Spagna: la crisi catalana riporta in auge Vox, il partito di Abascal

 

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Tensioni in  Spagna dopo le elezioni.  Non c’è la maggioranza governativa come previsto  I socialisti vincono le elezioni  e con lo scrutinio del  93,29% dei seggi, il Psoe  ottiene  120 deputati, il Pp 88 e Vox 52. Seguono Unidas Podemos con 35 seggi e Ciudadanos con 10. Terza l’ultradestra che conferma l’exploit.

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Nella foto d’Archivio Vox che ha ottenuto l’exploit

 

Ricorderemo che  Sanchez aveva già vinto le elezioni del 28 aprile, in vetta  con 123 seggi, un risultato  sotto la soglia di maggioranza di 176 deputati. Premier ad interim, dopo che la caduta del suo governo di minoranza aveva portato al voto, il leader socialista non è riuscito a formare un nuovo governo malgrado il successo elettorale. I negoziati con la sinistra radicale del partito anti sistema Podemos di Pablo Iglesias si sono arenati su veti reciproci, mentre i liberali di Ciudadanos, ormai spostati a destra, non hanno voluto sostenere l’esecutivo dall’esterno.

A metà settembre, quando il re è stato costretto a convocare nuove elezioni, Sanchez ha impostato una campagna tesa a chiedere una maggioranza chiara per avere un governo stabile.

La vibrata  protesta secessionista ha sconfessato la linea dialogante di Sanchez, mentre la polizia è stata accusata di essere intervenuta in modo eccessivo. Neanche la promessa mantenuta di spostare la salma dell’ex dittatore Francisco Franco dall’imponente mausoleo della valle dei caduti ad un semplice cimitero, sembra essere riuscita ad aumentare i consensi per il leader socialista.

Intanto la crisi catalana ha riportato in auge Vox, il partito di ultradestra di Santiago Abascal, entrato per la prima volta in parlamento in aprile.

(Com.Ag.)

Papa Francesco: “la vita terrena non è l’unica, dobbiamo credere nella Resurrezione”

FRANCESCO:  “ASPETTIAMO L’AL DI LA’ “

Il mistero della vita: la Resurrezione dei morti . Papa Francesco all’Angelus parla della resurrezione. La dimensione terrena non è l’unica, dice, bisogna essere in attesa dell’al di là. Dio ama la vita e la vita, afferma ancora il Papa, è dove ci sono “relazioni vere e legami di fedeltà”

   DOBBIAMO AVERE FEDE E CREDERE NELLA RESURREZIONE DEI MORTI

E’ la fede nella resurrezione dei morti e, dunque, la vita eterna al centro delle  di questa domenica. Il brano odierno del Vangelo presenta Gesù che dialoga con alcuni sadducei a proposito della risurrezione in cui essi non credevano. Per questo gli propongono un caso insidioso: “Di chi sarà moglie, nella risurrezione, una donna che ha avuto sette mariti successivi, tutti fratelli tra loro, i quali uno dopo l’altro sono morti?” La risposta di Gesù si colloca su un altro piano: dice che i risorti non prendono più moglie o marito, e che non possono più morire perché sono simili agli angeli.

Con questa risposta, Gesù anzitutto invita i suoi interlocutori – e anche noi – a pensare che questa dimensione terrena in cui viviamo adesso non è l’unica dimensione, ma ce n’è un’altra, non più soggetta alla morte, in cui si manifesterà pienamente che siamo figli di Dio.

                             LA VITA DOPO LA MORTE

Francesco afferma che le parole di Gesù sulla vita oltre la morte danno “grande consolazione e speranza” e che di questo “abbiamo tanto bisogno specialmente nel nostro tempo, così ricco di conoscenze sull’universo ma così povero di sapienza sulla vita eterna”. La certezza della resurrezione, spiega ancora, ha il suo fondamento nella “fedeltà di Dio che è il Dio della vita”. E dice che la domanda profonda che si nasconde nel quesito dei sadducei è di chi sarà la vita di quella donna.

