Conte non stringa la mano al principe Mohammad bin Salman, “l’assassino-del giornalista Khashoggi”

Risultato immagini per immagine giornalista ucciso khashoggi

di  R.Lanza

Quando si uccide un giornalista viene una fitta al cuore. Si pensa subito che un giorno, se si pubblicano verità scomode potrà capitare anche a Te.Ma il fatto più grave è il silenzio misto al terrore che si vuole imporre per impedire la pubblicazione di articoli e servizi.

Vi  sono delitti di giornalisti che sembrano passare inosservati: ricorderemo il Messico dove sono stati uccisi 47 giornalisti, 4 scomparsi e un totale di 2.502 aggrediti nel corso del loro mandato.

«Hanno tolto loro la parola e la voce. I fogli sono rimasti in bianco e il rumore è diventato silenzio».

La violenza e le intimidazioni possono mettere a tacere chi cerca la verità, generando paura e autocensura. Mettere in silenzio un giornalista e chiudergli la bocca equivale a non fargli fare il proprio mestiere, significa negare il diritto di tutti al sapere e alla verità.

I  continui attacchi alla libertà di espressione hanno tolto la parola a centinaia di giornalisti. Molti hanno iniziato a firmare in “anonimo”, hanno rinunciato ai loro nomi per continuare a fare informazione. Alcuni media, invece, hanno smesso di raccontare cosa accade.

In alcuni Stati, come a Tamaulipas, nella parte nord-orientale del Messico, il silenzio è diventato uno stile di vita per i giornalisti.

Veracruz resta invece lo Stato più pericoloso al mondo per fare giornalismo: la maggior parte dei cronisti hanno dovuto andare via per salvaguardare la propria vita.  Altri delitti sollevano clamore perchè ad ordinarne l’uccisione si pensa sia proprio il detentore del potere assoluto o il suo ambito. Ci riferiamo alla vicenda del giornalista Khashoggi

La scomparsa/uccisione del giornalista Jamal Khashoggi del ‘Washington Post      ricorre oggi due Ottobre.   Giornalista tra le voci più critiche della monarchia saudita e in particolare dell’erede al trono Mohammad bin Salman..(nella foto d’Archivio sopra a sn).quasi certamente ,secondo gli Stati Uniti, il probabile mandante dell’assassinio del coraggioso giornalista.
Le autorità turche denunciarono che Khashoggi era stato ucciso e fatto a pezzi da un commando di 15 sauditi partito appositamente da Riad a bordo di due jet privati. In un primo momento il governo saudita negò ogni responsabilità e di essere a conoscenza delle sorti del giornalista, ma poi ammise che Khashoggi era stato ucciso in un’operazione “non autorizzata”.

Risultato immagini per immagine giornalista ucciso khashoggi

L’omicidio scatenò la condanna della comunità internazionale.   Adesso il ricordo e la notizia di quel tremendo fatto di sangue per far tacere le verità scomode riappare in tutta la sua impunità del potere. Su forte impulso turco le Nazioni Unite aprirono un’inchiesta con alla guida la relatrice speciale sulle esecuzioni extragiudiziarie, sommarie o arbitrarie, Agnes Callamard. L’inchiesta, osteggiata dai sauditi, stabilì che il giornalista era stato vittima di un'”esecuzione premeditata”, sostenendo che c’erano prove “sufficienti” e “credibili” che collegavano Mbs – l’acronimo con il quale il principe della corona è noto in Occidente – all’omicidio. L’uccisione di Khashoggi resta una ferita aperta. “E’ un dolore che cambia forma con me”, ha raccontato Hatice, che ha promesso di mantenere viva la sua memoria e oggi sarà ad Istanbul davanti al consolato per una commemorazioneIl suo corpo non è stato mai ritrovato e non c’è ancora un colpevole.

