Gaza, “raggiunto accordo Israele-Hamas”

Le foto degli ostaggi israeliani tratenuti a Gaza - Afp

Foto degli ostaggi

 

 

Stop alle incertezze sul rilascio degli ostaggi nel conflitto in Medio oriente.

Il gabinetto di sicurezza israeliano si riunirà quindi domani mattina alle 11, le 10 in Italia, per approvare l’accordo,

Ministro Esteri Israele: “Domani voto”

Israele è “molto vicino” a raggiungere un accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi e la tregua a Gaza, aveva detto poco prima dirlo il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar , prima di tornare a Tel Aviv. “Nella nostra regione niente è definitivo fino a che non lo è. Ma ci sono pochissime discrepanze. La mia speranza è che nel giro di qualche ora saremo in grado di concludere. Se succederà, domani ci sarà una riunione di governo per votare sull’accordo“, ha spiegato.

Sa’ar non esclude che in una fase successiva alla liberazione degli ostaggi e alla tregua ci sarà a Gaza una “presenza internazionale, con la presenza degli Stati arabi moderati, alcune componenti palestinesi che si possono accettare”. Ma, precisa, “non bisogna mai andare troppo lontano: la prima cosa che serve ora è la liberazione degli ostaggi e il cessate il fuoco”.

“Noi siamo costruttivi con un solo obiettivo che è quello di mantenere la nostra sicurezza che non sarà raggiunto fino a che sarà Hamas a governare Gaza“. Sa’ar ha anche espresso scetticismo sulla possibilità che l’Anp “sia in grado di governare Gaza”, considerati i problemi che ha a “governare il suo territorio”.

“A Gaza, servirà un interlocutore affidabile, non terroristi o chi incita al terrorismo, non importa chi, pur che rispetti queste condizioni”, ha precisato il ministro. “Non riconosco nella società palestinese un leader con un approccio diverso nei confronti di Israele”, ha aggiunto ribadendo la sua posizione contraria all’obiettivo dei ‘due popoli, due Stati’. “Al momento noi non dobbiamo basare le nostre politiche su illusioni e auspici, ma sulla realtà e la realtà è che i palestinesi non possono essere una garanzia per la nostra sicurezza”, ha precisato.

Intesa è pronta

La delegazione di Hamas a Doha, guidata da Khalil Al-Hayya, ha consegnato nel pomeriggio ai mediatori di Qatar ed Egitto l’approvazione da parte del gruppo palestinese dell’accordo, ha confermato la stessa fazione palestinese ad al-Jazeera.

Il premier israeliano terrà questa sera una riunione di emergenza con la delegazione del Qatar e con i leader dell’establishment della sicurezza e dell’esercito…

Una fonte israeliana, giudicata ‘affidabile’ da Haaretz, ha spiegato che il governo israeliano si sta preparando a riunirsi stasera o domani mattina per ratificare l’accordo di cessate il fuoco, insieme all’elenco degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi da liberare. La fonte ha aggiunto che Israele spera che i primi ostaggi vengano liberati all’inizio della prossima settimana, prima dell’insediamento del Presidente eletto Donald Trump del 20 gennaio.

Probabilmente l’accordo sarà firmato domani.     Il passo avanti decisivo è maturato in un incontro tra i leader di Hamas che si è svolto stamane, durante il quale sono state risolte quasi tutte le questioni, compresa quella delle mappe che definiscono il ritiro delle Idf dalla Striscia. La fonte ha aggiunto di aspettarsi che l’attuazione dell’intesa possa iniziare 24-48 ore dopo la firma.

Il bilancio delle vittime della guerra

Il ministero della Salute della Striscia di Gaza ha dichiarato che nelle ultime 24 ore sono state uccise 62 persone nell’enclave palestinese, portando il bilancio complessivo delle vittime della guerra a 46.707. In una nota, il ministero ha aggiunto che almeno 110.265 persone sono rimaste ferite in oltre 15 mesi di guerra tra Israele e Hamas.

Biden proroga sanzioni contro coloni estremisti

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato formalmente che prorogherà di altri 12 mesi l’ordine esecutivo di sanzioni contro i coloni israeliani estremisti, oltre la data di scadenza che era stata fissata al primo febbraio 2025. La situazione in Cisgiordania – in particolare gli alti livelli di violenza dei coloni estremisti, gli sfollamenti forzati di persone e villaggi e la distruzione di proprietà – ha raggiunto livelli intollerabili e costituisce una seria minaccia per la pace, la sicurezza e la stabilità della Cisgiordania e di Gaza, di Israele e della più ampia regione del Medio Oriente”, ha scritto Biden in una nota.

