gioia Tauro, insieme ai militari della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Reggio Calabria operanti nel porto. L’intercettazione riguarda due consistenti carichi di materiale medico e sanitario. E cioè. 364.200 paia di guanti sterili per uso chirurgico provenienti dalla Malesia; 9.720 dispositivi endotracheali, provenienti dalla Cina, utilizzati per l’intubazione di pazienti con difficoltà respiratorie.
L’Agenzia delle dogane e dei monopoli, in qualità di soggetto attuatore ai sensi dell’ordinanza 172020 ha requisito in virtù delle disposizioni del Commissario straordinario Covid-19, la preziosa merce per la consegna al dipartimento della Protezione Civile.
Sono 10023 le persone morte in Italia per coronavirus. Rispetto a ieri, sono stati registrati altri 889 decessi, secondo i dati diffusi da Angelo Borrelli, capo dipartimento, tornato a tenere la conferenza dopo l’assenza di qualche giorno per febbre.
I guariti nel complesso sono 12384 (+ 1434). Dall’inizio dell’emergenza sono 12.384. I casi attualmente positivi sono 70065 (+ 3651): in isolamento domiciliare sono 39533 persone, 26676 sono ricoverate con sintomi e 3856 in terapia intensiva.
I nuovi positivi sono 3.651. Ieri se ne erano registrati 4.401, giovedì 4.492 , mercoledì 3.491, martedì 3.612 e lunedì 3.780.
“Se non fossero state adottate misure così drastiche – ha spiegato Borrelli – registreremmo ben altri numeri e le strutture sanitarie che sono in situazione critica in alcune regioni sarebbero in situazione ben più drammatica. Ci saremmo trovati in una situazione insostenibile”. “Credo che le misure che sono state adottate siano state le più appropriate in quel momento storico nel quale si poneva la decisione” ha aggiunto, rispondendo a una domanda sulla mancata chiusura di Alzano Lombardo e Nembro all’inizio dell’emergenza.
– “C’è stato un problema nel reperire i materiali perché nel mondo si è aperta la corsa all’accaparramento di questi prodotti” ha detto il capo della Protezione Civile. “Noi siamo partiti quando c’è stata l’esigenza e quando è stata prefigurata l’attività di potenziamento delle strutture. La Protezione civile nazionale si è mossa tempestivamente, questa è la mia opinione, convinzione e certezza”. “Il tema – ha aggiunto – è stato quello di dover mettere in conto una produzione nazionale inesistente. Ieri sera ha ricordato il commissario che l’unica impresa che produce ventilatori in Italia è stata ingaggiata dalla Protezione civile a garantire una fornitura di 125 ventilatori a settimana, è stata potenziata dallo Stato e adesso ne fornirà più di 350 a settimana. Siamo intervenuti con il commissario Arcuri per potenziare la capacità di risposta in questo settore”.
“Sicuramente la Protezione Civile è a disposizione con tutte le proprie strutture e questo è un tema all’attenzione del governo, presto avrete anche delle notizie su come risolvere questa questione” ha detto Borrelli. “Noi siamo pronti a fare la nostra parte come in ogni occasione. La nostra forza è il volontariato, le strutture di protezione civile a livello territoriale sono già mobilitate. Già vengono impiegati i nostri volontari per andare a fare la spesa per chi non riesce ad andarci, quindi saremmo pronti anche a distribuire pacchi alimentari o quello che serve nell’ipotesi di necessità”.
Dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento sono 13.096. Di questi sono risultati positivi 1.359 (+99 rispetto a ieri), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.242 persone (+74).
Sono ricoverati 512 pazienti (+12 rispetto a ieri), di cui 71 in terapia intensiva (-4), mentre 730 (+62) sono in isolamento domiciliare, 60 guariti (+7) e 57 deceduti (+18, ma riferito agli ultimi due giorni).
Riportiamo la statistica odierna sulle persone riten ute positivi nelle varie province:
Agrigento, 55 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto);
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, come aveva annunciato ieri, ha emesso stasera altre comunicazioni vitali per l’operatività delle imprese,dei professionisti, e la povertà/fame delle famiglie impoverite.”Abbiamo firmato un Dpcm per girare ai Comuni 4,3 miliardi in anticipo rispetto alla scadenza prevista a maggio e con un’ordinanza aggiungiamo a questo fondo altri 400 milioni, un ulteriore anticipo destinato ai Comuni con il vincolo per cui questa cifra va utilizzata per le persone che non possono fare la spesa“.
