Mattarella, “E’ indispensabile garantire nel territorio- come a Militello- servizi adeguati di cittadinanza per tutti…”

 

 

Militello,

il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Militello, una tappa imprevista ma doverosa per lanciare  un appello in favore della cosiddetta Italia “minore” quella delle aree interne, delle aree montane, dei paesini che vivono lo spopolamento e l’isolamento.

«È indispensabile – ha detto il capo dello Stato – garantire nel territorio intero del nostro Paese servizi adeguati, collegamenti adeguati e condizioni di pienezza di cittadinanza per tutti i cittadini, per tutte le donne e gli uomini del nostro Paese».

«Nel nostro Paese, nel nostro Bel Paese – ha spiegato il Presidente  – tante città, come Militello Val di Catania, tante aree interne o montane sono protagoniste della storia. Le aree interne, montane, delle piccole isole coprono il 60 per cento del nostro territorio, ci vivono 13 milioni di nostri concittadini. Sono per il nostro paese una ricchezza non solo storica e di memoria. Conservano una immensa ricchezza di patrimonio artistico e culturale. Che fa parte essenziale, protagonista dell’attrazione che il nostro Paese esercita nel mondo per la sua cultura, la sua arte, la sua storia, il suo modello di vita. Sono aree che richiedono, quindi, un intervento costante».

«E’ vero – ha ricordato Mattarella – come sanno bene i sindaci, vi è un problema che riguarda le comunicazioni, una quantità di servizi che vanno garantiti nell’interesse dell’intero Paese, non soltanto delle comunità interne».

Il presidente Mattarella ha ricordato che «ci sono gli strumenti moderni che consentono ormai di rispondere a questa esigenza: il digitale consente di annullare le distanze e l’isolamento di un tempo delle campagne, delle montagne. Occorre procedere velocemente in questa direzione».

«Da Militello parte una esortazione – ha detto ancora il Capo dello Stato – una condivisione di opinioni che non è soltanto nell’interesse di questa città, ma di tutti i Comuni del nostro Paese grandi e piccoli di pianura di montagna, di area interne che avvertono quanto il vincolo nazionale sia essenziale per ciascuno di loro, quando sia indispensabile, quindi garantire nel territorio intero del nostro Paese servizi adeguati, collegamenti adeguati e condizioni di pienezza di cittadinanza per tutti cittadini per tutte le donne e i giovani del nostro paese».

 

 

Discorso di fine anno del Presidente Sergio Mattarella -Video- Speranza nel futuro- rispetto per gli altri- vi sono problemi ancora nell’occupazione

 

 

 

 

Care concittadine e cari concittadini,

questo nostro incontro tradizionale mi consente di rivolgere l’augurio più sincero a tutti voi, a chi si trova in Italia e agli italiani che sono all’estero.

Stiamo vivendo come ogni fine anno ore di attesa per un tempo nuovo che viene e che speriamo migliore.

Ore in cui cerchiamo la serenità rinsaldando i nostri rapporti. Nelle nostre comunità, nelle famiglie, nelle amicizie. Facciamo i nostri auguri e ne riceviamo. Non è soltanto un rito, è la dimostrazione della nostra natura più autentica, quella che ci chiama alla relazione con gli altri.

Lo facciamo, dobbiamo farlo tanto più in quanto viviamo momenti difficili. Quando migliaia di vittime civili delle guerre in corso turbano tragicamente le nostre coscienze.

Nella notte di Natale si è diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata.

Nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo.

Gli innocenti rapiti da Hamas, e tuttora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane.

Queste forme di barbarie non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite.

Eppure mai come adesso la pace grida la sua urgenza.

La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l’Italia ha sempre perseguito, anche con l’importante momento quest’anno della presidenza del G7. La pace di cui l’Unione Europea è storica espressione.

La pace che non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità.

Perché è giusto. E – se questo motivo non fosse ritenuto sufficiente – perché è l’unica garanzia di una vera pace, evitando che vengano aggrediti altri Paesi d’Europa.

Questo è, quindi, il primo augurio che tutti ci rivolgiamo. Che il nuovo anno porti vera pace ovunque.

Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia.

Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità.

La notte di Natale Papa Francesco – cui invio auguri pieni di riconoscenza – ha aperto il Giubileo, facendo risuonare nel mondo il richiamo alla speranza.

Quelle di questa sera sono ore di speranza nel futuro, nell’anno che viene.