messico giornalisti uccisione
 Tanti giornalisti uccisi nel mondo, messi in silenzio per negare il diritto di tutti  al sapere e alla verità
 “Un piccolo passo avanti è stato fatto di recente da Mbs nel corso di interviste ai media statunitensi. Per la prima volta l’erede al trono – si è assunto la piena responsabilità del l’omicidio  “dal momento che sono tra i leader dell’Arabia Saudita ed è stato commesso da individui che lavoravano per il governo saudita”. Ma il principe ha negato di aver ordinato l’omicidio di Khashoggi. Mbs considerava il giornalista, nato nel 1958 a Medina e un tempo vicino alla famiglia reale prima di andare in auto-esilio negli Usa, una voce sgradita che danneggiava la sua immagine di riformista all’estero. Il ‘New York Times’ scrisse che nel 2017 il principe, rivolgendosi a uno dei suoi consiglieri, disse che avrebbe usato una “pallottola” contro Khashoggi se non fosse tornato in Arabia Saudita e fermato le critiche al governo. Alcuni media statunitensi riferirono che, dopo l’omicidio, Mbs definì il giornalista un “pericoloso islamista” nel corso di una telefonata con il genero di Trump, Jared Kushner, e con l’ex consigliere del presidente, John Bolton.

Khashoggi, un tempo consigliere per i media dell’ex capo dell’intelligence ed ex ambasciatore negli Stati Uniti, il principe Turki bin Faisal, era diventato molto scomodo da quando iniziò a criticare le autorità del suo Paese per la condizione delle donne e la censura imposta alla stampa. Denunciava  le politiche di Mbs e in particolare la  decisione di intervenire in Yemen. Criticò vibratamente gli arresti di alcuni intellettuali affermando  che la situazione in Arabia Saudita “ora è insostenibile”.

La reazione di Riad al suo omicidio, di cui sono stati pubblicati particolari agghiaccianti, è stata controversa.Si susseguirono “tante verità”.Lo stesso Mbs, pochi giorni dopo la sua scomparsa, dichiarò che il giornalista aveva lasciato il consolato “pochi minuti o un’ora dopo” essere entrato. Il 20 ottobre il procuratore generale del regno del Golfo dichiarò che Khashoggi era stato ucciso in una zuffa e che 18 sauditi erano stati arrestati, mentre cinque giorni dopo sostenne che l’omicidio era stato “premeditato”. A novembre, il suo vice, Shaalan al-Shaalan, disse che Khashoggi era stato ucciso dopo che erano falliti i negoziati per il suo ritorno in patria, aggiungendo che Khashoggi morì per un’iniezione letale e che il suo corpo venne smembrato e portato via dal consolato.

Si apprende anche che oggi 11 persone sono a processo per l’omicidio e la Procura ha chiesto la pena di morte per cinque imputati. Tra loro un medico forense, Salah al-Tubaigy, e una delle guardie del corpo di Mbs, Maher Abdulaziz Mutreb. Ma il procedimento si sta svolgendo a porte chiuse e i pochi diplomatici che hanno assistito alle udienze hanno mantenuto un rigido silenzio ” 

CONTE, NON STRINGA LA MANO AL PRINCIPE MOHAMMAD BIN SALMAN

Risultato immagini per foto di giuseppe conte

Fin qui le notizie d’Agenzia.  Noi aggiungiamo che il feroce assassinio richiede anche una presa di posizione politica sia da parte dell’Italia che dai Paesi della Comunità europea: il principe Mohammad .bin Salman non può affiancare negli incontri internazionali il nostro Premier Giuseppe Conte o i ministri italiani e posare per la foto ricordo. Secondo la Cia e per motivi logistici viste le vibrate critiche del giornalista fatto a pezzi,  Mohammad  è l’assassino dello scrittore, impunito perchè  detiene il potere nel suo Paese dove non si sa cosa voglia dire la parola “verità”, deve essere assolutamente isolato.  I personaggi del processo sono secondari rispetto alla figura dominante e di primo piano politico del principe “mandante del delitto”.