Si tratta di un dubbio che tocca l’uomo di tutti i tempi e anche noi: dopo questo pellegrinaggio terreno, che ne sarà della nostra vita? Apparterrà al nulla, alla morte? 

La vita “appartiene a Dio”, risponde Gesù, a Dio che ci ama e che si lega strettamente a noi. E’ il “Dio non è dei morti, ma dei viventi”. E aggiunge:

La vita sussiste dove c’è legame, comunione, fratellanza; ed è una vita più forte della morte quando è costruita su relazioni vere e legami di fedeltà. Al contrario, non c’è vita dove si ha la pretesa di appartenere solo a sé stessi e di vivere come isole: in questi atteggiamenti prevale la morte. E’ l’egoismo. Io vivo per me stesso: sto seminando morte nel mio cuore. 

Il Papa conclude con un’invocazione alla Vergine Maria perché lei ci aiuti a vivere nell’attesa della resurrezione dei morti e della vita che verrà. E raccomanda: “Aspettare l’al di là.”

 

LA SPAGNA FORSE OGGI CAMBIERA’ VOLTO: TENSIONI CON LA CATALOGNA

Si cambia pagina in Spagna?     Gli spagnoli  tornano  a votare oggi alle elezioni generali per la quarta volta in quattro anni. Le tensioni in Catalogna  collocano in vetta la formazione di ultradestra Vox,…..

 

 

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Sanchez aveva già vinto le elezioni del 28 aprile, arrivando largamente in testa con 123 seggi, un risultato importante ma sotto la soglia di maggioranza di 176 deputati. Premier ad interim, dopo che la caduta del suo governo di minoranza aveva portato al voto, il leader socialista non è riuscito a formare un nuovo governo malgrado il successo elettorale. I negoziati con la sinistra radicale del partito anti sistema Podemos di Pablo Iglesias si sono arenati su veti reciproci, mentre i liberali di Ciudadanos, ormai spostati a destra, non hanno voluto sostenere l’esecutivo dall’esterno.

A metà settembre, quando il re è stato costretto a convocare nuove elezioni, Sanchez ha impostato una campagna tesa a chiedere una maggioranza chiara per portare avanti da solo un governo stabile. Ma non tutto è andato come previsto.

Ad ottobre la sentenza di condanna a pene fino a 13 anni di carcere  per nove capi indipendentisti catalani ha riaperto il duello fra la Catalogna e il vertice spagnolo , con una settimana di violente proteste che hanno sconvolto la regione e devastato Barcellona. La durezza della protesta secessionista ha sconfessato la linea dialogante di Sanchez, mentre la polizia è stata accusata di essere intervenuta in modo eccessivo. Neanche la promessa mantenuta di spostare la salma dell’ex dittatore Francisco Franco dall’imponente mausoleo della valle dei caduti ad un semplice cimitero, sembra essere riuscita ad aumentare i consensi per il leader socialista.

Intanto la crisi catalana ha riportato in auge Vox, il partito di ultradestra di Santiago Abascal, entrato per la prima volta in parlamento in aprile. Allora il risultato era stato inferiore alle aspettative, ma ora i sondaggi indicano che potrebbe arrivare quasi al 15%, con un balzo di cinque punti, diventando il terzo partito del paese. Per legge in Spagna i sondaggi possono essere pubblicati solo fino ad una settimana prima del voto, ma i dati di cui sono in possesso i partiti segnalano che la formazione sovranista ha continuato a crescere.

 

Sovranista, anti migranti, euroscettico e maschilista, Abascal ha fatto una campagna elettorale a colpi di dati statistici dubbi e ampiamente contestati, come quello che il 70% degli stupri di gruppo in Spagna è opera di stranieri. Ma anche se 1.600 accademici hanno firmato un manifesto per accusarlo di aver diffuso dati falsi e manipolati, la sua retorica ha fatto presa su una crescente fetta di elettorato stufa dei partiti tradizionali.