“Abbiamo superato 10mila vittime, è un numero che ci colpisce particolarmente, si allarga una ferita che non potremo mai dimenticare. Però c’è un dato che ci incoraggia, i 1434 guariti. Ad inizio settimana ci confronteremo con il comitato tecnico-scientifico, confidiamo che ci porti buone notizie. Vogliamo dare il segno concreto della presenza dello Stato, ci sono tanti cittadini in difficoltà, tante persone che soffrono: ne siamo consapevoli, non giriamo il volto dall’altra parte. Ci sono tante sofferenze materiali per chi ha e già aveva difficoltà per l’approvvigionamento di generi alimentari e farmaceutici“, spiega.
“Abbiamo firmato un Dpcm per girare ai Comuni 4,3 miliardi e con un’ordinanza aggiungiamo a questo fondo altri 400 milioni, un ulteriore anticipo destinato ai Comuni con il vincolo per cui questa cifra va utilizzata per le persone che non hanno i soldi per fare la spesa. I 400 milioni verranno distribuiti tra gli 8000 Comuni, nasceranno dei buoni spesa e confidiamo che i sindaci sin dall’inizio della prossima settimana siano in grado di erogare i buoni o consegnare direttamente le derrate. Non vogliamo lasciare nessuno solo, abbandonato a se stesso”, aggiunge il premier.
“L’intera comunità nazionale è sofferente, siamo tutti sulla stessa barca. Dobbiamo aiutare chi è in maggiore difficoltà, deve nascere questa catena di solidarietà. Nell’ordinanza della Protezione Civile sono previste misure rafforzate per favorire le donazioni, non vogliamo tassare la solidarietà -aggiunge-. Faccio un appello alla grande distribuzione, affinché faccia uno sconto del 5 o del 10% a chi fa acquisti con i buoni”.
Le misure contemplate nel Cura Italia devono far arrivare i soldi “subito nelle tasche delle famiglie, delle imprese, dei cittadini”. In particolare “16 misure per 10 miliardi riguardano 11 milioni di persone, stiamo facendo di tutto affinché i tempi della burocrazia non siano solo dimezzati ma addirittura azzerati. Gli uffici dell’Inps stanno lavorando alacremente, affinché tutti possano beneficiare nel più breve tempo possibile delle somme a cui hanno diritto”.
L’obiettivo, dice Conte, è “formalizzare tutti i pagamenti entro il 15 aprile, se possibile anche prima. Vi chiedo di comprendere questo sforzo, la macchina statuale richiede procedimenti complessi, noi stiamo facendo l’impossibile per azzerarli”. Il premier ha lasciato la parola poi al ministro dell’economia Gualtieri che si è soffermato sul dopo emergenza e la necessità della solidarietà dell’Europa.
Misure straordinarie ed urgenti della Regione per fronteggiare la povertà e la fame di questo triste periodo. «Si tratta di una prima necessaria risposta -comunica il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci che vogliamo dare per consentire a migliaia di famiglie siciliane, ormai esasperate, di far fronte almeno alle immediate esigenze alimentari. Speriamo che arrivino prestissimo anche gli interventi dello Stato, più volte sollecitati a Roma”
In queste settimane di paralisi – – sono cresciuti a dismisura nella nostra isola i nuclei familiari più fragili e maggiormente disagiati, quelli cioè che stanno soffrendo più di tutti la perdurante crisi dovuta all’emergenza Coronavirus. Famiglie che in parte si aggiungono alle altre 450 mila dichiarate povere in Sicilia, secondo i dati dell’Istat. Le risorse verranno assegnate, in più tranche, a tutti i comuni, che nella distribuzione – si legge nella delibera – dovranno prestare particolare riguardo alle nuove povertà determinate dalle famiglie che non percepiscono più alcun reddito, compreso quello di cittadinanza, e alcuna altra assistenza economica o sanitaria».
