Brexit, il Parlamento britannico respinge l’ipotesi di una uscita “frettolosa e disordinata” dall’UE

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 La Camera dei comuni britannica ha approvato, poi, con 321 voti a favore e 278 contrari l’emendamento del governo che respinge l’ipotesi di un’uscita dalla Ue senza accordo il 29 marzo. Poco prima aveva bocciato con 374 voti contrari e 164 a favore, l’emendamento, a firma dell’ex ministro conservatore Damian Green, cosiddetto compromesso Malthouse, che chiedeva all’esecutivo di procedere con una proroga dell’articolo 50 fino alla mezzanotte del 22 maggio prossimo, data alla quale il Regno Unito dovrà lasciare l’Ue.

“La mozione del governo che sarà presentata oggi ” giovedì “fissa a mercoledì prossimo la scadenza per approvare un accordo sulla Brexit” ha annunciato lo speaker della Camera dei comuni, John Bercow, precisando che “se per allora sarà approvato un accordo, il governo chiederà una proroga dell’articolo 50 fino al 30 giugno. Ma se non sarà approvato, il governo avrà bisogno di un’estensione più lunga, che richiederà la partecipazione del Regno Unito” alle elezioni europee del prossimo 26 maggio.

Se la Camera dei comuni troverà un modo nei prossimi giorni per sostenere un accordo, permetterà al governo di cercare un’estensione breve, tecnica, limitata dell’articolo 50 – ha affermato la May, ancora senza voce, in una breve dichiarazione – per dare il tempo di approvare la legislazione necessaria e ratificare l’accordo che abbiamo raggiunto con l’Ue”. “Ma – ha continuato la premier – lasciatemi essere chiara: un’estensione tecnica breve sarà offerta solo se abbiamo un accordo. Dunque, la Camera deve capire ed accettare che, se non è disposta a sostenere un accordo nei prossimi giorni e non è disposta a sostenere un’uscita senza accordo il 29 marzo, allora sta indicando che c’è bisogno di una proroga molto più lunga dell’articolo 50. Una tale estensione richiederà indubbiamente che il Regno Unito partecipi alle elezioni europee del maggio prossimo. Non penso che sarebbe la giusta soluzione”. “Ma la Camera – ha concluso – deve affrontare le conseguenze delle decisioni che prende”.

Anche Jeremy Corbyn giudica inevitabile una  proroga dell’articolo 50. “Troviamo una soluzione per affrontare la crisi che ha di fronte questo Paese e le sue profonde preoccupazioni”……

 

Approvato il Piano straordinario di assunzioni per circa 1500 ricercatori “che dopo tre anni passeranno di ruolo “

Lorenzo FIORAMONTI

Riceviamo e pubblichiamo il seguente Comunicato ,comprensivo di foto sopra, di Lorenzo   Fioramonti °

 

 

Questa settimana abbiamo approvato un decreto al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che consente l’assunzione di un piano straordinario di 1.511 ricercatori. È il più grande piano straordinario di assunzioni degli ultimi anni! Questi saranno ricercatori di tipo B, cioè ricercatori che dopo tre anni passeranno automaticamente al ruolo di professore associato e quindi continueranno la loro carriera all’interno del mondo dell’università.

Questo però è soltanto un primo passo per fare delle cose che abbiano un impatto sistemico, cioè: ridurre il precariato all’interno del mondo universitario, quindi accorciando i tempi che i nuovi ricercatori devono aspettare prima di entrare in ruolo, e anche attraverso dei concorsi che siano divisi tra concorsi locali, con commissioni sorteggiate, e concorsi nazionali, anche quelli con commissioni sorteggiate. Perché? Perché è fondamentale garantire a tutti, non solo la flessibilità a livello locale quando c’è bisogno di competenze specifiche, ma anche la meritocrazia e la trasparenza in un Paese dove sono ancora troppi i casi di concorsi se volete non completamente trasparenti. Quindi in questo modo, noi abbiamo recepito quelli che sono i suggerimenti importanti di gran parte delle organizzazioni di rappresentanza degli studenti, di organizzazioni di rappresentanza dei ricercatori.

