PAPA FRANCESCO AL MONDO: “MANTENETE ALTA LA FIAMMA DEL DIALOGO, DELL’AMICIZIA E DELL’AUTOCONTROLLO”

IL PONTEFICE: ” VI E’ NELL’ARIA UNA TERRIBILE ARIA DI TENSIONE -LA GUERRA PORTA SOLO MORTE E DISTRUZIONE”

video Papa Francesco-Angelus-

 

“In tante parti del mondo si sente una terribile aria di tensione. La guerra porta solo morte e distruzione. Chiamo tutte le parti a mantenere accesa la fiamma del dialogo e dell’autocontrollo e di scongiurare l’ombra dell’inimicizia. Preghiamo in silenzio perché il Signore ci dia questa grazia».

Mentre continuiamo a contemplare il “segno mirabile del Presepe”, Francesco invita ad “allargare lo sguardo” e prendere “piena consapevolezza del significato della nascita di Gesù” attraverso le Letture bibliche odierne, in particolare la lettera di San Paolo apostolo agli Efesìni e il Vangelo.

Il Vangelo, con il Prologo di San Giovanni, ci mostra la novità sconvolgente: il Verbo eterno, il Figlio di Dio, «si fece carne». Non solo è venuto ad abitare tra il popolo, ma si è fatto uno del popolo, uno di noi! Dopo questo avvenimento, per orientare la nostra vita non abbiamo più soltanto una legge, una istituzione, ma una Persona, una Persona divina, Gesù, che ci orienta la vita, ci fa andare sulla strada perché Lui l’ha fatta prima.

Gesù si fece uomo per fare noi, uomini, figli di Dio

San Paolo, prosegue il Pontefice, benedice Dio “per il suo disegno d’amore realizzato in Gesù Cristo”. In questo disegno ognuno di noi – osserva – trova la propria “vocazione fondamentale”: siamo “predestinati” ad essere figli di Dio “per opera di Gesù Cristo”. Il Figlio eterno, “il Figlio di Dio si fece uomo per fare noi, uomini, figli di Dio”: si fece carne dunque per “introdurci nella sua relazione filiale con il Padre”.

La Liturgia odierna ci dice che il Vangelo di Cristo non è una favola, non è un mito, un racconto edificante, no. Il Vangelo di Cristo è la piena rivelazione del disegno di Dio, del disegno di Dio sull’uomo e sul mondo. È un messaggio nello stesso tempo semplice e grandioso, che ci spinge a domandarci: quale progetto concreto ha posto in me il Signore, attualizzando ancora la sua nascita in mezzo a noi? È l’apostolo Paolo a suggerirci la risposta: «Dio ci ha scelti per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità».

Diventare santi nell’amore: avere cioè misericordia del prossimo

È questo il significato del Natale. “Se il Signore continua a venire in mezzo a noi, se continua a farci dono della sua Parola”, è perché ciascuno di noi possa rispondere alla chiamata di “diventare santi nell’amore”.

La santità è custodire il dono che Dio ci ha dato. Soltanto questo: custodire la gratuità. Questo è essere santo. Perciò, chi accoglie in sé la santità come dono di grazia, non può non tradurla in azione concreta nel quotidiano. Questo dono, questa grazia che Dio mi ha dato, io lo traduco in azioni concrete nel quotidiano, nell’incontro con gli altri. Questa carità, questa misericordia verso il prossimo, riflesso dell’amore di Dio, al tempo stesso purifica il nostro cuore e ci dispone al perdono, rendendoci giorno dopo giorno “immacolati”, ma immacolati non nel senso che io tolgo una macchia: immacolati nel senso che Dio entra in noi. Il dono, la gratuità di Dio entra in noi e noi la custodiamo e la diamo agli altri.

 l’impegno per la pace come cammino di speranza

Dopo la recita della preghiera mariana il Papa saluta i pellegrini presenti, ricorda la solennità dell’Epifania di domani e, nella prima domenica del 2020, rinnova a tutti gli auguri “di serenità e di pace nel Signore”.

Nei momenti lieti e in quelli difficili, affidiamoci a Lui, che è nostra speranza! Ricordo anche l’impegno che ci siamo presi a capodanno, Giornata della Pace: “La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”. Con la grazia di Dio, potremo metterlo in pratica.