Ad un probabile assassino, detentore del potere assoluto ,ci rivolgiamo al nostro Presidente Giuseppe Conte che riesce a comprendere i confini del bene e del male,  non si stringe la mano neppure per convenienza diplomatica e politica.  Gli assassini devono essere lasciati soli  a specchiarsi con la loro coscienza.

Condannato Vito Nicastri, finanziatore, secondo i magistrati,del “Capo dei capi” Matteo Messina Denaro

Risultato immagini per immagine dell'imprenditore vito nicastri

PALERMO

L’imprenditore Vito Nicastri considerato il ‘re’ dell’eolico, è stato condannato dalla Procura di Palermo. L’accusa era  di concorso esterno in associazione mafiosa. Condannato a nove anni anche il fratello Roberto Nicastri. Il pm Paolo Guido aveva chiesto per Nicastri la pena a 12 anni di carcere.La vicenda aveva sollevato un pò di clamore per i riflessi sulla politica governativa nazionale L’imprenditore è socio d’affari infatti dell’ex deputato Franco Paolo Arata, indagato nell’inchiesta che vede coinvolto anche l’ex sottosegretario Armando Siri.

Il procedimento era stato avviato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, che indagò su  Nicastri in un secondo procedimento in cui era coinvolto anche Arata, accusato di trasferimento fraudolento di beni con l’aggravante del metodo mafioso. I pm ritengono che Nicastri sia uno dei finanziatori del boss latitante Matteo Messina Denaro (nella foto d’Archivio in alto a sn).

Secondo le indagini della Direzione investigativa antimafia “sono stati acquisiti elementi di prova circa l’esistenza di un reticolo di società, tutte operanti nel mercato delle energie rinnovabili, facenti capo solo formalmente alla famiglia Arata (oltre a Paolo, anche al figlio Francesco ed alla moglie Alessandra Rollino), ma di fatto partecipate occultamente da Vito Nicastri, vero regista delle strategie imprenditoriali, considerato dal medesimo Paolo Arata “la persona più brava dell’Eolico in Italia”.

Conte: “Sterilizziamo l’aumento dell’Iva e tagliamo il cuneo fiscale ai lavoratori”

 

Giuseppe Conte si sofferma con la stampa sul problema Iva.E afferma: ” sterilizziamo l’aumento dell’Iva, neutralizziamo le clausole di salvaguardia, dunque i 23 miliardi ci sono, li abbiamo trovati. Ora stiamo completando perché c’è ancora qualche copertura che ci manca ma siamo molto ambiziosi”. 

Risultato immagini per immagine di giuseppe conte

 

Il mio obiettivo- prosegue il premier – è quello addirittura di consentire di abbassare l’Iva. Stiamo lavorando e a me piacerebbe portare le bollette, a beneficio di tutti gli italiani, dal 10 al 5%, mi piace che le famiglie meno abbienti abbiano la possibilità di comprare pasta pane, frutta fresca, latte, che adesso è al 4%, all’1. Per fare questo dobbiamo incrementare l’utilizzo di mezzi di pagamento alternativi al contante”

Risultato immagini per immagine di tasse

“Per fare questo dobbiamo fare un piano, io ho parlato di un patto con gli italiani, e per fare questo dobbiamo dare possibilità a tutti, anche chi non può permettersi una carta di crediti o un bancomat, a chi non ha un conto corrente  di poter accedere a questi mezzi di pagamento, quindi a costo zero e senza provvigioni, alla portata di tutti”.

“Il meccanismo e la logica a cui stiamo lavorando è di incentivare, l’obiettivo è indurre gli italiani a utilizzare un sistema” di pagamento “che ci consenta di contrastare l’evasione, il grande obiettivo è pagare tutti per pagare meno” …..E’ anche  giusto che in questa congiuntura economica ci sia il taglio al cuneo fiscale a favore dei lavoratori, lo abbiamo scritto nel nostro programma economico”.  Vedremo nei prossimi giorni cosa decreterà il Consiglio dei ministri.