La media degli ultimi sondaggi di una settimana fa assegna il 27, 4% dei voti al Psoe con 120-123 seggi, in lieve calo rispetto al 28,7% (123 seggi) di aprile. Il Partito popolare (Pp) arriva secondo con il 21,6% e 92-95 seggi in netta ripresa rispetto ad aprile quando ottenne un misero 16,7% e 66 seggi.

Vox appare come il terzo partito con il 14,9% e 49 seggi, 25 deputati più di aprile. Al quarto posto troviamo Podemos con l’11,2% e 28-31 deputati, in netto calo rispetto ai 42 seggi di aprile. Precipitano infine i consensi di Ciudadanos il partito liberale di Albert Rivera che sembra pagare la sua sterzata a destra, arrivando al quinto posto con l’8% e 15 seggi, 42 deputati in meno di aprile. Il nuovo partito di sinistra Mas Pais di Inigo Errejon, uscito da Podemos, viene infine indicato al 2,8% con 3 deputati.

 

 

 

RAGUSA, LA MADRE UCCISA CON VIOLENZA ED ATROCITA’ DAL FIGLIO: EMESSO OGGI L’ORDINE DI CUSTODIA IN CARCERE

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Raccolte le prove ,i carabinieri di Ragusa hanno eseguito stamane un provvedimento cautelare in carcere emesso dall’Autorità Giudiziaria nei confronti di un 48enne accusato dell’omicidio della madre al culmine di una lite per futili motivi, L’anziana donna era stata colpita ripetutamente con violenza a mani nude dal figlio. Ricoverata in ospedale in condizioni traumatiche, la vittima spirò dopo venti giorni di agonia.

Il presunto omicida è Carmelo Chessari, 48 anni, con precedenti penali per spaccio di droga. L’aggressione risale all’aprile scorso quando la madre del pregiudicato, Santa Trovato, venne ricoverata in ospedale a Ragusa con gravi ferite e tumefazioni provocate secondo i medici da una serie di pugni.

L’anziana donna morì dopo una lunga agonia durata venti giorni. I sospetti si concentrarono subito sul figlio, che fu indagato, ma solo oggi, in seguito ad alcuni esami e riscontri effettuati dagli inquirenti che inchioderebbero Chiessari, prove raccolte,è stato possibile emettere un ordine di custodia cautelare in carcere .

Con le nuove imposte le aziende dovranno modificare la catena produttiva

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Stefano Buffagni

«La visita del Vice Ministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni,(nella foto), proprio nella giornata in cui Coca-Cola e Sibeg presentano alla stampa l’impatto socio-economico e occupazionale generato direttamente e attraverso l’indotto, ci rende ancora più orgogliosi e fiduciosi. Abbiamo infatti dimostrato – numeri alla mano – che si può fare bene anche in contesti difficili come la Sicilia, seguendo la logica dell’innovazione tecnologica, della formazione delle risorse, del potenziamento di know-how, uniti a una gestione etica dell’impresa, che mai come in questo momento segue la strada “green” a tutela del territorio».

Lo afferma Luca Busi, Amministratore Delegato Sibeg, durante l’incontro con l’esponente di governo nel capoluogo etneo per visitare siti industriali e attività sociali di rilievo per il territorio.

«Cogliamo quest’occasione– continua Busi – per sottolineare con forza l’allarme lanciato nei giorni scorsi relativamente alle due nuove imposte previste nella manovra, ovvero la Sugar e la Plastic tax. Vorremmo aprire un dialogo costruttivo, una strada che possa rassicurare non solo un intero comparto che rischia il tracollo, ma tutte quelle aziende che – come noi – da anni sono impegnate in Italia per costruire sviluppo sostenibile e responsabile, senza penalizzare chi da tempo cerca di fare impresa restituendo valore alla società, lavorando con la filiera.

