L’UE MIRA A METTERE L’UCRAINA NELLA POSIZIONE PIU’ FORTE POSSIBILE- CONCLUSIONI: 26 CAPI DI STATO ECCETTO L’UNGHERIA-A FAVORE DELL’UCRAINA

 

 Approvate le conclusioni sull’Ucraina a 26, senza l’Ungheria che ha mantenuto la propria posizione contraria, come il 6 marzo scorso.

Zelensky al G20: ecco i 10 punti per la pace - la Repubblica

L‘Ue e i suoi Stati membri “contribuiranno al processo di pace, per aiutare ad assicurare una pace giusta e duratura, che sia nell’interesse dell’Ucraina e dell’Europa nel suo insieme”, riportano le conclusioni sull’Ucraina approvate da 26 capi di Stato e di governo su 27, senza l’Ungheria.

Nelle conclusioni del Consiglio Europeo si riporta che i leader hanno discusso dell’Ucraina, che hanno avuto uno scambio di vedute con il presidente Volodymyr Zelensky (in collegamento dalla Norvegia) e che il testo allegato è “fermamente sostenuto” da 26 capi di Stato e di governo dell’Ue.

Nel testo a 26, dopo aver ribadito il sostegno “continuo e incrollabile” a Kiev, si ripete che l’Ue “mantiene il suo approccio ‘pace attraverso la forza’”, che mira a mettere l’Ucraina nella posizione “più forte possibile”, della quale componente “essenziale” sono le sue “robuste capacità militari e di difesa”. Pertanto, l’Ue rimane “impegnata a fornire ulteriore sostegno all’Ucraina e al suo popolo”, affinché possa esercitare il proprio “diritto all’autodifesa”.  E stavolta l’Ucraina potrà difendersi con gli strumenti economici dell’Europa anzichè degli Stati Uniti e del suo superbullo Trump..

Tutti in coro chiedono  il “sostegno ad una pace giusta e completa, basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale” e “accoglie con favore i principi delineati il 6 marzo scorso, che dovrebbero guidare i negoziati di pace”. I leader, si legge poi, “accolgono con favore” la dichiarazione congiunta Usa-Ucraina, “inclusa la proposta di cessate il fuoco”, nonché la ripresa della condivisione delle informazioni di intelligence tra i due Paesi. I leader chiedono poi alla Russia “di mostrare una vera volontà politica di porre fine alla guerra”.

Un percorso “credibile” verso la pace deve includere, tra l’altro, lo “scambio dei prigionieri” e il “ritorno di tutti i bambini ucraini” rapiti e deportati in Russia e Bielorussia. L’Ue resta “pronta ad aumentare la pressione sulla Russia”, anche tramite “ulteriori sanzioni” e il “rafforzamento” delle misure esistenti. I beni della Banca centrale russa rimarranno “immobilizzati” finché Mosca non cesserà la guerra e “risarcirà” l’Ucraina per i danni inflitti con la guerra.

Sulle garanzie di sicurezza, Ue e Stati membri “sono pronti a contribuire”, in particolare “sostenendo la capacità dell’Ucraina di difendersi con efficacia”. Pertanto, gli aiuti a Kiev continueranno: i leader “esortano la Commissione e i Paesi membri ad usare tutte le opzioni dello strumento per l’Ucraina per aumentare il sostegno finanziario” a Kiev. Si richiama l’iniziativa dell’Alta Rappresentante Kaja Kallas, sulla quale sono però freddi grandi Paesi come Spagna e Italia, e si esortano i Paesi ad “aumentare” gli sforzi per aiutare militarmente Kiev.

Si ribadisce l’intenzione di trascinare davanti alla giustizia gli autori di crimini di guerra commessi in Ucraina, ricordando il Tribunale speciale creato ad hoc al Consiglio d’Europa. Si richiama la ricostruzione del Paese, citando esplicitamente la conferenza che verrà tenuta in Italia nel prossimo luglio. L’Ue “intensificherà il sostegno” alle riforme che l’Ucraina deve fare “nel suo percorso verso l’adesione all’Ue” e “sottolinea l’importanza di fare progressi nei negoziati” a questo fine.

Ue ‘deplora’ la ripresa dei combattimenti a Gaza

Nelle conclusioni inoltre il Consiglio Europeo “deplora la rottura del cessate il fuoco a Gaza, che ha causato un gran numero di vittime civili nei recenti attacchi aerei”. Il Consiglio “deplora il rifiuto di Hamas di consegnare gli ostaggi rimasti”. Il Consiglio Europeo “chiede un immediato ritorno alla piena attuazione dell’accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Sottolinea la necessità di progredire verso la sua seconda fase, in vista della sua piena attuazione, che porti al rilascio di tutti gli ostaggi e alla fine definitiva delle ostilità”.