 

l Presidente Mattarella ha ricevuto oggi il Presidente della Repubblica Slovacca, Peter Pellegrini

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra Peter Pellegrini Presidente della Repubblica Slovacca, in visita ufficiale

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Peter Pellegrini Presidente della Repubblica Slovacca, in visita ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Peter Pellegrini Presidente della Repubblica Slovacca, in visita ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Peter Pellegrini Presidente della Repubblica Slovacca, in visita ufficiale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Peter Pellegrini Presidente della Repubblica Slovacca, in visita ufficiale

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Peter Pellegrini Presidente della Repubblica Slovacca, in visita ufficiale

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Peter Pellegrini Presidente della Repubblica Slovacca, in visita ufficiale

 

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale, in visita ufficiale, il Presidente della Repubblica Slovacca, Peter Pellegrini, intrattenendolo successivamente a colazione.
Era presente all’incontro il Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Maria Tripodi.

Accordo vicino sul rilascio degli ostaggi di Hamas

 

 

Adesso l’accordo  sugli ostaggi è vicino, in attesa dell’approvazione di Hamas.     In atto c’è un potenziale accordo di cessate il fuoco per gli ostaggi  I dettagli di un potenziale accordo di cessate il fuoco per gli ostaggi sono stati concordati, con i mediatori in attesa dell’approvazione finale dal gruppo terroristico palestinese.

I colloqui hanno ruotato in gran parte attorno a una proposta di accordo in tre fasi in cui i casi “umanitari”, tra cui donne, bambini, uomini over 50 e infermi, verrebbero rilasciati per primi.
Poi, il 16° giorno del cessate il fuoco, inizieranno i colloqui per garantire il rilascio degli uomini in età militare, seguiti da una terza fase che vedrà discussioni sulla governance e la ricostruzione della Striscia.
Il mediatore del Qatar ha consegnato a Israele e Hamas una bozza “definitiva” di un accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi progettato per porre fine alla guerra a Gaza.

Una svolta è stata raggiunta a Doha dopo mezzanotte in seguito ai colloqui tra il team negoziale di Israele, l’inviato per il Medio Oriente del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro del Qatar Novantaquattro dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre rimangono a Gaza, compresi i corpi di almeno 34 morti confermati dall’IDF. Hamas ha rilasciato 105 civili durante una tregua di una settimana a fine novembre e quattro ostaggi sono stati rilasciati prima di allora.

Il gruppo palestinese di Hamas conferma che sono stati compiuti progressi verso un accordo per il cessate il fuoco con gli ostaggi. “Rinnoviamo il nostro impegno con il nostro popolo fermo e paziente e con i nostri eroici prigionieri nelle prigioni, e affermiamo che la loro libertà è vicina”, afferma il gruppo.

La dichiarazione arriva dopo che è stata apparentemente raggiunta una svolta nei colloqui a Doha durante la notte. . Si prevede che un potenziale accordo vedrà centinaia di prigionieri palestinesi, tra cui detenuti per terrorismo, rilasciati per garantire la libertà degli ostaggi detenuti nella Striscia.

COME SUD LIBERTA’ AVEVA PREVISTO LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA HA AVUTO ESITO POSITIVO PER LO SCAMBIO CON LO SCIENZIATO IRANIANO (NASCOSTO DALLA MELONI E RIVELATO SOLTANTO ORA DAL MINISTRO NORDIO CHE HA FIRMATO LA REVOCA ARRESTO)

QUANDO LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO G.MELONI E IL MINISTRO NORDIO PRENDONO IN GIRO GLI ITALIANI CON LA PATERNITA’ DELLA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA USATA COME “MEZZO UMANO DI SCAMBIO”

 

 

Abedini mai negli Usa e la scadenza del 20 gennaio: cosa c'è ...