Poi interverremo anche dal punto di vista del diritto allo studio e quindi mettendo più fondi per risolvere il problema increscioso del cosiddetto “idoneo senza borsa”, cioè un ragazzo che ha il profitto scolastico giusto, le condizioni economiche per ricevere una borsa, ma non la riceve soltanto perché i fondi non bastano.
E infine un intervento sulla valutazione: intendiamo, in maniera sistematica, accorciare i tempi della valutazione, renderla più semplice perché non è possibile che i nostri colleghi universitari debbano spendere mesi e mesi della loro attività nel cercare di giustificare cosa producono e come producono. Oggi a livello internazionale esistono sistemi automatici. Noi non intendiamo fare altro che introdurre gli stessi sistemi automatici in Italia e fare in modo che la valutazione garantisca trasparenza e merito, sia facile e flessibile, perché se non rilanciamo la ricerca in Italia non avremo futuro! “

(Comunicato)                                                                                                                Prof. On.      Lorenzo    Fioramonti  – ( Viceministro Università -Istruzione-Ricerca)

Lista                             M5S

Sequestrato Centro estetico di Tremestieri gestito dalla Mafia

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Un centro estetico a Tremestieri (Catania) gestito di fatto da un esponente del clan Ercolano Santapaola è stato sequestrato dalla Squadra Mobile di Catania su richiesta di un provvedimento del Gip  del Tribunale di Catania. L’inchiesta è stata condotta dalla Procura Distrettuale etnea.   Sotto sequestro quote societarie, beni aziendali mobili, immobili e mobili registrati e dei conti correnti della società “Nails Express Italia Sas di B.V. & C.”.

Il provvedimento è stato emesso nei confronti di Antonio Alfio Giuseppe Motta di 55anni pregiudicato, e di quattro dei suoi soci tutti indagati per trasferimento fraudolento di valori, perché –” in concorso tra loro con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale nei confronti del predetto Antonio Alfio Motta, condannato più volte per associazione mafiosa e sottoposto a misure di prevenzione personali e reali, costituivano la “Nails Xpress Italia di M.R.G.A. & C. s.a.s.”, successivamente denominata “Nails xpress Italia s.a.s. di B.V. & C.” le cui quote venivano fittiziamente attribuite agli altri quattro indagati.

Antonio Alfio Giuseppe Motta,secondo gli inquirenti risulta un  esponente  del clan Santapaola-Ercolano, uomo  di Mafia e  noto – ” per le sue capacità imprenditoriali e per riciclare i proventi delle attività delittuose derivanti dalla sua appartenenza al clan “.

 

Agrigento: ucciso un ragazzo di 22 anni

Omicidio nella tarda serata di ieri ad Alessandria della Rocca, piccolo centro dell’agrigentino, dove un ragazzo di 22 anni, Vincenzo Busciglio, è stato ucciso a coltellate, con ogni probabilità, al culmine di una lite avvenuta nella piazza del paese.

Il giovane è morto in ospedale a Ribera dove è stato trasportato dopo il ferimento. Sono in corso indagini dei carabinieri che hanno interrogato per tutta la notte alcuni giovani. Secondo quanto si apprende, all’alba di oggi un ragazzo di appena 18 anni sarebbe in stato di fermo. L’inchiesta è coordinata dalla Procura della Repubblica di Sciacca.

Finalità di finanziamenti statali “molto dubbi “: arrestati i vertici della Blutec Spa

Arrestati i vertici di Blutec

Guai giudiziari per il presidente del consiglio di amministrazione Roberto Ginetta e l’amministratore delegato Cosimo Di Cursi della Blutec Spa, la società che ha rilevato l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, posti da stamani agli arresti domiciliari dalla Guardia di Finanza con l’accusa di malversazione ai danni dello Stato.

Un provvedimento di  sequestro preventivo dell’intero complesso aziendale e delle relative quote sociali della Blutec,   colpisce pure le disponibilità finanziarie, immobiliari e mobiliari degli  indagati fino all’importo di 16 milioni e 516 mila euro.

L’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese e condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo, ha focalizzato le finalità dei  finanziamenti statali, attraverso Invitalia, per la riapertura dello stabilimento, dove Blutec avrebbe dovuto produrre auto elettriche.