Una tregua troppo fragile, quella raggiunta telefonicamente tra Trump e Putin che mira ad annullare il valore della libertà in Ucraina- C’è il problema del “controllo effettivo” dei territori

 

 

Trump e Putin   RIPRODUZIONE RISERVATA © ANSA/AFP

 

 

Niente più  aiuti militari e  intelligence da parte dell’Occidente all’Ucraina come requisito ‘chiave’ per la Russia nel corso del colloquio tra Putin e Tramp per porre fine alla guerra. Un colloquio durato circa due ore e definito “produttivo” dal leader Usa, e stop agli attacchi contro le infrastrutture energetiche ucraine per un mese. Un primo passo verso la pace, secondo la Casa Bianca.  Un pò debole  come tregua da parte di Putin  …che, forse mira ancora a conquistare  territori di Kiev….

 Zelensky : non c’è la volontà di Putin a porre fine a questa guerra

Il cessate il fuoco parziale accordato dalla Russia, con lo stop degli attacchi alle strutture energetiche per un mese, non dimostrano la volontà di Putin a porre fine a questa guerra. E’ il pensiero del  al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che spera di avere a breve un contatto diretto con Trump. Le condizioni illustrate da Putin “puntano a indebolire l’Ucraina” e “non a mettere fine alla guerra. La Russia non è pronta a porre fine a questa guerra e lo vediamo. Non sono pronti nemmeno per il primo passo, che è un cessate il fuoco”, ha affermato Zelensky , commentando pure che “il gioco di Putin è indebolire l’Ucraina”.

“Dopo aver ricevuto i dettagli dal presidente degli Stati Uniti, da parte americana, daremo la nostra risposta”, ha detto ai giornalisti, aggiungendo che gli Stati Uniti dovrebbero essere “garanti” del cessate il fuoco parziale: “La nostra parte manterrà questa posizione” finché la Russia la rispetterà.

In questo contesto, passano in secondo piano i primi traguardi raggiunti nella telefonata. Mosca e Kiev per ora procederanno allo scambio di 175 prigionieri di guerra ciascuno, secondo l’intesa raggiunta nel colloquio. L’ok allo scambio di prigionieri è “un gesto di buona volontà” da parte di Mosca, ha sottolineato il Cremlino. Oltre ai 175 prigionieri di guerra, la Russia trasferirà in Ucraina anche 23 militari di Kiev rimasti “gravemente feriti”.

La condizione ‘chiave’ di Mosca

E’ stato sottolineato che la condizione chiave per impedire un’escalation del conflitto e lavorare verso la risoluzione con mezzi politici e diplomatici deve essere la completa cessazione dell’assistenza militare e la fornitura di intelligence a Kiev”, recita la nota del Cremlino dopo la telefonata tra Putin e Trump.

Mosca ha poi dato la sua disponibilità ad un cessate il fuoco di 30 giorni sulle infrastrutture, in particolare energetiche, dell’Ucraina, ma ha ribadito i suoi dubbi sul più ampio cessate il fuoco di 30 giorni, senza condizioni, che Stati Uniti e Ucraina avevano concordato e proposto alla Russia.

Nella nota del Cremlino si legge quindi che da parte dei russi sono “stati evidenziati un numero di punti significativi” che richiedono ulteriori considerazioni, compreso quello “del controllo effettivo” su qualsiasi cessate il fuoco sulla linea del conflitto. Inoltre la Russia richiede lo stop della mobilitazione degli ucraini e il riarmo delle sue forze, insieme alla ribadita richiesta, già avanzata nei giorni scorsi da Putin, di “eliminare le radici che hanno provocato la crisi”.

Il leader russo, come riferisce il Cremlino, ha detto al presidente americano di essere in ogni caso “disposto a collaborare con lui per la pace”. Mosca ha spiegato che verranno creati “gruppi esperti americani e russi che lavoreranno per raggiungere un accordo di pace”.

Trump: “Il processo di pace è in pieno svolgimento e, sono certo, ci sarà ” il  cessate il fuoco completo”

Grande ottimismo, intanto, da parte di Trump, che ha parlato di un colloquio telefonico “molto buono e produttivo” su Truth. “Abbiamo concordato un immediato cessate il fuoco su tutta la rete energetica e sulle infrastrutture – ha scritto il tycoon -, con l’intesa che lavoreremo rapidamente per avere un cessate il fuoco completo e, in conclusione, la fine di questa orribile guerra tra Russia e Ucraina. Questa guerra – ha aggiunto – non sarebbe mai iniziata se fossi stato il presidente! Sono stati discussi molti elementi di un accordo di pace, incluso il fatto che migliaia di soldati vengono uccisi. Sia il presidente Putin che il presidente Zelensky vorrebbero vedere la guerra finire. Il processo è ora in pieno svolgimento con efficacia e, si spera, per il bene dell’umanità, porteremo a termine il lavoro”...

