SALVINI ASSOLTO A PALERMO “IL FATTO NON SUSSISTE” -PROCESSO OPEN ARMRS

Matteo Salvini - L'avvocato Giulia Bongiorno si candida ...

 

Palermo,

Matteo Salvini è stato assolto nel processo Open Arms perché il fatto non sussiste. E’ la sentenza emessa pochi minuti fa -oggi  20 dicembre 2024 nell’Aula bunker ,dai giudici a Palermo al termine del processo di primo grado.

Il leader della Lega, vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per i fatti accaduti nel 2019: da ministro dell’Interno aveva negato lo sbarco per diciannove giorni a 147 migranti, tra cui 27 minori, soccorsi in tre distinte operazioni dalla ong spagnola Open Arms. L’accusa aveva chiesto una condanna a 6 anni di carcere.  Dopo la sentenza un lungo applauso ai giudici.

Fra poco la sentenza a Palermo del processo Open Arms che vede coinvolto Matteo Salvini Innocente o colpevole?

 

 

Per Matteo Salvini, fra pochi minuti, la sentenza che probabilmente cambierà la sua vita politica de

 

 

Palermo,

È attesa fra poco la sentenza del processo Open Arms che  vede imputato il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver impedito per giorni lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla ong spagnola nell’agosto del 2019. Per Salvini, allora ministro dell’Interno, l’accusa ha chiesto sei anni di reclusione.

Questa mattina, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, dopo “brevi repliche” dei pm all’arringa del 18 ottobre scorso dell’avvocato di Salvini, Giulia Bongiorno che ha accusato il Pm di omissioni, i giudici entreranno in camera di consiglio per decidere la sorte di Salvini, giunto ieri sera nel capoluogo siciliano.
“Sono assolutamente orgoglioso di quello che ho fatto, ho mantenuto le promesse fatte e ho contrastato l’immigrazione di massa – ha detto Salvini arrivando con la sua legale in aula bunker -. Qualunque sia la sentenza per me oggi è una bella giornata perché sono fiero di avere difeso il mio paese. Rifarei e rifarò tutto quello che ho fatto e sono felice delle dimostrazioni di affetto che tantissimi italiani mi stanno portando. Andrò in aula orgoglioso del mio lavoro. Se non mollerò in ogni caso? Assolutamente”.
Chiuso il dibattimento, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, dove è in corso il processo Open Arms che vede imputato il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. Il tribunale si è riunito in camera di consiglio. Fra poco uscira  la decisione dei giudici che si profila una sentenza di assoluzione “condizionata”.

La difesa di Matteo Salvini ha evidenziato che i migranti a bordo di Open Arms sono stati trattenuti sulla nave dagli attivisti della ong spagnola.

L’avvocato Giulia Bongiorno “ha documentato le innumerevoli occasioni e possibilità offerte alla ong per far scendere le persone: occasioni e possibilità non colte scientificamente, perché Open Arms voleva decidere come e quando far sbarcare tutti in Italia – riferisce la Lega -. Anche per creare un problema a quello che l’ong considera un vero e proprio avversario politico, ovvero Matteo Salvini. È sconcertante che la pubblica accusa e le parti civili non abbiano detto nulla su questi aspetti e abbiano taciuto su altre situazioni opache come il modo in cui la ong ha intercettato i barconi e ha rifiutato le indicazioni di Malta, Spagna e Italia. In particolare, dal 18 agosto 2019 c’era un preciso ordine del governo di Madrid che intimava alla ong di dirigersi in Spagna: Open Arms si è rifiutata di obbedire a un ordine di uno stato sovrano”, conclude la Lega.

L’Aula della Camera approva la fiducia posta dal governo sulla manovra finanziaria

 

 

 

 

 

Roma,

L’Aula della Camera ha approvato la fiducia posta dal governo sulla manovra. I voti favorevoli sono stati 211, quelli contrari 117. Il voto finale è previsto in serata.  Quindi seguirà un aggiornamento del testo…
Si apprende intanto che il ddl contiene misure per 30 miliardi di euro, di cui metà destinate a interventi strutturali. La settimana prossima è prevista l’approvazione definitiva in Senato.