Ci siamo mossi in anticipo cercando di modificare la nostra catena produttiva per introdurre – non con poca fatica – nuovi modelli di economia circolare, promuovendo progetti con la filiera, investendo su nuove bevande con prodotti del territorio e vicine alle nuove esigenze dei consumatori.

La sugar tax è una vera e propria accisa sui consumi ha un impatto discriminatorio perché rivolto solo ad un settore. L’imposta si abbatte su una sola tipologia di prodotto, le bevande dolci, in un mercato che ha i consumi pro-capite tra i più bassi in Europa e ha registrato un calo del 25% nelle vendite negli ultimi 10 anni, a fronte di un sistema di impresa che ha continuato ad investire per la sostenibilità.

A questa si aggiunge la tassa sulla plastica, che non può e non deve coinvolgere chi produce e chi utilizza materiale riciclabile, compostabile o rPet (pet riciclato).

Invece di premiare i comportamenti virtuosi, viene innescato un processo punitivo e iniquo che rischia di mettere in ginocchio un intero settore e le persone che vi lavorano.

Dal 1960 Sibeg produce, imbottiglia e distribuisce in Sicilia tutti i prodotti a marchio The Coca-Cola Company: auspichiamo che lo sviluppo della nostra impresa non venga frenato o addirittura bloccato da provvedimenti che penalizzano produzione e consumi, con ricadute davvero importanti su tutta l’economia regionale. Confidiamo in una visione politica che tenga conto di un comparto – quello del beverage – che già da tempo ha avviato una transizione verso soluzioni più sostenibili, credendo nel cambiamento e diffondendo una cultura che guarda all’ambiente come una risorsa preziosa da proteggere. Siamo alleati, non nemici.da combattere.”

La Sicilia che cresce: una ricerca SDA Bocconi sul ruolo della ” Coca Cola “nel territorio

 

COCA-COLA IN SICILIA VALE 48,2 MILIONI DI EURO

2.400 LE PERSONE CHE DIPENDONO DAI REDDITI GENERATI IN REGIONE

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Catania

Coca-Cola in Sicilia è protagonista in termini di risorse generate nel sistema economico locale e sviluppa occupazione contribuendo attivamente alla crescita del territorio.

È quanto emerge dallo studio, commissionato da Coca-Cola e realizzato da SDA Bocconi School of Management, sull’impatto socio-economico di Coca-Cola in Sicilia.

La ricerca ha preso in esame il Sistema Coca-Cola, presente in Sicilia con Sibeg che dal 1960, nello stabilimento di Catania, produce, imbottiglia e distribuisce i prodotti a marchio The Coca-Cola Company.

Nel 2018 Coca-Cola ha distribuito in Sicilia risorse per 48,2 milioni di euro (pari allo 0,05% del PIL regionale), così suddivise: 14,1 milioni di euro alle famiglie, 34,1 milioni di euro alle imprese e 0,04 milioni di euro allo Stato.

In termini di impatto economico, Coca-Cola è il primo soggetto nell’industria delle bibite, mentre occupa il secondo posto in quella delle bevande e il quarto nel settore del food and beverage*.

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L’impatto occupazionale complessivo di Coca-Cola in Sicilia nel 2018 è pari a 995 occupati (lo 0,06% degli occupati totali nella regione), di cui 349 dipendenti diretti e 525 occupati indiretti. Ad ogni posto di lavoro dipendente diretto corrispondono circa 2,8 posti di lavoro totali all’interno della Sicilia.

Inoltre, se si considera la struttura delle famiglie in Sicilia (Istat 2018), le persone che dipendono – parzialmente o totalmente – dai redditi di lavoro generati (direttamente ed indirettamente) da Coca-Cola nella regione sono circa 2.400.

Questi dati collocano Coca-Cola al primo posto per impatto occupazionale sia nell’industria delle bibite, sia nell’industria delle bevande, sia nel settore del food and beverage*.

