Ricordo dell’uccisione di Piersanti Mattarella: ancora oggi non si conoscono i mandanti della Cupola

 

Nel giorno dell’anniversario della sua morte, è stato ricordato l’ex Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, ucciso il 6 gennaio di 39 anni fa dalla mafia a Palermo. Oltre ai familiari di Mattarella, assassinato per la sua politica riformatrice.      Erano presenti il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il Prefetto Antonella De Miro, l’Assessore regionale Gaetano Armao e i vertici delle forze dell’ordine.

La cerimonia si è svolta in via Libertà, dove Piersanti Mattarella stava passando per andare a Messa.     Sono ancora cora ignoti sono gli esecutori materiali su cui sono tuttora in corso indagini.

 

Il ricordo di Pietro Grasso ex Magistrato Antimafia

Anche il Senatore Pietro Grasso,  ha voluto ricordare sul principale social Piersanti Mattarella, e lo ha indicato come un esempio di onestà, che non deve essere perduto.  “Voleva la nostra terra “con le carte in regola” e lavorò per rompere le collusioni tra politica e mafia, ma quell’omicidio fu chiaramente un modo per impedire questo rinnovamento politico e culturale. L’antimafia di Piersanti Mattarella era nei fatti: nel lavoro onesto, negli appalti trasparenti, nell’esclusione delle clientele. Un esempio per tutti noi ancora oggi. Per questo, a distanza di 39 anni da quel giorno, siamo chiamati a far conoscere a tutti la sua storia, soprattutto ai più giovani. Il suo esempio di onestà non deve essere perduto. Ne abbiamo tanto bisogno”.

Il Ministro Costa: “Incontrerò i comitati Notriv per studiare norme partecipate ma io non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare

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Riceviamo e pubblichiamo una nota del Ministro Costa diffusa ai Media e vari Blog.

“In questi giorni si sta scrivendo e dicendo tanto sul tema delle trivelle.
Ve ne ho già parlato il 30 dicembre  Ma poiché qualcuno fa – anche in mala fede- confusione, occorre ribadirlo.

Da quando sono Ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò.

Non sono diventato Ministro dell’Ambiente per riportare l’Italia al Medioevo economico e ambientale.
Anche se arrivasse un parere positivo della Commissione Via, non sarebbe automaticamente una autorizzazione.

Voglio che sia chiaro.

I permessi rilasciati in questi giorni dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sì dato dal ministero dell’Ambiente del precedente governo, cioè di quella cosiddetta sinistra “amica dell’ambiente”.

Noi siamo il governo del cambiamento e siamo uniti nei nostri obiettivi. Siamo e resteremo contro le trivelle. Quello che potevamo bloccare abbiamo bloccato. E lavoreremo insieme per inserire nel dl Semplificazioni una norma per bloccare i 40 permessi pendenti come ha proposto il Mise.

Siamo per un’economia differente, per la tutela dei territori e per il loro ascolto.
Anche per questo incontrerò personalmente i comitati Notriv di tutta Italia. Per lavorare insieme a norme partecipate, inclusive e che portino la soluzione che tutti aspettiamo da anni”.

Lotteria italiana: Napoli,Pompei,Salerno le città superfortunate -In Sicilia 5 biglietti da 50mila euro

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Tre biglietti di prima categoria su cinque della Lotteria sono finiti in Campania tra cui quello del primo premio da 5 milioni di euro (G 154304) a Sala Consilina, in provincia di Salerno. Il secondo (E 449246) da 2,5 milioni e il terzo (E 265607) da 1,5 milioni provengono e sono destinati a Napoli e Pompei

Al 2011 risale la vincita più ricca, 5 milioni a Napoli. Un altro dei biglietti vincenti di prima categoria (F 075026 da 500mila euro) è stato venduto in un’area di servizio di Fabro (Terni), dove tre anni fa finì il quinto premio da 250mila euro. A Torino, che si conferma super fortunata, è andato quello da 1 milione (P 386971): l’anno scorso finirono in provincia del capoluogo piemontese il terzo premio da 1,5 milioni a Rosta e il quarto da 1 milione a Pinerolo.

In Sicilia venduti 5 biglietti da 50mila euro. Ma nell’Isola vanno complessivamente altri 150mila euro, perchè sono sei i biglietti da 25mila euro tra quelli estratti.