Camere di commercio siciliane, stabilizzazione di 80 lavoratori

 

 

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Palermo,

Fine del precariato per 80 lavoratori delle Camere di Commercio della Sicilia. Oggi, nella sede dell’assessorato regionale delle Attività produttive, la firma dei contratti di lavoro a tempo indeterminato davanti al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e all’assessore Edy Tamajo. Presenti anche i rappresentanti delle Camere di commercio  e i sindacati di categoria.

«Dopo oltre venti anni, grazie a una norma voluta dal mio governo – dice Schifani – si chiude la pagina del precariato per questi dipendenti. Diamo certezza occupazionale a una categoria di lavoratori che nel tempo, non soltanto ha acquisito elevate competenze professionali, ma ha garantito la piena operatività di enti che svolgono un ruolo strategico per le imprese siciliane. Continueremo nel nostro impegno per mettere fine a tutte le situazioni di precariato che interessano la pubblica amministrazione regionale al fine di assicurare a questi lavoratori un futuro più sereno».

La stabilizzazione di questi lavoratori è stata resa possibile grazie alla norma contenuta della manovra quater del governo Schifani, approvata lo scorso novembre all’Ars, che stanzia più di 1,3 milioni di euro per gli esercizi finanziari dal 2024 al 2027, oltre alle risorse necessarie fino al 2039 per i dipendenti via via interessati dalla misura.

«Con questa firma – aggiunge Tamajo – poniamo fine a un lungo periodo di incertezza per i lavoratori delle Camere di commercio siciliane. Si tratta di un risultato che tutela i lavoratori e rafforza l’intero sistema camerale regionale, un settore cruciale per lo sviluppo economico della Sicilia. Questo è un impegno che avevamo preso e che oggi portiamo a compimento, dimostrando come, con serietà e concretezza, si possano dare risposte reali ai bisogni dei lavoratori e del territorio. La stabilizzazione è solo un punto di partenza: continueremo a lavorare per modernizzare e rendere più efficiente il sistema produttivo regionale».

I contratti a tempo indeterminato interessano 41 lavoratori della provincia di Caltanissetta, 9 della provincia di Trapani, 23 di Agrigento e 7 del territorio di Palermo ed Enna. I primi contratti di lavoro precario stipulati risalgono al 2002, gli ultimi al 2007. 

Migranti, le condizioni per il riconoscimento dello stato di rifugiato

La virtù della Giustizia nell'arte. Le immagini di Giotto e di Pietro del  Pollaiolo - Alleanza Cattolica

 

 

Riportiamo la sentenza che parla di Paese di origine sicuro L’intestazione:

“invio pregiudiziale – Protezione internazionale – Direttiva 2013/32/UE – Condizioni per il riconoscimento dello status di rifugiato – Nozione di paese di origine sicuro – Designazione – Criteri – Eccezioni territoriali – Diritto ad un rimedio effettivo.

La Grande Camera della Corte di Giustizia, con sentenza del 4 ottobre 2024, si è pronunciata sul rinvio pregiudiziale proposto dal Tribunale di Brno (Repubblica Ceca). Nel procedimento proposto dinanzi al giudice del rinvio, un cittadino moldavo aveva presentato una domanda di protezione internazionale, deducendo, altresì, di non poter rientrare nel paese d’origine a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Le autorità ceche avevano respinto tale richiesta tenendo, in particolare, conto del fatto che la Moldova, ad eccezione della Transnistria, era stata designata quale paese di origine sicuro.

Investita del ricorso contro il rigetto della domanda di protezione internazionale, la Corte regionale di Brno ha sottoposto alla Corte di giustizia tre questioni pregiudiziali concernenti l’interpretazione della direttiva recante procedure comuni in materia di protezione internazionale.

La Corte, con riferimento alla prima questione, ha affermato che un paese terzo non cessa di soddisfare i criteri che gli consentono di essere designato come paese di origine sicuro per il solo motivo che invoca il diritto di derogare agli obblighi previsti dalla CEDU, ai sensi dell’articolo 15 di tale convenzione, sebbene le autorità competenti dello Stato membro che ha effettuato una siffatta designazione debbano valutare se le condizioni di attuazione di tale diritto siano tali da rimettere in discussione tale designazione.