AFFONDAMENTO DELLA REGIONE SICILIANA: LA CLASSE DIRIGENZIALE, SENZA MERITI ED IDEE,VA AVANTI CON COSPICUO AUMENTO DI STIPENDIO

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Palermo

Cambio di marcia della giunta regionale presieduta dal suo Presidente Musumeci.   Le osservazioni critiche della Corte dei conti, la pioggia delle lamentele sulla gestione economica dell’apparato regionale  costringono il governatore ad un cambio di passo.   Mantenimento del divieto di assunzione, riduzione delle spese di amministrazione e gestione del 5%, chiusura delle liquidazioni entro il 30 giugno con trasferimento degli eventuali contenziosi a una struttura-veicolo, trasformazione in Agenzia della Seus Spa e del Parco scientifico e tecnologico, conferimento della Resais a Sas per creare sinergie amministrative e organizzative con un amministratore unico.

Il taglio della spesa proposto dall’assessore all’Economia Gaetano Armao era del 3 per cento ma la giunta ha deciso di aumentarlo di 2 punti, portandolo al 5%. La chiusura delle liquidazioni nel prospetto dell’assessore era al 31 dicembre ma nella delibera è stata anticipata di sei mesi. Tempi un po’ più lunghi del previsto invece per la dismissione delle partecipazioni azionarie che la Regione detiene in due società, e in particolare il Distretto tecnologico trasporti navali commerciali e da diporto e il Consorzio di ricerca per l’innovazione tecnologica/Sicilia e agrobiopesca.

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Staremo a vedere cosa succederà ancora alla Regione , che nei giorni scorsi ha visto approvato il contratto dei dirigenti regionali con l’aumento mensile di oltre duecento euro a soggetto, una classe che-sì- attendeva da anni l’approvazione contrattuale ma alla Regione siciliana -da decenni -ha sigillato francamente solo il fallimento di una struttura che ha alimentato clientele con esponenti mafiosi e referenti politici di bassa qualità e non ha saputo sfruttare e valorizzare i fondi europei a disposizione    Quindi una classe dirigenziale che , senza idee e alcun merito, ulteriormente fa cadere nel precipizio tutti i servizi ed unità operative compresi gli organi politici.

Ad un passo dalla guerra “totale” contro l’Iran

 

L’America, guardiano del mondo, ad un passo dalla guerra con l’Iran ed alleati.  Il capo delle Forze iraniane al-Quds, Qassem Soleimani, è stato ucciso in un raid Usa presso l’aeroporto di Bagdad.        Il comunicato proviene dalla coalizione paramilitare sciite pro-iraniane attive in Iraq, Hashd Shaabi, aggiungendo che tra le vittime c’è anche il vice capo del gruppo, Abu Mahdi al-Mohandes.

Le Forze di Mobilitazione Popolare,sostengono che  entrambi gli uomini sono stati uccisi in un bombardamento americano che ha colpito il loro veicolo sulla strada dell’aeroporto internazionale di Baghdad.

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C’è una paternità dell’azione. Secondo il Pentagono      il presidente Donald Trump ha dato l’ordine di uccidere il nemico dell’America e si  parla di “un’azione difensiva”. ” l’uccisione del generale Qassem Soleimani è avvenuta per proteggere il personale americano all’estero”… Secondo il Pentagono Soleimani stava “attivamente mettendo a punto piani per colpire i diplomatici americani e uomini in servizio in Iraq e in tutta la regione”. “Il generale Soleimani ha anche approvato gli attacchi contro l’ambasciata americana a Baghdad che hanno avuto luogo questa settimana”.

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Lo stesso Soleimani è considerato responsabile della morte di centinaia di militari della coalizione e di americani e di aver ‘orchestrato’ l’attacco del 27 dicembre che ha ucciso un cittadino statunitense. “Gli Stati Uniti continueranno ad assumere le azioni necessarie per proteggere la nostra gente e i nostri interessi ovunque nel mondo”, afferma il Dipartimento della Difesa di Washington. Solo tre giorni fa la sede diplomatica statunitense era stata presa d’assalto da milizie sciite.

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Immediata la reazione iraniana, con il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, che ha definito quanto accaduto “estremamente pericoloso”.

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Nella foto il generale Soleimani ucciso

Il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei ha minacciato gli Stati Uniti di una “dura ritorsione” e ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. “Il sentiero intrapreso da Soleimani continuerà ad essere seguito, ma i responsabili dell’attacco che ha causato la morte del generale dovranno far fronte ad una grave ritorsione”, ha dichiarato Khamenei,