Il presidente Trump e il presidente Putin hanno parlato della necessità di pace e di un cessate il fuoco nella guerra in Ucraina. Entrambi i leader – si legge quindi nella nota della Casa Bianca dopo il colloquio tra i leader – hanno concordato che questo conflitto deve concludersi con una pace duratura. Hanno anche sottolineato la necessità di migliorare le relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Russia. Il sangue e le risorse che sia l’Ucraina che la Russia hanno versato in questa guerra andrebbero destinati alle esigenze dei rispettivi popoli”.

“Questo conflitto non avrebbe mai dovuto iniziare e avrebbe dovuto concludersi molto tempo fa con sinceri e positivi sforzi per la pace. I leader hanno concordato che l’iter verso la pace inizierà con un cessate il fuoco per le strutture energetiche e per le infrastrutture, nonché con negoziati tecnici sull’attuazione di un cessate il fuoco marittimo nel Mar Nero, un cessate il fuoco completo e una pace permanente“, prosegue la nota.

Il colloquio è servito anche per concordare l’avvio di negoziati “immediatamente in Medio Oriente. I leader hanno parlato ampiamente del Medio Oriente come regione di potenziale cooperazione per prevenire futuri conflitti. Hanno inoltre discusso della necessità di fermare la proliferazione di armi strategiche e si impegneranno con altri per garantire la più ampia applicazione possibile”.

Infine, “i due leader hanno condiviso l’opinione che l’Iran non dovrebbe mai essere in condizione di distruggere Israele. I due leader hanno concordato che in futuro un miglior rapporto bilaterale tra Stati Uniti e Russia produca enormi vantaggi. Questo comprende rilevanti accordi economici e la stabilità geopolitica quando la pace sarà raggiunta”.

 

La striscia di Gaza è di nuovo un inferno: 404 vittime oggi insieme a 562 feriti per i raid aerei

 

Macerie a Gaza - (Afp)

 

La Striscia di Gaza, è di nuovo un inferno dove i raid aerei sono ripresi nella notte su ordine del primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha disposto “la ripresa della guerra” contro Hamas con l’operazione ‘Strenght and Sword’ (Forza e Spada).     Vittime: sarebbero almeno 404 i morti e 562 i feriti secondo quanto comunicato  dal  ministero della Salute di Gaza, che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas.

Altro particolare agghiacciante: il direttore del ministero della Sanità della Striscia, Mohammed Zaqout, afferma che la maggior parte delle vittime sono donne e bambini palestinesi, mentre i feriti sono centinaia.

Dall’ospedale Nasser Mohammad Qishta, medico di Medici Senza Frontiere, ha detto che “il pronto soccorso è in condizioni disastrose”. “Abbiamo corpi e parti di corpi, per lo più bambini e donne. C’è molta confusione nella popolazione – ha aggiunto – Alcuni sono corsi in ospedale solo per proteggersi. Noi medici abbiamo pianto per l’intensità e la difficoltà della situazione. Ci sono alcuni casi gravi: ustioni, amputazioni, ferite alla testa, ferite al petto“.

L’Idf afferma che l’esercito israeliano e lo Shin Bet continuano a colpire obiettivi terroristici di Hamas e della Jihad islamica palestinese…

Forse vicina la pace tra l’Ucraina e la Russia: una telefonata probabilmente in settimana tra Trump e Putin

 

 

La prossima settimana forse ci sarà qualcosa di concreto e definitivo tra tra Donald Trump e Vladimir Putin  per porre fine alla guerra triennale in Ucraina .

L’annuncio arriva dall’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff che informa:“Mi aspetto che ci sarà una telefonata con entrambi i presidenti questa settimana. Stiamo anche continuando a impegnarci per avere conversazioni con gli ucraini”.

Witkoff ha spiegato come, nonostante la situazione sul campo sia molto complicata, “stiamo colmando il divario tra le due parti. Il presidente parla di un lasso di tempo di settimane e non sono in disaccordo con lui. Spero davvero che vedremo qualche vero progresso”, ha spiegato. Witkoff ha inoltre definito “positivo” il suo incontro a Mosca con il presidente russo Valdimir Putin, incentrato sulle possibili soluzioni alla crisi ucraina.

Putin vuole aggiungere altri territori, interviene Starmer che lo invita “al tavolo”

 

 

 

Videoconferenza di Keir Starmer, che oggi ha riunito la ‘coalizione dei volenterosi’ per discutere della sicurezza in Ucraina. Ai 26 leader collegati, più Nato e Ue, il premier britannico ha detto che il presidente russo Vladimir Putin “prima o poi” dovrà “venire al tavolo”.

Il premier britannico Keir Starmer in video collegamento con i 'volenterosi' - Afp

Se Vladimir Putin è serio sulla pace, è molto semplice, deve fermare gli attacchi barbari all’Ucraina e concordare il cessate il fuoco”, le parole del leader britannico aprendo i lavori. “Dobbiamo spingere, spingere e prepararci ad una pace che sia sicura e che duri”, ha esortato.