Tocca a noi saperla tradurre in realtà.

Cosa significa concretamente coltivare fiducia in un tempo segnato, oltre che dalle guerre, da squilibri, da conflitti?

Vi è bisogno di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme.

In questo periodo sembra che il mondo sia sottoposto a una allarmante forza centrifuga, capace di dividere, di allontanare, di radicalizzare le contrapposizioni.

Sono lacerate le pubbliche opinioni.

Faglie profonde attraversano le nostre società.

La realtà che viviamo ci presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza.

A livello globale aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi mentre si espande la povertà di tanti.

La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina – che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa – ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità. Una sconfortante sproporzione.

Luci e ombre riguardano anche la nostra Italia.

La scienza, la ricerca, le nuove tecnologie aprono possibilità inimmaginabili fino a poco tempo addietro per la cura di malattie ritenute inguaribili. Nello stesso tempo vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari.

I dati dell’occupazione sono incoraggianti. Resistono tuttavia aree di precarietà, di salari bassi, di lavoratori in cassa integrazione.

L’export italiano registra dati positivi, e così il turismo. Segno che il Paese esercita una forza di attrazione, che va anche al di là delle sue bellezze naturali, delle sue città d’arte, della sua cultura.

Con questo aspetto confortante stride il fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all’estero perché non trovano alternative, spesso dopo essersi laureati.

Tra Nord e Sud c’è una disuguale disponibilità di servizi. Continua il pericolo dell’abbandono delle aree interne e montane.

Colmare queste distanze. Assicurare un’effettiva pienezza di diritti è il nostro compito.

Il mutamento del clima incide decisamente anche sugli eventi meteo che subiamo in Italia: ne abbiamo ripetute testimonianze. Le alluvioni non possono più essere considerate fatti straordinari. Sono frequenti e vanno quindi prevenute con lungimiranza, rimuovendo le condizioni che provocano sciagure.

Un’attenzione particolare richiede il fenomeno della violenza. Tocca tutto il mondo ma diviene ancor più allarmante quando coinvolge i nostri ragazzi.

Bullismo, risse, uso di armi. Preoccupante diffondersi del consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, anche tra i giovanissimi. Comportamenti purtroppo alimentati dal web che propone sovente modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo.

I giovani sono la grande risorsa del nostro Paese. Possiamo contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni.

La precarietà e l’incertezza che avvertono le giovani generazioni vanno affrontate con grande impegno anche perché vi risiede una causa rilevante della crisi delle nascite che stiamo vivendo.

Si intrecciano, quindi, straordinarie potenzialità e punti di debolezza da risolvere. Impegniamoci per una comune speranza che ci conduca con fiducia verso il futuro.

L’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto, come parola dell’anno, “rispetto”.

Il rispetto verso gli altri rappresenta il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità. Il primo passo sulla strada per il dialogo, la collaborazione, la solidarietà, elementi su cui poggia la nostra civiltà.

Rispetto della vita, della sicurezza di chi lavora. L’ultima tragedia pochi giorni fa, a Calenzano: cinque persone sono morte. Non possono più bastare parole di sdegno: occorre agire, con responsabilità e severità. Gli incidenti mortali – tutti – si possono e si devono prevenire.

Rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti. Anche per chi si trova in carcere. L’alto numero di suicidi è indice di condizioni inammissibili.

Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario.

I detenuti devono potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine. Su questo sono impegnati generosi operatori, che meritano di essere sostenuti.

La fine dell’anno è anche tempo di bilancio. Ho incontrato valori e comportamenti positivi e incoraggianti nel volto, nei gesti, nelle testimonianze di tanti nostri concittadini.

Li ho incontrati nel coraggio di chi ha saputo trasformare il suo dolore, causato da un evento della vita, in una missione per gli altri.

Li ho letti nelle parole di Sammy Basso che insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà.

Si trovano nel rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi.

Siamo stati drammaticamente coinvolti nell’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi.

Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste.

Ho fatto riferimento ad alcuni esempi di persone che hanno scelto di operare per il bene comune perché è proprio questa trama di sentimenti, di valori, di tensione ideale quel che tiene assieme le nostre comunità e traduce in realtà quella speranza collettiva che insieme vogliamo costruire.

È questa medesima trama che ci consentirà di evitare quelle divaricazioni che lacerano le nostre società producendo un deserto di relazioni, un mondo abitato da tante solitudini.

Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza.

Nella quotidiana esperienza di tanti nostri concittadini si manifesta un sentimento vivo, sempre attuale, dell’idea di Patria.

Mi ha colpito, di recente, l’entusiasmo degli allievi della nostra Marina militare, su nave Trieste, all’avvio del loro servizio per l’Italia e per i suoi valori costituzionali. Come stanno facendo in questo momento tanti nostri militari in diversi teatri operativi. A essi rinnovo la riconoscenza della Repubblica.

Patriottismo è quello dei medici dei pronto soccorso, che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose. Quello dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani. Di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza. Di chi lavora con professionalità e coscienza. Di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto. Di chi si impegna nel volontariato. Degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie.

È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità. È fondamentale creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società.

La sicurezza rimane una preoccupazione dei cittadini e massimo sostegno deve essere assicurato alle vittime dei reati.

Dal Rapporto Censis, sulla base di dati del Ministero dell’Interno, risulta che, dal 2013 al 2024, sono stati raggiunti risultati significativi sul fronte della prevenzione, con una forte riduzione degli omicidi volontari, delle rapine, dei furti nelle abitazioni.

Siamo grati alle Forze dell’Ordine, presidio della libertà dei cittadini, per il contributo decisivo che recano alla cornice di sicurezza in cui vive il nostro Paese.

Si affacciano nuovi odiosi fenomeni, a partire dalle truffe agli anziani, alle aggressioni via web ai ragazzi, alla violenza di strada, crimini contro i quali le Forze dell’Ordine sono fortemente impegnate.

Desidero rivolgere un saluto alle donne e agli uomini di sport in questo che è stato un anno olimpico e paralimpico. Ricordo le notti di Parigi, l’orgoglio dei nostri atleti attorno alla nostra bandiera. Sono a loro grato per i successi e ancor di più per l’autentico spirito sportivo con cui hanno vissuto la loro partecipazione: un bell’esempio, ben oltre i confini dello sport.

Nel 2025 celebreremo gli ottanta anni dalla Liberazione.

È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità.

Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia.

Sono valori che animano la vita del nostro Paese, le attese delle persone, le nostre comunità. Si esprimono e si ricompongono attraverso l’ampia partecipazione dei cittadini al voto, che rafforza la democrazia; attraverso la positiva mediazione delle istituzioni verso il bene comune, il bene della Repubblica: è questo il compito alto che compete alla politica.

Siamo chiamati a consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale. È un’impresa che si trasmette da una generazione all’altra.

Perché la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa.

La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte.

Buon anno a tutti!

 

SUD   LIBERTA’   AUGURA  BUON  ANNO  AI LETTORI

La manovra passa alle ore 11 all’esame del Senato . Opposizioni: “vi è un monocameralismo di fatto..”

 

Aula del Senato - Fotogramma

 

Roma,

Riprendono oggi, 27 dicembre, i lavori della legge di bilancio che passa all’esame del Senato per la seconda lettura. La manovra da circa 30 miliardi di euro, la terza del governo Meloni, sarà licenziata dalla Commissione Bilancio di Palazzo Madama che tornerà a riunirsi fra poco, alle  11, mentre l’approdo in Aula è previsto per le ore 14.

Il numero complessivo delle proposte emendative delle forze di opposizione è orientativamente di 800. Visti i tempi contingentati, è possibile che l’ok al testo arrivi senza mandato al relatore e che il governo ponga la questione di fiducia, con il voto finale che dovrebbe arrivare intorno alle 14 di domani, 28 dicembre.

Opposizioni :  “.. vi è un monocameralismo di fatto

Le opposizioni unite hanno criticato aspramente l’iter blindato della legge di bilancio, parlando di “Parlamento umiliato” e “mortificato” da un “monocameralismo di fatto” che, secondo le minoranze, sarebbe ormai diventata una “patologia” delle Camere. La capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga attacca: “Da domani un inutile tour de force al Senato per approvare la legge di bilancio. Inutile – spiega – perché non si potrà cambiare una virgola a una legge ingiusta che scontenta tutti: chi vive tra mille difficoltà e chi vuole fare impresa“.

L’Aula della Camera approva la fiducia posta dal governo sulla manovra finanziaria

 

 

 

 

 

Roma,

L’Aula della Camera ha approvato la fiducia posta dal governo sulla manovra. I voti favorevoli sono stati 211, quelli contrari 117. Il voto finale è previsto in serata.  Quindi seguirà un aggiornamento del testo…
Si apprende intanto che il ddl contiene misure per 30 miliardi di euro, di cui metà destinate a interventi strutturali. La settimana prossima è prevista l’approvazione definitiva in Senato.