In merito alla seconda questione pregiudiziale – la possibilità di designazione di un paese sicuro con previsioni di eccezioni territoriali – i giudici di Lussemburgo hanno premesso che dalla designazione, da parte di uno Stato membro, di paesi terzi come paesi di origine sicuri, discende l’applicazione di un “regime speciale a carattere derogatorio”, come tale soggetto “ad interpretazione restrittiva” (§ 71). Tanto premesso, alla luce del tenore letterale dell’art. 37 della Direttiva e della previsione contenuta nel previgente art. 30 della Direttiva 2005/85, la Corte ha affermato che “l’articolo 37 della direttiva 2013/32 deve essere interpretato nel senso che esso osta a che un paese terzo sia designato come paese di origine sicuro qualora talune parti del suo territorio non soddisfino le condizioni sostanziali per una siffatta designazione, enunciate nell’allegato I di tale direttiva”.

Rispondendo alla terza questione pregiudiziale, infine, la Corte di Giustizia si è soffermata sul tema del diritto ad un rimedio effettivo (ex art. 46, par. 3 della direttiva 2013/32) e sul contenuto dei poteri officiosi del Giudice. In particolare, è stato affermato che “l’esame completo ed ex nunc che deve essere effettuato dal giudice non deve necessariamente riguardare l’esame nel merito delle esigenze di protezione internazionale e che può quindi riguardare gli aspetti procedurali di una domanda di protezione internazionale” (§ 90). Fatta tale premessa, la Corte ha poi sottolineato come “la designazione di un paese terzo come paese di origine sicuro rientra in tali aspetti procedurali delle domande di protezione internazionale in quanto, alla luce delle considerazioni esposte ai punti da 48 a 50 della presente sentenza, una siffatta designazione può avere implicazioni per la procedura d’esame relativa a siffatte domande” (§ 91).

In forza di tali elementi, la Corte ha statuito che “anche se il richiedente nel procedimento principale non ha espressamente invocato, in quanto tale, un’eventuale violazione delle norme previste dalla direttiva 2013/32 ai fini di una siffatta designazione al fine di assoggettare la procedura di esame di una domanda di protezione internazionale di un richiedente di tale paese terzo al regime speciale risultante dalla sua designazione come paese di origine sicuro, tale eventuale violazione costituisce una questione di diritto che il giudice del rinvio deve esaminare nell’ambito dell’esame completo ed ex nunc richiesto dall’articolo 46, paragrafo 3, di tale direttiva” (§ 94).

 

Manovra finanziaria ed emendamento sull’accesso al pensionamento: con 25 anni di contributi si potrà andare in pensione a 64 anni

 

flp scuola foggia - Pagina 413 di 658 - Federazione Lavori Pubblici e  Funzioni Pubbliche

Novità nel mondo della pensione: un emendamento cambia le regole per l’accesso al pensionamento

 

 

Non ci’ pace nel mondo dei pensionati. La manovra finanziaria  del governo ha lanciato un nuovo testo che adesso cambia le regole del pensionamento .

La pensione anticipata avrà un tassello in più dal 2025, ma solo per le pensioni interamente contributive, quindi per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995: si tratta dell’accesso al pensionamento con 64 anni di età e 25 anni di contributi.

Una novità nata da un emendamento alla Manovra di bilancio 2025, approvato in Commissione Bilancio della Camera, che modifica la flessibilità in uscita.

A partire dal prossimo anno, i lavoratori interamente contributivi potranno infatti uscire da lavoro 64 anni, utilizzando anche la rendita della previdenza integrativa per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte l’assegno sociale.

Un neo, aumenteranno i requisiti di contribuzione: dal 2025 saranno necessari almeno 25 anni di versamenti, che saliranno a 30 dal 2030. Sarà però possibile sommare contributi previdenziali e fondi complementari per il raggiungimento dell’importo soglia richiesto (tre volte l’importo dell’assegno sociale).

L’emendamento approvato in Commissione Bilancio della Camera  promosso dalla Lega, con la firma della deputata Tiziana Nisini. Il testo introduce nella Legge di bilancio 2025 una misura che permette ai lavoratori interamente contributivi (cioè coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995) di accedere a un pensionamento anticipato a partire dai 64 anni di età, grazie all’uso della previdenza complementare.

La rendita della pensione integrativa potrà essere utilizzata per raggiungere un importo pensionistico pari a tre volte l’assegno sociale, a condizione di avere almeno 25 anni di contributi dal 2025 e 30 anni a partire dal 2030. Inoltre, l’emendamento prevede sconti per le lavoratrici con figli.

Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha sottolineato che questa riforma introduce per la prima volta la possibilità di cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per anticipare la pensione.

Inoltre, l’emendamento prevede sconti per le lavoratrici con figli. A partire dal 2026, la Lega propone di estendere questa misura anche ai lavoratori con un regime misto, ovvero quelli con carriera previdenziale iniziata prima del 1996, con la possibilità di coinvolgere circa 80.000 persone, ma con un costo potenziale superiore al miliardo di euro.

Cosa cambia nel 2025 con la pensione a 64 anni
 Chi avrà maturato 64 anni di età e 25 anni di contributi (5 anni in più rispetto ai classici 20 previsti), e avrà un importo del trattamento previsto pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale (534,41 euro mensili), potrà uscire da lavoro e andare in pensione.

A partire dal 2030 invece il tetto minimo di contributi da maturare sarà di 30 anni (10 in più rispetto agli attuali 20).

 

Napoli, inaugurata la Fontana degli Incanti a Posillipo – Restauri conclusi e ricollocati i leoni

 

 

Napoli, 

È stata rimessa in funzione questa mattina, alla presenza del Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, la Fontana degli Incanti, in piazza Salvatore di Giacomo a Posillipo, dopo l’intervento di restauro che ha previsto anche la ricollocazione dei leoni dei quali, per anni, si era persa memoria.

Gli elementi decorativi sono stati rinvenuti, dopo quarant’anni, nelle segrete del Maschio Angioino grazie al lavoro di squadra tra il Servizio Arredo urbano e mobilità sostenibile, il Servizio Arte e beni culturali e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio. Con i lavori di restauro della Fontana degli Incanti, infatti, è stata avviata anche un’opera di ricerca bibliografica e archivistica nell’ambito della quale sono stati effettuati dei sopralluoghi nei depositi comunali. Grazie al materiale documentale è stato quindi possibile dimostrare che i grandi frammenti ritrovati a Castel Nuovo, dei quali era incerta l’attribuzione, erano proprio parte degli antichi leoni. Le statue sono state prima trasferite in laboratorio per il completo restauro e poi ricollocate nella sistemazione originaria. Nel frattempo, in piazza Salvatore di Giacomo, ABC ha provveduto alla sistemazione dell’impiantistica della fontana.

Stiamo portando avanti da mesi il restauro delle fontane cittadine, non solo per l’aspetto funzionale e decorativo che rivestono – ha sottolineato il sindaco Gaetano Manfredi – Quasi sempre esse rappresentano testimonianze significative di storia urbana e crediamo che le fontane vadano recuperate, quando è possibile, per come erano un tempo. Nel caso della Fontana degli Incanti possiamo tornare ad ammirarla come ormai la si poteva vedere solo in qualche foto di mezzo secolo fa”.

Lungo la costa sono già state restaurate la Fontana del Gigante in via Partenope, la Fontana della Sirena in piazza Sannazzaro e la Fontana del Sebeto a largo Sermoneta – ha ricordato l’assessore alle Infrastrutture Edoardo Cosenza – Nel caso della Fontana degli Incanti il restauro si completa con il recupero dei leoni che sono stati per anni ‘dimenticati’. Ringrazio l’architetto Valeria Palazzo, dirigente del Servizio Arredo Urbano, e quanti hanno lavorato a quest’intervento che ci consentirà di restituire alla fontana la sua integrità artistica”.

La fontana viene chiamata “degli incanti” perché la leggenda narra che in tempi antichi si riteneva che l’acqua prelevata da quella vasca fosse utilizzata per realizzare incantesimi d’amore..