La mia sensazione è che prima o poi (Putin) dovrà venire al tavolo e impegnarsi in una discussione seria – ha sottolineato il premier britannico -. Ma non possiamo sederci e aspettare che ciò accada. Dobbiamo continuare ad andare avanti e a prepararci per la pace, una pace sicura e duratura“.

Ciò significa rafforzare le difese dell’Ucraina, “essere pronti a difendere noi stessi qualsiasi accordo attraverso una coalizione di volenterosi” e mantenere “la pressione su Putin affinché venga al tavolo”, ha affermato Starmer.

E ancora. L’Ucraina ha dimostrato “senza dubbi” di essere per “la pace” e il leader russo Vladimir Putin “sta cercando di ritardarla”, ha detto Starmer. “Il mondo ha bisogno di azioni – ha spiegato – non di parole vuote e condizioni. Quindi il mio messaggio è chiaro, prima o poi, Putin dovrà venire al tavolo”.

Al termine della video call della “coalizione dei volenterosi”, il premier britannico ha quindi annunciato in  che i “pianificatori militari” si riuniranno nuovamente nel Regno Unito in settimana per “progredire in piani pratici per il modo in cui i nostri eserciti possono sostenere la futura sicurezza dell’Ucraina”.

Starmer ha poi chiarito che la “coalizione dei volenterosi” riunisce partner di tutta l’Unione Europea, oltre a Canada, Australia e Nuova Zelanda e al sostegno di altri Paesi, tra cui il Giappone. Ora, secondo il premier, è giunto il momento per tutti questi di passare a una “fase operativa” per garantire la pace in Ucraina.

Starmer ha quindi ribadito che gli sforzi di coloro che sostengono l’Ucraina devono continuare, compreso il mantenimento del “flusso di aiuti militari” e il proseguimento delle sanzioni per “indebolire la macchina da guerra di Putin e portarlo al tavolo”. Per il premier, è arrivato il momento di “accelerare il lavoro pratico” necessario per arrivare a un accordo di pace. “Questo è il momento di continuare a guidare verso il risultato che vogliamo vedere: porre fine alle uccisioni, una pace giusta e duratura in Ucraina e una sicurezza duratura per tutti noi”, ha dichiarato.

Il testo sulla difesa comune presentato da Ursula Von der Leyen è passato: 419 voti favorevoli

 

Ursula von der Leyen al Parlamento europeo - Afp

 

 

 

Il Parlamento europeo ha approvato a maggioranza, a Strasburgo, la risoluzione sul Libro bianco Ue sulla difesa, che contiene alcuni passaggi sul piano ReArmEu presentato da Ursula von der Leyen, basato sull’articolo 122 del Tfue che esclude l’Aula dall’iter, come era successo per Next Generation Eu.

“La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen,introducendo il suo discorso al Parlameto europeo di Strasburgo  per perorare davanti agli eurodeputati la causa del riarmo dell’Europa, di fronte al rinato imperialismo russo. “Alcide de Gasperi disse ‘Non abbiamo bisogno solo della pace tra noi, ma di costruire una difesa comune. È ora di costruire un’Unione europea della difesa che garantisca la pace nel nostro continente attraverso l’unità e la forza”…. Non si tratta di minacciare o conquistare, ma di scoraggiare qualsiasi attacco dall’esterno, mosso dall’odio contro un’Europa unita. Questo è il compito della nostra generazione'”.

Come ha votato l’Italia

Il testo è passato con 419 voti favorevoli, 204 contrari e 46 astenuti, su 669 votanti. Gli eurodeputati di Fratelli d’Italia, di Forza Italia e metà di quelli del Pd hanno votato a favore della risoluzione; contro il testo, secondo il roll call, i parlamentari di Lega, Avs (sia Verdi che Sinistra Italiana, che siedono in due gruppi diversi) e Movimento 5 Stelle. Astenuta metà della delegazione del Pd. A favore Sandro Gozi, di Renew Europe, che però è stato eletto in Francia.

Il fronte del no:    Eurodeputati verdi

Gli eurodeputati italiani dei Verdi/Ale hanno votato “no, nel merito e nel metodo, al piano di riarmo da 800 miliardi voluto dalla presidente Ursula von der Leyen e dalla Commissione Europea “. Gli europarlamentari Cristina Guarda, Ignazio Marino, Leoluca Orlando e Benedetta Scuderi avevano spiegato prima del voto: “Diciamo ‘no’ perché la difesa comune non passa dai singoli Stati attraverso il rafforzamento degli eserciti nazionali. Al contrario, servirebbe un processo d’integrazione delle politiche di difesa che, razionalizzando le risorse, consentirebbe di ridurre la spesa militare già stanziata a livello nazionale”.

Quanto al metodo, i parlamentari avevano sottolineato che il piano ReArm Europe, “attraverso il ricorso all’articolo 122 del Trattato, nega il coinvolgimento del Parlamento Europeo, impedendo così il legittimo confronto democratico e il voto dell’assemblea. Tutto questo è inaccettabile”.