Manovra finanziaria ed emendamento sull’accesso al pensionamento: con 25 anni di contributi si potrà andare in pensione a 64 anni

 

flp scuola foggia - Pagina 413 di 658 - Federazione Lavori Pubblici e  Funzioni Pubbliche

Novità nel mondo della pensione: un emendamento cambia le regole per l’accesso al pensionamento

 

 

Non ci’ pace nel mondo dei pensionati. La manovra finanziaria  del governo ha lanciato un nuovo testo che adesso cambia le regole del pensionamento .

La pensione anticipata avrà un tassello in più dal 2025, ma solo per le pensioni interamente contributive, quindi per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995: si tratta dell’accesso al pensionamento con 64 anni di età e 25 anni di contributi.

Una novità nata da un emendamento alla Manovra di bilancio 2025, approvato in Commissione Bilancio della Camera, che modifica la flessibilità in uscita.

A partire dal prossimo anno, i lavoratori interamente contributivi potranno infatti uscire da lavoro 64 anni, utilizzando anche la rendita della previdenza integrativa per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte l’assegno sociale.

Un neo, aumenteranno i requisiti di contribuzione: dal 2025 saranno necessari almeno 25 anni di versamenti, che saliranno a 30 dal 2030. Sarà però possibile sommare contributi previdenziali e fondi complementari per il raggiungimento dell’importo soglia richiesto (tre volte l’importo dell’assegno sociale).

L’emendamento approvato in Commissione Bilancio della Camera  promosso dalla Lega, con la firma della deputata Tiziana Nisini. Il testo introduce nella Legge di bilancio 2025 una misura che permette ai lavoratori interamente contributivi (cioè coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995) di accedere a un pensionamento anticipato a partire dai 64 anni di età, grazie all’uso della previdenza complementare.

La rendita della pensione integrativa potrà essere utilizzata per raggiungere un importo pensionistico pari a tre volte l’assegno sociale, a condizione di avere almeno 25 anni di contributi dal 2025 e 30 anni a partire dal 2030. Inoltre, l’emendamento prevede sconti per le lavoratrici con figli.

Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha sottolineato che questa riforma introduce per la prima volta la possibilità di cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per anticipare la pensione.

Inoltre, l’emendamento prevede sconti per le lavoratrici con figli. A partire dal 2026, la Lega propone di estendere questa misura anche ai lavoratori con un regime misto, ovvero quelli con carriera previdenziale iniziata prima del 1996, con la possibilità di coinvolgere circa 80.000 persone, ma con un costo potenziale superiore al miliardo di euro.

Cosa cambia nel 2025 con la pensione a 64 anni
 Chi avrà maturato 64 anni di età e 25 anni di contributi (5 anni in più rispetto ai classici 20 previsti), e avrà un importo del trattamento previsto pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale (534,41 euro mensili), potrà uscire da lavoro e andare in pensione.

A partire dal 2030 invece il tetto minimo di contributi da maturare sarà di 30 anni (10 in più rispetto agli attuali 20).

 

Aumento degli stipendi ai Ministri- Ritirato emendamento (per ora) ma l’indecenza resta – Soldi “sporchi” legalizzati con l’aumento nelle regioniUna vergogna tipicamente italiana

 

 

Petizione · Basta soldi sporchi - Italia · Change.org

 

 

L’emendamento alla manovra 2025 relativo all’aumento degli stipendi dei ministri non parlamentari forse sarà ritirato. . Nel corso della  seduta della commissione Bilancio della Camera sospesa, è intervenuta una riflessione in tal senso tra i relatori della manovra. Riflessione che arriva dopo la richiesta del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha preso posizione per evitare attriti tra le varie parti politiche

Afferma Crosetto: “È assurdo lasciare anche solo un secondo di più di spazio alle polemiche sull’emendamento che parificava tutti i Ministri e sottosegretari non parlamentari, ai deputati, riconoscendo i rimborsi spese. È così da oltre due anni e continuerà così fino a fine legislatura”….