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Foto Press

La ricerca traccia un ipotetico scenario dal quale è esclusa la presenza in Sicilia di Coca-Cola: la conseguenza a livello occupazionale sarebbe un aumento del numero dei disoccupati pari allo 0,3% (0,06 punti di aumento del tasso di disoccupazione).

“Da quasi sessant’anni lavoriamo con grande impegno e passione, coniugando il nostro radicamento in Sicilia con un marchio globale come quello di Coca-ColaLo studio di SDA Bocconi è l’ulteriore conferma di Sibeg quale azienda innovativa, in grado di generare reddito e di sostenere concretamente l’economia e l’occupazione nella regione”, afferma Luca Busi, Amministratore Delegato Sibeg. “Proprio per questo l’allarme lanciato nei giorni scorsi relativamente alle imposte Sugar e Plastic tax non riguarda solo la nostra azienda, ma tutto il territorio regionale che verrebbe penalizzato e depauperato, peraltro in un momento di grave recessione. Le istituzioni presenti hanno apprezzato il lavoro che noi e i nostri lavoratori facciamo ogni giorno sul territorio. Siamo fiduciosi che si possa aprire un dialogo costruttivo: una strada che possa rassicurare non solo un intero comparto che rischia il tracollo, ma tutte quelle aziende che – come noi – da anni sono impegnate in Italia per costruire sviluppo sostenibile e responsabile, senza penalizzare chi da tempo fa impresa restituendo valore alla società e lavorando con la filiera. Noi siamo presenti in Sicilia dal 1960”, continua Busi, “con un percorso imprenditoriale improntato all’etica e alla sostenibilità, con importanti investimenti che hanno sempre puntato all’ambiente e alla valorizzazione del territorio per generare un reale cambiamento. Ribadiamo con forza che la propensione a una filosofia green deve essere guidata dagli incentivi, dai sostegni alle industrie, dalle misure che non penalizzano i consumi, ma i comportamenti poco virtuosi. Siamo realmente preoccupati e riteniamo che misure discriminatorie, mirate nei confronti di alcuni comparti, possano generare il tracollo di un intero sistema”.

SDA Bocconi ha analizzato anche gli investimenti che l’Azienda ha realizzato a beneficio del territorio, oltre a quelli dedicati al miglioramento delle proprie infrastrutture.

In cinque anni, dal 2014 al 2018, il Sistema Coca-Cola ha investito in Sicilia oltre 5.330.000 euro realizzando oltre 86 progetti: dal Green Mobility Program, che ha dotato tutta la forza vendita di auto full electric, contribuendo all’installazione sul territorio di ben 68 colonnine di ricarica a disposizione di tutti i cittadini, agli investimenti a favore della filiera agrumicola.

Dal 2014, inoltre, attraverso The Coca-Cola Foundation ed in collaborazione con il Distretto Agrumi di Sicilia, l’Università di Catania e l’Alta Scuola Arces, oltre 1,3 milioni di euro sono stati destinati a sostenere progetti dedicati alla formazione e all’innovazione tecnologica, volti a valorizzare e dare nuovo impulso all’agrumicoltura: da “Energia per gli Agrumi”, che prevede il riciclo in chiave energetica degli scarti degli agrumi, a “Social Farming”, progetto di agricoltura sociale che offre percorsi formativi a soggetti lavorativamente svantaggiati, per creare figure specializzate per la filiera agrumicola; da “Non Conventional Water Resources” che promuove l’irrigazione di precisione attraverso l’installazione di tecnologie ICT, al più recente “A.C.Q.U.A – Agrumicoltura Consapevole della Qualità e Uso dell’Acqua” che, sviluppato nel 2019, prevede una mappatura dello stress idrico degli agrumeti attraverso droni, oltre alla realizzazione di un impianto pilota di irrigazione sostenibile.