Dopo l’arresto dei vertici, i militari della Guardia di finanza si sono recati nella sede centrale dell’azienda a Rivoli, in provincia di Torino, e nelle unità locali, compreso lo stabilimento di Termini Imerese, in provincia di Palermo, dove la Blutec avrebbe dovuto assicurare il rilancio dell’ex fabbrica Fiat.

Almeno 16 dei 21 milioni di euro di contribuzioni pubbliche versate alla Blutec, non sarebbero mai stati impiegati per i fini progettuali previsti, né restituiti a scadenza delle condizioni imposte per la realizzazione del progetto (31 dicembre 2016, termine poi prorogato fino al 30 giugno 2018).    Le indagini mettono in luce che  riscontri finanziari, perquisizioni, una consulenza tecnica e l’assunzione di informazioni nei confronti di dipendenti e fornitori della Blutec avrebbero fatto emergere come, accanto a spese giudicate “non ammissibili”, il denaro pubblico sia servito anche per l’acquisto di beni, a esempio software, impiegati a beneficio di altre unità produttive dell’azienda fuori dalla Sicilia e non presso il polo industriale di Termini Imerese. A tutt’oggi, nonostante la revoca del finanziamento intervenuta ad aprile del 2018, le procedure di restituzione non sono state ancora avviate.

Intanto, per gli stabilimenti Blutec in Italia sono scattati i sigilli. L’azienda, il cui valore supera i cento milioni di euro, e le sue numerose unità locali sparse in tutto il territorio nazionale, compreso lo stabilimento di Termini Imerese, sono state  per evitare la prosecuzione di condotte di malversazione , affidate a un amministratore giudiziario, per  assicurare la continuità aziendale della società.

 

Parole di cordoglio degli Ordini Architetti Sicilia per la scomparsa di Tusa, “Paladino dei beni culturali”

 

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Il cordoglio della Consulta regionale Ordini Architetti Sicilia per la scomparsa dell’assessore

 

«TUSA LASCIA IN EREDITÀ ANCHE LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO PAESAGGISTICO DELL’ISOLA»

«La tragica scomparsa di Sebastiano Tusa è una grave perdita anche per il mondo dell’Architettura siciliana, perché aveva a cuore la qualità del patrimonio paesaggistico dell’Isola. Era un riconosciuto paladino dei beni culturali e monumentali della Sicilia, non a caso fra le priorità del suo assessorato c’era quella di adeguare il sistema museale regionale agli standard europei. Desideriamo che l’eredità intellettuale che ci lascia l’assessore, possa essere un grande spinta per la promozione della buona Architettura nella nostra terra, anche attraverso un disegno di legge di semplificazione delle procedure autorizzative in tema di paesaggio, a cui stava lavorando insieme alla categoria». Queste le parole di cordoglio della Consulta degli Ordini degli Architetti della Sicilia, composta dai vicepresidenti del Consiglio nazionale di categoria Lilia Cannarella e Rino La Mendola, e dai presidenti Alfonso Cimino (Agrigento), Paolo Lo Iacono(Caltanissetta), Alessandro Amaro (Catania), Antonino Rizza (Enna), Caterina Sartori (Messina), Francesco Miceli (Palermo),Salvatore Scollo (Ragusa), Francesco Giunta (Siracusa), Vito Mancuso (Trapani).

«Vogliamo inoltre sottolineare – aggiungono gli Architetti – che Tusa aveva avviato un progetto per mettere a sistema i Parchi Archeologici, da ampliare oltre ai cinque già esistenti. Ricordiamo il suo grande impegno per la valorizzazione di numerose aree, tra cui l’isola di Mozia, e per il riavvio dopo tanti anni di una nuova campagna di scavi archeologici, inclusi i loro restauri, in ben otto province siciliane».

La Consulta degli Architetti conclude con un pensiero di cordoglio rivolto agli altri sette italiani e a tutte le vittime che si trovavano nell’aereo precipitato in Etiopia, presenti su quel volo per portare avanti progetti di sviluppo per l’Africa.