“La cosa è giusta? Non penso perché non ha particolare senso che il ministro degli interni o della difesa debbano avere un trattamento diverso rispetto ad un loro sottosegretario, ma non è mai importato finora, né a me né ai miei colleghi. Per questo motivo abbiamo chiesto ai relatori di ritirarlo ed evitare inutili polemiche”….

Alla richiesta del ministro ha intanto replicato, con un secco ‘no’, Francesco Saverio Romano, deputato di Noi Moderati e relatore della manovra. “Perché dovremmo ritirarlo? Se c’è un ministro che non vuole prendere soldi ci rinuncia, è semplice. La legge è erga omnes, non è fatta per questo o quel ministro”.

Tutti i consigli regionali hanno questa legge. Trovatemi un consiglio regionale che non abbia equiparato gli assessori esterni ai consiglieri e trovatemi un assessore che rinuncia alla sua attività professionale per svolgere un ruolo così importante con 2600 euro di stipendio”. E a chi gli faceva notare che molte critiche fanno leva sul tempismo della misura, che alza gli stipendi degli esponenti del governo in tempi di crisi, il deputato ha risposto: “Questo è populismo e noi non siamo populisti.

 Valditara accusato dal M5S

Il tema ha tenuto banco per tutto il giorno. Dopo l’attacco del Movimento 5 Stelle al titolare dell’Istruzione Valditara – accusato di intascare grazie all’emendamento “un aumento pari quasi al quintuplo dello stipendio medio di un qualsiasi insegnante italiano” -, il ministro ha ribadito l’intenzione di rinunciare al bonus.

 

Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata Internazionale del Volontariato per lo Sviluppo Economico e Sociale

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Internazionale del Volontariato per lo Sviluppo Economico e Sociale, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«Il volontariato rappresenta una preziosa risorsa per la coesione sociale della comunità.

Sfide di portata sempre più ampia sono di fronte a noi e l’azione dei volontari si propone come un’efficace componente per affrontare scenari che rendono le nostre società più fragili.

Il volontariato è generosa espressione dei doveri inderogabili di solidarietà economica e sociale sanciti dalla Costituzione.

Come anche affermato dalle Nazioni Unite, il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile necessita del contributo di ciascuna persona, che tramite il suo impegno volontario “diventa parte delle soluzioni”.

L’impegno a migliorare le società contemporanee, proprio a tante espressioni associative del volontariato, indica e restituisce speranza e prospettive di rinascita anche nelle situazioni di avversità e calamità.

La Repubblica è grata per l’operato dei volontari che, con mirabile spirito di altruismo e collaborazione, prestano ogni giorno il loro inestimabile supporto».

ROMA, GIOVEDI’ 12 DICEMBRE-ALLE ORE 11- PIAZZA CAPRANICA PRESIDIO DEI COMUNI CON GLI ASSESSORI ALLA CASA PER UN PIANO CASA NAZIONALE

ALL’APPELLO NON HANNO ANCORA ADERITO TUTTI GLI ASSESSORI DEL SUD E DELLA SICILIA

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Giovedì 12 dicembre, alle ore 11:00, l’Assessore all’urbanistica del Comune di Napoli Laura Lieto –informa un Comunicato stampa del Comune di Napoli –  interverrà al presidio dei Comuni, rappresentati dagli Assessori alla Casa, che si terrà a Roma, in Piazza Capranica, per chiedere un incontro al Governo al fine di discutere la loro proposta in cinque punti per un Piano Casa Nazionale.

Ogni giorno – io – nelle nostre città il diritto alla casa è messo in discussione e con esso il godimento di molti diritti: alla salute, al lavoro, allo studio, ad avere una vita degna. Noi pensiamo che dopo decenni di disinvestimento strutturale nel diritto all’abitare serva invertire la rotta. Stiamo ristrutturando il nostro patrimonio di edilizia popolare, creando esperienze di abitare collaborativo e solidale, studentati pubblici, edilizia sociale e investendo nei canoni concordati o nell’aiutare chi è in condizione di morosità incolpevole. Ma non basta: per moltiplicare i nostri sforzi e assicurare il diritto alla casa serve un piano casa nazionale. Per questo abbiamo stilato cinque proposte  e chiediamo un incontro al Ministro per le politiche abitative Matteo Salvini.