“A questa prima misura abbiamo potuto procedere – aggiunge il governatore siciliano – in via amministrativa ed è il frutto della condivisione di tutti i gruppi parlamentari all’Ars e delle organizzazioni sociali. Adesso bisogna lavorare a un Bilancio 2020 emergenziale, come abbiamo già concordato nel giro di incontri di mercoledì e giovedì scorsi. È questo lo spirito unitario, richiamato anche ieri, nel suo messaggio alla Nazione, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con il quale dobbiamo lavorare”.
“Signore dona salute ai corpi e conforto ai cuori”
“Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori”, sappiamo “che Tu hai cura di noi”, ha detto Papa Francesco prima dell’adorazione del Santissimo Sacramento e della Benedizione Urbi et Orbi, alla quale è stata annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria
Cammino faticoso e voce emozionata del Santo Padre solo nella piazza San Pietro ma virtualmente con il mondo intero , al quale si è unito il respiro affannoso della terra, in ansia per la pandemia che in questo tempo di Quaresima sembra adombrare e sospendere il futuro dell’uomo .Papa Francesco ha il grande compito -e lui ne è consapevole, non lo abbiamo mai visto così emozionato-. di fare ” da ponte tra la Terra e il Cielo”
Nel passo scelto in questa giornata, tratto dal Vangelo secondo Marco, Gesù dice ai suoi discepoli di passare sull’altra riva. Dopo una grande tempesta, Cristo è svegliato dai discepoli che temono di essere perduti. Nonostante il trambusto, Gesù dorme sereno, fiducioso nel Padre. Poi il vento cessa e le acque si calmano. Gesù rivolge quindi queste parole ai discepoli: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. Anche oggi, ha detto il Papa, viviamo un tempo sferzato dalla tempesta:
Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti.
Un momento della benedizione del Papa
Durante la tempesta “Gesù sta a poppa, nella parte della barca che per prima va a fondo”, e dorme sereno. I discepoli – ha ricordato il Papa – pensano che si disinteressi di loro. Ma una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati. Anche nelle nostre famiglie, ha spiegato il Pontefice, “una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire: Non t’importa di me?”:
La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di ‘imballare’ e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente ‘salvatrici’, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità. Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ‘ego’ sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli.
L’indifferenza del mondo scatena il male – “Perchè tanta paura? Non avete fede?”
Sono molteplici le ferite inferte dall’uomo alla terra che più volte, nell’indifferrenza di molti, ha mostrato il proprio grido di dolore. In questo mondo che il Signore ama più di noi, ha detto il Papa, “siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto”:
Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!”. ‘Perché avete paura? Non avete ancora fede?’. Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te. In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente: “Convertitevi”, «ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni.
Nell’immagine sopra si vede una nuvola e una luce che aleggia su San Pietro proprio durante la benedizione del Papa «Perchè avete paura? Non avete fede?», dice il pontefice. Una luce immobile che man mano sembra prendere una forma umana e che accende la speranza di chi crede, nel video sembra apparire l’immagine della Vergine Maria. Non è nitida ma come tutte le cose sacre non c’è mai l’evidenza assoluta. Forse suggestione, spazio alla nostra immaginazione : è un messaggio di speranza
In questo mondo provato dalla pandemia, la strada da seguire è quella della corresponsabilità perché “nessuno si salva da solo”. “È la vita dello Spirito – ha detto il Papa – capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia”:
Medici, infermieri e infermiere, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: «che tutti siano una cosa sola»
Commovente e drammatico discorso di Mattarella alla Nazione sul dramma che l’Italia sta vivendo”Stiamo vivendo una pagina triste della nostra storia, abbiamo visto immagini che sarà impossibile dimenticare. Alcuni territori e la generazione più anziana stanno pagando un prezzo altissimo”.
“Nell’Unione europea la Banca centrale e la Commissione, nei giorni scorsi, hanno assunto importanti e positive decisioni finanziarie ed economiche, sostenute dal Parlamento europeo. Non lo ha ancora fatto il Consiglio dei Capi dei governi nazionali. Ci si attende che questo avvenga concretamente nei prossimi giorni”
Sono indispensabili -aggiunge- ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni del nostro Continente. Mi auguro che tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l’Europa. La solidarietà non è soltanto richiesta dai valori dell’Unione ma è anche nel comune interesse“.