Un passo verso il cambiamento di Catania: piccoli “giardinieri” piantono le radici del futuro

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L’iniziativa ha coinvolto gli alunni dell’Istituto Comprensivo Statale Dusmet-Doria


I PICCOLI GIARDINIERI AFFIDANO AI RESIDENTI LA CURA DEI LIGUSTRI 

Terminato il primo ciclo di piantumazione del progetto “100 alberi per Catania”, promosso da Legambiente e finanziato con il crowdfunding di Laboriusa.it

 

CATANIA

Nelle vie dove l’odore di Catania entra forte nelle narici; dove il rintocco delle campane scandisce i passi lenti di giornate tutte uguali; dove il dialetto s’intreccia ai rituali quotidiani di una comunità che si dà ancora appuntamento in piazza, iniziative come quella di Legambiente hanno un valore educativo che va oltre una mattinata all’insegna del verde. Se i bambini chiedono agli abitanti di prendersi cura dei ligustri appena piantati; se i commercianti si affacciano dalle botteghe per osservare e respirare l’aria che profuma di terra e di sole; se i volontari prendono a braccetto i passanti per trascinarli nell’entusiasmo che blocca il traffico di via Plebiscito all’angolo con la voglia di sognare e di sperare, allora il progetto “100 alberi per Catania” vale molto di più di 1.500 euro. Vale un altro passo verso il cambiamento; vale il sorriso di un alunno che non si ritrova in piazza San Cristoforo solo per un’ora di lezione green; vale un seme che viene piantato nel presente per essere raccolto dai nostri nipoti; vale una giornata dove anche le lenzuola che svolazzano dalle finestre colorano i pensieri e le più energiche intenzioni.

Per un giorno, i giovani alunni dell’Istituto Comprensivo Statale Dusmet Doria si sono trasformati in piccoli “giardinieri”: con pettorina giallo/verde, attrezzi del mestiere e tanto senso civico, hanno piantato – con il supporto degli operatori comunali – gli alberi lungo la via del centro storico, affidando ai residenti e ai commercianti, la loro cura e il loro mantenimento. «É bellissimo vedere i ragazzi e i volontari piantare il proprio futuro – dichiara Fabio Cantarella, assessore all’Ecologia del Comune di Catania, presente oggi (lunedì 11 marzo) per la messa a dimora delle piante acquistate grazie al crowdfunding di Laboriusa.it – la loro opera ci dà un’ulteriore spinta per promuovere uno sviluppo sostenibile nel capoluogo etneo e per valorizzare il patrimonio arboreo già esistente».

«Vedere la partecipazione online e offline di tantissime persone che hanno contribuito alla realizzazione del progetto – spiega la presidente di Legambiente Catania Viola Sorbello – è segno di quanto sia importante diffondere e condividere i valori legati all’ambiente in cui viviamo, facendo riscoprire un rapporto con la Terra, forse oggi un po’ sbiadito nelle giovani generazioni».

Un “tocco di verde” ma anche di “pink” grazie al contributo di Laboriusa che – sulla strada della responsabilità sociale d’impresa – in questi mesi ha promosso l’iniziativa sul web, raccogliendo i fondi utili attraverso le donazioni di oltre cinquantacinque utenti.

«Siamo felici del risultato ottenuto – sottolinea Assia La Rosa, ideatrice della piattaforma nato dalla creatività dell’Agenzia I Press – valori come solidarietà e sostenibilità, attraverso strumenti di finanza alternativa come il crowdfunding, possono mettere radici forti e profonde…”

 

 

Fiumi di cocaina scoperti nella “PALERMO BENE”nel blitz antimafia che ha condotto all’arresto di 32 persone dal Comando Carabinieri

PALERMO –

 

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Scoperto dalla Dda di Palermo un’immensa quantità di droga che ha fatto scattare il blitz antimafia, tuttora in corso, eseguito dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo che ha arrestato 32 persone ritenute, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, favoreggiamento reale aggravato, trasferimento fraudolento di valori, sleale concorrenza aggravata dalle finalità mafiose, spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illecita di armi.

