” Congelata” l’indipendenza della Catalogna

 

  • ... alla vigilia del referendum in Catalogna: folla oceanica a Barcellona

Il parlamento catalano è stato congelato dalla Corte Costituzionale spagnola. La Corte ha accolto un ricorso del partito socialista catalano (Psc), secondo il quale se lunedì il ‘Parlament’ proclamerà l’indipendenza vi sarà una violazione della Costituzione con un “annientamento” dei diritti dei deputati. La Spagna vuol raffreddare gli animi ribelli e dilata i diritti dei parlamentari catalani.

MANIFESTAZIONE – L’Assemblea nazionale Catalana (Anc), una delle principali associazioni della società civile per l’indipendenza catalana, ha quindi convocato una manifestazione proprio per lunedì a sostegno della secessione. L’Anc esorta a “manifestazioni massicce” e a “scendere in strada per difendere i nostri diritti e le nostre libertà”.

  • ultime notizie | Blitz quotidiano
NUOVA CONVOCAZIONE – Ma i partiti indipendentisti catalani vanno avanti e non si fermano davanti alla sospensione della Corte. La formazione indipendentista di sinistra ‘Catalunya Si ques es Pot’ (Qspc) ha chiesto infatti una convocazione d’urgenza domani dell’ufficio di presidenza del ‘Parlament’ per esaminare una nuova riunione dell’Assemblea.
  • UNA CATENA UMANA LUNGA 400 CHILOMETRI PER L’INDIPENDENZA ...
RAJOY – Intanto il premier spagnolo Mariano Rajoy ha chiesto al presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, di rinunciare “nel più breve tempo possibile” al progetto di proclamare unilateralmente l’indipendenza della Catalogna perché questa è “la soluzione migliore” che consente di “evitare mali peggiori”.        Anche il re  di Spagna, autore di un discorso” troppo fazioso” perde molto della sua credibilità e popolarità. In tanti chiedono la democrazia e di porre fine alla monarchia spagnola.
  • ... in pieno caos, mega <b>protesta</b> di piazza, Re Felipe: slealtà <b>Catalogna</b>

(Agenzia)

Alla Conquista dell’Indipendenza, adesso della Libertà

 

 

LA PROCLAMAZIONE DELL’INDIPENDENZA – La proclamazione di indipendenza della Catalogna dalla Spagna è rinviata fra breve tempo. Carles Puigdemont, leader della regione autonoma spagnola, prima del discorso con cui il re Felipe di Spagna ha accusato il governo catalano di “slealtà inammissibile” e parlato di situazione “di estrema gravità”, è convinto e certo che la libertà è vicinissima.  Adesso la parola indipendenza, dopo le dure affermazioni del regnante si è tramutata in libertà.    Puigdemont annuncia che il suo governo agirà “alla fine di questa settimana o all’inizio della prossima“. Un intervento del governo spagnolo per assumere il controllo del governo catalano sarebbe “un errore che cambia ogni cosa”, ha aggiunto, sottolineando come non esistano al momento contatti tra il governo di Madrid e la sua amministrazione.

 Il Parlamento catalano si riunirà lunedì prossimo 9 ottobre per discutere dei prossimi passi del processo sovranista della regione, passi che potrebbero includere la dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalogna. Lo riferiscono i media spagnoli, secondo cui l’unico punto all’ordine del giorno prevede l’intervento del capo del governo catalano, Carles Puigdemont, che ha preannunciato la dichiarazione “per i prossimi giorni”. Lo stesso Puigdemont terrà stasera alle 21 un discorso, che appare come una risposta alle dichiarazioni del re Felipe VI, che ha accusato di “inaccettabile slealtà” le autorità di Barcellona.

POLIZIA CON ESERCITO, I PRECEDENTI – La notizia dell’invio di unità dell’esercito spagnolo in Catalogna, sebbene solamente per fornire supporto logistico alla Guardia Civil e alla Polizia nazionale, appare inquietante per molti osservatori che in questi giorni si trovano a commentare la crisi in atto. Raramente, in tempi recenti, i militari sono stati impiegati in Europa a sostegno delle attività di polizia o, fatto ancora più raro, per ristabilire l’ordine pubblico in situazioni di disordini e potenziale guerra civile. Sebbene il contesto sia diverso, l’esempio che più facilmente può essere evocato è quello dei ‘Riots’ in Irlanda del Nord, quando il governo britannico nell’agosto del 1969 decise l’invio dell’esercito a sostegno del Royal Ulster Constabulary, la polizia locale. Il conflitto nordirlandese si concluse nel 1998 con la firma dell’Accordo del Venerdì Santo. Ma fu solo nel 2005 che l’Ira annunciò di rinunciare alla violenza, mentre l’ala oltranzista del movimento repubblicano continua a colpire sporadicamente, con azioni perlopiù dimostrative. L’esercito britannico si ritirò dalle contee nordirlandesi solamente nel 2007. In Italia, a parte ovviamente l’impiego di unità militari in caso di calamità naturali, ci sono due esempi di rilievo di impiego dell’esercito con compiti di ordine pubblico. Il primo fu l’Operazione Vespri Siciliani, dal luglio 1992 al luglio 1998, quando unità delle Forze Armate vennero inviate in Sicilia a sostegno della lotta alla mafia. Dal 2008 è invece in atto in varie città italiane l’Operazione Strade Sicure, dove il personale e i mezzi delle Forze Armate vengono impiegati a sostegno delle forze dell’ordine per il contrasto alla criminalità.

Catalogna: Protesta continua per avere la libertà

ATTI BARBARI DELLA POLIZIA E PERPLESSITA’ SULLA CORRETTEZZA DEL GOVERNO SPAGNOLO

Risultati immagini per FOTO DELLA PROTESTA DELLA CATALOGNA
Il referendum per l’indipendenza della Catalogna ha determinato la paralisi di tutti i settori  per lo sciopero generale indetto per protestare contro la repressione messa in atto dalla polizia domenica scorsa  che ha provocato centinaia di feriti. Già dalle prime ore dalla mattina si sono formati diversi chilometri di coda sulle strade interessate dalle dimostrazioni, alcune scuole non hanno aperto e il trasporto pubblico è ridotto al minimo, con lunghe attese nella metropolitana di Barcellona. La mobilitazione è stata indetta dai sindacati spagnoli CGT, IAC, Intersindical CSC e COS, “contro la repressione e per le libertà”. Le quattro sigle hanno spiegato che l’invito è rivolto non solo ai lavoratori ma a tutta la cittadinanza. Il governo regionale di Carles Puigdemont ha appoggiato lo sciopero, al quale si sono uniti anche i dipendenti del porto di Barcellona, le università pubbliche, la Federcalcio catalana, il Museo d’arte contemporanea. Resterà chiusa anche la Sagrada Familia. A non aderire, sono invece state le due principali confederazioni sindacali spagnole, la Ugt e le Comisiones Obreras (CcOo) perché “in nessun caso avalleranno posizioni che diano copertura” a una dichiarazione unilaterale di indipendenza. “Diciamo chiaramente che non accettiamo quella posizione o quella strategia politica”, hanno detto, chiedendo però al governo spagnolo di “aprire uno scenario di dialogo e di proposta di contenuti”.

(Agenzia)

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