Mattarella si rivolge ai cittadini nella “difficile emergenza per condividere alcune riflessioni, ne avverto il dovere”. “Un pensiero alle persone che hanno perso la vita in questa epidemia e ai loro familiari. Il dolore del distacco è stato ingigantito dalla sofferenza non poter essere vicini. Stiamo vivendo una pagina triste della nostra storia, abbiamo visto immagini che sarà impossibile dimenticare. Alcuni territorio e la generazione più anziana stanno pagando un prezzo altissimo”.
“Desidero esprimere rinnovata riconoscenza per chi sta fronteggiando per tutti noi la malattia con instancabile abnegazione, i medici, gli infermieri, l’intero personale sanitario cui occorre, in ogni modo, assicurare tutto il materiale necessario. Numerosi sono rimasti vittime del loro impegno generoso”. “Insieme a loro ringrazio i farmacisti, gli agenti delle forze dell’ordine nazionali e locali, coloro che mantengono in funzione le linee alimentari, i servizi e le attività essenziali, coloro che trasportano i prodotti necessari, le forze armate. A tutti loro va la riconoscenza della Repubblica, come va a scienziati e ricercatori che lavorano per trovare terapie e vaccini contro il virus, ai tanti volontari impegnati per alleviare le difficoltà delle persone più fragili, alla Protezione Civile che lavora senza soste e al commissario nominato dal governo, alle imprese che hanno riconvertito la produzione, agli insegnanti che mantengono il dialogo con gli studenti, a coloro che assistono i nostri connazionali all’estero”
“La risposta così pronta e numerosa di medici disponibili a recarsi negli ospedali più sotto pressione è un ennesimo segno della generosa solidarietà che sta attraversando l’Italia”. “Vorrei inoltre ringraziare tutti voi, i sacrifici di comportamento che le misure indicate dal governo richiedono a tutti sono accettati con grande senso civico, dimostrato in amplissima misura dalla cittadinanza“.
“Da alcuni giorni vi sono segnali di rallentamento della crescita di nuovi contagi rispetto alle settimane precedenti, non è un dato che possa rallegrarci perché si tratta sempre di tanti nuovi malati e soprattutto perché è accompagnato da tanti nuovi morti, anche oggi c’è un numero dolorosamente elevato di nuovi morti. Però quel fenomeno fa pensare che le misure di comportamento adottate stanno producendo effetti positivi e quindi rafforzano la necessità di continuare a osservarle scrupolosamente finché sarà necessario“…
“Il senso di responsabilità dei cittadini è la risorsa più importante su cui può contare uno stato democratico in un momento come quello che stiamo vivendo. La risposte collettiva che il popolo italiano sta dando nell’emergenza è oggetto di ammirazione anche all’estero, come ho potuto constatare nei tanti colloqui telefonici con Capi di stato stranieri. Molti Capi di stato e di governo non solo hanno espresso la loro vicinanza all’Italia, da diversi dei loro stati sono giunti sostegni concreti, tutti mi hanno detto che i loro paesi hanno preso decisioni seguendo quanto fatto in Italia”..
“Nel nostro paese, come ho ricordato, sono state prese misure molto rigorose ma indispensabili, con norme di legge, sia all’inizio che dopo la fase di necessario continuo aggiornamento, norme quindi sottoposte all’approvazione del Parlamento. Sono state approntati e sono nel corso dell’esame parlamentare provvedimenti di sostegno per i tanti settori della vita sociale ed economica colpiti. Altri provvedimenti sono preannunciati -dice ancora-. Conosco e comprendo bene la profonda preoccupazione e l’incertezza che molte persone provano per il futuro del proprio lavoro. Dobbiamo compiere ogni sforzo perché nessuno sia lasciato indietro. Ho auspicato e continuo a farlo che queste risposte possano essere il frutto di un impegno comune fra tutti: soggetti politici di maggioranza e opposizione, soggetti sociali, governi dei territori. Unità e coesione sono indispesabili in questa condizione”. L’ultima considerazione: “Dobbiamo iniziare a pensare al dopo-emergenza, alle iniziative e alle modalità per rilanciare gradualmente ma con determinazione la nostra vita sociale e la nostra economia. Nella ricostruzione, il nostro popolo ha sempre saputo esprimere il meglio di sé. Le prospettive del futuro sono ancora una volta alla nostra portata. Abbiamo altre volte superato periodi difficili e drammatici, vi riusciremo certamente insieme anche questa volta“.