La delegazione Pd divisa sul voto

Il gruppo parlamentare P d era diviso sul voto. con 10 favorevoli e 11 astenuti. Hanno votato a favore, secondo il roll call, Stefano Bonaccini, Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli, Raffaele Topo. Si sono astenuti Lucia Annunziata (inizialmente data tra i favorevoli, ma l’errore è stato subito corretto), Brando Benifei, Annalisa Corrado, Camilla Laureti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Alessandro Zan e il capodelegazione Nicola Zingaretti.

Giorgetti: “Per questa spesa – riarmo – abbiamo chiesto la clausola di salvaguardia  del Patto di stabilità...”

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti al Qt alla Camera ha risposto a una domanda sulla proposta Ue Rearm Europe, spiegando che le spese Ue per la difesa non dovranno mettere a rischio la sostenibilità delle finanze pubbliche né comportare “un aumento significativo del debito pubblico”. “L’attuale panorama geopolitico è caratterizzato da forte incertezza e complessità che non possono che essere fronteggiate articolando una risposta coerente da parte degli Stati membri dell’Unione europea”,

. “L’Italia ha salutato positivamente la proposta della Commissione di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di Stabilità e Crescita (Psc), per le spese legate alla difesa. E’ stata – ha aggiunto Giorgetti – una delle richieste che l’Italia ha sostenuto durante le discussioni senza ricevere soddisfazione”.

Il Governo, tuttavia, “ha ben presente la necessità che la flessibilità concessa dall’attivazione della clausola nazionale di salvaguardia non comprometta la sostenibilità delle finanze pubbliche e non comporti un aumento significativo del debito pubblico. Questo, infatti, lascerebbe i Paesi ad alto debito in una posizione di debolezza, aumenterebbe la frammentazione e rischierebbe di compromettere la stabilità finanziaria dell’area euro. Inoltre, come ho avuto già modo di chiarire, per il Governo italiano il finanziamento della difesa non potrà avvenire a scapito di settori fondamentali per i cittadini, quali ad esempio la sanità e i servizi pubblici”.

“L’Italia ha pertanto elaborato una proposta, presentata all’ultima riunione del Consiglio Ecofin con l’obiettivo di colmare il divario di investimenti dell’Europa nel settore della difesa e della sicurezza e migliorare significativamente le sinergie tra risorse nazionali e a livello Ue, ma cercando per quanto possibile di minimizzare l’impatto sul debito pubblico.

La proposta si basa sul rafforzamento di InvestEU per la difesa per accrescere la sua capacità di attrazione di investitori privati e il suo appetito per il rischio”. In estrema sintesi, ha aggiunto il ministro, “si tratta di un fondo di garanzia in più tranche, che ottimizza l’utilizzo delle risorse nazionali ed europee, con l’obiettivo di convogliare in modo più efficace i capitali privati. Con una spesa pubblica contenuta, un fondo di garanzia di circa 16,7 miliardi di euro potrà mobilitare fino a 200 miliardi di investimenti industriali aggiuntivi. L’iniziativa, punta in modo mirato al sostegno alla base tecnologica e al tessuto industriale europeo nei settori strategici della difesa, delle tecnologie dual-use, della protezione delle filiere critiche, dei dati e delle infrastrutture essenziali”. “È auspicabile – ha concluso – anche un ruolo maggiore per il bilancio dell’Ue e una cooperazione con la Banca europea per gli investimenti, preservando al contempo le operazioni e la capacità finanziaria del Gruppo Bei“.

Contromisure UE per Trump, misure di controbilanciamento per proteggere lavoratori ed aziende europee -Von der Leyen: il riarmo comune dovrà essere veloce

 

Contromisure per Trump per “proteggere” le aziende, i lavoratori e i consumatori europei dall’impatto delle “ingiustificate restrizioni commerciali” decise dagli Stati Uniti . Decisione della commissione europea   Oggi, mercoledì 12 marzo, entrano in vigore i dazi Usa del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio dall’Unione europea e da altri partner commerciali. Ma l’Unione europea resta “aperta ai negoziati” con Washington, sottolinea Ursula von der Leyen.

Misure di controbilanciamento sospese del 2018 e del 2020. Il 1° aprile 2025, le misure di riequilibrio del 2018 e del 2020 saranno automaticamente ripristinate, una volta scaduta la loro sospensione il 31 marzo. Per la prima volta, queste misure di riequilibrio saranno attuate integralmente: saranno applicati dazi su prodotti che vanno dalle barche al bourbon, fino alle moto americane, come le Harley Davidson.

Le misure aggiuntive dovrebbero entrare in vigore entro metà aprile e riguardano una serie di prodotti industriali e agricoli. I primi includono, tra gli altri, prodotti in acciaio e alluminio, tessuti, pelletteria, elettrodomestici, utensili per la casa, materie plastiche, prodotti in legno. I prodotti agricoli includono, tra gli altri, pollame, manzo, alcuni frutti di mare, noci, uova, latticini, zucchero e verdure.