Oggi, nella sede dell’ambasciata del Messico a Roma riconsegnati 101 reperti archeologici trafugati , segnalati dalla Soprintendenza

 

Di nuovo in Italia 60 opere d'arte trafugate, valgono 20 milioni di dollari

Archivi -Sud Libertà

Roma,
Oggi,  18 dicembre 2024, alle ore 11:00, a Roma nella sede dell’Ambasciata del Messico in Italia, si è svolta una cerimonia per la restituzione di 101 reperti archeologici all’Ambasciatore S.E. Carlos Garcìa de Alba da parte del Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Generale di Divisione Francesco Gargaro, alla presenza anche della Sottosegretaria per gli Affari Esteri del Messico, S.E. Maria Teresa Mercado, e del Sottosegretario per gli Affari Esteri della Repubblica Italia, On. Giorgio Silli.
Il recupero degli antichi manufatti è il risultato di diverse attività di indagine condotte dai Nuclei TPC di Roma, Udine, Perugia, Ancona e Cosenza, coordinate dalle rispettive Procure di Roma, Pordenone, Firenze, Ancona e Palmi (RC) che hanno convalidato il sequestro dei beni culturali. I manufatti, sottoposti a studi tecnici a cura dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico (INAH) per certificarne la loro autenticità e provenienza dai territori messicani, risalgono a un’ampia attribuzione cronologica e appartenenti a diverse aree archeologiche, dalla cultura Teotihuacana dell’Altipiano Centrale, a quella Zapoteca del periodo classico mesoamericano (150 – 650 d.C.) e preclassico medio mesoamericano (900 – 300 a.C.), e della Costa del Golfo e messicana-azteca del XIV – XVI sec.
Tra i reperti si menzionano miniature fittili, statuette antropomorfe e zoomorfe in pietra dura, piccoli vasi in ceramica nera con effigie, un vaso in miniatura in ceramica nera con effigie di Tlaloc (la divinità della pioggia) appartenente alla cultura Tolteca-Maya del periodo post-classico (900-1200 d.C.), una piccola figura maschile in ceramica con testa e arti dipinti di rosso risalenti alla cultura Olmeca, Costa del Golfo 1500 – 400 a.C., una statuetta antropomorfa in argilla con tecniche di calco raffigurante una figura con copricapo con fascia frontale e paraorecchie circolari, una “pintadera” fittile di forma triangolare con scena di sacrificio umano e impugnatura a forma di testa di serpente della cultura Azteca, e una coppa tripode emisferica in terracotta riconducibile alla cultura Mixteca-Puebla (XIII/XIV – XVI sec. d.C.).
Il valore economico complessivo dei beni è stato valutato in alcune decine di migliaia di euro, tenuto conto della elevata testimonianza storico-culturale.
I reperti sono stati giudicati “monumenti archeologici mobili di proprietà della Nazione Messicana”.
Nello specifico, il Nucleo TPC di Roma, a seguito di perquisizione domiciliare a carico di un noto trafficante di reperti archeologici, aveva sequestrato numerosi reperti di natura archeologica prevalentemente di cultura precolombiana, tra cui 33 reperti appartenenti al Patrimonio indisponibile del Messico.

Le indagini del Nucleo TPC di Perugia sono state attivate a seguito di una segnalazione da parte della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti dell’Umbria circa la presenza sul mercato on line di reperti archeologici messicani pronti per la vendita.
Il Nucleo TPC di Ancona aveva proceduto al sequestro dei manufatti archeologici messicani poiché rinvenuti all’interno dell’abitazione di un soggetto a seguito di una richiesta di intervento presso l’abitazione dove era stato segnalato un tentativo di furto.

Circa i recuperi conseguiti dal Nucleo TPC di Cosenza, il sequestro aveva tratto origine da un controllo doganale, presso l’aeroporto di Reggio Calabria, sul bagaglio di due passeggeri italiani provenienti dal Messico, procedendo al sequestro di importanti manufatti dell’antica cultura latino-americana.
I beni sequestrati dal Nucleo di Udine provenivano da un collezionista che li aveva acquistati presso vari mercatini in Veneto con intento asseritamente filantropico.

Aumento degli stipendi ai Ministri- Ritirato emendamento (per ora) ma l’indecenza resta – Soldi “sporchi” legalizzati con l’aumento nelle regioniUna vergogna tipicamente italiana

 

 

Petizione · Basta soldi sporchi - Italia · Change.org

 

 

L’emendamento alla manovra 2025 relativo all’aumento degli stipendi dei ministri non parlamentari forse sarà ritirato. . Nel corso della  seduta della commissione Bilancio della Camera sospesa, è intervenuta una riflessione in tal senso tra i relatori della manovra. Riflessione che arriva dopo la richiesta del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha preso posizione per evitare attriti tra le varie parti politiche

Afferma Crosetto: “È assurdo lasciare anche solo un secondo di più di spazio alle polemiche sull’emendamento che parificava tutti i Ministri e sottosegretari non parlamentari, ai deputati, riconoscendo i rimborsi spese. È così da oltre due anni e continuerà così fino a fine legislatura”….