La lista delle adesioni ad oggi: Emily Clancy (Vicesindaca di Bologna), Tobia Zevi (Assessore a Roma), Guido Bardelli (Assessore a Milano), Laura Lieto (Vicesindaca di Napoli), Jacopo Rosatelli (Assessore a Torino), Nicola Paulesu (Assessore a Firenze), Costanza Spera (Assessora a Perugia), Anna Puddu (Assessora a Cagliari), Francesca Benciolini (Assessora a Padova), Luisa Ceni (Assessora a Verona), Matteo Tosetto (Assessore a Vicenza), Andrea Zini (Assessore a Udine), Ettore Brianti (Assessore a Parma), Maria Rosa De Vecchi (Assessora a Lodi), Claudia Lenzini (Assessora a Bergamo), Emanuele Manzoni (Assessore a Lecco), Alessandro Cantoni (Assessore a Brescia), Andreina Fumagalli (Assessora a Monza), Annalisa Rabitti (Assessora a Reggio Emilia), Francesca Maletti (Assessora a Modena), Nicola Grasso (Assessore a Bari), Kristian Gianfreda (Assessore a Rimini), Gianandrea Baroncini (Assessore a Ravenna), Enzo Lattuca (Sindaco di Cesena)

Giuseppe Conte, leader del M5s : ” Grillo sta cancellando la sua storia ” Imperdonabile il sabotaggio del fondatore -padre del Movimento e, soprattutto, immorale la somma di 300 mila euro intascata ogni anno

Grillo scordi Conte e sia il consulente di Draghi – infosannio

 

“Ileader M5S Giuseppe Conte  sulla sfida di Grillo, afferma a latere dell’assemblea della costituente:   “Non c’è mai stato lo scontro Conte-Grillo perché io non ho mai raccolto le sue provocazioni. Semmai lo scontro è quello di Grillo contro la sua comunità”.. “Ho rinunciato a capire perché lui stia cancellando la sua storia e stia schiaffeggiando così palesemente tutti gli iscritti e tutto ciò per cui si è battuto in tanti anni”.

Grillo prova a far ripetere la votazione agli iscritti M5S   Ma sulla testa del fondatore pesa troppo quel “contributo” che intascava di 300 mila euro all’anno

La richiesta di Grillo di ripetizione del  voto della Costituente M5S,  dà l’ occasione nuovamente a Conte di riaffermare alcuni punti: “È una clausola feudale che si trascinava dal vecchio statuto e che, peraltro, la maggioranza ha già bocciato proprio nell’ultima votazione”. E spiega: “Abbiamo una comunità matura e unita, desiderosa di partecipare e contare, non vedo scissioni all’orizzonte”.

C’è tutta una serie di regole che Grillo si era costruito nel tempo e quando abbiamo rivisto lo statuto non c’è stato verso di renderlo un po’ più aggiornato. Grillo ha esercitato questa facoltà e noi rispondiamo con una votazione che faremo al più presto. Sono sicuro che la comunità risponderà anche questa volta“.

Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

 

discorso

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«La violenza contro le donne presenta numeri allarmanti.
È un comportamento che non trova giustificazioni, radicato in disuguaglianze, stereotipi di genere e culture che tollerano o minimizzano gli abusi, che si verificano spesso anche in ambito familiare.
La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, nota anche come Convenzione di Istanbul, è il primo strumento giuridicamente vincolante ad aver riconosciuto la violenza di genere come una violazione dei diritti umani.
L’Italia ha ratificato la Convenzione nel 2013, dotandosi di strumenti di tutela per garantire una piena protezione alle vittime di violenza di genere.
Quanto fatto finora non è, tuttavia, sufficiente a salvaguardare le donne, anche giovanissime, che continuano a vedere i loro diritti violati. È un’emergenza che continua. Si tratta di madri, sorelle, figlie, persone con sogni e progetti che vedono violato il diritto di poter vivere una vita libera e dignitosa, donne che lottano per la propria indipendenza, per poter scegliere il proprio destino.
“Nessuna scusa” è il tema proposto dalle Nazioni Unite per celebrare la giornata odierna.
È addirittura superfluo sottolineare che, quindi, non ci sono scuse accettabili a giustificazione della violenza di genere. Occorrono azioni concrete.
È fondamentale continuare a lavorare per eradicare i pregiudizi e gli atteggiamenti discriminatori che rendono ancora oggi le donne più deboli nella società, nel lavoro e nella famiglia. Le istituzioni, le forze della società civile devono sostenere le donne nella denuncia di qualsiasi forma di sopruso, offrendo protezione e adeguato supporto.
È un valore per l’intera società far sì che siano pienamente garantiti i diritti umani dell’universo femminile».