Dall’inchiesta, coordinata dalla Dda guidata da Francesco Lo Voi, è emerso che il “mandamento” mafioso di Porta Nuova organizzava le piazze di spaccio di sostanze stupefacenti nel centro della città e che la domanda di droga è in continua crescita. Sono state registrate dai carabinieri centinaia di richieste di acquisto per uso personale anche da parte di imprenditori e liberi professionisti della cosiddetta Palermo bene.L’inchiesta è la prosecuzione delle indagini  iniziate con i fermi dello scorso 4 dicembre 2018 nel corso dell’operazione “Cupola 2.0” con cui è stata smantellata la nuova commissione provinciale di cosa nostra palermitana, che si era riunita per la prima volta il 29 maggio 2018 nella località di Altarello di Baida, così come confermato anche da successive dichiarazioni dei due nuovi collaboratori di Giustizia.

L’indagine costituisce un’ulteriore fase di un’articolata manovra investigativa condotta dal Reparto Operativo – Nucleo Investigativo anche sul mandamento mafioso di Porta Nuova che ha consentito di comprovare la perdurante operatività dell’articolazione di cosa nostra”, sono le parole degli investigatori.

Allora  erano già state tratte in arresto 11 persone ritenute appartenere al mandamento mafioso di Porta Nuova, tra cui Gregorio Di Giovanni (detto il reuccio), “in quanto individuato quale nuovo rappresentante di quell’articolazione mafiosa, avendo peraltro partecipato al citato consesso criminale del 29 maggio”. La complessa attività investigativa ha rivelato che all’atto della sua scarcerazione, nel 2015, Gregorio Di Giovanni “aveva immediatamente affiancato il reggente del mandamento Paolo Calcagno, prendendone poi il posto nel momento in cui questi veniva tratto in arresto nel corso dell’operazione “Panta Rei”, eseguita nel dicembre dello stesso anno”…

Poi, Gregorio Di Giovanni “è stato affiancato nel controllo mafioso del territorio dal fratello Tommaso (nel suo breve periodo di libertà dal 18.12.2016 al 17.07.2017) e si è avvalso per la gestione delle attività illecite della collaborazione di uomini di fiducia per i diversi quartieri del Capo, della Vucciria, di Ballarò e della Zisa”. Oltre agli assetti territoriali di cosa nostra, “è emerso l’interesse principale di Paolo Calcagno in relazione al sostentamento economico della propria famiglia. Egli, infatti, nel corso dei colloqui in carcere, forniva alla moglie e al cognato indicazioni sui soggetti ai quali rivolgersi per ricevere le somme di denaro spettanti per lo stretto mantenimento e i profitti dei pregressi investimenti economici realizzati, unitamente ad altri associati, in attività commerciali pienamente funzionali e attive”.

 

Vittorio Sgarbi commosso per la morte di Sebastiano Tusa.: “E pensare che l’ho proposto io come assessore a Musumeci”

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Sono molto dispiaciuto per la morte di Sebastiano Tusa, avevamo ancora tante cose in sospeso in Sicilia…”. Vittorio Sgarbi appena appreso dello schianto dell’aereo che ha causato la morte dell’archeologo Sebastiano Tusa, l’assessore ai Beni culturali della Sicilia, ha espresso il suo cordoglio ai familiari ..

Dopo le dimissioni di Sgarbi da assessore ai Beni culturali per candidature politiche nazionali , il critico d’arte chiese espressamente al governatore Musumeci della Regione Sicilia  di nominare come suo successore proprio Tusa, che era fino a quel momento il direttore generale del dipartimento ai beni culturali e dell’identità siciliana. 

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L’archeologo Sebastiano Tusa nonchè’ assessore regionale ai beni culturali della Sicilia tra le 157 vittime del volo maledetto

Tusa era il mio erede naturale, io l’ho voluto fortemente – spiega  ancora Sgarbi – era una persona competente e cordiale”. “Il fatto che accada a una persona così vicina fa pensare che è meglio non prendere l’aereo, perché in un incidente automobilistico puoi cavartela, ma se cade un aereo non ti salvi”, . “Avevamo tante cose sospese…”. I due si dovevano vedere a Palermo il prossimo 18 marzo per un evento culturale. “Ora forse lo faremo lo stesso, commemorando Sebastiano”.