Von der Leyen: “Sempre aperti a negoziati con Usa”

L’Unione europea resta “aperta ai negoziati” con Washington, sottolinea la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.E la difesa comune per tutelarci dagli aggressori dovrà essere molto veloce. “Da questa mattina – dichiara – gli Stati Uniti applicano un dazio del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio. Ci rammarichiamo profondamente di questa misura. I dazi sono tasse. Sono dannose per le aziende e peggio per i consumatori”.

L’Unione europea, aggiunge, “deve agire per proteggere i consumatori e le aziende. Le contromisure che adottiamo oggi sono forti ma proporzionate. Mentre gli Stati Uniti stanno applicando tariffe per un valore di 28 miliardi di dollari, noi rispondiamo con contromisure per un valore di 26 miliardi di euro”, che “corrisponde alla portata economica delle tariffe degli Stati Uniti. Le nostre contromisure saranno introdotte in due fasi, a partire dal 1° aprile e pienamente operative a partire dal 13 aprile. Nel frattempo, rimarremo sempre aperti ai negoziati”.

L’Ue, prosegue, crede “fermamente che in un mondo pieno di incertezze geoeconomiche e politiche, non sia nel nostro interesse comune gravare le nostre economie con questi dazi. Siamo pronti a impegnarci in un dialogo significativo. Ho incaricato il commissario al Commercio Maroš Šefčovič di riprendere i suoi colloqui, per esplorare soluzioni migliori con gli Stati Uniti”, conclude.

Ursula von der Leyen e Donald Trump

L’Ucraina assediata da Putin ma risponde con droni nei pressi di Mosca- Putin tra le precondizioni di pace ha chiesto l’allontanamento di Zelenski

 

L’Ucraina risponde come può al gigante sovietico ed attacca con droni  nella regione di Mosca in Russia nel giorno dei colloqui a Gedda tra Usa e Kiev.

 

Trump: Zelensky è un dittatore senza elezioni. Kiev: «Nessuno ci può  costringere alla resa». Macron a Washington - Il Sole 24 ORE

I tre protagonisti del destino del mondo intero: Trump, Macron (che detiene più di ogni altra Nazione europea le “atomiche”) e Zelenski l’eroe ucraino simbolo della libertà dei popoli

 

 

 Cremlino: “Kiev prende di mira obiettivi civili”

Il Ministero della difesa russo : “La Russia ha abbattuto 337 droni ucraini in diverse regioni durante la notte, di cui 91 nei pressi di Mosca

 Secondo la dichiarazione, 126 droni sono stati abbattuti nella regione di Kursk, al confine con l’Ucraina.

Tre le vittime dell’attacco. A confermare il decesso di una terza persona sono le autorità del distretto di Domodedovo. Il precedente bilancio ufficiale parlava di due morti e 18 feriti.

Accuse a Kiev: “E’ importante notare che il regime di Kiev colpisce le infrastrutture sociali, edifici residenziali”, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Chiusi due aeroporti

Due aeroporti di Mosca sono stati chiusi. “Per garantire la sicurezza dei voli degli aerei civili, sono state imposte restrizioni temporanee all’operatività dell’aeroporto di Zhukovsky alle 04:24 ora di Mosca (0124 GMT). Anche all’aeroporto Domodedovo di Mosca sono state imposte restrizioni temporanee all’arrivo e alla partenza degli aerei alle 04:40 ora di Mosca (0140 GMT)”, ha dichiarato l’agenzia.

Restrizioni di questo tipo vengono spesso applicate agli aeroporti russi in seguito ad attacchi di droni provenienti dall’Ucraina. L’attivazione dei sistemi di difesa aerea russi comporta spesso l’interruzione temporanea dei decolli e degli atterraggi.

Russia: “Ripreso il controllo di 12 località nel Kursk”

La Russia afferma di aver ripreso il controllo di 12 località nella regione del Kursk, al confine con l’Ucraina, teatro dell’offensiva dello scorso agosto lanciata dalle forze di Kiev. “Nel corso delle operazioni, le unità del gruppo Nord hanno liberato 12 insediamenti”, ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca, come riportano i media russi.

Secondo il ministero, le forze russe hanno “liberato più di cento chilometri quadrati di territorio nella regione del Kursk”. Stando alle notizie diffuse da Mosca, hanno ripreso il controllo degli “insediamenti” di Agronom, Bogdanovka, Bondarevka, Dmitryukov, Zazulevka, Ivashkovsky, Kolmakov, Kubatkin, Martynovka, Mikhailovka, Pravda e Yuzhny.

 Ucraina e Usa, intese in Arabia Saudita

Intanto sono i iniziati i colloqui fra funzionari ucraini e statunitensi a Gedda, in Arabia Saudita, dove l’Ucraina dovrebbe presentare agli Stati Uniti un piano per un cessate il fuoco parziale con la Russia.