“Negli ultimi cinque anni, la collaborazione con Coca-Cola ci ha dato la possibilità di sviluppare diversi progetti finalizzati a valorizzare e far crescere la filiera agrumicola siciliana e il territorio vocato all’agrumicoltura”, ha dichiarato Federica Argentati, Presidente del Distretto Agrumi di Sicilia“Si tratta di progetti per l’utilizzo degli scarti, per la formazione di figure professionali, per il trasferimento di know-how e l’aggiornamento professionale, per l’impiego di nuove tecnologie, nati dalle esigenze espresse dalla filiera agrumicola. In questo momento, ad esempio, stiamo lavorando al progetto A.C.Q.U.A. che ci consentirà di ottenere conoscenze più approfondite, e prima mai raccolte in maniera organica, sul tema fondamentale delle risorse idriche e sul loro utilizzo”. 

Dimostrazione di quanto sia strategica la collaborazione fra Coca-Cola e il Distretto degli Agrumi è la nuova Fanta Aranciata Rossa Zero Zuccheri Aggiunti con “Succo di Arancia Rossa di Sicilia IGP”: un’aranciata con succo di arance rosse 100%, controllate dal Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia IGP, uno dei più importanti Consorzi di tutela e valorizzazione di una produzione di elevata qualità agrumicola italiana, che fa parte del Distretto.

Ricerca della Bellezza, Umanità: il cantautore Luca Bonaffini riparte con il tour

 

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di  Lucilla Corioni

L’umanità, il Pianeta, il diritto alla ricerca della bellezza, il cosmo: saranno questi i temi portanti del tour unplugged (solo voce e chitarra acustica) che Luca Bonaffini – cantautore italiano con alle spalle un percorso autorale di grandi successi musicali (vedi Pierangelo Bertoli e Flavio Oreglio), di libri e di regie teatrali – inizierà nelle prossime settimane.

Titolo del recital è “Il Cavaliere degli Asini Volanti”, come il suo ultimo album, uscito a cavallo tra il 2018 e il 2019, “Anche se… – specifica Bonaffini – i brani contenuti nello spettacolo cambieranno di concerto in concerto, a seconda del tema e del Chakra scelto per la serata. Ci saranno canzoni mie, vecchie e nuove, quelle scritte con Pierangelo Bertoli, con Claudio Lolli e con Flavio Oreglio, ma anche nuove e sconosciute, forse inedite. Non mancheranno omaggi ai grandi maestri del Novecento che mi hanno ispirato e fatto scegliere la professione artistica del cantautore”.

Si apprende che il  tour ,partito   già a Milano dal Teatro della Memoria con l’omaggio alle radici e alla madre  prosegue a Roma domenica 10 novembre al Teatro Lo Spazio con il tema dell’identità. Ritornerà al nord mercoledì 13 novembre presso l’Officina della Musica (Como) con “il potere personale”, raggiungendo sabato 16 novembre il Teatro Domus Pacis di Pavia con “il cuore”. Non poteva far mancare al viaggio la sua città d’origine, ovvero Mantova, dove approderà giovedì 21 novembre al Teatro Campogalliani con “voci”, per poi spostarsi a Legnano presso il Teatro Ratti il 3 dicembre con il tema “diversamente Re”, in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità.“

Il tour si chiuderà a Padova, presso il Fistomba Social Park, sabato 7 dicembre con il tema “visioni”.

Commissione europea: Italia lumaca,”affetta da depressione di bassa crescita”.

                          MA L’UE ESPRIME  GIUDIZI TECNICI O POLITICI?

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Nel 2019 l’Italia non è cresciuta secondo le valutazioni della Commissione economica europea.. Con l’economia in rallentamento, aumenta di conseguenza il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno loro

Secondo le previsioni economiche d’autunno, diffuse oggi dalla Commissione Europea, il nostro Paese quest’anno dovrebbe crescere dello 0,1%, ben un punto percentuale al di sotto della media dell’Eurozona, che dovrebbe crescere dell’1,1%; l’anno  prossimo la crescita dell’Italia è prevista allo 0,4%, contro una media dell’area euro stimata all’1,2%; nel 2021, il differenziale è atteso in riduzione a mezzo punto percentuale (+0,7% contro +1,2%). In tutti e tre gli anni l’economia italiana resta la peggiore: quest’anno la seconda ‘lumaca’ dovrebbe essere la Germania, a +0,4%.