Lombardia in testa al mondo ancora per numero dei decessi a causa del Coronavirus. Nelle ultime 24 ore ci sono stati 541 decessi nella Regione, come reso noto dall’assessore al Welfare, Giulio Gallera…. Sale quindi a 5402 il totale delle vittime in Lombardia. “Le statistiche -ha spiegato Gallera- ci dicono che il numero dei morti è quello che scenderà per ultimo”.
I positivi sono 37298, con una crescita di 2409 in un giorno. Le persone ricoverate sono 11137 (+456), quelle in terapia intensiva sono 1292 (+29). Tra i dati positivi vi è quello che riguarda le persone dimesse: 200 nelle ultime 24 ore per un totale di 8001.
Per quanto riguarda le province, a Bergamo i positivi sono 8060 (+602), a Brescia 7385 (+374), a Como 816 (+54), a Cremona 3496 (+126) che “ha dimezzato rispetto a ieri”, fa notare Gallera. E ancora Lecco 1210 (+51), Lodi 2006 (+38) con un solo caso a Codogno primo focolaio del coronavirus, Monza e Brianza 1948 (+198), Milano 7469 (+547, “in città l’aumento dei positivi è 261”), Mantova 1398 (+148), Pavia 1712 (+27), Sondrio 362 (+37), Varese 711 (+209) e 805 in fase di verifica.
In Sicilia la pandemia sta diventando una tragedia quotidiana . Sono 39 i deceduti finora Dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento sono 11.079. Di questi sono risultati positivi 1.260, mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.168 persone.
Sono ricoverati 500 pazienti, di cui 75 in terapia intensiva, mentre 668 sono in isolamento domiciliare, 53 guariti .
Si apprende infine da Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza coronavirus nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile, che le richieste del Presidente della Regione Sicilia sono state soddisfatte dall’esecutivo nazionale. Da domani infatti in Sicilia e Sardegna gli aerei del ministero della Difesa porteranno i dispositivi. In questi giorni abbiamo capito che ci sono delle regioni più prossime al luogo di arrivo di questi materiali, quindi i materiali non possono giungere in modo indifferente in tutte le regioni. Puntiamo a far arrivare senza differenza di tempo i materiali in tutte le regioni».
Nella sala virtuale del primo vertice di primavera in videoconferenza della storia
di R.Lanza
Foto/Immagini a disposizione della Presidenza del Consiglio
La video conferenza del Consiglio europeo ha mostrato ancora una volta l’autorevolezza dell’Italia rappresentata dal premier Giuseppe Conte. Escluso ogni riferimento al Mes per la risoluzione della problematica sul coronavirus. A Bruxelles , Conte era dominato dal pensiero di far affluire subito all’Italia tutta l’ingente somma di denaro sufficiente per dare ossigeno ad imprese, professionisti, lavoratori e far ripartire il motore italiano. Le linee indicative contenute nel testo delle conclusioni del Consiglio Ue non sono state ritenute favorevoli e Conte ha mostrato la grandezza del Paese Italia con un netto rifiuto alla firma dello scritto europeo . Coerentemente con il premier spagnolo, Pedro Sanchez,la Francia con Macron, l’Irlanda, Belgio, Grecia, Portogallo, Lussemburgo e Slovenia, firmatari con Conte della lettera sui Coronabond. ll’Italia ha dato dieci giorni di tempo alle istituzioni europee per rivedere l’accordo e tornare con una proposta che coniughi gli interessi e le esigenze del Paese e di gran parte dell’Europa.
“Una risposta forte – ha dichiarato Conte durante il vertice – e adeguata la dobbiamo ai nostri cittadini. Che diremo se l’Europa non si dimostra capace di una reazione unitaria, forte e coesa di fronte a uno choc imprevedibile e simmetrico di questa portata epocale?”. Il premier sostiene che strumenti elaborati in passato non sono adeguati per una tale situazione: “I tempi oggi sono diversi e se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato, allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve li potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno. Le conseguenze del dopo Covid-19 vanno affrontate non nei prossimi mesi, ma domani mattina”.