 

 

Cecilia Sala

 

 

Come era facile intuire- e come SUD LIBERTA’ aveva previsto e visto giusto ,diversamente dalla gran parte dei quotidiani che hanno seguito le note formali del governo- la liberazione di Cecilia Sala  si è resa possibile per lo scambio con il cittadino iraniano scienziato arrestato in Italia a Malpensa.   La magistratura iraniana ha annunciato infatti soltanto adesso -probabilmente era alla base degli accordi con la Meloni e i servizi di intelligence d’Italia, che Mohammad Abedini, l’iraniano arrestato in Italia a dicembre su richiesta degli Stati Uniti e detenuto nel carcere di Opera, tornerà a Teheran “nelle prossime ore”.  Non sarà estradato negli Stati Uniti per quanto sia accusato di terrorismo perchè l’ing. iraniano pare sia considerato quel Von Braun tedesco esperto nella missilistica e realizzazione dei V2  tanto richiesti da Hitler .

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, rilasciando la Sala, ha concordato dunque con i servizi italiani che giravano attorno la Meloni, di non diffondere informazioni dello scambio con la reporter italiana Solo successivamente si sarebbero attivato gli uffici stampa istituzionali d’ambo i Paesi, in primis quello iraniano visto l’imminente ritorno in patria dello scienziato “terrorista”

 Mizan Online, l’ufficio stampa della magistratura iraniana ha infatti dichiarato a riguardo.”Grazie al monitoraggio del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran e ai negoziati tra i servizi di intelligence della Repubblica Islamica dell’Iran e i servizi di intelligence italiani, il problema è stato risolto e ha portato al suo rilascio e al suo ritorno“…..

Questa mattina il ministro della Giustizia Carlo Nordio, con i poteri del caso,che ha recitato bene -nei giorni scorsi, la parte che gli competeva con la presidente del Consiglio, (cioè di non parlare ai giornalisti)  aveva fatto sapere in una nota ufficiale il ministero della Giustizia, di aver “depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi   .

 

 

La condanna di Trump Tra i poteri di un Presidente d’America non rientra quello -dice il giudice di New York- di cancellare un verdetto di colpevolezza”

 

Usa, rimandata la decisione sull'annullamento della condanna a Donald Trump  nel processo Stormy Daniels - Il Fatto Quotidiano

Ombre giudiziarie su Trump per la fiducia che viene meno del popolo americano

 

 

Trump non ci sta, si scaglia su Truth, il giudice di New York appellandosi alla “vera giuria, il popolo americano” e parlando del processo come di una “spregevole farsa” prima di annunciare l’appello.

Dopo aver speso decine di milioni di dollari, sprecato oltre 6 anni di lavoro ossessivo che avrebbero dovuto essere spesi per proteggere i cittadini di New York dalla criminalità violenta e dilagante che sta distruggendo la città e lo Stato, coordinandosi con il Dipartimento dell’Ingiustizia di Biden/Harris in un’opera di armamento senza legge e lanciando accuse completamente prive di fondamento, illegali e false contro il vostro 45° e 47° Presidente, mi è stato dato un proscioglimento incondizionato – ha detto Trump -. Questo risultato dimostra da solo che, come avevano detto tutti gli studiosi e gli esperti di diritto, non c’è un caso e non c’è mai stato un caso, e che l’intera truffa merita di essere annullata”.

La vera giuria, il popolo americano, ha parlato, rieleggendomi con un mandato schiacciante in una delle elezioni più importanti della storia. Come il popolo americano ha potuto constatare, questo “caso” non aveva nessun crimine, nessun danno, nessuna prova, nessun fatto, nessuna legge, ma solo un giudice altamente conflittuale, un testimone chiave che è stato radiato, caduto in disgrazia, spergiuro seriale e un’interferenza elettorale criminale –

. L’evento di oggi è stato una spregevole farsa e ora che è finito faremo appello a questa bufala, che non ha alcun merito, e ripristineremo la fiducia degli americani nel nostro sistema di giustizia, una volta grande”.

Il  giudice Merchan: “Un caso unico e straordinario”  Trump non ha il potere di cancellare un verdetto”

Trump è il primo presidente degli Stati Uniti pregiudicato dopo la sentenza che lo dichiara colpevole nel processo per il caso Stormy Daniels. Il prossimo 20 gennaio ritornerà quindi alla Casa Bianca con una condanna penale sulle spalle per aver falsificato documenti finanziari per coprire il pagamento illecito alla pornostar Stormy Daniels in cambio del suo silenzio sulla relazione.