L’Ucraina pronta a negoziare per la fine della guerra. “Siamo pronti a fare di tutto per arrivare alla pace”, ha detto Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino Zelensky, parlando con i giornalisti poco prima dell’avvio dei colloqui in Arabia Saudita con la delegazione degli Stati Uniti. “Difendendo gli interessi dell’Ucraina e con una visione chiara per la fine della guerra, lavoreremo con efficacia con i nostri partner americani”, aveva scritto Yermak sui social poco prima dell’avvio dei colloqui.

Media: Witkoff in settimana a Mosca per incontrare Putin

L’inviato della Casa Bianca per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha in programma di recarsi a Mosca in settimana per un incontro con il presidente russo Vladimir Putin. L’incontro con Putin avverrebbe alcuni giorni dopo il meeting tra funzionari statunitensi e ucraini in Arabia Saudita.

L’inviato di Trump si è recato a Mosca a metà febbraio come parte di un accordo per liberare il cittadino statunitense Marc Fogel, che era detenuto in una prigione russa. Witkoff ha incontrato Putin per tre ore durante quel viaggio.

Terre rare all’America di Trump ed antipatia reciproca tra i due leader Stati Uniti ed Ucraina

Ucraina e Stati Uniti con i loro leader riprendono dunque il dialogo dopo la lite di 10 giorni fa alla Casa Bianca, dove Donald Trump e Volodymyr Zelensky sono stati protagonisti di un clamoroso scontro e d inutile “prova di potere” di Trump.    Quest’ultimo non piace a Zelenski ,sa che non c’è da fidarsi molto anche perchè il presidente americano ha rivelato che tra le precondizioni della pace duratura vi sarebbe il punto richiesto dai russi ma che piace tanto a Trump “dell’allontamento di Zelenski dall’Ucraina e/o dal comando.. . Kiev, con la firma, darebbe agli Usa l’accesso alle proprie risorse minerarie.  Trump sostiene che si tratta invece di una sorta di risarcimento per l’America..

Domani il vertice Usa -Ucraina – Necessità dell’espansione della Nato, del suo veloce riarmo atomico per un migliore equilibrio del mondo

 

STATI  UNITI ALLEATO NON PIU’ CREDIBILE E COERENTE CON TRUMP

 

L’Ucraina alla ricerca  della “pace” e la Russia alla ricerca di conquistare il territorio ucraino, più possibile, . Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky,  “ha cercato la pace fin dal primo istante della guerra e  la Russia l’unica ragione per cui la guerra va avanti”.

Volodymyr Zelensky

E’ il pensiero formalizzato dal leader ucraino su l social,  il Presidente ucraino alla vigilia dei colloqui in Arabia Saudita tra delegazioni di Stati Uniti e Ucraina dopo lo scontro del 28 febbraio nello Studio Ovale con Donald Trump.

Domani in scena a il vertice Usa-Ucraina a Gedda

Domani a Gedda andrà quindi in scena il vertice tra due delegazioni di alto livello di Ucraina e Usa. Kiev invia Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente. Per gli Usa, ci sarà in particolare Marco Rubio, segretario di Stato.

La ripresa dei contatti dovrebbe favorire la fumata bianca sull’accordo per le terre rare ucraine. Kiev, con la firma, darebbe agli Usa l’accesso alle proprie risorse minerarie. Per Trump, l’intesa rappresenta una sorta di risarcimento dopo i 350 miliardi che, secondo il presidente, gli Usa hanno speso dall’inizio della guerra.

In Arabia Saudita ci saranno anche colloqui di alto livello fra Stati Uniti e Russia, ha reso noto Cnn citando fonti informate che non hanno precisato altro. Gli incontri saranno separati da quelli fra le delegazioni di Stati Uniti e Ucraina in programma domani.

Guerra in Ucraina, Putin annuncia la produzione di armi nucleari avanzate -  Vatican News

Usa verso revoca stop a condivisione notizie intelligence

Gli Stati Uniti potrebbero intanto revocare presto la pausa nella condivisione di dati di intelligence con Kiev, dopo gli annunci dei giorni scorsi. A lasciarlo intendere è stato oggi il presidente Trump, come riportano i media americani. Parlando nelle scorse ore con i giornalisti, alla domanda se stesse valutando la possibilità di revocare lo stop Trump ha riposto: “Ci siamo quasi, ci siamo proprio”. “Faremo molti progressi”, ha poi osservato il presidente in riferimento agli attesi colloqui.

Russia e Trump: “riconoscono che l’espansione della Nato alimenta maggiormente il conflitto” “

Intanto la Russia plaude ancora una volta al tycoon, stavolta con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov definisce “incoraggianti” le recenti dichiarazioni di Donald Trump sull’Ucraina: “È ancora troppo presto per trarre conclusioni di ampia portata, ma ciò che abbiamo sentito finora dai funzionari dell’amministrazione Trump è complessivamente incoraggiante. Lo stesso presidente degli Stati Uniti ha riconosciuto che l’espansione della Nato e i tentativi di coinvolgere l’Ucraina sono stati tra le cause principali del conflitto”.