Venduti a Palermo (N 050606), a Cinisi (G291041), a Campofelice di Roccella (E 011547), nel comune messinese di Villafranca Tirrena (I 454688), nel Trapanese a Castelvetrano (F 442404); nel Catanese a Paternò (L 045270).

 

 

Vesuvio: turisti in aumento ,700 mila presenze lo scorso anno

 

Bilancio positivo in termini di presenze per il Gran Cono del Vesuvio: il 2018 ha fatto registrare 665.945 presenze con un incremento del 9,2%, oltre 55mila turisti in più rispetto al 2017 quando gli ingressi erano stati 610.305. Il mese di maggior afflusso è stato aprile con 103.588 turisti, mentre quello con minor afflusso è stato febbraio con 10.152 biglietti staccati.
Il presidente dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, Agostino Casillo spiega il successo: «Abbiamo sfiorato i settecentomila visitatori con un incremento del + 9,2% rispetto all’anno precedente. Incredibile per un sito naturalistico che si piazza tra i primi tre siti di attrazione turistica della Campania insieme a Pompei e alla Reggia di Caserta. Tutto questo considerando anche la chiusura delle ultime cinque settimane per i lavori di messa in sicurezza della strada di accesso e altri brevi stop durante l’anno per la manutenzione del sentiero». 

SUD IN GINOCCHIO E, COLPITO PURE DAL VIRUS INFLUENZALE, NEL GELO ARTICO CONTINUA A BATTERE I DENTI

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Sud nella morsa del gelo artico. Non sono queste le temperature favorevoli per l’organismo umano e, soprattutto per le persone del Sud abituate a temperature miti. Sono diversi i comuni etnei che si sono ‘svegliati’ ammantati dal bianco della neve. L’ondata di freddo, infatti, che da qualche giorno sta investendo anche la Sicilia, sta facendo battere i denti anche ai più forti.Le strade sono isolate. Mezza Sicilia è stata colpita pure dal virus antiinfluenzale,favorita dal freddo polare, molto aggressivo quest’anno e ha già messo in ginocchio- e a letto- una intera popolazione siciliana. In provincia di Catania, in particolare, è anche emergenza. . Tra i comuni maggiormente colpiti anche quelli danneggiati dal sisma di Santo Stefano, di magnitudo 4.8 sull’Etna, come Santa Venerina, Zafferana Etnea e Acireale. La neve è caduta copiosa anche a Caltagirone, dove ha provocato numerosi disagi e un consistente rallentamento nel servizio di raccolta dei rifiuti.  Molti uffici pubblici registrano in questo periodo vuoti paurosi di assenze per malattie atteso che si è messo in  mezzo quest’anno- secondo i sanitari in coro – un virus che è davvero un “flagello di Dio”

Nella morsa del gelo anche Palermo. La neve che è caduta abbondante nei Comuni del comprensorio ha imbiancato ieri sera anche il capoluogo, facendo registrare un brusco calo delle temperature. Spalaneve e spargisale in azione su diverse strade dell’entroterra, dove la coltre bianca ha creato disagi di non poco conto alla circolazione. Ma i fiocchi hanno imbiancato nella notte anche Prizzi, Corleone, Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi, Petralia Soprana e Petralia Sottana. Numerosi gli interventi di soccorso dei carabinieri da un capo all’altro della provincia ad automobilisti rimasti bloccati per la neve. Numerosi i disagi registrati all’aeroporto Falcone-Borsellino, dove alcuni voli sono stati cancellati e altri dirottati in altri scali.

Giù il cappello di fronte alla coerenza di Gregorio De Falco: il M5S ha ucciso il dissenso, e la libertà di opinione. Provo dolore , non me lo aspettavo…

 

 

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di   R.Lanza

 

Non me l’aspettavo, si tratta di un provvedimento abnorme e incostituzionale”. Lo afferma pubblicamente   il senatore dei Cinque Stelle Gregorio De Falco, commentando la sua espulsione decisa dal collegio dei probiviri del M5S. “Speravo – spiega – che restasse vivo uno spazio democratico nel Movimento, che per suo statuto deve essere ispirato al metodo democratico”.

Si tratta di un provvedimento abnorme e incostituzionale – spiega  l’ufficiale della capitaneria di porto – perché incide sulla libertà di opinione e voto del parlamentare, tutelata da quella Costituzione che proprio il M5S ha difeso nel 2016 dal tentativo di manomissione del Pd di Renzi”.