Tra i poteri della presidenza degli Stati Uniti “non c’è il potere di cancellare il verdetto di una giuria”. Così il giudice Juan Merchan ha confermato ieri il verdetto di colpevolezza di Donald Trump nel processo, emettendo una sentenza di “rilascio incondizionato”, vale a dire nessuna imposizione di pena, per tutti i 34 capi di imputazione.

Nel suo intervento, il giudice Merchan ha detto che “mai prima di adesso questa corte ha dovuto affrontare una caso così unico e straordinario”. “

CECILIA SALA E LO “SPOT PUBBLICITARIO” DELLA MELONI CHE DOVRA’-FRA POCHI GIORNI- LIBERARE L’ING ABEDINI

 

L'abbraccio di Cecilia Sala con i genitori a rientro a Roma

 

 

Si chiude il capitolo della prigionia della cronista, ma la complessa vicenda che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso e che ha portato alla sua liberazione non sarebbe ancora “del tutto conclusa”:

Occhi puntati all’affaire Mohammad Abedini, l’ingegnere iraniano 38enne arrestato all’aeroporto di Malpensa lo scorso 16 dicembre dalla Digos: una storia che inevitabilmente si intreccia con quella della giornalista italiana,anche see l’Iran abbia smentito un collegamento tra i due casi.

Il ruolo decisivo dell’Aise e investigatori segreti

Nel breve comunicato diffuso da Palazzo Chigi si parla di un “intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence” per ottenere la liberazione di Cecilia Sala da parte delle autorità iraniane. E’ l’Aise, il servizio di sicurezza estero guidato Gianni Caravelli (volato a Teheran con l’aereo di Stato per recuperare la giornalista) a giocare un ruolo decisivo nelle trattative.

La Presidente del Consiglio ha espresso ” gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile” il ritorno di Sala. E informa personalmente i genitori della giornalista, Renato Sala ed Elisabetta Vernoni, insieme ai quali attenderà il rientro della cronista all’aeroporto di Ciampino: presenti anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, oltre al fidanzato di Sala, il giornalista de Il Post Daniele Raineri.

 Cecilia Sala rientrata a casa

Solo in serata Cecilia Sala, una volta rientrata a casa dopo essere stata ascoltata dai carabinieri del Ros sulla sua carcerazione in Iran, dirà poche parole: “Ringrazio tutti quelli che mi hanno tirato fuori”.

Abedini e l’intrigo internazionale

I riflettori ora restano accesi su Abedini, che rappresenta l’altra ‘faccia’ della vicenda del caso Sala. Il quotidiano statunitense Wall Street Journal scrive infatti che “nel quadro dell’accordo” che ha consentito la liberazione della giornalista “ci si aspetta che l’Italia rilasci l’imprenditore iraniano Mohammad Abedini”, che gli Stati Uniti hanno chiesto di estradare con l’accusa di aver fornito tecnologia per droni ai militari iraniani.

Secondo gli  Usa  Abedini dovrebbe essere rilasciato dal carcere milanese di Opera con uno “slittamento di tempi, ma possibilmente nei prossimi giorni”.

Un passo che il ministro della Giustizia Carlo Nordio può ordinare. Ieri il Guardasigilli si è recato a Palazzo Chigi per incontrare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, smentendo però le indiscrezioni secondo le quali al centro del colloquio ci fosse il nodo Abedini: “Nell’incontro con le forze di maggioranza si è discusso della riforma costituzionale della separazione delle carriere e in merito ai problemi legati all’applicativo App Giustizia”. .

UN  GRANDE  SPOT PUBBLICITARIO  PER LA MELONI (CHE DOVREBBE RINGRAZIARE IN REALTA’ L’ING. ABEDINI )

 

Dell’intera vicenda conclusasi felicemnete tuttavia resta un interrogativo: ma quali erano le accuse contro la reporter italiana?          Aspettiamoci la liberazione ora del genio dei droni, Abedini usato nell’ombra come smezzo di scambio umano ,nella riservatezza possibile,  dagli investigatori italiani.   Un’occasione pubblicitaria e di paternità che la Meloni non avrebbe  voluto perdere..

