VITTORIO SGARBI SEGUE L'ESEMPIO DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE

 SPETTACOLO<!–

SPETTACOLO

–>

IL CRITICO D’ARTE DONA TUTTO IL VITALIZIO PER IL RESTAURO DEL PATRIMONIO ARTISTICO

L'annuncio di Sgarbi: Dono tutto il vitalizio, 600mila euro

Vittorio Sgarbi

“Ho deciso – ha annunciato Sgarbi – per evitare inutili polemiche, ed essendo fermamente convinto che il danaro non ci appartenga, e nel caso mio serva soltanto per il bene della Nazione e del patrimonio artistico, che le iniziative che portano il nome di rinascimento abbiamo da qui in avanti un contributo corrispondente al mio vitalizio. Da quando ho iniziato a prenderlo, possiamo partire dal 2007, sono passati 10 anni, si tratta quindi di 600mila euro“.

“Da questo momento tutto quello che ho incassato come vitalizio andrà per il restauro delle opere d’arte del rinascimento italiano – ha detto il critico – i restauri inizieranno subito e non si pensi che si tratti di una dichiarazione astratta. I restauri inizieranno con un capolavoro straordinario, un Santo di Donatello scoperto a Fabriano, di cui è già in corso il processo di analisi per il restauro. A quell’opera andranno i finanziamenti che io ho raccolto con il vitalizio. Quei soldi andranno tutti per i restauri del patrimonio artistico abbandonato o terremotato”.

50 PERSONE AL MESE VANNO IN SVIZZERA PER IL SUICIDIO ASSISTITO

Eutanasia, urgente una legge in Italia

SALUTE<!–

SALUTE

–>

Eutanasia, come DJ Fabo 50 italiani all'anno

 

Sono “90 al mese i cittadini italiani – ricorda Coveri – che chiamano l’associazione Exit Italia per chiedere di avere informazioni su come ottenere il suicidio assistito in Svizzera. E mi è capitato anche di ricevere due richieste per pazienti minorenni, da parte di genitori disperati. Naturalmente, per loro non abbiamo potuto fare nulla”” Il numero di coloro che chiedono il nostro aiuto è in aumento e si tratta nel 20-30% dei casi di malati psichici: situazioni che nemmeno la Svizzera riesce ad affrontare bene, perché è davvero difficile capire malattie di questo tipo. Lo stesso problema si presenta per i minori, per i quali la ‘dolce morte’ non è consentita oltre confine”.

“A giudicare dalla crescita vertiginosa delle chiamate che riceviamo – sottolinea Coveri – è davvero urgente una legge anche in Italia, un Paese che obbliga ancora oggi a morire in esilio. Ma non credo che verrà fuori una buona legge e chi potrà permettersi di pagare continuerà ad andare in Svizzera per morire dignitosamente”

(Agenzia)