“Con questa decisione – conclude – si dimostra che nel M5S mentre si discute di saltare la regola del doppio mandato dall’altra parte ci si irrigidisce pensando che un parlamentare debba votare a favore della manovra senza nemmeno leggerla“.

Molti lo ricorderanno ancora per la famosa telefonata in cui intimava a Schettino “Salga a bordo, ca**o”, durante il disastro della Costa Concordia. Si disse allora: C’è qualcuno valido in Italia che riesce a far funzionare le cose ed ad avere autorità.Quattro anni dopo, Gregorio De Falco, 53 anni, ufficiale in congedo della Marina militare, èra un senatore del Movimento Cinque Stelle. Oggi non più. Si ritrova in mezzo ad una tempesta politica.

Ricorderemo che con  altri quattro parlamentari Cinquestelle, Paola Nugnes, Matteo Mantero, Elena Fattori e Virginia La Mura, si era astenuto dal voto di fiducia al decreto Sicurezza e fu etichettato come dissidente     Una scelta non gradita al M5S che segnalò il caso al collegio di vigilanza, dei probiviri.    Chi sta nel partito deve obbedire senza   pensare e commentare era il coro unanime interno.     Sì ma non per un uomo come De Falco c he ha sempre conservato i valori della libertà dell’uomo , del rispetto anche dell’avversario e delle opinioni.   Insomma un uomo d’altri tempi dinanzi al quale bisogna solo inchinarsi.

Sul decreto Sicurezza rilevò che vi erano profili di incostituzionalità e lasciava migliaia di migranti in un limbo ed in una situazione di incertezza e di irregolarità. Queste persone, secondo De Falco, erano esposte a maggiori rischi di devianza, criminalità e lavoro nero..  Ora l’espulsione, un marchio di vergogna del M5 S che ha sempre sbandierato la sua libertà a favore del popolo.  Dov’è la libertà di opinione? Occorre obbedire alla garibaldina per essere del M5 S?      Questa è dittatura, non democrazia   Proibire il dissenso, Signori del M5S, significa uccidere la libertà di un uomo.     Tanto più se quest’uomo si chiama: Gregorio De Falco.!   Giù il cappello –Di Maio e compagnia di ronda-  di fronte all’ex Comandante della Marina italiana

 

 

 

 

 

Napoli conserva il primato: 37 feriti, 5 gravi, un dodicenne ha perduto un dito della mano destra

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Tragedia a Napoli. Solo a Napoli e provincia sono 37 i feriti per l’esplosione di fuochi d’artificio di Capodanno. Il dato è in lieve aumento rispetto al primo dell’anno del 2018, quando i feriti tra capoluogo e provincia furono 35, e in diminuzione rispetto ai 45 di due anni fa. Dei 37 feriti, 20 sono in città e 14 in provincia. Sono 5 i feriti più gravi per i quali la prognosi è di 30 giorni e che sono attualmente ricoverati, mentre per gli altri la prognosi è sotto i 15 giorni. Tre i minori rimasti feriti, uno dei quali, un 12enne, ha subito l’amputazione di un dito della mano destra.

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Sempre a Napoli, poco dopo la mezzanotte in Corso Campano, a Giugliano, mentre intorno ancora esplodevano i botti di Capodanno, tre persone hanno tentato di portar via un bancomat sradicandolo con un autoarticolato dotato di gru. L’intervento sul posto dei carabinieri ha impedito ai tre di portare a segno il colpo. Uno dei malviventi, un 47enne della zona, è stato fermato, mentre gli altri due sono riusciti a fuggire.

A Bardonecchia, in Valsusa, invece, un 19enne residente nel torinese ha perso una mano ed è rimasto gravemente ferito a una coscia. Sembra sia rimasto ferito dall’esplosione di un petardo. Soccorso, il giovane è stato elitrasportato al Cto di Torino dove si trova tuttora ricoverato. 

In totale, sono stati 658 gli interventi riconducibili ai festeggiamenti di Capodanno dei vigili del fuoco, in leggero aumento rispetto allo scorso anno, quando furono 519. I vigili del fuoco sono intervenuti intorno alle 2 a Livorno, in via Forte dei Cavalleggieri 49, per un principio d’incendio in un sottoscala, provocato probabilmente da un petardo.

(Ag.)
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