“La cosa è giusta? Non penso perché non ha particolare senso che il ministro degli interni o della difesa debbano avere un trattamento diverso rispetto ad un loro sottosegretario, ma non è mai importato finora, né a me né ai miei colleghi. Per questo motivo abbiamo chiesto ai relatori di ritirarlo ed evitare inutili polemiche”….

Alla richiesta del ministro ha intanto replicato, con un secco ‘no’, Francesco Saverio Romano, deputato di Noi Moderati e relatore della manovra. “Perché dovremmo ritirarlo? Se c’è un ministro che non vuole prendere soldi ci rinuncia, è semplice. La legge è erga omnes, non è fatta per questo o quel ministro”.

Tutti i consigli regionali hanno questa legge. Trovatemi un consiglio regionale che non abbia equiparato gli assessori esterni ai consiglieri e trovatemi un assessore che rinuncia alla sua attività professionale per svolgere un ruolo così importante con 2600 euro di stipendio”. E a chi gli faceva notare che molte critiche fanno leva sul tempismo della misura, che alza gli stipendi degli esponenti del governo in tempi di crisi, il deputato ha risposto: “Questo è populismo e noi non siamo populisti.

 Valditara accusato dal M5S

Il tema ha tenuto banco per tutto il giorno. Dopo l’attacco del Movimento 5 Stelle al titolare dell’Istruzione Valditara – accusato di intascare grazie all’emendamento “un aumento pari quasi al quintuplo dello stipendio medio di un qualsiasi insegnante italiano” -, il ministro ha ribadito l’intenzione di rinunciare al bonus.

 

Ambiente, Regione e Croce Rossa insieme per l’inclusione dei soggetti vulnerabili. “Progetto Clara”

 

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Consentire a tutti, anche alle persone più vulnerabili, di godere della bellezza dei parchi e delle riserve naturali, con la collaborazione di volontari della Croce Rossa e dipendenti degli enti gestori adeguatamente formati e con il supporto di speciali carrozzine da escursione a traino. È la grande novità del “Progetto Clara”, realizzabile grazie a una convenzione firmata questa mattina da Giusi Savarino, assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, da Carmelo Stefano Principato e Pasquale Giacomo Morano, rispettivamente presidente e segretario della Croce Rossa Italiana Sicilia, all’insegna della promozione del benessere psicofisico e della tutela del territorio.

«Da oggi sarà possibile avviare il “Progetto Clara”, ossia la possibilità di rendere pienamente accessibili anche ai più vulnerabili le nostre riserve naturali e i nostri parchi – afferma l’assessore Savarino – l’importante protocollo d’intesa firmato con la Croce Rossa Italiana serve, in una prima fase, a formare i dipendenti e in una seconda fase, a rendere questi luoghi accessibili a tutti. Questo sarà possibile attraverso i supporti tecnici che l’assessorato fornirà agli enti gestori. Grazie all’utilizzo di carrozzine da escursione a traino, infatti, anche le persone con disabilità potranno percorrere sentieri impervi di montagna e ammirare paesaggi incontaminati, proprio come in un celebre film di animazione, faceva il nonno di Heidi, che inventò uno zaino-sedia per consentire alla giovane Clara, che non poteva camminare, di vivere giornate di condivisione e di gioia in cima ai monti con Peter e Heidi. Oggi gli strumenti sono più moderni, ma il concetto è lo stesso: rendere accessibili a tutti le nostre bellezze naturalistiche».

L’assessorato del Territorio e dell’ambiente metterà a disposizione della Cri Sicilia le risorse naturali presenti nei parchi regionali e nelle riserve, facilitando l’accesso a queste aree per promuovere il benessere psicofisico dei volontari. Alle persone vulnerabili saranno rivolte attività ricreative che favoriranno il contatto diretto con la natura all’insegna dell’inclusione e del benessere, come escursioni ecologiche e laboratori esperienziali. Inoltre la Croce Rossa organizzerà, in collaborazione con l’assessorato, tre “giornate in natura” per i propri volontari e per le persone vulnerabili assistite in diverse aree protette del territorio siciliano.