L’AVIDITA’, L’EGOISMO E L’INGIUSTIZIA SOCIALE DI UNA POLITICA CRIMINALE SICILIANA CHE NON VA IN PARADISO

Papa Berlusconi

(Archivio Sud Libertà-)

        SICILIA:   BLOCCO DEI VITALIZI E ASSENZA DI OGNI FENOMENO COSTRUTTIVO    —    I GIOVANI VANNO VIA DALL’ISOLA

di Raffaele.Lanza

 

Non è possibile non condividere il taglio dei vitalizi tranne che si rivesta la carica di parlamentare e si abbia l’interesse – e la spudoratezza- a mantenere il privilegio anche di fronte al grande pubblico.  Se i politici siciliani vogliono dare uno schiaffo alla battaglia identitaria del Movimento proponente hanno essi altri modi per duellare e fronteggiarsi. Riteniamo che tale punto sia indiscutibile nell’interesse della popolazione siciliana e dell’Isola.  Non importa se si è di destra o di sinistra. Quando la casa brucia , si dice, non si guarda la casacca dei pompieri.   La Sicilia è a terra. I  giovani appena laureati vanno via dall’Isola e, adesso dall’Italia pure. Il coraggio di cambiare. Imitato persino dai pensionati che stanno affollando – è il caso di dirlo – le piazze del Portogallo e della Spagna.

Le imprese vanno via, fra l’altro la Mafia è sempre presente con le sue generazioni ed estorsioni. L’informazione è sospettata di omissione e di complicità con diversi leader della politica regionale e capi delle organizzazioni     mafiose prepotenti.  La Magistratura siciliana  offre esempi quotidiani della corruzione e del modus vivendi di certi manager e della classe dirigenziale che comanda tenebrosamente l’apparato regionale.     E’ arbitrario cercare attenuanti a tutto ciò nel fatto che i fenomeni negativi che caratterizzano la nostra vita di siciliani – e del Sud – sono riscontrabili anche altrove. L’affermazione è certamente vera: sarebbe pretender troppo affermare che la Sicilia ha inventato l’abuso, l’arrivismo, l’insipienza amministrativa, la miopia politica, il parassitismo degli inetti, l’ingiustizia sociale…   Adesso non dateci il primato di bloccare il taglio dei vitalizi perchè significherebbe attestare l’assenza pressochè assoluta -oltre all’egoismo e all’avidità personale- di voler creare fenomeni costruttivi

 La scadenza del 31 marzo ha messo ora in fibrillazione  -com’è noto – il presidente dell’Ars G.Miccicchè che candidamente ha ammesso di “opporsi con tutte le sue forze al taglio dei vitalizi “perchè non è immaginabile che un parlamentare debba vivere di stenti e non possa sopravvivere..”

“Io non mi presto ad atti di macelleria sociale”- ha affermato– si sa-  Micciché. ” In Sicilia c’è un ex deputato comunista, una delle persone più belle che questa regione possa annoverare, che vedrebbe il suo assegno ridotto da 6 mila a 600 euro netti. Ma siamo tutti impazziti?”. “Sono invece disponibile – afferma il presidente dell’Ars,  anche commissario di Forza Italia in Sicilia – a studiare un diverso sistema di tagli: se l’Ars la pensa diversamente, mi sfiduci. Sarei orgoglioso di raccontarlo a mia figlia”.

 

Sicilia, il no di Micciché al taglio dei vitalizi: "Se l'Ars lo vuole, mi sfiduci"
Il Presidente dell’Ars G.Miccicchè

E a questo punto è destinato ad acuirsi anche lo scontro con il governatore Nello Musumeci, che condivide moralmente la proposta e  non ha impugnato la norma sul taglio dei vitalizi contestata da Micciché. L’amministrazione regionale, se l’Ars non varasse la riduzione degli assegni, perderebbe circa 70 milioni di euro di trasferimenti statali. Un salasso che Palazzo d’Orleans proprio non può permettersi.