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Il debito pubblico, che cresce inerzialmente, aumenta in rapporto a un Pil più fiacco del previsto: dal 134,8% del 2018, dovrebbe salire, secondo la Commissione, al 136,2% quest’anno, al 136,8% nel 2020 e al 137,4% nel 2021. L’Italia “fatica a sfuggire alla depressione da bassa crescita”,afferma la Commissione dell’UE.   L’economia italiana, osserva la Commissione, “si è fermata all’inizio del 2018 e non mostra ancora alcun segno di ripresa significativa”. Nel 2020 “la crescita dovrebbe riprendere in maniera modesta, sulla scorta di una domanda estera in ascesa e una moderata spesa delle famiglie, anche se la seconda dovrebbe essere in parte frenata da un mercato del lavoro che si andrà indebolendo”.

– Dovrebbe restare stabile al 10% la disoccupazione in Italia nel 2019-21, mentre nell’area euro dovrebbe calare dal 7,6% del 2019 al 7,3% del 2021. Secondo le previsioni economiche d’autunno della Commissione Europea, il tasso di disoccupazione nel nostro Paese dovrebbe calare dal 10,6% del 2018 al 10% quest’anno, per poi rimanere fisso al 10% nei due anni successivi. Finora, osserva la Commissione, “il mercato del lavoro è rimasto resiliente davanti al rallentamento dell’economia; tuttavia, gli ultimi dati indicano un deterioramento”, che “probabilmente spingerà i datori di lavoro a tagliare posti o a ricorrere a forme di lavoro temporaneo, come indica il crescente numero di lavoratori coperti dalla Cassa Integrazione Guadagni”.

Conte: “Ex Ilva,è un problema industriale, l’azienda non ha rispettato il piano d’investimento”

 

In conferenza stampa con il Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli

Slået op af Giuseppe Conte i Onsdag den 6. november 2019

Video Comunicato Stampa Presidenza Consiglio -(Fac;)

 

E’ un problema industriale. Abbiamo offerto lo scudo penale.Hanno rifiutato!”

Trattativa in salita per il governo Conte sull’ex Ilva.  2E’ un problema industriale, afferma il premier  e non ci facciamo prendere in giro“. E’ questo il sunto del comunicato stampa dopo l’incontro avuto con i vertici di  Arcelor Mittal e annunciando per giovedì la convocazione dei sindacati . “Non è accettabile lasciare 5mila lavoratori e quindi 5mila famiglie senza lavoro e senza futuro” aggiungee il premier, assicurando che “non lasceremo soli gli operai”. “Per me è inaccettabile qualsiasi piano di esuberi”, dice Conte. “C’è un rischio di impresa, parliamo di un player globale attrezzatissimo, profondo conoscitore del mercato. È inaccettabile che dopo un anno si metta in discussione il piano. È inaccettabile la proposta che oggi ci è stata fatta”.”Nessuna responsabilità sulla decisione dell’azienda può essere attribuita al governo”, precisa comunque, perché da parte dell’esecutivo c’è la massima disponibilità “a tenere aperta una finestra negoziale 24 ore su 24, d’ora in avanti”.      Si apprende intanto che i sindacati hanno preannunciato uno sciopero per l’8 novembre.

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Non è lo scudo la causa di disimpegno dell’azienda” chiarisce  Conte. “Chi non sta rispettando i patti?”, si chiede il presidente del Consiglio. “A noi – spiega – sta a cuore il rilancio di quel polo industriale”. “Noi – ribadisce – chiediamo il rispetto del piano industriale”. “Abbiamo invitato ArcelorMittal a prendersi un paio di giorni per proporci qualche soluzione”, aggiunge il premier, per “farci una proposta per assicurare continuità dei livelli occupazionali, produttivi e ambientali”. Si lavora perché il vertici di Mittal “possano ritornare al nostro tavolo con delle proposte accettabili e plausibili”. “Invitiamo l’azienda a rimediare queste sue iniziative, non accettiamo che ci siano iniziative di tutela giudiziaria dal loro punto di vista”. “Siamo determinati a difendere con il massimo rigore, a fare tutto quello che è necessario per rilanciare Taranto”.