RAID DELL’ETNA: GARA, ARTE, BELLEZZA, PASSIONE

In corso la 22esima edizione del giro delle auto storiche tra Sicilia e Calabria

Anteprima immagine

RAID DELL’ETNA 2019: 77 VETTURE D’EPOCA DA PALERMO IN CORSA VERSO LE CURVE DELLA TARGA FLORIO

Dopo la partenza nel cuore del centro storico, l’evento procede con le tappe di Messina e Reggio nell’itinerario tra gare, arte e bellezza

 

Appassionati e curiosi attirati dal fascino delle auto d’epoca hanno salutato – domenica sera (29 settembre) tra le vie del centro storico di Palermo – l’emozionante partenza del Raid dell’Etna 2019. Ben 77 gli equipaggi in gara, provenienti da 11 diversi Paesi in tutto il mondo, che fino al 5 ottobre disputeranno 60 prove cronometrate totali lungo un itinerario di oltre 1000 chilometri: questi i numeri dell’evento sportivo internazionale in corso, giunto alla sua 22esima edizione. Per la prima volta le vetture attraverseranno lo Stretto di Messina per sfilare sul lungomare di Reggio nella tappa in Calabria, novità di quest’anno.

Anteprima immagine

Ai nastri di partenza – dopo l’arrivo in nave da Genova e il raduno al porto – una straordinaria panoramica di vetture leggendarie, a partire dalla Diatto 20S Torpedo del 1923 dall’Alfa Romeo RL Targa Florio del ’24, le due ‘signore’ nel primo raggruppamento insieme alle Alfa Romeo 6C 1750 cabrio Young e 1750 Gs Touring e alla Bentley 4 ¼ Le Mans.
Impeccabile la macchina organizzativa della Scuderia del Mediterraneo che con il suo staff ha coordinato tutte le operazioni della manifestazione dando il via alla prima prova cronometrata della gara di regolarità.

Anteprima immagine

Oggi (30 settembre), il giro della Sicilia per auto storiche effettua la prima tappa con le prove cronometrate a Floriopoli e sul circuito delle Madonie, teatro della storica Targa Florio, dove gli equipaggi iniziano la vera scalata verso la classifica tra le mitiche tribune di Cerda.

Domani, martedì 1 ottobre per la sua seconda tappa il Raid fa rotta verso Messina. Dopo la prova di Torre Normanna, le vetture sosteranno a Mirto dove è in programma la visita del centro storico e del Museo del costume e della antica moda siciliana: una delle esperienze esclusive che il Raid dell’Etna offre ai suoi partecipanti nel mix di vacanza sportiva e culturale qual è, in un connubio tra cultura, arte, agonismo, ed esperienza di bellezza a 360 gradi.

Anteprima immagine
Nel pomeriggio da Messina, la carovana attraverserà lo Stretto a bordo di un traghetto esclusivamente riservato alle auto del Raid. In serata l’arrivo a Villa San Giovanni per la terza tappa in programma il 2 ottobre che, tra la visita ai “Bronzi di Riace” al Museo Archeologico di Reggio e quella all’antico borgo marinaro di Scilla, vedrà le vetture sfilare sul lungomare di Reggio, che D’Annunzio definì “il più bel chilometro d’Italia”.

Anteprima immagine

Il Tour del musicista Luca Bonaffini: ricerca della bellezza, umanità e cosmo

Fatal error: Uncaught TypeError: count(): Argument #1 ($value) must be of type Countable|array, bool given in /customers/c/2/5/sudliberta.com/httpd.www/wp-includes/formatting.php:3507 Stack trace: #0 /customers/c/2/5/sudliberta.com/httpd.www/wp-includes/class-wp-hook.php(324): convert_smilies('

 

\n<...') #1 /customers/c/2/5/sudliberta.com/httpd.www/wp-includes/plugin.php(205): WP_Hook->apply_filters('

 

\n<...', Array) #2 /customers/c/2/5/sudliberta.com/httpd.www/wp-includes/post-template.php(256): apply_filters('the_content', ' \r\n