Nessun Paese ha mutato le proprie posizioni “Ho spiegato che noi preferiamo il Mes come strumento, che è stato fatto per le crisi“, ha commentato la cancelliera Angela Merkel al termine del vertice, ribadendo la posizione tedesca sui coronabond.e ignorando l’amicizia con il premier Conte Con la Germania sono schierate l’Austria (“Respingiamo una mutualizzazione generalizzata dei debiti”, ha detto il cancelliere Sebastian Kurz), la Finlandia e l’Olanda. Il premier olandese Mark Rutte spiega la contrarietà propria e di gran parte dei Paesi del Nord: “Siamo contrari ai coronabond. Molti altri Paesi lo sono, perché porterebbe l’Eurozona in un altro territorio, sarebbe come attraversare il Rubicone. L’Eurozona ha creato i suoi strumenti, come il Mes, che può essere usato in modo efficace, ma con le condizionalità previste dai trattati. Non posso prevedere alcuna circostanza in cui l’Olanda possa accettare gli eurobond”.
L’Europa mostra ancora una volta di essere divisa nei momenti più importanti e comuni come questo sulla pandemia. Il motto a Bruxellex è che “ognuno paghi il proprio debito pubblico e continui a risponderne” La precisazione di Conte all’Europa è d’obbligo: ” l’Italia “ha le carte in regola con la finanza pubblica: il 2019 l’abbiamo chiuso con un rapporto deficit/Pil di 1,6 anziché 2,2 come programmato”.
La battaglia proseguirà all’Eurogruppo. E non c’è uomo migliore di Conte- per coerenza e tessuto professionale- quale spadaccino più abile. Anche se l’opposizione italiana-del centrodestra – muove con incoscienza – il fantasma di Draghi,l’ex governatore della Banca d’Italia sollecitato pure dal contestato senatore Monti, per cambiare nuovamente la scena politica , identica sostanzialmente a quella che ha portato l’Italia al baratro
Un pò di concretezza proviene da Christine Lagarde, che ha avviato il nuovo programma di acquisto di titoli da 750 miliardi di euro per l’emergenza pandemica, il Pepp, facendo saltare il limite del 33% agli acquisiti di debito di ciascun Paese.
Un mondo musicale tra tradizione e rinnovamento, evocativa della popolare e melodica canzone partenopea con un originale tormentone al sapore di tarantella e nuove sonorità. Intensità emotiva e passione ardente nell’attesa di un domani mentre scorrono le immagini sequenziali di nottate in solitudine, dove lei – la donna amata che gli ha strappato l’anima – come uno spirito, diventa nuovamente vera, concreta all’alba, all’arrivo del sole, in un nuovo, un altro giorno. Il brano, scritto da Mikele Buonocore e da Ennio Mirra (arrangiato da quest’ultimo) è eseguito alla chitarra da Buonocore, al pianoforte da Maurizio Epoca e ai fiati da Martino Brucale.
Note biografiche
Gennaro De Crescenzo, napoletano, nasce in una famiglia di musicisti: il padre Luigi, in arte Gino Deck, negli anni ’70 canta nel complesso ” Eduardino e i Casanova; il maestro Vincenzo, suo zio, autore di grandi canzoni e sceneggiate, tra cui le più celebri ” Luna Rossa”, “Credere”, “Malinconico Autunno”, “A sciurara “; Eduardo di “Ancora”, “Vola”, ” Il racconto della sera” ed Eddy Napoli ex voce solista dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore e di inni storici come ” Malaunità ”.
Gennaro si affaccia al mondo musicale nel 2016, quando inizia a frequentare il Musiclab Studio dove incontra per la prima volta Savio Arato (maestro di canto) e Claudio Bevilacqua, arrangiatore del CD ” Musica per Napoli” per l’etichetta discografica TDM RECORDS.
Dopo aver esordito nella Galleria Marconi di Casoria per il calendario Natalizio 2016, casa Di Fiore di Carlo De Vita, partecipa all’ apertura del concerto di James Senese per il cartellone “Alla corte del gusto” tenutasi a Marigliano.
Nel 2017 ha partecipato alla rassegna “Omaggio a Totò. Estate a Napoli” al Chiostro di San Domenico Maggiore, anno di pubblicazione del videoLUNTANO SE NE VA e del progetto discografico MUSICA PER NAPOLI .
L’anno successivo ha ritirato il Premio Casa Sanremo, conquistando il terzo posto.
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