La Meloni incontra Trump per discutere dell’arresto di Cecilia Sala

 

 

La premier Giorgia Meloni è giunta a Mar-a-Lago in Florida ieri sera per far visita al presidente eletto Donald Trump. L’incontro informale si è svolto durante una cena avvenuta tra i due leader pochi giorni prima del viaggio del presidente Joe Biden a Roma per una visita ufficiale in Italia e in Vaticano dal 9 al 12 gennaio. Alla serata hanno partecipato anche il senatore Marco Rubio, nominato da Trump come prossimo Segretario di Stato, e l’imprenditore texano Tilman Fertitta, futuro ambasciatore in Italia. “Bella serata con Donald Trump che ringrazio per l’accoglienza. Pronti a lavorare insieme”

Ad accompagnare la Presidente del Consiglio, c’era l’ambasciatrice d’Italia a Washington Mariangela Zappia. Probabilmente essa sarà l’alleato di riferimento di Trump in Europa, soprattutto per le tensioni che si prevedono tra gli altri leader europei e Trump, dopo le minacce di quest’ultimo di scatenare una guerra commerciale con l’UE e di ridurre il sostegno americano alla NATO e all’Ucraina nella guerra con la Russia.

Si è voluto parlare pure  della detenzione in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala. Infatti l’arresto di Sala è avvenuto pochi giorni dopo che l’Italia aveva arrestato, su richiesta degli Stati Uniti, un ingegnere iraniano sospettato di fornire componenti di droni alle Guardie rivoluzionarie iraniane.
Da quando è stato eletto, Trump ha accolto a Mar-a-Lago il primo ministro ungherese Viktor Orban, così come il presidente argentino, Javier Milei. Anche il primo ministro canadese Justin Trudeau ha incontrato Trump in Florida dopo la minaccia del presidente eletto di imporre tariffe al Canada.

Il nuovo leader siriano ha ammirazione per Papa Francesco e spiega come la Siria uscirà dalla grande corruzione diffusa nel Paese

 

Abu Mohammed al-Jawlani - Agenzia Fotogramma / Ipa

Nella superiore foto d’Ag. il leader siriano Abu Mohammed al Jawlani

 

Il leader siriano Abu Mohammed al-Jawlani  nel corso di un colloquio con il  vicario della Custodia di Terra Santa, Ibrahim Faltas, così si esprime:Stiamo lavorando per riportare in patria chi ha dovuto lasciare la Siria. È nostra intenzione riportare i siriani espatriati alle loro case e i cristiani siriani ritorneranno a vivere e a professare la loro fede in Siria”…

Non considero i siriani cristiani una minoranza – ha spiegato al-Jawlani – ma una parte integrante e importante della storia del popolo siriano. Ho vissuto a lungo nel Governatorato di Idlib, dove ho conosciuto l’impegno di due suoi confratelli, padre Hanna e padre Loai, a favore della popolazione di quell’area. Hanno aiutato e sostenuto tutti coloro che si rivolgevano a loro senza nessuna distinzione. Ho provato stima e rispetto per loro. Grande ammirazione, stima e rispetto per Papa Francesco: è un vero uomo di pace, ho apprezzato i suoi appelli e le sue azioni a favore della pace e dei popoli in difficoltà“.

Il leader siriano spiega che “per anni il popolo siriano ha dovuto subire le conseguenze di una corruzione diffusa a vari livelli. Mancavano i servizi essenziali alla vita della maggioranza delle persone, mancava ogni visione di sviluppo e di crescita per il Paese”. “I dissidenti – ha detto – venivano arrestati e, nel peggiore dei casi, eliminati. Abbiamo visitato prigioni che non avevano niente di umano. Il territorio siriano, ricco di storia e civiltà millenaria, è stato quasi completamente distrutto. La divisione fra le persone ha portato a conflitti e a spaccature”. Quanto al futuro del popolo che tanto ha sofferto e alla eventualità di altre tensioni, al-Jawlani ha risposto: “Stiamo lavorando per l’unità e la pace. È la nostra ferma volontà. Ci vorrà del tempo ma sono sicuro che arriveremo a dare una stabilità politica e sociale alla Siria”.

Cecilia Sala arrestata “per violazione della legge islamica” Si lavora con riservatezza e cautela

 

 

 

La giornalista italiana Cecilia Sala  è stata arrestata per “violazione della legge islamica”. Lo riportano i media statali.
“Cecilia Sala, cittadina italiana, si è recata in Iran il 13 dicembre 2024 con un visto da giornalista ed è stata arrestata il 19 dicembre 2024 per violazione della legge della Repubblica islamica dell’Iran”, ha riferito l’agenzia di Teheran IRNA, che cita il dipartimento generale dei Media Esteri del ministero della Cultura e dell’orientamento islamico dell’Iran.Intanto l’ambasciata locale lavora con riservatezza  perchè la giornalista nonsia usata come mezzo di scambio.