Dopo il premier prende la parola il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. “Riteniamo che non ci sia una reale motivazione strutturale” nella decisione di ArcelorMittal, sottolinea. Quella dell’Ex Ilva “è una vertenza industriale“. L’azienda” ha chiarito sin dal 12 settembre che, a prescindere dagli elementi di contorno, il problema è la loro incapacità di rispetto del piano industriale”, afferma Patuanelli sottolineando che i livelli di produzione sono pari a 4 milioni di tonnellate, con la conseguenza di 5mila persone in meno, quando già quest’anno avrebbero dovuto attestarsi a 6 milioni. “Il piano – dice ancora Patuanelli – è stato proposto in un bando di gara”. “Arcelor Mittal non è in grado di rispettare il suo piano industriale e non possono essere i lavoratori e Taranto a pagare”, dice Patuanelli. “A prescindere da ogni altra condizione la società oggi dice che non riesce a produrre più di 4 milioni di tonnellate e che queste non sono sufficienti a remunerare l’investimento. Ma Mittal ha vinto la gara per Ilva promettendo 6 milioni di tonnellate e 8 milioni dal 2024”.

VITALIZI: LA SICILIA NON SI ALLINEA, COMMISSIONE ARS APPROVA TAGLIO (RIDICOLO) DEL 9%

    DEPUTATI DELLA REGIONE SICILIA-ASSEMBLEA SICILIANA :  VERGOGNA

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PALERMO

La Sicilia non si allinea. La riduzione di entità ridicola dei vitalizi dei parlamentari si rivela una beffa e uno schiaffo alla condizione di arretratezza e minore sviluppo del Sud, Sicilia compresa   L’interesse privato di arricchimento personale prevale nella Regione Sicilia sull’interesse pubblico e generale.    E’ una vera indecenza La commissione speciale dell’Assemblea siciliana istituita per la riduzione dei vitalizi ha approvato il disegno di legge che prevede-paradossalmente –un taglio lineare di circa il 9%. Hanno votato contro i due deputati del M5s.

Adesso il testo dovrà passare al vaglio dell’Aula, a Sala d’Ercole. “Alla fine la farsa è servita – commentano il capogruppo M5S all’Ars Francesco Cappello e le deputate Angela Foti e Jose Marano, componenti della commissione vitalizi –. La casta è riuscita a tutelare se stessa, approvando tagli dei vitalizi ridicoli e pure temporanei. E questo con la complicità di tutti i partiti, compreso quello di Musumeci. Lo spieghino ora ai siciliani, che finora non hanno visto un solo provvedimento a loro favore, nè governativo nè parlamentare. Oggi l’Ars ha scritto una delle peggiori pagine della sua storia”. 

“Il ddl truffa proposto da Pd e Forza Italia – aggiungono – è andato in porto con l’attenta regia di tutti i partiti. La norma è un’enorme presa in giro. Oltre a essere gli ultimi in italia ad operare il taglio, siamo riusciti anche ad essere anche i peggiori, visto che tutte le altre regioni hanno tagliato con percentuali molto più importanti, qui invece, si è proceduto con un taglio ridicolo di appena il 9 per cento e neanche definitivo , visto che sarà operativo solo per 5 anni, praticamente una beffa per i siciliani”. Il testo votato – concludono Foti e Marano – – non ci mette al riparo dai tagli dei trasferimenti statali. Musumeci può dirsi soddisfatto, il suo governo finora non solo non è riuscito a cavare un ragno dal buco ma si è macchiato di una colpa indelebile che niente riuscirà mai a cancellare”.