Vitalizi, Musumeci: "Favorevole al taglio, nessuno scaricabarile"

Il governatore Musumeci interviene pubblicamente sull’assegno dei vitalizi

 

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Nella foto, il deputato Francesco Cappello del M5S

La reazione dei 5 Stelle: “Micciché rappresenta il vero volto dell’Assemblea regionale siciliana, anacronistica e irresponsabile. Di fronte alla quotidiana e dilagante difficoltà dei siciliani di pagare le bollette e riempire il frigo – ricorderemo l’affermazione del  capogruppo Francesco Cappello – c’è ancora chi vuole salvare la ricchezza dei pochi, fatta di privilegi come il vitalizio. Micciché fa appello alla sfiducia? Ebbene, é evidente che si sta sfiduciando da solo“.

L’Isola afferma Giancarlo Cancellieri a viva voce perderà circa 5o milioni di euro E non sono pochi per una terra deserta conquista degli ex politici corrotti ed egoisti.    L’assemblea siciliana “costa più della Casa Bianca”    Inammissibile che prevalga ancora questo assunto. Riproponiamo la missiva -comunicato di Giancarlo Cancelleri sul “Ricalcolo dei vitalizi, la responsabilità dell’omesso taglio, e i soldi perduti per la Sicilia…..” sintetizzata nella parte in cui si sofferma sul parere del Presidente della Regione Musumeci perchè pubblicamente lo stesso ha dichiarato che “e’ un fatto morale di cui mi faccio carico, d’altronde la mia storia è chiara”. Per quanto riguarda la norma dello Stato che prevede la riduzione del 30% dei trasferimenti alle Regioni che non taglieranno i vitalizi, il governatore ha precisato: “Il governo non intende impugnare la norma, perché non ritiene che presenti particolari aspetti di incostituzionalità  Ecco la lettera di Cancelleri:

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“Come sappiamo, questo Parlamento costa 137 milioni di euro ogni anno, e in questi anni il Movimento 5 Stelle ha proposto diverse soluzione per abbassarne i costi. Questo è un tema a noi caro di cui abbiamo parlato tanto e che in questi mesi ci ha visti protagonisti di una proposta importante: il taglio dei vitalizi. Il Parlamento Siciliano eroga ogni anno circa 17 milioni di vitalizi, a partire dal primo Presidente nel 1947.

Noi del Movimento 5 Stelle abbiamo proposto, in linea con Camera e Senato, il ricalcolo dei vitalizi che farebbe risparmiare alle casse della Regione Siciliana circa la metà, quindi circa 9 milioni di euro ogni anno. Questa è una grande cifra se si pensa di poterla utilizzare per start-up di giovani per esempio, o come incentivi per le imprese siciliane.

È chiaro però che quando non si governa una regione, quando il Movimento 5 Stelle, che è l’unico che rinuncia al vitalizio, non è al Governo di una regione è difficile pensare che chi gode di questo privilegio rinunci o predisponga una legge che lo taglia. Infatti, anche con Musumeci Presidente della Regione Siciliana e Miccichè Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana i vitalizi in Sicilia non si toccano.

Ma il Governo del Cambiamento, con i Ministri Di Maio e Fraccaro, nella legge di Stabilità del 2018 inseriscono il comma 965 “…ai fini del coordinamento della finanza pubblica e del contenimento della spesa pubblica, a decorrere dall’anno 2019, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, (…) entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, (…) provvedono a rideterminare, ai sensi del comma 966, la disciplina dei trattamenti previdenziali e dei vitalizi già in essere in favore di coloro che abbiano ricoperto la carica di presidente della regione, di consigliere regionale o di assessore regionale. Qualora gli enti non vi provvedano entro i termini previsti, ad essi non è erogata una quota pari al 20 per cento dei trasferimenti erariali a loro favore diversi da quelli destinati al finanziamento del Servizio sanitario nazionale, delle politiche sociali e per le non autosufficienze e del trasporto pubblico locale…”

Nel caso della Sicilia, il 20% dei trasferimenti eventualmente NON erogati, si aggira attorno a 50 milioni di euro. Quindi, ricapitolando, se l’Assemblea Regionale si adegua e taglia i vitalizi, risparmia circa 9 milioni di euro ogni anno, se non lo fa e non si adegua alla norma nazionale, il Governo trasferirà alla Regione Siciliana circa 50 milioni di euro in meno!

Tutti noi abbiamo dato per scontato che entro il 31 Marzo 2019 anche in Sicilia finirà questo privilegio e finalmente si metterà fine a questo spreco…….”