“L’arresto è stato eseguito secondo la normativa vigente e l’ambasciata italiana è stata informata. Le è stato garantito l’accesso consolare ed il contatto telefonico con la famiglia”…..

Ancora mistero sulla notizia dell’arresto della giornalista Cecilia Sala

 

Cecilia sala arresto

 

 

 

 

Fermata il 19 dicembre scorso, nessuno ne sapeva niente. Da nove giorni in isolamento nel carcere di Evin, in Iran.. E’ ancora mistero sui motivi dell’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala, mentre Tajani, Farnesina, ambasciata e il consolato a Teheran concentrano la massima attenzione sul caso, ma osservano anche la “massima riservatezza sulla vicenda” come accadde per la travel blogger Alessia Piperno.

Secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, la giornalista è “in buona salute”, “detenuta in una situazione tranquilla, è sola in una cella” e “ha già avuto la possibilità di parlare due volte con i propri familiari”, mentre ieri ha ricevuto la “visita consolare da parte della nostra ambasciatrice a Teheran Paola Amadei, che è stata più di mezz’ora con lei”.

“Non possiamo dire altro al momento, stiamo monitorando la situazione con molta attenzione”, ha aggiunto il titolare della Farnesina, precisando che al momento non si conoscono i capi di imputazione della giornalista.

La giovane giornalista muove i suoi primi passi nel mondo della stampa ben prima della fine dei suoi studi all’Università Bocconi di Roma: coraggiosa e con uno spiccato senso critico, tra il 2013 e il 2014 muove i primi passi nel mondo dell’informazione prendendo a programmi di approfondimento di La7 come Piazzapulita di Corrado Formigli e Announo di Michele Santoro..

La prima collaborazione da reporter è quella per Vice Italia ottenuta nel 2015. L’anno dopo lascia Milano e reporter per Servizio Pubblico: il primo passo per portare avanti  il praticantato per diventare giornalista professionista.

Nel corso della sua carriera si specializza in politica estera

 Cecilia Sala: un giornalismo presente nelle zone di conflitto

Sala è uno dei volti più noti del giornalismo italiano. Nata a Roma nel 1995, è da sempre molto attiva sui social e da anni ormai tratta di politica estera documentando quello che succede in varie zone di conflitto. Sala si è recata diverse volte in Ucraina per raccontare la guerra ancora in corso con la Russia, ma si trovava anche in Afghanistan nel 2021 durante il ritorno al potere dei Talebani. In quella occasione dovette interrompere una diretta con La7 a causa di alcuni spari contro l’hotel dove si trovava. Una scena che è diventata subito virale sui social.

Cecilia Sala ha da sempre avuto un’attenzione particolari alle nuove frontiere del giornalismo digitale. Molto attiva sui social network, nel 2020 ha esordito con il podcast ‘Polvere’, un’inchiesta condotta insieme a Chiara Lalli che trattava dell’omicidio di Marta Russo, giovane uccisa alla Sapienza nel 1997. Il podcast ha avuto tanto successo da essere trasformato in un libro pubblicato, con lo stesso titolo, da Mondadori nel 2021. L’anno successivo diviene protagonista di un altro podcast, ‘Stories’, prodotto da Chora Media, in cui ogni giorno racconta storie dal mondo.

Sala si trova da una settimana “in una cella di isolamento” del carcere di Evin, “dove vengono tenuti i dissidenti” e che “il motivo del suo arresto non è ancora stato formalizzato”. “Non sappiamo” perché è stata arrestata in Iran. “E questa è la grande domanda. Fino ad oggi, e sono passati 9 giorni con oggi, non è stata formalizzata alcuna accusa, non si sa perché è nel carcere di Evin, non si sa perché è in isolamento. È incomprensibile ed è una cosa intollerabile per l’Italia che accada questo”, dice il direttore di Chora Media, Mario Calabresi, intervistato a ‘Il Cavallo e la torre’ su Rai3. Chora Media, è la Podcast company italiana per la quale la giornalista realizza ‘Stories’ (Cecilia Sala lavora anche per ‘Il Foglio’).