E “le cause alla radice del conflitto ucraino devono essere rimosse – ha continuato Lavrov, in un’intervista al magazine New Russian Regions – come ha sottolineato il presidente Vladimir Putin nella sua conversazione telefonica del 12 febbraio con il presidente Trump”. “Inoltre – ha concluso – è necessario porre fine alla spinta del regime di Kiev di sbarazzarsi di tutto ciò che è russo, compresa la lingua, la cultura, la Chiesa ortodossa e i media russi”.

L’Europa in maniera concorde ed autonoma- salvo l’Ungheria di Orban che resta isolata e in stato di sudditanza russa e cinese-decide una spesa veloce di 800 miliardi contro le sfide e minacce future

 

 

 

L’Ungheria contro i 26 Pesi europei che hanno fatto un accordo sulla difesa comune. Isolata dunque e non si comprende neppure cosa   esprime il primo ministro Orban, risultato privo di contenuti.

Il consiglio Europeo, riunito in via straordinaria a Bruxelles, è riuscito ad approvare le conclusioni a 27 in materia di difesa comune, in cui i leader affermano all’unisono, tra l’altro, che l’Ue deve diventare “più sovrana”, “più responsabile per la propria difesa” e “meglio equipaggiata per agire e per affrontare in modo autonomo le sfide e le minacce future e immediate”. Non sono però riusciti ad approvare a 27 le conclusioni sull’Ucraina, a causa della ferma opposizione dell’Ungheria di Viktor Orban, che questa volta non ha fatto marcia indietro all’ultimo in cambio di qualcosa, come è successo più volte in passato, ma ha mantenuto la propria contrarietà.

Zelensky, von der Leyen, Costa - Afp
Zelensky, von der Leyen, Costa – Afp

Piuttosto che approvare un testo ammorbidito per venire incontro a Budapest, i leader hanno optato per un testo a 26: da un punto di vista tecnico-giuridico, non si tratta di conclusioni del Consiglio Europeo, ma di un testo allegato alle conclusioni stesse, che è “fortemente sostenuto da 26 Stati membri” su 27. l primo ministro Orban, che è anche il leader con la maggiore anzianità di servizio nel Consiglio Europeo, non sostiene la causa dell’Europa unita.

Per il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, l’Ungheria “si è isolata” dagli altri Stati europei, ma “un Paese isolato”, ha notato, non significa “una Ue divisa”, dato che i 26 Paesi sono “uniti” nel sostegno a Kiev.

Orban afferma di essere dalla parte degli “Usa, Cina e Russia”, , a differenza di Bruxelles.Sull’idea di libertà e dell’eroismo ucraino neanche a parlarne per Orban. Discorso che a lui non  interessa minimamente. Quindi, isolato. E giustamente come afferma Antonio  Costa..

aerei militari francesi Archivi - Pagina 3 di 4 - Aviation ...
GLI AEREI FRANCESI IN GRADO DI LANCIARE “L’ATOMICA” – DI CUI DISPONE IN RILEVANTI QUANTITA’ PARIGI – CHE TANTO IMPENSIERISCONO ORA IL CREMLINO

Lo slovacco Robert Fico, anch’egli inizialmente contrario al testo sull’Ucraina, lo ha poi appoggiato, in cambio di un passaggio sul transito di gas attraverso l’Ucraina (Bratislava, che non ha sbocchi al mare, resta dipendente dal metano via tubo).

Il primo vertice a 27 da quando Donald Trump ha riaperto i canali diplomatici con il Cremlino, dunque, ufficializza la divaricazione delle posizioni sull’Ucraina tra la grande maggioranza degli Stati membri e l’Ungheria di Orban, che confina con il Paese invaso e ha una visione diversa dagli altri sulla Russia di Vladimir Putin.

800 miliardi  per riarmare  – velocemente -l’Europa autonoma ed indipendente dalle due superpotenze

Il leader magiaro si è però unito ai colleghi europei nell’approvare le conclusioni in materia di difesa, in cui i leader appoggiano i pilastri del piano ReArmEu da 800 miliardi di euro (stimati), che dovrebbe aiutare l’Ue a recuperare i decenni perduti e riarmarsi di fronte alla rinascita dell’imperialismo russo e alle pressioni americane, che con il ritorno di Trump si sono fatte più forti che mai.

Si apprende che la  presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso delle riserve, come aveva già fatto il ministro degli Esteri Antonio Tajani,ad es. sul nome scelto dalla Commissione per il piano, dato che, ha osservato, i concetti di “sicurezza” e “difesa” coprono molti più ambiti del mero riarmo, come materie prime, infrastrutture critiche e cyberattacchi.